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QUINTA SERIE

AVVERTENZA

Il presente volume concerne il periodo l" gennaio-15 maggio 1917 e com

prende come momenti salienti: la Conferenza interalleata di Roma; la risposta

collettiva delle potenze dell'Intesa alla nota di Wilson ai belligeranti del 18 di

cembre 1916; l'inizio della guerra sottomarina illimitata da parte della Germania;

la rivoluzione russa del febbraio e le prime prese di posizione dei Soviet e dei

partiti socialisti europei per una • pace senza <1-nnessioni né indennità •; l'incontro

italo-franco-britannico di San Giovanni di Moriana; l'intervento degli Stati Uniti

a fianco dell'Intesa, e la crisi del governo greco fino alla vigilia della procla

mazione della repubblica.

I documenti qui riportati sono stati raccoLti con un criterio di ampia scelta,

richiesto dal ritmo particolarmente serrato, nel tempo di guerra, delle comuni

cazioni fra la Consulta e le sue rappresentanze all'estero. Essi provengono dai

seguenti fondi:

l) Archivio Storico del Ministero degli Affari Esteri:

a) Telegrammi di Gabinetto: in arrivo, registri nn. 456 e 457, e in partenza, registro n. 460; telegrammi ordinari: in amiv o, registro n. 449, e in partenza, registro n. 454.

b) Serie politica, esaminata nei pacchi riguardanti singoli paesi e le principali questioni internazionali.

c) Archiv.i delle Ambasciate a Londra, Parigi e Pietrogrado, quest'ultimo particolarmente ricco.

d) Raccolte particolari concernenti: le conferenze internazionali (pacchi l a 3); il conflitto europeo (pacchi nn. 228, 232, 233); ·i tentativi di pace (pacco n. 247); la Santa Sede (pacco n. 177); la Turchia e la questione dell'Asia Minore (pacchi nn. 201 a 206).

e) Archivi speciali: Archivio di Gabinettò, Carte del segretario generale De Martino (casella n. 74); Carte personali dell'ambasciatore a Londra, marchese Imperiali e Diario del medesimo; Carte del capo di Gabinetto, conte Aldrovandi.

2) Archivio Centrale dello Stato:

Carte Boselli e Presidenza del Consiglio; Carte Sonnino (registri l a 35); Carte Orlando (Guerra mondiale) e suo Carteggio (buste nn. l a 13).

XI

3) Archivio Sonnino, Montespertoli.

Alcuni documenti erano già stati editi nelle pubblicazioni seguenti:

M. TosCANO, Gli accordi di San Giovanni di Mariana, Giuffrè, ·Milano, 1936;

F. MARGIOTTA BROGLIO, Italia e Santa Sede. Dalla grande guerra alla Concilizione. Aspetti politici e giuridici, Laterza, Bari, 1966.

S. SoNNINo, Diario, 1916-1922, vol. III, a cura di P. Pastorelli, Laterza, Bari, 1972;

S. SoNNINO, Carteggio 1916-1922, a cura di P. Pastorelli, Laterza, Bari, 1975.

Nel licenziare H volume mi è gradito ringraziare il Prof. Pietro Pastorelli delle ricerche cortesemente compiute nell'archivio Sonnino di Montespertoli; il generale Rinaldo Cruccu e il tenente colonnello Giorgio Pirrone che hanno facilitato le ricerche presso l'Ufficio Storico dello Stato Maggiore; la Dott. Maria Grazia Melchionni, assistente di Storia dei Trattati presso l'Università di Roma, che mi fu assidua collaboratrice nella consultazione dei documenti dell'Archivio Centrale dello Stato; le Dott. Emma Ghisalberti e Geraldina Schirinzi della loro preziosa opera di collazione dei documenti, di correzione delle bozze, di compilazione degli indici e della tavola metodica.

ETTORE ANCHIERI

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Provenienza e data

Pietrogrado l gennaio 1917

Pietrogrado l gennaio

Roma l gennaio

Roma l gennaio

Pietrogrado l gennaio

Pietrogrado l gennaio

Washington ... gennaio

Washington ... gennaio

Cristiania l gennaio

Washington ... gennaio

Le Havre 2 gennaio

Londra 2 gennaio

Pietrogrado 3 gennaio

Parigi 3 gennaio

Parigi 3 gennaio


DOCUMENTI
1

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4/803. Pietrogrado, 1 gennaio 1917, ore 11 (per. ore 17,05).

Corre voce che il ben noto Rasputin sia improvvisamente morto stamane.

2

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 2/599. Pietrogrado, 1 gennaio 1917, ore 11 (per. ore 17,25).

Singolare indugio della ds:posta alle nostre comunicazioni circa l'Asia Minore sembrasi giustificare supposizione che adesione alle nostre rivendicazioni incontri qualche difficoltà da pa,rte degli Alleati. Tuttavia...(!), quaLi che siano obiezioni che ci attendono nessuna per quanto grave divergenza può recarci pregiudizio comparabile a quello del prolunga11si della attuale situazione negativa. In questa convtn~ione mi sono affrettato a suo tempo a valermi dell'autorizzazione di V. E. per entrare in discussione in merito con Sturmer e Neratoff circa nostre rivendicazioni in Asia Minore. Se non che Neratoff dopo di essere giunto a dichiarare che sua obiezione non era definitiva ha riservato la sua riSiposta a quando gli fossero noti gli apprezzamenti in proposito di Londra e Parigi. Egli nega tuttora di conoscerlo, ma a vero dire non ci pare ammissibile che uno scambio di idee non sia intervenuto fra i tre Gabinetti in così lungo spazio di tempo sop,ra una questione di cui essi debbono pure conoscere l'importanza per i loro rapporti con l'Italia.

A mio aredere si può anzi presumere che essi stiano concertando una comune riS!posta scritta.

Ciò premeSiso mi domando se :

l) per uscire al ·più presto dalla presente situazione negativa;

2) per metterei in condizioni di riprendere le ·conversazioni col governo russo e 3) per far sì che la risposta scritta tenga già qualche conto delle discussioni verbali che l'avessero preceduta e agevoli così le ulteriori trattative, non convenga affretta11si subitamente ad entrare in discussione anche a Londra e Parigi su qualche punto concreto della questione e :provocare su di esso apprezzamenti espliciti di quei Gabinetti.

Questione di Smirne e della ferrovia di Cassaba sarebbe forse il miglior addentellato per l'entrata in materia sia per·ché non più nuova ,per gli aUeati dopo le conversazioni di Pietrogrado sia perché giusta le i:mpressioni del R Ambasciatore a Londra lllon destinate a sollevare difficoltà. Questione di Smirne essendo qui stata posta in ·connessione con quella della delimitazione del futuro SuHanato turco e quindi del maggiore tratto di ·confine della nostra zona, è chiaro che attirando Londra e Parigi a parlare di Smirne per necessità di associazione si ver:rebbe a trattare di una gran parte delle ·nostre rivendicazioni ed in continuativa, per le ragioni su esposte, non saprei ravvisarvi che nostri vantaggi (1).

(l) Gruppo indecifrato.

3

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI, A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. PER CORRIERE 1/1. Roma, 1 gennaio 1917, ore 18.

Questo Ambasciatore di Francia mi ha comunicato il seguente progetto di risposta alJa Nota americana :

Les Gouvernements alliés ont reçu la note qui leur a été remise, le 19 décembre, par le Gouvernement américain; d:l:s l'ont étudiée avec ~le soin que leur commandaient, à la fois, l'exact sentiment qu'ils ont de la gravité de l'heure et la sincère amitié qui les attache au 1peuple américain. D',une manière .générale, ils tiennent à déclarer qu'ils rendent hommage à l'élévation des sentimants dont s'inspire 1la note et s'associant de tous ~leurs voeux au ,projet de création d'une ligne des nations pour assurer la paix et la justice à travers le monde. Ils reconnaissent tout l'avantage qu'apportent à la cause de l'humanité et de la civilisation des règlements internationaux destinés à éviter les conflits violents entre les nations, et ils espèrent pouvoir compter sur le concours des Etats-Unis pour que les ~samctions nécessaires en assurent l'exécution et empéchent ainsi qu'une sécurité apparente ne se,rve qu'à faciliter de nouvelles agreStsions.

En tout cas, une discussion sur les arrangements futurs en vue d'assurer la paix durable suppose d'abord un règlement sati•sfai,sant dlu présent conflit. Les Alliés éprouvent un désir aussi profond que le Gouvernement américain de voir se terminer le plus tòt possible la guerre dont les Empires Centraux sont responsables et qui inflige à l'humanité de si cruelles souffrances. Mai:s ns ne croient pas qu'il soit possible, dès aujourd'hui, de réaliser une paix qui à la fois leur assure les réparations, les restitutions et les garanties auxquel,les l'agression dont ils ont été l'objet leur donne droit et qui permette d'établir sur une base solide l'avenir de l'Europe en résolvant les graves (un mot omis) :posés à l'heure aotueHe. Les nations alliées ont conscience qu'elles ne combattent pas pour des intéréts égoistes, mais pour la sauvegarde de l'iindépendance des peuples, du d'roit et de l'humanité.

Les Alliés se rendent pleinement compte des dommages et des souffrances

que la guerre apporte aux neutres comme aux belligerants et les déplorent,

mais ils ne s'en tiennent pas pour responsables, m'ayant en aucune façon ni vouJu,

ni provoqué •Cette guerre; ils s'.effor•cent de diminuer et réduire ·ces dégats dans la

mesure du possible, jusqu'au point où le permettent les exigenc,es inexorables de

leur défense contre ,Jes violences et les pièges de l'ennemi.

Les Alliés ne seraient tpas entièrement sincères s'i1s n'exprimaient, au sujet de la •note du Président Wilson, un regret et n'élevaient une protestation. Ils ne peuvent s'empécher de regretter que la note américaine ait été remise aussitòt après la note allemande, donnant ainsi l'impression qu'eliles ts'appuyaient l'une sur l'autre. Aussi prennent-ils note avec satisfaction de la déclaration faite que la communication amérkaine n'est associée d'aucune manière dans son origine avec celle des puissances •Centrales transmise ,}e 18 décembre par le Gouvernement de l'Union. Ils ne doutaient [sic] pas, au surplus, de la résolution de ce gouver\nement d'év:iter jusqu'à l'apparence d'un appui, méme moral, ac,cordé aux auteurs responsables de la guerre.

Le Gouvernements alliés ont aussi le devoir de formuler dans la forme la plus amicale, mais la .plus nette une protestation contre l'assimilation étahlie entre les deux groupes de belligérants; cette assimilation basée sur des déclarations publiques des pui:ssances centrales, .sont en opposition directe avec l'évidence, tant en ce qui touche les responsabilités du passé qu'en ce qui concerne les garanties de ·l'avenir. S'il y a un fait historique établi à l'heure actuèlle, c'est la volonté d'agression de ,}'Allemagne et de l'Autriche pour a1ssurer leur hégémonie sur l'Europe et leur prédominance économique sur le monde. L'Allemagne a prouvé aussi bien par la déclaration de guerre, la violation immédiate de la Belgique et du Luxembourg, et la façon dont elle a conduit la guerre, son mépris systématique des principes d'humanité et de respect des ,petits Etats; la suite a ré,pondu à ce commencement et l'attitude des puissances •Central.es et de leurs alliés a été un défi continue! à l'humanité et à la civilisation. Faut-il ra;ppeler les horreurs qui ont accom,pagné l'invasion de la Belgique et de la Serbie, le traitement atroce subi par les pays envahis, le ma,ssacre de centaines de milliers d'Arméniens inoffensifs, les barbaries exercées contre les populations de Syrie, les raids de ZeppeHns sur les villes ouvertes, la destruction par les sous-marins de paquebots et de navires marchands, méme sous pavillons neutres, le cruel traitement infl'igé aux prisonniers de guerre, les meurtres juridiques de Miss Cawell et du Capitaine Fryatt, la déportation et 'l'esclavage des populations civiles, etc.? L'exécution d'une pareiUe série de ·crimes, ·sans amcun souci de la rép·robation universelle, explique amplement au Président Wilson la protes· tation des Alliés. Ils estiment que la Note qu'Hs ont remise aux Etats-Unis en suite à la Note al:lemande répond à la question posée par le Gouvernement américain et constitue suivant ses propres expressions « une déclaration publique quant aux condit.ions auxquelles la guerre pourrait ètre .ter:minée •. Le Président Wilson souhaite que les Puissances belligérantes affirment en pJeine lumière les buts qu'elles se proposent en pourmivant la guerre. L,es ALliés n'éprouvent aucune difficulté à répondre à cette demande. Leurs buts de guerre

sont bien connus; ils ont été exprimés à plusieurs reprises par Ies chefs de leurs dive1:1s Gouvernements. Ces buts ne seront formulés dans leur ensemble avec toutes Ies compensations et indemnités equHables pour les dommages subis qu'à l'heure des négociations. Mais le monde dvilisé ·sait qu'i:lis impliquent de tout néces1sité et en premier la re,stauration et la réparation de la Belgique, de la Serbie et du Monténégro; l'évacuation des te11ritoires envahis en France, Russie, Roumanie, avec de justes réparations; une réorganisation de ·l'Europe assurée par un règ,lement basé sur le principe des nationalités et de la sécurité des peuples petits et grands; des sauvegardes assurées aux frontières terrestres et maritimes contre des attaques sans provocation; la ·restiuution des provinces autrefoLs arrachées aux Alliés par la force ·contre les voeux des populations; libération des Italiens ainsi que des Slaves et des Roumains de la domination étrangère; libération des populations soumises à la sanglante tyrannie des Tures, rejet en Asie de l'Empire ottoman, décidément étranger à la civilisation européenne. Les intentions de S. M. I'Empereur de Russie à l'égard de la Pologne ont été dairement indiquées par la proclamation magnanime qu'il vient d'adresser à ses armées. II va sans dire qu'il n'a jamais été dans les desseins des AIJiés de poursuivre ·camme on l'a prétendu l'extermination du peuple allemand et sa disparition politique.

Ce qu'ils veulent avant tout, c'est a~surer la paix pour [•sic] les principe.s de liberté, de justice, sur la fidélité inviolable aux obligations internationales dont n'a ·cessé de s'inspirer le Gouvernement des Etats Unis.

Pour ce but élevé, les Alliés sont déterminés chacun et tous ensemble à agir de tout leur pouvoir et à consentir tous les sacrifices pour conduire à une issue victorieuse un conflit dont ils sont convaincus que dépend non seulement leur pr0pre salut et leur pro~périté mais l'avenir de la civilisation meme.

(l) Ritrasmesso a Parigi e Londra con T. gab. 11 del 2 gennaio 1917.

4

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 8. Roma, l gennaio 1917, ore 21,15.

Avendomi Barrère comunicato il progetto redatto costì della risposta alla nota americana, che invio per posta a V. E. con separato telegramma, gli ho segnato i brani che mi sembrano da sconsigliare.

Primo capoverso -•sopprimerei le ultime righe, dalle parole « et ils espèrent pouvoir compter » fino alle parole « faciliter de nouvelles aggressions », queste righe sono pericolose perché invitano l'America ad una :f1utu:ra immi1stione nelle cose europee, mentre gli Stati Uniti escludono l'ingerenza europea in quelle americane. Sarebbe una nuova dottrina Monroe a rovescio.

Secondo capoverso -comincerei il periodo con la parola « Mais » ~nvece di «En tout cas », e sopprimerei i due ultimi periodi e doè tutto l'intero brano che va da1le parole « Mais ils ne croient » fino alle parole « du droit et de l'humanité ». La prima parte mi pare imoPfportuna, e 'sostanzialmente risulta dall'insieme, e la seconda parte è meglio detta nel penultimo capove11so del documento.

Quarto capoverso -sopiprimerei i due primi periodi e doè dalle parole «Les Alliés ne seraient • fino alle parole • qu'elles s'appuyaient l'une sur l'autre ". Il periodo seguente dovrebbe riprendere con le parole • Les Alliés prennent acte ». I periodi soppressi non sono necestsari e riuscirebbero mol,to ostici a Wilson, il quale si è oramai persuaso di aver commesso un errore nel non lasciare correre un lungo intervallo tra la nota germanica e la sua, ma a cui dispiace il sentil'selo dire.

Quinto capoverso -sopprimerei di conseguenza la parola « aussi » cominciando con « Les Gouvernements alliés ont le devoir de formuler », e dopo ìe parole «l'assimilation établie >> bisognerebbe inserire le seguenti «dans la note du Président Wilson ».

Prego V. E. esprimersi in questo senso con codesto Governo.

5

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 12/805. Pietrogrado, l gennaio 1917, ore 17,30 (per. ore 10 del 2).

Sebbene giornali abbiano ricevuta consegna di non parlare mistero scomparsa di Rasputin, voce della sua morte violenta trova ormai credito generale.

Secondo la versione più diffusa egli sarebbe stato ucciso nella notte tra il 29 e 30 nella dimora del Conte Sumarokoff Elston, figlio del Principe Jussupow genero del Granduca .A'lessandro Micailowich durante UII1J festino.

Nelle sfere ufficiali osservasi più riserbo sul,la notizia. Mintstro degli Affari Esteri mi ha detto che Rasputin è effettivamente scompar,so e ~che, sebbene suo cadavere non sia stato ancora rinvenuto, probabilmente da tutti si crede che egli sia morto. Linguaggio del Ministro mi lasciò l'impressione che surriferita

versione corrisponda al vero.

6

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4/600. Pietrogrado, l gennaio 1917, ore 17,30 (per. ore 10,25 del2).

Pocrowsky mi ha detto ieri che Ministro di Norvegia e Ministro di Danimarca al pari dello svedese gli hanno rimesso breve nota in cui ristpettivi loro governi affermano propria simpatia verso l'iniziativa del Presidente degli Stati Uniti per la pace. Pocrowsky ha ricevuto riservata notizia ·che Wilson si disporrebbe a indirizzare una seconda nota ai belligeranti per chiedere loro di formulare completamente e fargli conoscere in via ·confidenziale le loro condizioni di pace. Paléologue ha comunicato qui ·che ieri sera è •Stata .consegnata all'Ambasciatore degli Stati Uniti a Parigi risposta degli Alleati alla nota germanica.

7

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 16/2. Washington, ... gennaio 1917 (per. ore 14,30 del 2 ).

So confidenzialmente che il Vaticano ha chiesto al Governo spagnolo di incaricare questo Ambasciatore di Spagna felicitare Wilson in nome del Papa per la .s,ua iniziativa. Re Alfonso ha consentito. Mio coHega spagnolo in conformità degli ordini .ricevuti si appresta a compiere questa missione per la quale dopo di aver notifi·cato al Dipartimento di Stato il rifiuto della Spagna gli tocca manifestare al Presidente felicitazioni del Pontefi·ce. Egli ha già chiesto udienza a Wilson.

8

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 5/3. Washington, ... gennaio 1917 (per. ore 14,30 del 2).

Questo Mi:nistro della Marina in un articolo da lui pubblicato in un suo

settimanale qualifica di colossale errore il rifiuto degli Alleati a considerare

le proposte di pace. E prosegue: «Talvolta un errore è peggiore di un delitto

ed il rifiuto di parlare dei termini per la ·cessazione de~la .guerra che devasta

l'Europa e reca ingiuria ai neutri è deplorevole. Poiché g.Ii Alleati afferma1no

che la prop01sta tedesca è un trucco, devono dimostrarlo ».

Ciò conferma l'anarchia regnànte nel Governo di WHson. Conviene ram

mentare che il Ministro della Marina è creatura di Bryan e perciò •l'esponente

nel Gabinetto delle costui idee germanofile e pacifi-ste.

9

IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. CONFIDENZIALE. 7/l.

Cristiania, gennaio 1917, ore 20 (per. ore 16,05 del 2).

I tre Ministri d'Inghi'lterra presso Stati Scandinavi in una riunione di affiatamento tenutasi fra di loro qui ieri, hanno di pieno accordo deciso di consigliare al proprio Governo di non dare akuna risposta al passo dei govermi svedese, norvegese e danese, tutto al più ~limitandosi a segnar ricevuta delle note. Essi hanno inoltre fatto presente a Londra l'opportunità di rri'!>POndere nel campo praHco rendendo più severo il blocco commerciale, beninteso con l'applicazione del principio della perfetta uguaglianza di trattamento ve~so tutti e tre gli Stati Scandinavi. A mio remissivo parere, le ;proposte dei Ministrri britannici sono approp!Tiate e meritano appoggio, tuttavia per rendere più efficace l'atteggiamento degli Alleati di fronlte al ~non amichevole modo di agire dei Governi Scandinavi, converrebbe forse non segnare neppure ~riceVTuta alle loro comunicazioni lasciando così ad essi d\ l'iflettere in quale conto si tengano tali intrighi (1).

10

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 11/1. Washington, ... gennaio 1917 (per. ore 17,05 del 2).

Il rifiuto deLla Spagna è considerato qui forse come il co~po più rude inflitto all'iniziativa di Wilson. Esso è d'a'ltronde a!Iljpiamente meritato. Sono in grado di fornire in proposito a V. E. le seguenti notizie delle quali garanUsco assoluta esattezza:

«Mentre Wilson dichiarava qui pubblicamente alla ,stampa che la sua inizia~tiva esclusivamente americana si compiaceva al di fuori di ogni ingerenza europea, egli faceva rimettere a Madrid la sua nota alle Potenze belligeranti accompagnata da un invito al Governo ~s;pagmwlo di « associa11si alla politica degli Stati Un~ti dell'America del Nord».

Re Alfo'lllso irritato da questo invito postumo fece 'chiedere da questo Ambasciatore di Spagna al Segretario di Stato, anche in vista d'elle interpretazioni contraddittorie che i vari comUillicati ufficiali venivano attribuendo in Washington al passo di WHson, quale fosse in questa oc~casione Ja poHtica degli Stati Uniti dell'America del Nord e fin dove eventualmente questo Governo pensava di spingersi. Lansing rispose ,che Wilson non aveva nessuna politica definita e che si sarebibe lasciato guidare dalle circostanze! Dopo ciò lo stesso Re Alfonso ha telegrafato personalmente a questo suo Ambasciatore la 'risposta per Wilson nella quale dichiara di non poter as;sociarsi ad una ~niziativa intorno la quale la Spagna nan è 'stata ~pcr-eviamente ~consu,Jtata e che al momento ,presente appare anche inopportuna. La Spaglna si riserva inoUre il diritto di ogni :liu1mra iniziativa in materia sia indipendentemente da terzi sia assieme agli Stati Uniti dell'America del Nord.

Mi consta che ad accrescere l'irritazione del Re di Spagna per l'attitudine di Wilson verso di lui vi contribuì pure il fatto ,che Lans~ng negò a questo Ambasciatore di Spagna di aver sollecitato l'appog,gio di altri neutrali eccetto la Svizzera mentre è noto che identiche sollecitazioni erano già state rivol•te ad altri paesi compresi gld Stati Scandinavi.

Risposta spagnuola è stata pubblicata soltanto in versione ridotta da Madrid e ~ntorno ad essa Dipartimento di Stato mantiene un rigoroso riserbo. L'opinione pubblica e i giornali vi si soffermano con commenti tutt'altro che lusinghieri per Wilson ».

(l) Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado, con T. gab. 7 del l gennaio 1917.

11

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 9/1. Le Hàvre, 2 gennaio 1917, ore 20,50 (per. ore 1,30 del 3).

Corusenso del Beyens dovrebbe essere anche per la risposta alla nota americana già convenuta meno imprevedibili modifkazioni. Ministro degli Affari E1steri oltre ad unirsi agli Alleati della nota collettiva ne rimetterà un'altra in presenza di Briand all'Ambasciatore degli Stati Uniti come complemento concernente il Belgio. In questa nota sarà ricordata la situazione internazionale del Belgio, la violazione della neutralità, le sofferenze alle quali è sottoposto e il suo diritto a riparazioni e garanzie.

Beyens mi ha d'etto tiene a tale nota per deferenza verso Stati Uniti dell'America del Nord ·che fanno molto a vantag.gio 'POpolazione del Belgio e anche perché crede che il caso del Belgio possa r~ruforzare la tesi degli Alleati soprattutto agli Stati Uniti dell'America del Nord.

12

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIAL,I, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 10/1. Londra, 2 gennaio 1917, ore 23,31 (per. ore 3,30 del 3).

Lloyd George è partito poc'anzi. Lo andai a salutare alla stazione. Egli mi pregò di rendere edotta V. E. del suo vivissimo desiderio di intrattenersi privatamente con Lei prima della conferenza. Egli abiterà all'Ambasciata britannica e questa combinazione renderà, a suo avviso, più facile siffatto [Jrivato colloquio con V. E. sui punti di cui Rodd fu incaricato concretare particolareggiatamente. Lloyd George annette inoltre specialissima importanza alla partecipazione alla conferenza del Generale Cadorna che egli desidera s'incontri con Generale Robertson. A quanto mi viene detto oggi la chiamata di Sarrail nel pensiero di Lloyd George dev'essere interpretata non ,come una dimostrazione di stima ma piuttosto come una resa di conti. Lord MHner mi esprimeva la speranza che la conferenza di Roma avrà per risultato di tenerlo a freno. Ho ri's:posto: per conto mio augurerei il risultato più desiderabile nell'interesse generale ossia nomina di un altro generale. Lloyd George ha accentuato la sua soddisfazione per il suo viaggio in Italia e per la scelta di Roma come sede del1la conferenza. Mi riSIUlta che il viaggio dei Ministri britannici a Roma e 'le conve11sazioni tra

V. E. e Lloyd George hanno incontrato il massimo favore di Balfour. Hardinge mi diceva testé essere questo un avvenimento da lui da un pezzo caldeggiato e del quale vi è ogni motivo di spera,re sotto ogni aspetto fecondi ,risuLtati. A me remissivamente quello che importa prima e soprattutto è di vedere tra Roma e Londra stabilito, in base alla comunità degli interessi, Uln contatto intimissimo e costante il quale rappresenta a mio modo di v~edere il migLiore e forse l'unico rimedio per frenare l'invadenza della Francia. La quale pe~ la debolezza dell'Inghilterra si è voluta assumere nell'alleanza il compito di parte dirigente con risultati dimostraHsi tutt'altro che vantaggiosi dopo un anno di esperienza. Questo concetto fu da me adombrato nel :primo ~colloquio con Lloyd George il quale dopo le sue conversazioni con Rodd parmi ne abbia intuito l'opportunità.

13

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 17/11 Pietrogrado, 3 gennaio 1917, ore 10,30 (per. ore 17,40).

A quanto mi viene riferito da fonte attendibile, ucctswne di Rasputin era stata prestabilita da un gruppo di persone appartenenti all'alta ~società di Pietrogrado che aveva preso questa determinazione per toglier di mezzo causa principale delle irresponsabili ingerenze 1politiche esercitate nella Corte imperiale e stigmatizzate gravemente dall'opinione pubblica. Dicesi che al personaggio cui per sorte sarebbe toc~cato di ucddere Rasputin sia, all'ultima ora, mancato l'atnimo e che autore diretto dell'uccisione avvenuta nel giardino Jussopow 1sia il Purischievkh, deputato di destra alla Duma. Ma su questo punto esistono altre versioni: che il fatto abbia carattere politico, sembra ormai fuori di dubbio. Da qualche tempo, campagna contro « oscure influenze » ,si era accentuata e generalizzata come lo provano gli ordini del giorno della Duma, Consiglio dell'Impero, del Congresso della nobiltà già riferiti a V. E. Giorni 1sono princ~pessa Vassilicoff indirizzava a S. M. l'Imperatrice una lettera d'i monito per indurla a sbarazzarsi da equivoco consigliere ed il Principe suo marito, ex ministro occupante molto elevata pos~izione sociale, dimettevasi daHe sue cariche di Corte e del Consiglio dell'Impero.

Cito caratteristico caso a provare delinquente agitazione penetrata anche nelle sfere più vicine alla Corte.

Per chi ha seguito da vicino proces1so del fenomeno non desta meraviglia che in siffatta atmosfera di sovreccitazione abbia potuto aver luogo dramma di sabato scorso.

14

L'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 20/4. Parigi, 3 gennaio 1917, ore 16,25 (per. ore 19).

Mio telegramma N. l Gabinetto (1).

Compongono 1la delegazione francese(2) il Presidente del Consiglio dei Ministri Briand, il Ministro Liautey. Albert Thomas e il Generai Sarrail. Accompagnano i Ministri i·l C111po di Gabinetto Berthelot, Peycelon, Segretario particolare di Briand, il Colonnello Billotte, Comandante Delmas, Comandante Tessier, Signor Saint Hubert, Comandante Bequin, Tenente D'Onnesson, lg,pettore Gueydan, sottufficiale Ferbier, soldato Cuillon, un domestico. Benchè lista rimessami non l'indichi, suppongo che il Generale Sarrail sarà accompagnato da uno o due ufficiali.

Lista inglese compl"ende: Presidente Lloyd George, Lord Milner, Generale William Robertson, Capo di Gabinetto di Lloyd George; Signori Cler'k, Leyton, Mantoux, un ufficiale, un corriere e quattro domestici. Lord Granville, ConStigliere di questa Ambasciata inglese, destinato agente britannico presso Venizelos, pa,rte pure coi Ministri ma non fa parte del1la delegazione inglese.

Parte anche stasera Generale Galizi,n, Ca;po missione militare russa in Francia. Ministri intenderebbero essere di ritor;-;.o lunedì o martedì sera.

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L'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 14/5. Parigi, 3 gennaio 1917, ore 16,25 (per. ore 19,05).

Cambon mi ha detto ,che secondo il suo parere non si poteva rifiUitare a codesto Ambasciatore di Russia di intervenire al convegno di Roma. Egli riteneva, e in ciò era sicuro di manifestarmi il modo di vedere del suo Govel'no che lo stesso trattamento non si dovesse fare agli Stati mitnori. Come telegrafo col mio telegramma n. 4 Gabinetto (3) parte anche stasera per prender parte alla Conferenza il Generale Galizin, Capo missione militare russa in F•rancia.

A quanto mi ha detto Cambon di ciò si è mostrato alquanto contrariato Lyautey.

(l) -Non rinvenuto nei registri di telegrammi. (2) -Alla Conferenza di Roma. (3) -Cfr. n. 14.
16

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA.

T. GAB. 3. Roma, 3 gennaio 1917, ore 21.

Questo Ministro di Serbia mi ha comunkato il seguente telegramma del signor Pasic: «Prego S. V. voler interessare il Governo italiano affinchè invii sulla fronte di Salonicco il contingente previsto e fissato dalla Coruferenza militare di Parigi poichè senza i rinforzi nella quantità che 'la Conferenza Militare di Parigi ha giudicato necessaria per rinforzare ·la fronte di Salonicco, 1sa,rebbe impossibile di mantenersi :nei Balcani. Se la fronte di Salonicco fosse infranta la situazione di tutti gli Alleati dell'Intesa diventerebbe molto critica , .

Sarò grato a V. E. se mi vorrà fornire gli elementi per mia risposta al Governo serbo.

17

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. uu. 18/3. Londra, 3 gennaio 1917, ore 22,39 (per. ore 6,30 del 4).

Telegramma di V. E. n. 13 (1).

Ecco ad ogni buon fine la lista chiestami:

l) Primo Ministro; 2) Lord Milner; 3) Generale Sir William Lord Robertson Capo di Stato Maggiore Generale; 4) Generale Sir. H. Wilson (Comandante del Corpo d'Armata 'in Francia, probabilmente rappresentante militare alla ~conferenza Pietrogrado); 5) Lord Duncannon Ufficiale di Stato Maggiore, deputato; 6) Probabilmente altro Ufficiale di Stato Maggiore; 7) Sir Maurice Hankey Segretario del GabineHo di guerra; 8) Signor Davies Segretario particolare del Primo Ministro; 9) Signor S. Clerk Capo del DipaDtime1nto orientale e di guerra al Foreign Office; 10) Signor Leyton del Ministero Munizioni; 11) Professor Mantoux interprete, due archivisti, quattro domestici.

Giungeranno inoltre rispettivamente da Atene e da Salonicco Sir Francis Elliot e il Generale Milne.

18

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 23/4. Londra, 3 gennaio 1917, ore 22,37 (per. ore 6,30 del 4).

Mehmed bey Konitza, oggetto di mio telegramma, si è recentemente \Presentato a quel Deputato mio amico che è membro attivo del Comitato difesa

imperiale e si occupa più specialmente questioni orientali. Dopo diffusosi sulle egoistkhe intenzioni italiane in Albania, Konitza ha rivo1to ealdo appello alla Inghilterra ed alla Francia di assumere difesa interessi Nazione Albanese con opportune garanzie indipendenza, libertà, ecc. Rispose Deputato che nelle questioni albanesi nè Francia nè Inghilterra hanno menomo desiderio e intenzioni ingerirsi, oc,corre quindi eg!,i ed i suoi compaesani si rivolgano esdusivamente all'Italia, dove gli consigliava recarsi.

Dagli ar,gomenti in tal senso addottigli, parve aUa fine convinto Mehmed bey. Nell'avvertirmi in via assolutamente privata di quanto precede, Deputato mi disse francamente riteneva oltremodo desiderabile che questo onesto (diceva egli) ma agitato albanese venga incoraggiato a recarsi in Italia. Ulteriore presenza di lui in Inghilte.rra non ·pare desiderabile in quanto è da prevedere che quell'individuo se resta qui, si metterà subito a intrigare come forse ha già incominciato a fare con risultato (prevedibilissimo ~n questo paese) di promuovere fra un paio di mesi costituzione di un comitato inglese pro-Albania del quale si prova proprio bisogno. Deputato mi chiedeva quindi se io volevo rivedere Konitza e spingerlo recarsi in Italia. Risposi non potevo dargli alcuna risposta senza aver prima interrogato V. E. e preso ordini che sarei grato a V. E. volermi impartire con cortese sol<lecitudine.

(l) Non pubblicato.

19

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 19/5. Londra, 3 gennaio 1917, me 22,39 (per. ore 6,30 del 4).

Ieri Hardinge mi dis1se che appena tornato Cambon si dovrà se:nz'altro iniziare la dis,cus.sione circa l'Asia Minore. Aggiunse che potevo essere sicuro che a tale discus,sione n Governo britannico, per quanto lo concerne, parteciperebbe con criteri stret,tamente obiettivi, imparzia.li e indipendenti senza alcuna previa intesa con gli altri alleati salvo 11aturalmente sui punti contemplati negli accordi preesistenti. Disse pure esservi alcuni punti circa i quali questo Governo ha vedute molto ferme. Sui medesimi però riteneva prematuro entrare in spiegazioni. Ad una mia osservazione circa la legittimità e anche la moderazione delile nostre domande, rispose che su questa seconda qualifica non poteva del tutto convenire. Ulteriori informazioni ottenute in via indiretta e segreHssima tenderebbero a corroborare l'impressione già riferita che cioè circa Smirne le difficoltà in sulle prime OPiPOSte dalla Russia e dalla Francia con l'appoggio britannico potrebbero in definitiva superarsi mentre invece sempre più gravi apparirebbero quelle per Adana e Mersina.

20

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. POSTA 59/1. Corfù, 3 gennaio 1917 (per. il 7).

Ho chiesto Pachitch se aveva notizie dei progetti, di cui anche giorni fa nel Times, di creazione di un nuovo stato slavo nella monarchia a<Uistro-ungarica, comprendente anche la parte ,della Serbia occupata dagli austriaci.

Contrariamente a quanto mi aveva detto un mese fa (mio rapporto n. 90 del 6 dicembre) Pachitch si è mostrato ~convinto che il progetto, ~se v'è, urta contro troppe difficoltà e soprattutto contro la tema ungherese che si tocchi al dualismo, perchè possa arrivare in porto. Il progetto, mi disse, dovrebbe ,servire per reclutare per l'esercito del materiale umano in Se11bia; ma dò ormai il nemico farà a dispetto dei trattati e senza cef!care pretesti.

Nel corso della conversazione ebbe peraltro a dil"mi che in Svizzera agenti slavi dell'Austria fanno ora un'attivissima propaganda per delle realizzazioni patriottiche serbo-croate entro l'orbita della duplice Monarchia; ma -mi soggiunse -il Comitato jugoslavo di Parigi ha protestato ~con violenza contro tali tentativi; del,la protesta e delle proposte d'ella Società ,russo-,serba di Pietrogrado di cui al telegramma Carlotti Gabinetto 577 del 20 dkembre non fece cenno.

Constami che il Governo serbo ha d'a qualche tempo invitato tutti i suoi funzionari che trovavansi in Serbia a partirne; dò evidentemente per sottrarli ad un'atmosfera pericolosa.

21

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. POSTA 60/2. Corfù, 3 gennaio 1917 (per. il 7).

Pachitch mi ha detto aver ragione di ritenere come inevitabile entro brevissimo tempo il trasferimento del Governo romeno in una città della Russia, Jassy essendo ormai poco ~sicura.

Una certa Schadenfrettde appariva evidente nelle parole e nelle successive riflessioni del mio interlocutore.

22

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. R. 6. Roma, 4 gennaio 1917, ore 15.

V. E. ebbe già, in passato, a rkhiamare attenzione codesto Ministero Es'teri cil"ca propaganda agenti jugoslavi fra prigionieri di guerra di nazionalità Italiana. Mi viene ora riferito che, malgrado buone di~sposizioni manifestatesi al viguardo da autorità russe, propaganda si esplica di fatto indb;turbata con proficui risultati soprattutto per il fatto che la maggior parte dei connazionali sono sparsi in lontani governatorati all'infuori nostra diretta sorveglianza. Per di più, r-rimo smistamento prigionieri che si fa a Darnica si effettuerebbe sotto ·controllo apposito ufficiale serbo che si attribuirebbe individui di nazionalità italiana perchè appartenenti a territorì rivendicati dalla Serbia.

Prego V. E. intervenire energicameUJte presso Autorità russe pe11chè propaganda jugo-slava non si svolga a scapito nostre aspirazioni :nazionali. Riterrei, poi, opportuno ·che la nostra Missione militare distaccasse un suo ufficiale a Darnica per impedire accaparramento serbo ai nostri danni.

23

L'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 24/7. Parigi, 4 gennaio 1917, ore 13,52 (per. ore 16,35).

Telegramma di V. E. n. 12.

Tittoni rimise a Briand in conformità delle istruzioni di V. E. soltanto i due promemoria relativi aU'~sia Minore. E' quindi per equivoco che Cambon Paolo ha parlato di tre documenti.

24

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON. MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 26/2. Washington, ... gennaio 1917 (per. ore 18 del 4).

Dopo un lungo periodo di incertezza le cose messicane si volgono ora al peggio. Carranza sconfessando azione dei suoi delegati nella conferenza di Atlantic City, rifiutasi approvare protocollo da essi firmato coi delegati degli Stati Uniti, che contempla ritiro graduale delle truppe amerkane dal Messico e la cooperazione dei due Governi nella vigilanza della frontiera.

Mi si assicura che un suo emissario segreto è venuto a dichiarare al ... (l)

che Carranza si considera tradito dai suoi delegati e dal suo stesso ambasdatore

designato Arredondo, avendo egli sempre insistito che ritiro tl'uppe americane

fosse incondizionato e precedesse ogni diver,so accordo. E' certo che Arredondo

richiamato da Carranza, è partito oggi. Non è dato vedere chiaramente ancora

cosa si nasconda sotto questo intrigo che finirà per aggravare attuali compli

cazioni internazionali Wilson, e al quale oltre che ragioni di politica interna

messicana non dovrebbero essere estranee ingerenze Berlino le cui mene anti

americane al Messico e promesse di aiuti a Carranza sono da tempo accertate.

Alla nuova sfida di Carranza, questo Govel'lno rispondeva stamane con assai s1stematica remissione, annunziandosi pronto a ritirare le truppe americane ed alla partenza per Mess•ico Ambasciatore degli Stati Uniti. Però, dQpo Consiglio dei Ministri nel quale si sarebbe accentuata cont.raria opinione, ·circolavano voci di diverso atteggiamento.

Tracollo politi·co di Wilson si fa completo.

(l) Gruppo indecifrato.

25

IL SOTTO CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, PORRO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 30/1436. Italia, 4 gennaio 1917, ore 20,45 (per. ore 21,45).

Capo di Stato Mag.giore Esercito russo telegrafa e~:~ponendo necessità urgente che esercito serbo a Salonicco, ora ridotto a soli 60.000 uomini, sia rinforzato; Russia farà il po~sibile per inviare a Salonkco, via Arcangelo, complementi tolti dai prigionieri colà residenti, ma viaggio richiederà molto tempo. Chiede perciò ·che ufficiali serbi possano reca11si ai campi di ·concentramen,to dei prigionieri austriaci in Italia per reclutare quelli di naziona'lità serba che volontariamente siano disposti entrare nelle file dell'esercito serbo.

Si è risposto che la domanda veniva segnalata a ·codesto Ministero appoggiandone accoglimento. Prego V. E. farmi conoscere .se verrà permesso ad ufficiali serbi quanto richiede generale Gurko, avvertendo ·che la domanda è ·conforme alla deliberazione ultima della Conferenza di Chantilly dove si ·convenne che gli effettivi dell'Esercito serbo sarebbero stati mantenuti a numero mediante arruolamenti volontari di prigionieri di nazionalità serba nelle mani della Russia e Italia.

26

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 34/2. Pietrogrado, 4 gennaio 1917, ore 19 (per. ore 10,55 del 5).

Pocrowski, ·col quale mi sono espresso nel senso indicatomi da V. E. in merito aU'idea di rispondere alla nota svizzera •Col comunicare a Bern,a la risposta fatta dagli alleati collettivamente alla nota degli Imperi Centrali, mi ha detto •Condivideva pienamente il punto di vista di V. E. (1).

(l) Ritrasmesso a Parigi e a Londra con T. gab. 22 del 5 gennaio.

27

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 44/3. Pietrogrado, 4 gennaio 1917, ore 19 (per. ore 12,25 del 5).

Il giovane Granduca Dimitri Pavlovic, il Conte Sumarokoff Elston, il Deputato ... (l) ed altri che erano consegnati nelle loro dimore, .sono stati lasciati in libertà nuovamente per ordine di S. M. l'Imperatore. Cadavere di Rasputin è stato ritrovato nella piccola Neva presso il ponte Petrovsky. Porta traccie di due colpi di rivoltella al capo e al petto. È stato trasportato alla clinica militare. Impressione generale del pubblico oltre alla naturale curiosità di conoscere particolari del dramma sono di sollievo e di soddisfazione per l'uccisione, tanto era l'odio accumulato contro Rasputin e la sua camarilla germanofila.

28

RELAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE DEGLI AFFARI POLITICI, MANZONI, PER IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

Roma, 4 gennaio 1917.

Il R. Agente Diplomatico in Cairo con telegramma del 26 dicembre u.s. informava questo Ministero che, giusta il Decreto 31 gennaio 1916, il 31 gennaio 1917 cesserà il potere dei Tribunali Misti in Egitto e che quell'Alto Commissario Britannico domanda l'adesione del R. Governo per prorogare il loro funzionamento per un periodo di un anno e cioé fino al 31 gennaio 1918.

Di deHo telegramma fu data comunicazione al R. Ministero di Grazia e Giustizia il quale ha dichiarato non esservi difficoltà da parte sua a che si aderisca alla chiesta proroga.

L'Ufficio scrivente propone perciò all'E. V. che sia telegrafato al R. Agente D1plomatico in Cairo autorizzandolo a dare, da parte del R. Governo, l'adesione alla proroga dei Tribunali Misti fino al 31 gennaio 1918. Non vedo, per quanto è a mia conoscenza abbiezione alcuna alla nostra adesione, pura e semplice: vedrei anzi motivo per una pronta favorevole risposta e perciò sottopongo alla firma di V. E. l'unito telegramma (2).

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Non rinvenuto.
29

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 9/3. L'Aja, 4 gennaio 1917.

È molto commentato un articolo del grande giornale di Rotterdam in data del 30 dello scorso dicembre sulla grave ·situazione in •Cui si trova l'Olanda nella imminenza dell'anno nuovo.

In quell'articolo è detto che l'Olanda funziona da cuscinetto fra i belligeranti, che essa vive •SU di un vulcano e che sebbene per il momento ~are che nessuno dei due gruppi belHgeranti de.sideri che l'Olanda ent·r'i in guerra, dò potrebbe accadere da un momento all'altro.

È interessante rilevare che questo giornale, il quale passa con ragione per essere molto germanofilo, riconosce che l'Olanda non ha meno ragione di lagnarsi e di intimorirsi della Germania che dell'Inghilterra e dice che tanto l'una che l'altra potenza hanno maltrattato nella stessa misura l'Olanda e che, sino a che durerà la guerra, da ambo le •parti essa è egualmente minacciata.

Vista .l'importanza e la diffusione del Nieuwe Rotterdamsche Courant, le sue parole hanno molto impressionato il ,paese, tanto più ·che tutti qui sentono la gravità della situazione attuale per l'Olanda.

Qui unito trasmetto ad ogni buon fine la traduzione del sovracitato articolo.

.ALLEGATO.

L'Aja, 30 dicembre 1916

Ne1l'imminenza del1l'anno nuovo.

Anche nell'anno ormai trascorso la situazione <internaz:iona,le ha •atUrato tutta l'attenzione del paese. Come potrebbe essere altrimenti? Il nostro p•aese funz.iona, fra i beill1igeranti, da cuseinetto, proprio come il cusoi·netto che l•a Germania vorrebbe avere al suo •Lato orienta•le; questa posiZJione pe,rò è lungi da,Ll'essere invddiabile e tanto meno invidiabile è in questa guerra in cui si fa uso di tutti i possibili ed immaginabi<li mezzi mHita11i ed economici, in cui i be,11igeranti non si preoccupano minimamente del diritto, del giusto, del morale, ma fanno uso di tutti i mezzi che ·ri,tengono possano aiutarl.i a conseguire 1a vittoria. I,n tal modo noi siamo •Sempre più st,retti sia da un l•ato che dall'a,ltro.

Da quaJ. Iato ci siano state date 1e noie maggiori in quest'anno, non possi1amo dirlo noi, :lo dirà lo stoPico dopo 1a guerra. Che possi•amo saper noi oggidì? Il nostro Ministero degl·i EstePi è molto misterioso e poco comuni•cativo e si limi,tJa •ali1a pubblicazione di un Libro Orange al<l'anno, e si può esser ben .certi che .anche i Libri Omnge non danno che un incompleto riassunto di ciò che è accaduto nel segreto del!le oanceil:Lerie e del•Ie infinite difficoltà in presenza delle quaJlli ·si è venuto mlln mano 'a trovare J,l nostro Governo.

Solo una volta si è avuto ·la nozione che attr,aversavamo un momento critico: aLludiamo al panico del 31 marzo. Ben presto però anche su oiò è ca,lato i~ velo del mistero e nessuno ha mai potuto sape·re come effettivamente fossero andalte le eose.

Solo ci è _rimasto il grido d'allarmi: tenetevi pronti perché da un momento all'altro può giunge.re il momento in cui anche l'Ol1anda potrebbe venir trascinata nella guerra! Ma con quanta facilità abb1amo dimenticato H preziJoso avvertimento!

Ora che l'anno è per finire e che si parla... di pace... noi ~sent1amo H do\'ere di ricordare agli olandesi che noi viviamo ::;empre su di un vulcano. La nostra sRuazione è ta,1e che noi stessi abbilamo poco da dire se il nostro pa<ese verrà trascinato nel pazzo gorgo del1l<a guerra... per i1l momento pare che nessuno dei due gruppi belligeranti desideri ~che noi entriamo in guerra. Ma ciò ~che non è può accadere. Sia una pa<rte che l'altr'a hanno piena la bocca di rimbombanti parol<e rHerentisi ai diritti dei neutri, La protezione dei piccoli popoli; queLlo ·che dmane pOli di questi dlkitti e de1l<a protezione dei piJccol<i popol1i, quando in un momento dd furor,e e in nome di un alto ideaJ1e (naturaLmente) una grande potenz'a ~sailta addosso ad un piccolo popolo ne fanno fede la sorte del Belgio e quella deLla Grecia.. Così se per esempio in una del1Le fronti avvenisse un cambiamento che ii1enda meno grande il rischio di una mossa contro i1l nostro paese, ,e ma,ggior.e i1l profitto da questa mossa derivante non facciamoci illusioni che J.'OLanda veng,a :ni,spettata in nome dei suoi d<1ritti... Qua~ndo H nostro paese avrà finito di prest<:>Jre ,11 suo servizio di Stato cuscinetto .la nostra sorte non preoccuperà più nessuno. Che questo momento critico non si sia anco11a presentato per <i<l nostro paese lo dobb1amo 'a1ppunto aLl'azione di chi ha ·,in ~mano l1e sorti deLl'OLanda. Dobbi,amo rkonoscerLo .con gratitudine. Coloro che hanno Ia responsabi-lità deLLa nostra preparazione m~Litare non vorranno certo dimenti,care che H voler esse·re noi semP!1e pronti a ent11are iJn guerra con tutte le nostre fo~rze è stato fino ad ora il mezzo più sicuro per conservare ~a pace.

Vi è che in momenti come questi vorr.ebbe sp~ng,ere iii Governo atla smob1~itazione. È meglio aspettare un anno di più e mandare a casa i nostri soldati che :farrlo troppo presto. I1l pe-so che de11iva al paese dama mobiJLi,1JaZlione è g.mve, ma il beneficio che ne del'iva (se dò serve a tenere lontana iLa guer11a) è ben degno dei sacrifiei che dobbiamo imporei. Una smobilitazione prematura metterebbe il nostro paese a,1Jra mercé di chi lo volesse tnvade11e. Non dobbi1amo dimenticare che le gravi difficoltà del<lra Grecia sono incominciate daJl momento in cui i'l suo ese11c:ito è stato Pimesso sul pi,ede di pace. Ed ,ancora oggi i resti de<lil'indeboli<to ~eserdto gr'eco ·sono il perno su cui si muove la politica deU'Intesa in quel pa,ese.

Per eiò che concerne l'Olanda abbiamo visto ne[iLo scoPso a<nno che sebbene il nostro eserdto sia in pi,eno asset,to di guerra ha subito da parte dei beUige11anti tutte 1e umill<iazioni; contro di noi si è tutto osato salvo 11 .conflitto aUe fronti<el'e. E' necessario ·che ri<cordtamo qui tutti i torti che ci sono stati fatti? Dobbiamo ricordare la distruzione dellie nostre navi, iJ1 Tubantia, H P.aiembang, itl BlommePsdijk e tante altre? Dobbiamo ricordare i sequestri deLLa nostm cor!1i,spondenza d'oLt11emare, H sequestro dei nostri battelli da pes,ca, le mi'lle difficoHà ~che 'si fanno ~al nostro commercio, al nostro traffico con l<e colonie? A che serve 1ricordal'e tutto dò? I modi di indifferenz.a con cui 1i tedeschi g1iuocano con 1e vi.te uma~ne, i modd di procedere degLi Ingl,esi sono stati sempre molto riflettuti, essi hanno seguiJto un p:1ano che si va man mano perfezionando e che costitui,sce un gra\'1ssimo penkoLo per 1La situazione economica del nostro paese. Tanto l'una quanto 'l'aLtna potenza ~ci hanno maltrattati, ci hanno feriti nei nostri più sacri sentimenti. La Germani'a ci mena di tanto in tanto dei tremendi ceffoni, l'Inghilterra ci ha sottoposti ad un'umiliazione più continua, più raffinata, quotidiana... e noi siamo impotenti a reagire. Tanto l'una che l'altii1a par,t:e ci ha dato la pro~a più lampante che fino a che durerà la guePl'a dura per noi l'a minarccia da due Lati.

Recherà il 1917 l1a tanto desiderata pace? La proposta di pa,ce dei Centra~<i ha

prodotto un te;rribi,l<e p<mico aUa borsa di New York. n • tel'rore • che da un mo

mento all'aUro potesse venire l1a pace quando tutti non J'a<tte~deva<no ha f1a,tto abbas

sare di mol,te dteciine di punti una grande quanti,tà di fondi. Così almeno ci comu

nica la Reut,e,r non certo imparz,iaLe ma 1ibera però da quaLsi,arsi influenza tedesca.

Si pa;pl1a moMo deUo scopo deLl<a guerra ma ci si rende ,anche conto del • ~risul

tato • della guerra? In America si ha paura della venuta della pace, almeno nel

l'alta finanza...

La chiusura del 1916 non è incoraggiante. Non è incoraggiante nemmeno per il nostro paese che si trova stretto da difficoil:tà •sempre crescenti con •La m~naccia di venir comp!.etamente sepw-a·to da~!le sorgenti di cui ha bisogno per I:a sua tndustri.a e il suo .aommeriCio. Ci attend~amo momenti pieni di ansia anche nel caso che la pace venga conc•lusa en•tro pochi mesi.

Posstamo chtudere l'anno che muore con 11 voto che l'anno nuovo ci rechi meno ®ffico!ltà del 1916 ... possiamo fa11Io anche se abbiamo poca speranza che il nostro voto venga esaudito... (l).

30

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R.R. 6/1. Le Hàvre, 4 gennaio 1917.

Sul viaggio del Marchese di Villalobar, mio collega di Spagna, da Bruxelles a Madrid, passando da Berlino e Parigi, e che ha dato luogo a svariati commenti, sono ora in grado d'inviare, a V. E. maggiori notizie e precisioni di quelle contenute nei miei telegrammi della fine dello scorso dicembre, nn. 54, 55 e 57 (gabinetto). Si riferisce allo stesso argomento il telegramma di V. E., Gabinetto nn. 2012-23.

Il Marehese di Villalobar, recatosi a prendere congedo, :partendo da Bruxelles, d'al Barone di Lancken, capo dell'ufficio .politico tedesco a Bruxelles, fu da questo interrogato se avesse intenzione di andare pure a Berlino. Alla risposta del mio collega di Spagna che egli avrebbe fatto ciò qualora il Governo germanico ne avesse espresso il desiderio, il Barone di Lancken replicò che la sua visita sarebbe certo gradita.

In seguito a questa conversazione il Marchese di Villalobar ,passò due giorni a Berlino ed ebbe ·colloqui col Signor Bethmann Hollweg e col Signor Zimmermann.

Entrambi, secondo egli a~'sicura, gli parlarono con calore del desiderio d'ini

ziare trattative di pace per porre termine, nell'interesse dell'umanità, agli orrori

della guerra ed insisterono sul>Ie buone intenzioni della Germania. Tuttociò parve

al mio collega semplice commento ed i.Uustrazione della nota tedesca agli alleati

del 12 dicembre. Ma nulla di preciso avrebbero detto e nes•suna indicazione

avrebbero data sulle condizioni di pace.

Intorno alle deportazioni dei Belgi il Cancelliere ed il Segretario di Stato

asserirono essere state decise dalle Autorità militari e che sarebbero limitate

ai soli operai senza lavoro.

Nessuna missione pertanto sarebbe stata affidata al Ministro spagnuolo.

L'invio del Segretario di Legazione di Spagna presso il Re dei Belgi, al Quartiere generale in Fiandra, non fu disposto da lui, secondo si era da prima detto, ma per ordine pervenuto da Madrid al Segretario stesso (che risiede a Le Havre).

Sul 'Piego che il Segretario rimise al Re Albevto per incarico del Re di Spagna, vi sono varie vevsioni, tutte escludono che contenesse proposte di pace presentate per preghiera del Governo gevmanico, ovvero offerte di mediazione. A me il Barone Beyens ha detto ieri l'altro che si trattava d'una ,risposta del Re di Spagna a proposito di una protesta del Re dei Belgi sulla condot,ta delìe truppe tedesche verso i feriti belgi e sulla questione dei depo11tati.

Qui si è infastiditi del rumore che si è fatto intorno a questa pretesa missione in Fiandra, poichè, sia a Londra che a Parigi, si è S0"1pettato di possibili tentativi di pace col Belgio e se ne addossa un poco la res,ponsabilità al Segretario di Legazione predetto il quale, col suo ·Contegno, avrebbe esagerato l'importanza dell'incarico affidatogli. Mi si dice che anche il Re dei Belgi ne sarebbe malcontento.

Il Marchese di Villalobar è tornato ieri l'altro da Madrid a Parigi e proseguirà per Bruxelles, via Svizzera, senza recarsi presso il Re in Fiandra: il che fece :nei precedenti suoi viaggi l'anno scorso. Ciò vale anche a dimostrare che nessuna missione gli è ,stata affidata. Non so se egli abbia visto il Signor Briand, ·che non potè riceve11lo allorchè passò da Parigi giorni or sono.

Il gran desiderio che ha il Re di Spagna di rappresentare una par,te importante nella grande politica (come ebbi già occasione di riferire in altri .rapporti) e il desiderio non meno vivo del suo Ministro nel Belgio di esserne uno dei ,principaH esecutori, hanno potuto far credere ad un intervento, sotto qualsiasi forma, di Sua Maestà Cattolica fra i belligeranti.

Come mi ha confidato il Barone Beyens, il Governo s:pagnuolo avrebbe ricevuto da qualche Potenza dell'Intesa amichevoli suggerimenti di non tentare ciò per ora. La nota del Conte Romanones, in risposta alla nota degli Stati Uniti, potrebbe esserne conseguenza, oltre al risentimento .spagnuolo per l'iniziativa presa dal Presidente Wilson.

(l) Nota marginale documento « 27 jl Cianci A. 2 in visione Presidenza Consiglio, Comando Supremo; copia del rapporto a: Londra, Parigi, Pietrogrado.

31

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 45/5. Pietrogrado, 5 gennaio 1917, ore 11 (per. ore 14,15).

A quanto mi viene riferito da buona fonte Governo proponesi mantenere segreto inchie,sta circa uccisione Rasputin e non dar seguHo giudiziario contro autori di essa. Tale decisione sembra quanto mai opportuna. Processo ed eventuali condanne provocherebbero in tutto il paese agitazione patriziato di cui non si potrebbero misurare conseguenze.

32

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. 9. Roma, 5 gennaio 1917, ore 15.

Teleg.ramma di V. E. n. l (1).

R. Governo non ha alcuna intenzione per ora almeno di riconoscere ufficialmente il Governo provvisorio di Salonieco.

Sarà pertanto opportuno che V. E. si astenga da qualsiasi atto anche di cortesia ·che possa fornire pretesto a codesta delegazione venizelista di asserire di aver intrat·tenuto rapporti di qualsiasi genere con un R. Rappresentante.

33

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

'J'. GAB. 42/1440. Italia, 5 gennaio 1917, ore 18,45 (per. ore 20.751.

Rispondo al suo telegramma Gabinetto 2 numerazione •Speciale, data 3 corrente (1).

L'invio in Macedonia di contingente italiano... (2) fissato dalla conferenza di Chantilly era subordinato all'attuazione del piano di offensiva delle forze russo-romene da nord e dell'armata Sarrail da sud... (2) mettersi fuori causa. Gove11no serbo deve 11iconoscere ·che non •solo queste condizioni emerse non si verificano ma che l'odierna situazione balcanica è nettamente invertita a dan:no degli Alleati costretti ad assumere in Romania e in Macedonia un atteggiamento decisamente difensivo. Non a proposito quindi il Govemo serbo si appella ai deliberati della •Conferenza di Chantilly cir·ca l'invio di rinforzi alla armata Sarrail.

Da parte sua il Comando Supremo italiano non ha nes•su:na ragione per mutare divisamento ripetutamente espresso anche di recente agli altri Comandi francesi e l'lUssi con note in data 10 e 13 dicembre dirette a detti Comandi e trasmesse in comunicazione a S. E. il Presidente del Consiglio con fogli nn. 1275 e 1296 stesse date. In questi documenti nei quali opponesi un rifiuto all'invio dei rinforzi di contingenti italiani in Macedonia V. E. troverà diffusamente esposte le ragioni che permangono e consigliano anche questa volta di non accogliere analoga richiesta del Governo serbo.

(2J Gruppi indecifrati.

4 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VII

(l) Non pubblicato.

34

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. 10. Roma, 5 gennaio 1917, ore 22.

Suo telegramma n. 1436 (1).

Quali che siano state le deliberazioni di Chantnly non posso consentire alla messa in libertà di prigionieri austro-ungarici di nazionalità slava al fine di non dare appiglio all'Austria Ungheria di procedere ad atti di rappresagHa sui nostri prigionieri: salvo a fare però qualche ec:cezione a questo principio per casi individuali e quando vi sieno ragioni specialissime e particolari raccomandazioni.

35

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R.R. 41/14. Londra, 5 gennaio 1917, ore 22,10 (per. ore 4,33 del 6).

Domenica scorsa mi trovai a colazione con questo Ambasciatore di Spagna; il quale con accentuato compiacimento insisteva sul rifiuto suo Governo di associarsi alla iniziativa Presidente degli Stati Uniti, sul risentimento sempre maggiore che va delinendosi in Spagna contro la Germania a causa dei continua1i siluramenti di navi mercantili neutrali, sul contegno imprudente e sco:Netto dell'Ambasciatore di Germania del quale narrava una davvero stupefacente intervista con un giornalista americano, esibendo un numero dell'Epoca con salatissimi commenti. Dai sentimenti ultra-conservatori e clericali del collega e in virtù dell'atteggiamento scrupolosamente neutrale da lui finora tenuto, malgrado la notoria sua sollecitudine nel cattivarsi personalmente le simpatie dell'alta società, suo linguaggio affatto insolito con tendenze anti-germaniche mi cagionò alquanta sorpresa. Senza attribuire beninteso al fatto ,sover·chia importanza che indiziaria, mi limito a segna1arlo ad ogni buon fine a V. E .. Con me privatamente l'Ambasciatore ac.cennò pure all'insuccesso di Villalobar recatosi, diceva lui, a Madrid per forzare la mano del Governo a vantaggio esclusivo degli interessi tedeschi. Gli ironici commenti del collega al:l'indirizzo del Ministro a Bruxelles si spiegano pure con un motivo ·personale e doè l'antipatia cordialisEima che Villalobar autocandidato .permanente al 1posto di Londra ispira oggi a Merry del Val come ispirava prima a un Villa Urrutia.

(l) Cfr. n. 25.

36

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 42/7. Pietrogmdo, 5 gennaio 1917, ore 14 (per. ore 14,35 del 6).

Ministro della Giustizia Macarow ha presentato sue dimissioni e in sua vece è stato nominato senatore Dobrowolski. Mutamento è indipendente dall'affare Rasputin e si collega soltanto col processo del banchiere Rubi!liStein e del ,giornalista Mannilof (di cui al mio teleg,ramma Gabinetto n. 399 18/28) accusato di mene ribassistiche il primo, e frode bancaria il secondo. Macarow voleva condurre a fondo il processo suddetto, ma incontrava ostacoli di ogni genere soprattutto perché Mannilof minacciava rivelazioni compromettenti !Persone aventi posizione ufficiale. Sebbene mutamento non abbia origine politica esso avviene però in un momento nel quale ogni.... (l) viene interpretato di natura politica.

37

L'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 40/5. Parigi, 5 gennaio 1917, ore 15,40 (per. ore 18,50 del 6).

Telegramma di V. E. 16 {2). Ad ogni buon fine .segnalo a V. E. che in una ~onvensazione personale con Margerie questi, alludendo alla nostra domanda circa Adana e Mer.sina che veniva ad urta~si •COlle più care aspirazioni francesi basate 'su .ragioni storiche, .geografiche ed economiche, e nel dirmi che ciò nonostante era convinto che la Francia farebbe tutto il possibile per tener •conto dei nostri desidieri (con ciò voleva far cenno ad una .soluzione delle trattative) aggiunse che non comprendeva pe11ché piuttosto •che volersi estendere nelle regioni dove necessariamente nascevano conflitti di interessi con la Francia, non ci rivolgessimo invece verso Smirne od al nord di Smitme dove la Francia ci darebbe ·carta bianca.

38

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 49/6. Pietrogrado, 5 gennaio 1917, ore 11 (per. ore 22,30 del 6).

ln occasione consueto banchetto Capo d'anno, ·CUi :partecipano Colonia inglese e rappresentanti quella americana, Ambasciatore Buchanan dopo aver brindato Sovrani Russia, Inghilterra, brindò presidente Wilson che con prova

sua imparzialità è uscito onoratamente dalla difficile situazione in cui lo posero proposte tedesche di pace. Ambasciatore parlando situazione alleati disse doversi riconoscere che, se nazione inglese si fosse resa conto sin dal prindpio delle esigenze guerra moderna, questa sarebbe stata molto più breve. Democrazia inglese, fedele vecchie tradizioni, si è decisa dopo 22 mesi di gue11ra abbandonare principio arruolamento volontario, ed ora 5.000.000 sono completi. Lloyd George ci ha rivelato che mancanza (sic) munizioni artiglieria pesante grazie sua energica iniziativa Inghilterra è diventata una ~mmensa offidna che serve noi e nostri alleati. Governo formato per mano di Lloyd George contiene caratteristiche che si scostano completamente dalle antiche norme della costituzione inglese, ma quando un paese lotta per la vita o per la morte, non può lasciar sussistere tradizioni che :ne inceppano movimenti, e se ~si vuole vincere ~la guerra si deve affidare direzione a persone assennate energiche per ~ortarla a fine felice.

Noi possediamo oramai tutti gli elementi di succesrso, e solo mancanza di coordinazione nostri sforzi e nostra poca previdenza furono causa insignificanti dolorosi episodi che avemmo finora a lamentare. Qui ambasciatore passò ad esaminare grandi successi :militari inglesi in connessione rcon quelli italiani e francesi e parlò deH'airuto finanziario ·prestato da Inghilterra agli alleati, sei miliardi di rubli al corso antico, nove al corso attuale, aggiungendo: « Più volte ebbi a parlarvi deLle nostre future relazioni finanziarie ·colla Russia disgraziatamente debbo rilevare che nei circoli industriali di questo Paese prevale ancora opinione che finanzieri, commercianti inglesi vogliano rsfruttare questo Paese. Ciò è falso. Io mi sono completamente adoperato per stringere sempre più relazioni commerciali dei due Paesi perché convinto esrsere causa nuovo vincolo quello unione che li legherà anche in avvenire. Io mi rivolsi ai capitalisti inglesi perché aiutas,sero Russia affinché questa potesse accrescere propria industria e sviluppare sue naturali ricchezze, e ciò feci non per riempire le tasche degli affaristi inglesi, ma per aumentare esportazione Russia ·che sola può compensarla delle perdite subite e riportare il rublo al suo valore nominale».

Ambasciatore conclude ~così suo discorso: «Fra Inghilterra e Germania esiste un precipizio profondo pieno di sangue di inermi e attraverso ad esso non !POSsiamo tenderle la mano finché esrsa non ·si rsia purificata dal sangue che le loi1da le mani. Non è possibile la pace finché esercito tedesco non sia fiaccato, e non sia distrutto suo mirlitar•iSilllo. Ecco quello 'che noi ci proponiamo, ma impresa non è facile e richiede concentrazione di tutte le energie nostre. In questi ultimi anni si è accusata Inghilterra non solo di acca1parrar:si parte del leone nella futura preda guerra, ma altresì ostacolare adempimento aspirazioni secolari Russia. Dichiarazione fatta da Trepoff su accordo intervenuto relativamente Costantinopoli e Stretti ha dis:trutto queste menzogne. Governo Inglese quando nella primavera 1915 gli fu sottQiPosta questione dkhiarossi :subito consenziente. Nulla vi è di machiavellico nel nostro carattere e nella nostra politica, noi vogliamo aiutare Russia raggiungere suoi scopi tanto vagheggiati, vederla florida e potente e cementare alleanza che è sorta dalla ;gue11ra e da cui dipenderà la pace del mondo •.

Al banchetto assisteva Sazonoff quale presidente della Camera di Commercio Russo-Britannica. Egli limitassi ad un semplice brindisi.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -T. gab. n. 16 ritrasmette T. gab. 19/5 di Londra, cfr. n. 19.
39

L'AMBASCIATORE DI SPAGNA A ROMA, DE VILLA URRUTIA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

N. 16. Roma, 5 gennaio 1917.

La Real Embajada de Espaiia encargada de la protecdon de ios intereses austro-hungaros en Italia, tiene la honra de remitir al R. Ministerio de Negocios Extrangeros copia del texto .Jiteral de la Nota •sobre negociadones de paz, ctirigida el dia 12 de Diciembre ultimo por el Gabinete de Viena al Embajador de

S. M. en aquella Capitai.

De dicho texto que acaba de llegar de Madrid, se dio oportunamente cuenta al R. Mini:sterio de Negocios Extrangeros, al transmitirle el •tele~rama de fecha 15 del citado mes de Diciembre de 1916, en la Nota n. 946 de esta Real Embajada (1).

ALLEGATO.

BURIANA DE CASTRO

Vienna, 12 dicembre 1916.

La guerre Ia plus formidable que l'histo1r·e a~t connue ravage depuirs deux ans et demi une grande partie du monde. Cette catastrophe, que les liens d'une civiUsation commune et plus que miUénaire n'ont pu arreter, frappe ·l'humani,té dans son patrimoine le plus précieux: eJie menarCe d'enseverlk •SOUS rSeS ruines te progrès mora! et matériel dont ·l'Europe ·s'enorgueillissatt à l'aube du vingtième sièole.

Dans cette lutte l'Autriche-Hongrie et rses alHés: -l'Aùrlemagne, la Bul.g.arie et ·la Turquie, ont fait preuve de lreur force indestructible en remportant ders succès considér·ables sur des adversaires surpérieurs en nombre ·et en matériel de guerre. Leurs lignes inébranlabl:es résistent aux attaques incessantes des armées de .leurs ennemis. La recente diversion dans les Baleans a été rapidement et victori.eusement contrecarrée. Les dernirers événements ont démontré que La ·continuation de rla guerre ne saurait br.iser leur force de résistance. La situation générarle les autorirse bien plUJtòt à espérer de nouveaux succès. C'est pour défendre leur existence et la liberté de leur développement national que les quatre Puissances aUiées ont été contraintes à prendre les armes. Les exploits de rleurrs armées n'y ont rien changé. Pas un seul instant ellres ne se sont départies de la convktion que le resped des droits des autres nations n'•est nuHement incompatible ravec leurs rpropres droits et intérets légitimes. Elles ne ·Cherchent pas à écraser ou à anéantir leurs radversaires. Conscierntes de ~eur force militaire et èconomique et pretes, s'il le faut, à continuer jusqu'au bout la lutte qui leur est imposée, mais animées en meme temps du désir d'arrérterr Je flort de sang et de mettre fin aux horreurs de la guerre, les quatre Puissances alliées proposent d'entrer, dès-à-:présent, en négociations de paix. Elles sont persuadées que les propositions qu'elrles y apporteraient et qui viseraient à ·assur.err l'existenee, l'honneur et le libre déveloprpement de leurs peuplres, sera1ent propres à servir de base au Tétablissement d'une paix durable. Si. malgré cette offre de paix et de conciliation, la Iutte devait continuer, les quatre Puissances alliées sont déterminées à la conduire jusqu'à une fin victorrieuse, ·en déerlinant solenneilement toute iresponsabilHé devant l'humanité et l'historie. Le Gouvernement I. et R. a rl'honneur de pl'ier par l'obligeante entremise de V. E. le Gouvernement Royal d'Espagne de vouloir bien transmettre la présente communication au Gouvernement Royal d'Italie.

(l) Non pubblicata.

40

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 45 L'Aja, 6 gennaio 1917, ore l (per. ore 17,25).

Il giudizio di questi cir,coli politici sulla risposta dell'Intesa alla nota degli Imperi Centrali è piuttosto favorevole e questo Ministro degli Affari esteri, in una ·COnversazione avuta con me ieri, ebbe a definirla una risposta chiara, documentata molto e severa nella forma, ma che lascia una porta aperta a negoziati futuri.

Invece la stampa olandese in generale, vedendosi delusa nella sua prematura ~peranza di una prossima pace, si mostra malcontenta della risposta della I:ntesa. Il giudizio deHa grande maggioranza della stampa olandese può riassumersi nelle seguenti parole del Nieuwe Rotterdamsche Courant: • La risposta dell'Intesa è assolutamente negativa; essa non permette altra interpretazione. Questa è una terribile responsabilità che si assumono così le Potenze dell'Intesa».

41

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 52/5. Atene, 6 gennaio 1917, ore 13.20 (per. ore 18).

Codesto Ministro di Grecia rimetterà oggi o domani una lunga memoria del Governo ellenico che costituis,ce una .risposta preliminare ed ufficiosa alla nostra nota del 31 dicembre.

Governo ellenico consente alle riparazioni formali chieste dall'Intesa. Quanto alle misure supplementari militari al ristabilimento controllo, alla proibizione di riunione di riservisti, Governo ellenico ne subordina l'accettazione alla concessione da parte dell'Intesa di efficaci garanzie contro il movimento insurrezionale.

Il Governo ellenico si dichiara impossibilitato a liberare venizelisti e può soltanto a seconda della costituzione farli profittare della libertà sotto cauzione. Non si diffonde in altri dettagli perché suppongo che a quest'ora V. E. avrà avuto comunicazione del documento da codesto Ministro di Grecia.

In complesso mi sembra che la tesi del Governo ellenico corrisponde alla nostra e V. E. vedrà se e come sia possibile farla prevalere in seno alla conferenza adunatasi in questi giorni a Roma ed a cui è desiderio Gover.no ellenico che il dooumento venga sottoposto. Trovo queste Legazioni di Francia e d'Inghilterra in sempre maggior stato di ecdtazione e più che mai desiderose di romperla senz'altro con la Grecia.

A tal uopo come feci presente a V. E. si vanno creando incidenti. Ieri notte

un greco, antico impiegato del servizio di polizia anglo-francese, radunati alcuni vagabondi cominciò a percorrere le vie del Pireo al grido: «Viva il Re ». Il drappello di marinai francesi che era tuttora rimasto a terra, volendo far credere ·che la dimostrazione fosse indirizzata ·contro esso, imbarcò precipi:tosamente. Così pure agenti Éranco-venizelisti fecero ·Spargere la voce che si preparasse un attacco contro le navi francesi tuttora ancorate nel porto del Pireo e tali navi lasciarono tosto il porto.

In sostanza in questi circoli diplomatici e in questi circoli politici anglofrancesi regna uno stato di agitazione che costituisce un pericolo continuo per:ché la :rottura, che si vuole ad ogni costo, arresterà d'un tratto il movimento di ritiro delle truppe il quale, sebbene lento, pure rpTocede abbastanza bene come risulta dai telegrammi dei RR. Addetti militari al Presidio A B Udine n. 30, 31 e 32 dei quaH prego V. E. voler prendere visione (1).

42

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 44/5. Atene, 6 gennaio 1917, ore 14,20 (per. ore 18,15).

Stampa. Parlando del Congresso di Roma, Embros dice ~che è bene ~che tale Congresso abbia luogo sotto la P~residenza di Sonnino che ha dimostrato avere criteri più giusti circa questione greca. Annunzio congresso ha :scongiurato pel momento precipitare della crisi greca. Ma UJ!ti:ma !Parola sarà detta dalla decisione di quel Congresso. Circoli politici giudicano necessaria andata al Congresso di un uomo autorevole e indicano Zaimis.

43

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 51!8. Pietrogrado, 6 gennaio 1917, ore 11,30 (per. ore 23,45).

Seguito mio telegramma n. 789.

Questo Ministero Affari Esteri con nota testé pervenuta mi comunica che Governo Imperiale col suo più grande rincrescimento non si trova in grado di soddisfare attualmente domanda della R. Ambasciata relativa rimpatrio prigionieri di nazionalità italiana. Poiché nota :sullo stesso argomento soggiunge quanto mi era stato detto a voce circa futuri rimpatri 1n giugno, non mancherò di fare opportuni rilievi in proposito.

Quanto impossibilità di •procedere sino primavera inoltrata, es:sa non può contestarsi, data chiusura .porto Arcangelo ed esclusiva utilizzazione di quello di Murman per scopi strettamente militari.

(l) Non pubblicati.

44

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 19/6. L'Aja, 6 gennaio 1917.

Come seguito al mio rapporto riservato n. 6/2 del 3 corrente(!) ho l'onore di trascrivere qui appresso il commento 'che il grande giornale di Amsterdam, l'Algemeen Handelsblad nel suo numero del 4 corrente fa a proposito del richiamo di questo Ministro Britannico Sir Alan Johnstone:

«In tempo di pace nessuno darebbe un significato particolare a un mutamento nel personale diplomatico verificantesi in un paese così ,poco bellicoso come l'Olanda e nessuno metterebbe tale mutamento in rapporto ~con l'orientamento della politica estera d'un paese qualsiasi. Ma oggi è altra cosa. Noi vediamo la partenza di Sir Alan Johnstone ,seguire quella di Lord Grey in un momento in cui i giornali inglesi dichiarano ~che la politica estera dell'Inghilterra deve essere condotta con maggior vigore (gli Inglesi non conoscono l'espressione "riicksichtslos ", ma si tratta bene di qualcosa di tal genere.

E noi ci domandiamo se non dobbiamo vedere in ciò i primi atti d'una nuova politica estera dell'lnghtlterra.

Ce ne rincrescerebbe. Sir A~lan Johnstone era, come ha scritto Correspon

dentiebureau dell'Aja, una personalità in vista, che non ha mancato, anche nel

tempo delie più grandi difficoltà, di conservare 'Un carattere amichevole alle

relazioni fra ill nostro paese e l'Inghilterra.

È ben certo che Sir Alan Johnstone non potrà essere accusato di aver difeso

gli interessi inglesi con .poca vigoria quando egli sosteneva le pretese del suo

Gover:no, che, a nostro avviso, erano sovente ingiustificate.

Noi ci domandiamo con qualche inquietudine: sarà vero che la politica di

Lord Grey sarà cambiata? Lord Grey ha dato sem:pre prova qual'era

la sua attitudine durante questa guer.ra, e qualche volta, per il fatto stesso di

una certa inconseguenza nella sua politica, ch'egli era il grande campione del

diritto delle genti, della creazione e del mantenimento delle relazioni giuridiche

internazionali. Ora, la nuova politica inglese sarà di tal natura da non poter

essere seguita da un uomo come Sir Alan Johnstone? Quale sarà, atllora, il suo

succes,sore e quale sarà la poliUca che questi dovrà difendere? •.

Si annunzia oggi che il successore di Sir Alan Johnstone sarà Sir Walter

Townley, per il quale è ~stato chiesto il gradimento del Governo della Regina.

Sino dal primo annunzio del richiamo di Sir Alan Johnstone era ~corsa qui

la voce che il suo successore sarebbe Mr. Churchill, ciò che non aveva mancato

di impensierire quanti conos,cono il focoso parlamentare e ciò che avrebbe cer

tamente giustificato le inquietudini manifestate dal grande giornale di Amste11dam

nel suo articolo ,riprodotto più sopra.

Sir Walter Townley ha lasciato di sé il ricordo di una gentile e mite persona in quanti lo hanno come me avuto ~come Collega in precedenti posti.

Come Ministro egli è stato· nella Repubblica Argentina, in Persia ed in Romania e da più di un anno ~serviva al Foreign Office ~col titolo di Controller of Foreign Trade.

(l) Non pubblicato.

45

IL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 5/1. Pechino, 6 gennaio 1917.

Quale indizio del cortese ma profondo disprezzo ~col quale il Giappone tratta la neo-repubblica cinese, merita un breve ~cenno il rifiuto del governo di Tokyo di ricevere la Missione incaricata di portare al Mikado la più grande decorazi01ne della Cina.

A capo della Missione in parola era stato prima designato da questo Governo, e, gradito dal giapponese, un noto uomo di Stato, il Tsao Yu-Lin, ex vice Ministro degli Esteri che godeva fama di essere guadagnato agli interessi nipponici. Senonché tale candidatura :sollevò una forte opposizione in mezzo al Parlamento cinese che cer.cava questa scusa per fare dispetto al Presidente del Consiglio. Al 'I'sao Yu-Lin venne perciò sostituito tale Hsung-Hsi-Liung, personaggio ritenuto mediocre. Presentito intorno a tale ,nuova designazione di ~cllli la stampa locale e giapponese aveva pareochio di:scusso, il Governo di Tokyo fece :sapere che il cambiamento nel capo della Missione non era parso necessario né opportuno e che era ,preferibile abbandonare del tutto il progettato 'conferimento dell'alta decorazione mentre rimangono insolute parecchie gravi questioni fra Cina e Giappone, come quella della polizia in Manduria, dei prestiti esteri di cui un gruppo americano si sta occupando :non senza soHevare :malumore in Giappone, e di altre concessioni in cor.so di discussione.

II Governo cinese ha subito lo smacco senza aggiungere parola. Questo incidente ,come aHri provocati dalle intemperanze parlamentari ha sllls:citato vieppiù rancori e preoccupazioni in seno al Governo in pieno parlamento. Si gi!unse al punto che il Presidente del Consiglio generale Tuan dichiarava non essere più possibiil.e govevnare il paese con dei deputati e :senatori discordi, :sediziosi irrequieti e sog,giungeva essere prèferibile sciogliere il parlamento e procedere a nuove elezioni, alludendo anche all'eventuale convenienza di non riconvocarlo. La dittatura militare sarebbe, a manifestato parere del generale, la forma di governo più adatta al temperamento cinese. Questa opinione, agli oc:chi di molti conosdtori della Cina, non mancherebbe di fondamento tanto più che, sa'lvo una infima minoranza intellettuale, il popolo cinese non :sa ancora concepive quale sia lo scqpo e il funzionamento di una costituzione e del Governo democratko parlamentare; i più ambiziosi vi riscontrano soltanto una promessa di maggior impunità e libertà di corruzione e pevciò sarebbero repubblicani convinti. Il popolo nulla vi guadagnerebbe.

Il regime rappresentativo quale istruito e praticato in Cina, sarebbe dunque somigliante ad una camicia di Nesso di cui sarebbe impossibile disfarsi senza una prospettiva di minaeciosa e sempre crescente ingerenza niiJiponica. Contrario al ristabilimento deila monal'chia come al tempo di Yuan-shi-kai, senza fiducia nell'esperimento della costituzione repubblicana, il Governo giapponese spia ·tutti i momenti propizi per stringere e moltiplicare le sue reti.

46

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 49/4. Washington, ... gennaio 1917 (per. ore 1,20 del 7).

Contrariamente alle voci .sparse ad arte da questa Ambasciata di Germania, Colonnello House, qui venuto espressamente da New York per abboccarsi con Wilson, ha negato ieri agli Ambasciatori di Francia e In'ghi1terra (chiedendo loro di informare confidenzialmente anche i Governi alleati) che Berlino abbia comunkata segretamente a Wilson i termini di pace tedesca. Ambasciatore tedesco cel'ca adesso di diffondere che Wilson sarebbe considerato a Berlino come mediatore gradito. Indipendentemente da questa insinuazione sintomatka, i cil'coli giornalistici di solito ben informati, sebbene Wilson faccia diffondere che non agirebbe più se non riehiesto da entrambe le parti, sono 'propensi ad attribuil'igli 1più innanzi propositi di nuovi tentativi per avvkinare i belligeranti.

Per tutto quanto sa V. E., sarebbe imprudente scartare completamente questa ipotesi ed essere impreparati al suo avverarsi.

47

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 57/10. Pietrogrado, 7 gennaio 1917, ore 12,30 (per. ore 18,05).

Pokrowski ha fatto circa primo capoverso del progetto di risposta alla nota americana osservazioni uguali a quelle mosse da V. E. Egli si è limitato a suggerire che non siano menzionati gli Stati Uniti e che senso della frase sia generalizzato. Eg:li non fa abbiezione alcuna alle soppressioni proposte da V. E. nel secondo e quarto capoverso. Pokrowski ha proposto inoltre: l) che menzione del principio di nazionalità contenuto nel settimo capoverso sia trasferito in altra parte della nota, dovendo figurare corp.:e principio più ·che ·come scopo della guerra; 2) che nel 'capoverso suddetto sia rimaneggiata la frase relativa alla Polonia, non essendo nelle tradizioni russe inserire in u.n atto diplomatico il nome dell'Imperatore in relazione ad un suo manifesto di natura interna; 3) che sia rimaneggiato nel capoverso stesso l'ultima frase e che vi si parli di politi-ca di sterminio in generale. Pokrovski ritiene che la nota possa o!'mai venire concertata definitivamente a Roma in occasione della conferenza rimandata a domani (1).

48

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 59. Londra, 7 gennaio 1917, ore 15,12 (per. ore 18,25).

Nell'articolo ebdomadario odierno Obse1·ver rilevo seguente passaggio: Desideriamo esprimere profonda soddisfazione essere stata Roma ,scelta in questo momento come sede della conferenza in ,cui si decidono destini grande alleanza e risultati guerra. Motivi nostra soddisfazione sono molt®lki: anzitutto è più che tempo che influenza azione italiana nella guerra sia riconosciuta ed accentuata, inoltre non vi è in Europa un uomo più calmo e fermo più leale e chiaroveggente del Ministro degli Esteri italiano e non vi è nessuno verso il quale la pubblica opinione britannica si rivolga con maggiore fiducia. In terzo luogo occorre raggiungere un accordo definitivo su tutto il futuro della poJ.itica di guerra degU Alleati nell'Occidente come nell'Oriente. Menzionate divergenze di vedute tra Italia ed Alleati circa Grecia, arUcolo prosegue: È probabile che Sonnino abbia qualche idea diversa da quelle finora seguite da~li Alleati occidentali ,con cospicuo insuc,cesso. È di vitale importanza che vedute italiane siano meglio apprezzate e bene ponderate in connessione con le risoluzioni di politica generale divenute ora imperative

49

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 27. Roma, 7 gennaio 1917, ore 20.

È stato concordato con gli Alleati seguente comunicazione da fa11si al Governo Greco:

«Les Gouvernements Alliés ont pris connaissance de la 'communication faite le 6 janvier par le Gouvernement Grec (2), à la suite de la demande de garanties et réparations présentée le 31 Décembre.

Désireux d'éviter tout malentendu en donnant à la Grèce pour sa neutralité, sa politique intérieure et la durée du blocus des assurances précises, mais décidés à mettre fin à la situation équivoque actuelle en plaçant l'Armée d'Orient à l'abri de toute inquiétude possible pour sa sécurité, ce qui est leur objectif immédiat et essentiel, les Alliés font la déclaration suivante:

C'est pour les Alliés une nécessité impérieuse dans la situation présente, de

mettre l'Armée d'Orient à l'ab11i de toute menace éventuelle 1sur son flan c du

còté grec. Ils ne peuvent avoir de sécurité à cet égard que si tout le matériel et

les troupes grecques (prévus dans les notes des 14 et 31 décembre) sont trans

portés dans le Péloponèse, dans run délai très cou11t ret ,sans aucun doute poss1ble.

Pour assurer l'exécution certaine et rapide, il est indispensable, d'une part,

qu'iLs aient toute liberté de ·contròles sans ~a moindre entrave au départ et à

l'arrivée des évacuations, et d'autre part, qu'ils y participent eux-memes par

leurs moyens maritimes, afin que dans un terme de 15 jour:s tout soit exécuté

en toute loyauté et sans contestation possible.

Si un engagement précis et formel (à ·cet égard et pour l'acceptation des

demandes contenuers dans la note du 31 décembre), n'est pas dbnné da~ns un

délai de 48 heures après la remise de :la présente note, ou si, après acceptation

éventuelle, une entrave quelconque est volontairement apportée à l'exéoution

de cet engagement dans le terme fixé de 15 jours, les Puissances a11iées repren

dront toute liberté pour a·ssurer par leurs propres moyens de terre et de mer la

sécurité de leur armées.

D'autre part, les Puissances Alliées affirment à la Grèce leur volonté de

respecter entièrement sa décision de rester définitivement hors de 1la guerre

européenne.

Elles s'engagent à ne pas permettre que le retrait des troupes grecques

dans le Péloponèse soit mis à profit par terre ou par mer :par les 1partiJsans du

Gouvernement provisoire pour occuper une portion quelconque du terr:itoire

grec ainsi privé de rtout moyen de résistance.

Les Puissances Alliées rs'engagent également à ne laisser s'installer les

autorités du Gouvernement provisoire dans aucun des :territoires actuellement

en :possession du Gouvernement Royal qu'elles pourraient se rtrouver amenées

à occuper elles-memes temporairement pour des raisons d'ordre militaire.

Enfin les Gouvernements Alliés seraient prets à desserrer le blocus, tout

en maintenant le contingentement des importations, dès que leur délégués

spéciaux auront jugé que l'évacuation des troupes et du matériel a été en partie

réalisée avec des garanties satisfaisantes de complète exécution ».

Prego V. S. accordarsi coi suoi ·colleghi per fare al più presto a codesto Governo insieme a loro la comunicazione sopra trascritta e telegrafarmi appena essa sia Slta:ta fatta.

(l) -Ritrasmesso a Londra e a Parigi con T. gab. 30 dell'8 gennaio. (2) -Cfr. n. 41.
50

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 28. Roma, 7 gennaio 1917, ore 21.

Nel far la dichiarazione di cui al mio telegramma N. 27 (l) V. S. ed i suoi colleghi doV'l'anno far notare al Governo ellenico ed eventuaLmente alla stampa che non si tratta di 1una nuova dichiarazione dehle Potenze, ma di una dsposta delle Potenze alle ·Comunicazioni fatte ad esse dalla Grecia in data 6 corrente.

(l) Cfr. n. 49.

51

L'ONOREVOLE SALANDRA AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. P. Roma, 7 gennaio 1917.

Qualcuno mi ha detto iersera che poteva venire in discussione, nella conferenza di questi giorni (1), l'abbandono di Salonicco. Il sospetto trova appoggio nella opinione espressa da qualche giornale inglese e nella venuta di Sarrail.

Tale possibilità mi ha impressionato così da indurmi a rompere il riserbo che mi ero imposto, anche per non aggiungerti preoccupazioni e fastidi.

Se si abbandona Salonicco, ora che tutto il resto della Balcania è perduto, potremo noi rimanere a Valona? potremmo rimanervi se veramente austriaci e tedeschi si risolvessero a mandarcene via? Io penso di no; e, se così è, abbandonata Salonicco, Valona è virtualmente perduta per noi. E, se perdessimo Valona, perderemmo quello che di meglio, militarmente, abbiamo acquistato; e ci 11idurremmo in uno stato di fatto peggiore di quello in cui eravamo quando siamo entrati in guerra avendo già Valona.

Non ho bisogno di dirti quale sarebbe l'effetto morale sul paese, che occorre invece sorreggere con ogni mezzo.

Non aggiungo altro. Tu quanto me e più di me puoi renderti conto della suprema importanza della questione per noi. Tuttavia ho voluto scriverti per debito di coscienza.

P. S. -Riassumo il mio pensiero in una proposizione che non deve parerti eccessiva: se dovremo trattar la pace non avendo più nel nostro possesso Valona, meglio trattarla adesso che l'abbiamo (2).

52

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 6117. Washington, .... gennaio 1917 (per. ore 16,20 dell' 8).

Il voto ,che ha ,chiuso in Senato la discussione sull'iniziativa dì pace di Wilson segna in sostanza per quest'ultimo uno smacco destinato a contrastargli oltre tutto il.'appUcazione della 1sua divisata politica estera a guerra finita. Egli aveva tentato di strappare al Senato una manifestazione di consenso incondizionato ed unanime alla sua nota e pevciò anche alla !Parte di essa ~che lancia l'iniziativa di futu1re leghe intese a preservare la pace impegnando sin da ora gli Starti Uniti a farne parte. Ma le critiche di Senatori preminenti alle iniziative di pace e la dichiarata avvertsione del Senato ad una nuova politica che coinvolgerebbe gli Stati Uniti nelle future complicazioni eurQpee e comprometterebbe la dottrina di Monroe, hanno determinato il fallimento della mozione di

favore che aveva anche il vizio di essere presentata e sostenuta da Senatori notoriamente germanofili.

La mozione votata in sua vece è una scappatoia. Limitandosi ad approvare che il Presidente nella previsione di complicazioni gravi per il Paese abbia chiesto di conoscere le finalità dei belligeranti essa implicitamente condanna la nota in quanto avrebbe dovuto essere inziativa di pace e ammon:irsce Wilson che il Senato respingerebbe futuri trattati stipulati partecipazione americana a leghe pacifiste europee.

(l) -Si riferisce alla conferenza interalleata che si svolse a Roma dal 5 al 7 gennaio. Cfr. SONNINO, Diario, vol. III, a cura di P. Pastorelli, Bari, Laterza 1972, stesse date. (2) -Ed in SoNNINO, Carteggio 1916-1922, vol. II, a cura di P. Pastorelli, Bari, Laterza 1975, pp. 129-130.
53

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 67/13. Pietrogrado, 8 gennaio 1917, ore 10 (per. ore 19).

A quanto mi viene riferito inchiesta per uccisione Rasputin rimarrà senza seguito giudiziario e tenuta segreta. Granduca Dimitri Pavlovic verrebbe per qualche tempo allontanato (probabilmente in Persia) e figlio del Principe Yusupow relegato nella sua proprietà del Governatorato di Kursk. Buriscievic Adrianow ed altri coautori non verrebbero toccati ed ogni mezzo sarebbe impiegato per coprire di 'silenzio l'avvenuto.

Giornali da due giorni non ne fanno più parola.

54

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 32. Roma, 8 gennaio 1917, ore 21.

Ho comunicato a Coromylas il testo della dichiarazione da farsi al Governo greco approvata iersera dalla conferenza (1). Ho rilevato come con essa le potenze dell'Intesa mostrassero la ferma loro volontà, pur assicurando tutte le necessarie guarentigie per la sicurezza del loro esercito, di non permettere che il disarmo delle truppe greche mettesse senz'altro H 'territorin attualmente posseduto daLle autorità regie in balìa del governo provV1isorio e dei suoi seguaci, rassicurando così i timori e andando incontro ai desideri ~chiaramente manifestati nel documento trasmessomi ieri dal Governo greco per es!S,ere comunicato alla conferenza. Ho raccomandato a Coromylas di consigliare calorosamente al suo governo, se vuoi evitare giorni tristi per la Grecia, di ~consentire al più presto senz'altre argomentazioni e tergiversazioni a quanto gli veniva proposto, accettando integmlmente la nota presentatagli il 31 dicembre dalle potenze garanti compresovi H noto articolo 4. Il momento era grave, ed accorrevano riso

luzioni nette e pronte, partendosi dalla 'Situazione di fatto quale si presentava oggi, senza recriminazioni ·sul passato e dando una manifesta prova della sincera volontà del governo di re Costantino di evitare nuove occasioni di •sospetto e di attrito, con la leale esecuzione degli impegni richiestig'li dalle quattro potenze (1).

(l) Cfr. n. 49.

55

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. S.N. Roma, 8 gennaio 1917, ore 21.

Poiché rtstrettezza del tempo non permise redazione ·in comune dei verbali delle conferenze che ebbero luogo sino all'ultimo momento, sarebbe utile che

V. E. mi procurasse copia degli appunti presi: (Per Parigi) da.I signor Berthelot, insieme ad Aldrovandi ed al Segretario di Lloyd George; (Per Londra) dal Segretario di Lloyd George insieme a Berthelot e ad Aldrovandi;

(Per tutti) nelle adunanze parziali tenute nel Gabinetto del Presidente del Consiglio desiderandosi anche per queste redigere verbale che, prima che in forma definitiva, sarà rimesso a ciascun Governo per la consueta approvazione.

56

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 158/3. Washington, 8 gennaio 1917.

Può riuscir vantaggioso a codesto R. ministero di possedere nei suoi archivi il testo (qui unito) (2) della discussione svoltasi al Senato americano sulla mozione presentata dal senatore Hitchcock che, se approvata, avrebbe consacrato la solidarietà incondizionata del Senato medesimo alla cosiddetta iniziativa di pace del signor Wilson.

Come ho avuto l'onore di manifestare a V. E. nel telegramma gabinetto

n. 7 in data di ieri (3), questa discussione e il voto che l'ha chiusa assumono importanza non tanto per la critica violenta ch'è stata mossa all'infelice passo di Wilson, quanto per la sintomatica avversione manifestata dal Senato a sanzionare la nuova politica tracciata nella sua nota dal presidente, laddove egli offre la cooperazione degli Stati Uniti a quella League to enforce peace della quale si fa anzi promotore.

L'ostilità del Senato contro la nuova politica che segnerebbe per gli Stati Uniti, coll'abbandono del loro tradizionale isolamento, il crollo della dottrina di Monroe, non è che il riflesso della tendenza prevalente nelle sfere elevate del paese, quale s'è manifestata non appena l'idea serpeggiante nei molteplici comitati in azione ha trovato consacrazione ufficiale nelle parole impegnative dirette dal presidente ai belligeranti odierni (1).

(l) -Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., pp. 98-99. (2) -Non pubblicato. (3) -Cfr. n. 52.
57

IL MINISTRO A COPENAGHEN, SACERDOTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 57/36. Copenaghen, 8 gennaio 1917.

Il Social Demokraten, commentando nel suo numero odierno la grande riunione ·politico-militare che ha luogo in questi giorni a Roma, vi attribuisce la massima importanza, dicendola in relazione ad alcune divergenze sorte fra l'Italia e gli Alleati riguardo aHa politica da seguivsi •rispetto alla Grecia. Secondo il giornale in parola l'Italia vedrebbe di mal occhio l'appoggio prestato dagli altri paesi dell'Intesa a Venizelos, non desiderando essa la costituzione d'un forte stato greco il ·cui commercio marittimo potrebbe minacciare gli interessi italiani. Per tale ragione l'Italia non avrebbe aderito all'ultima nota diretta dagli Alleati a Re Costantino.

:El Social Demokraten aggiunge essere difficile compito per l'Inghilterra quello di conciliare i divergenti interessi greci ed italiani nei Balcani e non ·C'è quindi da meravigHarsi se tutti i capi dell'Intesa abbiano dovuto recarsi a Roma allo scopo.

58

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 33. Roma, 9 gennaio 1917, ore 10,30.

D'ordine di S. M. il Re prego V. E. far pervenire al destinatario seguente

messaggio che la M. S. dirige al Signor Lloyd George :

« La ringrazio del cortese telegramma che Ella mi ha diretto da Roma.

Avrei avuto molto piacere di vederla qui e mi sarà ben gradita quella altra

occasione che Ella mi indica come prossima. Intanto rendo 'cordiaLmente alla

Nazione amica ed alleata, al Suo valoroso esercito ed' a Lei il saluto che Ella

mi ha espresso.

Vittorio Emanuele ».

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, Il, cit., pp. 130-1:11.

59

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 39. Roma, 9 gennaio 1917, ore 21.

(Per Parigi e Pietrogrado) Ho telegrafato al R. Ambasciatore a Londra quanto segue:

(Per tutti) Non è stato possibile parlare con Lloyd George della questione dell'Asia Minore. Ho avuto però a questo proposito un lungo colloquio con Lord Milner e gli ho esposto la si,tuazione quale io la considero (l) dopo accordi intervenuti a nostra insaputa tra gli Alleati. Gli ho dimostrato la necessità di eliminare fra noi ogni equivoco o diffidenza, o possibilità di diffidenza e di sospetto giungendo ad una leale chiara e definitiva intesa su questo punto il che ci permetterà di aver la medesima reciproca fiducia anche per tutto il resto.

Ho insistito perché conversazioni comincino a Londra il più presto. Prego V. E. accertare appena che giungerà Lord Milner a Londra che egli ne riferisca a Lloyd George ed a Balfour onde si possa giungere come è necessario ad una

conclusione soddisfacente (2).

60

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 78/9. Jassy, ... gennaio 1917, ore 19,25 (per. ore 7,10 del 10).

Ministro di Russia ha oggi diretto a Bratiano una nota ~con cui prega comunicare al Re di Romania a nome Czar ,che tutte le diSjposizioni sono state prese perché Sua Maestà e la famiglia Reale siano ricevuti a Pietrogrado. Ministro di Russia ha informato poi verbalmente questo Governo che il palazzo d'inverno sarebbe presto a dispos>izione della Corte romena. Re Ferdinando ha ·convocato Bratiano e Take Jones,co che sono stati concordi col Re nel ritenere che tale ingiunzione non debba essere accettata e ·che famiglia Reale debba risiedere col Governo, col Parlamento e coi rifugiati romeni in una dttà secondaria della Russia. In seguito alla ritirata di cui al mio telegramma 10 (3) Re di Romania ha avuto il dubbio che Russia non voglia difendere 1neppure la linea del Sireth ed intenda ritirarsi su una linea più forte fuori di Romania. Sua Maestà crede che se ciò fosse, Russia dovrebbe dichiararlo 1subito in modo da far 1SÌ che la

ritirata si verifichi fin da ora ordinata senza inutili danni ed effusione di sangue e senza sacrifi.care l'esercito romeno. Per sincerarsi di ciò e per invocare, ,:e ancora è possibile, soccorsi dalla Russia Take Jones~co appoggiato di sottomano da questa Legazione di Francia sostiene che la Regina Maria debba .recarsi

personalmente dallo Czar. Bratiano vi si oppone perché è ormai troppo tardi

e per ragioni di dignità. Finora non è stata presa una decisione ma tutto ciò

si svolge in un ambiente d'intrighi ,che produce penosa impressione specialmente

in un momento ,cosi tragico ,come questo.

Prego mantenere segreto su quanto precede.

(l) -Cfr. Aujteil. de,· as. Turkei, n. 242, p. 202; ToscANO, San Giovanni di Moriana, Milano, 1936, pp. 205-206. (2) -Ed. in. SONNINO, Carteggio, Il, cit., pp. 131-132.

(3) Non pubblicato.

61

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. P. 90/12. Jassy, 9 gennaio 1917, ore 20,30 (per. ore 11,40 dell' 11).

In seguito assassinio di Rasputin circolano qui anche negli ambienti russi voci di congiure di Palazzo e di altri attentati politici in Russia sulla cui attendibilità non sta a me il pronunciarmi. Riferisco tuttav<ia confidenzialmente che la Granduchessa Cirillo quando fu qui e cioè parecchi giorni prima che fossero poste in circolazione le voci attuali disse che tra i Granduchi esisteva una tendenza contro la politica che si riteneva ispirata dall'Imperatrice.

Mini,stro di Russia con cui ho avuto occasione di parlare delle voci che ora corrono mi ha detto di avere avuto notizia telegrafi,ca 'che lo Czar sarà fra alcuni giorni al Quartiere Generale e ~che se come egli crede sarà accompagnato daLl'lmperatrlce, ciò dimostrerà che l'influellJZa di essa è rimasta intatta.

Per quello che riguarda il presente stato degli animi tra la popolazione russa aggiungo risultarmi che tra ,le truppe russe che si trovano qui circolano propositi molto preoccupanti per quello che avverrà dopo la guerra. Soldati dicono apertamente che finché dura la guerra si batteranno rper la Patria ma che a guerra finita non deporranlno le armi se non avranno ottenuto Ja realizzazione delle loro aspirazioni. p,rego mantenere il segreto su quanto precede.

62

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 68/11. Pietrogrado, 10 gennaio 1917, ore 10 (per. ore 17,20).

Protrarsi della ,sfavorevole situazione militare, mutamenti ministeriali avvenuti e che continuamente si annunziano, episodio Rasputin con la serqua di dicerie che hanno ~sollevato, il malcontento per la proibita riulnione in questi circoli degli zemstvo e dei municipi a Mosca, producono in tutte sfere sociali un senso di ~ncertezza e confusione ,che sebbene difficile a definire non lascia però dubbi sulle conseguenze pericolose che da esso potrebbero derivare se non viene prontamente riedificata la fiducia pubblica nella stabilità dell'indirizzo governativo, neWopera mi'Htare e ~civile, nella 'riconciliazione del potere colla ra,ppresentanza nazionale. Lo stesso ordine del giorno del sovrano alle truppe ed all'armata concepito in termini così chiari ed energici non conserverebbe a lungo i suoi benefici effetti se rimanesse -scompagnato da un'azione politica e militare corrisrpondente alle dichiarazioni proclamatevi. Ho motivo di credere che anche miei ~colleghi Inghilterra e Francia si preoccupino di questa ,situazione le cui ~cause ascrivonsi al giuoco delle influenze varie che 'si alternaiilo presso Corona la quale nonostante sua volontà di ~condurre guerra a fondo non dimostra però altrettanta fermezza nel far convergere a quell'wnico scopo tutti mezzi a ciò necessari ed in primo luogo stabilità della politica interna e armonica cooperazione del Governo col paese. Giova sperare che di presenti transitorie titubanze che avvenimenti possono in pa,rte ~spiegare, Trepov delila cui energia non si può dubitare, abbia le mani libere per dar corso al programma di azione concorde con la Duma.

63

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 79/16. Pietrogrado, 10 gennaio 1917, ore 10 (per. ore 17,20).

Neratoff mi ha detto che Francia e Inghilterra hanno autorizzato il Governo russo a ~comunicare a titolo puramente confidenziale alla Romania il testo delle loro adesioni ai memorandum russi per Costantinopoli e gli Stretti e mi ha chiesto se Governo italiano avrebbe obiezioni a 'che eventuaiJ.mente sia comunicata a Jassy anche l'adesione dell'Italia.

Sarei grato a V. E. se volesse pormi in grado di rispondere a tale domanda (1).

64

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 76/12. Pietrogrado, 10 gennaio 1917, ore 11 (per. ore 18).

As,sicurasi che Presidente del Consiglio dei Mini,stri, che aveva posto per condizione della sua permanenza allontanamento di Protopopow dal Gabinetto, abbia consegnato dimissioni, ma che S. M. l'Imperatore non abbia fino ad ora fatto conoscere se accetta.

Incertezza della situazione dà luogo frattanto ad' ogni specie di dicerie di cui Pietrogrado è ripieno. Gra:nduca Dimitri Pavlovic è stato mandato in Persia.

(l) Ritrasmesso agli ambasciatori a Londra, Parigi, Pietrogrado e al ministro a Jassy con telegramma Gab. 47, dell'l! gennaio, e con l'aggiunta: « Ho risposto a Carlotti nei termini seguenti: «Accetto che Governo russo comunichi eventualmente a titolo puramente confidenziale al Governo romeno insieme con l'adesione della Francia e dell'Inghilterra anche quella dell'Italia ai memorandum russi per Costantinopoli e gli Stretti. (PerJassy): quanto precede ad esclusiva sua personale notizia>.

65

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 77/13. Pietrogrado, 10 gennaio 1917, ore 11 (per. ore 18,30).

Telegramma di V. E. n. 6 (1).

Non solamente presso questo Governo, ma anche direttamente presso questo Ministero di Serbia, ho in modo esplicito dichiarato che non ammetteremmo propaganda di agenti jugoslavi fra i prigionieri di guerra di nazionalità itahana.

Diedi inoltre istruzioni nostro Console in Odessa di :sorvegliare ciò che colà si faceva dei prigionieri serbi (destinati a fornire :le ilegioni) affinché nessuno dei nostri prigionievi vi venisse incorporato e Console Serbia in Ode:ssa, giusta ordini ricevuti dalla sua Legazione in Pietrogrado, si pose a disposizione di De Visart per fargli consegnare o prosciogliere chi egli eventualmente segnalasse come italiano. A Darnizza :presso Kiew, punto di smistamento dei prigionieri, trovasi già da lungo :tempo Capitano Vigini, triestino, ·colà destinato appunto per mantenersi in contatto con i prigionieri, sorvegliare opera del Tenente :serbo Comnenovic incaricato di ingaggiare i serbi per le legioni suddette e dirigerle in Odessa. Da molti mesi, però, non affluiscono più prigionieri di alcuna nazionalità né a Darnizza, né altrove.

Maggior parte dei nostri trovasi nel Governatorato di Tambow e .sono quasi tutti occupati in lavori rurali presso grandi proprietari di tel'll'e che li trattano bene rimunerando loro lavoro. Non giungono infatti lamenti come accadeva l'anno scorso da Kirzanow. Questa località essendo capoluogo di quel Governatorato, non sarà del resto diffi·cile concentrarvi a suo tempo maggior cr;>arte dei rimpatriandi. Riunirveli adesso :per farli rimanere parecchi mesi in infelici baraccamenti ed in ozio forzato, non mi parrebbe ·consigliabiJle. Inoltre questo Governo ha dichiarato non procederebbe detto concentramento se non in vista prossima partenza.

66

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB, 40. Roma, 10 gennaio 1917, ore 20.

Barrère avendomi comunicato le modifiche portate da Briand al primo testo della risposta da fami alla nota WHson, gli ho dichiarato ~che per evitare qualunque ulteriore ritardo nella presentazione deHa risposta, accettavo senz'altro la nuova redazione. Richiamavo però l'attenzione di Briand sull'opportunità di attenuare alquanto la forma del periodo laddove dice ~che le Potenze aLleate

• estiment qu'il est impossible dès aujourd'hui de réaliser une paix etc. • (2) (3).

(l) -Cfr. n. 22. (2) -Cfr. nn. 3 e 4. (3) -Ed. anche in SONNINO, Diario, III, cit., p. 99.
67

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 43. Roma, 10 gennaio 1917, ore 20.

Suo telegramma gab. 17 (1). Il nostro punto di vista circa la questione dell'Aisia Minore risulta dai noti due pro~memoria dehlo scorso Ottobre rimessi ai Governi Alrleati. È ora di assoluta urgenza ,che rsiano senz'al,tro intrapresi i lavori della riunione a quattro. Mentre mi affido a V. E. per validamente sostenere la nostra tesi, gradirò essere tenuto a corrente per telegrafo delle obiezioni che saranno sollevate e delle eventuali controproposte.

68

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 80/9. Atene, 10 gennaio 1917, ore 20,20 (per. ore 23,15).

Ecco il testo ,completo della nota responsiva del Governo greco alla nostra comunicazione di ieri l'altro.

• Le Ministre des Affaires Etrangères de Sa Majesté Hellénique a eu l'honneur de recevoir la note (2) en date du 26 Décembre -8 Janvier que Leurs Ex,cellences les Ministres de France, d'Italie et de Russie et Mons,ieur le Chargé d'Affaires de Grande Bretagne ont bien voulu ,lui faire remettre d'ordre de leurs Gouvemements en réponse au mémoire adressé aux Puissances a1liées par le Gouvernement Hellénique le 23 décembre -5 janvier 1917. Tout en se référant aux assurances données à mai!ntes reprises aux gouvernements alliés et récemment encore par le susdit mémorandum, au sujet de ses sentiments et de l'attitude qu'i'l est décidé à continuer, le Gouvernement Royal 1prend acte avec 'la plus vive satisfaction des garanties p,réci,ses que les Puissances ont bien votùu donner à la Grèce concernant sa neutralité, sa politique intérieure et la durée du blocus. De son coté, désireux de faire, en cette circonstance encore, ce qui dépend de lui pour écarter tout malentendu et prenant en considération que les garanties supplémentaires exigées après l'acceptation de l'ultimatum du premier-14 Décembre 1916, pour mettre à l'abri de toute inquiétude l'armée Orient, sont déclarées constituer l'objectif immédiat et essentiel des Gouvernements alliés, le Gouvernement Royal s'engage à effeatuer le nouveau déplacement de troupes et de matértel, y compris canons et mitralleuses dans les ,condttions énoncées par les notes en date du 18-31 Décembre 1916 et 26 Décembre-8 Janvi,er 1917.

Dans ce meme ordre d'idées, le Gouver:nement Royal accepte les demandes, consignées au n. 2 de la note du 31 Décembre, ainsi que le retablissement des contròles, qui, prévus par la susdite note parmi les garanties exigées, en vue de la sécurité des tro~es aUiées et pour etre aussi peu génants que possible pourront etre déterminées dans l'accord qui interviendra, sans comporter, une ingérence dans les différents ressorts de l'administration ou dans les communications à l'intérieur du pays. Quant aux réparations demandées le Gouvernement Roya,J a déjà déclaré etre pret à donner les satisfactions proprement dites pour les malheureux événements entre les marins alliés et les troupes grecques survenus le premier décembre (No. 5 et 6 de la note du 31 Décembre) et se réfévenrt à ce sujet à son mémorandum en date du 5 Janvier. Pour le relachement des personnes énoncées au n. 4 de la note des Puissances du 31 Décembre le Gouvernement Royal déclare, devant l'insistance des Gouvernements alliés, de Tetirer les objections présentées par le mémorandum ci-dessus mentionné. Les dites personnes seront relachées. Tout détail concernant l'exécution de cette promesse sera concerté sans retard. Le Gouvernement Royal est confiant que de leur coté les Puissances feront valoir toute leur inrfluence afin que les personnes détenues pour ne pas avoir accédé au mouvement révolutionnaire, ou à l'occasion de la conscription for.cée operée par le Comité séditieux soient aus·si Hbres. En déclarant d'accepter egalement l'enquete administrative à effectuer conjointement au sujet des dommages-intérets qui seraient dus, d'après la législation grecque, aux personnes qui eventuellemen:t seraient constatées avoir injustement souffert lors des événement du premier et deux Décembre, le Gouvernement. Royal est confiant que les Puissances accepteront, de leur còté, l'enquete mixte proposée dans le mémorandum du 23 décembre -5 janvier 1917 au sujet des dommages causés par la révolution. Le Gouvernement Royal espère, qu'après cette marque supreme de ses dispositions, sincères, les négociations au sujet des détails à déterminer d'un commun accord pourront etre menées de part et d'autre dans un esprit condliant et avec l'intention de voir se retabli>r au plus tòt et d'une manière définitive une pleine confiance rédproque.

Les mesures militaires exigées par l'ultimatum du premier -14 Décembre étant sur le point d'etre terminées et toute garantie étant assurée par la présente acceptation du nouvel ultimatum, les conditions pour la levée du blocus préconisées par le dernier alinéa de la note 26 Décembre -8 Janvier 1917 pourraient etre considérées comme déjà réalisées.

Le Gouvernement Royal croit de son devoir attirer de nouveau l'attention des Gouvernements alliés sur l'influence salutaire qu'exercera sur l'opinion publique du pays exa·sperée au plus haut degré, la ces:sation d'une mesure appliquée contre un peuple neutre et ami.

iEnfin, tout en appréciant hautement les garanties des Governemenis alliés au sujet du mouvement révolutionnaire qui rassureront la conscience du peuple hellénique, le Gouvernement Royal exprime l'espoir que dans l'esprit qui a inspiré l'engagement que les Gouvernements alliés ont voulu prendre dans l'avant dernier alinéa de leur note d'u 26 Décembre -8 Janvier 1917 ils voudront appliquer des mesures analogues aux territoires actuellement sous l'occupation des troupes alliées notamment aux iles occupées après le 18 novembrepremier décembre 1916 ». A me sembrerebbe soddisfacente anche per il cdtico più malevolo, quanto alla esecuzione dei diversi punti essa 1presenterà certamente qualche attrito e difficoltà superabili per altro se da una parte e dall'aLtra vi si porrà la necessaria buona volontà. Ad ogni modo attenderò che V. E. presa conos,cenza del documento mi invii istruzioni sulla mia :liutura attitudine (1).

(l) -T. Gab. 72/17 da Londra del 4 gennaio. che non si pubblica: chiede istruzioni su inizio conversazioni che si svolgel'anno a Londra. (2) -Cfr. n. 49.
69

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 82/20. Londra, 10 gennaio 1917, ore 3,35 (per. ore 4 dell' 11).

Ho veduto testé Lloyd George. Gli ho ,consegnato copia del telegramma di Sua Maestà. Primo Ministro rassegna vivtssime grazie per il ,grazioso messaggio nella speranza di poter appena che possibile ossequiare personalmente il nostro Augusto Sovrano.

Dopo particolareggiata 1na-rrazione dei vari argomenti -che hanno formato oggetto accordo di Roma Lloyd George mi ha espresso il profondo suo compiacimento per vero successo della ·conferenza, dovuto, dkeva egli, precipuamente aJ. fatto che a differenza del 'Passato i Ministri aHeati si sono ~rlati questa volta con massima franchezza e senza inutili complLmenti. Primo Ministro mi ha manifestato la favorevole -impressione ,}asciatagli da Sarrail contro il quale era molto pvevermto, ma di cui ha dovuto constatare il modo cortese, H fare attraente, la ragionevolezza e la moderazione anche maggiore di quella dei Ministri francesi. Ha 'POi parlato con grande ammirazione della premura, dell'attività, delito .spirito pratico col quale il Ministro Arlotta si è dimostrato disposto a facilitare i trasporti suLle nostre ferrovie delle truppe destinate a Salonicco. Lloyd Geo11ge ha tre volte insistito sul grandissimo piacere provato per le relazioni COI"dialissime stabilite 'col Presidente del Consiglio e ~con V. E. esprimenti il 'rincrescimento per non avere, causa ila ristrettezza di tempo, avuto agio di discorrere con Lei di altri importanti argomenti. Circa la questione AJSia Minore attende da Lord Milner la relazione sul colloquio avuto con V. E. Ho colto l'occasione per leggergli la prima parte del,telegramma di V. E. Gabinetto 39 (2) ed ho ripetuto che J'eliminare UJna volta per sempre, grazie ad una pronta e per noi soddisfacente selezione, ogni traccia di un passato doloroso ha ai miei occhi importanza capitale che ritenevo non possa s:liuggirgli ma sulla quale attiravo comunque massima sua attenzione. Ritornavo quindi ad invocare col massimo vigore e calore il suo alto diretto intervento. Lloyd George dopo avermi manifestato vivo dispiacere per nota precedente, che non arriva tuttora a 'spiegarsi, ha aggiunto che era sicuro che V. E. con la sua abituale lucidità deve aver ben spiegato a Lord Milner le vedute e le intenzioni definitive del Governo di Sua Maestà.

In conclusione mi ha poi autorizzato a conferire direttamente con lui ogni qualvolta ritenessi utile di farlo. Di tale autorizzazione, per motivi ovvii di delicatezza verso Balfour e nell'interesse stesso del successo, conto valermene solo in casi di specialissima importanza.

(l) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado, con T. gab. 49 del 12 gennaio con la seguente aggiunta: «Ho risposto a Bosdari: • Malgrado la sua prolissità pare a me che la nota greca sia soddisfacente, occorre -agire da una parte e dall'altra in conformità delle domande fatte e delle promesse avute. Prego mettersi in relazione coi suoi colleghi ed agire in questo senso•. (2) -Cir. n. 59.
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IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. POSTA 111/4. Berna, 10 gennaio 1917 (per. il 14).

Nelle recenti voci che furono qui sparse con tanta arte circa una minacciata invasione del territorio svizzero da parte della Germania, avevo creduto subodorare, non sapendo spiegarmi altrimenti la causa di questa campagna giornalistica, una specie di manovra degli speculatori interessati al ribasso dei titoli svizzeri sempre sostenutissimi.

Avendo esposto il mio dubbio stamane ad un noto banchiere, che, oltre a conoscere benissimo il così detto mondo degli affari, è persona gratissima al Palazzo Federale, ho saputo che la mia ipotesi di un tentato colpo di borsa è vera solo in parte. Le voci allarmiste sarebbero state favorite dalla Banca e dalla stampa francese so~o ·per far tornare in Francia moltissimi fondi che erano •stati di là qui inviati, prima e durante la guerra, per sfuggire all'imposta. Il mio informatore m'ha assicurato di aver saputo dal Direttore di una delle principali banche bernesi che furono ritirati in queste ultime settimane varie decine di milioni, principalmente da Basilea, Zurigo e Ginevra, e rinviati in Francia.

Anch'egli mi affe:nmò che è sua ferma convinzione, che è pure quella del

mondo bancario, essere un vero « bluff » l'ipotesi del.la invasione.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 87. Londra, 11 gennaio 1917, ore 10,42 (per. ore 19,10).

Lloyd George mi ha oggi parlato di V. E. Ìln termini di profonda ammirazione e cordialissima simpatia ciò che mi ha cagionato naturalmente vivissima soddisfazione. Egli ha due volte con accentuata insistenza manifestato la speranza in una non lontana visita di V. E. a Londra. Ad essa disse annetteva speciale importanza per il desiderio da 1ui provato di intrattenersi con Lei di tante varie questioni ciò che ristrettezza di tempo non gli ha permesso di fare a Roma. II linguaggio franco e esplictito del Primo Ministro mi darebbe motivo di •credere che il co~iacimento da lui dimostrato per successo della riunione di Roma sia sincero e che il contatto preso con gli alti personaggi del Governo del Re abbia lasciato in lui la migliore impressione. Per la doverosa esattezza della informazione debbo aggiungere che unico pUJnto ·sul quale mi è sembrato scorgere in L1loyd George alquanta contrarietà è quello concernente la contemplata grande offensiva sul nostro fronte. Con la sua abituale impulsività e profano come è in questioni militari, egli da lontano non deve essersi reso abbaS>tanza conto delle grosse difficoltà tecniche che si oppongono a tale più o meno immediata azione per attuare la quale riteneva probabilmente suffidente l'offerta di artiglieria pesante inglese. La constatazione 'Pertanto della impoS>sibilità d'i iniziare prima di mag,gio una siffatta offensiva da lui molto caldeggiata gli ha cagionato sorpresa e ri1ncrescimento che trasparivano abbastanza ·chiaramente dal suo parlare. Trattandosi di questione non di mia competenza mi sono astenuto naturalmente dall'entrare in discussioni e lasciai cadere il discorso.

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IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 83/11. L'Aja, 11 gennaio 1917 (per. ore 21,33).

A proposito convegno di Roma Nieuwe Rotterdamsche Courant dice: • La solidarietà fra gli Alleati ha bisogno di revisione. Nel momento critico per la Romania 1lo sforzo collettivo degli Alleati 1si arrestò improvvisamente.

Il convegno tende alla unità, al'la cooperazione.

Dove si potrebbe meglio discutere di ciò se non là ove ·l'unità e la cooperazione minaccia rompersi? Tutti conoscono le discrepanze che si verificarono fra Intesa e Italia a proposito Grecia. Si pensa ora che specialmente a cagione penuria delle navi :l'Italia sarebbe il Paese ideale per servire come base ad una nuova spedizione nei Balcani. È ora chiaro il perché della riunione di Roma e non è difficile immaginare quali saranno stati gli argomenti trattati».

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL SUO CAPO GABINETTO, ALDROVANDI (l)

T. GAB. S.N. Roma, 11 gennaio 1917, ore 23.

Il R. Incaricato d'Affari a Parigi telegrafa: «Berthelot mi ha detto non ha preso che appunti informi e incompleti e soltanto su punti di speciale interesse per Briand e che essi non .potrebbero essere di nessun aiuto •.

(l) Il telegramma venne inviato tramite l'ambasciata a Londra.

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IL. MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 4117. L'Aja, 11 gennaio 1917.

Come seguito al mio telegramma n. 6 dell'8 (l) corrente ho l'onore di trasmettere qui unito in traduzione un articolo (l) del grande giornale di Amsterdam, l'Algemeen Handelsblad, sulla risposta data da questo Mimistro degli Affari Esteri al deputato van Best, il quale gli aveva chiesto perché ·l'Olanda non si era associata come la Svizzera a'lla Nota Wilson •in favore della pace.

L'articolo dell'Handelsblad interpreta abbastanza esattamente l'impressione della grande maggioranza della .stampa su questo argomento.

Considerazioni di prudenza e di opportunità, la speranza, fatta balenare dal Ministro, che l'Olanda potrebbe intervenire efficacemente quando sarà venuto il buon momento, hanno fatto tacere le tendenze pacifiste di questa stampa, la quale ha approvato generalmente le dichiarazioni del Miinistro e la politica prudente seguita dal Governo in questa occasione.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. 25. Roma, 12 gennaio 1917, ore 16.

Attendo conferma notizia di cui telegramma E. V. 16 (2) e Le sarò grato se vorrà anche telegrafarmi quei particolari che riterrà utili a chi è lontano per giudicare dell'importanza e ripercussioni sulla politica estera di questo e di analoghi provvedimenti interni.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 48. Roma, 12 gennaio 1917, ore 17.

Telegramma di V. E. N. 14 (3). Prego telegrafarmi se parole dell'Imperatore a Wielopolsky hanno carattere coi1fidc:nziale oppure se cost~tulscono impegno che egli è autorizzato o. rendere di pubblica ragione.

nasconde sue apprensioni per situazione militare iD Moldavia e ritiene Germania premediti occupazione tutta Romania.

(l) -Non si pubblica. (2) -Cfr. n. 63. (3) -T. gab. 74/14 da Pietrogrado del 9 genn<io che non si pubblica: Pokrowsky non
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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 96/18. Pietrogrado, 12 gennaio 1917, ore 10 (per. ore 21,20).

Confermo mio telegramma di ieri relativamente alla nomina del Principe Galitzin a Presidente del ConE,ig:lio. Mutamento deve considerarsi come una vittoria di Protopopow. Infatti Trepow, conscio dell'impossibilità di riconciliare il Ministro dell'Interno con la Duma e fermo ne1l'opinione che non si !POssa oggi governare senza la Duma, aveva posto per condizione della sua permanenza al potere ,l'allontanamento di Protopopow. Evidentemente questi che ha forti appoggi alla Corte è riuscito invece a far predominare il principio che l'Imperatore non deve cedere ai voti della Duma, principio che è stato professato e caldamente sostenuto dall'Imperatrice nel cui concetto, se pure Protopopow lascia il potere, ciò non dovrà apparire come effetto di una imposizione del Pavlamento ma soltanto della volontà imperiaile. Resta dubbio però dato l'ascendente e gli appoggi di Protopopow nella Corte che egli si ritiri prossimamente e poichè la Duma deve riapdrsi fra una quindicina di giorni si può prevedere che ,se in questo frattempo egli non sarà ~sostituito una nuova fiera campagna sarà mossa contro di lui ed il Ministero dal blocco liberale.

Il conflitto fra la Corona e la Duma minaccia così di divenire aperto e tanto pm pericoloso in quanto la Duma non è sola nel criticare mspirazione della politica. * Le alte classi sociali da lungo tempo neglette dall'Imperatrice ~che le tiene lontane; la borghesia liberale ~che ravvisa in lei l'ostacolo principale alle riforme, le classi po,polari che la vitengono germanofila appaiono oggi tutte unite nell'invòcare ·che cessi ~la sua ingerenza nella politica. Il linguaggio che oggi s'intende in ogni luogo di ritrovo non lascia dubbio sul quasi unanime malcontenitO del pubblico russo a tale riguardo. Altri mutamenti ministeriali sono imminenti in seguito al ritiro di Trepow. Le dimissioni del Ministro dell'Lstruzione Pubblica sono un fatto compiuto. Egli è rimpiazzato dal Signor Kultcisky Senatore ed ex curatore delle scuole di Pietrogrado. Raieff procuratore del Santo

Sinodo e Schiacovskoi Ministro del Commercio persona mal vista da Protopopow saranno del pari sostituiti. Pocrowsky mi ha ripetuto anche stamane che egli... (l) finora rassegnato sue dimissioni. Si dice però che egli pure desideri ritirarsi. Giornali non recano ancora commenti, salvo la Rietch che in termini sibillini denunzia ritorno alla politica reazionaria che preparò l'ottobre del 1905 * (2).

T. -Gab. 165/26 del 18 gennaio.
(l) -Gruppo indecifrato. (2) -La parte del telegramma fra asterischi era giunta indecifrabile. Fu ritrasmessa con
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IL, MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 104/17. Jassy, 12 gennaio 1917, ore 4,10 (per. ore 5,25 del 14).

Mi risulta confidenzialmente che assassinio di Rasputin fu preceduto da passi fatti presso lo Czar all'infuori del Granduca Michele affinchè prendesse l'iniziativa dell'eliminazione di quell'agitatore. Ciò conferma che l'assassinio è il risultato d'un complotto preparato da lunga mano.

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IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 47/10. L'Aja, 12 gennaio 1917.

Con riferimento ai miei rapporti n. 6/2 (l) e 19/6 (2) in data rispettivamente del 3 e 6 corrente, relativi al richiamo di Sir Alan Johnstone, ho l'onore d'informare l'E. V. che questa ·stampa ha rilevato e commentato in modo vivacissimo l'articolo del Morning Post su:na nomina del nuovo Ministro della Gran Bretagna presso questa Corte, Sir Walter Townley.

Due 'cose in questo articolo hanno più fortemente impressionato la stampa olandese e sono fatte rilevare in modo 1speciale dai giornali 'Più apertamente germanofili, vale a dire l'allusione che il Morning Post fa ai pericolo che minaccia le colonie olandesi, e la qualifica data al nuovo Ministro di uomo à poigne, che non tollererà più l'attuale traffico fra l'Olanda e l'a Germania.

È grandemente da deplorarsi, nell'iJnteresse dell'Intesa, il Unguaggio del giornale inglese e ciò non faciliterà ,certamente il compito, già abbastanza avduo, del successore di Sir Alan Johnstone.

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IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 48/11. L'Aja, 12 gennaio 1917.

Come era da aspettarsi, la notizia data dal Manchester Guardian, che la Germania si sarebbe impegnata verso la Svizzera a fare in modo che la futura Conferenza deLla Pace 1Si tenga in quel paese, ha impressionato vivamenrte il popolo olandese e la stampa commenta animatamente tale notizia.

Questi giornali fanno rilevare, come lo fa notare del resto anche il Manchester Guardian, essere probabille che la Ge11mania abbia fatto tale promessa d'accordo con i suoi alleati, ma che questa ha trascurato di tener ,conto della opinione dei suoi avversari, i quali peraltro avranJno anche da dire la loro parola a questo riguardo.

E dopo di aver fatto notare che l'Aja è stata sempre e generalmente riconosduta come il posto più adatto per tenervi la Conferenza della Pace, questi giornali si domandano se la Germania, facendo tale promessa alla Svizzera, non ha voluto manifestare un certo risentimento, una certa animosità ver,so l'Olanda per la sua troppo poca arrendevolezza a suo riguardo.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 44.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 56. Roma, 13 gennaio 1917, ore 19.

Parlando ieri l'altro con Barrère del riscontro da darsi dagli AUeati ai paesi svizzeri e scandinavi in appoggio della Nota Wilson ho espresso il'opinione doversi in primo luogo rispondere dal solo Briand a nome di tutti gli Alleati. Alla Svizzera in sostanza, dopo un 1periodo che riconosca la elevatezza dei suoi propositi si direbbe che, in risposta alle note con cui il Consiglio Fede·ale dichiarava presso le diverse Cancellerie di • appoggiare • la nota Wilson, si comunicava la risposta a tale nota indir,izzata co'Hettivamente al Presidente degli Stati Uniti.

Analogamente dovevasi ~ispondere agli scandinavi, servendosi per ciascuno Stato delle stesse espressioni da esso adoperate nel sostenere la Nota Wilson (1).

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI E A PIETROGRADO.. CARLOTTI

T. GAB. 57. Roma, 13 gennaio 1917, ore 20.

Mio tel. gab. n. 56 (2) Barrère mi comunica il progetto di 'risposta alla nota svizzera relativo al passo americano per 1la pace, ed Uln altro progetto di risposta ai tre stati scandinavi. Ho dichiarato che approvavo completamente il testo di risposta alla Svizzera. Quanto a quello destinato agli Stati scandinavi trovavo

il secondo ed ultimo periodo non abbastanza cortese, in quanto vi .si rimanda per tutto alla nota di risposta data il 10 gennaio al Presidente Wilson, 'senza nemmeno aHega,re la nota .stessa, come ·si fa invece con la Svizzera. Ho 'consigliato di seguire qui un procedimento analogo a quello usato verso il Consiglio Federale. Invio per posta copia dei documenti in quistione (1).

(l) -Ed. in SONNINO, Diario, Ili, cit., pp. 99-100. (2) -Cfr. n. 81.
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L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 109/10. Washington, 13 gennaio 1917 (per. ore 5,25 del 14).

Poichè malgrado ogni contraria affermazione si persiste attribuire a Wilson reconditi IP·ropositi di rinnovare tentativi di pace, primi e più interessanti commenti alla risposta degli alleati (accolta del resto con indubbio favore) tendono specialmente iJndagare se essa lascia adito ad ulteriori passi del Presidente per cercare di avvicinare i belligeranti, affettano di ritenerlo, contro l'ovvio parere della maggioranza, quei membri del Congresso e quegli organi della stampa che notoriamente asserviti alla Germania e vincolati a Wilson ne decantarono già la prima mossa.

Vari s1ntomi rivelano d'altra parte un atteggiamento sospetto di rinnovata reciproca fiducia tra Berlino e Washington. Mentre Germania insinua officiosamente suo fermo proposito di non venire meno agli impegni assunti cogli Stati Uniti dell'America del Nor1d circa sottomarini, Willson si adagia ·compiacente sulle dichiarazioni di Gerard. Ma Germania insinua pure a questo Governo che ammettendo navi mercantili arrnate e navi trasporti nel novero delle navi da guerra, Stati Uniti dell'America del Nord scanserebbero preoccupazione danni e necessità ·conflitto. Che Wilson possa propendere a favorire anche su questa base un accomodamento purchessia che giustifichi eventualmente il disinteresse in .presenza di una nuova enormità tedesca e lasci impregiudicate le sue ambizioni personali non dovrebbe stupire. Malgrado la minacciosa diffida dei giorni scorsi, è certo intanto che egli non scorge più per questo paese un pericolo imminente. Mi consta infatti in modo sicuro ·che non ha provveduto nè provvede a misure precauzionali di sorta neanche alle più elementari difese contro attacchi sottomarini.

Wilson avendo già dimostrato il proposito di avocare ogni cosa alla propria persona, non può ispirare che la diffidenza più assoluta. Nota tedesca ai neutri qui telegrafata da Berlino in coincidenza colla pubblicazione deHa risposta degli alleati non ha prodotto impressione desiderata (2).

(l) Ed. in SoNNINO, Diario, III. cit., p. 100.

(2) Ritrasmesso a Londra. con T. Gab. 58 del 14 gennaio.

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L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 46/13. Madrid, 13 gennaio 1917.

Martedì scorso nella mattinata si apprese improvvisamente che il Conte di Romanones :in seguito a deliberazione del Consiglio dei Min1stri aveva presentato al Re la dimissione dell'intero Gabinetto; nelle prime ore del pomeriggio venne ufficialmente annunziato che Sua Maestà dopo avere consultato i principali uomini della maggioranza e dell'opposizione aveva dietro loro unanime consiglio respinto le dimissioni e che l'intero Gabinetto rimaneva in carica senza modificazione alcuna.

Queste crisi improvvise e a parlamento ·chiuso sono procedimento frequente neHa vita politica spagnola; ciò si chiama « por•re la questione di fiducia alla Corona •. I Ministeri vi ricorrono quando si trovano in qua1che difficoltà di fronte all'opinione pubblica e desiderano rinforzarsi dimostrando ·che neSISun'altra combinazione ministeriale è possibile per il momento. Il Gabinetto Romanones si trovava di fronte a simili difficoltà in causa dell'impe~no preso di riaprire le Cortes in gennaio e della evidente impossibiHtà di fare approvare integralmente l'omnibus finanziario del Ministro de Hacienda. Ottenuta ora la conferma della fiducia sovralna e _l'impegno di appoggio ·che è implicito nel consiglio dato a quella dai maggiorenti parlamentari, il Conte di Romanones potrà avere davanti aLle Cortes più autorità per far passare i progetti del signor Alba o vedendone l'impossibilità, per ricomporre il Gabinetto sostituendo quel solo ministro.

La c.risi e la sua rapida soluzione furono annunziate al pubblico con una nota ufficiosa nella quale si dichiarava che la c1risi era stata determinata unicamente da mot.ivi di indole interna ·e parlamentare.

Questa dichiarazione parve qui a taluno .una specie di • ex•ausatio non petita '> e chi pensò ·così non andava forse del tutto errato, non essendo da escludere una qualche connessione tra la crisi e la situazione internazionale. Da molto tempo il Conte di Romanones ha cessato di essere • persona grata • alle ambasciate impel'iaH ed è ora oggetto d'una feroce campagna della •staffilpa germanofila che attacca in lui non .solo l'uomo politico ma anche l'uomo privato. Tema obbligato di quegli attacchi è che la casa Figueroa (Figueroa è H patronimico del presidente del Consiglio) della quale il Conte di Romanones è socio con tutti i suoi fratelli e che è proprietaria delle miniere di piombo di Penaroya, realizza lautissimi benefici fornendo .piombo agli Allea.ti; perc·iò il Presidente del Consiglio iTI!coraggia e fomenta il contrabbando di guerra malgrado i danni e i pericoli che ne possono venire ai naviganti spagnoli e in generale agli interessi del paese. Abituati come si è qui alle violenze della stampa germanofila ed aHa brutalità della propaganda diretta dalla ambasciata tedesca si attribuiva quella campagna al prindpe di Ratibor, e quando il direttore della Nacion pubblicò un articolo in quel senso affermando che riproduceva il gtudizio espresso da un alto diplomatico estero, tutti credettero di ravvisare in quello l'ambasciatore

di Germania, e i giornali intesofili non mancarono di protestare a frasi più

o meno velate contro di lui. Invece per questa volta il prindpe di Ratibor era 'innocente, e naturalmente lo fece .sapere al Gove:mo il quale presto ,conobbe che il vero autore di quelle dichiarazioni diffamatorie per il Presidente del Consiglio era l'Ambasciatore di Austria Ungheria.

Il principe di Furstenberg è da molto tem,po noto per i suoi modi aspri e la sua mancanza di misura. Già a Pietrogrado come sempl1ce incaricato di affari ebbe una incresdosa polemica con il Novoie Vremia che rese insostenibile colà la sua situazione. Altrettanto gli accadde dopo la sua missione in Romania con il signor Take Jonesco. L'E. V. ricorderà il singolare atteggiamento, sul quale ho lungamento riferito a suo tempo, che egli assunse qui verso l'Ambasciata d'Italia dopo la nostra dichiarazione di neutralità. Anche alcuni mesi or sono egli ,si attirò per una pubblicazione inoPtportuna un severo monito del Govevno spagnolo, al quale inddente si riferiva il mio rapporto :n. 49 del 18 febbraio 1916. Da qualche tempo egli aveva verso il Conte di Romanones speciali motivi di risentimento. Poco conoscitore malgrado il suo ormai lungo sogglonno a

Madrid della situazione interna e troppo fiducioso nelle altissime infLuenze che aPipoggiano la sua azione nelle sfere di palazzo, egli si adoperò intensamente perché Re A!lfonso si recasse a Vienna ,per i funerali del defunto Imperatore. Come era naturale il Conte di Romanones si oppose recisamente. Più tardi egli chiese e 1per qualche tempo sperò ottenere che il Re assistesse 'in uniforme austriaca aHa messa di requiem che l'Ambasciata austro-ungarica fece celebrare a Madrid. Anche a questo intervento che non sarebbe stato conforme agli usi di questa Corte il Conte di Romanones fece opposizione. Venne poi la nota spagnola in risposta al ,signor Wilson che le Ambasciate imperiali non dubitavano sarebbe .stata di intera adesione, e conteneva invece un cortese ma aperto rifiuto. Questi r,ipetuti insuccessi irritarono vivamente H Principe di Furstenberg il quale non solo si permise sul conto del Conte di Romanones i giudizi ostiJissimi pubblicati dalla Nacion ma richiesto da amichevoli compositori di ritirarli e spiegarli li confermò invece con 'paroie vivad. Iniormato di ciò il Conte di Romanones dichiarò che avrebbe cessato ogni •rapporto personale con ·l'Ambasciatore di Austria e ne avrebbe chiesto il richiamo. Difatti pochi giorni dopo i giornali spagnoli, non so se con fondamento di sicure informazioni, annUJnziarono che si stava preparando in Austria un movimento diplomatico nel quale sarebbe stata compresa l'Ambasciata di Madrid.

È pertanto da ritenersi che trovandosi così in conflitto diretto con l'Amba

sciatore di una grande potenza belligerante, il Conte di Romanones abbia desi

derato di avere una prova pubblica e piena della fiducia del suo Sovralno e dei

principali parlamentari e che abbia mirato anche a questo scopo presentando

le dimissioni di Gabinetto. Riconfermato egli al potere si imponeva di dirimere

il conflitto con il principe di Furstenberg, divenuto ormai, malgrado le ,riserve

imposte alla stampa ministeriale, di pubblica ragione. Vi si adoperò attivamente

il principe di Ratibor e il Ministro di Stato nel suo ultimo ricevimento diplo

matico dioS<se a me ed ai miei colleghi alleati che se :ne occupava non dispe

rando di 'riuscirvi. Il signor Gimeno non lasciò però in queLl'occasione di espri

mersi in termini molto severi sul conto del principe di Furstenberg. Oggi i gior

nali annunziano che iersera dopo un lungo colloquio tra il presidente del Consiglio e il Ministro di Stato ebbe :luogo al Ministero una conferenza tra questi dlue pe11sonag.gi e il'Ambasciatore d'Austria Ulngheria e ,pubblicano in proposito una nota ufficiosa della quale acchiudo il testo (1). Questo è in verità alquanto sibillino, ma resta evidente che poiché si sono riannodati i :ra~porti personali tra H Presidente del Consiglio e l'Ambasciatore, quest'i deve avere in qualche modo spiegato le sue parole e ~che potrà quindi rimanere :per qualche tempo almeno al suo posto. Ed è per noi desiderabile che ~così ,sia perché non sarebbe certo vantaggioso che in luogo del principe di Furstenberg venisse qui destinato un ambasciatore austro-ungarico che fosse uomo di tatto e di abilità. Del Testo qualunque cosa avvenga le relazioni dell'Ambasciata d'Austria ~con il gabinetto Romanones continueranno ad essere alquanto tese, e non mo1to migliori essendo queLle ~che esistono tra l'attuale governo e l'Ambasciata di Germania è da aspettarsi che le due missioni imperiali continueranno a lavorare per quanto possono aUa caduta del conte di Romanones e che esse considerebbero come un g'ran successo la di lui 'sostituzione ~con qualsiasi altro uomo politico.

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IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 115/7. Sioccolma, 14 gennaio 1917, ore 11,05 (per. ore 18).

Tutta la stampa svedese considera le condizioni di pace esposte nella risposta delle Pot,enze dell'Intesa a Wilson come inaccettabili per gli Imperi centrali finchè essi non siano ~completamente battuti dò che non 'le sembra verosimile. Ma mentre i giornali conservatori e germanofili non prevedono che la ,guerra ad oltranza e la vittoria finale degli Imperi centraH, quelli democraUci ritengono che i nostri nemici dovranno ora anche indicare le loro condizioni e ~che, malgrado l'inevitabile grande divario, concetto della pace ~continuerà a farsi strada a poco a poco.

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IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 112/1. Parigi, 14 gennaio 1917, ore 15,20 (per. ore 18,20).

Radowitz ha profittato del ritardo frapposto dal Re a ,congedarlo per presentargli ier sera un nuovo memorandum nel quale riferendosi a queDlo ,precedente con cui proponeva che i due Sovrani di Serbia e Montenegro abdiccassero in favore Princ~pe Alessandro per realizzare unione dei due Stati, invita il Re a indirizzare senza indugio allo Czar una let:tera per comunicar,gli ~che egli rttiene

5 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VII

necessario di di,chiararsi fin d'ora per la fusione del Montenegro e del'la Serbia e che a questo scopo inizierà con quest'ultimo immediatamente i relativi negoziati in corso pregando !l'Imperatore di essere arbitro in caso di disaccordo fra i due Sovrani. Il Re si propone di accettare le dimissioni di Radowitz con una lettera pubblica diretta a ... (l) tener conto dell'opinione pubblica Jugoslava a suo riguardo. Proponendosi per altro il Presidente del Consiglio dei Ministri dimissionario di inviare una sua nota relativa all'Unione Serbo-Montenegri1na ed agli Alleati ne ~nformo V. E. caso in cui creda utile uno scambio di vedute cogli altri Governi per ,constatare che al momento attuale tali negoziati sarebbero considerati inopportuni o ad ogni modo prematuri.

(l) Non si pubblica.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 62. Roma, 14 gennaio 1917. ore 21.

(Per Parigi, Londra, Pietrogrado): Ho telegrafato al R. Ministro ad Atene quanto segue:

(Per tutti): Discorrendo ieri con Rodd della risposta greca ho sostenuto che quattro rappresentanti Intesa, senza perdere altro tempo in note e contro 1note, e dopo concertatisi tra loro sulle singole questioni, invitassero Governo greco a indicare delegati, conferendo coi quali dovrebbero subito precisare punto per punto i !Particolari per l'esecuz,ione dei vari articoli accettati in massima dalla Grecia, chiedendone sollecita e formale risposta di impegno.

Così all'articolo 4 insisterebbero su liberazione degli arrestati entro termine pronto e preciso. Per le contro-domande greche non occorrerebbe per ora impegnarsi, rimandando alle decisioni dei rispettivi Governi.

88

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 64. Roma, 14 gennaio 1917, ore 21.

Questo Ministro di Grecia mi ha rimesso oggi il seguente pro-memoria:

« Le Gouvernement Royal de Grèce télégraphie, à la date d'hier, que, malgré les assurances officielles données à la Grèce par les quatre Puissances dans leur ultimatum du 8 (l) janvier, qu'elles ne permettraient pas l'installatidn dans le ter

ritoire du RoyaUillle d'autorités du mouvement séditieux de Salonique ou de ses partisans, il a appris à son extreme surprise qu'un corps, commandé par un officier... (l) débarqua avant-hier à l'ile de Cérigo, et l'occupa. Ceci se passa au moment où le Gouvernement Grec avait déjà en principe entièrement accepté, par sa réponse à l'ultimatum, toutes les demandes des Puissances. De plus un contretorpilleur français a abordé à Monebasie, dont les habitants craignent un débarquement. Le Gouvernement G~ec proteste contre cette violati01n des enga.gements pris par les Puissances. Il espérait que, après avoir donné dernièrement des preuves tangibles de son bon vouloir, le territoire du Royaume aurait été garanti de toute agression de la part des insurgés. Il dema:nd'e instamment que ceux qui ont occupé l':ìle de Cérigo en soient immédiatement éloignés •.

(Per tutti meno Atene): Nel comunicare quanto precede al R. Ministro ad Atene ho aggiunto:

(Per tutti): Nella nota presentata al Governo greco era detto al paragrafo 7 che le Potenze s'impegnano a non lasciare che i venizelisti profittino delle occupazioni che eventualmente facessero le trQppe alleate in via provvisoria di territori oggi posseduti dal Governo Reale; occorre quindi vedere se gli sbarchi di cui sopra sono stati fatti dai venizelisti o dagli alleati perché la protesta del Governo greco sarebbe pienamente fondata solo nel primo caso.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Cfr. n. 49.
89

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

'T. 123/5. Addis Abeba, 14 gennaio 1917, ore 16 (per. ore 21,20 del 15).

(Via Gibuti).

Tredici gennaio. Governo Etiopico con lettera ufficiale data ieri, mi ha incaricato partecipare R. Governo che giorno 11 febbraio veHà solennemente incoronata in Addis Abeba Imperatrice d'Etiopia Uizero Zaiditu.

Governo Etiopico ha espresso speranze che il R. Governo vorrà farsi rappresentare alla cerimonia della incoronazione. In un coLloquio avuto gio11nJ. fa con Ras De,giac Tafari, questi mi aveva personalmente annunziato decisione Governo etiopico IProcede,re al più presto alla incoronazione Imperatrice chiedendo se i Governi .... (l) avrebbero inviato una loro rappresentanza ed io gli risposi che per lo stato di guerra presente e per il tempo limitato sarebbe stato difficile ai Governi di inviare una Rappresentanza speciale ma che ,certamente essi non avrebbero mancato dimostrare in qualche modo al Governo etiopico 11 loro compiacimento.

In attesa conoscere in proposito decisione R. Governo, mi permetto sottoporre mio parere sulla opportunità che il R. Governo si faccia .rappresentare nella ·cerimonia incoronazione, d'accordo con Governi francese ed inglese, da una speciale delegazione della quale potrebbe essere incaricato Governo della Colonia Eritrea. In tutti i casi ritengo necessario ·che il R. Governo disponga per presentare Imperatrice un dono di qualche valore e per conferire una onorificenza a Degiac Tafari.

(l) Gruppo indecifrato.

90

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 63/6. Atene, 14 gennaio 1917.

Quella netta separazione fra la ques.Uone militare e la questione venizelista, che invocavo nel mio rapporto del 2 gennaio n. l (1), come l'unico mezzo efficace per uscire dal fastidioso equivoco che al momento in •Cui scrivevo sembrava precludere ogni via ad un soddisfacente accomodamento con la Grecia, è avvenuta quasi per incanto ,grazie alla Nota concordata fra noi ed i nostri alleati nella Conferenza di Roma, e da noi presentata al Governo Ellenico 1'8 gennaio. Checché si abbia da pensare della forma, che giustamente V. E. definì di prolissa, della risposta che il Governo Ellenico fece nelle 48 ore prescritte alla nostra comunicazione, e pmr fatta larga parte alle difficoltà e sofismi che non mancheranno di sorgere per l'esecuzione degli impegni da esso Governo assunti, certo è che la nostra comunicazione dell'8 .gennaio ebbe l'effetto immediato di dissipare quell'atmosfera di sospetto che allora regnava. La stampa da un giorno all'altro si trasformò da rumorosamente beilicosa a esageratamente mite e quasi strisciante. I giornali più conosciuti da mesi e mesi come germanofili, e dei quali più si diceva essere stati comperati a caro prezzo dal famigerato barone Shenk, non cessruno ora di ,ricordare al popolo greco gli infiniti benefici che la Grecia ha ricevuto dalle Potenze protettrici, e dall'inculcare la necessità assoluta per la Grecia di ·conservare .le migliori relazioni ·con quelle Potenze, scordando gli attriti e ·le difficoltà dell'ora presente. Tanto efficace è stata su questa opinione pubbHca l'impressione delle dichiarazioni contenute nella predetta nota .contro I'eSipand'ersi del Venizelismo nella vecchia Grecia, che anche l'occupazione di Citera avvenuta dopo la consegna della nota e i rumori circolanti da avantieri che uno ,sbarco di ribelli venizelisti sia avvenuto anche a Monembasia sulle coste del Peloponneso, hanno lasciato pressoché indifferenti anche i più fanatici avversari di Venizelos. Tanto è vero che questo popolo più che alle cose guarda alle

parole, e che una frase ben fatta, qualunque possa esserne il reale contenuto, basta nell'Ellade ,per dsolvere la più complicata situazione!

Sulle reali intenzioni dei gabinetti di Londra e di Parigi nella questione greca non dubito che V. E., dopo la conferenza di Roma, sarà pienamente informata. Sir Francis Elliot è tornato da Roma animato dai sentimenti più pacifici, e desideroso di trovare una pratica via di uscita dal pasticcio in ·CUi egli si è messo. Il Ministro di F.rancia che non ha avuto il ·sedativo di un viaggio all'estero e del contatto con persone diverse da quelle con le quali egli viene reciprocamente suggestionandosi, continua a ripetere che tutti gli accomodamenti con greci non contano nulla, che sia per le ques<tioni miHtari che 1per le altre non si tratta che di menzogne e di inganni, e che la sola soluzione degna delle potenze dell'Intesa sarebbe stata una clamorosa ed immediata rottura dopo i fatti dell'l e del 2 dicembre. Ma evidentemente le opinioni di Elliot e di Guillemin ,poco contano davantl ad un certo dnsavimento che mi sembra di constatar,e nei gabinetti di Londra e di Parigi, dove suppongo debba essere oramai svanita anche quella artificiale eccitazione dell'opinione pubblica, che si ·condus1se ~con tanto vigore dai giornali isrpirati da corrispondenti ateniesi del tutto acquisiti alla causa venizelista.

La vita politica alrl'interno del paese si riduce in sostanza a ben poca cosa. Si parla ancora e si cerca da certi organi di continuare ad attribuire molta importanza a quelle famose associazioni degli «epistrati » cui si dovettero i moti recenti. Ma sembra che come ogni altra organizzazione in Grecia, anche quella degli « epistrati », che al principio con sorpresa di tutti aveva presentato delle caratteristiche germaniche, per così dire, di forza e di ordine, vada rapidamente guastandosi nel soverchio individualismo e spirito di indipendenza che informa ogni cosa in questo paese. Così mi si asserrisce che la lega degli « epistrati » è oramai divisa in tre perdendo così ogni forza e vigore. In sostanza agli « epistrati » come ad ogni altro elemento politi~o greco non resta al momento attuale che da appoggiarsi interamente sulla volontà del re Costantino, il quale solo ha capito interamente i bisogni e il sentimento del suo popolo, che nella guerra attuale ad altro non ha aspirato che ad essere lasdato tranquillo profittando dei lauti guadagni che la ~neutralità poteva offrirgli. Per quanto tempo questo assoluto potere del sovrano potrà durare, e se e come il popolo ellenico si accorgerà un giorno di avere seguito una politica di rilas1samento morale a totale vantaggio dei suoi rivali, è cosa che veramente non saprei dire. A me basti di constatare che al momento presente la forza e l'influenza del re Costantim.o sono, per dir così, senza confine nel suo paese, e che su di }ui ·conviene appoggiarsi a volere ottenere cosa alcuna qui. Credo che l'Italia abbia ciò compreso meglio dei suoi Alleati, e che riconducendoli, nel limite del posrsibile, su quesrta via, sia stata la principale autrice dell'aver messo sopra un terreno pratico ed effettivo la questione dell'allontanamento dal dorso dell'esercito d'oriente di ogni pericolo militare da parte delle forze greche. Allontanamento già ottenuto in gran parte al momento in cui serivo e che fra poco si potrà, credb, chiamare completamente ottenuto, se altri equivoci ed altri 1ncidenti, da parte soprattutto della Francia, non vengono a turbarne lo svolgimento normale.

(l) Non pubblicato.

91

L'ONOREVOLE SALANDRA AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. P. Roma, 14 gennaio 1917.

Non so fare a meno di esporti un mio grave dubbio, che non concerne un dettaglio ma un punto fondamentale dei documenti diplomatici venuti fuori in questi giorni.

È stato utile e opportuno, nella risposta dell'Intesa a Wilson (1), specificare, come s'è fatto, il programma massimo dell'Intesa?

Io temo di no e per le seguenti ragioni:

l. -Si è lasciata arbitra la Germania e soci di rispondere col proprio programma massimo o (come farà più probabilmente) di evitare la risposta, limitandosi alla facile dimostrazione della inaccettabilità del programma avverso. Questo alla Germania basta agli effetti della politica interna e dei rapporti coi suoi alleati e coi neutri. Intanto essa rimane libera, per l'avvenire, di dare la prevalenza, secondo gli eventi, ai suoi partiti annessionisti o ai più moderati; noi rimaniamo legati al programma così solennemente esposto.

2. -Si è data l'impressione alle persone ragionevoli di ogni paese che l'Intesa si propone fini di guerra non conseguibili, per quanto le previsioni si possano fondare sopra una, sia pure ottimistica, valutazione della realtà. Si è data quindi l'impressione che i governi dell'Intesa abbiano per programma una guerra di durata indefinita. Conviene invece tener presente che in Italia certamente, e probabilmente anche all'estero, in Francia ed in Russia se non in Inghilterra, la maggiore depressione della volontà e della energia di guerra non deriva tanto dalle perdite di v<ita e dai disagi economici quanto dalla prospettiva di una guerra ancora lunga, a cui non si possa, nemmeno in via di fondata speranza, assegnare un termine; mentre il programma dell'Intesa, pubblicato con solenne impegno di governi, presuppone una vittoria completa che nessuno può dire quando si potrà conseguire e molti ormai ritengono non si possa conseguire punto. Ora non bisogna farsi illusioni circa il sentimento pubblico, almeno in Italia, e quando dico • pubblico • vi comprendo l'esercito, la flotta e i loro capi. Sarebbe da bambini il credere coi giornali che la diffusione delle tendenze pacifiste sia soltanto opera di socialisti ufficiali e di giolittiani che una politica interna più vigorosa potrebbe ridurre all'impotenza. Sarà bene impedire, per quanto si può, la propaganda deprimente; ma tale possibilità è assai limitata quando le tendenze pacifiste invadono, per la via della stanchezza e della delusione, gli strati medi, i più numerosi, della popolazione ragionante, la grande maggioranza che non acclamò alla guerra ma l'aveva accettata, a grado a grado, come una necessità. Questa grande massa si va ribellando, come a un capriccio di governanti esaltati, a un programma di guerra continuativa

sino alla realizzazione di propositi che ormai, alle persone medie, appaiono irrealizzabili.

3. --Il programma massimo dell'Intesa -che si risolve nella revisione della carta dell'Europa con l'annientamento, o quasi, dell'Austria e della Turchia -darà sempre più alla lega degli Imperi centrali l'ossigeno della disperazione e giustificherà i più duri sacrifizi imposti ai loro popoli. Servirà pure per giustificare, verso i neutri, le forme più aspre della guerra; mentre le popolazioni, che ne saranno colpite, ne faranno rimontare la colpa ai loro governi. 4. --I governi dell'Intesa si sono pubblicamente impegnati, verso i rispettivi paesi e verso gli alleati, a ottenere acquisti e vantaggi, a cui non potranno, anche parzialmente, rinunziare senza esautorarsi all'interno e all'estero. Sarà quindi probabile, ma per molti rispetti assai dannoso, che essi non si trovino in condizioni di trattare la pace e che debbano cedere il posto a governi di diversa orientazione politica. L'osservazione, comunque secondaria, non è scevra d'importanza, specialmente in Italia dove non mancano i tenaci fautori di una opposta orientazione politica.

Di fronte a queste ragioni, del resto ovvie e intuitive, non s'intendono, almeno dal pubblico, di cui pure bisogna tener conto, i motivi superiori che hanno potuto indurre le potenze dell'Intesa alla pubblicazione impegnativa del loro programma massimo. Certo non si poteva, senza una revisione per ora praticamente impossibile, ma a cui pure bisognerà prepararsi, degli accordi stipulati, redigere e pubblicare un altro programma. Ma era proprio necessario, quando la Germania, iniziatrice delle proposte di trattative, non aveva manifestato le sue condizioni, manifestare le nostre?

Se si trattasse soltanto di un dissenso di metodo, mi sarei astenuto dal toglierti tempo esponendotelo. Ma temo che il passo, che a me pare errato, abbia conseguenze, vicine o lontane, sostanziali e gravi. Naturalmente spero di tutto cuore d'ingannarmi e d'aver torto dagli eventi (1).

(l) Consegnata da Briand all'ambasciatore statunitense a Parigi, il 10 gennaio, a nome di tutti ili Stati dell'Intesa.

92

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. POSTA 8. Roma, 15 gennaio 1917, ore 13.

Il Governatore della Somalia italiana telegrafa quanto segue al R. Mini.. stero delle Colonie:

• Gasparini di ritorno con R. Nave " Calabria" da costa Migiurtina mi riferisce quanto segue su situazione politica protettorato e esito sua missione.

Sultano Obbia, seguito accordi con lui presi, ha da Gallacaio... (l) una colon-· na di 1500 armati che con rapida azione Lasanod Garesa fortemente presidiata dai Mullisti ha ottenuto un primo successo uecidendo circa 300 dervisci impadro· nendosi di 4000 ca,pi bestiame grosso che insieme a 200 prigionieri venne condotto a Gallacaio. Sultano era ccmc,entrato grosso nucleo forze a sud di Gallacaio pronto respingere probabile tentativo rappresaglia del Mullah e a prendere l'offensiva nel caso questi non si sentisse in grado di attaccare il Sultanato. Il Sultano Osman Mahmud (essendosi potuto sistemare diverse questioni politica interna e specialmente quelle dell'I,silam Farahdei Rer Mahad) che ne mantenevano incerta e poco efficace l'azione, •sta ora concentrando gran parte suoi armati a Sousciusdubana ,località a due giornate ad ovest di Nafum da dove intende alla fine del mese corrente far muovere una spedizione forte di 4000 armati contro Tallele residenza del Mullah ne~l'alto Negai.

Durante i quindici giorni di permanenza nel Sultanato e nella traversata per via di terra da Alula ad Nafum Gaspartni ha potuto constatare che il progetto del SuHano non solo trovava tutto il consenso nei capi, nei notabi'li e nella popolazione ma ancora 'Che questi premono su di Lui per una azione decisiva contro il Mullah di aui temono più che mai una azione offensiva. Il Sultano, in oc,casione della consegna che gli venne fatta in forma solenne ad Hafum ,coll'intervento del comandante e degli ufficiali della "Calabria", delle insegne della Stella d'Balia, ha assicurato davaJnti a ,capi notabili e a circa duemila dei suoi armati di rendersi conto dell'alta importanza della onorificenza ricevuta e di volergli dare il significato di una sempre più stretta fedeHà al Governo che egli intende ora di dimostrare impegnando tutte le sue forze nella lotta contro il Mullah.

La situazione quale così delinea nel .nostro interesse e l'assicurata cooperazione degli Sciaveli che in questi ultimi giorni hanno condotto una brillante operazione contro i Bagheri mi fanno ritenere poosibile che le :sue azioni convergenti contro il MuHah che da tempo forma l'obiettivo de]la nostra politica nei due sultanati e nella regione dello Scebeli a nord della colonia, possa condurre al risultato definitivo di una dispersione del nucleo mullista.

A questo risultato pot1rà concorrere utilmente l'azione degli Uollo Galla e delle al.tre popolazioni del British Somaliland e a tale scopo non ho mancato e non mancherò di tenermi in relazione con quelle autorità inglesi.

Voglio però far cenno a V. E. di una questione assai grave e sulla quale mi sembrerebbe necessario l'alto intervento della E. V. -H Mullah che ha ora concentrato attorno a sé tutte le forze delle cabile a lui favorevoli conduce una vivissima azione di propaganda religiosa in tutte le popolazioni musulmane dell'Etiopia meridionale e speciaLmente nellla cabila degH Ogaden la più forte di uomini e di armi fra tutte le cabile somale.

Ora non solo a me ma anche a1le autorità politiche inglesi di Aden e del

British Somaliland sono pervenute infor:mazioni da cui è dato d'esumere il carat

tere palesemente antislamitico che il nuovo governo etiopi,co dà a tutti atti, e le

rappresaglie ·che ufficialità conduce contro i musulmani senza distinguere se essi

fossero o meno partigiani di Ligg Jasu. Ciò, e ve ne è già cenno, minaccia di far sorgere UoUo Galla un movimento di reazione a carattere prettamente religioso, che per naturale conseguenza farebbe capo al Mullah, che già fin d'ora cerca di falìsene l'esponente.

Permettomi pertanto sotto1porre a V. E. l'oppor.tunità ... (l) da parte rappresentanti Italia, Francia ed Inghilterra presso Governo etiopko tendente far comprendere utilità che .sua azione conservi carattere di repressione politica su quanti parteggiarono per Ligg Jasu escludendo d'a ogni rappresaglia popolazioni islamiche che non ebbero alcuna parte nel movimento».

Il Ministero delle Colonie 1per parte sua mi aggiunge in éliPPOggio alla proposta di S. E. Cerrina quanto segue:

« Di notevole importanza è l'ultima parte del telegramma stesso che mette in evidenza il perkolo della politica antislamka iniziata dal nuovo Governo etiopico e che può generare una reazione tra le popolazioni musulmane di quell'impero, favorendo per tal modo gli intendimenti del Mullah.

Ritengo quindi oppor·tuno, come dke il Commenda:tor Cerrina, rche i rappresentanti d'Italia, Francia e Inghilterra in Addis Abeba faocia'no comprendere nel modo che crederanno più opportuno al Governo etiopico l'utHità che tla sua azione conservi soltanto il .carattere di repressione politica su quanti parteggiarono per Ligg Jasu, escludendo da ogni rappresaglia le popolazioni islamiche che non ebbero alcuna parte nel movimento.

Fermo l'attenzione dell'E. V. su questo punto per i passi che ·crederà siano da fare a Parigi e a Londra, dove ogni proposta in tal senso non potrà avere che favorevole accoglimento, e per le uniformi istruzioni da dare poi al R. Ministro in Addis Abeba, risultando d'interesse stesso dell'Etiopia, circondata come è da popolazioni musulmane, Dancale, Galla e Somale, non dare •carattere di persecuzione religiosa alla accennata azione di repressione che dovrebbe mantenere soltanto carattere di provvedimenti di polizia interna».

Prego V. E. agire presso codesto Governo in conformità di quanto precede facendomi conoscere telegraficamente l'esito delle sue pratiche.

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, II, cit., pp. 133-135.

(l) Gruppo indecifrato.

93

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 113/15. Atene, 15 gennaio 1917, ore 13,30 (per. ore 16,05).

Telegrammi di V. E. Gabinetto 49 (2) e 62 (3). Mi adopero in ogni modo nel senso indicatomi da V. E. ma trovo :nei miei colleghi e sopratutto in quel'lo di Francia una resistenza passiva che impedisce ogni rapida esecuzione degli

impegni assunti dal Governo greco. Addetto militare francese non è stato ancora

autorizzato a mettersi in rapporti con lo Stato Maggiore greco per concretare

le ulteriori misure militari che a termini nostro ultimatum avrebbero dovuto

seguire dentro quindici giorni e ciò col pretesto che la controversia tra la Francia

e l'Inghilterra, di che al telegramma di Gabinetto n. 11 (l) non è ancora a,ppia

nata. Non esiste al<cun piano positivo pel ristabilimento dei controlli. Nessuno

sa dirci ·Come e da chi sarà composta la commissione per le indennità a quelli

che soffrirono dai fatti del 2 dicembre. Frattanto dietro insistenze dell'Incaricato

d'Affari d'Inghilterra non ho potuto esimermi dal firmare la seguente nota sup

plementare al Governo ellenico (2):

« Les Ministres de France, Italie, Russie et le Chargé d'affaires de Grande Bretagne ayant communiqué à leurs Gouvernements la note responsive du Gouvernement Hellénique en date du 28 décembre-10 janvier 1917 ont reçu l'ordre de faire connaitre au Gouvernement Royal que tout en prenant acte de son adhésion aux mesures militaires réclamées par leur note du 8 Janvier, les Gouvernements alliés ne sauraient accepter cette réponse en ce qui concerne certaines d'es demandes formulées dans leur note du 31 décembre et reitérées dans celle du 8 janvier, avant que la dite réponse ait été precisée sur certaines points de la maniè•re suivante:

l) Bien que les Gouvernements a11iés aient pris engagement de rendre les contròles aussi J>eu genants que possible, ils •ne sauraient admettre de la part du Gouvernement hellénique aucune restriction de nature à en compromettre l'efficacité.

2) Les Gouvernements alliés insistent sur l'exécution immédiate et sans conditions de la promesse de mise en liberté de toutes les personnes déténues pour des raisons politiques.

3) En raison du caractère spécial de l'enquéte prévue au paragraphe 4 de la note du 31 décembre dernier, les Gouvernements alliés ne peuvent s'engager à ce que les indennités à allouer à Ia suite de cette enquéte soient fixées d'après les dispositions de la législation grecque.

Le blocus ne pourra étre levé qu'après l'acceptation précise et formelle de ce qui p,récède ainsi que de toutes les autres demandes des Puissances alliées et, en outre, lorsque les ·conditions d'exécution indiquées dans la note du 8 janvier auron t été remplies •.

Attendiamo la risposta del Governo ellenico promessa per oggi. Ma da tutto l'insieme non posso sottrarmi... (3) che queste Legazioni di Francia e d'Inghilterra, nonostante gli impegni presi dai loro Governi a Roma, continuano nella loro politka ostruzionistica per giungere non all'accomodamento ma ad una rottura, rendendo il Governo ellenico responsabile di ritardi che invece debbono loro esser imputati. Continuerò a fare ogni sforzo nell'ordine d'idee desiderato da V.E.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -T. Gab. 49 del 12 gennaio, che non si pubblica, ritrasmette T. Gab. 80 di De Bosdari, con risposta di Sonnino allo stesso • malgrado sua prolissità pare a me che Nota greca sia soddisfacente •. (3) -Cfr. n. 87. (l) -T. Gab. 11 del 14 gennaio, che non si pubblica: De Bosdari informava che secondo gli inglesi i controlli dovevano dipendere dalle Legazioni in Atene; secondo i francesi invece dal generale Sarrail. (2) -Comunicata il 13 gennaio. (3) -Gruppo indecifrato.
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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 135/20. Pietrogrado, 15 gennaio 1917, ore 12,30 (per. ore 21,20).

Pokrovski avendomi dato ieri ·confidenzialmente I·ettura dei telegrammi di Giers riferentisi punti fissati alla conferenza di Roma gli ho chiesto sue impressdoni in proposito ·e se, come mi sembrava ~potesse esserlo, egli fosse sodidiSJfatto delle conclusioni raggiunte. Ministro degli Affari Esteri mi ha risposto che il sistema adottato per la questione g.reca di concretare precedentemente con possibile precisione Ia linea di ·condotta e le misure da prendere ,gli pareva eccellente e che spirito cui queste ispiravansi come la chiarezza della nota prodiucevarno in lui favorevole impressione e speranza risultati positivi. E~li ha so~giunto che anche le formule .concertate dalle due sezioni politkhe e militari della Conferenza erano da lui considerate di molta utilità e che per alcune di esse non poteva ancora esprimere particolari apprezzamenti finché ulteriori ragguagli non gliene chiarissero tutta la portata. Egli ha •Concluso che la .riunione di Roma rappresenta un nuovo notevole passo verso quella unità di piani e azione che deve corrispondere all'unità già esistente dei propositi.

La prossima riunione di Pietrogrado 1nella quale dovrà trattarsi del concorso militare degli aileati in favore della Rus,sia, delle questioni finanziarie e di alcune politiche .completerà, egli disse, il primo ·ciclo delle intese concrete da tutti invocate per azione coordinata e della massima efficacia. Pokrovski mi ha informato poi che convegno di Pietrogrado è stato rimandato alla fine del mese •corrente (1).

95

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. RR. 127/23. Pietrogrado, 15 gennaio 1917, ore 13,30 (per. ore 20 del 16).

Mi consta che Ambasciatore d'Inghilterra nell'udienza da lui sollecHata e ieri ottenuta ha esposto a S. M. l'Imperatore necessità di fare cessare recente agitazione dell'opinione pubblica risolvendo il conflitto esistente fra 1la Duma ed il Governo e risoHevando la fiducia del popolo ~nelle tstituzioni e nelle sorti del paese. L'Ambasciatore ha detto che due vie sono aperte alla scelta e 'Cioè queLla verso cui il Sovrano sembra indotto a volgersi ·che conduce direttamente alla rivoluzione e quella della collaborazione del Parlamento col ,popolo che con

duce al trionfo sui campi di battaglia e ad esaltazione del trono. È in facoltà di Monal'ca il prendere una decisione da cui dipende l'avvenire della Russia e del Sovrano. Con commosse parole Buchanan concluse scongiurando Czar di prendere nella più serena considerazione l'opinione che aveva creduto :suo dovere esporgli in quel momento grave in nome dell'amicizia che unisce due Corti e due paesi. S. M. 'rispose con grande dserbo. All'accenno alla fiducia da rtdestare nella opinione pubblica osservò ~che innanzi tutto dovevasi ristabiLire fiducia del Sovrano in alcune classi al che Buchanan replicò entrambe le fiducie essere oggi indispensabili per superare difficoità e raggiungere g1i scopi cui mirano gli alleati. S. M. si è infine riservato di esaminare maturamente considerazioni dell'Ambasciatore.

L'udienza tenuta in piedi fu di breve durata. È diffkile far <previsioni sui suoi risultati. L'influenza dell'Imperatrice sul Sovrano è fortissima e piegare l'animo di lei che è fermamente convinto di agire per il bene del 'paese e che è validamente sos1tenuto da Protopopoff non sembra cosa facile. Domani a quanto si afferma, sarà pubblicato definitiva costituzione del Ministero. Da es<sa si potrà rilevare se disposizioni del Sovrano abbiano subito mutamenti (1).

(l) Ritrasmesso a Londra e a Parigi con T. Gab. 74 del 17 gennaio.

97

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

D. R. SPECIALE l. Roma, 15 gennaio 191 7.

La conferenza interalleati, tenutasi a Roma ai primi di gennaio, ha preso, tra le altre, la seguente risoluzione dietro iniziativa di Lloyd Geonge:

« Front Italien -(7) -La Conférence, per,suadée de l'op:portunité offerte par le front italien pour une offensive ,combinée des trots alliés occidentaux, est tombée d'ac,cord que l'appui à donner :par les alliés occidentaux à l'armée italienne sur le Carso doit etre envisagé par les autorités militaires des d'ifférents Gouvernements, pour la décision cles trois Gouvernements intévessés •.

Il Comando Supremo italiano ha in 'conformità redatto la memoria che Le unisco (2), relativa ad una invocata cooperazione dell'esercito inglese con quello italiano sulle nostre fonti sia con solo invio di grosse artiglierie col relativo personale, sia anche con quello di otto divisioni di truppe.

Prego V. E. di comunicare al Premier inglese Lloyd George, personalmente ed al più presto, tale memoria, ,secondo quanto fu convenuto con ~lui, !Perché egli possa co!nsuHare in proposito codeste Alte Autorità militari (3).

(2} Non si pubblica.
(l) -Ritrasmesso a Londra e a Parigi, con T. Gab. 73 del 17 gennaio. (3) -Annotazione marginale: « Consegnato personalmente pro-memoria annesso al Primo Ministro. 22 gennaio 1917 ».
98

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. u. 117/12. Washington, 16 gennaio 1917, ore 9,10 (per. ore 14,15).

Mi consta che New-York Tribune, dichiarando aver notizie da buona fonte, pubblicherà domattina, sedici, che nella Conferenza di Roma sarebbe stato deciso fra le aUre cose sostituzione del Duca d'Aosta a Re Costantino sul trono di Grecia.

99

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 115/17. Atene, 16 gennaio 1917, ore 15,40 (per. ore 17,25).

Ministro d'Inghilterra venuto ieri in città dichiarò formalmente al Presidente del Consiglio che la frase della nostra nota che la liberazione dei detenuti politici dovesse aver luogo immediatamente e senza condizioni doveva interpretarsi nel senso che anche la procedura giudiziaria a loro ,carico fosse perenta. Lambros è venuto da me dopo questo colloquio e mi ha detto d'i considerare questa ,come una nuova esigenza e che le difficoltà d'ordine pratico di arrestare una procedura giudiziaria a lui sembravano insormontabili. Io insistetti viv&mente sulla necessità pel Govemo ellenico di cedere in tutto e per tutto ma non mi sembra esser riuscito ~completamente a vincerne resistenza. Ha promesso risposta definitiva oggi.

Giornali hanno sentore di questa nuova difficoltà e si agitano ;ponendola soprattutto in relazione cogli avvenimenti di Cerigo che hanno qui prodotto grande impressione.

100

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 133/13. Washington, ... gennaio 1917 (per. ore 19,40 del16).

Alle adesioni della Svizzera e dei Paesi scandinavi all'iniziativa di pace di Wilson si sono aggiunte le adesioni della Cina e deHa Pe:nsia. Si ac,centua d'altra rparte insuccesso presso nazioni del Sud e centro America, alcune delle quali, come il Venezuela, non hanno risposto nuHa ed altre, come il Brasile, l'Uruguay, l'Argentina, hanno opposto un cortese ma reciso e •Sintomatico rifiuto di appoggio. Contrasta singolarmente contro siffatte direttive l'atteggiamento di questo Ambasciatore d'Argentina le cui manovre personali presso il Dipartìmento di Stato e la dichiarazione di subordi!nazione incondizionata alla politica di Wilson che egli si arroga di fare alla stampa in nome di tutto il •Continente americano, tendono a .compromettere ·col suo anche ,gli altiri Governi e pongono in particolare disagio i suoi colleghi, alcuni dei quali mi hanno confidato il loro risentimento. Lo squilibrio e la megalomania del Signor Naon non sono :più un mistero per chi lo avvicina, ma essendo abilmente sfruttati da questo Governo non costit:uiscono pevciò meno un pericolo contro il quale sarebbe vantaggioso fos1se diffidato, se possibile, il Governo argentino.

101

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 124/19. Atene, 16 gennaio 1917, ore 20,40 (per. ore 24).

Ecco la risposta data oggi dal Governo greco alla •comunicazione di cui al mio telegramma n. 17 (l):

• En réponse à la communication en date 13 janvier que les Ministres de France, d'Italie et Russie ainsi que Monsieur le Chargé d'Affaires de Grande Bretagne viennent de lui adresser, le Gouvernement Royal déclare qu'il n'entendait pas apporter des restrictions à l'acceptation des demandes formulées par les Puissances dans leurs notes du 31 décembre dernier et 8 janvier 1917; il adhère donc aux précisions énumérées par les numéros l et 3 de ileur Note du 13 janvier 1917 et accepte également que le ·contenu du numéro deux soit: "L'exécution immédiate et sans conditions de la promesse de mise en liberté de toute les personnes détenues par des raisons politiques ".

Le Gouvernement Royal prend acte des déclarations des Gouvernements alliée·s sur la levée du blocus contenues dans les Notes du 8 janvier et réitérées dans celles du 13 janvier 1917 ».

Mi sembra che lo spirito critico più acuto non possa ormai in !linea teorica trovare più nulla da ridire e giova sperare che non si Iscriveranno più Note. Quanto alla esecuzione duro tuttora fatica a persuadere i miei ·colleghi di Francia e d'Inghilterra di lasdare ad Atene gli organi indispensabili per .curarla d'accordo coll'autorità greca, ma non dispero di riuscirvi.

(l) Cfr. n. 99.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. POSTA 67. Roma, 16 gennaio 1917.

Mio telegramma n. 56, in data 13 corr. (1).

l) NOTA SVIZZERA.

«Le Président des Etats-Unis d'Amérique vient d'adresser aux Gouverne

ments de l'Entente et aux Puissances Centrales une Note en faveur de la IPa·ix.

Il a bien voulu la communiquer au Conseil Fédéral Suts,se, qui, i:nspiré du désir

ardent de voir bientòt cesser les hostilités, s'était mis en rapport avec lui il y

a cinq .semaines. Dans ~cette Note le Président Wilson rap>pelle combien il est

désirable d'arriver à ·conclure des accords internationaux, en vue d'éviter d'une

façon durable et sure des catastrophes comme celle dont les peuples ont à souf

frir aujourd'hui. Avant tout il insiste sur la nécessité de mettre fin à la guerre

actuelle, il ne formule pas lui-meme des propositions de paix, il ne propose

pas non ·p1us sa méc]iation, il se borne à présen:tir les beHigérants pour ,savoir

si l'humanité peut espérer aujourd'hui s'etre rapprochée d'une paix bienfaisante.

La généreuse initiative personnelle du Président Wilson ne manquera pas d'éveiller en Suisse un écho profond. Fidè1e aux devoirs qui lui impose il'observation de la plus stricte neutralité, liée de la meme amitié avec les deux groupes de puissances actuellement en guerre, isolée au centre de l'épouvantable melée des peuples, gravement menacée et atteinte dans 1ses intérets spirituels et matériels, notre patrie aspire à la paix. La Suis:se es:t .prete à aider de toutes ses faibles forces à mettre un terme aux souffrances de 1la guerre, qu'elle voit passer tous les jours avec les internés, les grands blessés et les évacués; elle est disposée, elle aussi, à jeter les fondements d'une collaboration féconde entre les peuples.

C'est pourquoi le Conseil Fédéral Suisse saisit avec joie :l'oc,casion d'appuyer les efforts du Président des Etat-Unis d'Amérique; il s'estimerait heureux de pouvoir, meme dans la plus modes,te mesure, travailler au rapprochement des nations en guerre et à l'établiSisement d'une paix durable ».

2) NOTA SCANDINAVA.

« Le Gouvernements danois, norvegien et suédois ont invités leurs Légations respectives à adres·ser aux Gouvernements des Pays belligérants des Notes dans lesquelles les trois Gouvernemen1s, adhérant à la Note du Président Wilson sur les mesures propices à faciliter une paix durable, déclarent qu'ils manqueraient à leurs devoirs envers leurs peuples et enver's toute l'humanité s'il n'exprimaient pas leur sympathie la plus profonde pour tous les efforts· de nature

à contribuer à met:tre fin aux souffrances, aux pertes morales et matérielle.s qui sont la conséquence toujours .croistsante de la gue11re. Le.s trois Gouvernements ont l'espoir que l'initiative du Président Wilson aboutira a un résultat digne de l'esprit magnanime dont il s'est inspiré ».

3) RISPOSTA ALLA NOTA SVIZZERA (secondo il progetto francese).

«Les Gouvernements alliés ont reçu la Note du 22 décembre 1916 par ìaquelle le Gouve:mement Fédéral, se référant à la Note adressée le 18 du meme mois aux Puissances belligérantes par le Président Wilson, exprimait le désir d'appuyer auprès d'eux l'initiative du Président de.s Etats-Unis et, dans son désir de voir la paix réstaurée, se déciarait pret à travailler à rapp,rocher les nations en guerre et à jeter les fondements d'une •Collaboration féconde entre les peuples.

Le monde entier ·conmait les efforts que la Suistse a généreusement :poursuivis en vue de soulager les .souffrances des internés, .des grands blessés et des évacués auxquels les soins les plus dévoués n'ont cessé d'ètre prodigués. Aussi les Gouvernements alliés rendent-ils hommage aux sentiments et aux intentions dont témoigne la communication du Gouvernement Fédéral.

Leur attitude a été clairement définie dans 1la répon:se qu'ils ont adressée, le 10 de ce mois, au Prés1dent Wilson. Le Gouvernement Fédéral s'étant référé aux propositions amérkaines, les Gouvernements alliés ont l'honneur de lui communiquer ci-joint le texte de leur réponse. Il voudra bien trouver dans ce document l'exposé des raisons pour lesquelles les Gouvernements alliés estiment qu'il ne leur est pas possible de répondre aux voeux auxquelles la Suisse s'est associée ».

4) RISPOSTA ALLA NOTA SCANDINAVA (secondo il progetto francese).

« Les Gouvernements alliés ont reçu la Note du 29 décembre 1916 par laquelle le Gouvernement Royal (de Suède, de Danemark, de Norvège) invoquant ses devoirs envers son propre peuple et envers l'humanité, a tenu à affirmer sa sympathie pour les propositions des Etats-Unis, en vue du rétablissement de la paix et pour tous les efforts q:ui pourraient y contribuer.

L'initiative du Président Wilson a amené les Gouvemements alliés à définir leur attitude dans une Note qu'ils ont adlres,sée, le 10 de ce mais, au Président des Etats-Unis, et dans laqueHe le Gouvernement Royal trouvera l'exposé des raisons pour lesquelles les alliés estiment qu'il ne leur est pas pos,sible de répondre aux voeux auxquels la Suède (le Danemark, la Norvège) s'est associée ».

(l) Cfr. n. 81.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 132/14. Parigi, 16 gennaio 1917, ore 21,45 (per. ore 3,20 del 17).

Briand ·che ho pregato sollecitare trattative Londra per Asia Minore mi ha detto che il ritavdo •crede dipenda dalla morte dell'Ambasciatore di Russia.

Mi ha detto poi aver parlato con S. E. il Presidente del Consigl:io dei Ministri ed aver inteso che aspirazioni italiane si concentrano specialmente su Smirne. Mi affrettai ad osservargli doveva esservi stato un malinteso perché per l'Italia il porto di Mersina è tanto necessario quanto Smirne ed egli pur ripetendo che

S. E. Boselli aveva parlato soltanto di Smirne riconobbe che aveva anche aggiunto che a.s1pirazioni italiane non si limitavano a Smirne e che le avrebbe precisate in una sua lettera personale che Briand attende.

Credo sarebbe importante sollecitare invio a farvi comprendere la domanda di Adana e Mersina. Nella convErsazione cercai di dimostrare a Briand come l'Italia abbia ragione di contare sul consemo francese all'assegnazione all'Italia di Mersina e Adana perché le aspirazioni francesi furono sempre prima sola· mente limitate alla Siria della quale nemmeno AleE·sandretta fece mai !Parte. Che ora la zona assegnatale si arricchisca di Alessandretta è assai equo ma che Francia se ne accontenti lasciando all'Italia Mersina l'unico porto della regione montuosa a ovest che non comunica con alcun punto della costa dove avere un buon porto.

A ciò Briand nulla obiettò, ma riparlò di Smirne vantandone l'importanza che io non negavo. Gli ho detto poi che credevo non si dovesse discutere di dettagli ma che mi sembrava -che la Francia dovesse •convincersi della necessità di riconoscere all'Italia una porzione di Asia Minore equa delimitata per essere sicura che I•talia poteva fiduciosamente anche dopo guerra restare in amichevole intimità con la Francia persuasa essere passato il tempo di competizioni sistematiche e che i due paesi anziché ostacolarsi ammettano Io sviluppo dei reciproci interessi in zone ben chiaramente delimitate. A ciò Briand si associò pienamente e mi ,pregò di assicurare V. E. che la discussione procederà a Londra da parte della Francia con gli intendimenti più amichevoli e col vivo desiderio di soddisfare più che sarà possibile i desiderii dell'Italia ed è perciò che sperava ricevere presto la lettera di S. E. il Presidente del Consiglio dei Ministri.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 145/31. Pietrogrado, 16 gennaio 1917, ore 9 (per. ore 11 del 17).

Principe Nicola Galitz~ne nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri è poco noto come uomo politico non avendo coperto ·che •cariche amministrative. Sue tendenze sono evidentemente conservatrici appartenendo egH alla estrema destra del Consiglio dell'Impero. Sue dichiarazioni al Novoje Vremia (già comunicato a V. E.) qualificano direzione sue idee. Dal punto di vista morale, egli è conosciuto come persona di grande rettitudine e pieno di buona fede. Giusto appunto che si muove a questa .scelta da chi considera oggettivamente la situazione, è che in siffatti momenti come gli attuali e quando Alleati cercano conferire ai rispettivi loro Govel'ni la maggiore efficacia e maggiore prestigio, non si può chiamare a capo del Governo persona del tutto inesperta e priva di autorità.

Pocrowsky continua ignorare decisione che lo rigua11da. Come g1a :ne informai V. E., egli ha da vari giorni rassegnato le dimissioni. S. M. Imperiale non ha risposto fino ad ora a tale sua domanda.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 140/24. Pietrogrado, 16 gennaio 1917, ore 9 (per. ore 11,30 del 17).

S. M. l'Imperatore ha ricevuto oggi a Czarskoieselo il Corpo diplomatico in occasione del Ca;po d'Anno. S. M. Imperiale ·che neWaspetto e nel :linguaggio appariva moHo calmo ma non così sereno com'e di consueto, ha tenuto circolo intrattenendo ciascuno ·con l'usata sua affabilità. Rispondendo ai voti da me rassegnatigli per la sua prosperità e que1la della famiglia imperiale come per la grandezza e la gloria della Russia l'Imperatore li ha ricambiati all'indirizzo di S. M. il Re, della famiglia Reale, dell'Italia e del glorioso esercito italiano. Ha poscia espresso la sua soddisfazione dei risultati della conferenza di Roma che ha dimostrato una volta di più l'unità di intenti e il fermo proposito degli Alleati di condurre la guerra a vittoriosa fine coordinando e intensifi.cando i loro sforzi ed ha fatto allusione ai benefici effetti che si ripromette anche dalla pros:sima .conferenza di Pietrogrado. Ha accennato aHe notizie provenienti da numetrose fonti circa i segni d'indebolimento interno in Germania ed ha e!ili)resso la lusinga che il 1917 segni un passo decisivo nell'andamento della guerra. Ha poi manifestato opinione che il Presidente degli Stati Uniti non ripeterà l'iniziativa presa da lui dopo l'accoglienza che i1 suo tentativo presso gli Alleati ha trovato ed ha sottolineato suo compiacimento per la risposta degli Alleati.

S. M. l'Imperatore ha infine posto in rilievo enormi forze di cui gli Alleati dispongono ed ha concluso traendo i migliori auspici dala'a Joro incrollabile volontà di valersene ·con un'azione concorde nel modo più efficace. Coi miei colleghi di Francia e Inghilterra S. M. l'Imperatore ha espresso analoghi ·concetti senza entrare in particolari circa presente operazione di •guerra e astenendosi del tutto da allusioni alila politica interna.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 274/60. Londra, 16 gennaio 1917.

Con riferimento al mio telegramma di gabinetto n. 15 del mese ·corr. (1), ho l'onore di qui unito trasmettere a V. E. copia della Nota inid:ilrizzatami da questo Ministero degli Affari Esteri a proposito della rÌtS)posta che gli Alleati dovrebbero dare alla Svizzera, ·come pure copia della Nota indirizzata a tale proposito dal·l'Onorevole A. J. Balfour al Ministro di Svizzera in Londra (2).

ALLEGATO.

BALFOUR A IMPERIALI

Foreign Office, 9 gennaio 1917.

With reference to Your ExceUency's memorandum No. 6258, of the 31st ultimo, regarding the reply to be returned by the AHies to the Swiss Note, I bave the honour to inform Your Excellency that His Majesty's Ambassador at Petrograd reported on the 26th ultimo that in the opinion of the Russian Minister for Foreign Affairs the Allies should communicate to the Swiss Government a copy of the reply to the enemy Peace Note. Sir G. Buchanan, however, reported on the 30th ultimo that he had incorrectly interpreted Monsi,eur Pok,rowsky's views, and that the latter's suggestion was 'that a copy of the Allies' reply to President Wilson's note should be oommunicated to the Swiss Government.

I regret that a misunde!fstanding should have arisen in the matter owing to the instructions sent to Sir R. Rodd on the receipt of Sir G. Buchanan's first telegram.

In the meantime I have addressed to the Swiss Minister in London a note of which a copy is enclosed herein (1), and I consider this a sufficient reply.

(l) -T. Gab. 35/15 del 5 gennaio, che non si pubblica: Balfour è d'avviso di l'ispondere alla nota svizzera e a quella dei tre Stati scandinavi con semplice accusa di ricevuta. (2) -Non si pubblica.
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IL CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, ALDROVANDI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. P. Londra, 16 gennaio 1917.

Durante il viaggio (2) le conversazioni con gli inglesi furono poche, ma lord Milner trovò modo di brindare all'alleanza « che sia eterna » tra Italia ed Inghilterra. Qui ho avuto la sensazione di simpatia verso l'Italia e di desiderio di maggiore intimità e cooperazione con l'Italia; ed ho avuto nello stesso tempo la sensazione che le relazioni con la Francia non siano cordialissime. Ci hanno detto che i francesi, per indennizzarne i proprietari, si fanno pagare dagli inglesi persino le trincee che questi scavano in Francia per l'azione militare comune.

Da ambienti bancari sono giunte le seguenti notizie circa la conferenza di

Roma: senso di depressione; dispiacere di Lloyd George di non (avere) conver

sato sufficientemente da solo a solo con V. E. Ho saputo che Steed aveva un

rapporto in lingua francese sulla conferenza di Roma: vi si riferiva del rifiuto

italiano circa i grossi cannoni inglesi e francesi e vi si diceva essersi riportata

l'impressione che l'Italia « vuoi fare una guerra fiacca per conservarsi forte al

momento della pace , . Accludo un trafiletto di un giornale odierno circa la

conferenza (3).

Circa la Russia si ha il sentimento che la situazione sia gravissima. Lord Milner prima che sapessimo delle dimissioni di Trepov ci aveva detto di ritenere la Russia • sull'orlo del precipizio , ; gli avvenimenti posteriori hanno accresciuto le preoccupazioni 'generali verso quel lato.

Portai meco gli appunti che avevo potuto prendere nelle riunioni cui ho assistito a Roma, per confrontarli con quelli di Hankey.

Ho veduto Hankey, il quale dopo averne parlato con Lloyd George mi ha mandato la risposta che accludo (1). Hankey mi ha detto che anche in altri casi, in cui si tennero riunioni in piccolo comitato, non furono redatti verbali. Si potrebbe così stare al verbale della seduta plenaria completandolo con le « conclusioni , delle sedute in piccolo comitato. Invio però ad ogni buon fine gli appunti da me presi (2).

Attolico mi ha detto che occorrerebbe far vivere la deliberazione della conferenza di Parigi (1915) (3), circa un comitato unico interalleato sedente a Londra per la questione del reparto del tonnellaggio ecc. La deliberazione di Parigi non fu mai posta in effetto e gli italiani ed i francesi si trovano sempre a farsi la concorrenza per accaparrarsi il tonnellaggio inglese, con lo svantaggio per noi che da lungo tempo i francesi hanno delle posizioni acquisite e che i francesi, sia per la vicinanza, sia per le più frequenti visite dei loro ministri in Inghilterra prendono il sopravvento sopra di noi.

Mayor è dello stesso avviso: occorrerebbe prendere subito in mano la cosa ed agire a Parigi e qui diplomaticamente per regolare questa ripartizione in via di parità o, se non sia possibile, in via di proporzionalità. Attolico e Mayor ritengono la cosa di importanza somma.

Se il ministro Corsi verrà sarà molto utile. Alla Marina mi parve volessero seguire unicamente l'esempio francese, ma, come ha telegrafato Scialoja al presidente del Consiglio, le circostanze consiglierebbero in ogni caso la venuta del nostro ministro. In molti ambienti si ha l'idea che la Marina italiana non abbia fatto e non faccia abbastanza e non sia molto fair, nei suoi comunicati, per quanto riguarda l'azione delle marine alleate.

Circa l'Asia Minore, Imperiali vede grosse difficoltà. Ieri ebbe un colloquio

• -molto vivace • con Hardinge. Qui gli hanno accennato che le nostre richieste sono eccessive; che la Francia tiene estremamente ad Adana e Mersina; Hardinge ha detto ieri : « C'est à prendre ou à laisser •. Ed Imperiali domanda: • -E se ci rifiutano soddisfazione per Adana e Mersina che cosa abbiamo intenzione di fare? Quale mezzo abbiamo oggi per farci rendere ragione? Gli inglesi hanno, comunque, già un accordo scritto con cui riconoscono alla Francia quei territori"· Ho insistito con lui dichiarandogli che V. E. annette massima importanza alla questione; che occorre accelerare il più possibile, per sentire, intanto, le controproposte.

E per finire. Berthelot in un banchetto privato avrebbe brindato « à nos prochains alliés, les allemands , ( 4).

(l) -Non si pubblica. (2) -Da Roma a Londra da dove doveva proseguire per Pieirogrado per partecipare alla conferenza interalleata che si svolse nella capitale russa dal 29 3·ennaio al 20 febbraio. (3) -Non si pubblica. (l) -Non si pubblica. (2) -Non rinvenuti. (3) -Si tratta della conferenza franco-inglese che si tenne il 17 novembre 1915 per decidere su vari problemi di interesse comune.

(4) Ed. in SONNINO, Carteggio, II, cit., pp. 137-140.

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L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 136/14. Washington, ... gennaio 1917 (per. ore 8,50 del 17).

So confidenzialmente che questa Ambasciata d'Inghilterra ha ricevuto da Balfour una nota a commento della risposta degli Alleati a Wilson con istruzioni di darne copia a Lansing assieme alla traduzione inglese dellla-risposta medesima. La nota che vuole essere diretta in sostanza a questo Governo è di rilevante interesse. Premesso che il Governo britannko apprezza e divide il desiderio di pace di Wilson essa procede a determinare le ,cause del presente conflitto che rintraccia nell'esistenza di una grande Potenza an~mata dalla passione di dominare in una -comunità di Stati mal preparati alla difesa. Rileva che solo in un sistema internazionale diverso da quello preesistente alla guerra attuale possono rinvenirsi le basi di pace durevole e afferma -che taie sistema è lJippunto quello delineato nella nota collettiva delle Potenze, :che nel rimaneggiamento territoriale si informa al iPrindpio di nazionalità. Difende l'espui~ione dei Turchi dall'Europa osservando che :se la Tu11chia aveva ragione d'essere in Europa finché era considerata neceSisaria al mantenimento della pace, non ha più ragione di esistere oggi che è divenuta strumento di gue11ra nelle mani germaniche. La cessazione del dominio tu:r,co in Europa è destinata perciò a contribuire alla causa della pace tanto quanto la restituzione dell'Alsazia-Lorena alla Francia, delle terre h·redente all'Italia e ogni altro cambiamento territoriale reclamato dagli Alleati. Osserva che il nuovo assestamento internazionale se destinato a diminuire le occasioni di guerre non potrebbe costituire però garanzia sufficiente contro il loro ripetersi finché le ambizioni aggressive e i metodi disonesti delle Potenze Centrali non siano debellati e non ,cadano in discredito fra i popoli tedeschi. Quanto all'ac:cordo internazionale inteso a prevenire ulteriori conflitti, dato il disprezzo che dei trattati ha dimostrato la Germania, la nota li dichiara inutili per frenare nuove aggressioni se non saranno rafforzati da speciali sanzioni internazionali. Il :successo degli Alleati soltanto può conseguire tale scopo. Perciò l'Inghilter:ra ha sopportato, sopporta ed è decisa a sopportare sino alla fine sacrifici senza pari dii sangue e di danaro.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI

T. GAB. 78. Roma, l 7 gennaio 1917, ore 20.

(Per tutti meno Jassy): Ho telegrafato al barone Fas'Ciotti quanto segue: (Per tutti): Giers mi riferiva che il Governo romeno è riluttante a dare gli ordini di distruzione delle provviste di cereali a mano a mano che si ritirano

le truppe. Pocrovsky vorrebbe che gli alleati presentassero al più presto u!l.a nota collettiva per spingere Bratiano a ordinare tale distrmzione e dargli forza presso i suoi colleghi.

Ho risposto che aderivo a farlo « si omnes » e avrei mandato istruzioni in questo senso a V. E.

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IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 141/2. Parigi, 17 gennaio 1917, ore 18,45 (per. ore 24).

Re Nicola mi ha detto che aveva accettato oggi le dimissioni del Ministero di Radowitz e lo aveva sostituito con un Gabinetto di affari affidando al Generale Matanovic, già Ministro della Guerra nel precedente Ministero, la Presidenza del Consiglio e distribuendo gli altri povtafogli all'Avvocato Stanislao Ilich ed al Maggiore Tomanovic, tutte persone senza autorità ma le sole non compromesse di ·cui disponga.

Il Re spera che la crisi e la sua soluzione non trovino troppo ostile il Governo frances'e dal quale H Gover;no montenegrino dipende per la sovvenzione .che ne riceve.

111

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 144/27. Pietrogmdo, 17 gennaio 1917. ore 12 (per. ore 1 del 18).

A quanto mi viene riferito da fonte sicura il Granduca Nicola Michailovic, in seguito all'alto invito ieri significatogli dall'Imperatore, ha lasciato Pietrogrado per r·itirarsi nella sua p•roprietà nel mezzodì della... (l); fatto addebitatogli tra gli altri è di aver abusato sua autorità per l'invio di una lettera all'Imperatore firmata dai parenti Granduchi e Granduchesse, fra i quali Cirillo, Boris, Andrea e madre loro Maria Pavlovna, e nella QUale si consigliava di non giudicare con severità eccessiva autore uccisione RaSiputin per non provocare più gravi complicazioni e si intercedeva in favore del Granduca Dimitri Paulovic perché invece che in Persia fosse mandato in una sua •terra di miglior clima stante la sua gracili:tà costituzionale. La lettera fu rinviata ai fi.rmatari dall'Imperatore con l'annotazione che nessuno deve fare l'apologia degli assassini e che sorge il dubbio esistano altre persone non aventi cosdenza tranquilla ma che ogni complice sarà scoperto.

Altro gravame è di aver suggerito al nipote Jusupoff ed a Dimitri Paulovic di favorire la loro difesa appoggiandosi su >]piegazioni d'ordine politico togliiendo all'ucdsione di Rasputin il carattere di delitto ·comune.

Devesi aggiungere che il Granduca Nicola non è ben visto dall'Imperatore per la sua professione di sentimenti liberali e per le ,sue relazioni con moUi uomini politici francesi. Fra le altre, Granduca che assiste talvolta dal pako Imperiale alle sedute della Duma, avrebbe dato non dubbi segni di approvazione alle infiammate requisitorie di alcuni oratori contro l'ingerenza delle «forze occulte».

Accennandomi confidenzialmente alle probabilità di un bando imminente che gli verrebbe imposto, Granduca Nicola mi ha detto avantieri che l'avrebbe subito in santa pace e che credeva non ~sarebbe di lunga durata. Ciò dicendo egli mi è sembrato più calmo del .solito e senza alcuna apparenza di risentimento.

(l) Gruppo indecifrato.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 142/25. Pietrogrado, 17 gennaio 1917. ore 12 (per. ore 6,30 del 18).

T·elegramma di V. E. N. 48 (1).

Conte Vielopolsky mi ha detto che si ritiene autorizzato a rendere di pubblica ragione l'inter;pretazione delle dichiarazioni imperiali, cir,ca la Polonia, e che un giornale polacco di Pietrogrado Nnie Naturaliznicpolsky ha già pubblicato che • le parole del pricase imperiale all'esercito relativo alla Polonia libera e ricomposta del1e sue tre parti » devono essere interpretate nel 'senso che la Polonia unificata otterrà la sua propria orga·nizza:òione di Stato con la propria Camera legislativa ed il proprio esercito. Finora nessun giornale russo ha ·commentato e nemmeno rilevato la comunicazione surriferita salvo il Birsgevia Viedomosti che si è limitato a riprodurla. Ieri sera il Vecernie Vremia ha riprodotto da altro giornale polacco, lo Spravapolsky la seguente ·COmunicazione di Vielopolsky: « Ordine del giorno Imperiale d'el 12, dice ,confermare che non sarà conclusa la pace finché la guerra non conduca alla creazione di una Polonia libera e •ricomposta delle sue tre parti. La questione polaeca si trova così nella serie delle questioni che la guerra deve risolvere. Indipendenza della Polonia è una delle questioni che la Russia e gli Alleati ritengono indispensabili per la conclusione della pace.

n Comitato popolare polacco mi ha commesso di ringraziare il Sovrano per la lieta notizia data dalla Nazione polacca. Questa mi,ss·ione non poteva limitarsi all'espressione dei sentimenti di riconoscenza e devozione e stimai mio dovere chiedere come dovevano essere interpretate parole contenute nell'ordine del giorno suddetto. Nelle gravi condizioni in cui versa in questo momento la

questione polacca ritengo indispensabile dissipare ogni dubbio a ~suo riguardo. Con piena autorizzazione posso ora dichiarare quanto segue: la Polonia sarà unita e libera cioè riceverà propr,iamente organizzazione di Stato...(l) ed eser:cito. La v,ittoria della Russia e dei suoi Alleati garantisce il compimento delle nostre aspirazioni e aprirà al popolo polacco la via... (l) divenuto eguale degli altri popoli. Future sorti della guerra sono nelle mani di Dio. Fermamente credendo che voce decisiva alla conclusione della pace sarà pei popoli che ·combattono per la difesa dei migliori ideali dell'umanità e che avranno .sulle loro bandiere la divisa « liberazione dei popoli ~ .sono certo ·che il giorno della risurrezione d'ella Polonia è prossimo. Dobbiamo quindi ·con piena fiducia nell'avvenire preparavci al momento in cui in condizioni ormai più reali inizieremo i nostri lavori nella patria unita, libera ».

Siccome V. E. vede, la notizia è ormai di pubblica ragione. Conviene però tener presente a mio avviso ·che Sua Maestà ha parlato di una Polonia « ricomposta delle sue tre parti » russa-germanica e austro-ungarica e non di una Polonia altrimenti ricomposta. Non è da escludersi che la parola imperiale possa applicarsi anche ad altri casi ma questo non fu menzionato. Naturalmente non ho fatta rilevare al mio interlocutore questa distinzione ed i conseguenti dubbi sulla estensione delle dichiarazioni di Sua Maestà.

(l) Cfr. n. 76.

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IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

N. RR. P. 1486. Udine, 17 gennaio 1917.

La decisione settima presa dalla conferenza di Roma (2) permette di considerare l'eventuale concorso di truppe alleate sulla nostra fronte a scopo offensivo.

A senso degli accordi verbali presi coll'E. V. mi pregio rimettere a V. E. una nota nella quale il comando supremo italiano prospetta il grande rendimento che ci si potrebbe ripromettere da tale concorso, ed in quale misura e con quale modalità esso dovrebbe avvenire (3).

ALLEGATO.

NOTA SULL'IMPIEGO DI UN CONTINGENTE ALLEATO SULLA NOSTRA FRONTE

l. -Impo1·tanza della fronte deH'Isonzo.

Dalla fronte dell'Isonzo si penetra nel territorio della Monarchia austro-ungarica, della potenza cioè più debole politicamente e militarmente, e forse la meno disposta a persistere neUa lotta.

A breve distanza dalla fronte raggiunta dalle nostre truppe trovasi l'obiettivo di Trieste, la cui occupazione sarebbe un colpo morale gravissimo per gli Imperi centrali.

La reazione provocata dalla invasione romena in Transilvania è indice chiaro di ciò che succederebbe, se l'offensiva sulla fronte dell'Isonzo raggiungesse Trieste, e più ancora si affacciasse alle ALpi Giulie, minacciando la linea della Sava.

Non è esagerato il dire che i progressi sulla fronte dell'Isonzo avrebbero una portata decisiva: sia nel provocare una grave crisi nella Monarchia austro-ungarica, sia nel richiamare sulla fronte giulia il centro di gravità delle operazioni dell'avversario, imponendogli così la nostra volontà.

2 -Necessità di concorso degli alleati.

L'esercito italiano non ha i mezzi necessari e sufficienti per condurre una violenta e potente offensiva sulla fronte dell'Isonzo.

Una simile offensiva dovrebbe essere condotta a cavallo della grande direttrice segnata dal Vippacco e cioè: sul Carso, sull'altipiano di Bainsizza; e in direzione della grande arteria Gorizia-Aidussina-Prawald-Laibach.

Ora l'esercito italiano nelle precedenti operazioni ha potuto solo disporre dei mezzi necessari per agire in una delle tre direzioni, limitandosi ad eseguire nelle altre direzioni azioni più o meno dimostrative.

Solo nell'ultima operazione (che il tempo rese poi inattuabile) il comando supremo italiano, approfittando della stasi nel Trentina e dell'affluenza dal paese di nuovi materiali d'artiglieria, poté organizzare, oltre all'attacco decisivo sul Carso, l'attacco delle alture di San Marco sulla fronte di Gorizia.

Il concorso degli alleati è adunque indispensabile pe:.; attaccare a fondo suila fronte dell'Isonzo e poter raggiungere l'obiettivo di Trieste e le Alpi Giulie.

3. -Modalità e mism·a del concorso deqli alleati.

Il concorso degli alleati potrebbe consistere od in sole artiglierie, od in artiglierie insieme con un certo numero di grandi unità. Il concorso di sole artiglierie avrebbe un valore grandissimo, perché l'esercito italiano avrebbe modo: a) di dare alle operazioni avanti a Gorizia l'impulso indispensabile per operare decisamente e d'accordo colle operazioni che si svolgono sul Carso; b) permettere contemporaneamente un'energica offensiva nel Trentina, mettendo così in valore le numerose fanterie che si trovano colà a scopo difensivo.

Questa linea di condotta sarebbe oltremodo redditizia; essa obbligherebbe l'av

\'ersario a combattere su due teatri d'operazione lontani e mal collegati (Isonzo e

Trentina), mentre noi potremmo approfittare della nostra posiziorte centrale e gra

duare gli sforzi in essi, a seconda delle circostanze.

In sostanza l'esercito italiano avrebbe mezzi d'artiglieria sufficienti per aprire

la breccia su due fronti. tra i quali effettuare la classica manovra per linee interne.

Qualora invece il concorso consistesse oltreché in artiglierie anche in grandi

unità di fanteria, l'esercito italiano avrebbe i mezzi non solo per operare sul Carso,

ma anche per agire decisamente lungo il Vippacco e sull'altipiano di Bainsizza,

realizzando così sulla fronte dell'Isonzo quell'azione armonica per le tre direttrici,

azione veramente potente ed indispensabile per raggiungere la linea delle Alpi

Giulie e potervisi sostenere.

In tal caso però l'azione non potrebbe più essere contemporanea ad altra nel

Trentina, poiché l'esercito italiano non avrebbe artiglierie disponibili. Cosicché una

tale azione dovrebbe precedere o seguire nel tempo quella sull'Isonzo.

La misura del concorso in artiglierie non dovrebbe, in ciascuno dei due casi,

essere inferiore ai trecento pezzi di grosso e medio calibro; quello delle grandi unità,

ll.el secondo caso, dovrebbe consistere in almeno otto divisioni di fanteria.

Tanto nell'un caso, quanto nell'altro, le artiglierie alleate, ed eventualmente le

truppe, verrebbero impiegate sulla fronte di Gorizia, tra il Carso e l'altipiano di

Bainsizza; ove una linea ferroviaria ed una grande arteria assicurerebbero alle truppe

alleate la necessaria indipendenza logistica; e dove l'importanza dell'obiettivo sa

rebbe pari all'importanza morale del concorso delle valorose truppe alleate.

'70

1',)

4. -Epoca dell'inizio dei trasporti.

È nota l'importanza, per il teatro d'operazione italiano, di ristabilire al più presto nel Trentino una situazione solida, e che paralizzi il minor numero possibile di truppe italiane affine di averle disponibili per l'offensiva principale sulla fronte dell'Isonzo.

Il comando supremo italiano ha perciò intenzione di attuare al più presto possibile quelle operazioni sull'altipiano di Asiago, già predisposte ai primi di novembre u. s., ed alle quali dovette rinunziare per le proibitive condizioni metereologiche troppo presto sopraggiunte.

Il comandante delle truppe dell'altipiano ritiene possibile operare nella seconda quindicina di marzo. Ove realmente in tale data l'operazione risulti praticamente effettuabile, ne deriva che fin dal 15 marzo tutto dovrebbe essere pronto per l'offensiva sull'altipiano.

Ora, se il concorso degli alleati si limita a sole artiglierie, basterà che queste siano pronte ad agire sull'Isonzo per il 15 marzo, poiché le due azioni pel Trentina e sull'Isonzo dovr,anno, come si è detto, essere contemporanee.

Ma per ciò occorre che almeno al l o marzo le batterie degli alleati siano tutte giunte sull'Isonzo, per dar loro il tempo necessario ad orientarsi, a stabilire i necessari co1legamenti, ecc.

Ora trecento pezzi richiederanno per il trasporto dalla Francia circa dieci giorni, cosicché le prime batterie degli alleati dovrebbero passare la frontiera poco dopo il 15 febbraio. Le munizioni potrebbero seguire in un secondo tempo, durante cioè il periodo di assestamento delle batterie alla fronte.

Se invece, oltre alle batterie, il concorso degli alleati fosse costituito da otto

divisioni, l'attacco sull'Isonzo dovrebbe aver luogo o subito prima o subito dopo

l'attr<cco sull'altipiano di Asiago.

Ma in tal caso bisogna tener presente:

che tra la data d'inizio dell'attacco sull'Isonzo, e quello del Trentina dovrebbe trascorrere circa Ùn mese (sviluppo dell'offensiva, riordinamento truppe, invio mezzi sull'altipiano, tiri preparatori, ecc.);

che il tempo necessario per il trasporto delle otto divisioni e dei trecento

pezzi è di circa un mese e che truppe ed artiglierie (almeno queste ultime) dovreb

bero giungere sull'Isonzo almeno quindici giorni prima della data stabilita per l'inizio

dell'attacco sull'attuale fronte giulia. Cosicché le truppe e le artiglierie degli alleati

dovrebbero cominciare ad affluire in Italia due mesi e mezzo prima della data

stabilita per l'inizio dell'attacco in Trentino. E poiché questa data non dovrebbe

essere procrastinata oltre il l" maggio ne deriva che, al più tardi, le truppe alleate

dovrebbero iniziare il trasferimento in Italia verso la metà di febbraio.

Se ciò non è possibile, occorre invertire la successione nelle due operazioni

offensive; e cioè operare prima nel Trentino poi sull'Isonzo. Ba,sterebbe in tal caso

che le battel·ie degli alleati giungessero sull'Isonzo abbastanza in tempo per dar

modo a parte delle artiglierie, che oggi sono sull'Isonzo, di trasferirsi in Trentina.

Basterebbe cioè che la maggior parte di esse giungesse sull'Isonzo quindici giorni

prima della data stabilita per l'inizio dell'attacco nel Trentino. In questo secondo

caso si potrebbe anticipare l'operazione del Trentino il più possibile, ciò che sarebbe

del massimo interesse per la situazione sul nostro teatro di operazione. Ammesso

che l'offensiva sull'altipiano di Asiago possa aver luogo al più presto nella seconda

quindicina di marzo basterebbe che le ultime batterie alleate giungessero sull'Isonzo

per il l" marzo, iniziando perc'ò il trasferimento verso la metà di febbraio.

Naturalmente questo programma è subordinato alle eventualità che potranno

ancora presentarsi. Così, ad esempio, se la mina,cda austriaca nel Trentino si dile

guasse, si potrebbe allora agire sulla fronte dell'Isonzo senza preoccupazioni di dover

operare entro determinati limiti di tempo sulla fronte del Trentino.

Per concludere il comando supremo italiano è convinto che il concorso degli

alleati sulla fronte dell'Isonzo avrebbe conseguenze importantissime neLl'interesse

generale della coalizione, ed invoca perciò tutto l'appoggio del governo perché i governi alleati si convincano che nessun altro tratto di fronte, in tutto il teatro di guerra di occidente, è così sensibile per l'avversario come quella dell'Isonzo; e che quivi una azione violenta e potente provocherebbe nel nemico una reazione così energica da distoglierlo da altri propositi offensivi e da rendere inoltre più efficace la contemporanea azione degli alleati sul fronte anglo-f·rancese.

Ma il comando supremo italiano deve pure far presente che se il concorso degli alleati dev'essere concesso, la decisione urge; sia perché i trasporti dovrebbero avere inizio fin dalla metà di febbraio, sia perché occorre predisporre presso di noi tutto quanto è indispensabile per avere il massimo rendimento da tale concorso.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Cfr. n. 97. Cfr. anche SONNINO, Diario, III, cit., p, 98.

(3) Ed. in SONNINO, Carteggio, II, cit., pp. 140-145.

114

IL COMANDANTE DEL CORPO D'OCCUPAZIONE DELL'EGEO, CROCE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

N. R. 247. Rodi, 17 gennaio 1917.

Mi onoro trasmettere a codesto Ministero copia della lettera n. 1282 del 25 aprile 1916 (l), avente 1per oggetto " Condizioni del •CODpo d'oc•cupazione dell'Egeo in rapporto alla guerra attuale , e della lettera n. 232 del 17 gennaio (l) avente per oggetto « Computo della campagna di guerra in corso » : ambedue dirette da questo Comando al Ministero della Guerra -Divisione Stato Maggiore.

Come risulta dalla acclusa lettera del 25 aprile 1916 (l) -alla quale finora il Ministero della Guerra non ha dato risposta -il concetto da cui è mosso questo Comando può ·Così riassumersi:

• Poichè per effetto dell'attuale stato di guerra con la Turchia il trattato di Lo·sanna è nullo, perchè decaduto, l'occupazione attuale del Dodecanneso non può, e non deve, intendersi più legata alla questione della Libia, ma deve ·considerarsi puramente e semplicemente come la occupazione armata di una parte del territorio di uno Stato -la Turchia -col quale l'Italia è in stato di guerra. Si tratta cioè di una condizione giuridica, per l'oc•CUiPante, analoga a quella ereata dalle trup1pe che occupano i1 territorio dell'Albania: condizione che lega in modo indissolubile l'occupazione del Dodecanneso ad ogni altra occupazione congenere dell'Esereito italiano •.

Le propos•te contenute nelle due lettere qui accluse in copia ·scaturiscono, come naturale conseguenza, dal concetto ora eStposto. Con tali proposte ·lo scrivente prega il Ministero della Guerra:

l) di voler dichiarare, in via ufficiale e nel modo che riterrà più opportuno, che il territorio del Dodecanneso sia considerato zona di guerra in relazione alla guerra attuale, e che le truppe del •Corpo d'occupazione dell'Egeo siano considerate, per tutti gli effetti, come parte dell'Esercito operante;

il) Non pubblicata.

2) di voler confermare che per queste trtlippe deve essere computata la campagna di guerra in corso invece deHa .campagna di Libia: e dò in ·conseguenza del Decreto LuogotenenZiiale n. 1207 del 4 s'ettembre 1916, pel quale hanno diritto al ·computo della campagna di guerra in corso i militari ed i personali civili che si trovano • in territori esteri occupati •.

Su queste proposte lo scr,iv·ente Comando si permette rispettosamente di insistere per le ragioni ampiamente svo1te nella lettera del 25 aprile 1916 qui acc·lusa in copia: ragioni di carat,tere ,p,ralico, ma anche -e più 1special!mente ragioni di carattere morale. Perchè -onde sia mantenuto elevato lo spirito di queste tl'uppe -è necessario che esse sappiano di es,sere considerate come truppe ad un posto d'onore, per la tutela e la difesa di un alto interesse nazionale, non· meno di quelle che operano oltre i ,confini d'ItaUa o in altr'i territori esteri.

Trattandosi di questione non esclusivamente militare -ma piuttosto militare e politica ad un tempo, ·in quanto ·che ha relazione col carattere attuale della nostra occupazione in Egeo, sul quale il Ministero degli Affari Esteri è perfettamente in grado di giudicare -ho creduto doveroso di rif·erir.ne anche a codesto Ministero per sua opportuna conoscenza e per H caso che, ·convenendo nella giustezza del conc·etto svolto da qUiesto Coma:ndo, credesse di suffragarlo col suo autorevole parere.

115

IL CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, ALDROVANDI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. P. Londra, 17 gennaio 1917.

Imperiali ha parlato in questi giorni con molta insistenza e fervore per l'Asia Minore. Oggi il capo di gabinetto di Balfour ci ha detto che il ministro manderà fra quattro o cinque giorni gli inviti agli ambasciatori per la riunione su questo tema.

Balfour con cui ho scambiato poche parole mi ha detto: • Speriamo molto di vedere il barone Sonnino a Londra; ciò sarà un grande onore ed avrà molta importanza •. Imperiali, presente, ha detto a Balfour: • Ella sa che cosa occorre per questo », riferendosi alla risoluzione della questione dell'Asia Minore (1).

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, Il, cit., p. 145.

116

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 143/6. Berna, 18 gennaio 1917, ore 8,25 (per. ore 10,20).

Nella seduta di ieri altro Consiglio Federale esaminò nuovamente la questione della ,possibilità di un'invasione del territorio SV'izzero e si fece persuaso degli argomenti del Generale Wille sulla troppo scarsa efficienza del contingente attualmente ,gotto le armi. Goccia che fece traboccare il vaso fu la conferma della presenza di nuove truppe francesi nelle vicinanze Besançon.

Generale voleva dap1prima che si facesse mobilitazione generale, poi scese a più miti consigli accontentandosi dell'aumento pubblicato nel ,comunicato ufficiale di ieri che portò le forze armate sotto le armi a circa ottantamila uomini. Ma queste nuove divisioni saranno tutte schierate ad ovest e a nord con riserva che sarà tenuta in un punto equidistante dalle due frontiere germanica e francese. Nel Ticino e nel Vallese non saranno aumentate le forze tanto è qui generale anche nei circoli militari la fiducia nella lealtà del nostro Paese. Quando il Consi,gliere federale Hof:fimann in seno al Comitato ~eciale propose che nulla fosse innovato per il confine italiano, la sua proposta fu subito accettata senza alcuna obiezione.

Il Consiglio federale pensa che le disposizioni prese torneranno gradite a

tutti i belligeranti. So che l'Ambasciatore di Francia e Ministro di Germania

furono già a Palazzo Federale per esternare la compiacenza dei rispettivi Go

verni per un atto che serve a dimostrare come la Svizzera sia decisa a difen

dere la ;propria neutralità. Ma il Consiglio Federale nel prendere queste misure

in vista principalmente dell'eccitazione ognora crescente dell'opinione ;pubblica

svizzera ed europea è convinto sempre più che nessuno oserà attentare alla neu

tralità elvetica e che quindi le disposizioni adottate sono puramente precauzio

nali. Quanto alla difesa sono stato pure informato dalla stessa ottima fonte che

le opere di fortificazione sono in ottimo stato, che le munizioni abbondano e

che se manca pur troppo artiglieria pesante vi è enorme numero di mitragliatrici

che diverranno per l'esercito svizzero l'arma nazionale (1).

117

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 155116. Washington, ... gennaio 1917 (per. ore 22,35 del 18).

l\Iio telegramma Gab. 2 (2). L'ambasciatore di Spagna è stato ricevuto da Wilson ieri. Questi gli manifestò desiderio che il Governo spagnolo telegrafasse al Papa suo gradimento

per lusinghiera adesione ai suoi tentativi di pace. Chiedendo poi al mio collega di dimenticare le loro rec~proche qualità di presidente e di ambasciatore, Wilson gli domandò che cosa pens,ava della risposta degli alleati. Riano rispose che la considerava tale da non lasciare margine a speranze di pace. Wilson dichiarò di avere una impre,ssione diversa. Il tono della nota lo aveva specialmente colpito e favorevolmente impressionato. Il fatto poi che gli alleati vi ripetevano quattro volte che la re~ipon:sabilità della guerra ricadeva 'sulla Germania dimostrava che essi erano dominati da un ecdtamento del resto naturale, ma che una volta calmato non eliminava la .speranza di ,poter riprendere le trattativé della pace. Continuando Wi1son affermò che, affinché la pace fosse duratura, era necessario assicurare alla Russia e all'Austria uno sbocco nel Mediterraneo, ciò che poteva attenersi con la costitu,zione di una zona neutra.

Accennando poi alla questione dell'Alsazia e della Lorena disse che conveniva fosse risolta in modo « che non ne uscissero feriti i sentimenti delle loro rispettive nazionalità». L'ambasdatore di Spagna che ascoltò esterrefatto in silenzio queste dichiarazioni le ha riferite al suo Governo osservando che si esimeva dal commentarle soltanto perché non le capiva.

Si capisce però a sufficienza che l'ostinazione morbosa di Wilson di voler

dettare, anche se spropositando, condizioni di pace resiste ad ogni ripulsa. Fra

le altre cose quando egli par1ava all'ambasciatore di ~pagna doveva es:sere a

conoscenza della nota inglese di cui al mio telegramma gab. n. 15 (l) (2).

(l) -Ritrasmesso a Parigi con T. Gab. 81 del 19 gennaio. (2) -Cfr. n. 7.
118

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 149/s.n. Londra, 18 gennaio 1917, ore 22,13 (per. ore 2,40 del 19).

Ministro Scialoja fece ieri visita a Balfour. Terminato il colloquio, che si aggirò sulle preoccupazioni per le ·condizioni interne deHa Russia, sul leggero miglioramento della situazione militare in Moldavia, sull'epoca approssimativa in cui potranno essere riprese nostre operazioni militari sul fronte del Carso, presentai al Segretario di Stato Aldrovandi e Galante. Avendo Balfour pregato Aldrovandi di far sapere a V. E. che unà sua visi·ta a Londra sarebbe • graditissima ·e importantiS<sima " io lo interruppi e ·sorridendo gli dis,si: • Ciò dipende principalmente da voi». Balfour capì l'allusione e rispose che per quanto stava in lui si augurava di facilitare la realizzazione del desiderato avvenimento.

in proposito. .

'.-Ritrasmesso a Londra. Parigi e Pietrogrado, con T. Gab. 85 del 20 gennaiO.

(l) T. Gah. 15 s. del 18 gennaio, che non si pubblica: Cellere informa _che Ambasciata Inglese comunicando a Lansing copia della Nota Balfour. ch~edeva se Wil~n ~v~sse obiezioni alla pubblicazione. Presidente rispose: nessuna; ma SI esimeva da ogm opmwne

119

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

T. 159/37. Londra, 18 gennaio 1917, ore 18,13 (per. ore 3,10 del 19).

Odierni giornali pubblicano dispaccio Balfour all'Ambasciata britannica a Washington, amplificante dichiarazione risposta AHeati alla Nota americana e motivando ·convinzione :pace durevole possa soltanto basarsi su successo causa Alleati, mentre pace germanica rap,presenterebbe trionfo di tutte le forze che rendono guerra certa e brutale.

Documento mi pare sotto ogni aspetto commendevole.

Ne segnalo seguenti importanti passaggi: «E' dato sperare che l'espulsione della Turchia dall'Europa contribuirà alla causa della pace altrettanto quanto la restituzione dell'Alsazia-Lorena alla Francia, dell'Italia irredenta aH'Italia e di qualsiasi altro mutamento territoriale indicato nella Nota degli Alleati».

120

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

T. GAB. R.R. 150/34. Londra, 18 gennaio 1917, ore 22,13 (per. ore 5 del 19).

.L.ord Milner col quale conversai ieri a lungo mi dis•se che aveva consegnato a Lloyd George un memorandum relativo al colloquio avuto •Con V. E. circa l'Asia Minore. Dal linguaggio di Sua Signoria mi parve intuire che le dichiarazioni di V. E. hanno prodotto su di lui la desiderata impressione.

Egli insistette sulla buona volontà, sulle disposizioni amichevolissime del Governo britannico il cui compito sembravagli personalmente dovrebbe essere quello di ·conciliare le divergenze esistenti tra noi e la Francia le quali, per quanto gli era dato capire da un superficiale esame della questione vertevano precipuamente su Mersina ed Adana già attribuite alla Francia nelle note intese. non dissimulava però a me, come disse non essere ·stato dissimulato a V. E., le difficoHà di tale compito. Lord Milner accennò da ultimo al vivacissimo desiderio di questo Governo di ricevere V. E. a Londra. S.u questo punto risposi essere mia impressione che V. E., per quanto •certamente lieto di assecondare tale desidevio, difficilmente si deciderebbe, per ovvie ragioni, a venire qui fino a tanto che questione dell'Asia Minore non sarà stata risoluta in modo conforme alle nostre legittime esigenze o almeno entrata in una fase risolutiva ìn tal senso. Aggiunsi che da :parte mia ero stato specialmente lieto del ·colloquio di Roma in quanto che dal medesimo il Governo britannico avrebbe potuto trarre la più autorevole conferma della scrupolosa esattezza delle osservazioni e considerazioni da me a sazietà ripetute circa la gravità della questione e la necessità della soluzione conforme alle vedute nostre e alle sue conseguenze pel presente e pel futuro. Nello stesso senso parlai successivamente a Balfour il cui linguaggio fu sostanzialmente analogo a quello del collega. Balfour mi partecipò che si preparava a dirigere agli Ambasciatori una •comunicazione per la convocazione della conferenza. In conclusione, di,ssi, non mi sentirò tranquillo finchè non vedrò risoluta in modo soddisfacente per noi tale questione che vorrei vedere definitivamente eliminata prima della ripresa dei lavori del nostro Pall"lamento sembrando sommamente desiderabile V. E ..si trovi in grado dare rassicuranti risposte a eventuali interrogazioni. Di tale mia insistenza Balfour riconobbe pienamente fondamento, soggiungendo che per parte sua non domandava di meglio.

121

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

T. 175/34. Pietrogrado, 18 gennaio 1917, ore 10 (per. ore 9,40 dei 20).

Con recente ukas Neratoff è stato nominato membro del Consigl1io dell'Impero. Al tempo stesso S. M. l'Imperatore gli ha ordinato su proposta del Ministro degli Affari Esteri di re.stare in funziOini di Vice Ministro di quel Dicastero fino nomina suo ·successore. Neratoff mi ha detto che questa forma di provvisorietà è stata adottata perchè nella sua nuova qualità di membro del Consiglio dell'Impero egli non potrebbe dipendere da un Ministro, ciò a cui non erasi previamente pensato.

122

IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

R. R. 9/4. Parigi, 18 gennaio 1917.

Il Re, dopo molte esitazioni dovute alla preoccupazione di non sollevare contro di sè l'opinione jugo-slava e russa, ciò ·che potrebbe 1prec<ludergli il ritorno al Montenegro, si è deciso ieri ad accettare le dimissioni del Radovitch con una lettera, di cui mi riservo di rimettere una •copia a V. E., nella quale si

6 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VII

giustifica per motivi di opportunità, per la impossibilità di colnsultare il paese e per riguardo agli Alleati di non poter aderire al suo invito di aprire immediatamente negoziati per l'unione con la Serbia, unione di cui, peraltro, in certi limiti, si dichiara partigiano e precursore.

Il Gabinetto Radovitch è sostituito, secondo quanto il Re mi ha detto, da un Gabtnetto d'affari nel quale la Presidenza è affidata al Generale Matanovitèh, Ministro della Gue11ra ne'l Ministero Radovitch, e gli altri portafogli sono distribuiti all'avvocato Stanislao Illich, serbo d'Ungheria, che ba dimorato fino poco tempo fa in Italia, ed al Maggiore Tomanovitch, suo aiutante di campo. Sono tutte figure secondarie destinate semplicemente ad eseguire le direttive del Sovrano.

Con questa sostituzione è scartata per il momento la riescita del complotto organizzato dai se11bi per spingere il Montenegro a suicidal'si prima della Conferenza della pace, con la tacita approvazione dei Governi russo e francese.

iChe si tratti di una trama ordita dai serbi risulta anche dai telegrammi scambiati fra il Signor Pachitch ed il Signor Radovitch in oc,casione del ~capo d'anno ortodosso, quando si riteneva che il colpo, per la debole ,situazione del Re, il suo timore di essere oggetto di un attentato e la pressione dei maggiori Alleati stesse per riuscire.

Che i Governi francese e russo vedessero benevolmente il tentativo non è neppure dubbio.

Il Signor Islavine mi ha detto ch'egli aveva istruzione di non incoraggiare nè ostacolare l'abdicazione del Re, ma che riteneva desiderabile l'unione della razza serba, e, pertanto, che i due Governi di Serbia e Montenegro avrebbero potuto fin d'ora scambiare le loro vedute al riguardo.

Il Signor Radovitch, prima di presentare al Re il suo memoriale, ne diè lettura al Signor Briand, il quale si astenne dal ,commentarlo, e questo silenzio il Radovitch interpretò come assentimento. Mentre il capo del governo francese si teneva così neutrale, il Signor De Laroche-Vernet ed i Signori Berthelot e Margerie non lesinavano al Signor Radovitch le dimostrazioni della loro stima e simpatia.

Il modo e la reticenza con cui i giornali francesi riportano la crisi montenegrina mostrano abbastanza chiaramente le tendenze francesi relativamente aHa questione e che derivano soprattutto dalla posizione fondamentale presa daHa politica fralncese di giungere alla fine della guerra in ,stretta unione con i serbi. Simili tend'enze convenientemente velate nelle manifestazioni dell'a stampa francese soggetta alla censura, prendono maggiore precisione nel giornalismo svizzero pagato dal Governo della Repubblica -Uarticolo della Tribune de Genèt'e in cui il Ministro Spassoievitch moitvò le sue dimissioni ne è un esempio -Occorre perciò attendersi a nuovi tentativi per eliminare il Re Nkola.

Allo stesso nuovo Ministero Matanovitch possono essere create mi1le difficoltà per i legami finanziari che con la Francia, la R:ussia e l'Inghilterra ha il Governo Montenegrino che vive delle loro sovvenzioni.

Se la nostra politka è di restaurare il Montenegro, od almeno di non lasciare compromettere 'la questione fino ai negoziati di pace, sarebbe forse desiderabile da parte nostra una maggiore attività per sostenerlo.

Non dubito che all'Intesa tutta ed alla ~stessa Serbia non convenga di ripetere per il Montenegro lo stesso errore ~commesso in. Grecia, creando prematuramente un altro malinteso fra gli Alleati e ,spingendo il pal'tito indipendente montenegrino, che è pur forte, nelle braccia degli Imperi Centrali.

123

L'AMBASCIATORE A TOKIO, CUCCHI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. P. 65. Tokio, 18 gennaio 1917.

ICol rapporto confidenziale del 18 rnovembre n. 325 mi riservavo comunicare a V. E. aUre notizie sulle clausole segrete dei patti conclusi fra J.a Russia e il Giappone.

Lo faccio oggi in questa lettera particolare poiché l'argomento è tanto delicato, ma ·credo dovere riferire a V. E. quanto a questo riguardo sono riuscito ad apprendere in via del tutto riservata e confidenziale, ciò 'che conferma le mie notizie del 21 giugno scorso (telegramma .gabinetto segreto n. 8).

Naturalmente non posso riferire che il sunto ,sostanziale del trattato segreto ma ho la ·convinzione che esso ·corrisponda alle stipulazioni dell'atto «destinato a collocare le future relazioni fra il Giappone e rla RUJssia su di una base di amicizia stabile fissando definitivamente i limiti delle loro sfere d'infiluenza e la tutela dei propri interessi nei territori adiacenti dlell'estremo Oriente». Ripartizione che, come segnalavo nel mio telegramma gabinetto 11 del 15 luglio scorso, ha trasformato la situazione politica non solo in estremo Oriente ma anche nel mondo.

H Governo gia,pponese ,s'impegna a fare quanto è in suo potere in questo periodo di guerra per aiutare la Russia ·con materiale di guerra ed anche per facilitare i rapporti fra la finanza giapponese ed i mercati .russi sia con prestiti sia in altro modo.

La Russia ed il Giappone studieranno inoltre misure per dare incremento in futuro alla loro reciproca rpoli!tica doganale ed agli eventuali provvedimenti necessari per raggiungere tale scopo.

La Russia cede al Giappone il tratto di ferrovia da Ciangciung aHa stazione di Zungari; inoltre concede ai sudditi giapponesi il diritto di pesca e di navigazione sul piede di uguaglianza coi Russi ·sul fiume sino al punto da determinarsi ma il tempo e le modalità -e il tprezzo (vedi mio telegramma gabinetto tsegreto

n. 17 del 21 novembre u.s.) della cessione e i particolari tecnici e finanziari saranno fissati con una convenzione :speciale.

La Russia si disinteressa della Manciuria si:no al limite della convenzione ferroviaria accordata al Giappone il quale avrà completa libertà per le imprese che volesse iniziare i.n quella regione.

I suoi privilegi o diritti che i sudditi russi avessero acquisito in quella regione saranno amichevolmente liquidati fra i due Governi come per ~la Corea. Dal canto suo il Giappone si disinteressa per l'iniziativa russa.

I due Governi si garantiscono reciprocamente solidarietà in Manduria e Mongolia per escludere dalle loro sfere d'influenza tutte le altre 'concessioni che una terza potenza potes·se conseguire dalla Cina.

Inoltre la Russia e il Giappone d'accordo col Goverino dnese e colle Potenze alleate aventi già interessi nazionali stabiliti in Cina si opporranno a qualunque cessione di terrttorio futuro ad una terza Potenza (1).

Russia e GiaP!pone si mettono d'accordo per sostenersi vicendevolmente presso il Governo dnese nel caso mirasse ad accordare concessioni e privilegi ad una terza Potenza ledenti diritti ed interessi comuni ruS'so-giapponesi.

Convenzione ha durata di 10 anni.

Russia e Giappone in altra clausola segreta rimandano aHa fine della guerra la questione relativa a Tzingtau e gli eventuali privilegi che il Giappone potrebbe reclamare nello Shantung.

Convengono nella pubblicazione di una dichiarazione pubblica circa garanzie dei loro interessi in estremo Oriente contro 1le aspirazioni di una terza Potenza. Tale dichiarazione avvenne infatti il 3 luglio scorso a Pietrogrado.

124

IL MINISTRO DELLA PROPAGANDA, SCIALOJA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. P. Londra, 18 gennaio 1917.

Siamo rimasti qui più di quanto si prevedesse, avendo dovuto ritardare la partenza a causa della crisi russa. Per viaggio parlai a lungo con lord Milner, il quale mi è sembrato assai ben disposto verso di noi.

Qui non ho potuto vedere il primo ministro: egli mi ha dato due appuntamenti, ma poi li ha sempre rinviati. Ieri pure mi ha invitato a colazione, ma all'ultimo momento si è fatto scusare. Ho· veduto Balfour, Bonar Law, Robert Cecil, Mond, Fisher. Ho potuto parlare anche con parecchi italiani oltre Imperiali e Mayor des Planches. La mia impressione sintetica è questa: vi è per l'Italia un'aura simpatica, ma non si conosce bene la nostra azione bellica, che si ritiene in generale poco attiva, si crede che vogliamo risparmiarci, non si apprezza quanto fa la Marina (si crede che più farebbe il duca degli Abruzzi se fosse più indipendente!). Per dissipare queste ombre bisogna dare tutte le spiegazioni possibili. Per quanto riguarda la Marina è utile che venga il Corsi in persona alla prossima conferenza navale, come in generale è utile che in ogni occasione i nostri delegati non siano di grado inferiore a quelli degli altri Stati.

Tutti esprimono il desiderio che tu venga di persona, e veramente una tua venuta sarebbe molto utile.

I francesi son qui frequentemente: nei giorni scorsi Nivelle ha tenuto

occupato il comitato di guerra, cioè Lloyd George che esercita una vera dit

tatura.

Temo che la questione dei cannoni di grosso calibro, che l'Inghilterra do

vrebbe mandarci, non abbia fatto un passo avanti. Ne ho fatto cenno a Milner

e a Balfour, ma quest'ultimo non ne sapeva nulla. Bisognerebbe che Cadorna

la riprendesse, non chiedendo, ma cercando di farsi rinnovare l'offerta. Forse

anche Corsi potrebbe riparlarne.

Occupandomi della propaganda, ho dovuto constatare che qualche cosa

si è fatto da privati, dal rappresentante delle Ferrovie dello Stato in particolar

modo; ma poco e male dai delegati della Guerra e della Marina. Figurati che

quello della Marina fa dell'antiellenismo, e quello della Guerra era così ben

informato che ignorava la presenza a Londra del generale Nivelle. Ho cercato

e cerco di raddrizzare le gambe a questi cani e di fare qualche cosa di van

taggioso.

Partiremo forse domani per via ignota. Non sappiamo che cosa troveremo

in Russia. Anche qui poco si conosce di quanto avviene laggiù e delle interne

ragioni dei mutamenti, ma si prova un certo senso di scoraggiamento temendo

che l'azione russa ne sia indebolita.

Ti prego di comunicare al presidente del Consiglio questa lettera.

P. S. -Sarebbe utile che per l'estero i comunicati Cadorna fossero più lunghi e ogni tanto circostanziati (1).

(l) Vedi mio rapporto 2 agosto 1916 n. 205 [Nota del documento].

125

IL CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, ALDROVANDI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. P. Londra, 18 gennaio 1917.

Non Le ho scritto né di jugoslavi né di propaganda né di Grecia, ma avendo saputo che Cippico e Santamaria mandati qui dalla Marina si vantano di far la campagna contro la Grecia mediante loro articoli nei giornali locali, credo doveroso segnalarLe la cosa perché sembrerebbe indispensabile che i nostri rnissiona1·i all'estero, che vi stanno a spese del governo, non facessero opera contradittoria alla politica del governo. Scialoja è persuaso che occorre concentrare, unificare ed eliminare così equivoci e dissensi; per raggiungere questo scopo occorre intendersi risolutamente e definitivamente con Guerra e Marina sopprimendo le interferenze indebite.

Affido questa, come le precedenti, al corriere che parte oggi. Noi partiremo domani. Prenderemo, sembra, una via molto più alta di Bergen e per il ritorno nulla è ancor noto (2).

(l) -Ed. in SoNNINO, Carteggio, II, cit., pp. 146-147. (2) -Ed. in SoNNINO, Carteggio, II, cit., p. 148.
126

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 174/38. Pietrogrado; 19 gennaio 1917, ore 10 (per. ore 10,35 del 21).

Mi risulta da fonte sicura che S. M. l'Imperatore ha espresso ieri a Pocrowsky ~ntenzione di destinare Sazonoff all'Ambasciata di Londra. Pocrowsky dovrebbe assicurarsi precedentemente che Sazonoff accetterebbe tale missione. La questione è delicata, Sazonoff avendo assunto una posizione nella politica intevna che lo ha legato al partito <liberale e che quindi lo ha posto i:n contrasto con l'indirizzo dell'attuale Governo. Ritengo tuttavia che egli accetterà, il blocco liberale essendo convinto di poter avvantaggiarsi della sua presenza a Londra donde il partito trae così valido appoggio ed ove Sazonoff sarebbe per~sO!lla gratissima e potrebbe rendergli grandi servizi. D'altronde il favore di cui sarebbe oggetto un membro così cospicuo del partito gioverebbe probabilmente ad attenuare l'asprezza delle .relazioni fra il Governo e la Duma, potendo esso interpretar-si come una concessione fatta ai liberali. linoltre questo Ambasciatore di Inghilterra non mailJCherà di esercitare le più vive in:sistenze presso Sazonoff che esso considera con ragione il primo e più caldo amico del suo paese. Per queste ragioni e per vari indizi è mia impressione che l'andata di Sazonoff a Londra sia da considerarsi come molto probabile.

127

IL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 28/11. Pechino, 19 gennaio 1917.

L'incidente cino-giapponese di Cenciatung ha avuto l'epilogo che era lecito prevedere. Si trattava di un semplice tumulto in una cittadina di Manciuria in cui alcuni giapponesi avrebbero avuto qualche danno; i maligni !pretendono ·che la baruffa venne a bella posta provocata dai giapponesi. Il pretesto era sufficiente agli occhi vigili di Tokio per chiedere non solo la punizione de~i imputati cinesi ed un'indennità alle vittime, ma anche per esigere il diritto di istituire nei principali centri di Manciuria dei posti di polizia giapponese incaricata di mantenere l'ordine fra i giapponesi e proteggere eventualmente i medesimi contro nuove violenze; dal Governo cinese si domandava infine il diritrt:o di avere consiglieri giapponesi presso le autorità locali. Difficoltà non d furono circa la punizione dei ·presunti colpevoli, le scuse da farsi ed il risarcimento dei danni materiali. Il Governo della Repubblica si rifiutò invece ostinatamente a riconoscere ufficialmente ai giapponesi il diritto di conservare i posti di polizia già esistenti o di organizzarne degli altri. Innanzi aUa forza maggiore il Ministro degli Affari Esteri Wu Ting Fang dovette però cedere, preoccupato dal solo pensiero di salvare almeno la faccia del suo Governo.

Così si venne, come di consueto, ad un'intesa di cui il Governo locale si può prevalere per vantarsi di non aver ceduto alla pal'te più lesiva della sovranità locale. Vale a dire, a tenore di tale intesa il Governo giapponese desiste dalla sua domanda di ottenere un riconoscimento ufficiale, ed un diritto ad avere ,posti di polizia o consiglieri locali; in corrispettivo n Governo cinese rinuncerà a protestare contro il fatto compiuto o ad impedire la nomina di consiglier~ accettata dalle autorità locali. La faccia è salva a favore della Repubblica; la sostanza è tutta a favore dell'Impero del Sol Levante.

Qualche scena analoga sta svolgendosi nella provincia meridionale di Fokien dirimpetto all'isola di Formosa, ove i giapponesi hanno istituito un posto di polizia in dipendenza del consolato, per mantenere l'ordine nella colonia giapponese. Le vivaci proteste sorte d'ogni lato invece di ~recare quakhe rimedio contro il sopruso av,rebbero provocato, 1se le ultime notizie non: sono esagerate, lo sbarco di un drappello di soldati nipponici destinato a proteggere il Consolato e la colonia con:tro possibili violenze.

An:che nel campo finanziario il Giappone distende rapidamente le sue reti. La seconda per im;portanza degli istituti finanziari di Stato cinesi, la banca delle comunicazioni 1stava per falli're; gli amministratori cinesi, i soliti politicanti senza scrupolo, ne avevano dilapidato i fondi, e per meglio favorire i loro ,storni stampavano, seguendo l'esempio degli • assignats • un numero illimitato di biglietti di Stato aventi corso legale. Questi biglietti presto caddero a vile prezzo e si trattava di riscattarli per evitare l'aggravarsi dello scanda,lo. Si ricorse ad un piano di riorganizzazione e ad un prestito che un gruppo di Tokio ha offerto a condizione di avere il controllo indiretto della Banca; il patto è stato concluso ed il direttore dell'istituto 1sarà persona ligia agli interessi giapjponesi, il Tsao-Yu-Lin. I capitali ingenti che si riversano in Giappone in pagamenti di forniture per gli alleati, cer~cano in Cina un mercato di proficuo collocamento politico ed economico (1).

128

IL CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, ALDROVANDI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. P. Londra, 19 gennaio 1917.

Circa l'Austria Ella sa che i sentimenti inglesi non sono molto violenti, ma non credevo essi giungessero a tal punto che una signora dicesse: • dev'essere doloroso per voi combattere contro l'Austria •.

Nel bel mezzo di Londra, a Piccadilly Circl~, vi è una magnifica installazione intitolata • Kingdom of Boemia • piena di ricchissima reclame per i cechi. Gli jugoslavi spendono centinaia di migliaia di lire e spandono ogni settimana migliaia di opuscoli in tutti i clubs, in tutte le associazioni, presso tutti gli

uomini politici e le persone influenti per sostenere i loro principi che compreadono la Dalmazia, l'Istria, Trieste, Gorizia e Gradisca se non anche Udine.

Qui Mantoux è noto come segretario di Thomas e non come interprete di Lloyd George. Ha parlato con giornalisti della disillusione della conferenza di Roma per quanto riguarda uno sperato ulteriore concorso militare italiano in Macedonia. Ha anche detto della grande impressione che ha avuto Lloyd George della personalità di V. E.

Partiamo questa sera nonostante il congedo fdil Pokrovsky (1).

(l) Ritrasmesso a Tokio il 26 marzo 1917.

129

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 90. Roma, 20 gennaio 1917, ore 21.

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 14 (2). A mezzo Bureau lnteraHiés parte stasera lettera del Presidente del Consiglio a Briand. Prego farla rimettere destinatario il più presto possibile.

130

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 175/43. Pietrogrado, 20 gennaio 1917, ore 11 (per. ore 11,35 del 21).

Ripercussione diretta della situazione interna sulle cose della guerra in Ru:ssia non .si constata finora né è credibile abbia a verificarsi in misura notevole. Sta di fatto però che l'odierno esercito comprende numerosi elementi che sino a poco tempo fa non erano estranei alla politica, leggevano giornali, erano iscritti ad associazioni, corrispondevano con deputati liberali. Che questi elementi si disinteressino da quanto oggi a ciò che così vivamente attira l'attenzione del pubblico non è probabile. Conviene quindi non dimenticare che anche nelle file dell'eserdto si trovano persone che 'si occupano e .preoccupano della crisi ciò che non è desiderabile quando anche attualmente il male sia limHato e non sembri provocare effetti demoralizzanti. Ma ben più seria potrebbe diventare la ripercussione indiretta se l'attività delle organizzazioni civili della guerra venisse anche temporaneamente a scemare, se ,sciotperi riducessero la produzione delle munizioni e del materiale, se il malcontento delle classi medie si estendess.e a quelle

inferiori e provocasse disordini. Per vero dire non ~si rileva finora una agitazione

popolare di ,carattere pericoloso ma l'esperienza dimostra come questo possa

divampare e propagarsi in questo paese.

Sono queste le incognite che maggiormente turbano le rappresentanze degli

Alleati in Pietrogrado e che esse si augurano di vedere eliminate al più

presto. Prossimamente apertura della Duma avrà pertanto a tale riguardo capitale

importanza.

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, II, cit., pp. 148-149.

(2) Cfr. n. 15.

131

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R.R. 180/32. Pietrogrado. 20 gennaio 1917, ore 10 (per. ore 9,40 del 22).

Quando or fa 18 mesi S. M. l'Imperatore assunse il Comando Supremo, Sazonoff non mi nascose il proprio dissenso per quella decisione. Egli intravvedeva la probabilità che l'Imperatrice rimanendo a Czarskoieselo in prossimità del Governo, avrebbe avuto con esso frequenti ·contatti e dato il suo carattere e le sue vedute avrebbe cercato di eserdtare .sui Ministri la propria influenza. La previsione si è gradatamente verificata. Goremikin dapprima, Sti.irmer di poi ed in assai più larga misura, prestaronsi a tali tendenze dell'a Sovrana anche perché alla loro volta se ne .potevano valere per la loro per:sonale posizione. Avvenne insomma che l'as,cendente dell'Imperatrice sull'Imperatore, già ·considerevole per ·l'innanzi, finì per diventare predominante daeché le opinioni dei Ministri ,prima di arrivare a ........ (l) pas,savano per il crogiuolo di Czarskoieselo. Si iniziò al,lora quel 'lento ma ininterrotto lavorio di eliminazione degli elementi liberali dal Gabinetto che condusse all'aHontanamento di Sazonoff ed al potere quasi esclusivo di Sti.irmer. Questi cadde soltanto perché ritenuto incapace di dominare la Duma. Trepow, chiamato a succede~gli, avrebbe dovuto con la ben nota sua energia e abilità adempiere a tale missione e scindere il blocco liberale con lo staccarne i numerosi elementi moderati. Ma Trepow comprese che ciò non gli sarebbe riuscito senza prima affiatarsi con la Duma e senza propiziarsela con l'allontanamento dell'inviso Ministro dell'Interno. Egli pose pevtanrto come condizione deHa sua permanenza l'allontanamento di Protopopow. Senonché questi si era nel frattempo acquistato grande favore nella Come cui poté pevsuadere che la sua partenza apparirebbe rasse~azione della Corona alle esigenze della Duma. Egli rimase e le dimissioni di Trepow furono accettate.

A Presidente del Consiglio fÙ nominato il Principe Ga11tzine, di estr·ema destra egli pure, uomò senza precedenti •politici, senza ambizionli, quasi settantenne, presumibilmente strumento di Protopopow, così rimasto padrone del campo.

Ho ricapitolato questi avvenimenti per rilevare il nesso logico e l'unicità di aSipirazione in chi ne fu l'autore principale. L'Imperatrice, profondamente ·convinta che .... (1) non è maturo per le riforme e che lo sviluppo delle idee liberali condurrebbero fatalmente alla rovina

del Trono e dell'unità nazionale, si afferma deliberata (come non di rado ebbe a 'ripeterlo agli intimi suoi) a tramandare intatto al Granduca Ereditario il patrimonio morale dell'autocrazia imperiale con quelle sole cessioni 1nevitabili del 1905, ma che essa stima .riducibili a formule vuote di contenuto. Guidata da tale perenne preoccupazione e secondata dalla volontà cedevole dell'Imperatore la Imperatrice non ha cessato di battere in breccia il potere governativo diminuendolo agli occhi di tutti coi mutamenti continui di Minis,tri, ciò che nel mentre rendeva la loro azione incerta, effimera, esautorata, riaffermava per contro la potenza assoluta della Corona. La Duma dal canto suo pure invocando la stabilità del Gabinetto ha dovuto prendere di mira questo o quel Ministro che le era imposto ed ha contribuito essa pure senza volerlo alla demolizione dell'autorità governativa. Ne è seguito che effettivamente questa non esiste più se non in quanto emana dal Sovrano. Ma ne è seguito altresì che la Corona 1si è trovata automaticamente scoperta e esposta a un diretto conflitto coHa .rappresentanza nazionale. In ciò sta gravità dell'attuale situazione.

Le armi di cui d~spone il Governo per contenere la Duma non sono più i consueti espedienti di intimidazione di preferenza atti a dividerla, a indebolirla; oggi esse sono ridotte tutt'al più alla minaccia di scioglimento da anticiparsi sulla naturale sua fine che scade fra sei mesi. Assai dubbio effetto di una minaccia e la speranza di una soluzione anodina della crisi presente non possono fondarsi che su altre ipotesi come l'eventuale allontanamento del Ministro dell'Interno che certamente assopirebbe per ora ogni agitazione oppure il prevalere del concetto patriottico degli ... (1). La Duma ha sempre preferito soffocare proprio risentimento ed ha saputo contenere .gli ,spiriti popolari ed evitare all'esercito i gravi pregiudizi degli .scioperi. Ogni previ·sione deve essere in ogni modo riservata a dopo l'a,pertura della Duma, il 27 corrente, ed all'atteggiamento che essa assumerà in quella occasione. Se non che i Deputati sono tuttora assenti da Pietrogrado e l'opinione dei drcoli pavlamentari appare finora fittizia.

(l) Gruppo indecifrato.

132

IL MINISTRO DELLA GUERRA, MORRONE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

T. GAB. 768 G. Roma, 21 gennaio 1917, ore 19.

In occasione della ·prossima venuta in Italia di alcuni membri del Parlamento :francese parmi sia opportuno preoccuparsi delle investigazioni ~che essi potranno compiere e dei giudizi che essi potranno formarsi •sull'opera da noi compiuta e sui provvedimenti in corso per dare sempre maggiore vigore alla guerra.

Ora io credo ·che i deputati italiani cui verranno a trovarsi a contatto non abbiano avuto for.se occasione di approfondire .tutte le accennate questioni e particolarmente non possano dal lato tecnico avere una idea precisa dello !Sforzo che fà il nostro esevcito in ·Confronto a quelli alleati. Ho pertanto raccolto alcuni argomenti che sottopongo all'esame di V. E. e sui quali qualche militare comoe

tente potrebbe intrattenere preventivamente quelli fra i nostri deputati che dovranno tenersi in contatto coi deputati francesi in modo da orientarli in proposito in modo chiaro ed uniforme.

Prego V. E. dirmi se Ella crede ciò opportuno e quali aggiunte o varianti giudica debbano essere apportate al programma qui unito.

Su quanto foss·e stabilito provvederò poi io a informare il Comando Supremo per·ché un simile lavoro di orientamento possa esser compiuto in proposito anche nella eventualità di una visita dei Parlamentari alla fronte.

ALLEGATO.

1° -Dimostrare, possibilmente con elementi comparativi con .lo sforzo francese, quale sia ·lo sforzo italiano, tenendo specialmente conto delle recenti disposizioni, le quali non solo •Contengono H rkhiamo di classi esenti da obb1i,go miHtare, ma riescono -ciò che importa -ad ottenere il massimo rvendimento da queLle chiamate a11e armi. In proposito ce•rcare di stabiUre H rapporto esistente :liva le unità in zona di guerra e queHe ·che sono in territorio e il modo del r.jfornimento dal territorio aHa zona di guerra.

Presentare il massimo numero di esempi caratteristici, atti a persuadere che il più utile sforzo di una Nazione in guerra, non è di vestire da soldato il massimo numero di cittadini con danno derla organizzazione sociale della Nazione, ma di ottenere dai cittadini chiamati aUe armi il più alto rendimento militare.

2° -Dimostrare con dati e cifre -quanto più possibilmente comparativi col fronte occidentale -le particolari difficoltà del nostro fronte, che rimporta un costante ·logorio di uomini anche e sopratutto durante le fasi di sosta, imposte dalle intemperie (valanghe, tormente, piogge, che, ad esempio, in questo periodo, logorano quanto un'offensiva).

3o -Dimostrare la grande importanza del nostro fronte nella guerra degli Alleati, cercando di vincere H pregiudizio che l'Italia persegua fini particolari, quando invece irl fatto che l'esercito italiano opera in territorio nemico, e del nemico, destinato storicamente aHa decadenza, rende invece 1e operaziond del nostro fronte principalissime per i fini comuni, e tali da meritare tutto ['ausilio degli Alleati.

4• -Mettere risolutamente in valore lo sforzo militare compiuto dall'Italia in A:lbania e in Macedonia che si è appogg.i•ato a un .contingente mHitave importantissimo. Per quanto poi riguarda ·la Ma,cedonia, tvattandosi di comunicazioni riservate, mettere in condizione 'i parlamentari di presentare francamente [o stato delle cose dell'esercito d'Oriente: e cioè che il contingente ita>liano, pur essendo inferiore di numero a quello francese, dà relativamente un rendimento beHico molto maggiore. E' infatti noto che buona parte delle truppe francesi è nelle retrovie e ingombra Salonicco e che Ie unità non hanno effettivi corrispondenti al titoio che portano.

Non dimenticare in questa esposizione H contingente di truppe italiane del Dodecanneso che, p·er quanto non destinato ad agire, rappresenta un coefficiente di guerra, nella chiara considerazione che se H Dodecanneso non fosse occupato da noi, si sarebbe dovuto occupar·lo per necessità di gue,rra.

5o -Fornire elementi per dimostrare che il blocco degli Imperi Centrali non può essere efficacemente colpito se non in Austria, dove si può anche sperare di fermare la marcia della Germania in Oriente. Donde la importanza della nostra guerra, in cui ogni successo significa conquista di territorio nemico, mentre ogni successo al fronte occidentale è conquista di territorio che s'era perduto.

6o -Ricordare sempre il momento della entrata in guer,ra dell'Italia, che ha

accettato di non prolungare oltre la sua neutralità, quando gl'Imperi Centrali vin

cevano e il nostro esercito non era così fornito da artiglierie da poter contare su

una rapida offensiva.

L'esercito italiano si è dovuto costituire combattendo, e ciò è avvenuto, non

per costrizione dell'avversario, come è stato dell'esercito francese, ma per sua

deliberata volontà, per fornire un aiuto, a tempo opportuno, che l'Intesa non sem

pre ha .mostrato e dimostra di saper valutare.

(l) Gruppo indecifrato.

133

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

T. GAB. 93. Roma, 21 gennaio 1917, ore 20.

Giers mi comunicava in via confidenziale •che l'Incaricato d'Affari russo a Berna aveva sentito da fonte seria che la parziale mobilitazione .svizzera da eseguirsi il 24 corrente, era •Causata da preoccupazioni dalla parte degli Imperi Centrali avendo avuto notizie che gli Austro-Tedeschi divisassero di fare qualche pas:so presso il Governo Federale per chiedere il passaggio di trUIPpe a traverso il te,ITitorio svizzero, e che il termine in cui un tale passo fosse da attendersi andava dal 20 gennaio al 20 febbraio. Passata questa ultima data il ,pericolo sarebbe stornato.

Prego assumere informazioni e telegrafarmi (1).

134

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 178/21. Atene, 21 gennaio 1917, ore 14 (per ore 23,35).

Esecuzione delle domande del nostro ultimatum procede soddiisbcentemente. Cir·ca 160 venizeHsti sono stati liberati senza provocare incidente alcuno. Il trasporto delle truppe e del materiale di guerra nel Peloponneso procede attivamente. Le domande militari •Concretate in un memoriale tecnico dai nostri Addetti militari sono state accettate dal Gabinetto e dalla commissione militare greca quantunque dichiarato (come effettivamente lo sono) assolutamente esorbitanti e tali da non 'lasciare al Governo ellenico nessuna forza armata efficace

per mantenere l'ordine. Modalità per le ·scuse formali, che Goverrno greco è stato

costretto a presentarci, e per il saluto alle bandiere si stanno concretando né

credo che daranno luogo a difficoltà.

Resta la questione del controllo militare. La nostra missione capitanata dal Colonnello Au1isio è giunta l'egolarmente ed io la presentai al Presidente del Consiglio ed al Ministro degli Affari Esteri. Ho fatto anche chiedere Re Costantino se sarebbe disposto ricevere Aulisi, e Sua Maestà mi ha fatto rispondere che non è alieno dal riceverlo in forma privata avendo conservato di ·lui il migliore ricordo. In generale Aulisi è stato assai bene accolto e la sua presenza qui è considerata dai greci ·come garanzia di equanimità e ,giustizia nel ·controllo.

\Anche .la missione di controllo inglese è giunta. È comandata d'al Generale Philip's antico governatore di Scutari e Addetto militare in Serbia al tempo della ritirata di quell'esercito. Mi tengo d'altro ·canto assiduamente contatto col Generale che mi sembra persona equanima, intelligente.

Si attende domani la missione militare francese comandata dal Generale di Divisione Cauboue coadiuvato dal famigerato Roquefeuil già capo della polizia segreta francese ed autore pri:ncipale, insieme all'Ammiraglio Dartige, della triste situazione qui prodottasi. Prossimamente ci abboccheremo con questa missione militare francese e temo allora che i :guai ricominceranno. Il Ministro di Francia ha inviato a me ed ai Ministri d'Inghilterra e di Russia una comunicazione ufficiale dicendoci che Sarrail è stato incaricato ad intraprendere il controllo militare in Grecia ed invitando le altre missioni riuni11si al Pireo sotto la presidenza del Generale francese. Forma di questa :comunicazione e la scelta di un Generale di Divisione e di Roquefeuil ci fa credere Francia tenti di ristabilire qui una dittatura militare del genere di queHa che per mesi e mesi fu eserdtata dall'Ammiraglio e che condusse ai noti disastrosi risultati. Trovai il Ministro d'Inghilterra e Generale Phil~ps d'accordo nel ritenere che convenga opporsi alle pretese francesi. Per ·conto mio :considero ugualmente :che se fra noi, gli inglesi e i russi non ci riuniremo !Per resistere, tra qualche giorno saremo da capo con Je insinuazioni e le faLse ac·cuse ·contro Re Costantino, e •Con incidenti creati ad arte i francesi ci porteranno nuovamente verso rottura colla Grecia, scopo :costante della loro politi-ca, per favorire le ambizioni private del Generale Sa11rail e di Venizelos mascherando così gli insuccessi militari dell'uno e l'attitudine anti-dinastica, assai più che anti-bulgara, deLl'altro.

(l) Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., pp. 100-101.

135

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

T. 264/8. Addis Abeba, 21 gennaio 1917 (1).

Mi risulta in modo sicuro che il Governo etiopico ha chiesto al Governo francese di potere avere nel più breve tempo possibile una rilevante quantità di armi fra le quali 30 mitragliatrici e qualche cannone ed a tale riguardo sono

11.40 e pervenne alle ore 17.40 dello stesso giorno.

in corso trattative con questo Ministro di Francia. Mi dsulta altresì che il Go

verno francese avrebbe già partecipato al Governo etiopico di essere per conto

suo disposto aderire suddetta cessione subordinata aHa necessità accol'd'al'lsi in

proposito coi Governi italiano e inglese. Ora è evidente che qualunque 1sia esito

di tale accordo il Governo francese potrà sempre attribui~i il merito della sua

riuscita oppure rigettare sui Governi italiano e inglese 'colpa di un eventuale

rifiuto opposto al Governo etiopico. Sarebbe necéssario perciò per evitare rinno

varsi funesta situazione pastsato che fra i Governi Italia, Francia e Inghilterra

fosse stabilita una identica linea di condotta per quanto riguarda armamento

Abissinia e definitivamente eliminata ogni singola azione o compromesso.

Ras Degiac Tafari ha parimenti esjpresso a me personalmente desiderio otte

nere rifornimento armi ed io gli ho risposto che ne avrei dlata partectpazione

R. Governo appoggiando approvazione, ·subordinata però a quella speciale garanzia che i Governi interessati riterranno oppovtuno chiedere al Gov·erno etiopico. In ciò sono d'accordo col mio collega d'Inghilterra.

(l) n telegramma fu trasmesso tramite il Governo dell'Eritrea il 29 gennaio alle ore

136

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO FRANCESE, BRIAND

L. P. Roma, 21 gennaio 1917.

A l'occasion d'une conversation que j'ai eu le plaisir d'avo~r avec Vous à Rome, lors de votre dernière visite, je Vous ai promis de Vous faire tenir quelques précisions sur ma manière de voir par rapport à la question d'.Aisie Mineure et de l'équilibre de la Méditerranée Orientale. Je m'empresse d'accomplir cette tàche agréablle. Je considère que l'attribution de Smyrne et du vilayet d'Aidin à l'Irtalie ne pourrait nous etre contestée, vu que seulement par ce moyen la zone d'Adalia aurait un avenir assuré au point de vue économique. En outre les intéréts de l'ltalie à Smyrne et ses anciennes traditions par ra,pport à notre nombreuse colonie, aux institution:s scolatres et religieuses, ainsi que par rapport aux relations de commerce, justifient pleinement notre demande. Une objection a été soulevée ·concernant l'opportuni:té de laisser à i'Etat Ottoman, qui serait relégué en Asie, le port de Smyrne 'comme déb01uché nature! et nécessaire. Il est facile de répondre à ce propos que la considération d'un intéret turc ne devrait pas, dans ·la décision des alliés, provoquer une ménomation, qui me paraitrait de la plus rsérieuse gravité, des intérets politiques et économiques de l'Italie. Au surplus H esi évident que le futur Etat Ottoman obtiendrait les ports d'Aivalik et l'échelle d'Adramid, sans compter les ports de la Mer de Marmara et des DardaneHes, c'est-à-dire des débouchés plus que suffisants. Mais il est un autre còté de la question, sur lequel je désire attirer toute votre attention, et que nous n'avons eu le temps d'approfondir lors de notre dernier entretien. J e veux dire la nécessité absolue rpour l'Italie d'obtenir le

débouché naturel, au point de vue économique et politique, de la région de Konia. Ce débouché, pour les raisons qui ont été amplement développées dan:s la correspondance diplomatique, ne peut étre que la ligne Adana-Mersin ce qui justifie notre demande concernant le vilayet d'Adana. La région de Konia privée de sa voie natureHe et historique à la mer, qui passe rpar les Portes de Cilicie, constituerait une non-valeur au point de vue économique, non seulement, mais une ~cause de danger et de pertUJbation sous le ra,ppor1t politique et militaire. Les lignes ferrées de Konia à Adana, et de Adana à Mersin ressortent, au surplus, d'intéréts financiers allemands, et je ne saurais voir l'opportunité, au point de vue général, d'exclure l'Italie de la part QUi lui revient dans la répartition de ces intéréts entre lles Alliés. Au point de vue technique des chemins-de-fer le tronçon de Konia à la limite du vilayet d'Adana resterait dépourvu de toute si~nification ·sans .son prolongement ju;squ'à la mer. Aucune garantie de liberté de transit ou de port-franc à Mersin ne pourrait nous compenser du préjudice politique et économique qui en découlerait.

D'autre part cette question se rattache à 'celle de l'équilibre de la Méditerranée Orientale, qui est une necessité vitale rpour mon Pays. Le port de Mersin nous est indispensable sous ce rapport et il n'échappera certainement pas à votre clairvoyance à quel point l'opinion publique italienne est sensible à tout ce qui concerne la question fondamentale de l'équilibre de la Méditerra:née Orientale.

L'opinion pub1ique de mon Pays est maintenant absorbée par les nouvelles de la guerre, et nous nous ·sommes 1soigneusement abstenus d'encourager des publications sur les affaires d'Orient.

Mais il est hors de dloute qu'à la fin du ·Conflit toute la sollicitude du Pays se tou:rnera de ·ce còté; •une :solution non conforme au principe de la distribution équitable entre les alliés des territoires ottomans, et qui ne •serait en harmonie avec nos aspirations légitimes et nos intéréts vitaux et traditionnels, ne manquerait pas de produire la plus fàcheuse désillusion et la plus dangereuse réaction.

La France et 'l'Italie sont destinées à poursuivre une :noble m~ssion civilitsatrice en Orient, la main dans la main, sur la base de leurs traditions communes, et pour la préservation de leurs intéréts de Puissances méditerranéennes. Cette oeuvre noble et glorieuse formera le Uen indissoluble de leur amitié et de Jeur alliance dans l'avenir.

J'ai le feiiJ.lle espoi,r que votre ·colilaboration m'est entièrement assurée dans cette tache à laquelle j'ai consacré toutes mes forces.

137

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 185/S.N. Londra, 22 gennaio 1917, ore 23 (per. ore 4,30 del 23).

Stamane il corriere mi ha consegnato il dispaccio di V. E. Gabinetto riservato speciale numero uno (1). Alle quindici fui ricevuto da Lloyd George, cui

consegnai m originale l'annesso pro-memoria del quale, in mancanza dell'autorizzazione di V. E., non ho creduto poter prendere copie.

Il Primo Ministro, visibilmente compiaciuto per la ·consegna documento che mi è sembrato attendesse con impazienza, si è riservato di esaminarlo prontamente col massimo interesse. Ha ripetuto anneHere una •speciale importanza alle operazioni sul nostro fronte, osservando che •se per caso l'Austria si vedesse ad un dato momento costretta alla pace è evidente che si rassegnerebbe più facilmente a cedere territorì già da noi presi, mentre ben maggiore difficoltà opporrebbe ad' abbandonare i territori tuttora nelle sue mani. Donde, oltre aH'interesse generale, è anche nostro interesse estendere ed al più presto ,possibile le nostre occupazioni.

(l) Cfr. n. 97.

138

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. 64. Roma, 23 gennaio 1917, ore 22.

Suo telegramma N. Parigi 19, Pietrogrado 27 (1).

In relazione precedente comunicazione circa risarcimento danni sofferti dalla Marina mercantile Alleati Governo Inglese ha precisato suo punto di vis·ta proponendo che Governi Alleati concertino una dichiarazione contenente seguenti due concetti:

l) accoglimento del principio che la cessione della Marina mercantile nemica debba pretendersi nell'intento di rimpiazzare le navi distrutte dal nemico medesimo;

2) non riconoscere trasferimenti alla flotta neutrale, prima della conclusione della pace, di navi, senza il consenso degli Alleati. Prego V. E. di farmi ·conoscere se identica comunicazione è stata fatta a codesto Governo e quale ne sia stata la risposta.

139

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAE. R. 207/42. Londra, 23 gennaio 1917, ore 10,43 (per. ore 19,30 del 24).

A mia analoga domanda Lloyd George rispose ieri di avere esaminato il pro-memoria consegnatogli da Lord Milner relativamente ai colloqui con V. E. circa l'Asia Minore: avere pure della questione discorso con Balfour col quale riservavasi ritornare in argomento. In tesi generale Lloyd George dimostrava favorevoli disposizioni circa nostri desideri in Asia minore. L'Italia, diceva, è per l'eccesso della sua popolazione in grado d'incamminare in quelle regioni la sua emigrazione oggi avviata su così vasta scala in America e pertanto di

provvedere allo sviluppo e progresso delle regioni medesime meglio della Franda

la cui !POpolazione è in costante diminuzione. Data poi l'identità di interessi

politici italo-inglesi nel Mediterraneo l'Inghilterra non può nutrire alcuna obie

zione alle aspirazioni italiane. La grossa difficoltà però consiste nel conciliare il

punto di vista vostro con quello dei Francesi che, come sapete, sono molto esi

genti e poco comodi.

Replicai coi noti ovvii argomenti per dimostrare il compito dell'Inghilterra essere a~punto quello di fare intendere ragioni ai F1rancesi, per:suaderli dell'evidente tornaconto loro di cementare l'amicizia italiana ·col mostrarsi arrendevoli nel presente negoziato. Osservai pure ·che larghissime concessioni già fatte alla Francia a cominciare da quella importantissima di Alessandretta fornivano a mio avviso all'Inghilterra un potente argomento per intervenire con energia anche maggiore a nostro favore. Qui LJoyd George mi interruippe osservando, a titolo di confidenza privatissima, che l'aver ceduto su Alessandretta era stato un grave errore contro il quale Kitchener aveva vivacissimamente protestato. In conclusione primo Ministro ,ritor:nò .sul favorito tema della desideratissima ed utilissima vrsita di V. E. a Londra attendendo ,da me riElposta •Conforme a quelle già da•te a Balfour ed a Lord M<Hner (telegramma d'i V. E. Gabi:netto N. 34) (1).

In un successivo colloquio con Drummond gH chiesi quando cominceremo questa conversazione insistendo perché non si perda più tempo e rinnovando vivissime premure per una definitiva soluzione .prima della riapertura del nostro Parlamento. Drummond mi di,sse privatamente che riteneva probabile che entro la settimana Balfour H quale sta ora ,studiando ·la questione diramerebbe gli inviti per una prima riunione da tenersi verosimilmente lunedì prossimo. A tutt'oggi il mio invito non mi è ancora 'pervenuto. Ho constatato con piacere le favorevoli disposizioni di Lloyd Geor,ge e volentieri ne riconosco buone intenzioni ma conoscendone l'impulsività preferisco non avventurarmi prematuratamente in rosee previsioni sulla misura dell'appoggio eventuale che all'atto pratico possiamo sperare nel •constatare pretese francesi circa Mersina ed Adana alle quali questo Governo si trova ad avere già a~ssentito in un formale accordo.

(l) Non pubblicato.

140

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 218/46. Pietrogrado, 23 gennaio 1917, ore 18,30 (per. ore 21,20 del 24).

Riassumo qui appresso odierno res·critto col quale limperatore nomina Principe Galitzine a Presidente ConsigUo dei Ministri. • In questo momento pensieri di ogni russo sono rivolti ai valorosi difensori della Patria ·che coperti di gloria attendono urto decisivo col nemico. Unito strettamente ai suoi alleati senza ammettere possibilità della pace prima di una decisiva vittoria, popolo russo farà

suo dovere sino alla fine. Riserve del paese sono inesauribili e ci garantiscono contro quell'esaurimento che sembra minacci già nostri nemici. Primo problema che dovrà risolvere Governo sarà dunque quello di rifornire esercito e popolazione, opera nella quale appare necessaria concordanza perfetta delle autorità militari con quelle civili. Altro problema che ritengo importantissimo riguarda ulteriore miglioramento trasporti ferroviari e fluviali per agevolare rifornimento di quanto occorre all'esercito ed alla popolazione. Per risohrere queste urgentissime questioni voglio credere che Consiglio Ministri troverà siano nella Duma nel Consiglio deH'Impero uniti [·sic] nel comune desiderio di 1portare guerra a termine vittorioso. Lo pongo ·come dovere assoluto alle 1persone che, chiamate da me al servizio dello stato di mantenere relazioni benevole, rette, dignitose colle istituzioni legislative. Per sistemare vita economica del •paese bisogna contare sull'opera insostituibile degli zemstwo che con l'opera loro, ·sia in tempo di pace che durante guerra, hanno dimostrato conservare tntatte luminose tradizioni del loro fondatore, augusto mio avo Alessandro II».

Rescritto imperiale è destinato a produrre eccellente impressione ed esercitare influenza benefica sul gran pubblico russo. Accenno esplicito alila tanto invocata collaborazione del Governo •COn l'istituzione legislativa e l'alto elogio a·ll'opera ed alle tradizioni dei consigli provinciali toccano corde sensibili di questa opinione pubblica e non possono rimanere senza effetto. Ottimo è pure il non mai abbastanza riaffermato !Pro.posito di condurre operazioni vittoriosamente per finire la guerra e bene inspirata l'indkazione delle provvidenze per assicurare rifornimenti esercito e popolazione ed il miglioramento d'elile •comunicazioni. Oggi correva voce che rescritto imperiale preludesse a.Ua pal'tenza di Protopopow visto che a lui si attribuiscono idee mal •consone con quelle proclamate dall'Imperatore, a riguardo delle istituzioni legislative e provinciali. Per parte mia non escludo però ·che stesso ProtopO!POW, dqpo esperienza di questi giorni, abbia riconosciuto pericoloso di perseverare in un atteggiamento intransigente, e, nella sua resipiscenza, si sia fatto l'inspiratore delle ·concilianti disposizioni cui è informato il rescritto.

(l) Non pubblicato.

141

IL CONSOLE A MOSCA, GAZZURELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 216/4757 Mosca, 23 gennaio 1917, ore 21 (per. ore 22 del 24).

Ieri ebbe luogo una dimostrazione al grido di: «Viva la democrazia, abbasso la guerra », preparata daUa polizia stessa nella speranza di creare torbidi maggiori, ma il popolo non abboccò al ... (l) e la dimostrazione :llinì nel nulla. Oggi vari grandi ... (l) scioperano ·chiedendo aumento salario. Nell'elemento !POpolano ed Qperaio ·si nota grande malumore contro il Governo e la Corte Imperiale, accusati di tradimento verso la Patria slava prevalentemen,te tedeschi (?).

(l) Gruppo indecifrato.

142

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 390/89. Londra, 23 gennaio 1917.

!Con riferimento all'odierno mio telegramma di Gabinetto N. 39 (1), ho l'onore di qui unito trasmettere copia della lettera con la quale il Stgoor Balfour mi ha proposto di partecipare alla nota ·conversazione a quattro circa gli accordi per l'Asia Minore. Siccome l'ho già telegrato a V. E., io ho aderito all'invito, accettando la data della prima riunione, ·che è 'stata stabilita per il 29 ·corrente.

P.S. Accludo pure a V. E. copia della mia risposta alla predetta lettera del Signor BaHour.

ALLEGATO l.

BALFOUR A IMPERIALI

Londra, 23 gennaio 1917.

Your Excellency has mo•re than once caUed my attention to the Agreements ente·red into between Great Britain, France and Russia, rregarding the territorial re-arrang·ements which may be·come possible •after the war in Asia Minor anà the Eastern Mediterranean, and the r'elation which those Agreements have to the rights of Italy .s:ecu:red to her Article 9 of the Agreement ,gigned at London on .AJpril 26th 1915.

His Majesty's Gove,rnment agree with the Ua:Uan Govel'nment in regarding these and the other quesrtions raised in the two memorand,a communicated by Your Excellency on November 1st last as of the greatest importance, and they suggest that the quickest and most .satisfac•torry way of dealing with them would be a discussion « à quatre • between the Representatives of the 4 Powers concerned. The date fixed should be an ea;r.ly one, and I beg to ask Y1QIUI' Excel,lency,

(should the proposal meet with your approvai) whether the 29 of January at 3,30 will be conveni~mt date for the opening of the discussion. If ·so I shall 3Jt once issue Lnvitations to M. Cambon and to the Russian Chargé d'Affaires to meet your Ex·ceUency and myseU in this Office on tha·t date.

ALLEGATO II.

IMPERIALI A BALFOUR

Londra, 23 gennaio 1917.

Ho l'onore di segnar ricevimento a V. E. deUa Sua lettera in data odierna con la quale E1la, avuto rigua·rdo agli aoc()['di intervenuti fra la Gran Bretagna, la Francia e la Russia cicrca i possibili rimaneggiamenti territoriali in Asia Minore e nel Mediterraneo Orienta~e dopo 11a gue·rra -ed alla l'elazione che cotali accordi hanno con i diritti deH'Halia risultanti dall'Arti.colo 9 del T·rattato di Londra delli 26 Aprile 1915, mi propone di prendere pade ad una conversazione a quattro, che avrà luogo prossimamente :tra i rapprese,ntanti de1le quattro Potenze interessate.

lin rtsrpos:ta a tale comuni.cazione, mi affretto ad informare V. E. che aderisco di buon grado alla Sua proposta, e che pertanto sono pronto a partecipare alla prima riunione indetta druU'E. V. pe!l' il 29 gennaio, ane ore 3,30.

(l) Il T. Gab. 193/39 del 23 gennaio, si omette perchè ha lo stesso contenuto. Cfr. il 1ele.e;ramma analogo di Balfour all'ambasciatore inglese a Pietrogrado del 25 gennaio, in Aufteil. der as. Tiirkei, n. 243, p. 202, riportato in ToscANo, San Giovanni di Moriana, p. 206.

143

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO

T. 66. Roma, 24 gennaio 19,17, ore 15.

Suo telegramma n. 5 (1).

Autorizzala rappresentare R. Governo incoronazione Uizero Zaiditù procedendo d'accordo suoi colleghi di Francia e d'Inghilterra, anche rper formalità inerenti incarico. Qualora occorra speciale telegramma accreditamento da mostrare a codesto Governo pregola telegrafarmelo indicandone precisi termini.

Mi riservo ul<teriori comunicazioni circa doni.

144

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 199/27. Atene, 24 gennaio 1917, ore 16 (per. ore 17,05).

Questo Ministro degli Affari Esteri ha indirizzato a me ed ai miei colleghi di Francia, Inghilterra e Russ,ia la seguente nota:

« Conformément à la promesse qu'il a donnée dans ,sa réponse à l'ultimatum des Gouvernements alliés dlu 8 Janvier le Gouvernement Royal présente des ex.cuses formelles à LL.EE. les Ministres de Fra'nce, Grande Bretagne, ltalie et de Russie ,en raison de,s regrettables événements du premier Décembre 1916 •.

Tale formula era stata ,concertata anticipatamente fra :noi e il Governo ellenico per adempimento del numero 6 della nota delle Potenze garanti del 31 dicembre, cosicché ... (2) oramai 'considerare come eseguite ~e esigenze 'contenute in quel paragrafo.

145

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 107. Roma, 24 gennaio 1917, ore 20.

Telegramma di V. E. Gabinetto N. 41 (3).

!Frase «Trento e Trieste» era contenuta nel telegramma della Reuter alla Stefani.

(l) -Cfr. n. 89. (2) -Gruppo indecifrato. (3) -T. Gab. 194/41 del 23 gennaio, che non si pubblica: Imperiali segnala che la nota inglese agli Stati Uniti non ha specificato, per le rivendicazioni italiane, « Trento e Trieste », ma ha usato l'espressione più generica • Italia irredenta • _
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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 215/47. Pietrogrado, 24 gennaio 1917, ore 10 (per. ore 20).

:Questo Ministro affari esteri, interessatone dal Signor Durich, rappresentante in Russia della nazione ~ceca, mi ha pregato far 'pervenire al:la sua alta destinazione un telegramma di ringraziamento che il rpredetto Signor Durich con altri cechi rassegna a S. M. il Re d'Italia per H proposito affermato :nella risposta degli alleati al Presidente degli Stati Uniti di liberare anche i cechi o slovacchi dal giogo autro-tedesco. Miei ~colleghi di Francia e Inghilterra hanno ricevuto uguale comunicazione dal Ministero Affari Esteri e vi hanno dato seguito. A mia volta non ravvisando i:nconvenienti ad aderire al desiderio del Ministero predetto, ho l'onore di trasmet1tere a V. E. il telegramma di Durich con preghiera sottoporlo a S. M. il Re Nostro Augusto Sovrano:

• Au nom des nations thèques et slovaques prions d'agréer expression de notre profonde reconnaissance et remerciments de la note des alliés au Président WHson contenant aussi la ferme volonté de nous délivrer du joug austroallemand, but pour lequel la nation tchèque-slovaque aidera avec les modestes forces jusqu'au triomphe suprème de la cause sacrée.

Signés: Député Durich, représentant de la nation Tchèque. Pour la Ligue slovaque: Gustave Kosik. Pour les tchèques individuels des Balkans: François Kral. Vaclav von Drak, Président de l'Union des Sociétés tchèques en Russie ».

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 104. Roma, 24 gennaio 1917, ore 21.

Barrère mi comunicava che il generale Lyautey ritiene indispensabile, per la sicurezza delle truppe di spedizione in Macedonia, di allargare la base attuale e di rtparare il presente ~congestionamento del porto di Sa'lonicco, ~con l'occupazione del porto di Volo e della ferrovia Volo-Larissa-Salonicco. L'occupazione d!i Volo essere necessaria appena si fosse compiuto l'attuale passaggio delle truppe e delle armi greche nel Peloponneso; e si sarebbe accollljpagnata da tutte

le necessarie garanzie di temporaneità. Ho risposto che in primo 'Luogo occorreva lasciar compiere tali movimenti in conso delle truppe greche; e quindi allentare alquanto il blocco navale su

tutta la Grecia, in modo da la,sciar approvvigionare le popolazioni, così come si era promesso di fare nella nota redatta dalla conferenza di Roma. Dopo che con ciò si fosse rassicurata e calmata l'opinione greca sui propositi degli alleati, ma non prima, ammettevo che si potesse, con le doV1ute assicurazioni di provvisorietà, procedere a quelle parziali occupazioni che risultassero veramente indispensabili dal punto di vista militare per la sicurezza delle nostre truppe.

Barrère mi riferiva avere i nostri rappresentanti in Atene concertato il testo della nota che la Grecia dovrebbe rimettere loro relativamente al saluto delle bandiere e alle riparazioni morali pei fatti del l e 2 dicembre. A ques,to proposito Briand ritiene che i raPipresentanti degli alleati dovranno assistere in uniforme, così come i diversi comandanti navali, alla cerimonia di riparazione.

Ho chiesto se gli risultasse che vi fosse stato alcun disparere o contrasto su questo punto tra i rappresentanti stessi. Avendomi Barrère assicurato del contrario, ho detto che non vedevo ragione perché la cosa non si facesse nelle forme accennate da Briand.

Barrère mi riferiva che 123 irregolari contrabbandieri inseguiti da truppe coloniali italiane appartenenti alla tribù dei... (l) si erano ricoverati in Tunisia, ove erano stati fatti :prigionieri dai francesi. Ora lavorano quali p11igionieri alle opere di Biserta. L'autorità coloniale itaiiana avendone chiesta la riconsegna, quella francese sarebbe anche d~:s:posta a concederla ove il Governo tripolino insistesse, ma esprime il desiderio che si voglia consentire a !asciarli dove sono, poiché vengono impiegati in lavori utili per la cau:sa ,comune.

Ho risposto che avrei riferito la cosa al mio collega delle Colonie.

Barrère ,prega per una risposta possibilmente sollecita (2).

148

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI, AL MINISTRO DELLA GUERRA, MORRONE

Roma, 24 gennaio 1917.

T. RR. A MANO.

Risposta al telegramma 21 corrente n. 768 G. (3).

Nulla ho da osservare in merito al programma di argomenti sui quali l'E. V. ritiene opportuno che qualche militare competente intrattenga quei nostri Deputati che dovranno tenersi a contatto coi Deputati francesi ,che verranno in

Italia. Riterrei, soltanto, opportuno che .sia eliminata la considerazione fatta al

N. 5 che ogni successo al fronte occidentale è conquista di territorio che s'em perduto, potendo tale osservazione sortire effetti contrari a quelli cui si tende con la propos:ta illustrazione delle difficol,tà e dei vantaggi della nostra guerra.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., pp. 101-102. (3) -Cfr. n. 132.
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L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 204/3. Madrid, 24 gennaio 1917 (per. ore 0,45 del 25).

Ministro di Stato parlandomi oggi del messaggio del Presidente Wilson al quale probabilmen1e si riferiva la notizia telegrafata daLl'Ambasciatore di Spagna a Washington e riferita col mio telegramma N. 2 (l) lo qualificò un documento romantico; evidentemente non garbavano qui l'iniziativa né il linguaggio assunto dagli Stati Uniti dell'America del Nord relativamente aHa pace.

Ministro di Stato mi disse che il rappresentante Governo federale a Costantinopoli ha parlato ripetutamente col suo collega di Spagna di grandi vantaggi che gli Stati Uniti dell'Amevica del Nord aspettano nell'Impero Ottomano dopo la pace, fra i quali una situazione privilegiata in Asia Minore.

150

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R.-203/43. Londra, 24 gennaio 1917, ore 22,32 (per. ore 1,40 del 25).

Per il caso di eventuali difficoltà da parte dell'Incaricato d'Affari di Russia potrebbe essere utile ,conoscere termini predsi in .cui V. E. ha notificato adesione

R. Governo all'accordo concernente Costantinopoli e Stretti. Sarei pertanto grato a V. E. telegrafarmi prima lunedì testo precitata notificazione.

151

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

Roma, 24 gennaio 19,17.

N. 19.4.6.3.

Il Ministro della Guerra comunica quanto appresso:

« S. E. il Ministro Comandini ha qui trasmesso una domanda a ~ui pervenuta dal rappresentante a Roma del Comitato Centrale czeco di Parigi relativa al trattamento fatto ai prigionieri di guerra di nazionalità czeca, e nella quale chiedevasi particolarmente l) se siano tenuti separati dai prigionieri di a1tre nazionalità e 2) se si consentirebbe che venissero ad essi distribuiti opuscoli czechi di

propaganda antiaustriaca.

«Questo Ministero ha risposto che i prigionieri czechi sono stati raggruppati, come si sta facendo per quelli di altre nazionalità, in campi separati; e vengono trattati, per ora, alla stregua di tutti i prigionieri di guerra.

«In quanto poi alla distribuzione degli opuscoli sopraccennati, si è fatta riserva di rispondere dopo di aver conosciuto in proposito il parere di codesta Onorevole Presidenza del Consiglio» (1).

(l) T. Gab. 125/2 del 16 gennaio, non è pubblicato.

152

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI, AL, MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 44/9. Le Hàvre, 24 gennaio 1917.

·Nella nota rimessa 1'11 corrente dal Governo Germanico ai rappresellltanti delle potenze neutrali a Berlino era contenuta, come è noto all'E. V., questa affermazione: << Si sa che nel 1887 il Governo Britannico aveva deciso di non opporsi ai diritto di passaggio attraverso il Belgio, pur esigendo delle garanzie».

Ho cercato di assumere qui le possibili informazioni intorno ai fatti che avrebbero potuto servire a dare origine a questa audace affermazione del Governo tedesco, e mi risulta in modo sicuro che si tratta di un'opinione espressa da un corriSipondente del giornale inglese lo Standard nel 1887. Il 2 febbraio di quell'anno il giornale pubblicava un articolo firmato «Diplomaticus » nel quale era detto che il Governo Britannico non avrebbe dovuto considerare come casus belli l'entrata di truppe tedesche siUI territorio belga: l'autore dell'articolo si esprimeva in questi termini: « L'uso temporaneo di un diritto di passaggio è assai differente dal possesso permanente ed ingiustificato di un territorio e se il Governo tedesco si impegnasse a non annettersi alcuna parte del territorio belga, sarebbe dovere del Gabinetto inglese di lasciar passare liberamente le truppe tedesche attraverso il Belgio, non essendovi in tal caso formale violazione della neutralità ».

Questa tesi fu ripresa qualche giorno dopo dallo stes•so giornale che affermava la guerra essere inevitabile tra Francia e Germania e che prevedeva che i forti di frontiera tra questi due paesi, ~togliendo la possibilità di portare un colpo decisivo, le truppe di uno o dell'altro belligerante sarebbero obbligate a passare sul territorio belga. In tal caso es.so affermava eSiSere nell'interesse del Governo inglese, 1per evitare di essere implicato in «1una guerra •colossale » di non opporsi all'invasione del territorio belga, contentandosi dell'assicurazione da parte di entrambi i belligeranti di non voler annettere alcuna parte del terri

torio invaso.

Gli articoli sopramentovati, avendo provocato una certa impressione, il Governo inglese diede ordine il 3 marzo 1887 al ~suo rappresentante a Bruxelles di dichiarare al Governo belga che quelle pubblicazioni non avevano in alcun modo carattere ufficioso.

A questo si riduce la base dell'affermazione surriferita nella nota tedesca, che poggia unicamente su pubblicazioni di giornali.

derà. se V.E. approva, consentendo all'invio di detti libri da parte del Comitato Czeco. 27 gennaio 1917 •.

(l) Annotazione marginale di pugno di Manzoni: «A S.E. il Ministro. L'Ufficio rispon

153

IL MINISTRO A TEHERAN, ARRIVABENE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

R. 34/15. Teheran, 24 gennaio 1917.

È vezzo dei giornali turchi del Caucaso, denominati l'Atchig-Suz e lo YeniEgbal di propalare con una ,certa costanza notizie false circa la nostra guerra, le quali vengono naturalmente da questi giornali Jocali.

Ho intrattenuto incidentalmente d!eHa cosa questo Ministro di Russia, H quale non sembra siasene curato.

Mi permetto attirare pertanto l'attenzione dell'E. V. su dette notizie, che non mancano di nuocere al nostro prestigio qui, per il caso ch'Ella credesse opportuno 'interessarne il R. Ambasciatore in Pietrogrado.

Aggiungo, ad ogni buon fine che, non esJstendo in Persia un servizio di periodici bene organizzato, quasi tutte le notizie giungono qui, oltre che per mezzo della • Reuter • controllata da questa Legazione Britannica, pel tramite dei due giornali suddetti stampati a Tiflis ed a Baku.

154

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 109 (1). Roma, 25 gennaio 1917, ore 13.

Telegramma di V. E. N. 43 (2).

Il 2 dicembre 1916 Giers mi consegnò il noto aide-mémoire russo ed io gli consegnai un aide-mémoire così concepito: «Le Gouvevnement Royal d'!talie dorme son agrément ~ l'aide..,mémoire que S. E. l'ambassadeur de Russie à Rome a remis à S. E. le Baron Sidney Sonnino le 2 décembre coura:nt sub N. 114 (3) relatif à Constantinople et aux Détroits, sous la conditio:n que la guerre soit poursuivie jusqu'à la victoire, que l'Italie réalise ses dessins en Orient comme ailleurs ainsi qu'il est dit dans l'aide-mémoire l'Usse, et qu'elle jou~sse de tous les avantages qui seront assurés à la France et à la Grande Bretagne ». Lo stesso giorno vi è stato tra Giers e me uno scarnbio di note in cui ,ciascuno dei due ha rispettivamente confermato che «la teneur de ce document (l'aide-mémoire présent) ne change en rien l'esprit de l'accord conclus a Racconigi le 11 octobre 1909 ».

(l) -Il testo pervenuto a Londra recava la dicitura «riservatissimo», (2) -Cfr. n. 150. (3) -Nel testo conservato nel fondo dell'ambasciata di Londra: • n. 21609 •.
155

PROMEMORIA DEL MINISTRO DELL'INTERNO ORLANDO

N. (1). Roma, 25 gennaio 1917.

Giova premettere che fin da quando fu diffusa la notizia della nota diretta dalle potenze centrali intorno alla 1pace, da parte della Santa Sede mi giunsero private manifestazioni nel senso che la Santa Sede stessa avrebbe secondato, nei limiti del possibile, le aspirazioni del Governo italiano e ciò in via del tutto disinteressata e senza alcuna preoccupazione di reconditi fini. Naturalmente, a tale dichiarazione generica, io risposi con un ringraziamento ugualimente generico. In quella occasione, poiché nei giornali si parlava deHe condizioni di pace che gli imperi centrali avrebbero offerto, ma ·che non eran note (si parlava persino di un plico sigillato, che 1si 'sarebbe trovato presso alcuni Governi neutrali e forse presso la stessa Salllta Sede), io avevo fatto una allusione nel senso che se ed in quanto la Santa Sede avesse avuto notizia di quelle condizioni e le avesse in via ·Confidenzialissima fatte conoscere al Governo italiano, la cosa sarebbe riuscita gradita.

Premes,so ciò, ieri sera, 24 corrente, io ricevetti la visita della persona con cui avevo avuto la conversazione di cui sopra (2). Essa mi disse che veniva a riferirmi quanto la Santa Sede credeva di conoscere cir·ca le condizioni della pace nei riflessi dell'Italia. aggiiungendo che tali condizioni riguarderebbero una specie dì !Programma mas•simo al quale gli imperi centrali arriverebbero come estrema concessione. Queste condizioni sarebbero (le riferisco così come mi furono dette, non avendo io •chiesto particolari maggiori, per la ragione cui accennerò élippresso):

l -Il Trentinç>, estendentesi a no11d non già sino a San Michele (come si

dice che sarebbe avvenuto nelle trattative che precor1sero la guerra), ma bensì

sino a Bolzano;

2 -confine orientale sino a1la linea dell'Isonzo, con Gorizia e ·col Carso;

3 -Trieste (qui sarebbe però concorrente la condizione, vagamente accen

nata, di qualche compenso all'Austria nello stesso Adriatico) sarebbe conside

rata come una città avente una propria autonomia commerciale, ma sotto il

dominio dell'Italia: qualche cosa come Amburgo verso l'impero germanico.

Naturalmente queste comunicazioni presentavano molti punti oscuri e non

precisati. Ancor più vaga rimane la •pol"tata impegnativa, anche eventualmente,

di simili concessioni. Ma io credetti di non chiedere ~chiarimenti di sorta in

nessuno dei due sensi anz'idetti, e ciò ;per lasciare alla comunicazione il carattere

puro e semplice di una notizia e sia pure di una voce di cui ci veniva data

cognizione, mentre la richiesta di qualsiasi chiarimento avrebbe potuto larvare

l'apparenza, anche lontana, di una vera trattativa per mezzo di intermediari, il

che mi era assolutamente rnterdetto.

Così io mi limitai a ringraziare della comunicazione ed il discorso rimase

a questo punto.

(l) -Nota dattiloscritta con firma autografa. Ed in F. MARGIOTTA BRoGLIO, Italia e Santa Sede dalla grande guerra alla Conciliazione, Bari 1966, pp. 335-326 e in SoNNINO, Carteggio, II, cit., pp. 149-151. (2) -Il sen. Silj.
156

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 224/51. Pietrogrado, 26 gennaio 1917, ore 10 (per. ore 19,10).

Telegramma di V. E. Gabinetto del 22 corrente senza numero (1).

Pocrowsky mi ha detto ,che ignora la parte militare del programma della confe["enza di Pietrogrado. Buchanan presente al colloquio ha detto di ritenere che non vi sia un programma pronto. Egli crede utile ,che ciascun delegato svolga liberamente il punto di vista del proprio Governo. Paléologue, parimenti presente, ha detto egli pure che tutto al più potrà essere iscritto all'ordine del giorno la questione di dove e quando debba avere luogo grande offensiva ma che un programma sotto forma di questionario ,concreto non potrà stabilirsi se non dopo brevi ,scambi di vedute generaLi fra delegati.

Dall'insieme della conversazione ho riportato l'impressione che l'Inghilterra si riservi di presentare qualche suo piano di cui forse solo il Generale Gurko ha cognizione mentre da parte della Russia non si siano concretate che le sue richieste di munizioni.

Generale Gurko trovandosi al Quartiere Generale ha telegrafato a Romei di ottenere e comunicare direttamente a S. E. Cadorna la desiderata informazione.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 114. Roma, 26 gennaio 1917, ore 21.

Giers mi riferiva che Pocrow>sky riterrebbe più consigliabile per parte degli alleati di non dare alcuna risposta ufficiale al messaggio di Wi1son al Senato, nonostante che esso sia stato comunicato 1per via diplomaUca ai vari Governi. Nel caso ,che una risposta volesse darsi, proporrebbe la formula seguente: « Ayant pris connaissance du discours de M. le Président d es Etats Unis d'Amérique au Sénat, les Puissances Alliées constatent avec satisfaction que le message n'entend nullement toucher à la liberté des Alliés en ce qui ,concerne l'élaboration, en temps opportun, des conditions d'e paix conformes à leurs intérets. Les gouvernements Alliés tiennent à la meme occasion à rendre hommage aux idées humanitaires qui guident le Président Wilson dans son action ». Ho risposto ,che ero d'accordo con Pocrowsky nel ritenere più opportuno il non rispondere nuLla, o semplicemente con un ringraziamento di ciascuno per la comunicazione. Quanto alla formula proposta, la trovavo nella prima 1parte alquanto d!ura e prematura; essa avrebbe irritato contro di noi il Presidente visto che lo S'COpo principale di tutte queste sue manifestazioni era quello di

accaparrarsi fin da ora un posto nel Congresso della pace. Conveniva aver presente questo fatto, per non impegnarsi fin da ora magari ·indirettamente ad ammetterlo; ed a questo non si era forse badato abbastanza dai Governi alleati anche nella risposta alla sua prima nota. Ma non conveniva d'altra parte fare oggi una dichiarazione esplicita in senso contrario (1).

(l) Non pubblicato.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 77. Roma, 26 gennaio 1917, ore 23.

Mio telegramma n. 45 (2).

Pregola insistere presso ·codesto Governo circa bisogno di grano in Grecia rappresentando urgente necessità provvedere immediati rifornimenti al momento levata blocco. Sarebbe grave errore creare una questione di affamamento di popolazioni greche, che solleverebbe in America proteste contro alleati. Urge conoscere pensiero codesto Governo in proposito. Tenga presente non abbiamo porti italiani navi greche cariche grano. Telegrafo analogamente R. Ambasciata Londra, Parigi.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 216/16. Parigi, 26 gennaio 1917, ore 21,10 (per. ore 0,20 del 27).

Ques•to Ambasciatore di Russia ha chiesto a questo Governo per incarico del Governo russo se si intende rispondere al messaggio di Wilson al Senato americano visto che ne è stata data comunicazione ufficiale. Finora il Governo francese non ha risposto all'Ambasciatore di RuS!sia ma mi si assicura che non si giudica opportuno rispondere al messaggio ritenendo che ciò sarebbe imprudente.

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L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 231/4. Madrid, 26 gennaio 1917, ore 18,50 (per. ore 0,20 del 27).

In un colloquio durato più di un'ora S. M. il Re di Spagna mi parlò iersera a lungo della guerra. Mi si mostrò molto soddisfatto della risposta della Spagna

alla nota Wilson e molto risentito della condotta del Presidente degli Stati Uniti ·che dopo aver ripetutamente esp,res,so il desiderio di procedere d'accordo con la Spagna prese poi l'iniziativa senza ·consultarla. Mi parlò in senso otHmista della situazione militare d~ll'Italia, accennò alla possibiUtà di una violazione del territorio svizzero giudicandola però possibile tanto da parte della Germania che della Francia. Prevede sempre maggiore intensità g1ue11ra sottomarini. Osservò ·che la resistenza dell'esercito romeno meno qualche punto di montagna fu nul,la. Disse che non dubitavà della vittoria dell'Intesa a patto però che tutte le Potenze che la compongono tengano fermo fino all'u1timo.

Avendo io espresso la certezza che così sarebbe S. M. mi disse con una certa insistenza che dubitava assai della Russia sulle ·condizioni interne della quale politiche ed economiche aveva assai cattive notizie. Mi disse che sotto il Ministero Sttirmer le ·trattative di pace ·separata erano molto avanzate e la Russia aveva già accettato alcune basi come lo Stato polacco autonomo e lievi cessioni territoriali sul Baltico contro compensi verso il Ser.eth, e l'accesso al Golfo Persico. Nell'apprezzare tali manifestazioni di S. M. conviene sempre tener conto del suo vivo desiderio di farsi mediatore che lo indu~e a esagerare le circostanze le quali, a suo avviso, dovrebbero convincere il suo interlocutore dell'oppovtunità d'una pronta pace.

(l) Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., pp. 102-103.

121 ll T. Gab. 45, non pubblicato, ritrasmette a Pietrogr::.do il T. Gab. s. 78/9 di Jassy, cfr. n. 60.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 219/46. Londra, 26 gennaio 1917, ore 10,50 (per. ore 7,05 del 27).

Già da qualche tempo Drummond aveva a varie riprese invocato H mio intervento pres,so V. E. allo scopo di ottenere in favore del conte Horodysky, polacco ~Suddito austriaco, il permesso di recar.si a Roma per essere ricevuto dal Papa. Ed io avevo lasciato cadere il discorso. Ieri Drummond mi ha rinnovato istanza a nome di Balfour, il quale, considerando ·che il colloquio col Pontefice di det•to conte, che ha già resi eccellenti •servizi alla causa comune, sarebbe assai utile nei riguardi generali degli alleati, esprime la speranza che il R. Governo voglia in via eccezionale autorizzarne entrata nel Regno.

Il conte attualmente indisposto seguirebbe, per il suo viaggio a Roma, la via preferita dal R. Governo partendo sia dalla Svizzera sia dalla Francia.

Naturalmente sul predetto viaggio nonchè in generaLe sull'opera pro-alleati del Conte, questo Governo desidera venga mantenuto stretto segreto. Ad un desiderio espressomi a nome di Balfour non ho creduto poter dare ri~posta negativa. Informo quindi V. E. della preghiera di questo Governo e Le sarò grato pormi in grado di comunicare le decisioni del Governo di Sua Maes•tà (1).

(l) Comunicato al Presidente del Consiglio. Boselli, con T. 16 confidenziale del 28 gennnio. Cfr. T. Gab. 132, del 30 gennaio, a Imperiali, e T. Gab. n. 55, del 30 gennaio, di Imperiali, non pubblicati.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL. MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 241!61. Londra, 26 gennaio 1917, ore 1,35 (per. ore 7,30 del 27).

Telegramma di V. E. n. 690 (1).

Massima gravità, urgenza questione tonnellaggio per trasporto grano e carbone in l•talia è stata ieri, in modo assai esplicito, dimostrata dai nostri Ministri e subordinatamente da me, in un colloquio con Lloyd George e :susseguentemente in una riunione presso il Controllore della Navigazione. Giusta intesa, Primo Ministro d rivedrà di nuovo questa sera, dopo aver presa conoscenza delle conclusioni che gli saranno sottoposte dal Controllore.

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L'ADDETTO MILITARE AL GRAN QUARTIERE GENERALE RUSSO, GENERALE ROMEI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 220. Gran Quartiere Generale Russo, 26 gennaio 1917, ore 23,35 (per. ore 9,45 del 27).

Ho comunicato direttamente al Generale Cadorna il programma militare della Conferenza di Pietrogrado (2).

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L'AMBASCIATORE A TOKIO, CUCCHI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 95/24. Tokio, 26 gennaio 1917.

Alla ripresa dei lavori legislativi della 38• sessione della dieta, inaugurata sullo scorcio del 1916 ed aggiornatasi per le ferie fino a·l 22 del corrente mese, il presidente del consiglio, conte Terauchi, ha fatto alle due camere, separatim, l'esposizione del programma politico del suo gabinetto, ·costituito, come è noto all'E. V., quattro mesi or sono. Tale esposizione fu 'seguita da un discorso sulla politica estera pronunciato dal ministro degli affari esteri, il visconte Motono. Dei due discorsi accludo ad ogni buon fine il testo inglese pubblicato dall'Advertiser (3).

Presentatosi per la prima volta per enunciare i capisaldi della sua politica alla camera, dove, ad eccezione del Seyukai, professatosi neutrale .per l'occasione, tutti i partiti si sono coalizzati in una determinata opposizione al ,governo, il conte Terauchi nel suo discorso ha tracciato, in linee generali e vaghe, un

programma anodino ed incolore senza il contenuto di un nuovo indirizzo o di una nuova formula atta a formare la platform di un rmovo parti>to a llui favorevole. Alto di idealità, specie nel volere un Giéllppone « forte e tpreparato ad ogni contingenza militare ed alla sua evoluzione economica e finanziaria dopo la guerra», il programma non ,sembra dischiudere alcuna nuova direttiva tendente a realizzarne i propositi e le finalità. Siffatte manchevolezze nelle dichiarazioni del primo ministro ,sono 1sovratutto sentite dal Seyukai, il partito che in antagonismo alla maggioranza coalizzata vagheggia ora, pur di sventare la possibilità di un secondo avvento al potere del mar,chese Okuma, di schierarsi da parte del governo dopo lo scioglimento della ~camera, provocato ieri dalla presentazione di una mozione di sfiducia contro l'attual'e gabinetto. NeHe prossime elezioni i candidati del Seyukai non averanno nulla d'a offrire ai loro collegi, mentre la maggioranza sembra aver miglior giuoco, e profittarne, col richieder loro la conferma del mandato, in ·COilliPenso di aver debellato, in nome « dei santi principi della ·costituzione», un ,gabinetto «extra parlamentare», imposto dai Genro e dal partito militare del feudo di Choshu (così influenti in corte) a di~petto della maggioranza nella camera capitanata dal Kato, ex-minrstro degli affari esteri nel gabinetto Okuma e da questi, senza costrutto, raccomandato al

trono per la sua .successione al governo.

Aggiungerò che il discorso del maresciallo Terauchi, il quale se non è vincolato alla camera da alcun partito, non ha neppure nemici pe11sonali e gode genera[mente meritata fama di uomo integro e di insigne organizzatore, come ha dato illustri prove in Corea, è stato accolto con la massima fred!dezza e da qualche apostrofe di Terauchi hirikken (Terauchi l'incostituzionale).

Le dichiarazioni sulla politica estera, enunciate dal vtsconte Motono, superarono !Per contro ogni aspettazione. Il suo discorso, pronunoiato con enfasi, fu lucido, armonico e completo; daHa morte del suo collega il conte Mutsu non si aveva più avuto esempio di tale altezza di ·stile. Sottoposto per la 'prima volta all'esperimento di iTI'terpellanze insidiose ed incalzanti, eg,Ji sorprese anche i parlamentari più provetti per !la prontezza delle repliche e le risorse nel dibattito, ~così notevoli per un diplomatico lungamente vissuto all'es,tero senza preparazione ed esperienza oratoria.

Dopo aver alluso, con compiacimenti, alle ottime relazioni con gli Stati esteri, espresse, con dichiarazioni che non lasciano adito a dubbi, la sincera e sicura devozione del paese alla causa ed agli interessi che ha in comune cogli alleati nell'ora ~:><resente.

Più 'che rassicurante fu il tono con cui trattò dei rapporti ·con l'America, ispirati ad un atteggiamento amichevole e sempre conciliatorio, • qualsiansi le difficoltà che possano eventualmente sorgere con il governo di Washington •, alludendo così ai problemi difficili e tuttora insoluti dell'emigrazione e dello stato giuridico dei giapponesi negli Stati Uniti.

La parte più saliente peraltro del discovso fu quella riferentesi alJe rela

zioni con la Cina, nella quale il visconte Motono fa velatamente « ammenda

onorevole» per gli errori commestsi dai suoi predecessori, i quali, ~con una !POli

tica sempre invadente ed inconsultamente guidata dal tornaconto immediato,

hanno creato in quello Stato, se non un'atmosfera ostile al Giappone, dei rapporti di fondata diffidenza. Mi risulta ·Confidenzialmente come, nella sessione segreta di martedì scorso della camera, il Motono abbia denunciato la politica del marchese O~uma per la sua inframettenza nei progetti imperialistici di Yuansekai, per la sua tacita annuenza aH'opera di a1cuni mestatori giapponesi, ligi ora a questa ora a quella fazione di rivoluzionari, ed inf1ne per l'imposizione d~l noto .gruppo delle cinque domande presentate dal ministro degli affari esteri visconte Kato con tergiversazioni che, risapute poi a Londra, produssero un senso sgradevole sulla sincerità della politica giél!P!Ponese in Cina, dove la discussione delle domande stesse il 5 febbraio 1916 fu chiamato a Pechino fukitsubi (giovno infausto).

Il Motono ha propugnato nel suo discorso una politica che, sulla base di rapporti di perfetta buona intesa ed amicizia debba avere, non di nome, ma di fatto, quali esponenti essenziali: « il rispetto dell'integrità territoriale della Cina e l'osservanza d'el principio delle mutue opportunità e quello dell'open door ».

Non è con la facile gloriola dell'amor nazionale appagato dalla adozione di alcuni gendarmi giaj)jponesi a scopo di ordine in questo in quel distretto cinese, e neppure con le indennità in specie regolarmente imposte al governo di Pechino a r.ifacimento di danni nei spesso lamentati conflitti tra cinesi e fuorusciti nipponi di dubbio carattere, che il Motono intende tutelare il prestigio ed i veri interessi del Giappone nel vicino ex-impero.

La recente soluzione difatti che definisce l'incidente di Cheng-chianton in un modo conciliante, adottata dal visconte Motono, pare avmonizzare con le vist,, plù larghe e liberali da lui tracciate nel suo discorso di fronte alle trattazioni politiche con la Cina, e ciò dovrebbe sembrare ben auspicare per una nuova èra di rap;porti migliori, i quali non ;potranno ridondare che di vantaggio ai grandi interessi giapponesi di ogni sorta in quello Stato.

(l) -Numero errato. (2) -Cfr. n. 217. (3) -Non pubblicati.
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L'AMBASCIATORE A TOKIO, CUCCHI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 96/25. Tokio, 26 gennaio 1917.

Col mio precedente rapporto, ho avuto l'onore di trasmettere un largo sunto delle dichiarazioni fatte alla dieta dal primo ministro e dal ministro degli affari esteri. Mi piace tuttavia richiamare specialmente l'attenzione di V. E. sopra alcune frasi del discorso Terauchi, le quali sembrano in questo momento storico una adeguata risposta alle ()melie pacifkhe del presidente Wilson. Il primo ministro giapponese ha parlato alla dieta con altro accento: • Occorre appena che io vi rammenti -ha detto il maresciallo Terauchi --che gli armamenti costituiscono un mezzo ind1spensabile di preservazione nazionale. Cure incessanti devono essere dedicate pevché la difesa dell'impero sia con

servata efficiente e salda. Deve essa rispondere alla nostra situazione fra certe potenze, alia considerazione dei nostri rapporti con certe altre, ed essere in proporziOille ,colla rkchezza e le risorse del paese. È evidente che per trovarsi preparati a tutte le emergenze, importa ~che lo 1spirito del [pOpolo, nella sua unità, sia invigorito nutrendolo all'idea nazionalista e migliorandlone la salute. Ed è naturalmente importante 1Che le risorse della nazione siano accresciute promovendo le industrie e fomentando i traffici e i ~commerd ».

Questo è il vero linguaggio di un «uomo di Stato», nei duri tempi in ~cui viviamo.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 229/55. Pietrogrado, 27 gennaio 1917, ore 9,05 (per. ore 16,40).

Oggi questo Ministro degli Affari Esteri e l'Ambasciatore d'Inghilterra mi hanno insistentemente pregato di adoperarmi presso V. E. affinchè consenta ehe riunione degli Ambasciatori per l'Asia Minore convocata da Balfour per lunedì prossimo sia rimandata a quando ar,riverà a Londra Sazonoff fra 5 o 6 settimane. Essi allegavano per motivo 'che interessa che la Russia sia rappresentata a QJUella riunione da pernone 'che possano direttamente impegna11si nelle decisioni e fare così procedere e~peditamente le trattative.

Ho risposto che con mio rincrescimento non potevo aderire a tale loro desiderio ~per~chè convinto ~che il ritardo di quelle trattative sia già a~rrivato ad un limite che non può oltrepassare e ~che mi sembrerebbe poter protrarsi nel ~caso solo in ~cui venisse al riguardo assicurazione che salvo questione ,di dettaglio, le nostre giuste rivendicazioni sono fin d'ora accettate in massima dai nostri Alleati.

Ho ~chiesto poi a Buchanan come mai Balfour avesse ~convocato gli Amba

sciatori per lunedì mentre sapeva pure che per quel giorno Sazonoff non poteva

essere presente. Buchanan mi ha risposto semplicemente ~che Balfour è incol1So

in una svista ed ha insistito perchè almeno rendessi edotta V. E. della conver

sazione al che di buon grado ho aderito.

Mi permetto di esprimere ,l'opintone che vista l'impossibilità di far prece

dere la riunione di Londra a quella di Pietrogrado, 'come sarebbe 1stato deside

rabile, ,converrebbe almeno farLe coincidere e posare apertamente a Londra

fino dalla pvima ,seduta la questione essenziale relativa aUa delimitazione del

l'Asia Minore riservando il resto a più tardi.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 121. Roma, 27 gennaio 1917, ore 21,30.

Barrère, riferendomi che Bratiano chiede di [Prendere parte alla proSISima Conferenza di Pietrogrado, mi domandava il mio parere in proposito. Ho ~ispo

7 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VII

sto che l'ammissione del Ministro romeno avrebbe probabilmente portato dietro di sè analoghe domande della Serbia, del Belgio e degli altri piccoli Stati alleati; e che con ciò si alterava il carattere della conferenza. Capivo però le difficoltà di escludere Bratiano che si trovava ora a Pietrogrado, e probabilmente vi si era recato precisamente .per questo; ma ricordando 1l'accordo segreto che fu preso tra i quattro maggiori alleati l'estate scorsa dietro iniziativa di Sazonoff quando vertevano i negoziati con la Romania, e che questa esigeva di essere ammessa a piena parità con le grandi Potenze nel futuro congresso della pace, mi pareva il caso di applicarne fin da ora le disposizioni quando nella presente conferenza si dovesse trattare qualche importante argomento in cui la Romania non fosse direttamente interessata (1).

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 234/49. Londra, 27 gennaio 1917, ore 22,53 (per. ore 7,25 del 28).

Oggi Graham mi ha messo al co11rente della recentissima proposta del GovePno russo di rinviare la conversazione circa l'Asia Minore sino aWarrivo qui di Saz,onoff (2). Al 11iguardo ha aggiunto che era stato telegrafato ,stamane a Rodd per conoscere il pensiero di V. E. Ho ,risposto ,che dal momento in 'cui la questione era stata sottoposta all'E. V. a me non 1rimaneva ·che attendere ordini di V. E. Personalmente \Però mi pareva non desiderabile lasciare ulteriormente in sospeso l'importante questione che già da un pezzo dovrebbe essere stata risoluta. Ciò tanto più poi in quanto l'arrivo di Sazonoff nella migliore ipotesi non pare possa verificarsi prima di un p·aio di mesi.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 509/116. Londra, 27 gennaio 1917 (per. il 13 febbraio).

Il congresso dei partiti operai riunitosi martedì s'corso a Manchester, ,come quello preeedente di Birmingham, ha votato ieri, alla sua 'chiusura, ·chiari ordini del giorno in favore della continuazione della guerra e del massimo sforzo nazionale, nonchè di pieno appoggio al nuovo governo. La cooperazione operaia alla guerra è stata così dichiarata appieno ancora una volta; le esigue votazioni, di meno d'un sesto dei votanti, che hanno potuto raccogliere le mozioni dei pacifisti ad oltranza sono riescite, dal canto loro, di palmare conferma alla raggiunta unità nazionale di fronte al nemico.

Il ministro laburista iienderson, che ha parlato civca gli accordi da lui presi col primo ministro in vista della partecipazione operaia all'attuale governo, chiedendo un voto d'approvazione, è stato acclamato lungamente dal congresso, che gli ha dato un imponente voto di fiducia.

Come in altre riunioni delle Trade-Unions, anche in questa di Manchester i pacifisti, come il :signor Ramsay Macdonald, il signor Snowden e il signor Fairchild, hanno sostenuto con vigore la necessità della riorganizzazione internazionale dei partiti socialisti ·come un naturale antidoto alla prosecuzione deLla guerra, la quale, originata dall'impossibilità del capital1smo europeo di preservare la pace, avrebbe ora assunto un ·carattere prettamente imperialista. Ad essi però hanno replicato con eguale calore il ministro Hende~son, il signor Hodge ed H presidente del congresso signor Wardle, :confutando quelle teorie in nome della solidarietà nazionale e degli alleati di fronte al pericolo minacciante l'in·tera Europa.

Le deliberazioni del congresso di Manchester hanno un g.rande valore, e non v'ha dubbio che l'atteggiamento delia grande maggioranza delle classi lavoratrici rechi oramai un nuovo :!ij)irito nell'antica concezione della politica sociale di questo paese; ed in ciò prendono un particolare rilievo le parole del :signor Lloyd George che i grandi avvenimenti della guerra hanno oramai gettato le sicure fondamenta di un nuovo organamento del mondo.

I giornali radicali, come il Daily News, consci dell'iilliportanza delle decisioni del .congresso, che simulano di non riconoscere, si domandano intanto come possano coesistere le decisioni dei partiti laburisti inglesi :con l'idea defla cooperazione pacifi-ca europea del dopo-guerra, di cui si è fatto promotore H signor Wilson ed alla quale hanno aderito i governanti dei paesi alleati.

(l) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., pp. 103-104. (2) -Cfr. Aujtei!. der as. Tiirkei, nn. 245, 246, 247, pp. 203-204; riportati in ToscANo, San Giovanni di Mariana, pp. 205-206. Sazonoff. nominato ambasciatore a Londra il 25 gennaio, non raggiunse mai la sede.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. U. 124. Roma, 28 gennaio 1917, ore 13,30.

(Per Londra) Telegramma di V. E. Gabinetto 49 (1). (Per Londra e Parigi) R. Ambasciatore a Pietrogrado telegrafa quanto segue:

• Oggi questo Ministro... :sino alle :parole • :non può oltrepassare • (come nel

telegramma Gabinetto n. 229/55) (2). Ho risposto a Carlotti come appresso: (Per Pietrogrado) Telegramma di V. E. Gab. 55 (2). (Per tutti) SoLlecita risoluzione della questione dell'Asia Minore ~che ripari

al torto fattoci dai nostri Alleati coi loro separati accordi delia primavera scorsa ha per noi illlportanza grandissima non meno nei riguardi dell'interno che del

l'estero. Sono già oltre quattro mesi che si rimanda la dtsC'UISSione •con successivi pretesti e ogni ulteriore dilazione saprebbe da ora in là di vera canzonatura. Non mi attendevo davvero che questa volta fosse il Governo Russo a prenderne l'iniziativa dopo le prove recenti date dal R. Governo col risolvere entro poche ore pel desiderio di fargli ·cosa grata la questione relativa al nostro riconoscimento delle aspirazioni russe su Costantinopoli.

Per queste .ragioni, che prego V. E. di esporre .subito a codesto Mintstro

degli Affari Esteri, confido che egli vorrà recedere dalla .sua domanda di rinvio

della riunione di Londra (1).

(Per Londra) Prego anche V. E. di esprimer;si nel senso che precede con codesto Governo ed agire energicamente per;chè la conver;sazione si inizi al più presto.

(l) -Cfr. n. 168. (2) -Cfr. n. 166.
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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 248/56. Pietrogrado, 29 gennaio 1917, ore 9,45 (per. ore 17,30).

Bratiano insiste per essere ammesso aHa Conferenza. Egli ha trovato un alleato nel Generale Gurko il quale esclude però assolutamente ·che egli intervenga nelle sezioni della Conferenza incaricate delle questioni militari. Per parte mia ho sostenuto presso Pocrowsky ed i coLleghi d'Inghilterra e Francia •che si cercasse almeno una soluzione transattiva. Siamo a~rivati a •Concretarla nei seguenti termini: «Monsieur Bratiano sera avi:sé d!ans les termes les plus amicaux qu'il ne pourra partici:per aux déliberations de la conférence, auaun représentant Japon, Belgique, Serbie, Pol'tugal n'y étant admis. Mais dès que •les travaux de la Conférence auront abouti à quelque résultat intéressant la Roumanie l'occasion lui sera offerte d'exposer ses idées •. Ambasciatore d'Inghilterra non ha ammesso ulteriori concessioni e del resto i ·convenuti espressero l'opinione che Bratiano •se ne appagherà il suo desiderio mirando principalme!nte a far valere •presso Gabinetto Romeno e suo partito le dimostrazioni di eccezionale riguardo fatte dalle potenze alla sua persona (2).

172

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. POSTA 17. Roma, 29 gennaio 1917, ore 18.

Giers mi riferiva avere il Gov.erno Russo notizie dalla Svizzera che visto lo stato interno delJa Germania si riteneva che questa meditasse di tirare qualche gran colpo per accelerare la fine della guer·ra. Era stato preparato un grande cumulo di armi; la campagna rumena si riteneva finita e già alcune truppe

avevano ripreso la -via dell'Occidente. In Svizzera si riteneva che il colpo dovesse essere menato contro l'Italia. Il recente divieto delle importazioni svizzere ~n Germania preannunziava una ptl'O&Sima chiuSUira della frontiera, intesa a coprire forti :pa's1sag·gd. di truppe e sicuro indizio di una :pros1sima azione (1).

Le notizie fornitemi da questo Ambasciatore di RuSISia 'Concordano ·con quelle riferite dal Barone Fasciotti nel suo telegramma del 27 gennaio n. 256 (2) comunicato a V. E. 'con lettera del mio Capo di Gabinetto n. 30 (2).

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, II, cit., pp. 152-153.

(2) Ritrasmesso a Londra e a Parigi con T. Gab. n. 137 del 30 gennaio.

173

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. N. 243/50. Londra, 29 gennaio 1917, ore 15,44 (per. ore 19,15).

Telegramma di V. E. Gabinetto 124 (3).

Riunione per Asia Minore avrà luogo oggi giusta previa intesa.

174

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 131. Roma, 29 gennaio 1917, ore 21.

Giers mi informava avere Pocrowsky telegrafato a Lond\ra e Parigi ·che egli ritiene che in Grecia si sia111o verificate le condizioni di disarmo e di passaggio di truppe in modo tale da giustificare e richiedere un raHentamento o sospensione del bloc·co {4).

175

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 245/8. Stoccolma, 29 gennaio 1917, ore 19 (per. ore 6 del 30).

Telegramma di V. E. n. 99 (2).

Pur non prevedendo ·che la questione delle isole Aland :possa provocare gravi complicazioni fra Svezia e Russia ho impressione che né qua né a Pietrogrado si misurilno esattamente le difficoltà che può presentare in questo momento la trattazione di essa. In Svezia (salvo pochi esaltati che sono agenti tedeschi più

-o meno coscienti) tutti sono concordi nel ritenere ·che non si possa contestare

alla Russia il diritto di prendere nell'arcipelago durante la guerra attuale ì provvedimenti 10ecessari per la prQPria difesa ma tutti 1si attendono egualmente che la Russia demolirà completamente a guerra finita le fortificazioni che vi ha costruito ora. InoLtre la Svezia destderava vivamente ,che la Russia riconosca di fronte a lei la servitù di non fortificare 'l'arcipelago ·che ... (l) del trattato di Parigi hanno già sancito in confronto alla Francia e alla Gran Bretagna. Da molto tempo Sazonoff e questo Ministro degli Affari Esteri erano in massima d'accordo che una stipulazione in tal senso si farebbe a guerra finita e frattanto il Govenno russo ha fatto aUa Svezia le note dichiarazioni drca il carattere provvisorio e difensivo delle fortificazioni attuali che Walembel'g in seguito alla mia iniziativa nel maggio scorno si era impegnato a leggere alla Dieta quando fu interpellato in proposito. Ma all'ultim'ora Hammarskyold gli impedì di farlo mantenendo l'opinione pubblica all'oscuro drca il vero stato di cose facendo così il giuoco di coloro per cui la questione Aland è soltamto un pretesto per alimentare agitazione antirussa. Iniziando ora le kattative in proposito questo Ministro degli Affari Esteri agisce di nuovo contro le .sue idee personali senza accorgersi che un accordo soddisfacente per le due parti è molto !Più difficile in questo momento. linfatti la Russia non può coi11Sentire ai desideri svedesi e tutelare nello stesso tempo i propri interessi se non chiede un compenso che sembrerebbe dover ,consistere nell'assicurarsi il tentativo a travel'so Svezia tanto per la linea di terra quanto a traverso golfo di Botnia (salvo forse per H materiale bellico in tempo di guerra) mediante l'istituzione di ,servizi •cumulativi finora richiesti invano. Ma la Svezia e più precisamente Hammarskyold può rifiutarsi a ciò e (anche se tutti qua fossero animati da buone intenzioni) bisogna riconoscere che il momento non è propizio per una tale istituzione (anche se dovesse, come è naturale, applicarsi soltanto a ~erra finita) [loiché verrebbe interpretata come un provvedimento anti-tedesco e solleverebbe le ire di tutti i germanofili. Non è quindi esduso che i negoziati passino per una fase delicata e che una soluzione rapida lnon possa attenersi •che ove Russia •ceda alle pretese svedesi senza ottenere nessun compenso ·cosa tutt'aUro che inverosimile ma non certamente vantaggiosa per i suoi interessi e per il .suo prestigio. Frattanto questo Minis:tro di Russia non ha ricevuto ancora 10essuna istruzione per i negoziati da intavolare.

(l) -Ed. in SONNmo, Diario, III, cit., p . 104. (2) -Non pubblicato. (3) -Cfr. n. 170. (4) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., p. 104.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

T. 1873. Roma, 30 gennaio 19,17, ore 16,

In risposta al foglio in data del 24 gennaio corrente n. 19.4.6.3. (2) mi pregio di informare V. E. che questo Ministero per parte sua non ha difficoltà a che siano distribuiti ai prigionieri di guerra di nazionalità ,czeca opuscoli czechi di propaganda antiaustriaca che venissero a tal fine inviati dal Comitato centrale czeco di Parigi.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Cfr. n. 151.
177

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. POSTA 139. Roma, 30 gennaio 1917, ore 19.

Sciogliendo la riserva contenuta nel mio telegramma di ieri Gabinetto

n. 134 (l) sottopongo qui appresso al·cune considerazioni circa l'amminist·razione dei territori dell'Albania Meridionale.

Nella Nota rimessami da V. E. con foglio n. 1151 (1), il Comando di Valona propone di mettere a capo deHa Provincia di Argirocastxo un elemento albanese (Mufid bey Libohovo) •Così •come si è fatto ,per la Prefettura di Va:Iona e la Sottoprefettura di Chimara. Non ho da muovere a1cu:na obiezione speciale contro la persona indicata dal Comando di Valona >perché eS!Sa ha .sempre dimostrato simpatia per il nostro Paese sia prima della coSitituzione dello Stato di Albania quando fu Deputato per Argirocastro al:la Camera ottomana sia in seguito .come Ministro dell'Interno nel Gabinetto Turkan Pascià o come Mitnistro d'Albania in Roma. Ma all'infuori della questione personale non saprei ammettere l'qpportunità di equiparare i territori dell'Albania occupati o che intendiamo di occupare stabilmente con quelli dell'Albainia Meridionale propriamente detta.

Mentre per i primi occorre inculicare e rafforzare il sentimento albanese per cattivarcene la popolazione, nei secondi l'appoggiarci sopra l'elemento albanese condurrebbe a scontentare l'opposta parte greca o grecizzante con inevitabili ripercussioni sia localmente sia in Grecia. Nel momento attuale e nella incertezza della definitiva futura attribuzione del ter.ritorio compreso fra Aspri-Ruga e Capo-Stylos a noi non conviene scontentare la Grecia la quale ha abbandonato quelle località solo sotto la pressione d'impellenti .nece01sità e ·che dal prevalere dell'elemento albanese a danno dell'elemento greco trarrebbe facilmente pretesto per nuove agitazioni onde tornare ad intervenirvi.

Per diminuire le difficoltà occorre che ,l'amministrazione sia affidata a persone che si mantengano estranee alle competizioni locali di razza e di religione. La persona più indicata per il posto di Argirocastro sarebbe forse un R. Console anziano pratico di uomini e di cose albanesi.

Prego V. E. farmi conoscere se concorda nel mio modo di vedere.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E AL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO

T. 97.

Roma, 30 gennaio 1917, ore 22.

(Per Londra e Parigi) R. Ministro Addis Abeba tellegrafa quanto segue:

• Mi risulta in modo ,sicuro ..... (come nel telegramma n. 264/8) • (2).

(Per Addis Abeba) Telegramma S. V. 21 gennaio n. 8. Ho comunicato Suo telegramma ai RR. Ambasciatori a Londra ·e Parigi aggiungendo per questo ultimo quanto segue:

(Per Londra) Nel comunicare detto telegramma al R. Ambasciatore a Parigi ho aggiunto quanto se~ue:

(Per tutti) Nella incertezza delle cose etiopiche io credo ·che sia inteffi!Pestivo e forse anche pericoloso il fornire anni al Governo etiopko. Ad ogni modo oc•corre che in questa materia si proceda •soltanto d'intesa e d'accordo fra i tre Governi francese, inglese ed itaUano senza che uno di ess:i sia o most;ri di essere speciale patrocinatore delle domande etiopiche. Il Governo italiano intende seguire questa linea di condot•ta nei riguardi della richiesta di Degiac Tafari, ma intende •Che Francia ed Inghilterra si comportino ugualmente nelle domande d'armi che fossero loro direttamente avanzate.

Prego V. E. esprimersi in questo .senso con codesto Governo ed ottenere una formale assicurazione in proposito. (Per Londra) Prego informare ·codesto Governo di quanto precede e dirmi se concorda col mio modo di vedere.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 135.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR.P. 256/51. Londra, 30 gennaio 1917, ore 17 (per. ore 21,30).

Premesso un fugace accenno alle note ·cause •che de·terminarono affrettati accordi per Asia Minore, con una espressione di rincrescimento per mancata partecipazione italiana, Balfour disse 1scopo •convensazioni essere quello di dare piena ese•cuzione nello spirito e nella lettera all'articolo 9 del trattato, articolo sul quale Governo di S. M. nel suo pro-memoria basava le domande rivolte agli alleati. AiHe parole di Balfour fece eco Cambon dichiarando Governo francese anch'esso annettere importanza grande a dare all'Italia piena soddisfazione; ·con argomenti geografici, economici e 1so:prattutto storici, rivendicò diritti ed interessi francesi Sllllla Cilicia sostenendo fra l'altro ·che vero sbocco al mare di Konia non è Mersina ma Adalia. Questi argomenti furono da me naturalmente combattuti. Proseguendo Cambon non sollevò obbiezioni circa Vilayets di Konia, Aidin ed eventualmente triangolo meridionale Kodavendighiar. Circa Smirne città osservò sembrargli preferibile riservare questiollle stante sua ·connessione con quella del futuro Regno Tur.co. Incaricato d'affari Ru>Jso ma:nifesrtò circa Smirne vedlute ·conformi a quelle esposte da Neratoff a Carlotti, basandosi .sulla sollecitudine Governo Russo ad· assicurare vitalità Regno Turco. Balfour disse non entrava per il momento in particolari, vuole che ['Italia abbia anche ed in base al trattato UJna parte uguale in valore a quella della Francia e l'abbia con

sua soddisfazione ed in perfetto ac·cordo cogli altri alleati. Lasciò tuttavia ben capire intenzione di non venire meno agli im;pegni già assunti ve11so la Francia. Cambon si studiò di dimostrare l'importanza d~lia zona a disposizione 111ostra non solo dal punto di vi:sta dell'equilibrio politico Mediterraneo, ma anche di quello economico e redditizio. Qui Balfour avendo fatto un accenno ai noti diritti britannici nelle regioni Aidin, all'accordo anglo-itaLiano, agli interessi di quelll'a Compagnia privata Britannica ecc. ecc. io mi affrettai ad! ec•cepirre la nota dichiarazione esplicita fattami da Grrey a me e confermata da Rodd, aggiungendo che nel pro-memoria ci •siamo naturalmente dichiarati 'PirOnti ad intenderei cil'ca interessi di quelle fe11rovie. Osservò Cambon ,per il momento discus1sione verteva su a'ttribuzioni terrritoriali interessi ferroviari francesi ed inglesi (Smirne Aidin, Smirne Cassaba) nonché interessi francesi nel tratto ferroviario di Bagdad traversante zona italiana dovranJn.o formaTe oggetto di separata transazione. Della predetta dichiarazione di Grey Balfour si disse ignaro, ma insisté più oltre. Avendo poi l'Incaricato d'affari Russo 'creduto dover avvertire (warn) accentuatamente ~che .suo Governo annette particolare illliPortanza aJila quesrt:ione di Smi!1ne, rÌ!Presi io in ·tono ~calimo ma molto fermo, dovevo anch'io « avvertire » che mio Governo annette all'attribuzione di Smirne all'Italia primaria importanza. Intevloquì Balfour dicendo ·che poiché si facevano • avvertimenti • egli pure in tesi generale voleva avverrtire 'che l'Inghilterra ha a Smirne considerevolissimi interessi ·commerciaJli e coloniali. Ripresi a rparlatre io e all'Itncaricato d'affari ri,covdai la premurosa 'cordialità colla quale il R. Governo dette alle condizioni indicate, adesione a'spirazioni russe IS'U Costantinopoli e Stretti: a tutti rappresentai poi •che se io avevo finora .sorvolato su precedente procedura, ciò non doveva in alcun modo implicare acquiescenza ad eventuali •conclusioni non conformi alle domande formullate nel nosrtrro prro-memoria dalle quali mi era impoSISibile discostarmi anche menomamente. Occorreva pure tener conto che all'infuori della parte della Cilicia attribuita alla Francia, le giustificate domainde nostre nullamente •Contrastavano colle ripartizioni pattuite fra i tre ail.,leati a nostra insaputa. Balfour 'ritornato ad insistere sulla perfetta uguaglianza della futura zona italiana ·con quella fu-ancese propose per .le necessarlie valutazioni proporzionali, affidare studio ad un comi·tato di tecnici. Cambon ed io osservammo che con tal sistema 1le discuSisioni durerebbero dei mesi, mentre urge venire ad una 'conclusione. Balfour disse allora che purr rinunziatntdo al Comitato dei tecnici, avrebbe per suo conto incaricato Mallet antico Ambasciatore a Costantinopoli di presentargli al più presto un progetto tracdante una zona italiana all'ovest di Capo Anamur e 1nel sud-ovest dell'Anatolia. Tale progetto non pregiudicava opinioni di cllecchesia poteva riuscire utile come base di studio o di contro-proposte •concrete. Dichiarai subito non potevo per parte mia impedire Segretario di Stato di elaborare progetti e presentare controproposte, intendevo però rimanervi affatto estraneo, e facendo le più ampie ri>serve, in vista .sopratutto della restrizione formulata « all'ovest del Capo Anamur ». Balfour ripeté tale progetto era « senza pregiudizio » e •Che naturalmente dovrebbe esser ,sottoposto a

V. E. nonché agli altri Governi. Avendo Cambon ed io chiesto quando saremmo in pos,ses1so di siffatto progetto, disse Balfour •sperava esso possa essere concretato entro una settimana. E così ebbe termine discussione o meglio ~conversazione di carattere affatto privato, senza appunti o proces!So verbale del quale mi sono studiato riassumere il più fedeLmente possibile punti essenziali. Contegno Cambon all'infuori della naturale difesa tesi suo Governo mi sembrò tutto compreso •più conciliante ed amichevole di quanto avrei preveduto. In 1ui parvemi scorgere tendenze sostanzialmente confermanti recenti confidenze di Margerie a Ruspoli. Meno favorevole impressione mi la,sciò invece atteggiamento piuttosto altezzoso e patroci:nanJte del rappresentante russo. Contegno di Balfour ha giustificato mie riservate previsioni. Resta però da vedere se nelle future conversazioni private con Parigi egli maJnJte!'lrà medesimo atteggiamento e se si deciderà a fare qualche sforzo per favorird. Per quanto concerne specialmente Smirne, paragonando riserva di Cambon con marcate tendenze russe contrarie nostre aspirazioni è da chiedersi se opposizione rus1sa sia indipell!dente e genuina ovvero conseguenza segrete intese con Parigi col recondito intento di cedere più tardi su Smirne subordinatamente ad event,uali rinunzie o a transazioni nostre circa Cilicia. Su questo punto mi è impossibile formarmi un concetto e del pari è da chiedel'si se « avvertimento » di Balfour circa importanti interessi Britannici a Smirne era diretto a noi od alla Russia (l) (2).

180

IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. CONFIDENZIALE 265/13. Cristiania, 30 gennaio 1917, ore 19,15 (per. ore 1,20 del 31).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 102 (3).

Sono in grado di confermare l'esattezza delle notizie tra•smesse con mio telegramma n. 10 (3). Mi risulta ora da fonte ineccepibile che circa sei settimane prima del discorso della Corona al Parlamento Governo Svedese domandò formaLmente aUa Russia .che si procedesse al regolamento della controversia dello arcipelago Aland. Esso 'sostenne con fermezza trattarsi d'i questione vitale per la Svezia, a quanto sembra ventilando anche minaccia di ricorrere a mezzi estremi quali l'arresto di ogni transito o il ricorso a misure belliche. Russia sempre ansiosa di evitare complicazioni in Scandinavia si è aecordata con la Svezia di procedere alla ·Creazione di una speciale Commissione ·composta di delegati dei due Governi •con l'incarico di ;studiare la questione ed avvisare ai mezzi per ~isolverla. Le trattative avrebbero luogo sulla base del1principio invero poco chiaro e non definito della «reciprocità». Commissione siederà a StoccoLma, condizione accettata volentieri dalla Russia cui sta a cuore il guadagnar tempo.

Uno dei suoi membri sarà il barone Ramel Ministro di Svezia a Cristiania, di parte ~conservatrice e spiccatamente ligio alla Germania.

Anima di questa azione ricattatrice ~svedese sembra es1sere Hammarskyold che profitta ancora una volta, probabilmente per ragioni di politica interna, della tema forse esagerata ·Che nutresi in Russia a riguardo della Svezia. Prego caLdamente usare ogni possibile cautela neHa eventuale ritrasmissione di questo messaggio.

(l) Cfr. sulla prima Conferenza di Londra il resoconto dell'Incaricato d'Affari di Russia, Nabolcoff, al ministro Pokrosky, in Auftdl. der as. Tiirkei, n. 248, pp. 205-206, riportato in ToscANO, San Giovanni di Mariana pp. 209-210. Cfr. anche ibidem, n. 251, pp. 207-208 il commento espresso da Sonnino all'ambasciatore Gier~. il ;! febbraio, sui risultati della prima riunione, in cui: « era stato accennato a tutto quello che si riconosceva impossibile. Egli sperava che nella prossima seduta venisse trovato quello che era possibile •.

(2) Ed. in SoNNINO. Carteggio, II, cit., pp. 153-155.

(3) Non pubblicato.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 255/54. Londra, 30 gennaio 19,17, ore 22,08 (per. ore 3,15 del 31).

Telegrammi di V. E. Gabinetto nn. 123 (l) e 131 (2).

Hardinge mi ha detto di avere questo Governo dato le opportune istruzioni per il raUen.tamento d'el blocco nell'intento di provvedere con un equo razionamento ai bisogni immediati della popolazione, senza però permettere accumulamento di provviste.

182

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 260/17. Parigi, 30 gennaio 1917, ore 20,30 (per. ore 3,15 del 31).

Telegramma di V. E. n. 123 (3).

Cil"'Ca il blocco della Grecia Briand ha incaricato gli Ambasciatori presso gli Alleati di ·comunicare che, a ~suo parere, il blocco dev'essere mantenuto fino al ~compimento completo delle misure 1mposte alla Grecia pur tenendo conto di casi e circostanze che ,consiglia,ssero quaLche ec,cezione. Margerie ·che ho intrattenuto della questione si è riservato di esporre a Briand l'op1nione di V. E. dvca la diminuzione del blocco.

Secondo le notizie che pervengono a questo Ministero il ritiro delle truppe e del materiale di guevra nel Peloponneso procede assai limitato e segnalazioni al riguavdo sono da alcuni giorrni derisorie.

(l) -T. Gab. 123 ritrasmette il T. Gab. 222/32 da Atene, non pubblicato: De Bosdari è propenso, come Sonnino, • a togliere o limitare il blocco •. (2) -Cfr. n. 174. (3) -Cfr. n. 181 e la nota n. l.
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IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 57/12. Le Hàvre, 30 gennaio 1917.

La questione dell'avvenire politico del Belgio -oggetto da ultimo del mio rapporto riservato n. 252/91, in data 29 agosto p.p. -, non è stata più dis1cussa coi Gabinetti di Londra e di Parigi.

Secondo informazioni procuratemi da fonti diverse, il progetto del Barone Beyens di ·sostituire alla neutralizzazione l'ind~pendenza garantita dalla Gran Bretagna e dalla Francia contro un nuovo attacco tedesco, è rimasto allo stato in cui era alla predetta data, quelle due Potenze fecero, vale a dire, in massima, accoglienza favorevole.

Né il Barone Beyens si è 1più r'ecato a Londra, né col Governo francese vi sono stati negoziati. So anzi che al Quay d'Orsay non vi si è più pensato, dominandovi preoccupazioni maggiori, e ,che al nuovo Ministro del Belgio, il quale si proponeva di parlarne, è stato fatto 1sapere di rimettere a più tardi la conversazione in proposito.

Non vi è motivo di credere ·che da parte francese e inglese siavi un mutamento 1nelle favorevoli disposizioni già dimostrate, ma la S[}iegazione dell'indugio può esser data dalla mancanza di iniziativa e di serie sollecitazioni per parte del Governo belga.

Vultima volta che ebbi occasione di parlare sull'argomento al Signor Ministro degli Affari Esteri, poco più di un mese fa, mi sembrò ch'egli sostenesse con minor calore il 1suo progetto. Accennò alle difficoltà e gravi preoc,cupazioni del momEilllto per gli alleati e alla convenienza di non inststere. E.gli mi disse pure ·che il Ministro del Belgio a Roma aveva dovuto intrattenere V. E. circa i desideri belgi pel 1suo avvenire, secondo preannunziai nel rapporto sopra mentovato.

A codesto leggero mutamento del Barone Beyens ha contribuito probabilmente la situazione di lui nel Gabtnetto nel quale a1cuni Minist-ri non hanno approvato il suo 1passo presso le Potenze aHeate. Anche il P1residente del Consiglio si sarebbe e51presso in ·tal senso •con uno dei miei colleghi. Se il Barone Beyens non avesse la piena fiducia del Re e non si fosse in tempi ec·cezionali egli non avrebbe potuto .mantenersi a lungo nel Ministero.

Se non che ne1le modificate disposizioni del Barone Beyens può esservi altra causa. Da qualche tempo è dato osservare che la piena fiducia dei Belgi nella completa restaurazione politica ed economica del loro paese è alquanto scossa e dò non può attribui:nsi soltanto al pessim~srno ;di taluni. Lo scarso risultato dell'offensiva anglo-francese dell'estate 1916 sulla Somme, sulla quale si erano riposte tante .gperanze, gli avvenimenti nei Balcani e massime la ·campagna di Romania, le ·condizioni della Russia, l'andamento generale delila guerra hanno prodotto tale effetto. Si rileva dò da •conve11sazioni con personalità e privati cittadini ed il linguaggio del Ministro degli Affari Esteri, da me riferito, a :proposito dell'e deportazioni dei Belgi, ne dà una indicazione. Bisogna aggiungere

a tutto questo le offerte di pace che di tanto in tanto giungono, come informai, al Governo belga da parte della Germania a mezzo di intermediaTi per quanto siano questi irresponsabili. Ieri l'altro un alto funzionario mi diceva ,sapere che la Germania, malgrado la 'campagna che 'si fa nella 1stampa tedesca per l'annessione del Belgio, non avrebbe richiesto altro 'che un regime economico di favore.

Tenuto conto di tutto dò <si può spiegare come il Ministro degli Affari Esteri esiti ora nel suo progetto, evitando negoziati 'che vincolerebbero Ila libertà di azione del Governo. Solo in una pace pienamente vittoriosa per l'In~tesa il Belgio può conseguire quanto desidera, mentre in una transazione fra i due iPrinc~pali gruppi belligeranti esso teme che i 1suoi intere1ssi ,non siano ,convenientemente tutelati ad onta delle molte dichiarazioni fatte d'alle Potenze alleate.

In queste condizioni il Barone Beyens pensa forse ,che convenga riservare l'avvenire.

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L'AGENTE DIPLOMATICO E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 284/57. Cairo, 30 gennaio 1917.

Da diverso 'tempo correvano con una ,certa insistenza voci allarmanti suHa salute di Sua Altezza il Sultano. Si asseriva che durante la recente escursione in Alto Egitto erasi dimostrato di umor'e oltremodlo irritabile e ,che le ,sue maniere e i suoi discorsi avevano dato l'impressione di [pensona in condizioni fisiche e morali assolutamente anormali. Io stesso ebbi un'illljpressione analoga nell'udienza accordatami da Sua A,ltezza e sulla quale ebbi a riferire a V. E. ,con rapporto del 22 Gennaio u.s. n. 39 (1).

Non ha quindi meravigliato nessuno di sentire in questi giorni che il Sultano aveva bisogno di assoluta tranquillità e che, in conseguenza, aveva rimandato le udienze e disdetto il pranzo ufficiale ohe doveva aver luogo in onore dell'Alto

Commissario. Dalle notizie attinte a diverse fonti mi risulta ,che effettivamente Sua Altezza Hussein trovasi in ,cattive ,condizioni di salute ,che richiedono assidue 'oufie mediche e ,completo riposo. Egli soffre di febbri malariche e di disturbi ,interni che hanno reso necessario un atto operatorio, oltreché di alterazione del s1ste,ma nervoso, conseguenza appunto delle sofferenze fisiche. Mi hanno assicurato però -e ne ebbi la con:flerma ieri ,l'altro da Slir Reginald 'Vingate-che pur destando una certa naturale apprensione, lo stato del Sultano non è però tale da giustificare timori esagerati e tanto meno le voci allarmanti

messe in droolazione. Come era da prevedersi è ritornata ,contemporaneamente di attualità la ques<tione della successione al Trono ,che l'ordinanza inglese di investitura • ad personam • del Prindpe Hussein a Sultano d'Egitto, ha lasciato aperta.

È noto che questi ha un unico figlio, sposato ad una sorella dell'ex Kedive,

il quale dovrebbe logicamente essere l'erede al Trono. Ma, a quanto si afferma,

Kemal el-Din non intederebbe affatto di accettare la successione paterna perché

privo di ambizioni personali ed alieno dall'assumere ,responsabilità di governo o

perché, come altri pretendono, non approva il nuovo ordine di cose instaurato in

Egitto con la proclamazione del Protettorato inglese.

Si fa quindi il nome dei Princi,pe Fuad ,come di uno dei probabili successori

al Trono del fra,tello Hussein, benché si osservi che la sua candidatura non sarebbe

troppo popolare fra l'elemento indigeno di ,cui, ad onta dei ,suoi sforzi, non è

riuscito a cattivarsi le simpatie.

Quantunque l'eventualità dell'apertura della successione non appaia prossima, tuttavia è naturale che le Autorità inglesi debbano sin da ora preoccuparsene. Non sembra ammissibile infatti che l'Inghilterra voglia profittare della eventuale vacanza per abolire senz'altro quest'ultimo vestigio della sovranità locale, per ragioni di politica europea, ma soprattutto per opportunità e convenienza del governo nei riguardi alla popolazione musulmana.

(l) Non pubblicato.

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IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 44/13. Corfù, 30 gennaio 191 7.

Giorni sono, durante una mia visita -e senza che mai prima né l'Albania né alcun argomento albanese fosse stato da noi toocato -il Signor Pasic prese a parlarrni dell'esistenza di quel paese come Stato.

La trarusizione dagli m-gomenti generali ·che facevan ,le spese della conversazione :llu sì tenue da mostrarmi ch'egli aveva voluto parlarmi dell'Albania.

Egli disse in sostanza: Bisogna riconoscere che l'Albania quale si creò a Londra non è vitale; gli albanesi non son mai stati una nazione vivente a sé. Han bisogno di regimi autonomi, o di regimi speciali per loro, ma sotto la guida di altri Stati. Sarebbe molto desiderabile che fra Serbia e Italia ci si intendesse in pro,posito al momento opportuno.

Ri®osi al Presidente in termini vaghi e accademici, ma osservandogli, in tono di scherzo, che la liberazione della Serbia e la cacciata degli austriaci dall'Albania .centrale e del nord eran purtroppo problemi molto più urgenti.

In un paio di visite successive egli non è più rivenuto meco suWargomento.

186

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 45/14. Corfù, 30 gennaio 1917.

Sentendo quanto dissimili i punti di vista, il Presidente Pasic e gli altri Ministri serbi si astengon sempre dal toccar meco del Montenegro. Niente quindi udii da lo.ro cir·ca il recente mutamento che nei ,suoi ministri ha recato S. M. il Re Nicola.

N e parlò meco ieri il Ministro di Francia che mi dipmse i nuovi ministri montenegrini ·come individui senza alcun valore né politico né nazionale, e, -più precisa accusa -come degli austrofili.

Il .signor Boppe è talmente imbevuto in tutto del .punto di v1sta serbo e delle aspirazioni ·serbe è sì entusiasta assertore che •si ;può considerare come emanato dagli stessi circoli se11bi qualunque giudizio egli esprima in cui ·la Serbia abbia un interesse.

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L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 287/12. Washington, ... gennaio 1917 (per. ore 19 del 31).

Questione navi mel'cantili armate nei porti americani e del riconoscimento loro ·carattere in confronto dei sottomarini minaccia riacutizzarsi. Pretesa mai smentita d'ella Germania di cons1derade navi da guerra, viene riaffermata da Berlino 1col pretesto dei difensivi maggiori armamenti a bordo e coll'affermazione che cannonieri appartengono alla marina da guerrra dei rispettivi rpaesi. Governo germanico attribuendosi quindi diritto di affondarle senza preavviso, mira a provocarne escLusione dai rpol1ti americani a scanso complicazioni con questo paese. Dipartimento di Stato intanto indaga a Londra drca portata accresciuti armamenti per possedere ogni elemento giudizio. Ma esso è propenso 'sostenere principio che quatlità e quantità armamenti non possono alterare stato pacifico navi mercantili quando il loro scopo difensivo rimane comprovato dalle altre condizioni intrinseche navi mel."lcantili. Se prevarrà questa tendenza Governo Stati Uniti emanerà nuove disposizioni di •carattere più liberale per ammissione navi mercantili armate nei porti americani.

188

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 280/23. Washington, ... gennaio 1917 (per. ore 21 del 31).

Il World di stamane, in risposta alle dichiarazioni fatte da S.E. Bissolati a codesto suo corrispondente, dichiara che continuerà a pensare che le giustificazioni della entrata in guerra dell'Italia sono altrettanto poco sostenibili quanto quelle della Bulgaria e della Romania. E illustra la sua affermazione ·con :rinnovata sciocca acredine. In connessione col mio precedente passo, di cui nel mio recente telegramma al Ministro Scialoja, mi sono recato, in asse~ di Lansing, daLlo stesso alto funzionario del Dipartimento di Stato e gli ho fatto érilevare quanto deplorevole fosse la recidiva deH'organo wilsoniano, destinato malgrado le anteriori dichiarazioni fattemi, a turbMe dan~osamen1te le menti ingenerando il dubbio che il giornale riproduca, in sostanza, il pensieéro di questa Amministrazione. Ho aggiunto che in presenza della recidività e allo scopo dì prevenire malinte.si, desideravo pertanto poter a:ssiourare forma1mente il mio Govel"!no che il Governo degli Stati Uniti ripudiava ogni nesso con le iPUbb~tcazioni del World a nostro riguardo. Pregavo di riferire la mia domanda a Lans~ng. Quest'ultimo mi ha fatto trasmettere poche ore dopo la seguente dkhiarazione scritta:

«Costituzione degli Stati Uniti America del Nord accorda ad ogni giornale completa libertà di espressione ed il Dipartimento di Stato non esercita perciò controllo di ·sorta su qualunque giornale compreso il World il quale pertanto rimane interamente libero di venire alle ·conclusion;i che vuole e manifestarle nei suoi articoli di fondo. Spesso i giornali negli Stati Uniti pubblicano deplorevoli notizie e g:iudizi rispetto ad altri Governi al solo scopo provocare manifestazioni del pensiero di questo Governo ma in sim1li casi il Dtpartimento di Stato si è guardato con ogni •cura di esprimere la sua opinione anche quando detti giudizi non concoil1dano •col suo proprio».

L'aggettivo «deplorevole» il riferimento ad «altri Governi» e 'l'allusione finale al disaccordo del pensiero del D~partimento di Stato non esistevano nella prima versione mandatami da Lansing. Essi sono stati da lui aggiunti dietro mia istigazione. Nella congiuntura presente non ,poteva cadere più ac•concia la nuova dichiarazione di S. E. Ruffini alla Associated Press riprodotta da tutta la stampa.

189

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 142. Roma, 31 gennaio 1917, ore 21.

Barrère mi riferiva che Briand o;pinava pote11si ammettere Bratiano alla Conferenza di Pietrogrado soltanto per le sedrute dove ,si trattasse di questioni Rumene ed inoltre a1la prima ed all'ultima seduta.

Ho risposto ·che ritenevo miglior consiglio lasciare ~a decisione della questione al Governo Russo più direttamente interessato e ·che poteva meglio valutare le necessità della situazione. Del resto a quest'ora la questione doveva probabilmente essere già risoluta di fatto (1).

(l) Ed. in SoNNINO, Dim·io, III, cit., p. 101.

190

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 282/42. Atene, 31 gennaio 1917, ore 14 (per. ore 22,35).

Ricevo da questo Ministro degli Affari Esteri la seguente nota:

« Le Gouvernement Hellénique procédant avec toute la rapidité voulue à l'exécution des demandes ~contenues dans les notes des représentants des Puissances alliées adressées en date du huit Janvier a déjà effectué le r;elachemerut immédiat de toutes les personnes détenues pour des raisons politiques; la dissolution par voie admini,strative et judiciaire des association:s des réservistes et la destitution du Commandant du premier co11ps d'armée le Général Callaris.

Le Gouvernement Royal a également présenté à LL. EE. J.es Mini,stres alliés

des ex;cuses par écrit et hier enfin a eu lieu conformément à un accovd préalable

la cérémonie diu salut aux drapeaux.

Il ne reste à régler que la question des indemnités à accorder aux personnes qui ont souffert par suite des événements du mois de Décembre et celle du rétablissement des contròles alliés.

Sur ces deux questìons qui seront résolues d'un commun acccrd, le Gouv-ernement Royal attends les propositions des Représentants des Puis,sanc,es de ,l'Entente qui ne lui sont pas encore présentées.

D'autre part l'évaooation des tro~es et du matériel a été déjà en grande partie réalisée et le Gouvernement Royal après avoir attendu la réponse à quclques demandes de l'Etat Major adressées par l'entremise du doyen du grou,pe des Attachés militaires déjà avant l'arr,ivée du Général Cauboue, par une note adressée dimanche dernier aux représen:tants des Puissances alliées, cherche à activer la complète exécution des transports militaires.

Ainsi les conditions de la levée du blocus prévues par les notes des Puissances des huit et trei:z.e de ce mois ayant été remplies et lllOtamment • la réalisation en partie de l'évacuation avec des garanties satisfaisantes de complète exécution •, Monsieur Zalacosta serait reconnaissant à S. E. le comte Bosdari s'il voulait bien recornmander à son Gouvernement d'ordonner la levée du blocus des cotes grecques ».

n punto di vista altamente proclamato dal generale francese e semlbra alnche adottato da lui è che il blocco non debba essere tolto che allorquando tutte le domande sono state integralmente eseguite e che l'esecuzione, dopo com;piuta, sia stata debitamente controllata a piena soddisfazione del generale francese e del generale Sarrail. Questa operazione di controllo post factum 1colla 'lentezza ed ostruzionismo in tutto di ~cui fanno prova i Francesi può prendere ancora settimane e mesi.

Non ho bisogno di far presente a V. E. che questo metodo di ;procedere è assolutamente contrario ai termini delle nostre note dell'8 e 13 gennaio.

A spiegare queSita attitudine francese viene detto ~che Sarrail sia inteso eon Venizelos per prolungare quanto più ;possibile il blocco 'cdlla speranza di provocare tumulti contro il Re.

Se tale è l'intento dei Francesi credo 'che vadano di nuovo completamente errati nelle loro previsioni giacchè, a quanto posso giudicare, il popolo greco ben si rende conto 'che la colpa del prolungarsi sue 1sofferenze è di Venizelos e non del Re Costantino che per la speranza di salvarli dalla fame ha ceduto in tutto e 'Per tutto.

191

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELJ:ZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 377/11. Addis Abeba, 31 gennaio 1917, ore 16,50 (per. ore 14 del 6 febbraio).

AJla cerimonia incoronazione Imperatrice interverranno in forma ufficiale il Governatore francese Gibuti, il Commissario British Somaliland, una speciale rappresentanza Governo anglo-egiziano Sudan ed un inviato Governo egiziano. Mi permetto far rilevare nuovamente a V. E. come la mancanza di una qualsiasi nostra rappresentanza speciale non potrà non es1sere rilevata e commentata sfavorevolmente in Addis Abeba con grave pregiudizio d'ei nostri interessi.

Mi permetto perciò di insistere precedente mia proposta affinché Governa

tore dell'Eritrea intervenga incoronazione.

192

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI (l)

[Roma,] 31 gennaio 1917.

Ritorno la lettera di Cadorna del 30 gennaio. Ti sarò grato se me ne farai

poi avere una copia.

Non ritengo che, data l'urgenza, si possa oggi negargli quanto chiede

«nei limiti delle operazioni militari prevedibili nei casi contemplati •, come

egli dice nella sua lettera, e tenendo egli sempre in mente tutte le contingenze

cui può essere esposto il nostro paese.

A ogni modo manterrei assolutamente segreta la cosa, e non la porterei

nel consesso odierno (2).

ALLEGATO.

CADORNA A BOSELLI

[Comando supremo], 30 gennaio 1917.

Non mi erano sfuggite le considerazioni che l'E. V. mi espone nella pregiata

sua lettera di ieri ( 3 ).

Ma a tal riguardo io debbo anzitutto osservare che è stato previsto e studiato

il caso di trasporto di truppe francesi in Italia, non solo nel caso di violazione della

neutralità svizzera, ma anche in quello in cui l'andamento delle cose facesse temere

uno sfondamento della fronte trentina, o di quella giulia; ed in tale previsione (che

io ho piena fiducia non si avvererà) è stato studiato il concentramente delle

forze francesi, sia nel triangolo Vicenza-Treviso-Padova, sia presso il Tagliamento.

Ora è evidente che, per dovere di reciprocità, ed in base al principio del fronte

unico (del quale se vogliamo godere i vantaggi dobbiamo pur subire g1li inconve

nienti) noi dobbiamo aiuta1·e i francesi nel caso in cui essi corrano.pericolo di essere

sfondati e si palesino insufficienti le forze anglo-francesi della fronte ocddentale. Mi

affretto a soggiungere che questo è un ca,so che io ritengo poco probabile, ma è pur

d'uopo prevederlo, come bisogna prevedere tutte le eventualità le più lontane (come

si è fatto sul nostro teatro di guerra) per non esser mai colti alla sprovvista dagli

eventi.

E ripeto ciò che ho già scritto nella mia precedente lettera, cioè che è questo, nel caso previsto. non solo un dovere di reciprocità, ma anche un alto interesse nostro, essendo evidente che un rovescio sulla fronte occidentale determinerebbe l'immediata vittoria degli Imperi centrali su tutto il teatro di guerra europeo.

È superfluo poi di soggiungere che tale asserto, oltreché essere subordinato al caso previsto, 'lo sarebbe anche a quello che la nostra fronte non sia contemporaneamente attaccata, giacché se si delineasse una minaccia contro di essa, è ovvio che tutte le nostre forze dovrebbero concorrere alla difesa del territorio nazionale. Ma, in tal caso, sviluppando due attacchi contemporanei (la qual cosa è contraria alla buona ,condotta della guerra e non fu mai dagli Imperi centrali effettuata) diventerebbe meno pericoloso l'attacco contro la fronte occidentale, e perciò più facilmente potrebbero gli anglo-francesi farvi fronte colle loro forze.

È adunque questione di modo e di misura che solo può essere valutata dall'autorità militare nei singoli casi, fermi restando i principi generali di base suaccennati. Epperciò, se il governo li approva, ,còme non può esservi dubbio, io chiedo che mi si lasci, nel trattare col generale Nivelle, quella libertà che si mantiene nei limiti del[e operazioni militari prevedibili nei casi contemplati. Trattandosi di un provvedimento militare, in un caso che è fin d'ora prevedibile, se io non lo potessi concordare senza prima riferirne al governo, il mio prestigio presso gli Stati Maggiori alleati non ne uscirebbe certamente accresciuto.

Sarò grato all'E. V. se vorrà favorirmi una risposta telegrafica, essendomi stato segnalato l'arrivo del generale Nivelle per dopodomani.

(l) Minuta autografa.

(2) Ed, in SoNNINO, Carteggio, II, cit., pp, 156-158

(3) Non rinvenuta: era h risposta di Boselli ad una prima lettera di Cadorna del 27 gennaio sullo stesso argomento.

193

IL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

N. s. 152. Roma, 31 gennaio 1911

Ho più volte intrattenuto V. E. intorno alla situazione del confine tripolotunisino, nei riguardi dell'atteggiamento deHe Autorità Francesi verso i ribelli neHa Tr~politania occidentale.

!Debbo ora tornare sull'argomento, poiché informazioni riceV'ute da fonte sicura precisano il pensiero e gli intendimenti del Governo Francese e della Residenza Generale di Tun1si.

Come comunicai a V. E. ,con lettera del 9 novembre 1916 n. 9474, i ribelli del Gebel indirizzarono al Capo dell'Annexe di Ben Gardane una mazbata, nella quale, protestando propositi amichevoli verso la Francia, chiedevano l'apertura dei mercati della Tunisia.

L'E. V. mi fece conoscere avere i1l Governo Fran~cese risposto ufficialmente che nessun seguito è stato dato alla richiesta dei ribelli. Ora, dalle nostre informazioni, risulta che tanto il Governo Francese quanto il Residente Generale di

Tunisi sarebbero, nell'interesse particolare della Tunisia, propensi ad assumere un atteggiamento favorevole ai ribelli -in modo rlarvato -poiché secondo il Residente Genera,le, altrimenti operando una cooperazione attiva con l'J.talia esporrebbe i francesi a tenerci rappresaglie, contro le quali la barriera che i loro presidi, soprattutto fra Dehibat e Ben Gardane, potrebbero opporre, sarebbe eccessivamente debole. Se non che, secondo le ~stesse informazioni, tanto il Governo di Parigi quanto quello di Tunisi ritengono di dove11si ora astenere da un tale atteggiamento verso :i ribelli, trattenuti solamente da ,considerazioni di carattere internazionaLe, riguardanti l'attuale alleanza con l'I,talia nella guerra europea e gli interessi generali della loro politica, nonché la nostra grande «suscettibilità» sulla speciale questione dei rifornimenti.

Tali gravi informazioni autorizzano da parte nostra una giusta diffidenza sull'azione presente e futura delle Autorità locali francesi, il cui ambiguo atteggiamento è ~confermato anche dal recentissimo episodio, di ~cui informai V. E. con telegramma posta del 28 dtcembre 1916 n. 2499, avvenuto ad Adiun-ed Debban, ove furono ~catturate carovane ribelli, già rifornitesi in Tuni,sia e nel:l'al!;'to di entrare in Tripolitania.

Il Governatore ha già disposto a che i nostri ~ruPIPi di frontiera esercitino una sorveglianza sempre più attiva nelle zone di confine, senza però che ne risulti inalterata in alcun modo l'odierna ~cordialità di rapporti con le A!Utorità Francesi.

Il modo con cui sono a noi pervenute le gravi informazioni, che ~costituiscono purtroppo la ,conferma sicura di dò che era da noi ,sospettato, non d permette di fornire al Governo Fra~ncese le prove di quanto mi si afferma.

Credo, rperò, che oltre tener buona nota d'i tale a:nimus delle autorità francesi, sia neceSisario portare in via ;segreta e sicura tutto dò a notizia del nostro Ambasciatore a Parigi, affinché trovi la maniera di costantemente insistere in lilnea ,generica presso il Governo Francese rper fargli considerare ~che 1solo una azione concorde degli Stati dominanti sulle regioni dell'Afrka settentrionale può riuscire a risultati utili e duraturi d'i :lironte al comune pericolo dei ribelli, ed all'estendersi del movimento islamico di tutto il Nord Africa, a ~che, come ora avviene per la parte orientale della nostra Colonia, col concor,so serio, leale e reale delle Autorità Francesi può diventare importante fattore di disgregazione delle forze ribelli, ~con la chiusura dei mercati e con la ~cessazione del contrabbando.

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L'INCARICATO D'AFFARI A MONTEVIDEO, MAESTRI MOLINARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. RR. 1186/25. Montevideo, 31 gennaio 1917.

Informazioni ri:servate, attinte da buona fonte, confermatemi anche da questo Ministro di Francia, Signor Giulio Lefai~vre, mi permettono di riferire a V. E. in ordine a maneggi .germanki, intesi a separare i tre s,tati germanofili di Rio Grande, Santa Caterina e Paranà dal resto del Brasile, per formare, 1Lntsieme ad

alcune provincie dell'Uruguay, una nuova Repubblica indipendente, devota alla causa germanica. Qui i maggiorenti del partito • bianco •, cioè del partito contrario al • colorado » che oggi governa l'Uruguay, rsarebbero in segreta corrispondenza cogli

organizzatori del complotto, i quali agirebbero sotto l'alta direzione delle Autorità consolari germaniche del Brasile e coll'appoggio del clero ,cattolico, tanto del Brasile come dell'Uruguay.

Come è noto a V. E. i tedeschi e figli di tedeschi, residenti in tali tre Stati brasiliani, sono numerosissimi. Essi hanno ricevuto, anche testè, armi e munizioni e, oc,correndo secondo mi vien riferito, potrebbero costituire un esercito assai superiore, per numero e per avmamenti, a quello di rcui possa disporre il partito « colorado » dell'Uruguay oggi al potere. Il capo del partito « colorado » l'il:lustre BaUle y Ordonez, mentre ha portato l'Uruguay in ogni ramo della pubblica amministrazione, ad un notevole grado di civiLtà, ha deliberatamente trascurato assai l'esercito, nell'intento di evitare la formazione qui, di un partito militare.

Ciò premesso, mi vien a:ssicurato che, coll'appoggio dei maggiorenti del partito « bianco » dell'Uruguay, che è di tendenze germanofiJ.e, le mene dei tedeschi potrebbero, forse, qui trovare una non diffidle attuazione.

Risulterebbe che l'organizzazione germanica nei trre Stati brasiliani è tale da destare legittime preoccupazioni nel Governo dell'Uruguay. Sembra che sotto apparenza di «sanatori» di ville, ecc. siansi costruite dai tedeschi, nello Stato di Rio Grande speciali opere militari e fortificazioni. Varie mitragliatrici sarebbero, colla complicità del partito « blaJnco » passate dall'Uruguay allo stato di frontiera, cioè allo Stato di Rio Grande.

Come ho già avuto l'onore di riferire in altro mio rrapporto, il partito «~colorado » deH'Uruguay e, perciò, anche l'attuale Governo presieduto dal dottor Viera, non ritengono utile la fusione dell'Uruguay collo Stato BrasiLiano di frontiera (Rio Grande).

lnvece il partito «bianco» aspira a tale annessi01ne, ,che esso procura di giustificare mercè considerazioni stori,che e politiche.

Se, come non è del tutto impossibile, il partito « bianco » dovesse riafferrare il potere nella Repubblica dell'Uruguay, i maneggi dei tedeschi del Brasile troverebbero qui l'appoggio anrche da pa:rte dell'esercito rUI'Uguayano.

V. E. potrà, occorrendo, ottenere maggiori :particolari in proposito, dal Governo Fra1ncese, al quale il Ministro di Francia in Montevideo ha testè fornito documentate notizie.

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IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 283/1581. Udine, 1 febbraio 1917, ore 18,35 (per. ore 19).

Rappresento a V. E. necessità che possa essere nota al più pLresto la decisione relativa alla memoria rimessa a Lloyd George pevché rse il progettato invio artiglierie dovesse effettuarsi occorrerebbero ingenti ,lavori di apprestamento che per deficienza di mano d'opera non si possono imiziare se non con la sicurezza di utilizzarli. Prego perciò V. E. di voler considerare l'opportunità di sollecitare una decisione al riguardo e volermela comunicare.

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L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 288/24. Washington,.... febbraio 1917 (per. ore 19,25 dell' 1).

Mio telegramma Gabinetto n. 22 (1).

Ambasciatore di Germania ha iP'resentato testè al Segretario di Stato rma Nota del suo Governo che prende motivo dall'ultimo discorso di Wilson 1per rovesdare sugli Alleati la responsabilità della continuazione d'ella guerra riaifermando il desiderio della Germania di pace immediata. Dopo di che la Nota constatando che da oltre due anni la Germania è chiusa dal !blocco degli Alleati senza che gli Stati Uniti dell'America del Nord (malgrado la ~richiesta fattane da Berlino come corris1pettivo della soluZJione della vertenza del SUJSSex) abbiano agito per attenuarlo, notifica che a partire dal l o febbraio le Potenze Centrali bloccheranno con sottomarini l'Inghilterra, l'Italia e la F,rancia. Sarebbe accordata alle navi neutre la facoltà di uscire entro breve termine ma non più di rientrare nel!le acque bloccate. Sarebbe fatta eccezione [per una sola linea americana a condizione che i suoi piroscafi seguano determinate rotte e si impegnino a JlOn trasportare contrabba1ndo.

Dipartimento di Stato tace. Queste prime notizie che ho da altra fonte sono necessariamente monche.

Ambasciatore di Germania con telegramma insinuato a un giornalista, suo confidente, pubbHca che movente del1a Germania è di far cessare la guerra che col blocco tedes~co finirà, a suo dire, fra 20 o 30 giorni.

197

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 290/61. Pietrogrado, 1 febbraio 1917, ore 13,20 (per. ore 21,25).

Ministro Scialoja pregami trasmettere all'E. V. seguente telegramma:

,« Invitati dal Capo di Stato Maggiore Gurko ci siamo riuniti ieri sera presso di lui io, Milner e Doumengue. Gurko propose l'intervento di Bratiano, attualmente a Pietrogrado alla ~conferenza, considerando la particolare necessità di appoggiare fortemente Bratiano in Romania, data la forte corrente germano

fila contraria. Proposta fu respinta da noi considerando i precedenti di altre conferenze circa i rappresentanti di Stati minori, la natura dell'attuale conferenza e la preoccwpazione di non creare nuovi precedenti per il futuro. Si useranno tuttavia a Bratiano tutti i possibili rigua11di per dimostrargli l'importanza attribuita a lui ed alla Romania dagli Stati intervenuti.

Gurko insistè molto anche per dimostrare la necessità di forti contributi di... (l) e munizioni e :soprattutto di danaro. Inghilterra e Francia •sono poco disposte ad accedere alle forti richieste.

Gredo che Milner e Doumergue siansi riuniti oggi per c01ncretare in proposito».

(l) Non pubblicato.

198

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

'l'. GAB. S. 291/59. Pietrogrado, l febbraio 1917, ore 13,20 (per. ore 21,30).

Ieri aUe 10 sono .giunte le delegazioni estere alla •Conferern:a di Pietrogrado ricevute dai Ministri Pocrow,sky, Belaiw, Bark, dagli Ambasciatori e dai .ra,ppresentanti del Presidente del Consiglio dei Ministri e di altri Ministri. Mia partenza per Zarkojeselo essendo fissata per le 11, ho potuto trovarmi alla stazione e presentare nostra delegazione ai Ministri ed altre autorità russe.

Nel pomeriggio Pocrowsky ci ha riuniti per stabilire la data dell'apertura dei lavori. S M. l'Imperatore non potendo :rkevere che mercoledì 31 corrente fu stabilita la prima seduta pel gio11no successivo l o febbraio. La Commissione militare inizierà però oggi stesso i suoi lavori. Essa esaminerà la questione militare prop1riamente detta delle mulndzioni, dell'artiglieria e dei trasporti. Nello scambio di idee seguìto al·la discussione sull'ovdi:ne delle questioni della conferenza fu notevole solo il differente punto di vista di Milner e Bark circa il carattere delle future deliberazioni finanziarie. Bark sostenne che dette deliberazioni essendo strettamente connesse .con quelle relative a!lil'azione militare dovevano essere egualmente definitive e non ad referendum. Milne·r sostenne che questioni finanziarie possono bensì venire esaminate ma non risolte. Il Ministro degli Affari Esteri in via transazionale ammi,se che le decisioni finanziarie abbiano luogo ad referendum ma al più presto possibile. È mia impressione che la Russia desideri valersi deHa CO!nferenza per ottenere tutto il voluto concorso finanziario dell'Inghilterra, ma che questa pure essendo disposta intenda subordinarlo a condizioni estranee alla conferenza e recando ad esso condizioni fra cui travasi quella di un indirizzo di politica interna in Rus·sia più conforme alla politica ài guerra degli Alleati. In ogni modo l'InghHtena vorrebbe previamente cerziorarsi circa l'impiego fatto e da fa:rsi 'costituzione mezzi dopo di che si arrenderebbe.

(l) Gruppo indecifrato.

199

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUOCI

T. 107. Roma, l febbraio 1917, ore 22.

Di fronte dichiarazione Germania di :sbarramento zone marittime Italia Francia ·con divieto piroscafi neutri penetrare salvo a farlo loro corn:pleto rischio, Svizzera è essa pure bloccata per tutti i suoi traffici attraveDSO :porti italiani francesi. Prego informarmi su impressione che costì .produce dichiarazione germanica e indaga·re telegrafarmi sul 'come Svizzera pensa salvaguardare sua libertà traffici via Mediterraneo.

200

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. 139. Roma, l febbraio 1917, ore 22.

(Per Parigi). Ho telegrafato al R. Ambasciatore Londra:

(Per tutti). Ambasciata Inghilter.ra avendo comunicato che Governo britannico aveva trattenuto porti britannici tutte le :navi neutrali colà tTovanUsi ad eccezione Nord Americane ed avendoci invitato prendere analoga misura, R. Ministero Marina ha dato sera 3 corrente disposizioni identiche dipendenti autorità marittime.

Trattamdosi nello stesso pensiero del Governo Britannico di misura provvisoria di corta durata prego V. E. telegrafarmi quando essa sarà costì ritirata al fine di poter disporre egualmente nel Regno.

(Per Parigi). p,regola telegrafarmi mi:sure costì adottate e decisioni Governo Francese circa loro durata.

201

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO

T. 113. Roma, 2 febbraio 1917, ore 12.

Per la ristrettezza del tempo e per le attuali condizioni di guerra non essendo possibile inviare mis:sione speciale S. V. è es;pressamente delegata rappresentare

S. M. il Re e il ,suo Gove11no alla prossima cerimonia dell'incoronazione dell'Imperatrice Uizero Zaiditù, S. V. esprimerà in ,nome del R. Governo a S. M. l'Imperatrice le più vive felicitazioni per la :sua ass:UilliZione al trono e la fiducia che saranno rafforzati gli amichevoli rapporti esistenti fra i due Governi.

202

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 293/25. Washington, ... febbraio 1917 (per. ore 15,25 del 2).

Intimazione del blocco tedesco nel momento attuale ,coglie di sorpresa e sconvol,ge nei suoi piani WiJ1son ,che manoV'rava 1per conseguire da Ber!lino una ulteriore conclooionale di termini di pace ta]e da rafforzare un suo nuovo tentativo di avvicinamen1o fra i belligeranti. In questo senso agiva segretamente il colonnello House presso Bernstorff il quale due giorni or sono aJncora lo lusingava nelle sue aspettazioni. Grave impressione nel pubblico è mitigata presso le persone bene informate da'l ,convincimento che nella minaccia tedesca vi sia oltre tutto gran parte di bluff. Dipartimento di Stato e White House mantengono tuttora rigido silenzio ma un'azione qualsiasi è ritenuta imminente; tutti i giornali dell'est compresi gli organi wilsoniani reclamano la rottura immediata col!la Germania. La ,stam,pa del West in maggioranza pacifista e germanofila fa voti di soluzione amichevole quando non tenti addirittura di giustificare in diritto la decisione tedesca.

203

IL MINISTRO A L'AJA, SAL.LIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 321/33. L'Aja, 2 febbraio 1917, ore 2,10 (per. ore 18,10).

Opinione pubblica molto illl/Pressionata preoccupata per notificazione Germania circa intensificazione guerra marittima. Governo olandese ha proibito, a datare dal l o corrente, partenza qualunque nave ola•ndese. Tale interdizione sarà mantenuta sino a che una zona navigabile sicura avrà potuto essere determinata. Direzioni grandi linee navigazione neerlandesi sono state convocate dal Governo per esaminare situazione e ,studiare misure da prendere. Vi sono state ieri conferenze con M1nistri çompetenti ed altre conferenze oggi. Non si impediscono di partire navi straniere ma ,capitani sono avvertiti pericoli che corrono.

204

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 326/15. Madrid, 2 febbraio 1917, ore 19,30 (per. ore 1,45 del 3).

Nota Imperi Centrali, oggetto del teleg:ramma di ieri, ha dato, opinione pubblica spagnuola, la maggiore scossa che essa abbia avuto dal pdncipio della guerra. Emozione è grande soprattutto per impedimenti che si minacciano agli app·rovvigionamenti di carbone e alla esportazione di frutta e prodotti minerari.

S. M. il Re, che ,si trovava a caccia in Andalusia, ha anticipato ritor,no Madrid.

Presidente del Consiglio dei Ministri ha chiesto aNe Camere non discutere, per ora, incidente, ma è stato molto applaudito quando affermò che vita Nazione non deve venir interrotta. Non è però da aspettarsi dal Govel'no passi molto energici, esso si mantiene per ora as.s.ai riservato e aspetta conoscere atteggiamento Stati Uniti.

205

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB.'297/19. Parigi, 2 febbraio 1917, ore 20,05 (per. ore 2,35 del 3).

Avendo Briand accennato alle prime conversazioni che già hanno avuto luogo a Londra circa l'Asia Minore ho cer,cato di sentire la sua opinione sulla lettera ricevuta dal Presidente del Consiglio dei Ministri (1).

Briand si dimostra sempre poco informato di nomi geografici e così evita di entrare in particolari limitandosi a vaghe affermazioni di buona volontà e amichevoli disposizioni. Avendo però cercato precisare ho avuto impressione che Governo francese insisterà molto contro le nostre domande di Adana e Mersina.

206

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

T. GAB. 299/49. Atene, 2 febbraio 1917, ore 3,40 (per. ore 3,45 del 3).

Ho ricevuto da questo Ministro degli Affari Esteri seguente Nota: «Le douze de ce mois S. E. le Ministre de Grande Bretagne a informé le Ministre des Affaires Etrangères en présence du Président du Conseil des Ministres que le Gouvernement britannique avait reconnu le bien fondé de sa réclamation au sujet de la res<titution de l'ìle Cérigo du moment que les rebelles ont débarqué et l'ont occupée après les accords irrtervenus entre les Puissances de l'Entente et le Gouvernement hellénique ,par lesquels elles avaient pris engagement de ne pas permettre que le retrait des troupes grecques soit mis à profit par les révolutionnaires pour oc·cuper une partie du territoire grec. Le Ministre de France dan:s un entretien avec le Ministre des Affaires Entrangòres l'a de meme assuré que l'occupation de Cérigo étant postérieure à la réponse du Gouvernement Royal adhérant aux conditions de la Note des Puis

sances du hui:t janvier, le point de vue grec avait été adopté par le Gouvernement de la République.

~~----

Le Ministre des Affaires Etrangères ayant fait rema:rquer au Ministre d'Angleterre que l'instaHation des autorités royales dans l'ile tant qu'elle était encore occUJpée par les révolutionnaires devait fatalement amener à des conflits sanglants, ce qu'il serait désirable d'éviter, ,ce d'ernier a déclaré qu'il es1père que les Puissances prendront soin d'éloigner de l'ìle les révolutionnaires.

Le Gouvernement Royal a l'honneuT de prier les Puissances de l'Entente de vouloir activer la réalisation de oette promesse afin de rétablir à Cérigo les .autorités royales... (1) retourner dans l'ile pour ce qui concerne... (l) ordre... (l) •.

Non è dubbio che gli anglo-francesi pongono nella esecuzione della loro promessa quella lentezza e negligenza che si suole porre nelle cose che si fanno malvolentieri. D'altra parte qui in Atene per opera soprattutto dei francesi è ricominciata propaganda venizelista. Al seguito della Commissione di controllo comandata dal Generale Cauboue è giunto oltre il Comandante Roquefeuil (che per altro credo che per picche personali se ne vada) il Generale Maas quello che a Salonicco fu incaricato deH'o11ganizzazione del ~cosi detto esercito venizelista. Stanco probabilmente di attendere ad un compito ineoi:2tente egli sembra aver trovato qui nuovo, e più utile campo di azione preparando dei movimenti venizelisti che, se le informazioni che mi giungono sono esatte, non tarderanno a produrre nuovi disordini. I francesi vanno dicendo ~che il Governo francese si è impegnato a non condurre ad Atene i venizelisti dal di fuori ma che :nulla impedisce loro di creame al di dentro. Risposta data da Margerie a Sal!vago (telegramma di V. E. Gabinetto N. 148) (2) è assolutamente tendenz,iosa. Dacché Cauboue è qui giunto le Legazioni e i nostri Delegati sono ~con ogni mezzo tenuti nell'impossibilità di verificare esattamente lo stato dei trasporti in Peloponneso; pure a noi risulta che i Greci tenuto conto dei mezzi di tra:spol'to di cui dispongono, hanno fatto e stanno facendo il possibile. Cosicchè l'asserzione che domenica prossima non mancherà di essere proclamato ufficialmente dai Generali Cauboue e SarraH che « i Greci non hanno fatto nulla » sarà da parte della Francia il supremo tentativo di sfruttare la crisi attuale per giungere a quella rottura delle relazioni col Re Costantino cui essa agogna. Se il R. Governo (non meno, a quanto mi risulta, dei Governi britannico e russo) desidera che tale rottura non avvenga, conviene che si gua11di da simili ricatti francesi.

(l) Cfr. n. 136.

207

IL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 46/13. Pechino, 2 febbraio 1917.

Con riferimento al mio rapporto in data 19 gennaio u. s. N. 28/11 (3) ho l'onore di trasmettere qui unito tH tes,to (4), ora dato alla pubbH:cità della :corrispondenza, scambiata tra il Governo Cinese e questa Legazione del Giappone circa l'incidente di Chenciatun.

1:'1 Ritrasmette a :..ondra ed Atene il T. Gah. 260!17 di Parigi, cfr. n. 182.
14) l<on si pubblica.

Tali documenti rivestono una certa importanza e possono considerarsi come caratteri:stici del modo in cui vengono trattati gli affari analoghi tra Cina e GiaP!pone in un momento così critico per l'avvenire di questo paese.

Siccome ho già accennato a ·codesto R. Ministero, l'1nC'idente di Chenciatun segma una del,le numerose taP,Pe lungo la strada d'invadenza nip.ponica a danno della neo-repubblica. In conclusione il Governo Giapponese ha consentito a salvare il più possibile la faccia del Governo di Pechino e non ha insistito nel riconoscimento ufficiale del suo diritto di mantenere i suoi posti di polizia o i consiglieri militari in Manduria. Ma posti di polizia e consiglieri ci sono e ci saranno; l'aocordo non li esclude e la situazione di fatto prevarrà come sempre. Non è !Priva di un certo umori,smo l'ultima parola scambiata al riguardo fra le due parti interessate; la domanda cioè del Wai Chiao Pu circa H ritiro delle truppe giapponesi inviate in Manciuria dopo l'incidente e 1la risposta negativa del Governo Nipponico ·che promette di imiziare tale ritiro solta,nto dopo il compimento di tutte le condizioni imposte per la soluzione dell'incidente.

(l) -Gruppi errati. (3) -Cfr. n. 127.
208

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 301/67. Pietrogrado, 3 febbraio 1917, ore 0,45 (per. ore 13,20).

Seduta odierna conferenza politica durata dalle 15 alle 19 si è occu,pata esclusivamente della Grecia. Risuiltati di essa sono consegnati nel telegramma del ministro Scioloja che mi onoro trasmettere all'E. V. Gurko, probabilmente per iSJPirazione francese, ha cercato di far dare a Sarrail più langhi poteri di quelli conferitigli a Roma. Ma il suo tentativo andò fallito interamente. E' mia impressione che la diplomazia russa, a differenza del Comando, non ravvisi necessità di mrutare quanto fu stabilito a Roma. Pokrow.sky non ha mol.to insistito nell'appoggiare la tesi di Gurko. Il risultato della seduta ,si è ridotto in sostanza all'opinione emessa che si possa raUentare il blocco sotto •condizioni determinate ed in base a concordi constatazioni dei control'lori alleati •che la Grecia soddisfi le .sue promesse. Mia impressione generale è che quistioni ·riguardanti Grecia salvo quelle suddette, potevano lasciarsi da parte senza inconvenienti e col vantaggio di guadagnar tempo (1).

209

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 302/66. Pietrogrado, 3 febbraio 1917, ore 13 (per. ore 15,35).

Mini.stro Scialoja pregami trasmettere all'E. V. seguente telegramma: « Bratiano si è mostrato dolente di non essere stato amme!>so alla conferenza di Pietrogrado. Egli mi ha detto che a tenmini del... (2) ·con gli Alleati dal momento

del suo intervento la Romania aveva titoli ad esservi ammessa dovendo essere trattata a piena parità ·con le Potenze. Bratiano vorrebbe che i rapporti !taioRomeni fossero più intensamente cordiali nei fatti ritenendo egli che abbiano identici in1teres.si nei Ba~cani.

Militaid hanno tenuto ieri prima seduta ed hanno discus·so e risposto a tutti i ~punti del capitolo primo del programma. Prego V. E. farsi comunicare resoconto telegrafico dal Comando Supremo. Oggi si è tenuta prima seduta circa i punti del capitolo secondo del programma. Vi presero parte delegati civili e Gurko. Fu esaminata la questione della Grecia. Circa • Desserrement • del blocco che si facesse in seguito ad efettuazione dia parte de11a Grecia delle richieste rivoltele con nota da Roma, conferenza espresse l'O!pinione che esso avvenisse in modo da impedire la ·costituzione di stocks lasciando pa,ssare solo il necessario al vettovagliamento per due o tre giorni in posti determinati e con severo controllo.

Francesi e Russi .sollevarono poi la questione deH'occupazione di Volo e della ferrovia Larissa ma fu deciso ·che la questione non concerneva la ·conferenza, ma fosse di competenza diretta dei due Governi ·che del resto già se ne erano occupati. Comunicai sommariamente risposta di V. E. fattami nota da Carlotti. Ambasciata inglese ignorando risposta proprio Governo, Milner promise di interrogarlo telegraficamente.

Gurko e Doumergue proposero, in vi·sta delle diffkili circostanze in cui trovansi le armate degli Alleati in Macedonia di ·conferire più larghi poteri a Sarraili. Seguì lunghissima discussione 'che si concLuse ·con la mia esposizione di quanto era stato deciso a Roma e delle ragioni ·che tuttora militavano per il mantenimento di quella decis1ione. Milner concordava meco. Fu stabilito di riprendere in esame la questione dopo le deliberazioni d'ordine strategico prese dalla Commissione militare. Pocrowsky ha indetto una nuova .riunione ,per domani per esami!nare quali sono le divergenze delle Potenze nelle questioni riguardanti la Grecia » (1).

(l) -Ritrasmesso a Londra e a Parigi con T. Gab. 177/97 del 4 febbraio. (2) -Gruppo indecifrato.
210

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 307/26. Washington, ... febbraio 1917 (per. ore 17,30 del 3).

Wilson è tuttora incerto circa l'atteggiamento da assumere verso la Germania e ciò spiega a.ssoluto silenzio del Dipartimento di Stato. Ad acorescere la sua titubanza ,contribuisce il riSiultato del Consiglio dlei Ministri odierno, nel quale l'elemento .pacifista ha opposto al piano di una rottura immediata il piano di attesa di un fatto ·concreto. Wilson si è recato subito dopo a ·conferire con i membri del Senato. Sino ad ora nessuna comunicazione sembra essere stata diretta a Berlino.

(l) Ritrasmesso a Parigi, Londra e alla Legazione ad Atene con T. Gab. 179 del 4 febbraio.

211

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 171. (l) Roma, 3 febbraio 1917, ore 19.

Gioverebbe suggestionare abilmente il Presidente e Lansing di rispondere alla provocazione della Nota austro-germanica all'affondamento di «Charleston » e alle prime piraterie dei loro sottomarini col ~sequestrare tutte le navi austrogermaniche nei porti degli Stati Uniti e di suggerire egual:e condotta agli Stati sud-americani.

212

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 130. Roma, 3 febbraio 1917, ore 22.

Nel comunicare profonda iTrliPressione prodotta oprnione pubblica spag:nuola dalla Nota Imperi Centrali per conseguenti impedimenti approvvigionamenF esportazioni Spagna R. Ambasciatore Madrid telegrafa che Governo spagnuolo si mantiene per ora a;ssai riservato ed aspetta conoscere atteggiamenti Stati Uniti.

213

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A LISBONA, SERRA

T. 127. Roma. 3 febbraio 1917, ore 22.

R. Ministero Marina comunica: « Campagna tedesca con i sottomarini. Per evitare che l'intensa ripresa della lotta dei somme11gi!bili nemici, col

determinare un certo panico fra la gente di mare, possa 1produrre anche una temporanea sospensione dei traffici con gravissime ,conseguenze per la vita nazione e per lo svil~ppo operazioni militari, occorre assolutamente che le notizie relative operazioni sommergibili siano ~considerate ,come notizie di operazioni di guerra donde il divieto qualsiasi divulgazione e ·propalazione non conforme alle notizie ufficiali.

«Si prega l'E. V. se vorrà interessare i Governi a11eati onde prendano opportUtne misure poichè le agenzie marittime ed in ,particolare il Lloyd Register sospenda almeno per un certo !Periodo la pubblicazione dri tali notizie •.

Prego comunicare ·codesto Governo e telegrafarmi misure prese.

(l) Così nel registro di T. Gab. 460. Una minuta firmata porta l'indicazione: Telegramma V.E. Gab. 25 (l) confidenziale.

214

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 346/GAB. 62. Pietrogrado, 3 febbraio 1917, ore 13,45 (per. ore l del 4).

Ecco lista delegati alla ·Conferenza di Pietro.grado:

«Franda: Doumergue, Paléologue, Castelnau.

Inghilterra: MH<ner, membro Consiglio di Guerra, Ministro senza portafoglio, Buchanan, Revelstoke, Ministro plenipotenziario, generale Wilson.

Italia: Scialoja, Carlotti, Ruggeri Laderchi.

Russia: Pocrovsky, ammiraglio Grigorovich, Bark, Ministro delle Finanze, Principe Schakhov:skoi, Ministro Commercio e I1ndustria, Woinow:ski Krieger, gerente del Ministero delle vie e comunicazioni, Granduca Sergio Michailovich, Ispettore Generale d'artiglieria dell'Alto Comando russo, generale Gurko, Capo di Stato Maggiore, Ammiraglio Roussine, Capo di Stato Maggiore della Marina, Sazonoff, Neratoff.

Segretario Generale della Conferenza Gha... (1), aggiunto del Ministero delle Finanze».

215

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 358/GAB. 15. Stoccolma, 3 febbraio 1917, ore 23,55 (per. ore 10,25 del 4).

A pro:posito della d1chiarazione austro-tedesca contro navigazione coi paesi nemici questo Ministro Affari Esteri mi ha detto :

l) che il Governo svedese ha incaricato il :suo I:ncaricato d'Affari a Berlino di far conos:cere all Governo Imperiale che esso non può assoLutamente ammettere che si catturino o si affondino i piroscafi svedesi i quali non possono ancora avere avuto notizia d'ella dichiarazione stessa perchè si trovavano in navigazione prima della notificazione di es,sa.

2) che i tre Governi scandinavi si stanno ·concertando per dare una risposta identica alla dichiarazione austro-tedes:ca. Le pratiche a tale uopo hanno luogo attualmente a Stoccolma fra Hammarskjold ed i Ministri di Danimarca e di Norvegia. E' probabile che questo documento il quale sarà probabilmente una delle solite proteste, sarà pronto nei primi giorni della settimana :prossima.

3) che un consiglio dei Ministri tenuto nel pomeriggio di oggi sotto la presidenza del Principe ereditario (reggente per l'assenza del Re della Svezia) ha deciso di presentare d'urgenza aLla Dieta, che dovrebbe approvarlo ~n due

o tre giorni, un progetto di legge per autorizzare :commissione di Stato per le assicurazioni a fare operazioni o~t·re i limiti di valore e di premio ora esistenti (vedere mio telegramma N. 36 del 27 novembre 1914) ed estendendolo anche all'equ~paggio. Questo ultimo provvedimento ha grande tmportanza perchè di

mostra che il Governo svedese il quale aveva ordinato alla commissione di Stato di sospendere le assicurazioni per l'Inghilterra e la Francia è ora dtsposto facilitare ripresa della navigazione per tutte le destinazioni. D'al:tra parte mi risuOta che la maggior parte delle Col111Pagnie di navigazione sono inclini a riprendere navigazione se possono far le assicurazioni. H Ministro degli Affari Esteri ha soggiunto ~che gli interessi dei neutri 'coincidono con quelli delle potenze dell'Intesa e ·che sperava che questo faciliterebbe la navigazio:ne neutrale. Gli ho risposto ·che mi felicitavo di ,sentirlo parlare così e che non dubitavo che da parte nostra si darebbe tutto l'appoggio possibile alila tnavigazione neutrale la quale facesse prova di buona volontà; d'i più avendo egli detto di essere stato informato che l'Inghilterra aveva intanto fermato tutte le navi neutrali le quali si trovavano nei ·suoi rporti e di non comprendere ragioni di tale provvedimento, gli ho osservato che la ·cosa mi sembrava •Chiarissima. Governo britannico vuole evidentemente vedere che atteggiamento prendono gli Stati neutrali di fronte aUa dichiarazione austro-tedesca che è soprattutto diretta ad intimidirli. Se navigazione neutrali volesse boicottare u;>otenze dell'Intesa e ~~perasse di ~continuare da essa traffico transoceanico ~ntendend'o di ... (l) nella Germania, si farebbe funeste illusioni perchè Inghilterra ed i suoi alleati non potrebbero permetterlo mai. Stati neutrali hanno :soltanto ~scelta di continuare tutta la navigazione ~cogli inevitabili rischi e pericoli o di vede11la cessare ~completamente e di estsere condannati all'isolamento economico.

Wallenberg si è mostrato nel complesso ottimista. Egli dubita che la guerra dei sottomarini tedeschi possa prendere proporzioni vaste, riconosce che la dichiarazione degli Imperi centrali ha soprattutto per scopo di intimidire i :neutri, suppone ~che dopo un breve !periodo di per1mTbazione e di panico le ~condizioni della navigazione ne torneranno press'a poco quali erano qualche giorno fa. È prudente non prendere alla lettera ogni sua parola tanto più che Hammarskjold (come al solito) sembra essere più riservato e che secondo notizie da buona fonte Svezia disporrebbe di riserve (?) che almeno per sei o sette mesi le permetterebbero di tirare innanzi senza importazione. '11uttavia è evidente, vinta la prima impressione, che qua si è disposti a reagire e che queste buone dis[posizioni si rafforzeranno se Potenze dell'Intesa faranno sul mare una affe,rmazione di forza.

(l) Gruppo indecifrato.

216

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 314/64. Pietrogrado, 3 febbraio 1917, ore 13,45 (per. ore 10,55 del 4).

Ministro Scialoja mi prega trasmettere a V. E. il seguente telegramma:

«Le Sotto Commissioni militari hanno tenuto frequenti riunioni delle quali riferiscono telegraficamente a Cadorna. Ritengo utile V. E. prenda conoscenza

loro telegrammi facendosene inviare copia dal Comando Supremo. Io ~sono rimasto in contatto con Milner e Dorumergue stabilendo in perfetto accordo una linea di ~condotta generale che tenda ad affrettare l'efficienza russa.

Ieri tutte le missioni furono ricevute dal!l'I,mperatore. CoiJJVersazione non ebbe importanza politica. M.ilner sarà ricevuto, dicesi, in udienza particolare domattina. Doumergue ed io abbiamo anche ~chiesto udienza.

Oggi tenuta la prima ~seduta pJ.enaria nel palazzo del Consiglio dell'Impero. Russi presentarono programma che Carlotti teleg,rafa. Doume11gue e Milner ringraziarono per cortese accoglienza. Nel ringraziare a mia volta insistei 1SU ~carattere d'ella presente conferenza come continuazione a quelle precedenti di Parigi e Roma e la necessità di pronte azioni militari, osservando che Italia ha fatto ogni sforzo per essere pronta per questa primavera. Sedute Sotto Comm~ssioni continuarono.

Capo primo del programma sarà esaminato dai delegati militari. Capo secondo sarà esaminato a cominciare da Ministri e Ambasciatori in riunioni che si riuniranno domani al Ministero degli Affari Esteri. Domattina vedrò Bratiano che ha chiesto essere ricevuto da me».

(l) Gruppo indecifrato.

217

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 321/63. Pietrogrado, 3 febbraio 1917, ore 13,45 (per. ore 13,30 del 4).

Oggi al palazzo del Consiglio dell'Impero è stata tenuta una seduta della Conferenza. Al saluto del Presidente Pocrowsky accompagnato da brevi parole sugli scopi generaLi della Conferenza risposero Doumergue, Milner e Scialoja ringraziando e affermando a loro volta la somma opportunità di arrivare al più presto possibile a decisioni unanimi per coordinare gli sforzi degli A11leati, provvedere a mezzi adeguati, stabilire il modo di condurre la guerra, determinare il tempo ed i teatri in cui dovrebbe svolgersi.

Poccrowsky diede .contemporaneamente lettura del programma che qui appresso r~produco. Circa discussione Ministro Scialoja m'incarica far conoscere a V. E. che egli ne considera il contenuto generale ed in 'particolare 'Per quanto riguarda la Grecia, come subordinato alle decisioni già prese a Parigi e Roma ed alle intese intervenute fra 1ui e V. E.

Dopo una discussione circa la costituzione di una Commissione militare per questioni puramente ~strategiche, seduta prese fine. Seconda ~seduta avrà luogo domani. Quanto aHa parte finanziaria del programma sulla quale non sono date indicazioni Pocrowsky ha avvertito che essa non potrebbe venire per ora formulata fino a ~che la conferenza politico-militare non sia giunta a qua:khe conclusione, indicazione delle proposte dovendo corrispondere ai bisogni che saranno segnalati.

8 --Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VII

Testo del Programma :

I) -Questions générales relatives à la conduite de la guerre.

Point prémier. Les campagnes de 1917 devront-elles avo>ir un caractère décisif? Ou serait-il par contre néce:ssaire de renoncer à obtenir des résu<ltats définitifs au cours de l'année 1917?

Point deuxième.

Si la décision de donner aux carnpagnes de 1917 un caractère décisif était matntenue, serait-il possible d'entreprendre de.s offensives d'ensemble ·suffisamment tòt pour interdire à l'ennemi la reprise de l'initiative individuelle opération?

Point troisième.

S'il faut au ~contraire admettre la possibilité d'une nouvelle initiative de l'ennemi ne serait-il pas nécessaire de prévoir des opérations secondaires mais toutefois suffisamment efficaces en vue de conserver aux aHiés l'initiative des opérations jusqu'au momen't: où pourront ètre déclanchées les offensives d'ensemble?

Point quatrième.

Les opérations offensives d'ensemble devront-elles avoir rpour but de porter à l'adversaire un coup décisif en frappant ,le ·centre mème de sa résistance ou serait-il au contraire préférable de l'attaquer •sur un point où il offre une résts,tance relativement moindre?

Point cinquième.

Quelle est l'iilliPortance du théàtre des Balkans dans Ja situation actuelle? Faut-il poursuivre la réalisation du projet de l'isolement de la Turquie par une action convergente de l'armée russo-roumaine et de l'armée de Salonique ~contre la Bulgarie? Les décisions de la Conférence de Chantilly à ce sujet peuventelles ètre maintenues ou doivent-elles etre modifiées? S'il n'est 'Pas ju1gé possible d'entre,prendre une action offensive énergique contre la Bulgarie ,sur le théàtre de Macédoine, quel; sera le ·ròle de l'armée de Salonique? Devra-t-elle en renonçant à une action offensive se borner à localiser, les contenant, les forces de l'ennemi sur ce théàtre et l'empecher de mettre la main sur la Grèce? Devra-ton en ce cas conserver Monastir Va'lona?

Situation de l'armée roumatne.

Point sixième.

Quelles sont les vues des Gouvernements en harmonie avec les commandements alliés sur les intentions de l'adversaire? Nécessité d'envisager la IPOSsibilité d'une action de l'adversaire sur le front russe dans les direc,tions de Mos,cou ou de Pétrograde, une action de ce genre présentant à l'ennemi des

avantages en raison de la portée excessive du front russe par rapport au nombre des unités qui le défendent et la difficulté de transporter au nord en cas de besoin les forces russes concentrées ·sur le front roumain.

Point septième.

Maintien de l'engagement ct'appui mutuel à savoir que ·si l'une des Puissances est attaquée les autres lui viendront immédiatement en aide dans toute la mesure de leur.s moyens par des attaques de leurs armées ou par envoi de renforts à la puissance attaquée.

1\Técessité de .la mise en commun des ressources dont disposent les Alliés. Le 1lloment de la décision pri's'e lors de la Conférence tenue dernièremetnt d'appuyer la Russie en lui fournissant dans toute la mesure possible le matériel qui lui est nécessaire pour le succès des Qpérations. Pour mener à bien une action offensive de gramde envergure l'armée russe a besoin d'un minimum de moyens techniques, moyens dont elle ne dispose pas jusqu'à présent. D'après quels principes sera déterminée la quantité du matériel de guerre qui sera fourni a la Russie, sera-t-il jugé possible, afin d'obtenir le meilleur rendement, de distribuer le matériel disponible de manière à assurer à chacune d:es ar:mées alliées un certain minimum? En ce <cas ce minimUJm de matériel de guerre ne devra>i.t-il pas étre proportionné au nombre des unités adives et à l'importance de chaque front tant par r<JiPport à son étendue que par rapport aux problèmes qui lui sont posés:? A quelle époque le matériel qui serai:; envoyé en Russie pour.rait y arriver?

Il) Questions politiques se rattachant à la guerre.

Grèce: Examen de la situation aotuelle justifie l'ultérieure nécessité d'une action concordante des alliés dans les questions touchant la Grèce. Questions relatives aux commandements de l'armée de Salonique ainsi qu'à l'a représentation diplomatique à Athènes.

Armée •serbe: Retrait des •troupes serbes à l'arrière, à la <suite de pertes ISubies. Utilisation des prisonniers autrichiens de nationalité .serbe 1pour le renforcement de l'armée serbe. Organisation de corps de troupes tchèques par les puissances alliées.

Ròle des Etats Unis d'Amérique. Propositions du Président Wilson. Quelles sont les conséquences économiques possibles de l'attitude des Etats Unis dans la queSition de la paix en ce qui •concerne les ·commandes ainsi que les finances.

Questions relatives aux pays Scandinaves. Questions relatives à l'applicatioln du blocus.

III) Questions de matériel de guerre et aut1·es nécessaires au succès des opérations, questions des métaux et d'aut1·es produits nécessaires aux alLiés et notamment à la Russie pou1· la conduite de la guerre et qui pourraient étre importés des pays neutres, en particulier de la Suède et du Japon. Coté financier de la question.

IV) Questions financières (1).

(l) Ritrasmesso a Londra e a Parigi, con T. Gab. n. 186 del 6 febbraio 1917.

218

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

D. 2. Roma, 3 febbraio 1917.

A varie riprese il R. Ministro in Corfù mi ha segnalata l'attività ·che •spiega la Francia nell'isola e che spesso appare diretta più a contrastare la nostra influenza ·che fondata su reali esigenze proprie. Naturalmente i singolii fatti sono di poco rilievo pevché .piccola è la vita dell'isola, ma non sono per questo meno significativi.

N e riferisco alcuni e cito ad esempio: la .part·enza delle truppe greche da Corfù effettuatasi nel più assoluto segreto del!le Autorità francesi, le quali dal canto loro provvedevano a far arrivare e sbarcare nelil'isola duemila senegalesi: fatto che appare sintomatico ,se •si considera ila •Contemporaneità tra la partenza delle truppe greche e l'arrivo di quelle francesi e l'entità di queste ultime veramente considerevole visto che la Francia riesce diffidlmente a colmare i vuoti che si verificano nell'esercito di Salonicco e se si tiene presente il desiderio manifestato dalle Autorità francesi che iii nostro ·contingente rimandasse di qualche giorno la sua venuta. Altro esempio, l'installamento delle truppe francesi nelle caserme lasciate dai Greci mentre noi si chiedeva di poter occupare Ja così detta «Fortezza Veneziana» per ·comprensibili ragioni di ricordi storici e per evitare ai nostri d'essere attendati o di trovarsi in ·locali di affitto. Alltro esempio l'improvvisa decisione Ministeriale francese che nomina il Generale Bauman Gove11natore Militare di Corfù e stringe •Così ed accresce per noi le relazioni di dipendenza.

Noi non possiamo disinteressarci di Corfù per la .situazione geografica dell'isola in relazione all'Italia ed all'opposta ·costa albanese che ora occupiamo e vista l'attività della Francia provvederemo a intensificare 1la nostra per neutralizzare quella francese. A giorni un nostro battaglione e ·.reparti di cavalleria giungeranno a Corfù. Parte di queste truppe sarà forse avviata in .seguito a Santi Quaranta dove in relazione alle decisioni prese nella Conferenza di Roma un nostro Battaglione di Milizia Territoriale sarà al'la dipendenza del Colonnello François per riattare la strada Santi Quaranta-Monastir.

Non intendo fare dei reclami al Governo francese per questa attività che esso spiega a Corfù senza che abbia ivi nessun speciale interesse da tutelare, ma non posso non rilevarla e metterla in relazione ·con quanto si verifica altrove in altre questioni grandi e piccole (alludo a1l'Asia Minore pe•r la zona di influenza, all'Abissinia per la questione delle armi, a Salonicco per •l'incidente della valigia diplomatica italiana ecc. ecc.), dove l'azione del Governo •Centrale

-o quella degli o11gani dipendenti non appare ·certo ispirata ai ra~ppovti di fratellanza e solidarietà tante volte affermati dal Governo francese. Lascio però a V. -E. di •richiamare l'attenzione di codesto Governo •su quanto precede quando si presenti l'occasione favorevole e nel modo che ·crederà miglliore.
219

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. R. P. 174. Roma, 4 febbraio 1917, ore 20.

S. E. Scialoja telegrafa quanto segue in data 3 febbraio:

«Militari hanno tenuto ieri prima seduta ed ha:nno discusso e risposto a tutti i punti del capitolo primo del programma. Prego V. E. fa11si comunicare resoconto telegrafico dal Comando Supremo ».

Interesso cortesia di V. E. perchè voglia ·comunicarmi il programma militare della conferenza ed il resoconto telegrafico di cui fa cenno S. E. Scialoja.

220

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, E AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

T. GAB. 183. Roma, 4 febbraio 1917, ore 20.

Nell'eventualità, di una rottura diplomatica tra gli Stati Uniti:

(Per Madrid) e la Tmchia.

(Per Bema) e l'Austria-Ungheria.

(Per entrambi) prego V. E. di voler chiedere sin d'ora a codesto Governo se esso è d~sposto di assumere la protezione d'egli interessi italiani ora affidata agli Stati Uniti.

(Per Madrid): nell'Impero Ottomano.

(Per Berna): in Austria-Ungheria.

(Per entrambi): Attendo ris.contro telegrafico.

221

L'AMBASCIATORE A TOKIO, CUCCHI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 323/4. Tokio, 4 febbraio 1917, ore 19,30 (per. ore 21,15).

Mi éonsta Ministro dd Germania Pechino coadiuvato banchiere tedes;co Cordes e numerosi agenti sparsi Cina Giap1pone sta macchinando attentato contro navigazione, traffici Vladivostok. Non ho creduto opportuno comunicare quanto precede mio collega Russia non intendendo .rivelare fonte mie informazioni.

Sono noti tentativi tedeschi lanciare mari navi corsare ed anche farvi pervenire sottomarini via Capo Buona Speranza. Richiamo la sua attenzione sulla convenienza per noi di un passo concordato nelle CéJipitali Alleate presso gli Ambasciatori del Giappone (passo ,concordato che non si potrebbe fare Tokio) perchè questo Governo si persuada della convenienza deLl'espulsione dei tedeschi ed austro-ungarici qui rimasti, autori non solo delle continue macchinazioni ma anche attivissimi organizzatori degli interessi economici austro-tedeschi post bellum.

Italia deve eserdtare massimo sforzo per assicurarsi eredità navigazione Lloyd austriaco Trieste Giappone.

222

VITTORIO EMANUELE III AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

T. s. N. Villa Italia, 4 febbraio 1917, ore 20,50 (per. ore 21,40).

Mi giunge da Roma una voce secondo la quale l'onorevole Tittoni avrebbe incontrato in Svizzera il prindpe Biilow. Non presterei credito a questa voce ma la ripeto a Lei che forse ha la possibilità d'i sapere ,che cosa può averle dato origine.

223

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 320/29. Washington, ... febbraio 1917 (per. ore 2,25 del 5).

Torno dal Congresso ora. Dichiarazioni di delegati, sebbene applaudite nei

punti salienti, non sono sembrate suscitare sovevchio entusiasmo. Wilson si ,pro

poneva ieri di limitarsi a suggerire al Congresso 'la rottura diplomatica con la

Germania nella 1usinga di attenerne pronta ed unanime deliberazione di con

senso. Ma essendo ,stato avvertito che lungi da ciò, la sua proposta avrebbe

provocato discussioni e manifestazioni di dissensi, egli si è deciso subitamente

ad annunziare al Congresso il fatto compiuto. Mi viene 'confenmata !l'irritazione

per,sonale d'i Wilson contro quello che egli considera ti!ljprovviso tradimento

della Germania dopo gli stimoli e le lusi:nghe di quest'ultima a tentare la pace.

Con tatto per lo meno discutibile Wilson ha fatto telegrafa11e 1stamane ai

rappresentanti americani presso i paesi neutri di informare i rispettivi Govemi

della sua decisione e di avvertirli che egli ,considerava che dovessero seguire

la ,stessa via. Consigliere del Dipartimento di Stato ha detto ad un mio collega

neutrale ,che alla prima 'nave americana affondata gl'i Stati Uniti avrebbero di

chiarato :la guerra. Governo degli Stati Uniti viene adottando rigorose misure

di precauzione nei suoi porti, nei cantieri e sopra 1le navi tedeSIChe internate

per scongiurare i minacciati e prevedibili attentati criminosi. Purtroppo la poli

zia degli Stati Uniti America è inquinata neHa proporzione del quaranta per cento di elementi germanici. Mi viene riferito ·che l'Ambasciatore di Germania av:rebbe deciso di partire subito col personale per Cuba. Svizzera as,sume interessi tedes·chi negli Stati Uniti. Mini·stro di Svizzera ha già p11eso in consegna archivio dell'.hmba:sciata.

224

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 363/GAB. l. L'Aja, 4 febbraio 1917, ore 11,45 (per. ore 6,45 del 5).

Questo Ministro d'Inghilterra, d'ordine del suo Governo, ha significato ieri a questo Ministro degli Affari Esteri che il Governo inglese ,intendeva che la flotta commerciale olandese riprendesse il mare e •toccas•se i porti inglesi .e >CJhe fossero mantenuti da parte dell'Olanda tutti gli impegni presi ·con l'Inghilterra. Qualora ciò non avvenisse, 1'0landa non riceverebbe più viveri, nè alcun'altra merce dalil'Inghilterra.

Tale comunicazione del Governo inglese, è stata ieri esaminata da questo Consiglio dei Ministri, che è stato espressamente ·convocato. E' chiaro che esigenze dell'Inghilterra di far uscire navi olandesi e fare toccare porti inglesi, espone flotta ·commerciale olandese a graviss~mo rischio. Questo Governo si trova dunque in presenza di una situazione difficilis•sima e mi consta ·che questi circoli politici e finanziari sono preoc,cupatiJssimi.

225

L'INCARICATO D'AFFARI A BERNA, DURAZZO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 324/9. Berna, 5 febbraio 1917, ore 12,50 (per. ore 15,25).

Telegramma di V. E. Gabinetto N. 183/5 (1).

Ca11o del Dipartimento politico della Confederazione mi ha detto che in attesa della conferma ufficiale della notizia della rottura diplomatica tra gli Stati Uniti d'America e l'Austria-Ungheria, era intanto ben lieto di dichiaraTimi che il Governo Federale era disposto ad assumere Ila !Protezione degli interessi italiani in Austria-Ungheria.

Così il signor Hoffmann e il Segretario generale Dunand si sono compiaciuti vivamente per questa nuova reciproca prova d'amicizia tra i due paesi.

(l) Cfr. n. 220.

226

L'INCARICATO D'AFFARI A BERNA, DURAZZO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 335/11. Berna, 5 febbraio 1917, ore 21 (per. ore 23).

Governo Federale ricevette ieri comunicazione in cui Wilson, conformemente alla sua dichiarazione al Congresso, esprimeva la speranza e quasi la convinzione che tutti gli Stati neutri, di fronte alla guerra dei sottomarini ad oltranza avrebbero uniformato la loro attitudine a quella degli Stati Uniti.

I Consiglieri federali, riuniti stamane in seduta straordinaria, espressero unanimemente avviso che la Svizzera non debba nè possa abbandonare la stretta neutralità tranne nel .ca,so di una violazione territoriale. Hanno quindi deciso d'inviare al Presidente degli Stati Uniti una risposta preliminare in cui viene fatto presente che la Svizzera per costituzione, per tradizioni secolari, per volontà di p~lo non intende abbandonare la neutralità di fronte a/]Jla :nuova situazione che del resto non la tocca che indirettamente. Consiiglio Federa,le si è riservato poi di far seguire una risposta definitiva dopo 'Che av.rà preso ·contatto con i Governi degli altri Stati neutri d'Europa. In questa r1sposta definitiva che non si allontanerà sostanzialmente dalla preliiminare sarà anche messo in rilievo, a giustificazione del·la condotta svizzera, la sua speciale situazione geografica ed economica.

Non vi ha dubbio che qui si eleverà protesta contro la nuova grave violazione dei diritti dei neutri. Il professore Burkhardt, stimato giurista dell'Università di Ber:na, è stato incarkato di presentare ent.ro domani una relazione su cui la protesta potrà venire basata dal punto di vista del diritto internazionale.

Questo Ministro di Svezia in una conversazione tenuta ieri col Consigliere Federale Hoffmann ha espresso, benchè a titolo personale, il1a sua ferma convinzione ·che ,la Svezia declinerà ·come la Svizzera di conformarsi all'attitudine degli Stati Uniti d'America. Si ritiene qui che anche la Spagna terrà per ora un contegno riservato e che l'Olanda non abbandonerà la neutralità a meno che non vi fosse quasi forzata da radicali pressioni inglesi.

Il Consigliere Federale Hoffmann mi diceva oggi che la rottura diplomatica germano-americana lo aveva sorpreso perchè contrastava coHe ultime informazioni ricevute da Washington. Aggiungeva però essere questa l'unica via che era rimasta aperta agli Stati Uniti soprattutto dopo i principì affermati nella protesta per l'affondamento del « Sussex ».

227

IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. CONFIDENZIALISSIMO 328/24. Cristiania, 5 febbraio 1917, ore 21,40 (per. ore 24).

Assolutamente inatteso si è presentato ieri mattina a questo mio collega di Russia il Ministro di Bulgaria a Berlino. Gulchievich non gli nascose Ia sua me

raviglia e si espresse con lui in modo da non incoraggiado nell'ardito passo. L'altro fece ap~pello ai reciproci vecchi sentimenti d'i amidzia, alla pretesa immutata devozione p~opria e della Bulgaria verso la Russia e gli dichiarò di essersi recato appositamente a Cristiania di sua iniziativa per pregarlo di far conoscere telegraficamente a Pietrogrado che la Germania sarebbe ora dis1postissima a concludere una pace separata a condizioni assai vantaggiose.

Collega russo si a~stenne dal domandarglielo, ma il bu[garo di sua iniziativa accennò che fra di esse sarebbe anche la libertà di passaggio commerciale e militare per gli Stretti e aggiunse risultargli con sicurezza •che la Germania sta facendo tali enormi preparativi di guerra per la primavera da ,stupire il mondo.

Gulchievich rispose semplicemente innanzitutto di non sentirsi autorizzato ad ascoltare e trasmettere qucrlsiasi proposta di nemici e che in ogni ·caso per quanto grandi vantaggi potessero derivarne alla Russia, questa non verrebbe mai meno ai sacri doveri verso Alleati. Piuttosto la sconfitta che il disonore.

Rizoff insisté dicendo .che a Lui nella •sua qualità di Ministro di BUJlgaria non poteva rifiutare di dar seguito alla domanda di teleg.rafare a Pietrogrado e pregò di prendere tempo a riflettere. Gulichievich oppose un rifiuto netto. Su questo il Bulgaro si congedò.

Dall'insieme del colloquio il mio coNega russo ha ritratto non dubbia impressione .che Rizoff è positivamente mandatario della Germania la quale si trova in condizioni così •critiche da dover rico11rere ad un nuovo tentativo altrettanto arr1schiato quanto poco prominente.

Gukhievich naturalmenlte ha a titolo informativo rragguagliato dell'episodio il suo Governo e me ne pose ,subito al corrente facendo premure di massimo riserbo ed autorizzandomi a telegrafare a V. E. non prima di ventiquattro ore dopo.

228

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 333/22. Parigi, 5 febbraio 1917, ore 20,20 (per. ore l del 6).

Telegrramma di V. E. Gabinetto n. 170 (1).

Briand mi ha detto aver telegrafato quindici giorni or 'sono a Barrère perché informi ·codesto Governo delle intenzioni del Governo francese di aderire all'accordo italo-inglese per il Sennssi salvo in due punti nei quali chiede modificazioni ma sempaicemente di precisione. Non mi ha indicato di che cosa si tratta non avendo avuto modo di trovare il dossier.

(l) T. Gab. 170 di Sonnino dE!l 3 febbraio, eh~ non si. pubblica: Imperiali comunic:> che la Francia ha aderito accordo 1talo-mglese per 11 Senuss1.

229

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 339/21. Madrid, 5 febbraio 1917, ore 20,05 (per. ore 2,40 del 6).

Telegramma di V. E. n. 183/2 (1). Govermo spagnuolo acconsente assumere eventualmente protezione interessi italiani nell'Impero Ottomano.

230

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. U.RR. 343/62. Londra, 5 febbraio 1917, ore 3,48 (per. ore 19,55 del 6).

Mio telegramma Gabinetto n. 51 (2).

Ad o~ni buon fine e :per il caso in cui V. E. ritenga opportuno darmi qualche istruzione, per regolare mio contegno e linguaggio, circa p.rossima riunione per l'Asia MiJnore, fissata per venerdì prossimo.

231

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 401/15. Addis Abeba, 5 febbraio 1917, ore 16 (per. ore 15,10 del 7).

Mio collega Inghilterra mi ha comunicato telegramma gLunto dal Foreign Office nel quale è detto che in segu1to alle proteste del Governo italiano per l'invio all'incoronazione di una 'speciale missione è stato costretto richiamare missione suddetta già in viaggio per Addis Abeba.

Così ... (3) sarà la E. V. ad essere .specialmente rappresentata. Mio collega Inghilterra mi ha manifestato suo imbarazzo nel giustificare presso ill Governo Etiopico mancato arrivo mi•ssione di cui aveva già dato ·comunicazione ufficiale e non posso escludere ·che Govemo etiopico verrà conoscenza che essa è dovuta alla opposizione del Governo italiano.

(l) -Cfr. n. 220. (2) -Cfr. n. 179. (3) -Gruppo indecifrato.
232

L'AMBASCIATORE A TOKIO, CUCCHI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

R. 127/33. Tokio, 5 febbraio 1917.

Faccio seguito al mio telegramma odie11no di Gabinetto n. 5 (1).

I recenti e forsennati prOjpositi della Germania, rivolti ad una inctensa ed

incondizionata attività della sua pirateria 'sottomarina contro le navi e le vite

dei neutri, hanno provoca>to un'onda di sdegno su tluttto il paese. La notizia, soprav

venuta a breve intervallo, della rottura delle relazioni degli Stati Uniti, è stata

qu~ndi accolta con un vivo compiacimento e senza una notta discorde qui, dove

pur non difettano, in talune oc,casioni ed in ·certe classi, delle mal celate simpatie

germaniche, che sembrano tuttavia vadano affievolendosi.

La questione, che nelle attuali contingenze, pare maggiormente preoccupare il Giappone, è il sapere 1se la rottura delle relazioni condurtrà, presto o tardi, ad aperte ostilità americane, qua,le sarà la 'loro portata sui destini della .guerra e quale il riflesso diretto sugl'i 1nteressi nipponki nel campo della sua economia e delle sue finanze. I pareri sono divisi. Nei circoli degli affari •Si propende a ritenere che l'America si limiterà alla .rottura delle sue Telazioni, in quelli politici, viceveriSa, prevale l'idea che, date le dichiatrazioni ferme e solenni del Presidente Wilson, il primo atto di ostilità germanica ~sarà la base per un'inevitabile Dichiarazione di guerra dell'America.

Più ·che sull'efficienza bellica di quest'ultima, drcons,crittta molto verosimilmente alla polizia dei mari, 'l'a presenza degli Stati Uniti al fianco degli Alleati rappresenta per i giapponesi un fattore morale di gran 'conto per la causa loro comune, una nuova ed imponente condanna dei sistemi tedestchi ed anche forse la prossima rottura della neutralità da parte di altri Stati.

Ad eccezione pertanto di ·considerazioni di interessi materiali e dire,tti, che concernono la sorte momentanea degli scambi con l'Am.erica, l'avvenimento della rottura delle relazioni, esaminata nelle sue molteplici fasi, è salutato qui come foriero di conseguenze favorevoli per gli alleati e quindi per il Giappone.

La notizia ha dapprima impressionato questo • Stock Exchange •. In 'seguito però ad un esame tranquillo e sereno della situazione che non pare legittimare soverchia apprensione per i 'commerci 1COn 'l'Amerka attraverso il Pacifico, il mercato va riacquistando da ieri un tono fermo e di relativa tranquillità. Non così per la Borsa deHa seta. Le prevedibili difficoltà di riesportare dall'America in Europa l'eccesso delle spedizioni seriche giapponesi affluenti su quella piazza e la conseguente e temuta diminuzione della domanda hanno seriamente preoccupato questi «rialzisti », ~che, con liquidazioni forzate, hantno provocato una crisi, che ha posto molti di essi nell'impossibilità di saldare i margini delle transazioni, rimaste 'scoperte [per circa un milione.

La Borsa ha così dovuto sospendere ogni operazione ed è chiusa da ieri. Accennerò che le quotazioni per le sete greggie « Shinshu • n. l da 1275 per balla sono in una sola seduta, precipitate di 175 punti.

Le dichiarazioni delle rappresaglie germaniche a mezzo dei sottomarini indirizzate a Washington essendo state fatte, a quanto sembra, con l'assentimento del Governo Austro-Ungarico, non ha destato alcuna sorpresa il telegramma della Reuter che annuncia oggi la rottura delle relazioni con la Duplice Monarchia. È qui notorio infatti come l'azione di questa, tanto militare che navale, è esclusivamente nel pugno direttivo della Germania.

(l) T. Gab. 334/5 del 5 febbraio, che non si pubblica: dopo la rottura delle relazioni fra Stati Uniti e Germania, Motono considera più netta la situazione e crede che Stati Uniti passeranno alle ostilità.

233

IL MINISTRO A COPENAGHEN, SACERDOTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 247/164. Copenaghen, 5 febbraio 1917.

Ho l'onore d'informare l'E. V. che il 3 corrente poco dopo mezzodì il Re di

Svezia giunse a Copenaghen a bordo d'una nave da guenra svedese, :;:cortata da

u.1a torpediniera e ::ìa un batLll0 suezza-ghiaccio.

Re Gustavo, ricevuto alla banchina di sbarco in forma semi-privata dalla famiglia reale danese, dal personale di questa Legazione di Svezia e da qualche altro personaggio, prese alloggio al Palazzo di Amalienborg, dove alla sera ebbe luogo un banchetto i:ntimo, al quale parteciparono i membri della famiglia reale danese, i seguiti dei due Sovrani, questo Presidente del Consiglio ed il personale di questa Legazione di Svezia. Dopo il pranzo i Reali si recarono a teatro.

Domeni,ca S. M. fece ,colazione pres1so la Regina Madre e ripartì ,per la Svezia

alle l pomeridiane.

La visita, siccome ebbi a telegrafare all'E. V. era stata annunciata come non politica e si continua anche ora ad affermare che essa ebbe carattere famigliare e privato, tanto è vero che Re Gustavo non era accompagnato da alcun uomo politico, ma soltanto da un ufficiale di ordinanza e da un ciambellano.

Que:;:1to Ministro deg'li Affari Esteri aveva da tempo diramati degli inviti per un pranzo diplomatico che doveva aver luogo sabato 3 corrente, al quale aveva convitato fra altri, i Minis,tri di Russia, di F1rancia e me eon ris1pettive signore.

Quando si seppe dell'arrivo del Re di Svezia tutti :pensarono che il pranzo sarebbe rimandato, perché il signor Scavenius potesse as,siSitere a quello di Corte. Invece il pranzo fu bensì rimandato, ma perché il Ministro degli Affari Ecteri era stato ~colto da un violento attacco di « lumbago » che lo obbligava a letto. La cosa giunse così inattesa che non solo nei circoli diplomatici ma anche a Corte fu affacdato il dubbio che si trattasse di una malattia diplomatica. Quando il Re Gustavo V fu informato di tale indio1posizione manifestò però subito il proposito di recarsi a visitare il signor Scavenius e questi, informatone, fece rispondel'e che si sarebbe alzato e recato a Palazzo Reale. Così infatti avvenne ed

egli ebbe circa mezz'ora di colloquio con Re Gustavo. Ciò naturalmente fa ritenere ad alcuni che gli ultimi importanti avvenimenti politici, sopravvenuti dopo che la visita era stata ,combinata, abbiano indotto il Re al colloquio in parola, pur non essendo accompagnato da al,cmn uomo politico svedese.

AJtri invece credono che argomento del :colloquio :sia stata 'la grande difficoltà che incontra la Svezia al proprio rifomimento di prodotti di prima neces,sità ed il desiderio di Re Gustavo di ottenere che il Governo Danese sia più largo nei permessi di esportazione.

L'E. V. rammenterà che in altro rajp!porto accennai alle incessanti e pressanti domande di esportazione che qui giungevano dalla Svezia ed a:lle quali il Governo Danese non sapeva ~come resistere pur comprendendo che nell'interesse danese doveva o,pporvisi.

Pel momento non posso controllare tali notizie, essendo il Signor Scavenius indisposto e questo Direttore Generale degli Affari Politici affermando di non essere al ~corrente di quanto fu detto nel colloquio di cui si ~tratta.

Procurerò di avere più esatte notizie appena possibile, e, se del caso, ritelegraferò ali'E. V.

P.S. fì febbraio 1917.

Mi si assicura da buona fonte che scopo principale del colloquio ~che Re Gustavo desiderò di avere ,con questo Ministro degH Affari Esteri sarebbe stato quello di discutere sulla opportunità ~che i tre Regni no11did dirigano al Governo tedesco una nota identica di protesta contro la :sua dichiarazione di blocco e conseguente guerra 'sottomarina senza limiti. Ad ogni modo, se ciò sarà fatto, non tratterebbesi che di una de1le consuete note !platoniche e teoriche basate sul diritto delle genti, quali i tre Stati Scandinavi ne hanno già scritto altre nel corso di questa guerra senza alcun risultato pratico.

234

IL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AL DIRETTORE GENERALE DEL FONDO PER IL CULTO, MONTI

(Ed. in Margiotta-Broglio, Italia e S. Sede, ,pp. 327-328).

L. P. Roma, 5 febbraio 1917.

[n aggiunta all'ultima 'comunicazione fatta intorno alla questione di evitare i bombal'damenti di città aperte, da parte degli aviatori dei due eserciti belligeranti, Le comunico i particolari delila risposta ~che il nostro Comando Supremo ha dato a S. E. H Presidente del Consiglio, su tale a~rgomento.

Le coruermo, innanzi tutto, ~che il Comando nostro ha pienamente aderito all'umanitaria iniziativa, e ha preso, quindi, l'impeg;no di dare i relativi ordini ai nostri aviatori, con la sola e naturale riserva di procedere in via di rappresaglia, qualora da parte del nemico gli impegni a:sSIUnti non fossero mantenuti. Ai fini, però, di una maggiore chiarezza, e nell'intento di osservare sempre, con la massima lealtà, :l'accordo stesso, H Comando sollevava i :seguenti dubbi:

l -Se in luogo di aeroplani austro-ungarici, bombardamenti in nostil"o danno,

venissero fatti da aeroplani germanici, l'obbligo della nostra astensione di rispon

dere, sussisterebbe? La negativa è evidente, visto ehe la distinzione tra le due

nazionalità nemiche (a parte la difficoltà del riconoscimento della nazionalità

dell'aeroplano bombardatore) non può avere in diritto alcun effetto 1pratico nel

caso 1nostro. Per altro questa obbiezione non ha una importanza immediata, visto

che, almeno sinora, unità organiche di nazionalità tedesca non si trovano contro

di noi; e, se ed in quanto degli aviatori tedeschi si trovassero presso le unità

austriache, gli ordini a tali aviatori non possono esser dati che dagli stessi coman

danti aust.ro-ungarici;

2 -La espressione « città aperte » va presa nel senso stretto della teorica militare. Se sì, allora Venezia non vi sarebbe compresa; mentre, d'altra parte, anche a proposito delle vere e proprie città aperte, non 1sarebbe vietato il bombardamento di alcune località determinate, come gli opifici millitari, le stazioni ferroviarie e simili. Or siccome il tiro degli aeroplani non può essere preciso, così il bombardamento delle opere di fortifi.cazione di Venezia o della stazione ferroviaria di Padova, si traduce praticamente nel bombardamento degli abitati. Se, quindi, si vuole rimanere nello •spirito della disposizione, ·che deriva da una evidente ed alta ragione umanitaria, sarebbe opportuno che l'aocordo venisse chiarito in maniera da escludere tutti quei bersa·gli i quali, pUII" essendo teoricamente ammissibili, praticamente determinano i medes!imi orrori che i bombardamenti delle città aperte.

Ripeto ancora che queste osservazioni il nostro Comanldo ha fatto per ~pirito di chiarezza e di lealtà: ciò non indebolisce, ma anzi rafforza l'impegno preso di misurare l'ampiezza e la gravità delle nostre iniziative, per dò che coneeme i bombardamenti contro le località nemiche, su quei criteri che saranno seguiti dal nostro stesso nemico.

235

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 342/71. Pietrogrado, 6 febbraio 1917, ore 12 (per. ore 17,30).

Conferenza ha stabilito oggi di far assistere Bratiano alla seduta di domani e di ammetterlo ad altre sedute se egli ne farà domanda. All'ordine del giorno della Conferenza politica non figura oggetto relativo Romania, ma ·con l'uUima decisione è dato modo a Bratiano di esporre le proprie vedrute (l).

(l) Ritrasmesso a Londra, Parigi e Jassy con T. Gab. n: 199 dell'8 febbraio 1917.

236

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 348/69. Pietrogrado, 6 febbraio 1917, ore 12 (per. ore 17,45).

Ministro Scialoja mi prega di trasmettere all'E. V. il seguente telegramma:

«Durante la serata di ieri nessuna ·convevsazione politica con l'Imperatore. Dopo pranzo fui presentato all'llTIIPeratrice. Nell'udienza d'oggi con l'Imperatore furono toccati vari oggetti relativi alla gu~ra, agli Stati Uniti d'America, alla formazione di Gabinetti di guerra nei vari paes•i, alla natura del Gabinetto di coalizione italiano, al Gabinetto britannico. L'Imperatore fece aocenno ·che ....... (l) suo attuale governo corrispondere al concetto unione coi ,partiti.

Oggi tenntasi seduta commissione politica. Pocrowsky propose la •costituzione di una commissione permanente di delegati dei governi alleati per risolvere direttamente 1più rapidamenlte questioni concernenti la Grecia e dò anche in vi>sta delle diffi·coltà 1sorgenti dalla .speciale difficile situazione dei rappresentanti diplomatici ad Atene.

Dcmmergue, Milner ed io 1stesso facemmo osservare l'oppol"ltunità di avere una commissione amministrativa ..... (l) per gli affari greci. Doumergue, allargando proposta di Pocrowsky propose •l'istituzione di un comitato 1permanente di delegati degli Alleati per la soluzione più rapida di tutte le questioni politiche e militari che interessano gli alleati stessi con facoll'tà di decidere direUamente. Feci osservare da un lato obiezioni esistenti ·contro questa proposta che si risolverebbe praticamente nella creazione di un nuovo organo intevmedio essendo impossibile che i Govemi deleghino agli eventuali componenti del Comitato poteri appartenenti ai Gabinetti e •che n®pure lo stesso Presidente del Consiglio !PUÒ prendersi isolatamente. Fu deliberato di rimandare la disamina sul ·soggetto di •cui fu riconosc~uta la gravità presente alla fine della Conferenza. Pocrowsky, e.Siponendo divergenza di vedute dei ·rappresentanti diplomatici ad Atene, chiese alla Conferenza che cosa pensasse circa una loro ·Sostituzione coHettiva. Conferenza dichiaTò essere questa una mrSJUra ·che eccede la propria ·competenza ma desiderare una deliberazione in forza del!la quale si raecomanda ai Governi di dare ai singoli rappresentanti ad Atene istruzioni di maggiore concordanza ·e cooperazione reciproca.

(Fu poi sottoposta ad esame la questione dei prigionieri serbi e fu esposto il desideirio del Governo serbo di inviare una sua propria ·commissione tra i prigionieri austriaci in Italia per reclutarvi gli elementi serbi. Carlotti osservò che i prigionieri di nazionalità serba in Italia devono essere assai •scarsi. lo abbinai la questione con quella dell'invio dei prigionieri irredenti abtua!Lmente in Russia constandomi che i'l Governo russo preferisce ormai di non facilitarne ulterio11mente l'invio e ciò perché si vale efficacemente della loro mano d'opera. Conferenza si limitò a raceomandare la questione all'attenzione dei Governi e la esecuzione del

desiderio serbo-russo. Simile questione fu trattata per i ,prigionieri di nazionalità ceca e fu risolta analogamente. Le altre questioni contenute nell'ultima parte del ,programma furono inviate alla fine della conferenza. Fu deciso che Bratiano interverrà alla seduta di domani. Parte della delegazione militare andrà forse martedì o mercoledì al fronte » (1).

(l) Gruppo indecifrato.

237

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

T. GAB. S. 340/70. Pietrogrado, 6 febbraio 1917, ore 12 (per. ore 18).

A proposito unione raccomandata dalla Conferenza per le cose di Grecia apprendo che Generale rappresentante Sarrail e Addet-to Mil~tare francese in Atene Bous.quier non sono d'accordo per constatare adempimento da parte Grecia delle condizioni impostele, il primo contestandolo, affermandolo il secondo. Sarebbe desiderabile che unione si producesse in primo luogo fra gli organi di eia· scuna potenza (2).

238

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E AL MINISTRO A BERNA, PAULUOCI

T. GAB. 194. Roma, 6 febbraio 1917, ore 21.

De Pianta osservava a proposito di una recente intervista con un alto militare svizzero comparrsa nei giornali che il Governo Federale ha ripetutame111te dichiarato che esso si sarebbe opposto nel modo più 'risoluto a qualhxnque viola

zione della sua frontiera, da qualunque parte venisse; ed eventualmente av;rebbe chiamato a sua difesa anche l'azione del'l'altro belligerante; ma non per questo poteva ammettere che nel caso di una qualunque violazione da un belligerante, l'avversario suo acquistas1se perciò ipso facto iii diritto di invadere ugualmente il territorio svizzero dal canto suo. Se si ammetteSise tale· tesi bas:terebbe una qualunque leggiera violazione non intenzionale di un piccolo reparto di tru;ppe,

o una errata osservazione di qua~che aeroplano per lanciare la Confederazione in pieno turbine. Ho risposto che convenivo in ciò con lui.

De Pianta mi ha pure chiesto che cosa vi era di vero nell'ammassamento di truppe italiane dal lato della frontiera svizzera, e :sulla formazione di nuovi centri di ol'ganizzazione militare a Novara e Alessandria.

Ho risposto che ignoravo esservi nulla di nuovo, ma che a ogni modo non si poteva trattare che di :misure precauzionali neHa ipotesi per quanto improbabile di un colpo di testa austro-germanico contro di noi, ipotesi che dopo la recente Nota germanica sulla guerra a fondo dei sottomarini indicatrice di uno stato d'animo poco equilibrato, non :si poteva in modo assoluto escludere. Ogni preparazione di armamenti per parte ,sia della Svizzera 1sia dehl'Italia avrebbe agito nel senso di rendere sem~)re più probabile tale eventualità (1).

(l) -Sonnino rispose 1'8 febbraio con T. Gab. 205, comunicato anche a Londra e Parit>i, nei termini seguenti: Per norma di condotta di V.E. la informo che R. Governo non intende consentire alla consegna in massa di prigionieri a.u. di nazionalità slava al fine di non dare appiglio all'Austria-Ungheria di procedere ad atti di rappresaglia sui nostri prigionieri, né ammette l'invio di una Commissione serba di reclutamento nei campi di prigionieri, non avendo ragione di riconoscere il Governo Serbo come rappresentante degli elementi jugoslavi. Si ammette solo qualche liberazione individuale di prigionieri di nazionalità slava o czeca previo esame caso per caso delle domande che ci pervengono da Legazione Serba o da Ambasciata Russa. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi ed Atene con T. Gab. 198 dell'8 febbraio 1917.
239

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 349/31. Washington, ... febbraio 1917 (per. ore 22,40 del 6).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 171/6 (2).

Wilson è confortato nel suo passo dal quasi unanime assenso del paese. So che ha ricevuto da tutti i Governatori promesse di appoggio incondizionato. Egli è quindi deciso ormai ad andare alla guerra se la Germania ve lo obbligherà. Ma non farà nulla che arieggi la menoma provocazione sia per apparire coerente con se ,stesso e per non distogliere i neutri dal seguir:ne la condotta, sia per indebolire la ·campagna pacifista che Bryan ·col denaro di Ford si accinge ad intral!n'endere violentemente. Egli ha fatto perciò annunziare che le navi tedes'che internate sono per ora immuni da sequestro e che :soltanto supreme ragioni di sicurezza hanno motivata la presa di posse.s;so di pal'te di esse da parte della polizia. La quale infatti :si ò impadronita :già di otto navi di :cui quattro nel ·canale di Panama per prevenirne tentativi di sabotaggio e affondamento. Tutte le altre navi sono oggi rigorosamente vigilate sebbene vi siano fondate presunzioni che gli equipaggi ne abbiano inutilizzato ·le maochine.

È stato pubblicato stamane e V. E. avrà letto il testo esatto della ·comunicazione di Wilson ai Governi neutrali. Alto funzionario del Dipartimento di

Stato mi ha detto ohe notizie ricevute in proposi:to dall'America del Sud erano assai confortanti e fra le Nazioni neutrali europee mi ha d~pinto la Svizzera e l'Olanda sotto l'incubo di un'aggressione tedesca ins.inuandomi in pari tempo che la Svezia possa essere legata alla Germania da un trattato ..... (1). Se vi sarà la guerra con la Germania questo Governo eviterà di contribuire militarmente alla causa degli Alleati limitandosi alla difesa interna ed alla protezione sui mari del commercio e della vita amerkana. Potrà derivarne tutto al più un aoco11do al quale converrebbe partecipasse l'America del Sud per la cooperazione delle rispettive forze navali contro le piraterie tedesche. La pa11tec~pazione degli Stati Uniti alla guerra somiglierebbe sotto certi aspetti a quella del Giappone col conseguente vantaggio finanziario e nel campo dei rifornimenti e dei trasporti. Ma 1sin là è da prevedere ~che Wilson affetterà una neutralità scrupolosa tanto più che egli non dispera ancora che la sua rottura colla Germania, se .seguìta da altri neutri, possa tradursi in un fattore di pace sebbene non più di pace tedesca.

(l) -Ed. in So>JNINO, Diario, III, cit., p. 105. (2) -Cfr. n. 211.
240

IL MINISTRO A TEHERAN, ARRIVABENE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 51/21. Teheran, 6 febbraio 1917.

Anche a questo Governo è stata presentata la nota Nord-Amerkana per la pace, alla quale H 4 corrente è stato da Governo persiano risposto in termini adesivi e non senza un accenno al fatto ~che, sola la pace, potrebbe far ritornare in Persia l'ordine e 1la quiete nelle sue provincie occupate da tr'UiPipe 1straniere.

Se non che, il giorno dopo la risposta persiana, questo Ministro Nord-americano ebbe istruzione telegrafica dal suo Governo di far conoscere al Governo di Teheran la rottura delle relazioni colla Germania e d'invitarlo a seguire il passo della gra:nde Repubblica per affrettare la pace.

Mi consta che 'la rottura delle relazioni diplomatiche t:ra gli Stati Uniti d'America e la Germania ha qui causato profonda impressione, questo Paese considerandosi -a torto o a ragione -dal tempo dello Shushter, sotto la protezione morale degli Stati Uniti.

Non credo però che la Persia potrà mai associar,si all'ultima proposta NordAmericana, sia perché questo Governo non può troppo agire in contrasto colle istruzioni che rkeve da questi Ministri di Russia e d'Inghilterra, i quali desiderano che la Persia si tenga tranquilla, sia perché questo 1popolo sembra molto proclive, per ragioni finanziarie e morali, a ~considerare gli attuali avvenimenti europei troppo a favore delle Potenze Centrali, si misconosce lt)erfino qui la potenzialità d'uomini validi che la Russia possiede, sia perché la natura persiana è imbelle ben più che al tempo degN Achemenidi, e perché manca oggimai in Persia ogni servia, organizzazione militare.

(l) Gruppo indecifrato.

241

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. u. 197. Roma, 7 febbraio 19,17, ore 10,30.

Telegramma di V. E. Gabinetto 62 (1). Tenga fermo su intero nostro programma e riferisca proposte degli Alleati.

242

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRG A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR

T. GAB. 201. Roma, 7 febbraio 1917, ore 13.

In vista deHa rottura diplomatica tra gli Stati Uniti e gli l!lliperi Centrali prego V. S. dì voler chiedere a codesto Governo se esso è di~posto di assumere la protezione degli interessi italiani ora affidata agli Stati Uniti a Bucarest.

Attendo riscontro telegrafico.

243

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 358/75. Pietrogrado, 7 febbraio 1917, ore 16,30 (per. ore 21).

Scialoja prega trasmet<tere all'E. V. seguente telegramma:

« Oggi non vi sono state sedute causa impegni di al-ouni Delegati. Ieri sera la missione commerciale italiana fu invitata a pranzo da Protopopoff. Intervenni io pure insieme a Carlotti. Proto;popoff accennò a Carlotti ed a me ai dubbi dei Delegati esteri circa la situazione interna rus,sa. Egli disse ,che non :ritiene probabHe disordini interni in Russia ma che ad ogni modo la nazione e tutto l'esercito vogliono la guerra fino alla vittoria definitiva e che le misure restrittive non potranno pregiudicare questo obiettivo.

Ho sentito parlare con insistenza della possibilità ,che Protopopoff ottenga lo scioglimento Duma a lui contraria e facda le elezioni. Non sembra che Galitzin abbia notevole influenza nel Governo.

Ministro delle Finanze russo mi ha poi rimesso seguente promemoria che egli proporrà alla sezione finanziaria della Conferenza. Rimango in attesa di ricspo,Sita da comunicargli :

Il) Cfr. n. 230.

« Pour le payement de diverses commandes militaires russes en lta],ie il a été passé entre des institution:s de ,crédit russes et italiennes certains arrangements aux termes desquels disposition peut etre faite des crédits d'un montant total de 325 millions de lires italiennes au moyen d'excorn:pte de traites don:t le payement à l'échange est garanti par un dépòt des bons du trésor russe.

Jusqu'à ici il n'a encore, il es't vrai, été disposé que d'une partie de ces crédits mais dès maintenant non seu1ement la totalité doit en etre..... (l) au règlement des commandes en cours d'exécution, mais il sera meme nécessaire de recourir à des combinaisons analogues d'ordre financier pour assurer le payement des comma,ndes ultérieures dont le placement aura lieu dans un avenir plus ou moins proche.

Les iraites émi,ses pour la disposition des crédits tout en étant renouvelables à trois mois sont... (l) payables à des termes bien fixés à l'avance et qui sont d'un maximum de vingt et un mois comme il est hors de doute que la Russie ne pourra se créer en Italie des dis,pontbilités suffisantes pour assurer ,le remboursement des dites traites à leur échéance définitive relativement peu éloignée le Gouvernement russe doit dès maintenant se préoccuper des mesures qui pour1ront etre prises en vue de donner à la Question pendante une solution sauvegardant tous les intérets et, dans cet ordre d'idées, le Gouvernement russe envisage que le mieux serait de pouvoir assurer lors de l'échéance défin~tive des engagements qui auront été pris à l'égard du mar>ché italien soit leur consolidation soit, si cette opération n'est point pos~ible, au moins leur renouvellement pour une nouvelle période et il serait obbligé au Gouvernement italien de bien vouloir lui fournir pour cet objet tout concours possible ».

244

L'INCARICATO D'AFFARI A BERNA, DURAZZO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 353/13. Berna, 7 febbraio 1917, ore 21,50 (per. ore 23,50).

11 .Presidente della Confederazione si è most,rato con me molto soddisfatto per un recente colloquio tra V. E. e De Pianta nel corso del quale l'E. V. ha mostrato, come mi diceva i'l Signor Schulthess, di aver così bene compreso e apprezzato l'attitudine della Svizzera di. fronte al noto invito ai neutri del Presidente degli Stati Uniti. Presidente d'ella Confederazione ha aecennato con grande compiacenza alla unanimità con cui la stam:9a e l'opinione svizzera hanno approvato la decisione del Governo Federale. Aggiunse egli essere fiducioso che anche all'estero si sarebbe generalmente compreso, così in un cam,po come nell'altro, che riaffermazione neutralità svizzera è ,confoi'me non solo agli intere8si della Confederazione e alla sua posizione speciale nel presente conflitto, ma anche agli interessi di tutti i belligeranti.

(l) Gruppi indecifrati.

245

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 352/73. Pietrogrado, 7 febbraio 1917, ore 16,30 (per. ore 7,45 dell' 8).

Persona che frequenta i Circoli del Quartiere Generale mi ha assicurato che

Bratiano tratta con la Rm::sia la cessione della Dobrugia ,contro la restituzione

alla Romania dei o:uoi antichi confini, l'acquisto della Transilvania, della Buco

vina nonché alcuni distretti della Bessarabia. La Russia intenderebbe assicurarsi

la via terrestre a Costantin01poli per mezzo della Dobrugia e la zona litorale

della Bulgaria mantenendo soltanto l'accesso ai porti principali di quei due

Stati. Esito a credere che la Russia voglia prepara11si l'inimicizia perenne romena

e bulgara, indebolendo le sue forze estendendole a difesa del corridoio e ride

stando le diffidenze a mala pena assopite dell'Inghilterra circa Costantinopoli.

Ma non mancherò di continuare le indagini sul delicato argomento.

246

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 416/79. Pietrogrado, 7 febbraio 1917, ore 16,30 (per. ore 10,30 dell' 8).

Telegramma di V. E. 816 (1).

Tomasi della Torretta da me informato contenuto telegramma predetto ponesi disposizione Ministero Ag,ricoltura per affare grano. Questione grano trovasi a queoto punto: « Arrivata nota dell'l l gennaio ho sollecitato autorizzazione Governo imperiale per esportazione un milione di quintali ed ho fatto conoscere che nella prossima stagione Italia intenderebbe esportare da tre a quattro milioni di quintali. Ho creduto informare in tempo utile questo Governo della nostra richiesta avendo appreso che fra non moHo esso deciderà circa domande rivoltegli anche da altri Governi e per limitata quantità (circa un 60 milioni fra Inghilterra e Francia) se avessi ritardata nostra domanda alla concessione del primo milione avremmo corso rischio di fa11ci obiettare che omettemmo di prevenire. Olt:re a ciò occasione di favorevole risposta ci è data dal fatto della simultanea domanda anglo-francese, occasione che sembravami non dovessi perdere » .

tl) Non pubbUcato.

247

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 417/91. Pietrogrado, 7 febbraio 1917, ore 16,30 (per. ore 11,35 dell' 8).

Torretta pregami comunicare al Ministero di Agricoltura quanto segue:

« Missione commerciale ha trovato qui le più calorose e cordiali accoglienze. È stata ricevuta ufficialmente oltre che da S. M. l'Imperatore da tutti i Ministri interessati. È stata invitata alla Duma e al Municipio. È tenuta a contatto con rappresentanti di tutte le istituzioni ,commerciali e industriali, coi principali uomini della finanza e del. ,commercio, coi capi servizio dei diversi Ministeri. Ha visitato fabbrkhe officine più importanti. Ha avuto sei sedute. Relatore 11usso ha letto rapporti sopra principali questioni commercio italo-russo. Nostri comissari hanno fatto altrettanto e si sono avute utili discussioni. Stampa è unanime nel 1seguire con simpatia e vero interesse attività della Missione. Invierò a suo tempo raworto dettagliato. Partiamo questa sera per Mosca, 1'11 a Karcoff, il 6 a Kiew, il 22 a Odessa.

Per eventuali comunicazioni prego indirizzare presso RR. Consoli».

248

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 157. Roma, 8 febbraio 19117, ore 15.

R. Ministro Addis Abeba teleg,rafa quanto segue: «Mio Collega Inghilterra....... Governo italiano» (telegramma Addis Abeba

n. 4{)1/15) (1).

Ho risposto a CoHi che mancato intervento Missioni speciali non è dovuto nostra « protesta » ma 1solo difficoltà allontanare in questi momenti Governatori

-o importanti funzionari civili o militari dalle loro sedi. Pregola chiarire in tal senso anche presso ,codesto Governo e far rettificare parola protesta se essa è stata effettivamente telegrafata Addis Abeba.
(l) -Cfr. n. 231.
249

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 429/GAB. 34. Washington, ... febbraio 1917 (per. ore 18,25 dell' 8).

Mio telegramma Gabinetto n. 30 (1).

Situazione dell'Austria in .confronto degli Stati Uniti non è a~ncora definita e si presta a sintomatici intrighi. Dipartimento di Stato ebbe 1soltanto notizie sommarie dell'Ambasciatore Americano a Vienna che ~ustria 1si associava alla nota tedes•ca. Rifiutò pertanto accettare .credenziali nuovo Ambasciatore AustroUngarico in attesa di una dichiarazione esplicita del suo Governo. Questa dichiarazione reclamata a Vienna non è ancora pervenuta. Mi risulta intanto confidenzialmente che il solito gruwo finanziario israelita teuton!ico capitanato in questa circostanza dall'ex Ambasciatore Morgenrtau preme in segreto Wilson affinché Ambasciatore Austro-Ungarico sia r-iconosciuto e mantenuto. Germania avrebbe •Così pure sempre suo rappresentante a Washington. Ma gli intrighi malgrado influenza sul Presidente dei postulanti paiono destinati a faUire a meno che Austria non rinneghi Germania che appare inverosimile.

250

IL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 432/1. Pechino, 8 febbraio 1917, ore 16,40 (per. ore 20,10).

na questi ambienti americani vengono esevcitate preE1sioni per indurre la Cina a seguire l'esempio degli Stati Uniti rompendo relazioni diplomatiche colla Germania. Mi viene riferito che questo Governo •starebbe aspettando ulteriori svolgimenti del minacciato conflitto, prima di decidere e che esaminerebbe già condizioni da assicurarsi possibilmente anche dagli aNeati in compenso della liquidazione di interessi germanici in Cina. Ciò aprirebbe delicato problema potendo verificarsi contrasto ·con •le aspirazioni giapponesi vevso cui gli amerkan1i palesano poca simpatia. Fra i colleghi dell'Intesa ,sarebbe invece prevalente la tendenza a conciliare Giappone siccome ho riferito con rappor·to 10 dicembre

n. 180 (2).

(l) -T. Gab. 317 j30 da Washington pervenuto il 4 febbraio, che non si pubbUca: suscita commenti la situazione del nuovo ambasciatore d'Austria-Ungheria testé arrivato. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con T. 164 del 9 febbraio 1917.
251

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 413/GAB. 32. Washington, ... febbraio 1917 (per. ore 21,05 dell' 8).

Ho parlato con akuni colleghi sud-americani e ne ho portato impressione che ottimismo del Dipartimento di Stato di cui a:l mio telegramma n. 31 (l) circa presunto atteggiamento dei loro Governi sia parecchio esagerato. Non mi si è nascosto che l'invito di Wilson per il modo e le circostanze in cui venne loro rivolto ha provocato nelle maggiori Repubbliche del su.d America risentimeuto che influirà nelle rispettive decisioni. Sud America non vuole apparire rimorchiata dagli Stati Uniti che arieggiano dis[porne incondizionat~mente e che dopo averne diE1prezzato suggerimenti e appello e aver parlato sempre durante la guerra per conto proprio ne richiedono ora in forma quasi ,comminatoria adesione postuma ad un passo di tanta gravità. Se ad una rottura dovremo venire ,colla Germania, mi diceva un ambasciatore sud americano, sarà la nostra rottura e non quella degli Stati Uniti. So che Governo brasiliano farà sapere a Washington che appena ricevuto Nota tedesca esso ha deliberato protestare contro notificazione del blocco, ma 'soltanto dal punto di vista del diritto delle genti e degli interessi del Brasile e dei brasiliani. Questa protesta sarà comunicata per cortesia da Rio Janeiro ai Governi del continente americano prima di essere mandata a Berlino.

Argentina e Uruguay farebbero probabilmente lo stesso.

252

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 367/78. Pietrogrado, 8 febbraio 1917, ore 11,30 (per. ore 9 del 9).

Telegramma di V. E. Gabinetto 157 (2).

Per eventuali op,portuni richiami da far valere presso Nabokow e Mallet pevmettomi ricordare ,che Neratoff ha proposto nelle conversazioni da lui meco avute sull'Asia Minore che la delimitazione della nostra zona segua una linea che partendo dal golfo di Scalanova percorra la valle del Menderez (ferrovia di Aidin) e raggiunga comprendendola Konia. Per quanto concerne la regione ad est di Konia Neratoff non ha voluto esprimere opinione cclnsiderando ciò come interesse eminentemente franco-italiano. Indirettamente però ha accennato a varie rip,rese alla possibilità di spostare verso Oriente il limite del capo Anamur

forse sino a Mersina.

Prendere come base delle trattative una linea che parta dal capo Anamur e si limiti al sud-ovest dell'Anatolia non mi sembra ·Conforme a quanto già ammesso dalla Russia e dalla Francia dacché questa non nuove obiezioni alle nostre rivendicazioni sui vilayet di Konia, Aidin e sulla parte meridionale di Hudavendighiar, ciò che implica anche la ferrovia di CaSisaba.

Quanto a Smivne .permettomi esprimere avviso che ,sia questione non solo da non rimandare a più tardi ma da trattare per prima sia per la sua intrinseca importanza sia per togliere di mezzo ogni possibile dubbio di estraJnee combinazioni che col futuro sultanato nuLla hanno a che fare (1).

(l) -Cfr. n. 239. (2) -Ritrasmissione a Parigi e Pietrogrado del n. 179.
253

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 366/23. Stoccolma. 8 febbraio 1917, ore 20,20 (per. ore 10,55 del 9).

Telegramma di V. E. 149 (2).

Nel confermare le mie 'precedenti informazioni posso aggiungere che lo scopo principale della visita del Re di Svezia a Copenaghen e del suo colloquio col Ministro degH Affari Esteri è stato di dis;sipare ogni resto degli attriti prodotti dal conteg.no poco riguardoso di Hammarskyold al momento dell'adesione dei ·tre Stati scandinavi all'iniziativa di Wilson per la pace.

254

IL GOVERNATORE DELL'ERITREA, DE MARTINO, AL MINISTRO DEGLJ: ESTERI, SONNINO

T. 453/577. Asmara, 8 febbraio 1917, ore 18,42 (per. ore 18,45 del 9).

R. Legazione Addis Abeba telegrafa quanto segue:

« 14. Suo telegramma 97 (3). Io non posso dubitare che il Governo francese non inteillda mettere in esecuzione le assicurazioni date al R. Ambasciatore a Parigi, ma mi permetto far os:servare malgrado le assicurazioni precedenti il Governatore di Gibuti non ha mancato fornire di sua iniziativa cannoni, mitragliatrici al Governo etiopico proprio nel momento più edUco in Abi1stsinia. È fuori dubbio altresì che lo stesso Governatore francese a Gibuti e questo Ministro di Francia per eludere affidamento già dato al Governo etiopico per un successivo e maggiore rifornimento armi non mancheranno reilJderlo. edotto opposizione a ciò fatta... (4) raggiungendo ugualmente scopo aspettato da 1patrocinatori domanda etiopica ed aggiungendo nello stesso tempo il sospetto verso noi. Colli».

(l) -Ritrasmesso a Londra e Parigi con T. Gab. 210 del lO febbraio. (2) -Non pubblicato. (3) -Cfr. n. 178. (4) -Gruppo indecifrato.
255

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 387/42. Jassy, 8 febbraio 1917, ore 20,30 (per. ore 17,30 dell' 11).

Situazione interna romena deve esser ·considerata sempre come grave. Malcontento è generale ed ha il suo fondamento, oltre che 1nei recenti disastri militari, neHa situazione economica e nella situazione morale: la situazione economi.ca ed alimentare va di giorno in giorno peggiorando giacché le ormai scarse risorse del paese si esauriscono rapidamente. Il paese non sarà in grado neppure col prossimo ra·c.colto di provvedere a se stesso neanche per i soli cereali perchè contrariamente a quanto avvenne in Valacchia ed in Dobrugia la semina d'autunno non fu fatta e quella di primavera potrà essere fatta difficilmente per mancanza di bestiame e per la necessità di lasciare parte del terreno a prato mancando ogni foraggio secco. Disorganizzazione completa in tut.ti i rami dei pubblici servizi aUJmenta il disagio della popolazione ed il conseguente mal·contento.

La situazione morale è non meno deplorevole: Il Governo segue u111a politd·ca di partito creando... (l) per i propri partigiani senza akun riguardo alle presenti tristissime condizioni del paese; sperperi, frodi e corruzione continuano in tutti i pubblici servizi ed innanzitutto in quello militare. lnol·tre recente nomina a sindaco di Bucarest da parte dei tedeschi del Colonnello Verzea ufficiale dell'esercito romeno d'origine transilvana fino all'ultimo momento direttore generale delle poste e dei telegrafi e capo del servizio segreto d'informazioni romeno in Transilvania e la diserzione di militari e funzionari appartenenti alle più alte classi sociali hanno aumentato il discredito del Governo e delle istituzioni. A tutto ciò si aggiungono i dissensi intestini del Governo a proposito dei quali mi riferisco al mio telegramma Gabinetto 38 (2).

Mi r1sulta infine che il Re Ferdinando e la Regina Maria sono giunti dicsgustati di questo stato di ·COse e che una forte corrente va delineandosi specialmente in certi ambienti di Corte in favore deHa formazione di un Gabinetto d'affari cos,tituito da persone assolutamente estranee alla politica militante. Questa soluzione però che potrebbe forse migliorare la situazione incontra ostacoli e nelle tradizioni locali e nelle difficoltà di trovare per,sone di qualche valore che non 1siano infeudate ad uno o all'altro dei partiti locali.

Prego mantenere il segreto su quanto precede.

256

IL CONSOLE GENERALE A ZURIGO, CIAPELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 264/34. Zurigo, 8 febbraio 1917.

Persona che occupa un posto autorevole nel mondo finanziario svizzero ha avuta oc,casione di dire essersi notata in questi giorni una scarsezza di danaro

disponibile presso le Banche ,svizzere, a causa di importanti ritiri di depositi, avvenuti eome ·conseguenza della incerta situazione !POlitica. Non 1si può dire vi sia panico; si è verificata rpiuttosto, una certa apprensione, tanto che parecchi delle Colonie forestiere hanno ritirati i loro depositi.

A Zurigo si trovano parecchi uomini d'affari tedeschi, che son venuti a chiedere anticipazioni sopra buoni del Tesoro germanico, offrendo un margine del 65 % (cioè contentandosi di ricevere il 35 % del valore nominale dei buoni), l'interesse del 7%, più la commissione di Banca. Nonostante l'offerta di tali larghe condizioni, le Banche locali hanno opposto un reciso rifiuto, sapendo che la banca Nazionale svizzera non avrebbe ·consentita l'operazione, giacché essa insiste perché tutte le disponibHità siano conservate al paese.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Non pubblicato.
257

L'AMBASCIATOHE A PIETHOGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGL,I ESTERI, SONNINO

T. 457/67. Pietrogrado, 9 febbraio 1917, ore 11,30 (per. ore 20,20).

Giornali pubblicano seguente comunicato ufficioso:

« Imperatore, secondo me ha espressa la volontà nel suo ordine del giorno all'Eserdto ed alla Marina, di volere un regno di Polonia unito nelle sue tre parti dopo la guerra, ha ordinato che vengano elaborate le basi della futura organizzazione della Polonia e delle relazioni di essa con l'Impero. In vista di ciò Sua Maestà ha ordinato che sia costituita una Commissione ~pedale per discutere detta questione, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, con partecipazione del Ministro dell'Interno, Ministro degH Affari Esteri, Ministro delle Finanze, facente funzioni di Capo di Stato Maggiore, del Comando Supremo, dei Presidenti delle Camere Legislative. Vi pl'enderanno parte anche l'ex Presidente del Consiglio dei Ministri Coremikin e Sazonoff ».

258

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 364/80. Pietrogrado, 9 febbraio 1917, ore 13,30 (per ore 21,50).

D:J. Ministro Scialoja: « Nell'adunanza politica-militare odierna Ministro degli Affari Esteri ha dato lettura delle seguenti risoluzioni state approvate dalla conferenza: " L,a conférence constatant 1e manque de cohésion qui s'est manifestée dans le passé et qui a continué après ·la conférence de Rome à se manifester parmi les ministres des Puissances alliées à Athènes, décide que les

mesures nécessaires doivent etre prises pour assurer entre eux une action entièrement concordante. Se réferant aux décisions de Rome la conférence décide que lorsque les délégués spéciaux préposés au contrale auront constaté la pleine exécution des exigences imposées à la Grèce d'un commun accord le desserrement du blocus comportera un contingentement des stocks de vivres ne dépassant pas les besoins de ravitaillement pour un terme de deux à trois jours et que le nombre des ports par lesquels pourra s'effectuer l'importat;o:1 sera strictement limité de façon à assurer un contròle efficace.

La conféren~e constatant avec regret l'affaiblissement progressif de l'armée serbe par suite de pertes élevées qu'elle a subies et qui n'ont pu etre comblées faute de réserves, émet le voeu: l) que dans la mesure où le permettront les ~xigences militaires cette armée soit retirée du front dans une proportion aussi brge que possible (ce v~u est déjà cn voie d'exécution); 2) qu'elle soit renforcée à l'aide de prisonniers slaves faits à l'ennemi et dons les bonnes volontés pourraient étre utilisées à cet effet.

Prenant en considération que parmi les prisonniers faits à l'ennemi un grand nombre qui appartiennent à différentes nationalités opprimées, sympatisent à la cause des alliés et seraient préts à la défendre, la conférence décide d'inviter les gouvernements à utiliser toutes les bonnes volontés qui pourraient étre appelées à se manifester dans ce sens ».

Gurko ha letto suc,cessivamente le rispos,te date dalla sotto commissione ai temi contenuti nella parte prima del programma. Questa parte viene teleg,rafata direttamente a Cadorna. Nella rispos,ta in cui si diceva di evitare comunicazioni fra Greci e Bulgari ho ottenuto modifica nel senso che iniziativa del ravvicinamento sulla fronte macedone non debba presup1porsi da parte greca come faceva supporre redazione primitiva. Milner, seguendo il suggerimento da me datogli stamane ha chiesto se nell'esaminare opportunità del luogo d'attacco si era tenuto ,conto deLl'utilità di impedire preferibilmente che nemici restino in possesso di territor1i che possano favorire i loro approvvigionamenti come la pianura romena. Ma Castelnau appoggiato da Gurko ha sostenuto il principio che le considerazioni tattiche sono di maggior peso che considerazioni economiche. Si è constatato che ques,tione Stati Uniti non è ancora matura per essere trattata dalla Conferenza. Si è annunziata la partenza delle missioni militari per il fronte. Loro assenza durerà diecina di giorni. Ho propos,to che le tre missioni che andranno ai differenti fronti siano miste di ufficiali delle varie delegazioni. Conferenza ha accolto questo principio cui sarà dato seguito dalle Missioni militari.

Ho proposto si comunicaSJSero ai governi risoluzioni conferenza circa blocco greco. Fu deciso che ciascun delegato ne faces,se singola comunicazione proprio Governo. Castei:nau ha sollevato in fine di seduta questione di chiedere maggior concorso al Giappone. Discussione viva e indecisa. Sazonoff ha riferito che 18 mesi or sono ne interrogò ufficiosamente Motono che oppose reciso ,rifiuto osservando che Giapponesi non potevano essere trattati come mercenari non avendo essi territori propri da difendere. Nel corso della conversazione fu avvertito che ad ogni modo per un largo concol'so di truppe giapponesi vi sarebbero le note difficoltà di traspor,to sia per via di mare che di terra. Fu avvertito altresì che probabilmente essi ,chiederebbero larghi compensi territoriali. Essendo

però considerato che concorso materiale giapponese sia ,pure accompagnato da un.tà di truppe poteva implicare questione di compensi finanziari fu conchiuso rimettere propos•ta a più preci:>o esame delle Commi.s:s,ioni finanziarie e delle munizioni per ripresentarla poi alla Conferenza politica.

Bratiano che intervenne alla seduta non interloquì che per una questione di dettaglio cir·ca risoluzione numero 3 » (1).

259

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. P. (2). Roma, 9 febbraio 1917.

Telegramma di V. E. Gabinetto N. 25.

Circa ,gita parlamentari francesi in Italia Governo non prese parte né per promuoverla né per impedirla né :per sospenderla. Nell'autunno scorso parlamentari i·taliani si recarono insieme col Signor Bouillon dal Presidente del Consiglio il quale dimostrò proposito di buona aecoglienza da parte del Governo per la gita anzidetta che annunziavasi pei mesi di novembre o dicembre. Gita fu sospesa per desiderio dei parlamentari francesi ·che lo motivarono con ·loro occupazioni parlamentari. Successivamente i parlamentari italiani si recarono dal Prestdente del Consiglio avvertendo ·che gita avverrebbe il 28 di :gennaio e Presidente Consiglio accolse anche questa volta ·l'annunzio con le migliori dichiarazioni ma gita fu nuovamente sospesa per richiesta dei parlamentari francesi, altrimenti impegnati. Intanto Presidente del Consiglio rivolse ai Deputati e Senatori italiani invito a dedicarsi attivamente alla propaganda in tutte le parti del Regno del Prestito Nazionale testé aperto. In .segUJito a ciò i parlamentari ttaliani si recarono a comunicargli che intendevano pregare i Colleghi francesi di diffe

rire viag.gio alla fine del marzo e chiesero al Presidente di trastrnette.re a Parigi un telegramma che gli fu consegnato già redatto interamente prima del ·colloquio. In seguito il Deputato Theodoli si recò ad avvertire Presidente del Consiglio che aveva incarico di recarsi a Partgi per trattare deHa gita dei Parlamentari, in conformità del telegramma anzidetto. Altra ingerenza il Governo non ebbe né ad esso pruò riferirsi qualsiasi interpretazione si vog'lia dare all'accennato differimento.

260

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGL,I ESTERI, SONNINO

T. 460/GAB. 35. Washington, 9 febbraio 1917 (per. ore 1,20 del 10).

Lamsing mi è apparso stamane decisamente convinto che la Guerra con la Germania non possa scongiurarsi. Ma mi ha ripetuto che frattanto intende atte

nerBi alla più rigorosa neutralità, rifuggendo cautamente da ogni atto che pos1sa dare appiglio alla Germania di pretestare una ,provocazione qualsiasi. Egli era sotto l'impressione del siluramento del « California » e delle notizie che davano Gerard, i Consoli americani ed i marinai del « Yarrowiial » trattenuto in ostaggio e ne desumeva inevitabilmente a breve scadenza il fatto provocatore e determinante. Fervono intanto qui misure precauzionali e preparativi intesi alla difesa interna ed alla sicurezza dei porti e delle coste. Piroscafi americani in partenza per la zona del blocco sono stati autorizzati arma~si come meglio credono. Lansing mi ha detto che non modificherà per'Ciò no~me che regolano ammissione nei porti americani delle navi mercantili a11mate dei belligeranti. Bernstorff munito di salvacondotto inglese e francese partirà col seguito 13 corrente sul «Federico VIII» per la Norvegia, toccando Ha1ifax per la visita del piroscafo. Egli passeggia protetto ed indisturbato per le vie d'i Washington. Si accentua ostilità popolare contro la Germania. Un numero considerevole di tedeschi ha assunto cittadinanza americana e la • German-American alliance • forte di 5.000.000 membri ha dichiarato in solenne adunanza che avrebbe devoluto, in caso di guerra ai bisogni militari degli Stati Uniti le somme raccolte per i soldati tedeschi sofferenti.

(l) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e alla Legazione di Atene con T. Gab. 208 del 9 febbraio. (2) -Non rinvenuto nei registri di telegrammi.
261

L'INCARICATO D'AFFARI A BERNA, DURAZZO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 372/14. Berna, 9 febbraio 1917, ore 9,30 (per. ore 2 del 10).

Mio telegramma Gabinetto n. 11 (1).

Ho potuto avere oggi visione, in via del tutto riservata e confidenziale, così della protesta svizzera che sarà inviata oggi a Benlino ,come della risposta di questo Gove11no al Presidente degli Stati Uniti. I due documenti sono stati discusisi ed approvati dal Consiglio Federale nella sua ,seduta di stamane e saranno pubblicati domani sera.

Nel primo il Consiglio Federale dopo aver definito la nuova guerra dei sottomarini tedesca come una grave lesione del diritto dei neutri al libero commercio marittimo rileva l'aggravamento ,che ne deriva alla situazione economica ed alimentare della Svizzera, già compromessa da precedenti violazioni dei suoi diritti di Stato neutrale, eleva • la più energica protesta (Nachdrucklichste) • e fa le più ampie riserve ,per il modo come l'annunziato bloc,co potrà venire effettuato in violazione dei pr1indpì del diritto delle genti soprattutto in vista dei danni che ne potranno derivare ,per le perdite di vite e di carichi trasportati. Conclude esprimendo la speranza che nell'esecuzione del blocco verranno usati doverosi rigua11di ad interes'Si svizzeri. La protesta è redatta in forma corretta, misurata ma fe~ma.

Nella risposta a WiLson il Consiglio Federale si riferisce a:Ua sua risposta preliminare del 5 corrente. Richiama poi le recenti dichiarazioni di neutralità

nonché l'atto costitutivo del 1815 in cui venne riconosciuta la neutralità svizzera rappresentava un interesse europeo. Prosegue affermando ·che la Svizzera non potrebbe abbandonare la neutralità che in caso di lesione della sua indipendenza

o integrità territoriale ovvero offesa al suo onore o ai suoi vitali interessi. Fa poi rilevare la speciale situazione geografi·ca della Svizzera e .le necessità di indole economica che ne derivano. Conclude dicendo che per tut<te queste ragioni Consiglio Federale « non ha potuto decidersi » ad aderire aLl'invito di WBson, limitandosi ad elevare protesta di cui viene comunicato il testo.

(l) Cfr. n. 226.

262

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 463/GAB. 25. Stoccolma, 9 febbraio 1917, ore 16,45 (per. ore 3,50 del 10).

Govevno Svedese ha risposto il 7 corrente alla ·comunicazione del 5 •con una nota di cui rias.sumo il contenuto:

« J,l Governo Svedese ha seguito durante la guerra una politica di neutralità strettamente imparziale ademrpienido fedelmente tutti i doveri e facendone valere per quanto è possibile i diritti. Ha procurato più volte di ottenere collaborazione degli Stati Neutrali facendo a tal uopo p:roposte anche agli Stati Uniti ed ha constatato con rincrescimento che essi non hanno ·creduto di aderirvi ment.re invece si è stabilito un sistema di passi ·comuni della Svezia colla Norvegia e la Danimarca presso Potenze belligeranti. Governo Svedese, sensibile alle indescrivibili sofferenze che pesano ogni giorno di più sulla umanità è pronto a cogliere ogni occasione propizia per contribuire alla conclusione di una pace prossima e duratura e per questo .si era affrettato ad associarsi alla nobile iniziativa di Wi1son. Ora Stati Uniti giustificano la loro attitudine ·collo scopo di abbreviare i mali della guerra ma espediente scelto da loro è assolutamente contrario ai principi che hanno guidato finora politica .svedese. Governo Svedese sostenJUto dalla opinione pubblica .continua •sulla via di neutralità e della imparzialità che non è disposto abbandonare se non ve lo obblighino gli interessi vitali e l'a dignità della Nazione».

Che la Svezia non potesse addivenire ad una rottura colla Germania era evidente; che l'invito a farlo da parte di Wilson dimostrasse una idea molto inesatta della condizione di questo Paese era incontestabile e tanto i colleghi alleati quanto io lo abbiamo detto esplicitamente a questo Mini•stro degli Affari Esteri. Anche a nome dei colleghi alleati ho ripetuto ciò ieri a Branting il quale è stato evidentemente soddisfatto di rkevere assicurazione che le Potenze della l·ntesa non si aspettano che la Svezia esca dalla neutralità per unilìsi a 'l:oro. Tuttavia è sintomatico il fatto ·che il Governo Svedese abbia risposto (ed in termini così vivaci) prima a Wilson che alla Germania e che tale risposta sia stata immediatamente pubblicata. Stamane Branting (a proposito della intonazione di essa )attacca molto aspramente Hammarskyold dicendo che il popolo svedese non può essere solidale con lui.

263

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGL,I ESTERI, SONNINO

T. GAB. R.R. 374/66. Londra, 9 febbraio 1917, ore 22,50 (per. ore .1,50 del 10).

Nel corso dell'abbastanza lungo colloquio odierno con Lloyd George gli ho detto a titolo meramente personale che non mi piaceva moLto l'avviamento della discussione nella questione Asia Minore, mi rincresceva specialmente il fatto che nota proposta nei termini concretati da Balfour veniva senz'altro a .stralciare quella parte importante delle nostre domande che si discostava dall'accordo anglo-francese, mentre per motivi di varia indole più volte spiegatigli io mi sarei aspettato a proposte diverse.

Primo Ministro dopo aver accennato, come al solito, sulla buona volontà di que.sJto Governo, ,suU'interesse speciale preso da Balfour a escogitare una soluzione giovevole ai nostri interessi ,sulla base dell'eguaglianza sttabilita nel trattato, sul profondo suo rincrescimento per il precedente da me deplorato ecc., ha di nuovo insistito sul serio imbarazzo in cui si trova il Governo britannico a ritornare su accordi già conclusi, sulle difficoltà di trattare con i francesi, sulla convenienza per debito di giustizia di riconoscere i non lievi sacrifici al postutto fatti dai Francesi ,con la partecipazione prima all'impresa dei Dardanelli e col successivo largo contributo a quella di Salonioco ecc. Egli ha poi osservato che tutte queste discussioni sulla spartizione della Turchia potrebbero alla fine dei conti essere accademiche ,se ad un dato momento gli Alleati non diverranno padroni dei territori da sottrarsi alla dominazione turca. Attualmente in Turchia sono solo i Russi e gli Inglesi a ,combattere ma a debellare ,completamente la Turchia occorrerà pure quando che sia uno sforzo 'comune dei quattro alleati. Mi chiedeva quindi se sarebbe l'Italia disposta a partecipare ad operazioni in Turchia da intraprendersi eventualmente alla fine detl'eSitate, dopo aver condotto, siccome egli augura, a felice termine grosse operazioni contemplate contro i nemici presenti. Gli ho fatto os,servare ,che su questo punto io mi trovavo in grado di dargli al,cuna risposta e che comunque vi era anche tem,po di esaminare la questione. Non potrei dire se questo accenno alle operazioni contro la Turchia debbano interpretarsi come manifestazione di un piano conce!'tato o in gestazione del Comitato di guerra ovvero come una semplice idea subitanea germogliata nel fertile cervello di Lloyd George. Suo linguaggio odierno circa l'Asia Minore ha ,comunque giustificato le riserve da me riferite ,col mio telegramma Gabinetto n. 42 (l) basate sulle dichiarazioni fin dal principio fatte da Grey e confermate dal contegno finora tenuto da Balfour. Mi è sembrato inoltre che di tutto l'insieme della questione dell'Asia Minore Lloyd George abbia una conoscenza alquanto superficiale.

(l) Cfr. n. 139.

264

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGL,I ESTERI, SONNINO

T. GAB. ss. 376/S.N. Londra, 9 febbraio 1917, ore 22,50 (per. ore 6 del 10).

Dopo cinque infruttuosi tentativi solo stamane potei essere ricevuto da Lloyd George. Con la raccomandazione del massimo assoluto segreto, il Primo Ministro mi ha confidato in via non ufficiale e per informazione esaiusiva di V. E. e del Generale Cadorna quanto segue ~che per mag,giore esattezza ho scritto sotto una dettatura:

«La proposta Cadorna giunge troppo tardi ~per un'azione ~mmediata. Nostro piano :sul fronte occidentale in Francia contempla grande attac,co prima che il piano Cadorna possa maturare e noi intendiamo consacrare ad esso il massimo nostro sforzo. Se attacco conduce ad un successo completo, Italia ne raccoglierà i frutti in grado uguale ai nostri in quanto saremo riusciti a battere il nostro principale antagonisrta. Se invece, siccome io prevedo il successo sarà solo parziale ricaociando cioè nemici indietro ed infliggendo gravi perdite, allora sorgerà questione del dove ~converrà infliggere al nemico il secondo colpo, ed io ho fortemente raccomandato il piano di Cadorna come quello che offre la migliore pro· babilità di un grande suecesso.

Il Generale Robertson è favorevole a questo 'progetto, egli si propone ad una data prossima visitare il fronte italiano per discutere con Cadorna. A me preme assai che in quella occasione Cadorna e possibilmente S. M. il Re vogliano in modo speciale insistere sul piano con Robertson dimostrandogli i vantaggi e prospettiva da esso presentata di un grande successo per gli alleati. È della massima importanza che questo piano alternativo sia esaminato esclusivamente dai Generali. Sorpresa ~costituisce il fattore precipuo del successo e qualsiasi sentore che potessero averne Tedeschi che siffatto piano è contemplato equivarrebbe a rovinarlo a priori , (1).

265

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 377/26. Stoccolma, 9 febbraio 1917, ore 20,55 (per. ore 12,10 del 10).

Ieri mattina Rizoff Mini>sotro di Bulgavia a Berlino, chiese telefonicamente

un abboccamento a questo Ministro di Russia il quale (dopo di essersi consultato

coi colleghi di Francia e d'Inghilterra e ~con me che unicamente gli consirgliammo

di vederlo) lo ricevette nel pomeriggio.

Dopo aver premesso che egH agiva a suo « rischio e pericolo » ma cono·

scendo le disposizioni esirstenti attualmente tanto in Germania quanto in Bul

garia, Rizoff ha detto che se la Russia volesse intavolare negoziati di pace

potrebbe ottenere ora condizioni... mentre in avvenire non sarebbe più così.

9 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VII

Egli ha ripetuto le solite frasi sulla riconoscenza che la Bul,garia ha sempre per la Russia con cui desidera vivamente di riconciliarsi. Pur parlando esclusivamente di pace colla Russia Rizoff non ha mai pronunziato 11'espressione «pace separata».

Ministro di Russia gli ha risposto che H suo Governo, sicuro della viHoria finale, non farà la pace se non in pieno accordo coi suoi alleati. Su domanda di Rizoff ha aggiunto che egli informerebbe suo Governo della conversazione avuta con lui di cui certamente i Governi alleati sarebbero edotti s'enza indu~io.

Rizoff ha detto di essere venuto qua sotto fai1so nome per restringere i vincoli fra la Bulgaria e gli Stati scandinavi, di volersi trattenere qui alcuni giorni ed ha chiesto al Ministro di Russia di potergli telefonare di nuovo fra qualche giorno per sapere se avesse nulla a chiedergli.

Ministro di Russia ha impressione che Rizoff agisca in pieno accordo col Governo tedesco a cui i suoi movimenti non potrebbero certamente sfuggire.

(l) Ed. in SoNNINO, Carteggio, II, cit., pp. 159-160.

266

APPUNTO DI SONNINO

Roma, 9 febbraio 1917.

Meda: ... (1), dopo il 16 ottobre 1916 non è più andato affatto in Svizzera. Però il comando, pei suoi informatori, insiste sempre perché ,se ne lasci andare, benché serva alla Germania. Dice che è un modo di retribuirli, e di averne in contraccambio notizie utili.

1Ho insistito presso Meda che non si cedesse a ciò. Si potrebbe avere qualche brutta questione con l'Inghilterra (2).

267

IL CAPO DEL CERIMONIALE DEL MINISTERO DEGLI ESTERI INGLESE, MONTGOMERY, ALL'INCARICATO D'AFFARI A LONDRA, BORGHESE

L. Londra, 9 febbraio 1917.

I expect you know of a now famous proclamation in which the Grand Shereef of Mecca explains with great weight and eloquence his reasons for throwing off the Turkish yoke, and for initiating the revo1t which has made him King of the Hejaz.

W e think that a wide distribution of this should have the very best effect among Moslem peoples, and we are reprinting it in the originai Arabic, and having translations made into Persian and Chinese (as well as into some British Colonial languages, wtth which I need not bother you here).

Would you care for any copies for distribution among Moslems in Italian possessions? You will probably only want Arabic copies (though the other versions will be very much at your disposal), and if you will let me know with how many you could deal, I will have them sent to you.

(l) -Nome indecifrabile. (2) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., p. 106.
268

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 462/36. Washington, ... febbraio 1917 (per. ore 7,50 del 10).

Mio telègramma Gabinetto n. 34 (1).

Confermandomi stamane la non ancora definita situazione dei rapporti austro-americani Lansing mi ha detto che questo Governo si è prefisso procedere anche in questo con estrema pacatezza ma egli ha convenuto che la rottura gli appare inevitabile. Dalle sue parole e da quelle del suo primo assistente, che ho visto subito dopo, ho dedotto che il Governo austro-ungarico, H quale aveva da principio comunicato che aderiva alla notificazione tedesca, avrebbe poi tentato l'equivoco in presenza evidentemente inattesa decisione del Governo Americane :per scongiurarla nei riguardi propri. Ma poichè si è ·Chiesto ormai a Vienna di pronunziarsi esplicitamente circa la sua adesione e partecipazione al blocco tedesco, questo Governo non sa vedere come Governo Austro-Ungarico potrebbe usdrne. Ho rammentato ad ogni buon fine a Lansing risultati ·che si ebbero a constatare dalla prolungata permanenza del Ministro austro-ungarico a Bruxelles dopo la dichiarazione di guerra belgo-tedesca. Quanto a Turchia e Bulgaria a,ssistente Segretario di Stato mi ha detto ·che non essendosi associate alla notificazione germanica Governo Stati Uniti evita di provocarne dichiarazioni tassative dacchè non dispongono notoriamente di sottomarini.

269

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. R. 215. Roma, 10 febbraio 1917, ore 21.

Mio dispaccio 22 dicembre.

Ministro Colonie significa quanto segue:

«Governatore Tripolitania ha avuto nuove prove dell'opera perniciosa che in piena mala fede il console francese a Tripoli svolge a nostro danno.

Sono dolente che il modo col quale il generale Ameglio è venuto a conoscenza di queste nuove prove non consentano di indicarle. Posso, .però, assicurare l'E. V. che sono di assoluta certezza.

Non posso che insistere presso l'E. V. pregandola nuovamente di ottenere dal governo francese l'allontanamento del console e vice console francese a Tripoli.

Sono indotto a questa mia insistenza poichè temo da un momento all'al>tro che possa accadere qualche incidente tra il Governatore e il Console di Francia che è necessario in modo assoluto evitare ».

Prego farmi conoscere a che punto si trovi pratica e se del caso agire p.resso codesto Governo affinchè console francese Tripoli sia allontanato.

(l) Cfr. n. 249.

270

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO DELLA PROPAGANDA, SCIALOJA (l)

T. GAB. P. 216. Roma, 10 febbraio 1917, ore 22.

Telegramma di V. E. Gabinetto N. 82 (2).

Rispondo ai vari tuoi quesiti:

l) Ministero Tesoro non è ancora in grado di dare una risposta circa pagamenti russi in Italia. Ministero Tesoro non ebbe parte nella operazione la quale fu concertata da industriali e da un gruppo di Banche. Devi quindi interrogare gli interessati che trovansi nell'Alta Italia. Ministero Tesoro affretterà indagini: esclude però fin da ora possibilità di aume·ntare credito già aperto.

2) Concordo ed insisto sulla opportunità di allentare blocco della Grecia ma il limitare a ,soli due o tre giorni il quantitativo dei viveri per la Grecia date le difficoltà delle comunicazioni greche appare provvedimento inattuabile ed illusorio.

3) Comitato permanente interaHeati per questioni concernenti Grecia non ha ragione d'essere. Comitato per tutte le questioni politiche (le militari non essendo di mia competenza) che interessano gli Alleati stessi con facoltà di decidere direttamente mi sembra un inutile ingranaggio ·contraddicente a tutte le più elementari regole costituzionali. Nemmeno se fos·se costituito dai vari Presidenti del Consiglio esso potrebbe agire praticamente per le ragioni che tu dici. L'uso del telegrafo rende superflui questi pieni poteri ,potendo gli Ambasciatori consultare rapidamente sempre i loro Governi. Anche per f'iunire conferenze speciali di Ambasciatori o delegati per esaminare più speditamente particolari questioni giova scegliere sedi varie secondo la diversità delle questioni stesse.

Per la questione dei prigionieri slavi mi riferisco al mio telegramma Gabinetto N. 205 (3) e per la questione rappresaglia contro navi-ospedale consiglio appoggiare proposta negativa inglese.

(l) -Trasmesso tramite l'ambascinta a Pietrogrado. (2) -Non pubblicato. (3) -T. Gab. 205 dell'8 gennaio, che non si pubblica: Sonnino non intende consegnare prigionieri austro-slavi alla Russia.
271

.IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 173. Roma, 10 febbraio 1917, ore 23.

R. Agente Diplomatico Cairo informa che Abdul Hamid Scedid bey già direttore di quella succursale Banco di Roma attualmente in Svizzera avrebbe iatto per mezzo di persone influenti egiziane pratiche per ottenere revoca decreto espulsione dall'Egitto allo scopo farvi ritorno. Scedid fu espulso perchè gravemente compromesso negli intrighi ex Khedive. Sembra che Autorità militari britanniche non siano aliene autorizzarne ritorno. PregoLa far paSisi presso codesto Governo perchè decreto espulsione sia mantenuto essendo Scedid stato imputato di spionaggio e contrabbando a nostro danno durante suo soggiorno Svizzera.

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L'AMBASCIATORE A TOKIO, CUCCHI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. RR. 138/38. Tokio, 10 febbraio 1917.

Credo opportuno diffondermi in separato rapporto •sul punto in cui, nel precedente mio delli 8 corr. N. 135/36 (1), riferendomi a tutto il mio carteggio in argomento, accenno alla circostanza che la grande maggioranza degli ufficiali giapponesi di terra (anche in questa congiuntura ritorna il tradizionale dissidio J:ra l'esercito e l'armata costituenti i due " clans , mHitari) non abbia mai dubitato della superiorità militare tedesca, convinzione implicante, dal punto di vista puramente militare, quella della vittoria tedesca.

Dato che l'Impero giapponese è una monarchia in cui da secoli l'elemento militare ha predominato e predomina, tanto che il più influente dei « Genro » (mio rapporto N. 285, del 12 ottobre u. s.) Maresciallo Principe Yamagata, è anche il più illustre e potente dei capi militari, sorge naturale la domanda come mai il Giappone abbia, senza esitazione, obbedendo al patto di alleanza, dichiarata la guerra alla Germania pur ritenendola militarmente invincibile.

Innanzi tutto è da osservare che il Maresciallo Yamagata è uno dei superstiti del primo periodo, anteriore al 1870, in cui l'esercito giapponese fu organizzato ~ul modello francese, come lo era l'altro « Genro », il Maresciallo Principe Ohyama, testè defunto, come lo è anche l'attuale Primo Ministro, Maresciallo

Conte Terauci. Se i " Genro " hanno permesso al Gabinetto Okuma. nell'agosto 1914, di Eeguire la via tracciata al Giappone dalla sua alleanza coll'Inghilterra e dalla

(J) Non pubblicato.

corrente che si accentuava di completa riconciliazione colla Russia, quei supremi consigl<ieri de1la Corona si sono certamente ispirati ai concetti del • massimo • tornaconto politico. L'occupazione dei territori tedeschi in Cina e nel Pacifico, la sostituzione del Giappone negli interessi economici tedeschi dell'Estremo Oriente presentava una occasione unica e impreveduta: il Governo di Tokyo

non la lasciò sfuggire. Non vi era del resto che prendere, e poscia rimanere pm o meno spettatori della lotta: col vincitore il Giappone si sarebbe in un modo o nell'altro accomodato.

Forse in nessun paese si conosceva meglio la Germania che in questo -dati i mezzi accuratissimi del servizio segreto d'informazioni da tanti anni applicati dal Giappone -ma se i militari conoscevano ed ammiravano la straordinaria preparazione germanica, gli organi navali e finanziarii conoscevano altrettanto bene ed apprezzavano le forze dell'Inghilterra.

I rapporti poi dell'ambasciatore nipponico a. Pietrogrado, Motono, ora Ministro degli Affari Esteri (come mi è stato incidentalmente ,confermato da lui stesso in una conversazione confidenziale) facevano noto a Tokyo quali fossero le forze di resistenza della Rmsia, e come fallaci le illusioni germaniche che quell'impero si sarebbe sfasciato per rivoluzioni interne.

Ed è anche da supporre che fosse qui valutato nella sua vera misura il patriottismo del popolo francese il giorno in cui fosse chiamato a prendere le armi.

Dalla prima decisione, si giunse gradatamente alla firma da parte del Giappone al Patto di Londra.

Benchè l'Italia non 'partecipasse alla prima fase della guerra, la sua neutralità prima e, più tavdi la sua entrata in campagna devono estsere state debitamente apprezzate in queste sfere politiche; chè se la grande maggioranza del pubblico nipponico nulla o quasi sa dell'Italia, gli or,gani competenti sono invece diligentemente infnrmati deHe nostre risorse in generale e specialmente delle nostre forze militari e navali.

Come ho riferito, anche quei circoli militari e scientifici che per la loro educazione germanica considerano le questioni dal punto di vista professionale (i metodi tedeschi della specializzazione 'sono qui tanto più diffusi in quanto che corrispondono sia alla mentalità del popolo, riflessa dalle caste, sia alla nuova forma di attività intellettuale cui i Giapponesi sono stati chiamati dalla vita moderna, non abituati al pensiero sintetico) vanno modificando il loro entusiasmo per l'organizzazione militare tedesca, ed incominciano ad intravvedere che altri elementi, oltre quello militare, sono in giuoco.

Siccome la • forza » colpisce soprattutto la mentalità nipponica, un timportantissimo fattore è venuto ad incorag,giare l'antica fiducia nell'Inghilterra, non solo in quelli che vi hanno sempre creduto, ma anche in 'Coloro che avevano .inclinato verso la Germania. E ,tale fattore è lo straordinario spettacolo offerto dalla nazione britannica, che, riprendendo la funzione assegnatasi all'epoca della meteora napoleonica, si è levata a suscitare e sostenere tutte le coalizioni contro l'imperialismo tedesco.

Un aftro fattore d'importanza internazionale presente e futura è stato pel Giappone il compito assegnato alla sua marina di sorvegliare il Pacifico e specialmente l'Oceano Indiano. I feticisti dell'idea pan-asiatica, di cui il Giappone

dovrebbe farsi antesignano ·considerano anzi ·COme un passo verso la realizzazione dei loro disegni questo spiegamento dinalliZi agli occhi dei popoli indiani dei segni della potenza navale di un grande stato asiatico.

Anche coloro che contro i « Genro » si mostrano più accaniti, come i deputati di opposizione i quali provocarono lo scioglimento recente deHa Camera, dovrebbero riconoscere che i supremi dirigenti della politica nipponica hanrno visto giusto.

Per tutte queste ragioni mi sembra dover escludersi ·che il partito antiinglese possa prendere il sopravvento, giungendo ad una azione concreta contro l'Inghilterra e i suoi Alleati.

NaturaLmente-come ho sempre detto-il Giappone, divenuto ricco oltre che forte, aspira ai più grandi destini, e tratterà da uguale a uguale per assicurami tutti i vantaggi possibili: perciò ha attuata l'alleanza colla Ru!!sia, a complemento di quella coll'Inghilterra e dei patti rinnovati colla Francia.

Sarà bene che anche n0i, benchè non abbiamo interessi di vicinamza su cui sono basati i detti trattati, approfittiamo dell'alleanza, dovuta a questa gue.rra, col fortunato e potente impero, ponendola su basi che diano un pratico risultato almeno per quanto riguarda i nostri commerci in Estremo Oriente.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. u. 217. Roma, 11 febbraio 1917, ore 14.

Telegramma di V. E. n. 66 (1).

Argomenti d'i L,Joyd George si pos·sono facilmente ritorcere. Il fatto che presenti discussioni sulla s~partizione della Turchia pos,sono essere alla fine dei conti accademiche è un argomento perché Governo Inglese muova più facilmente le obbiezioni che Francesi e Russi fanno all'accoglimento di nostre domande forse accademiche ma che evitano ipoteche pericolose per il futuro. Imbarazzo che incontra Governo Inglese a ritornare su accordo già concluso giustifica una volta di più il nostro risentimento che simile accordo sia stato conc1uso a nostra insaputa contrariamente all'accordo di Londra, alle assicurazioni di Grey ed alla condizione di alleati. Confermo istruzioni di cui al mio telegramma Gab. 197 (2): tener fermo su tutto il nostro programma e ricordo ad ogni buon fine che noi abbiamo accolto desiderata russi per Costantinopoli e Stretti alla esplicita condizione di realizzare le nostre aspirazioni in Oriente e altrove.

(l) -Cfr. n. 263. (2) -Cfr. n. 241.
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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 491/94. Pietrogrado, 11 febbraio 1917, ore 10 (per. ore 20,0.5).

Lord Milner ha accordato a Vecernie Vremia intervista che qui appress:::~ riassumo: Oggetti Conferenza Pietrogrado sono facili a definirsi: unire tutte le nostre forze economiche finanz,iarie e militari. Questo è il più difficile a rag giungersi essendo noi separati da ,grandi distanze e dalle forze nemiche. Mal grado le gravi difficoltà facciamo ogni sforzo per ovviare tali inconvenienti. Le Conferenze possono risolvere molte questioni di dettaglio ed eliminare molte difficoltà. Possibile ottenere Stati maggiori alleati lavorino come un solo corpo. Questo è mezzo più sicuro per ottenere un'azione fra alleati. Esiste assolut-i cooperazione fra forze francesi inglesi in Francia e tale fronte è oggi u~1 fronte anglo-francese unico. Grazie nostra vicinanza con Francia Ministri uff,ciali inglesi sono continuo contatto con colleghi francesi. Nostra collaborazione con Italia va aumentando grazie sua favorevole situazione geografica e non esiste dubbio che dopo feconda Conferenza a Roma cooperazione anglo-francese-italiana diventerà più intensa. Siamo sicuri Conferenza Pietrogrado darà favorevoli risultati questo fine e noi potremo superare moUe difficoltà dovute grandi distanze. Quantunque non esistano mezzi assoluti evitare pericoli sottomarini pure si fa possibile per diminuirli. Qualunque sia entità danni arrecatici sottomarini non potranno sospendere commercio inglese mentre più non esi,ste queìlo tedesco. Danni causatici sono relativamente piccoli e anche se guerra continuasse molti anni nostro commercio non soffrirà finchè esisterà flotta inglese. Sottomarini possono affondare bastimenti isolati non interrompere nostre comunl cazioni con Francia come provano due milioni uomini relativi armamenti provvisioni che trasportammo colà. Dal principio guerra sottomarini affondarono solo tre bastimenti nella Manica; avvenire dimostrerà sempre più noi siamo padroni mare. Sottomarini nemici ammontanti circa 200 non potranno turbare alleati, ma probabilmente posizione neutri diventerà più difficile, secondo Germania desidera, sperando affrettare ,con b1uff e minaccie ,conclusione pace. Importan· tissimo per noi è unità morale alleati comuni ideali per oui ,combattono. Senza dubbio uno dei più importanti risultati Conferenza Pietrogrado sarà di avvici·

nare alleaU stringere vincoli che li uniscono accrescere loro reciproca fiducia, risultati questi ottimi giacchè nemico si ostina ripetere ognuno di noi combatte per ,suo conto. Conferenza darà nuova dtmostrazione alleati non solo uniti da interessi generali ma da vera profonda amicizia libertà popoli.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 494/95. Pietrogrado, 11 febbraio 1917, ore 2,10 (per. ore 21,40).

Novaie Vremia pubblica intervista col Ministro Scialoja che qui appresso riassumo. Difficile immaginare ostacoli naturali contro cui eser'Cito italiano combatte; tutta la fr.ontiera svolgesi in condizioni a noi sfavorevoli Austria generando come cuneo nella pianura lombarda. Secondo nostre informazioni, in questo momento truppe austriache ed anche germaniche preparansi attivamente alle prossime operazioni. Non credo che tedeschi malgrado loro sforzi per allenarsi guerra montagna riusciranno ottenere meravigliosi risultati nostri alpini. Soldato italiano nella guerra di montagna fa veri miracoli mirabilmente coadiuvato da un perfetto servizio di rifornimenti. Nel campo della fabbricazione del materiale bellico nostra industria ha ottenuto sensibili risultati non solo grazie alla mobilitazione grandi aziende ma mercè creazione numerose piccole officine lavoranti esclusivamente per la difesa. Prova del celere aumento nostra produzione bellica è fatto che Italia travasi in grado cedere alleati ecceS!so SIUa produzione. E' bene che conferenza siasi riunita Pietrogrado. Per molti di noi Russia è una vera scoperta e da voi ci separaremo convinti deHa potenza del vostro esercito e della laboriosità del vostro popolo.

Accoglienza fatta alla nostra delegazione commerciale ha prodotto in noi indelebile impressione in Italia. Aspettiamo i più fervidi risultati da più intimi rapporti economici. Quanto alla guerra sottomarina personalmente ritengo questione rivolta anzitutto a carattere scientifico. Indispensabile incoraggiare tecnici ;;l perfezionamento mezzi di lotta contro sottomarini dichiarazione del blocco tedesco subacqueo. Fermamente spero riusciremo fra breve opporre nuovi mezzi di lotta all'azione sottomarini.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 184. Roma, 11 febbraio 1917, ore 22.

Con nota verbale 3 corrente Ambasciata britannica ha comunicato che suo Goyerno, per impedire arre2to traffico marittimo neutrale, aveva adottato seguenti provvedimenti: l) piroscafi esercenti traffico tra paesi alleati e noleggiati a viaggio da armatori alleati vengono lasciati liberi dietro, però, garanzia che non si rifugieranno in porti neutrali; 2) piroscafi neutrali diretti da un porto r.:lleato ad un porto neutrale vengono rilasciati soltanto su garanzia ritorneranno ad un porto alleato con carico importante e soltanto in seguito all'arrivo di piroscafi consimili in un porto britannico.

R. Ministero Marina esposte gravi difficoltà che oppongonsi adozione nel regno provvedimenti britannici, suggerisce misura di cui al n. 2 (ultima parte) venga

attuata Gibilterra e Porto Said, ove salvo casi speciali le navi vevrebbero fermate all'uscita dal Mediter.raneo fino aHa sostituzione di altre navi similari della medesima nazionalità.

Prego V. E. fa11mi conoscere se codesto Governo giudica poter accogliere suggerimento nostre autorità marittime avvertendo che R. Governo ha di già concessa partenza delle navi neutrali noleggiate da ditte alleate dirette a porti nazionali o alleati.

Prego pure telegrafarmi quale atteggiamento Ammiragliato britannico tiene per navi neutre noleggiate da americani per trasporti che interessano paesi alleati.

277

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

D. RR. l. Roma, 11 febbraio 1917.

Ad opportuna personale Sua conoscenza, mi pregio trasmettere all'E. V. l'unito verbale della Conferenza degli Alleati tenuta a Roma dal 6 al 7 gennaio 1917, e colgo l'occasione per offrirLe gli atti della mia alta considerazione.

ALLEGATO.

CONFERENCE DES ALLIES

6-7 janvier 1917.

SECRET

La conférence des Alliés s'est réunie à Rome le 6 janvier 1917 au Ministère des Affaires Etrangères. Les Délégués des Gouvernements Alliés étaient:

POUR L'ITALIE:

S. E. M. Boselli, Président du Conseil;

S. E. le Baron Sonnino, Ministre des Affaires Etrangères;

S. E. le Général Morrone, Ministre de la Guerre;

S. E. J'Amiral Corsi, Ministre de la Marine;

S. E. M. Scialoja, Ministre;

S. E. le Général Cadorna, Commandant en chef des Armées italiennes;

S. E. le Général Dallolio, Sous-secrétaire d'Etat aux munitions;

M. De Martino, Secrétaire Général du Ministère des Affaires Etrangères;

M. Ie Comte Aldrovandi, Conseiller de Légation, Chef du Cabinet du Ministre des Affaires Etrangères.

Secrétaires de Légation:

M. Biancheri;

M. le Comte Barbaro;

M. De Lieto.

POUR LA FRANCE

M. Briand, Président du Conseil, Ministre des Affaires Etrangères;

M. le Général Lyautey, Mini:st;re de la guerre;

M. Thomas, M1nistre de l'Armement et des Munitions;

M. Barrère, Ambassadeur de France en Italie;

M. Berthe:lot, Mini:stre Plénipotentiaire, Chef du Cabinet du Ministre des Affai:res Etrangères;

M. le Colone:! De Gondrecourt, Attaché miHtaire à l'Ambassade de France en Italie -Chef de la Mission Miilitaire franç·aise au Grand Quartier Général Italien;

M. le Colone! Billotte, du Grand Quartier Général français;

M. Charles Roux, Seorétair·e de l'Ambassade de France en Italie.

POUR LA GRANDE BRETAGNE

Right Honorable H.O. Lloyd George, Premier Ministre;

Right Honorable Lord MHner, Ministre;

S. E: Si:r Rennell Rodd, Ambassadeur de Grande Bretagne en Italie; Right Honorable le Général Sir WHliam Robertson, Chef de l'Etat Major

Général; Sir H. Wilson, Général Command·ant de Corps d'Armée;

M. le Général de Brig:ade Clive, Chef de la mission britannique au Quartier Généra,l français;

Sir Maurice Hankey, Colone:l Se:crétaire du Cabinet du Ministère de la guer•re;

M. George Clarke, du Ministère des Affaires Etrangères.

POUR LA RUSSIE:

S. E. M. De Giers, Ambassadeur de Russie en Ital.ie;

S. E. le Géneral Galitzine, Chef de la Mission militaire russe en France;

M. le Colonel Enckell, Attaché militaire, Chef de la Mission russe au Grand Quartier Général ItaHen;

M. Strandtman, Secrétaire de l'Ambassade de Russie en Italie.

PREMIERE SEANCE

Samedi, le 6 janvier 1917.

La séance est ouverte à 10 h. 15 du matin. Son Excellence M. BoseUi, Président du Conseil, prend la Présidence de l'As

semblée et prononce l'alla:cution suivante:

J'ai l'honneur et je suis heureux de vous saluer au nom de l'Italie dans cette ville de Rome. Le lieu est fatidique. Et notre aHiance pour les dro:its et la liberté des nations se rattache à tout ce qu'il y a de plus grand, de plus bienfaisant, de plus lumineux dans l'histoire, et signifie les voeux, les garanties, l'aveni:r de la civiHs:ation.

Très nombreuses seraient les questions 'à résoudre. J.l faut nous ocCIUp:e.r immédiatement de l'affaire de la Grèce, soit au point de vue politique et diplomatique, soit au point de vue militair·e.

Mais il y a Ul} problème qui surpasse tous les autres. Il faut hàter notre victoire défini,tive et complète.

Il faut que nos forces et nos eHorts forment rée:Uement et continue11ement une vraie unité de prog·ramme et d'action. 1:1 f·aut concerte'r et établir le pian de guerre -ç>our l'année qui commence.

Certains événements qui ont eu lieu après la conférence de Chantilly exigent qu'on en considère les prévisions. Nos conférences ont nécessairement un caractère pohtique et diplomatique e: un caradère militaire.

En regardant autour de moi j'ai la certitude que nos réunions confirmeron~ plus étroitement encore l'unité des propos, l'intimité des sentiments et indiqueront à nos vaillants combattants les voies et les moyens qui doivent correspondre aux prodiges de leur héroi:sme et assurer 1a vie indépendante des nations.

Son Excellence lVI. Boselli donne ensuite la parole à M. Briand.

Briand remercie M. Boselli de la bienvenue qu'il a souhaitée aux missiom étrangères. Après avoir dédaré que la présente Conférence était une nouvelle affirmation de la solidarité des alliés, de leur unité de vues et de leur unité d'action.

il dit que la première question à examiner est celle de la séaurité de l'armée d'Orient. Il demande si l'on peut se contenter des promesses faites par la Grèce. ou bien si, en raison des doutes que ,l'attitude de la Grèce fait naitre sur la manière dont elle exécutera ses promesses, il y a lieu d'envisager des opérations de police militaire, M. Briand termine en suggérant de demander des éclaircissements aux Généraux Sarrail et Milne.

Le Général Sarrail, Comandant en chef de l'Armée d'Orient prend la parole. Il dit qu'il a donné l'ordre d'arrète'r toute offensive pour trois motifs: d'abord parc~e que ses troupes sont fatiguées, ensuite à cause de l'absence de réserves, enfin à cause de l'attitude de la Grèce. 11 expose que, sur ses derrières se trouvent des effedifs menaçants, des dép6ts de munitions, des dépòts d'armes; que les armes et les munitions sont réparties dans des écoles, des églises de villages, que les hommes à qui eUes sont destinées sont groupés à proximité de ces viHages, etc. etc. que tout es1t prèt pour l'attaquer. Il in:s:iste sur le danger dont son armée est menacée parce qu'i,l n'a à opposer aux Grecs que des bataillons d'étape et parce qu'il doit avoir les yeux constamment tournés vers le nord. Il déciare qu'il est urgent de le libérer de cette menace.

D'après ses rense.j,gnement,s, les troupes grecques de Thessalie n'ont pas été évacuées dans le Péloponnèse. Les effedifs qui ont franchi le Canal de Corinthe sont des effectifs minimes. Un régiment qui comptait 800 hommes n'en avait plus que 150 en passant en Morée; les batteries d'artillerie ont apporté 12 coups par pièce, alors qu'elles en ont 1400. Lui-mème, venant de passer par le Canal de Corinthe, y a vu des bacs. Les Grecs, d'après lui, pourraient, facilernent les employer pour faire repasser de Morée en Attique les troupes qui ont passé dans le Péloponnèse par le pont du Chemin de fer.

Il est convaincu, que, lorsque les Bulgaro-Allemands descendront pour l'attaquer, la Grèce lévera le masque. Il sait qu'il a un ennemi, il désire le mettre hon de combat. Il ne s'agit se.lon lui, que d'une simple affaire de police; descendre de la zone neutre, d'Ekaterini vers Larissa, balayer les réservistes, s'emparer des dépòts de munitions, repousser l'ennemi plus bas: ensuite s'arréter. Il considère cette opération comme nécessaire pour donner de la profondeur à la zone d'action de son armée.

Pour ce qui concerne les troupes vénizelistes, elles sont toutes au nord, sur le Vardar. Elles contìnueront à ètre envoyées dans cette dìrectìon, face aux Bulgares_ Chaque fois que les vénizelistes ont voulu aller dans la zone neutre, il s'y es~ opposé. Il a déclaré à Venizelos qu'il ne permettrait pas des mouvements séditieux à l'intérieur de la vieiHe Grèce. Il y a un régiment vénizeliste en formation à Salonique et une division est attendue des ìles; ces troupes seront envoyées contre les Bulgares.

Du còté de Koritza il était autrefois en liaison avec le corps expéditionnaire italien de Valona. Depuis quelque temps des bandes grecques, des gendarmes, sous les ordres d'officiers grecs, ont occupé les communications avec les italiens t Leskovitch et bouché le chemin. Par là mème les communications de la Grèce avec l'Autriche et l'Allemagne ont été rétablies.

Si la France et l'Angleterre veulent mettre la main sur les mines de magnésie de l'ìle d'Eubée, e1les n'y parviendront que par la force. Le régiment grec de Cha1ds résistera.

Pour l'ensemble de l'opération de police qu'ìl envisage il faut procéder à une attaque brusque, se garder de prévenir les Grecs, bénéficier de 'l'effet de surprise, pas de déclaration de guerre, pas de sommation. Cette manière d'agir se justifie, selon lui, par le fait qu'il est constamment attaqué.

Agir différemment risquerait de l'entraìner beaucoup plus loin.

M. Lloyd George propose d'entendre le Colonel Fairholme, chargé de surveiller l'évacuation des troupes grecques, et de le ques1tionner sur la manière dont le R:}i Constantin exécute les promesses.

Le Colonel Fairholme, attaché militaire anglais à Athènes prend la parole. Il rappelle le principe sur ,Iequei l'évacuation devait étre exécutée. En Thessalie ne devait rester qu'une dìvision d'ìnfanterie sans arrtillerie, à effectif de paix, et de mème en Epire; toutes les autres troupes devaient passer au sud de la ligne LamiaPrevesa; le mouvement devait étre termìné le 13 janvier; chaque jour devaient passer un régiment d'infanterie, et (ou) deux escadrons de cavalerie et (ou) 2 batteries d'artillerie.

Lui et ses quatre collègues sont d'avis que les Grecs ont, jusqu'ici, tenu leur promesse. Après le premier ultimatum les Grecs auraient eu 16 canons de campagne et 60 de montagne en Thessalie, mais selon la dernière note il n'y aurait plus d'artillerie en Thessalie. D'a~1leurs le muovement n'est pas terminé, puisque le 13 janvier n'est pa,s encore échu.

Il fait observer que les eff.ectifs des unités grecques sont très faibles à cause des défedions véniz,elistes. Il estime que l'effectif d'un régiment est en moyenne de 550 hommes et qu'une division grecque ne compterait maintenant que 1950 hommes.

Il saìt qu'en dehors des hommes de l'active, dont il constate le passage, il reste les réservistes, qui peuvent étre :lacilement formés en bandes en vue d'une guerre de guériUas. Le matériel accumulé en Thessalie facilite,rait la chose.

Les attachés miEtaires n'ont pu que constater les unités qui ont pa,ssé, réduites

à l'état de squelette, mais pour 1les raisons qu'il a ,indiquées plus haut.

LI espère que 1es promesses seront complètement tenues.

Le Général Sarrail dit qu'il a passé: la 10° division, 588 hommes, 16 mitrail

leuses; (il aurait du passer de cette division 1500 hommes et 18 mitrailleuses); la

lP division, 259 hommes, zéro mitrailleuses; la 12'' division, 949 hommes, 16 mitrail

leuses; du 4e corps d'armée, pas une mitrai'lleuse. Arti1lerie, 10 canons au lieu de

120 -Les hommes passent le canal en uniforme et reviennent par le bac, en civil

ou méme en uniforme.

Le Colonel Fairholme dit que la Il" division et le 4e corps d'Armée sont non existants. Le Général Sarrail maintient ses conclusions et dit que les renseignements anglais et français ne concordent pas.

M. Lloyd George demande au Général Sarrail si, en supposant que toute l'artillerie grecque soit évacuée dans le Péloponnèse, il se considérait comme était en sécurité.

Le Général Sarrail répond: à condition que les munitions soient aussi évacuées. Il n'y a la sécurité possible pour lui qu'à la condition que Ies pièces et les munitions soient évacuées, et aussi les mìtrailleuses et les munitions d'infanterie.

M. Lloyd George demande si le Général Sarrail veut chasser les réservistes de la plaine de Thessalie, et non pas les poursuivre dans les montagnes, dans le cas où ìls s'y réfugieraient.

Le Général Sarrail répond: parfaitement. Il ne doit plus y avoir de réservistes au nord de Larissa, et pas non plus de dépòts de vivres ni de dépéìts de munìtions.

M. Albert Thomas fait observer que le colonel Fairholme a reconnu l'existence de bandes gre,cques en Thessalie. Donc, méme s'i les troupes régulières étaieùt

évacuées, H subsisterait une mena,ce, dont on convient du còté anglais. Il demande si cela ne justifie pas l'opération de police proposée.

M. Lloyd George demande au Général SarraU s'H pense qu'une attaque considérable de l'ennemi soit probable et à peu près à quelle date.

Le Général Sarrail répond qu'il est convaincu, que dès que les germanobulgares pourront retirer de's troupes de la Dobroudja ou de Roumanie, ils les envenont sur le front de Sa,lonique. Il dit que, jusqu'à présent, U y avait 3 divisions bulgares sur ce front. Depuis quelque temps ont été recueHlis dans les lignes alliées des déserteur1s de nouveaux régiments bulgares. Donc une quatrième division, soit 22 bataUlons, est ~en train d'arriver sur le front de Salonique.

Il s'attend donc à une attaque. Il considère comme impossible de battre en retraite pour des rai,sons militakes et pour des raisons morales. Il ne veut pas évacuer Monastir préventivement. Il estime, par suite, qu'ii est d'autant plus urgent pour lui se libérer de la menace grecque.

L'époque de l'attaque à laquelle il s'attend lui parait pouvoir étre fixée à un mois ou un mois et demi à partir de maintenant. L'endroit où cette attaque se produira lui semble devoir étre la ,région du Vardar, pour des raisons de ravitaillement, de voies de communication, et enfin parce que l'ennemi sait que la majorité de nos troupes sont du còté de Monastir, et qu'à Salonique il n'y a rien.

En résumé, il s'attend à un effort bulgaro-aHemand dans un mois et demi et contre son centre.

H. Lloyd George demande si le Général Sarrai'l pense qu'il pourra resister à une attaque très forte en restant à Monastir.

Le Général Sarrail répond qu'il ne se retirera de Monastir qu'en cas de défaite complète et qu'au besoin itl. sacrifiera une partie de ~son artHlerie.

M. Lloyd George demande au Général Sarrail s'il pense qu'il puisse tenir sur toute la longeur du fronte actuel avec les effectifs actuels.

Le Général Sarrail répond qu'il désire depuis longternps avoir des réserves; que les troupes sont fatiguées, mais se fortifient et que, s'il avait quelques réserves, il tiendrait. Il ajoute que, gràce aux italiens, il a commencé à constituer une réserve, mais que cette réserve est encore minime. Il ~conclut que, pour étre dans une situation forte, U est nécessaire d',avok des réserves.

M. Lloyd George demande au Général Sarrail de combien d'hommes et de matériel en plus il aurait besoin.

Le Général Sarrail répond que la question qui lui est posée excède sa compétence, parce qu'il ignore quelles sont les ressources de chaque allié. Il demande le maximum de ce qu'ils peuvent donner. S'i:l l'obtient, i,] pourra dire que son front es~ intangible.

M. Lloyd George demande si, en supposant que les aBiés ne pui,ssent pas envoyer plus des remplacements complets et les deux divisions françaises supplémentaires déjà accordées, l'armée d'Orient peut tenir sur la ligne actueUe sans évacuer Monastir.

Le Général Sarrail croit qu'il est possible de tenir dans ces conditions, mais H ne peut pas l'assurer, n'ayant pas de réserves suffisantes. Mais il estime que battre en retraite, rompre le combat serait très fàcheux.

M. Lloyd George demande si le Général Sarrail croit possible, dans ces conditions de tenir sur le front actuel e~t, en cas de pre~sicn trcp forte, d'oc.cuper une seconde ligne, sans s'exposer à une deroute.

Le Général SarraH répond que le péril grec subsiste pour lui, queUe que soit la ligne qu'il occupe. Il ajoute qu'il y a toujours des diffi,cultés militaires à se replier, mais que, dans le cas présent, la question est pre,sque d'o:rdre sentimentai. Si les alliés s'en aHaknt de Monastir sans y étre forcés, l'armée serbe n'exi,sterait pratiquement plus. L'evacuation de Monastir auvait une répercussion déplorable. Rien que le recul du Quartier Généml français de Monastir à F~loTina a eu déjà un effet funeste sur les serbBs, sur les français eux-mèmes, sur tous ,]e,s aHiés. H considère comme mauvais d'abandonner sans combat une position oecupée.

M. Lloyd George dit qu'il ne propose pas d'abandonner préventivement Monastir. Il demande 'seulement, si, en cas d'atta.que violente au centre, l'armée aU<iée serait ·en mesure d'évacuer Monastir sans grands dangers.

Le Général Sarrail répond que, dans ce cas, ce serait pas sans réserves qu'il essaierait de parer au danger. Quand une troupe est engagée, on ne peut la dép,lacer qu'au moyen de l'intervention des réserves.

M. Briand prédse •la question posée par M. Lloyd George: En cas de fua:te pression au centre, l'ai:le gauche ·en fleche à Monastir •pouvraH-eHe. se replier à temps?

Le Général Sarra·i•l répond que c'est là une question d'espace. S'il a des réserves, 11 les disposea:a de façon à pouvok 1les porter à 1l'endroU où il sera attaqué. Il rappeHe sa r.etratite de Serbie, tout en ajoutant qu'il ne souhaite pas d'avoir à en recommencer une autre.

M. Lloyd Georg.e demande 1si deux divisions venant de France fourniraient les réserves nécessaires, •en admettant que d'autres effectifs ne puissent pas et•re envoyés à Salonique.

Le Général Sarrail répond: en principe, non. Les deux divi·sions françai.ses arriveront en Février ou en Mars. Or •C'·est à peu près à .ce moment que, d'après ses prévisions, se produirait la ruée allemande. Les deux divbions devraient alors etre engagées dès leur débarquement. Elles ne constitueraient donc plus des réserves. Deux divisions ne sont pas un renfort suffisant.

La séance vient d'etre levée à 11 h. et 30 minutes. Les Présidents de Conseil, Ministres •et .Ambassadeurs se réunissent en confévence auprès du Président du Conseil italien pendant que les Généraux et od'ficiers d'Etat major forment une conférence militaire.

CONFERENCE MILITAIRE

La Conférence MiHtaire abouUt aux conclusions suivantes:

Au sujet de Salonique -Conc.lusions des Etats majors Britannique et Italien.

l) Le but de l'·armée d'Orient reste le meme qui a été fixé à la Conférence de

Chantilily a•vec les modaUtés fixées par le télégramme du Maréchal Joffre en date du 11-XII.

2) Les Etats Majovs Britannique et Italien ont déclaré ne pouvoir pas envoyer

des renfoa:ts à l'Armée d'Orient. Par •Conséquent, ,Jes memes E·tats Majors sont d'avis

que dans le ·cas d'une très forte menace .contre Monastir il serait plus convenable

de reculer sur une position plus en ardère.

Au sujet de Salonique -Condusions des Etats Majors Russe et Français.

Les Etats Majors russe et français estiment de ~eur còté que dans l'intéret

supérieur de la coalition ·la nécessité de ne pa1s reculer s'impose à l'armée d'Orient

pour des Taisons d'ordre militad.re et mornl.

Pour que l'aa:mée d'Orient se maintienne sur sa position adueUe et pour

qu'elle soit, d'autre part, susceptible de remplir la mission q'.lÌ lui a été fixée par

~a Conférence de ChantiUy du 15 no•vembre, il est indi~.;>ensab~e qu'e,~le a.it des

réserves suffisantes. Ces réserv·es 1lui fai.sant actuellement défaut il est nécessaire

de Lui en envoyer d'urgence; •meme dans le cas où leur transport exige:rait un mois

par divi,sion, leur ·a,rrivée ne serai<t pas moins néce,s3a;re. atto:m a.u'i'l n'es't pas

indispensable de les avoir toutes immédiatement à pied d'oeuvre.

n est bien •entendu que ces divrisions, qui pourraient comprendre, par exemple

une division bdtannique et deux divisions italiennes, ser.aient susceptibles, d'etre

ramenées ·sur d'autres fronts si 1es dvconstances :l'exi,geaient ou le permettaient.

Cette sug,gestion a paru possible à l'Eta.t Major frança1is en raison de l'engage

ment pris par lui vis-à-vis à ·l'Etat Major Italien de pare·r, le cas échéant, à toute

éventualité, sur le front italien par une coopération des deux armées.

CONFERENCE DIPLOMATIQUE

La Conférence diplomatique après avoir pris connaissance des conclusions de la conférence militaire aboutit aux conolusions suivantes:

Coopération entre les alliés (l)

La Conférence est tombée d'accord en principe qu'il y aurait à l'avenir entre les Alliés une copéraHon plus étroite qu'auparavant. La Conférence étabHt qu'il est nécessaire que des conférences aient lieu plus fréquemment à l'avenir.

Coopération avec la Russie (2)

La Conférence considère camme essentiel pour le succès de la cause des Alliés que les Puissances Occidentales fassent immédiatement des démarches pour procurer aux armées ru~~ses les canons et les mun:itions néces,saires afin qu'eHes soient à méme d'·employer toutes leurs grandes ressources d'hommes et de briser les lignes allemandes sur le front orientai.

Dans le but de donner un effet pratique à la conclusion qui précède, les Gouvernements représentés à la· Conférence sont tombés d'ac,cord que leurs représentants à ,1a prochaine Conférence en Russie seront autoòsés à prendre les décisions nécessaires, après communication télégraphique avec leurs Gouvernements en cas de nécessité.

Communication avec la Macédoine (3)

La Conférence approuve en principe le développement d'une nouveHe vaie de communication avec la Macédoine dans le but de raccourcir la longueur des communications par mer, qui sont à present sérieusement menacées par les attaque's des sous-marins et dans le but de reduire les nécessHés des transports par vaie maritime.

Dans ce but le Ministre italien des transports discutera avec les techniciens anglais et françai.s qui seront envoyés à Rome la question du développement des transports des troupes et du matériel des Alliés sur les chemins de fer italiens.

Il a déclaré que ·la question dépend pdncipaiement du nombre des vagons qui pourront ètre mis à la disposition du Gouvernement itaHen.

Il a suggéré que pour atteindre ce but le meiHeur moyen serait d'envoye·r en Italie des vagons français qui pourraient ètre attachés aux locomotives italiennes p-Ius facilement que les vagons anglais; dans ce cas les vagons français seraient dans la mesure du possible remplacés en France par des vagons anglais. Dans le but de développer une nouvelle vaie de communication entre Monastir et Santi Quaranta le Gouvernement français prend sur sai de fournir deux compagnies de génie militaire et le Gouvernement italien déclare qu'il fera de san mieux pour fournir des ingénieurs civils et à peu près 2000 travailleurs.

Grè ce (4)

La Conférence a approuvé la présentation immédiate au Gouvernement grec, par les quatre Puissances, de la déclaration suivante en réponse à la communication du Gouvernement grec.

,., Les Gouvernements alliés ont pris connaissance de la communication faite le 6 janvier par le Gouvernement grec, à la suite de la demande de garanties et réparations présentée le 31 décembre.

Désireux d'éviter tout malentendu en donnant à ·la Grèce pour sa neutralité, sa politique intérieure, et la durée du blocus des assurances précises, mais décidés à mettre fin à la situation équivoque actuelle en plaçant l'armée d'Orient à l'abri de toute inquiétude possible pour sa sécurité, ,c·e qui est leur objectif immédiat et essentiel, les Alliés font la déclaration suivante:

C'est pour les Alliés une nécessité impérieuse, dans la situation présente, de mettre l'Armée d'Orient à l'abrì de toute menace éventueUe sur son flanc du còté grec. Ils ne peuvent avoir de sècurité à cet ègavd que •si tout le matérie·l et les troupes grécques (prévus dans ·la Note du 14 et 31 décembre) sont transportés dans Ie Péloponnèse, dans un dél>ai •très court et sans .aucun doute pos.sibl.e. Pour assure-r l'exécution certadne et rapide, il est indispensable, ·<;l'une par·t, qu'ils aitmt toute liberté de contròle sans la moindre entrave au départ et à l'arrivée des évacuations, et d'autre part, qu'Hs y participent eux-mémes par leurs moyens maritimes, afin que dans un terme de 15 jours tout soit exécuté en toute loyauté et sans contestation possible.

Si un engagement précis et formel (à cet égard et pour l'acceptation des demandes contenues dans la Note du 31 Décembre) n'est pas donné dans un délai de 48 heures après la remise de Ja présent•e Note, ou si, après accep,tation éventue1ltle, une entrave quelconque est volontairement apportée à l'exécution de cet engagement dans Ie terme fixé de 15 jours, les Puissances .A!lUées reprendront toute liberté pour assurer par leurs propres moyens de terre et de mer la sécurité de leur armée.

D'autre part, les Puissances Alliées affirment à la Grèce leur volonté de respecter entièrement la décision de rester définitivement hors de la guerre européenne.

Elles s'engagent à ne pas permettre que le retrait des troupes grecques dans le Péloponnèse soit mis à profit par terre ou rpar mer 'par les partisans du Gouvernement provisoire pour occuper une portion quelconque du territoire grec ainsi privé de tout moyen de résistance.

Les Puissances Alliées s'engagent également à ne ,laisser s'instaner les autorités du Gouvernement provisoire dans aucun des territoires actuellement en possession du Gouvevnement Royal qu'et.les pourraient se trouver amenées à occuper etlilesmémes temporairement pour des rai·sons d'ordre miUtaire.

Enfin les Gouvernements Alliés seraient préts à desserrer le blocus, tout en maintenant le contingentement des importations dès que leurs délégués spéciaux auront jugé que l'évacuation des troupes et du matériel a été en partie réalisée avec des garanties satisfaisantes de complète exécution '' (1).

Action du Général Sarrail (5)

La Conférence a décidé que l'a.ction du Général Sarrail à l'égard de la Grèce devra ètre en accord avec les principes suivants: a) H ne devra ent·reprendre aucune action contre la Grèce pendant les 48 heures dont il est question dans la déelaration susmentionnée; b) Si la déclaration susdite n'est pas acceptée H pourra prendre les me:sures militaires qu'il jugera nécessaires pour la sùreté des armées alliées en Orient;

c) Si les conditions envisagées dans la déclaration des alliés sont acceptées et accomplies par le Gouvernement grec il ne pourra entreprendre aucune action militaire contre la Grèce, sans le consentement des Gouvernements alliés;

d) Si le Gouvernement grec aecepte les conditions envisagées dans la déclaration mais ne les exécute pas dans les 15 jours indiqués dans la déclaration, le Général Sfl_rrail devra obtenir l'approbation des Gouvernements anglais, français, italien et russe avant de prendre l'initiative d'aucune action militaire.

Commandement à Saloniqne (6)

Les Gouvernements représentés à la Conférence ont approuvé qu'à l'aveni!' les relations entre Ie Commandant en chef des armées al.liées en Orient et les Généraux qui commandent les forces des différentes nationa:lités doivent ètre basées sur les

memes principes qui ont réglé les relations entre le Commandant en c!hef britannique et le Commandant des fovces françaises dans l'expédition de Gallipoli, c'est à dire que ·le Commandant de chacune des for·ces alliées doit se ranger aux ordres du Commandant ·en chef, pour ce qui concevne J.es opérations miUtaires en conservant >le droit de •communications et d'infovmations directes avec son propre Gouvernement.

Front Italien (7)

La Conférence, persuadée de l'opportunité offerte par le front italien pour une offensive combinée des trois aHiés oooidentaux, est •tombée d'accovd que Pappui à donner par les alUés occidentaux à l'armée i!tallienne sur le Carso doit etre envisagé par les autorités militaires des différents Gouvernements, pour la décision des trois Gouvernements intéressés.

Conférence navale (8)

La Conférence décide qu'une conférence technique pour !la Marine militaire et marchande soit tenue à Londres à }a date la plus rapprochée pos•sible (1).

Seduta pomeridiana del 6 !]ennaio

La seduta è aperta alle ore 16,30. Sonnino -Legge i1l testo di una nota che propone si invii al Governo Greco in relazione ana sua risposta alla nota deLle potenze del 31 dkembre. Lloyd George -Anche i·l Govel'no inglese ha preparato una nota di risposta di cui presenta il testo.

Sonnino -Propone si condensino i punti delle note in cui .consente la conferenza in una sola -e se ne dia incarko •al Signor EUiot Ministro d'Inghi,1terra a Atene, al Signor Berthelot ed al Conte A!ldrovandi.

La proposta è accettata.

Il Signor ELliot i·l Signor Berthelot ed il Conte Aldrovandi si ritirano.

Essi rientrano poco dopo presentando una nota da loro redatta.

Sonnino -Osserva che nel testo della nota è stata omessa ,Ja frase seguente che

si trovava nel testo da lui proposto... (2).

Egli tiene assolutamente che tale frase o tale concetto sia inscritto. Se non si

inser1sce questa frase tutta la nota cadrà nel niente. Le richieste degli alleati alla

Grecia debbono avere questa controparte. Gli alleati non possono credere che il

Governo Gre•co accetti iH disarmo richiestogH se nello <Stesso tempo tale disarmo

implica per lui la minaccia e la possibilità che la parte venizelista profitti di questo

disarmo a scopo di far trionfare la propria parte nc'it;.ca ed invadere i territori

rimasti così senza difesa. Spiega lungamente la situazione in Grecia che è tutta

perva,sa da questo contrasto fra regi e venize'listi e tra H fratto che agenti degli

alleati agiscono ·Senza tenere unicamente conto delle necessità e deUa sicurezza

della armata di Oriente.

Briand e Lloyd George -Spiegano il loro punto di vista osservando che la

opinione pubblica [n Francia ed in Lnghilterra non ammetterebbe il'abbandono di

Venizelos ·che fu un tempo I'unko e1lemento su cui poteva ·conta•re Pintesa in Grecia.

Lloyd George -Parla delle richieste di nuovi invii di forze che sono state

fatte per il fronte di SalonLcco. Dirce che nonostante tutta la migliore volontà non

è possibile mandare altre divisioni. Tutto quei}lo che si può fare è di mandare

uomini per completar·e le divisioni inglesi attualmente sul posto. Questa impossibilità nasce dalle grandi difficoltà dei trasporti. E non solamente daHa difficoltà del trasporto de~le truppe .ma da quella del loro vettovagHamento e munizionamento. Ciò non sd potrebbe fare che nel oaso in cui Francia ed lta'lia rinunciassero a parte del tonnellaggio che loro dà l'Inghilterra per i l.oro bi,sogni di grano e di carbone.

Briand -Fa presente ·con un lungo eloquente discorso le grandi utilità che vi sono sotto molteplici punti di vista a mantenere l'esercito di Oriente in una sicura efficienza. La Francia manda ora altre due divisioni. Egli crede che se Lloyd George dice alla Grande Marina Britannica di ·trovare assolutamente altre navi per i trasporti che sono necessari, ciò non sarà impossibile.

La seduta è tolta aUe ore 19.30.

Seduta antimeridiana del 7 qennaio

La seduta è aperta al.'le ore 10.

Sonnino -Essendo sta,to formulato definitivamente iii testo della nota da inviarsi alla Gre,cia, propone tre lievi modifiche e doè la SQippressione de1le parole • au nord du golfe de Corinthe •, la sostituzione alle parole • par la partie de la Nation grecque qui s'est rangée du còté des alliés en vue de combattre l.'ennemi commun • con 1le parole • par le's par,tisans du Gouvernement provi,soire •, e 'la ,soppressione delle parole « dans l'intérèt des populations •. Illustra le varie ragioni che consigliano queste modifiche.

Briand -Concorda e dichiara che per quanto riguarda Venizelos • nous dirons

à Venizelos et à ses amis: restons comme ça, ne créons pas de•s compHcations •.

Sonnino -Dichiara che quello a cui tende è di evitare la guerra con la Grecia;

guerra che i nostri nemici germanici o germanofili hanno interesse a provocare.

Ciò gli alleati hanno interesse grandissimo a non permettere.

Briand -Conviene che H nostro sforzo deve essere diretto ad evitare una cosa

~he non è desdderabile.

Sonnino -Propone che Ia nota sia telegrafata alla Legazione in Atene con

~ncadco di presentar'la al più presto.

Briand e Lloyd George concordano.

Giers -Telegraferà ,la nota a Pietrogrado e ad AtE>ne dove forse il Ministro

russo ha istruzioni generali sufficienti per es,sere autorizzato ad associarsi ai suoi

colleghi.

Si conviene che la nota deve essere presentata ad Atene non come una nuova

comunicazione delle Potenze ma come una ri,sposta an,a nota greca de·l 6 corrente.

Lloyd George -Narra che neHa mattinata ha ricevuto una visita del Generale

Sarrail che gli ha esposto i suoi piani, che Lloyd George ha giudicato ottimi. Sarrail

ha poi detto che voleva avere mano libera sulle sue operazioni e marciare even

tualmente su Larissa. Lloyd George ha fatto osservare che gli alleati dipendono

per importanti esportazioni di materiali dagli Stati Uniti e che una azione ingiu

stificata contro la Grecia potrebbe provocare un importante movimento sull'opinione

pubblica americana eccitata dai germanici e germanofili, con conseguenze gravissime

per quanto concerne il rifornimento di materiali americani agli alleati. Essere quindi

meglio non correre questo rischio. Ora pur ammettendo che sia necessario garantirci

il fianco in Macedonia non è possibile procedere senz'altro con la forza. Infatti una

azione militare può andar bene e può andar male. Può andar bene se non trova

resistenza, può andar male in caso contrario. L'uccisione di riservisti o contadini

greci che, si direbbe, stanno difendendo la loro patria potrebbe avere gravi con

seguenze.

Egli ha detto al generale Sarrail che il Governo inglese non potrebbe dare ill

suo consenso e che era impossibile dare assenso prima di sapere quale sarà la situa

zione. Gl1i ha detto ·che se i1l pericolo si presenti egli lo dica al Generale inglese

che te,legraferà al suo Governo.

lntanto, per le 48 ore previste nella nota, egli era impegnato a non muoversi.

Se poi l'ultimatum sarà accettato, ma non eseguito, converrà sempre che i Governi deliberino sul da farsi. I rischi ,che corre l'Hrmata d'occidente sono gravi ma non sono immediati. Per quanto ha riferito lo stesso generale Sarrail non vi sarà attacco bulgaro-germanico prima che fra un mese o un mese e mezzo; ad ogni modo è meglio correre rischi che eccitare :l'opinione pubblica americana con le conseguenze disastrose che ne potrebbero derivare. A1la fine deMa conversazione Sarrail ha promesso che non agirebbe senza avvertire il generale inglese ed ha stretto la mano a Lloyd George. Così si sono lasciati.

Lyautey -Ha visto Sarrail all'uscire della conversazione con Lloyd George. Davanti alla volontà del Governo britannico, non gli restava che inchinarsi. Sarrail aveva scHmbiato una promessa che manterrebbe.

Credo però doveroso osservare che in queste condi;doni nulla si può garantire per la sicurezza dell'armata d'Oriente. Sussidiariamente osserva che la base di Salonicco è insufficiente per i bisogni dell'armata d'Oriente. Occorre avere un'altra base come sarebbe Volo.

Milner -Osserva che questa è una richiesta che sorge in questo momento e di cui fin qui i francesi non hanno finora parlato.

Lloyd George -Dice che non si può considerarla ora. Se si facesse, parrebbe che gli alleati non sappiano quello che vogliono. Più tardi, se occorre, si chiederà l'occupazione di Volo. Questa è una via per invadere la Tessaglia. E anche si può discutere sull'efficienza del,la ferrov,ia di Volo che è a scartamento stretto.

Lyautey -Osserva che conviene sin d'ora prevedere il caso.

MHner -Dice che esso sarà considerato quando giungerà H momento.

Lyautey -Insiste nel dire che Larissa è questione vitale per l'armata d'Orient,~.

Egli deve dichiararlo perché, se di ciò non si tien conto, egli declina ogni responsabilità nella sua qualità di Ministro della Guerra.

Briand -Vi è una confusione che importa eliminare. I:l Generale Sarrail considera la cosa dal punto di vista militare. Ma vi è anche !i1l punto di vista poEtico. Sarrail si considera in pericolo se non si ritirano le truppe greche dal suo fianco. Che cosa fa la nc,s.tra nota? Cerca di correggere questa 'situazione. Anche la posizione della nostra occupazione militare di Larissa potrà essere presentata e risolta. Ma non è il caso di risollevarla adesso. Se I'Uiltimatum è aocettato, la situazione sarà certamente migliorata. Se non è accettato, si provvederà.

Sonnino -Osserva che nel·la nota concordata sono contemplati due periodi, uno di 48 ore e l'altro di 15 giorni. Sarrail prevede ritardi da parte greca nella esecuzione. Per quanto riguarda il termine delle 48 ore, esso deve rimanere senza che nulla sia f,atto. Se la nota è accettata occorre vedere che cosa accadrà nei 15 giorni. Se l'esecuzione procederà regolarmente sarà bene non prendere nuove iniziative. Se si presenteranno necessità diverse si delibererà. Ma non pare queste si presenteranno urgentemente nei 15 giorni poiché Sarrail stesso prevede l'attacco bulgarogermanico non prima che tra un mese od un mese e mezzo.

Lyautey -Chiede si dia mandato a Sarrail di agire se egli si accorge che ci si

inganni.

Briand -Dke che, circa il modo di ese·cuzione che eventu2.lmente daranno i

greci alle nostre richieste circa il ritiro deUe truppe, dovremmo attenerci alle infor

mazioni di agenti nostri sicuri e non di agenti interessati che tradiscano la verità

per loro scopo.

Lloyd George -Si riferisce alla conversazione che ha avuto stamane col Gene

rale SarraH le cui conclusioni reggono.

Thomas -Rap,presenta la necessità che può avere l'Intesa per i suoi bisogni di

fabbricazione delle miniere dell'Eubea.

Briand -Si faranno le richieste opportune aUa Grecia anche per questo, come

per le ferrovie, e per quanto sarà indispensabile all'Intesa.

Lloyd George -Rende omaggio all'eloquenza con cui ieri Briand ha trattato

la causa dell'aumento necessario di forze a Salonicco. Se l'eloquenza bastasse al

trasporto di truppe questo sarebbe già fatto. Ma essa non basta. E l'Inghilterra non ha i tl'asporti necessari, visto quelli che fornisce agili alleati. Occorre dunque esaminare specialmente con l'Italia tutta la questione dei trasporti all'armata d'Oriente. Non è ,soltanto questione di trasporti iniziali, è questione de1la loro continuità. Occorre esam1nare se ci si può giovare della via di terra, dati gli inconvenienti per la via del mare. Una opportunità sarebbe offerta dalla via che da Santi Quaranta va a Monastir. Per questo il suo pensiero va agE ingegneri italiani che meglio di qualunque altro al mondo hanno fatto strade ma,gnifi,che in luoghi difficilissimi. Le necessità del mantenimento del:la spedizione d'Oriente ,sono note e possono essere ancora illustl'ate. Ecco le ragioni strategiche per quanto riguarda H congiungimento con le forze alleate in Romania. Ha anche ragioni morali per quanto riguarda la Serbia. Ciò posto, conviene risolvere la questione. Propone di chiedere aWitalia di adoperarsi al riattamento di questo mezzo di comunicazione.

Boselli -Propone di invitare alla riunione, per,ché diano le risposte di loro competenza, il Generale Cadorna ed i1l Ministro Arlotta.

Entrano Cadorna ed Arlotta.

Lloyd George -Spiega nuovamente la mgione del,le sue domande.

Arlotta -Dice: le ferrovie italiane possono trasportare un massimo di 3000 o 4000 uomini al giorno a Taranto o a Brindisi. Ma occorrerebbero perciò circa 5000 vagoni francesi data la nostra scarsi,tà di materiale rotabHe. Dice francesi perché i vagoni francesi si attaccano megLio wlle locomotive italiane che non gli inglesi. L'Inghilterra potrebbe invece dare suoi vagoni alla Francia in compenso di quelli che questa desse all'lta,lia. Le truppe potrebbero essere ,consegnate a Modane. Ma fa presente le estreme necessità di carbone che ha Fitalia.

Cadorna -Non ha difficoltà a dare quakhe ufficiale del Genio. Fa però notare che la linea Santi Quaranta-Monastir è una cattiva Unea d'operazione.

Lloyd George -Non si tratta soltanto di ufficia'li. Vuol sapere se H Governo Italiano può assumere l'impegno del riattamento de1Lla linea Santi Quaranta-Monastir. Cadorna e Arlotta -Non possono prendere impegni maggiori di quanto hanno

detto.

Lloyd George -Fa considerare che se l'Italia desidera acdaio dall'Inghilterra deve fa,re il possibile per farle risparmiare navi. Ora il problema della via Santi Quaranta-Monastir è problema importante perché la via di Itea è di un rendimento minimo.

Cadorna -Non può dare uomini né compagnie del Genio. Tutti i comandi italiani al fronte gliene chiedono. Dichiara di dover provvedere ad una linea di 600 chilometri in cui occorre sempre scavare neHa roccia per la costruzione di trincee, vie di raffc..;zamento, vie di avanzata.

Thomas -Domanda se non fosse possibiLe all'Italia mandare dei lavoratori per esempio diecimi,la uomini.

Arlotta -Suggerisce che l'Italia mandi ingegneri civili, circa la mano d'opera si potrebbe forse provvedere anche con elementi locali, sia facenti parte del Corpo d'operazione di Valona sia indigeni.

Cadorna -Dice che farà il !JOSsibi'le.

Lyauiey -Solleva il problema del Comando in capo a Salonicco e chiede che i contingenti alleati siano strettamente posti aHa dipendenza di un unico comando. Cadorna -Per quanto riguarda l'Italia ciò è stato convenuto. Il contingente

italiano è stato posto sotto gli ordini del Generale Sarrail senza riserve.

Briand -Concorda e svolge 1le ragioni che confortano ,]a proposta del generale Lyautey. Il Comando deve essere unico, sia esso francese o altro, ma deve esserlo incontrastabilmente ed assoluto.

Lloyd George -Pensa che il Comando in capo deve essere organizzato nel modo più forte possibile. Ritiene opportuno interrogare il generale Robertson.

Entra 11 Generale Robe:r.-tson.

Briand -Spiega la richiesta francese dicendo che indipendentemente da chi sia il comandante in capo occorre che gli altri comandanti siano assolutamente subordinati.

Robertson -Dice che il Generale Milne ha ordine di cooperare col generale Sarrail come Haig con NiveHe. Non vi furono nel passato difHc:~l,tà ed è sicuro che Milne farà il possibile perché non ve ne siano in futuro. Ma un generale di nazionalità diversa dal comando supremo e capo di un contingente di nazionalHà diversa ha obblighi verso il proprio Governo. Non dubita che in caso di pericolo Milne prenderebbe la responsabilità diretta di agire secondo le direttive del Generale Sarrail. Occorre osservare che gli inglesi hanno oggi a Salonkco maggior numero di truppe che ogni atltro contingente ed anche dopo l'arrivo delle due divisioni francesi di cui si è stabilito l'invio le forze anglo-fran·cesi a Sa:cnieco si equipa,rer.anno. Non consiglierebbe ai Governo inglese di dare al genera'le L'lg'ese a Salonicco ordini diversi da quelli dati sin qui.

Briand -Gli pave che la risposta de'l Generale Robertson sia piuttosto una risposta politica che una risposta militare. Mi sembra che negli ordini attualmente daH a1l Generale Milne possano sorgere degli inconvenienti. Si potrebbe studiare una nuova formula.

Robertson -Gli pare che i1l generale Sarrail non possa dare al generale Milne gli stessi ordini che dà ad un generale francese; poiché non potrebbe farlo fucilare come potrebbe fare con un generale francese in caso di disubbidienza. Gli sembra che i rapporti possono essere uguali a queUi esistEnti fra Haig e Nivelle.

Lloyd George -Parla della cooperazione più intem:a che vi deve e'3ser fra g[i

alleati e specie in rapporto aHa Russia. Occorre che si prendano misure perché la

Russia possa mettere in va,lore l'enorme potenzialità di uomini che essa ha, for

nendole armi, C'annoni e munizioni e ciò con sacrifkio sugli altri fronti.

Giers -Pensa che la que,stione potrà essere utilmente trattata alla Conferenza

di Pietrogrado, ove raccomanda che i Delegati vadano con ampi poteri e forniti di

dati tecnici precisi. Si intende che in casi eccezionali questi delegati potranno sem

pre telegraficamente sentire i 'loro governi.

Lloyd George -Dichiara che saranno dati ampi poteri.

Sonnino -Osserva che in casi dubbi i delegati potranno te1legrafare ai rispet

tivi governi.

Seduta de! 7 gennaio-ore 16 3]

II presidente Boselli legge il testo de1lle con~dusioni della Conferenza che sono

le seguenti: (l) (2) (3) (4) (5) (6). (l)

Lloyd George -Alla conclusione l osserva che sarebbe opportuno agg,iungere

che le riunioni interaUeati oltre che più frequentemente si tenessero regolarmente.

E' evidente l'utiHtà di queste frequenti riunioni a data fissa.

Sonnino -Crede che non sia possibile stabilire a priori sedute a data fissa. Può

darsi infatti che a ciò contrastino vicissitudini parlamentari. Né per quanto con

cerne l'Italia è possibile che il Presidente del Consiglio o il Ministro degli Esteri

siano sostituiti in queste riunioni. D'altra parte riunirsi ssnz3 s::::'J:J bE:-~ det.ermina~to

potrebbe risolversi in una perdita di tempo non necessaria. E' però, favorevole al

concetto generico di riunioni più frequenti inter-aUeati.

Lioyd George -Insiste ne'l suo concetto e proporrebbe che le riunioni avessero

luogo dicasi ogni due mesi.

Si approvano le ~risoluzioni N.2, 3, 4, 5 e 6.

Lloyd George -Propone che siano aggiunte due decisioni del tenore seguente.

7 (2)

8 (2)

È approvato.

La seduta è tolta alle ore 18 (3).

{lJ Cfr. pp. 196-198.

13) Le concluEioni della Conferenza di R'lma 5-7 gennaio) esposte in questo docum:::,tJ n :"e •o;::. 196-198 sono pubblicate anche in SoNNINO, Diario, III, cit., pp, 95-98.

(l) II periodo tra gli asterischi non è pubblicato in SoNNINO, Diario, vol. III.

(l) -Ed. in SONNINO, Diario, III. cit.. pp. 95-98. (2) -Nel testo manca la frase .

(2) Cfr. p, 198.

278

L'AMBASCIATORE DI FRANCIA A ROMA, BARRERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

NOTA VERBALE. Roma, 11 febbraio 1917.

J'ai l'honneur de Vous adresser, d-joint, sur les instructions de mon Gouvernement, le memorandum par lequel le Gouvernement de la République adhère à l'accord intervenu le 31 juillet dernier entre l'Angleterre et l'Italie sur les Senoussis.

Je suis d'autant plus heureux de Vous notifier cette adhésion qu'elle constitue un nouveau témoignage des relation:s étroitement amicales qui unissent nos deux pays.

ALLEGATO.

Roma, 11 febbraio 1917

Par un memorandum du 11 octobre dernier, le Gouvernement Britannique a bien voulu faire part à l'Ambassade de la République Française d'une suggestion émanant du Gouvernement ItaHen et tendant à invi,ter la France à adhérer aux principes généraux défin~s dans la sedion A de l'Accol'd intervenu à Rome le 31 jutllet entre 'la Grande Bretagne et ,l'JtaUe sur la question des Senoussis.

Le Gouvel'nement Britannique 'ajoutait que la proposition italienne était pleinement approuvée par lui.

Le Gouvernement Français r~emercie les deux Gouve~l'nements alliés de cette communkation; il est pleinement d'accord avec ~les Oabinets de Londres et de Rome pour estimer que les trois puissances ont un intérét commun à coordonner leur attitude vis-à vis des Senoussis.

Le Gouvernement fr,ançais a chargé dans ces condictions l'Amba,ssadeur de la République à Rome de faire savoir à Son Exoe1lence 1le Mini,stre Royal des Affaires Etrangères que la France donne son adhésion aux dispositions suivantes qui, adaptant à un aocord à troi's les stipulations de l'ar,rangement anglo-italien du 31 juillet, définissent l'entente intervenue entre les trois Gouvernements sur l'attitude à observer à ,l'égard des Senoussis.

Avant de formuler les dites dispositions, le Gouvernement Français tient à marquer qu'il a déjà pl'iS toutes le1s mesures pour empécher les rebelles de s'approvisionner sur ses marchès, tout en réservant, conformément aux stipulations insérées dans les préambules de l'Accord anglo-italien du 31 juillet, le ravitaillement légitime des populations paisibiles.

• Les troi1s Gouvernement s'engagent: 1 -A ne point conclure d'accord avec le chef de la Confrérie des Senoussis sans entente préalable entre eux; 2 -A régler d'un commun accord l'ouverture et la fermeture de ,leurs marchés dans les régions limitrophes de cetLles que parcourent les Senoussis;

3 -A accepter, en cas de necessité, que la coopération de leurs forces puisse s'exercer au-delà de leurs frontières respectives dans une zone à convenir dans chaque cas avec facilités réciproques de débarquement dans les ports desservant 1a dite zone étant bien entendu qu'aucune des parties contradantes n'établira de poste permanent ni n'édifie~ra de fortifications sur le terdtoire de l'autre partie qui devrait etre franchi afin d'attaquer l'ennemi;

4 -A coopérer d'une manière à déterminer entre les autorités navales respectives ,pour la surveillances des còtes, chacune des parties contra,otantes ayant ~e droit de franchir réciproquement la frontière maritime;

5 -A instituer un échange d'informations entre les autorités locales •.

279

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLJ ESTERI, SONNINO

T. GAB. 395/38. Washington, ... febbraio 1917 (per. ore 15,35 del 12).

Nelle nebulose notizie di tentativi ·che altri farebbero per scongiurare in~ travveduta guerra fra Germania e Stati Uniti questo Governo ha intuito giustamente...(!) paese con...(l) e vi ha opposto prontamente e recisamente il monito della diffida. La stessa varietà delle voci messe in circolazione ed il mistero che le circonda starebbe a dimostrarne inconsistenza. Spagna, Svizzera, Svezia sono messe in giuoco.

Se l'insinuazione venisse da quest'ultime non sarebbe difficile capirne l'origine e lo scopo. Germania facendo creare per mezzo dell'a Svezia l'illusione di una sua possibile resipiscenza mirerebbe trattenere questo Governo da passi precipitati durante il necessario breve intenso periodo della campagna violenta dei sottomarini, salvo scoprirsi ,più innanzi se la campagna riesce o fingere condiscendenza se la campagna fallisse.

Al Dipartimento di Stato mi è stato assicurato autorevolmente di nulla sapere e di nulla credere tranne a insidie. Ministro di Svizzera mi ha lasciato intendere ieri sera di ignorarlo. Una versione verosimile fa risalire le voci a un complotto internazionale organizzato fra l'Ambasciatore di Germania, un senatore germanofilo e Bryan agli effetti di rafforzare la campagna pacifista...(l).

280

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 398/67. Atene, 12 febbraio 1917, ore 18 (per. ore 20,30).

Secondo sarà già noto a V. E. è stato deciso il richiamo di questo Ministro di Francia e la sua sostituzione temporanea col signor Jonnart che verrebbe qui in missione straordinaria con credenziali di Ambasciatore. Allontanamento di Guillemin è certamente misura opportunissima ed a mio avviso indispensabile volendo ristabilire sopra un piede normale le relazioni della Grecia coll'Intesa. Tuttavia non è da dissimularsi che venuta qui di un Inviato francese con rango di Ambasciatore che gli darà precedenza su tutti noi turberà ancora maggiormente a vantag,gio della Francia l'equilibrio di poteri e di influenze che dovrebbe regnare fra le grandi Potenze.

Jonnart fu già qui come rappresentante francese ai funerali di Re Giorgio nel 1913 e per questo solo motivo vanta personale amicizia ,col Re Costantino. In quell'occasione come risulta dai miei rapporti del tempo, creò imbarazzi per questioni di precedenza cogli altri Inviati che erano quasi tutti Principi del sangue.

(l) Gruppi indecifrati.

281

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 399/71. Londra, 12 febbraio 1917, ore 22,40 (per. ore 8,45 dei 13).

Nella discussione odierna Balfour ci ha comunicato nota proposta elaborata dal Foreign Office e da lui per proprio conto sottoposta ai tre governi ,come base di discussione per eventuale zona italiana. Ho subito dichiarato in modo categorico che mi rifiutavo ad entrare in discussione su di un progetto che si discostava in modo così stridente dalle domande enunziate nel nostro promemoria, in quanto escludeva i due capi saldi delle medesime, ossia Smirne e la regione all'est di Anamur. E su questo rifiuto, malgrado premurose insistenze di Balfour, Cambon, Nabokoff, sono rrimasto irremovibile. Balfour, d01p0 aver rilevato l'Inghilterra essere la sola delle tre potenze alleate che abbandona a favore del:l'Italia i suoi impo,rtanti ed antichi interessi (ferrovia Smirne-Aidin), ha detto avrebbe telegrafato a Rodd per informarlo del mio rifiuto e spiegare i vantag;gi politici ed economici che fanno considerare prQposta conforme allo spirito ed alla lettera dell'art. 9 del Trattato. Ho risposto che telegrafasse pure quello che voleva, ma io non potevo assolutamente accettare come base di discussione la predetta proposta perohè mia acquies,cenza non solo sarebbe stata contraria agli ordini precisi di V. E., ma avrebbe pure in certo modo implicata la mia adesione di principio, mentre per contro non solo io non vi aderivo, ma, pur trasmettendola a V. E. unicamente per dovuta deferenza a Balfour, volevo lealmente dichiarare che non l'av,rei appoggiata. Mi riservo telegrafare domani a mente più tranquilla ulteriori particolari, ho voluto intanto ragguagliare V. E. sommariamente per porla eventualmente in grado di rispondere a Rodd, qualora egli venga a farle domani qualche comunicazione da parte di Balfour. Tracciato della linea proposrta segue ~con leggera inclinazione da sud-ovest a nord-est il parallelo che dal golfo di Scalanova va a Monte Arish (Erijes Dagh). Linea che parte da foce Kuchuk Menderes passando sud Tirek ed a nord Chivril al sud Ak Sheihr, al nord A~serai e al ~sud I:nhjesu, piegando quindi al sud-est lungo falde meridionali del monte Adsh per ritrovarsi presso Develij-Karahissar linea frontiera zona francese (azzurra), :che segue fino a capo Anamur. Resterebbe così esclusa completamente dalla nostra zona anche la linea francese Smirne-Kassaba-Afion-Karahissar (1).

(l) Cfr. sulla riunione del 12 febbraio, la relazione di Nabokov, in Aufteil. der as. Tilrkei, n. 254, pp. 209-210.

282

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 562/63. Addis Abeba, 12 febbraio 1917 (1).

Ieri avemmo incoronazione Imperatrice. Erano presenti tutti i g.randi Capi Etiopia con circa 50 mila uomini truppa. Nessun incidente. Rappresentanti Germania, Tul'chia non hanno partecipato cerimonia. Corpo diplomatico Potenze dell'Intesa intervenne ufficialmente. Intervennero pure ufficialmente Governatore francese Gibuti ed i1 Governatore inglese della Somalia inglese con numeroso seguito uffi·ciali. Ministro della guerra francese ha inviato due operatori cinematografisti.

283

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (2)

R. 568/53. Washington, 12 febbraio 1917.

Nei rapporti N. 514 e 39, rispettivamente in data del 28 dicembre 1916 e 3 febbraio corrente (3), ho avuto occasione di accennare alla propaganda jugoslava agli Stati Uniti. Mi giova riferirne oggi a V. E. più estesamente.

Il programma jugo-slavo, quale venne inizialmente concepi,to dagli jugoslavi fuorusciti che, allo .scoppio della conflagrazione europea risiedevano all'estero, specialmente a Parigi e Londra, e che mirava alla creazione di un grand'e Stato indipendente il quale comprendesse tutti gli jugo slavi, serbi, croati, e siJ.oveni, fu diffuso con ugruale perizia negli Stati Uniti. Risiedono qui colonie jugo-s,lave forti di circa 500 mila anime e composte in massima parte di operai emigrati a causa delle disgraziate condizioni economiche dei loro paesi nativi. Fra di essi ha fatto opera di penetrazione il Comitato dirigente, utilizzando le vaghe nozioni di libertà e .di democrazia che le menti rozze dei lavoratori slavi acquistano frammentariamente nei centri di lavoro americani e giovandosi di alicuni giornali croati i quali, se prima dell'agosto 1914 predicavano lo smemhramento dell'Impero austro-ungarico e la creazione di uno Stato croato, davano poi vita, a guerra iniziata, a numerose iniziative in aiuto dei serbi progettando financo la formazione di un piccolo esercito jugoslavo sul quale sembrò fare as,segnamento lo stesso governo serbo (telegramma di V. E. Gabinetto 195-3 del 5 febbraio 1916 e mio telegramma N. 36 del 6 febbraio 1916).

Su ques,te basi il Comitato di Londra inviò agli Stati Uniti nel corso del 1915 un membro di sua fiducia, il Dott. F. Potocnjak, affinchè prendesse con

tatto colle associazioni qui esistenti e ne .coordinasse l'azione con quella del Comitato centrale. Primo risu1ta:to tangibile della sua missione fu il Congresso delle società serbe, croate e slovene che riunitosi per la prima volta in Chicago nel marzo 1915, colla assi,stenza di 563 delegati, approvò il programma irredentistico degli slavi del sud disseminato •POi fra gl'i emigrati da numerosi giornali slavi, quali la Slobodna Tribuna di Seattle, 1'Hrwatsky Glasnik di Pittsburg, l'Hrwàtzka Zastava (Bandiera Croata) di Chicago, lo Hrwatsky Sbijet (Mondo croato) di New-York, e lo Hrwatsky Dewnik (Quotidiano croato) di Cleveland. Si raggiunse così lo scopo, sotto l'ap)parenza di un interesse slavo concordante con ouello della pace e della civiltà propugnato dalle Potenze dell'Intesa, di diffondere anche presso l'opinione pubblica americana quello ch'è in sostanza un programma essenziaLmente antitaliano.

L'entrata in guerra dell'Italia fu naturalmente sfrut.tata dagli Agenti Austroungarici per cercare di seminare discordia fra gli aderenti ai vari Comitati, definendo come un tradimento l'idea affacciata da alcuni di essi di escludere dalle pretese slave i territori reclamati da noi. E sebbene alcuni dei membri più influenti, fra cui Mgr. Niko Grehkowich, presidente del•la lega ·croata di Cleveland e il o1ignor Ante Biankini, presidente del Comitato Nazionale jugoslavo d'America, si adoperassero a conciliare l'idea imperialista con le aspirazioni italiane, esortando i loro connazionali a considerare l'Austria •Come il nemico e .l'qppositore principale; e sebbene il Comitato di Londra inviasse agli operai slavi un messaggio raccomandandone l'attiva partecipazione nell'allestimento di munizioni per «condurre più rapidamente alla vittoria dell'Intesa da .cui dipende la liberazione degli ju,goslavi », la maggioranza delle or,ganizzazioni non cela né cerca ridurre la vastità del programma iniziale che nel Regno slavo vorrebbe inclusi, oltre la Serba, il Montenegro, la Bosnia Erzegovina, la Croazia ed i paesi ·E•lover:<i, la Da.lmazia, l'Istria, il Goriziano e parte del Friuli orientale. Ne sono conferma il meeting di Pittsburg del 1915, nel quale oltre duemila rappresentanti indirizzarono al Presidente del Consiglio serbo un messaggio affinché « non un .pollice di terra jugo-slava cada sotto il dominio straniero, ma essa sia invece appieno liberata e riunita agli Stati jugo-slavi già liberi, Serbia e Montenegro ».

La pro.paganda si faceva intanto più attiva ed intensa. Ai primi di settembre 1915 ebbe luogo in Cleveland la Convenzione della Hrwatzka Narodna Zayedinca forte di 35 mila membri; all'Esposizione di San Francisco fu indetta una giornata slava; a Cleveland si tenne pure un ·concorso ginnastico delle ·società slave nel quale venne offerta la cooperazione delle Federazioni jugo-slave con quelle Czeche, Polacche e Russe, e rinnovata (in una dichiarazione che fu trasmessa al Segretario di Stato, agli Ambasciatori alleati in Washington ed al Primo Ministro serbo Pasic) la speranza « di conquistare la Hbertà e l'unione in un grande Stato nazionale senza ·che nessuna frazione del nostro popolo, nessun pollice del nostro territorio, s:ia all'ovest, a1l'est, al nord o al sud cada sotto il giogo

straniero ».

A quest'opera di propaganda contribuì efficacemente con azione solidale,

abbandonate le antiche discordie, il clero croato, quello cattolico e quello unista

che, adunatisi a Chicago decisero di cooperare, fra i loro rispettivi adepti, • per

la liberazione degli jugo-slavi dall'Austria e dallo straniero, sia in Dalmazia

che nell'Istria, nei paesi sloveni, nel Banato e nella Macedonia».

A migliore esaudimento delle finalità propostesi, i Comitati hanno diffuso e vanno diffondendo agli Stati Uniti, oUre la carta geografica che qui ac:eludo (ali. l) (1), notizie statistiche sulla popolazione della costa orientale adriatica (asserendo che in tutti i territori, gli jugo-slavi costituiscono una popolazione compatta) e le pubblicazioni della Biblio:thèque Yougo-slave (Edition du Foyer, Librairie Plon Nourrit, a Rue Garancière, Parigi), valendosi, a sostegno del loro programma, di quelle asserzioni dogmatiche esaltandosi nazionalistiche, scritti e dichiarazioni di personalità notevoli, che sono certamente note a V. E. per essere state originate in seno ai Comitati di Londra e di Parigi.

Ogni occasione del resto è stata colta dai Comitati per riaffermare i prindpi professati ed infondere nuova vita e nuova coesione alle masse slave in America. Nel 1916 si approfittò del 30 aprile, in commemorazione di Zrinjsky, e del 28 giugno, anniversario di altri martiri nazionali, per pubblicare manifesti e indire raccolte di fondi pro comitati jugo-slavi. La manifestazione più importante fu tuttavia il «Secondo Congresso Nazionale delle Colonie Jugo-slave dell'America del Nord » organizzato dal signor Milan Marjanovich, oriundo di Kastav in Jstria, pubblicista, già direHore del Namdno Jedinstvo (Unità Nazionale) di Zagabria, che fu tenuto a Pittsburg il 29 e 30 novembre scorso con l'intervento di delegati dell'America del Sud e dei Rappresentanti di altre razze dell'impero austro-ungarico, non interessate nelle aspirazioni politiche degli jugo-slavi.

Vi furono discussi due argomenti princi<pali: il primo di carattere comune concernente le condizioni degli emigrati di dette razze e mirante allo scopo di fonderli in una più stretta unione, di migliorare le condizioni economiche etc.; il secondo, d'indole politica, relativo alla costituzione del regno jugo-slavo nei territori adriatici e balcanici.

Al Congresso, cui pervennero numerosi telegrammi di S.A.R. il Prindpe Alessandro di Serbia e del Presidente del Consiglio serbo (ali. 2 e 3) (l) fu votato un ordine del giorno (ali. 4) (l) in cui viene " riaffermato il nostro diritto ,sull'Adriatico che lo straniero vuole strapparci "; e " l'identità nazionale dei serbi, sloveni e croati ".

Il 4 di questo mese poi, prendendo occasione dalla rottura di relazioni diplomatiche fra Stati Uniti e Germania, ebbe luogo a Pittsburg un altro meeting di slavi del West Pennsylvania e loro simpatizzanti per esaltare ancora una volta la formazione del regno slavo.

Accanto a quesrta attività jugo-slava che propugna la vittoria degli alleati per le realizzazioni delle sue asrpirazioni e che, se è ostile all'Italia, non lo è meno all'Austria, esiste un altro gruppo simpatizzante con l'Aus,tria il quale assorbe le sue idee dal giornale Narodnj Ljst, edito a New York dal noto agitatore Frank Zotti e ampiamente sovvenzionato dalle rappresentanze diplomatiche delle Potenze centrali. Questo gruppo fa capo ad un importante sodalizio intitolato « Austro-American Benevolent Society », nel quale si tengono riunioni e conferenze cui spesso intervengono a pronunciare discors~i in lingua inglese rappresentanti non confessati di Consoli tedeschi.

Un articolo che tradisce I'indirizzo germanofilo dei capi di questo movimento è apparso di recente sul giornale Cleveland Plain Dealer. Vi si accenna ad

uno Stato slavo a capo del quale dovrebbe esser posto il Principe Mirko. Siffatte intenzioni del gruppo dissidente verrebbero ad avvalorare la notizia comunicatami in questi giorni dal R. Console in Seattle, di un'agitazione destinata a fare scomparire la dinastia Petrovich, agitazione che sarebbe sorta nei circoli slavi ove si parla apertamente di una cospirazione contro la vita del Re di Montenegro e dei suoi congiunti.

Non mancherò di ragguagliare ulteriormente V. E. intorno a'l presente argomento.

(l) -Il telegramma fu trasmesso tramite il Governo dell'Eritrea il 16 febbraio alle ore 16,18 e pervenne alle ore 20 dello stesso giorno. (2) -Questo rapporto fu comunicato a Londra con 'r. posta 4174 del 20 aprile. (3) -Non pubblicati.

(l) Non pubblicato.

284

IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 14/7. Parigi, 12 febbraio 1917.

Ho l'onore di rimettere, qui unito, a V. E., copia della lettera (l) (salvo alcune varianti fatte posteriormente, che però, per quanto mi è stato assicurato, non ne hanno al,terato il senso generale) il Re Nicola direSise al Presidente del Consiglio francese allo scopo di obbligarlo a dichiararsi s:uHe note mene dirette a denigrare Sua Maestà ed il Montenegro e per obbligado a consentire alla fusione del suo Stato con la Serbia.

Il Signor Briand, compiendo la promessa fatta di voler discorrere personalmente col Re su tali argomenti, (v. mio ra,pporto 3 febbraio n. 13/6) (2) si è recato giorni or sono a vederlo.

In questo colloquio il Re ha rilevato nuovamente i vari segni dai quali si poteva essere indotti a ritenere che il Governo francese favorisse o per lo meno tollerasse la campagna diretta a rendere impossibile la restaurazione del Montenegro a profitto della Serbia.

Pur non dubitando che tale impressione non avesse fondamento egli riteneva opportuno di far notare che qualsiasi tendenza che prendesse in considerazione l'eventuale di,sparizione del Montenegro dal numero degli Stati alla fine della guerra sarebbe mal fondata in diritto e poco abile in politica.

In diritto, perché 'il Montenegro, pur essendo un 'piccolo Stato ra:ppresentava pur sempre uno degli alleati. I sacrifici ch'esso aveva sopportato durante le due ultime guerre balcaniche, la parte che aveva preso alla guerra attuale; i servizi che aveva reso alla Serbia, gli davano diritto di essere considerato alla 'pari con questa e di ottenere ingrandimenti territoriali proporzionati ai suoi bisogni, alla sua situazione ed ai suoi sforzi.

Si soffermò sulle accuse che gli erano state fatte e che si continuavano a muovergli circa la sua attitudine nel periodo che precedette l'occupazione del Montenegro e dopo il suo arrivo in Francia.

Egli chiedeva al Signor Briand se avesse conosceiJJza delle conàizioni in cul si trovava in quel momento il paese -Quali soccorsi militari gli erano stati forniti e quali aiuti morali gli erano stati dati? Il silenzio dei rappresentanti esteri, compresi quelli di Francia e di Russia, parevano incorag,giare il Montenegro ad una pace separata. La Serbia, per mezzo del Capo deHo Stato Maggiore Signor Petcitch gli consigliava (e per iscritto) di accettare financo patti che avrebbero leso gli interessi degli Alleati.

La campagna tendenziosa verso il Montenegro si faceva fin d'allora sopra un equivoco, il sospetto costantemente alimentato che egli trattasse segretamente con gli Imperi Centrali.

Che questa fosse una calunnia risultò a lume di giorno dalle condizioni stesse che l'Austria volle imporre al Montenegro al momento dell'armis,tizio Ma chi aveva tenuto conto di questa prova luminosa della fal.sità delle accuse mosse alla lealtà del Montenegro? Non si riproducevano ora ostinatamente, profittando che egli pel suo isolamento e la scarsità dei mezzi non avesse modo di difendersi? Si metteva al Montenegro l'alternativa del suicidio o del disonore.

Politicamente e per ragioni di opportunità una tale tendenza era poco abile.

Si rendeva, infatti, il Signor Briand, conto di ciò che era effettivamente il mondo jugo-·slavo? Credeva egli sinceramente che i vari popoli che lo compongono aspirano unanimemente alla dominazione serba? L'Intes,a commetterebbe un grosso errore se edificasse sul preconcetto (proclamato dai ,comitati e dalla stampa jugo-slava sovvenzionata) che tutti, croati, sloveni, da1mati e montenegrini aspirino al gioco della Serbia.

In realtà, se esiste fra loro un sentimento di comunità di razza, se essi ammettono la necessità di unirsi in un organismo a tendenze omogenee, nessuno è disposto ad entrare in tale aggruppamento ad occhi chiusi ed a rinunziare ai rispettivi particolari interessi, alla propria autonomia, alla individualità ~torica di ciascuno.

Tale era in ogni caso lo stato d'animo della grandissima maggioranza del popolo montenegrino ila .c~ui personalità era tanto più forte a cagione del suo passato, della sua secolare indipendenza, della parte che aveva rappresentato nei Balcani e nel mondo slavo.

Con la condiscendenza alla Serbia l'Intesa spingeva la parte più colta e migliore della Jugo-slavia nelle braccia del trialismo austriaco e nella sfera di influenza germanica.

Il Signor Briand, a quanto mi ha detto il Re, dopo averlo ascoltato, gli aveva risposto che nes1siuno aveva mai pensato che il Montenegro non dovesse venire restaurato e che il primo a parlare della s:ua unione alla Serbia era stato il Signor Radovitch, il quale, come Presidente del Consiglio Montenegrino, pareva godesse l'intera fiducia del suo Sovrano.

Poteva assicurare il Re, nel suo pensiero, il Montenegro s•arebbe ricostituito

e che gli augurava di poter presto ritornare nel suo Stato.

A conferma delle sue parole stava il fatto che le note di risroosta all'offerta

di pace degli Imperi Centrali ed all'invito del Presidente Wilson erano state

redatte nella sua cancelleria, che la restaurazione del Montenegro vi figurava

insieme ai Belgio, la Romania e la Serbia fra i fini della guerra, e che tale indu

sione era stata fatta da lui, e, posteriormente, approvata dagli Alleati.

Il Re allora credette opportuno di esporre al Presidente del CollJSiglio francese le sue vedute sui territori che avrebbero dovuto assegnar,si al Montenegro per renderlo vitale; e cio~, al sud, Scutari e'l'Albania settentrionale, ad est una parte del sangiaccato serbo, ed al nord una parte deill'Erzegovina e la cosrta fino alla Narenta.

Il Signor Briand gli avrebbe risposto che per Soutari e l'Albania settentrionale la cosa gli pareva realizzabile -Per quanto riguardava l'Erzegovina e la costa ari! nord di Cattaro es,sa veniva reclamata anche dai serbi -Non si mostrava però alieno dal prendere in considerazione la richiesta d'el Montenegro -Ad ogni modo desiderava di avere su questo argomento un altro colloquio col Re.

Sua Maestà mi ha detto che era rimasto assai soddisfatto delle dichiarazioni del Signor Briand e della cordialità delle sue d'ichiaràzioni.

(l) -Non si pubblica. (2) -Non !"lllbblicato.
285

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 401/39. Washington, ... febbraio 1917 (per. ore 14,25 del 13).

Mio telegramma Gabinetto n. 38 (1).

Della insinuazione 'tedesca di negoziare cogli Stati Uniti d'America si è fatto portavoce questo Ministro di Svizzera. Ne ha accennato verbalmente a Lansing il quale gli ha domandato una .comunicazione scritta. Questa comunicazione sotto forma di memorandum è stata consegnata a Lansing ieri sera domenica e dice così :

«Il Governo elvetico è stato richies,to dal Governo tedesco d'i dire che esso è disposto adesso come prima a negoziare ufficialmente o ufficiosamente cogli Stati Uniti purché il blocco commerciale contro l'Inghilterra non venga ostacolato ».

Lansing ha risposto testè al Ministro di Svizzera con una lettera nella quale dichiara in nome di Wilson che il Governo degli Stati Uniti discuterebbe volentieri col Governo tedesco qualunque questione piacesse a quest'ultimo di sottoporgli quanldo il Governo tedesco ritirasse la .sua notificazione del 31 gennaio neLla quale improvvisamente e senza akun previo indizio annullò le assicurazioni fornite a questo Governo il 4 maggio 1916; ma che non entrerà in nessuna discussione col Governo tedesco circa il sistema di guerra dei sottomarini contro i neutri che es,so presentemente persegue a meno e fintantoché il Governo tedesco non rinnovi le assicurazioni del 4 maggio e non agisca in conformità delle stesse. Confermo che la mossa tedesca è stata suggerita da questo Ambasdatore di Germania d'accordo con Bryan.

(l) Cfr. n. 279.

286

L'AGENTE DIPLOMATICO E CONSOLE GÈNERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 404/54. Cairo, 13 febbraio 1917, ore 13,40 (per. ore 17,25).

Sono stato informato ,che Colonnello Brémond capo missione francese in Arabia, ha chiesto a questo Comando Supremo cooperazione per una vera e propria azione militare rranco-inglese da iniziare in Arabia in aiuto dello Sceriffo della Mecca. Comando inglese vi si è dimostrato recisamenrte contrario, non sembrandogli che tale azione fosse necessaria e tanto meno opportuna che popoli cristiani ;prendano parte diretta ed attiva in una guerra che ha carattere locale ed essenzialmente musulmano. Colonnello Brémond disse allora ,che .si sarebbe recato a Massaua ove sperava che il suo progetto di cooperazione franco-italiana in Arabia avrebbe trovato migliore accoglienza da parte del nostro Governo.

Mi risulta che ile autorità britanniche ritengono 'che eventuali passi del Colonnello Brémond o del Governo francese saranno destinati a fallire. Ad ogni modo prevengo S. E. che unà cooperazione franco-italiana troverebbe qui una recisa o~posizione.

287

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 231 (1). Roma, 13 febbraio 1917, ore 18,30.

Miei telegrammi gabinetto nn. 220 (2) e 227 (3).

Gier's mi riferiva che Pocrowsky interpreta i passi fatti da Rizoff presso i rappresentanti russi a Cristiania e Stoccolma 'Come indizio che la Bulgaria sarebbe disposta a trattare per una pace separata. Egli chiede l'opinione d'ei Governi alleati sul fare qualche mossa in questo senso per meg'Uo scandla,gliare se esistono tali disposizioni, e sulle condizioni generali che si potrebbero eventualmente fare.

Ho rispostò che non condividevo tale impressione. Rizoff aveva accennato a pace da farsi tra la Germania e la Bulgaria da JUn lato e la Russia dall'altro, e ciò mi dimostrava tiUtt'a'ltro prqposito che quello di staccarsi dalla Germania. Del resto non credevo affatto alla serietà del passo di Rizoff, considerandolo soltanto come un tentativo di scandagliare le intenzioni russe e la sua fedeltà all'alleanza e di nuocere alla compagine dell'Intesa.

l'l mio consiglio era di lasciar cadere completamente nel vuoto la mossa Rizoff.

(l) -A Londra e Parigi il telegramma fu mandato per posta. (2) -Si tratta della trasmissione a Parigi. Londra e Pietrogrado dei nn. 265 e 227. (3) -Non pubblicato.
288

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINI,STRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R.R. 408/73. Londra, 13 febbraio 1917, ore 15,38 (per. ore 19,15).

Dopo riunione di ieri, Balfour, trattenutomi qualche momento, mi chiese se avevo avuto notizia di assaggi austriaci .per una iPace separata con tutti gli alleati. Ri~osd negativamente agJgiungendo iPerò che mi aveva ·colpito la notizia letta in un giornale del mattino della nomina di MenJSdorff ad Ambasciatore straordinario in Danimarca e mi ero domandato se e quale recondito scopo poteva avere siffatta missione. Rispose Balfour aver avuto un vago sentore dei predetti assaggi e voleva approfondire le indagini riservandosi di comunicarmene il risultato. Come mia iil'liPre.ssione personaile osservai notizia non ~sembrarmi a prima vista verosimile. Non vedevo difatti come anche volendolo potrebbe oggi l'Austria sottrarsi al:la situazione di dipendenza assoluta dalla Gemnania dal punto di vista interno, diplomatico e soprattutto militare. Replicò Balfour tale essere pure la ~sua impressione ma ·che ad ogni modo metteva conto di trarre la cosa in chiaro.

289

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 407/40. Washington, ... febbraio 1917 (per. ore 19,30 del 13).

Jil Governo non rifugge da nessun tentativo anche se destinato a ·cadere nel ridicolo. Suo strumento è oggi Carranza che in una nota agli Stati Uniti, Argentina, Brasile, Cile e ad altri neutri, li invita ad un accordo inteso a proibire l'esportazione dai rispettivi paesi dei generi alimentari e del materiale da guerra destinati ai paesi belligeranti.

290

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 410/74. Londra, 13 febbraio 1917, ore 22,10 (per. ore 4,45 del 14).

Mio telegramma n. 71 (1). Dopo categorico mio rifiuto di discmtere note proposte Balfour chiese se rifiuto era motivato dal fatto della divergenza tra !Proposte e nostro memorandum

-o dal trovarle io non confo11mi alle disposizioni dell'articolo nono. Risposi che il

!O -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VII

memorandlum indicava e giustificava l'attribuzione che il R. Governo riteneva. dovuta all'Italia in base appunto al trattato. Un >Semplice sguardo aHa carta dimostrava a mio avviso l'evidente mancanza di proporzione tra la zona proposta e quella francese. Rifiuto mio di discutere le p'roposte in tali condizioni era del resto in perfetta ,coerenza con le dichiarazioni fatte nell'la riunione precedente di volere rimanere affatto estraneo ad una proposta che p'rendeva per base una delimitazione diversa da queNa indicata nel memorandlum. A questa risposta, parlando benmteso in mio nome personale per liberare la mia coscienza e col diritto che credevo venirmi dalla mia modesta ma volenterosa parte nel negoziato del 1915, attirai nel modo più ilntenso l'attenzione deHa riunione su di una circostaro:a che agli occhi degli Alleati deve avere speciale peso. Nella soluzione, dissi, di questa controversia occorre tener presente oltre la naturale scrupolosa esecuzione dell'articolo nono anche un'a!lltra considerazione d'indole morale, la riparazione cioè dovuta all'Italia per l'indiscutibHe torto due volte fattole dagli alleati prima col procedere ad intesa a sua insaputa e poi col dare alle nostre domande informative risposte vaghe ed evasive mentre sarebbe stato doveroso· dire subito chiaramente come stavano le cose. Questa mia osservazione non meno severa nella sostanza che per la forma ed il tono cordiale ed amichevole con cui la formu~i fu accolta in silenzio generale e non provocò alcuna replica. A rompere forse il ghiaccio, Balfour chiese se nella procedura da me deplorata io ravvisavo un motivo per giustificare la maggiore entità delle nostre domande. Ri~osi rÌjpetendo che le nostre d'omande rappresentano la parte in giustizia ed equità spettante alll'Italia in base al trattato. Lncomberebbe quindi agili Alleati, per i motivi 'SUesposti, di esaminal'le con 'speciale sollecitudine e spirito conciliativo, mentre invece vedevo che la proposta presentatami teneva conto più del punto di vista francese e russo che del nostro. Come semplice osservazione personale e senza entrare in merito della proposta rilevavo ad! esempio la eliminazione di Smirne che d'un tratto toglieva il principaiJ.e valore a tutta la regione che ci si voleva assegnare. Cambon interloquì dicendo che il vatore di una regione non si poteva apprezzare sol,tanto dal punto di vi,sta dell'estensione chilometrica, conveniva invece tener conto d'i altri elementi che ,supponeva Balfour aver illustrato a conforto della sua proposta. BaUour disse che 1se lo desideravamo avrebbe fatto chiamare MaHet, autore del progetto, per discutere con lui e raccogliere le sue spiegazioni.

Risposi e per parte mia non potevo certamente l'lifiuta11mi di ascoltare quello che direbbe Mallet, ma in discussioni di sorta per i motivi già esposti non intendevo entrare. Replicò Segretario di Stato essere in tal caso inutile chiamare Mallet. Cambon osservò allora che nè lui nè io nè il Russo potevamo adeguatamente S!piegare ai rispettivi Governi una rprO!pOSta ·Consistente in una semplice linea sulla carta non a·ccompagnata da un documento che ne dimostrasse l'equità e la ragionevolezza. Dal punto di vista politico dell'equilibriodel Mediterraneo a lui personalmente rpareva che i diritti italiani erano affi!Piamente tutelati dall'assegnazione di un così esteso ed importante tratto di ,costa ed in prossimità per giunta delle isole del Dodecanneso. Osservò pure, ed a lui fece coro Nabokoff, essersi sempre ritenuto che il nostro promemoria dovesse servire ,come base di amichevole discussione fra gli Alleati e non costituire un insieme di condizioni sine qua non. Replicai che si fos1se realmente pre,so per base il nost1ro promemoria ed io avessi constatato dÌB!Posizioni favorevoli nei punti essenziali non mi sarei certamente rifiutato ad entrare in discussioni e mi ·sarei pure eventualmente adoperato per awianare le 'diflkoltà. Ma la d~scus.sione si voleva invece impostare su basi in tr0ppo ,stridente ,contrasto ~col memorandum, non avrei quindi potuto partecipa~i senza vulnerare a priori l'entità fondamentale delle nostre domande. Dissero allora i tre r31PPresentanti che dal momenrto 'che io non volevo o non 'potevo disoutel'e in via amichevole, beninteso 'senza menomamente impegnare il R. Governo, ~la ~convel'sazione a quattro alla quale avevamo aderito diventava inutile. Repli<cai ricoodando ,che l'adesione di V. E. alla conversazione a quatt,ro fu data per se<Ill!PUce dleferenza al desiderio <iegli Alleati e per uscire una buona volta dall'intollerabile stato di incertezza in ,cui non ,peir <coLpa nostra ci trovavamo.

La ,pvimitiva proposta di V. E. era stata ~che gli Alleati r1S~Pondessero al memorandum e solo a risposta ottenuta si iniziassero le ,convel'lsazioni, ,che in tale dreostanza apparivano a Lei più profkue. Replicò Cambon erasi preferito intraprendere subito le convex:sazioni ed a Londra per guadagnar tempo e facilitare la soluzione a noi gradita profittando della sperimentata intimità e cor-_ dialità di relazioni personali tra gli Ambasciatori e delle loro sperimentate <iisposizioni concilianti. Risposi che il Governo britannico e lui, Cambon, debbono a quest'ora sapere che io non fui mai e non sono uno a,prioristico intransigente, ma nel ,caso presente la transigenza da parte mia equiva11rebbe ad agire non <solo contro le tassa,tive istruzioni di V. E. ma 'contro la mia ~coscienza che ho della difesa dei 'supremi interessi del mio Paese. A qu~o punto disse Balfour sembravagli inutile ins,i,stere più oltre. Egli awebbe info11mato Rodd dell'avvenuto e dimostratogli la pedetta ~consonanza tra le (In'oposte e le diS!Posizioni del trattato e l'eguaglianza del valore di esse con la zona francese. Dopo di che <SIUPIPOneva che V. E. mi avrebbe dato ,più ampia facoltà di procedere nella discl.lSsaone. Osservò Cambon essere necessario che l'illustrazione e la dimostrazione ci11ca le proposte siano comunicate al più ,presto. Terminata la seduta io manifestai chiaramente a Balfour il mio vivo dispiacere per le proposte che ero sicuro che V. E. non avrebbe potuto considerare. Egli insistette sulla uguaglianza in valore dimostratagli da Mallet ripetendo ,che ,telegrafava a Rodd. Balfour alludendo poi ai m.iei accenni alla ,scorretta procedura iniziale funestamente riverlberantesi su tutti questi negoziati, dilsse che nessuno ne era più dolente ed addolorato di lui e non esitava a biasimare Briand, Sazonoff ed anche Grey per la parte di responsabilità che loro a!ìPetta. Risposi che purtroppo fino a questo momento ho éll5iCOltato molte deplorazioni ma non ho ancora :scorto alcun indizio di tangibile Tesipiscenza. Segretario di Stato volle poi sti>ontaneamente assicurarmi essere proposta stata formulata da Mallet 'senza alcuna prev<ia intesa con Francia e Russia. Di dò avevo già avuto impressione dall'andlamento della conveT!Sazione. Nell'aocomiata~rmi Balfour col suo abituale filosofko ~1cetticismo disse: • penso ehe vi state faeendo tanto ·cattivo sangue e ,stiamo tutti ad arrabbiartd per ripartirei territori ancora non conquistati e forse destinati a irimanere tali , . Risposi essere ques,ta una ragione di più per facilitare un accordo

con piena nostra soddtsd:azione. Dalla riunione di ieri ho tratta conferma della

mia impressione iniziale che Balfour .conosce ~solo superficialmente la questione.

Egli ha creduto ben fare rimettendosene al giudizio di Mallet per breve tempo

nefasto Ambasciatore a Costantinopoli, che non fu mai in Anatolia mentre non furono in questa occasione consulta·te •le due sole persone aventi della località profonda conoscenza ed all'OIPinione delle quali Grey aveva in animo di affidarsi.

Confido che V. E. vorrà approvare il mio contegno e linguaggio (l) (2).

(l) -Cfr. n. 281.
291

IL MINISTRO A COPENAGHEN, SACERDOTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 303/198. Copenaghen, 13 febbraio 1917.

Il Politichen pubbHca nel suo numero odierno una •Cowispondenza da Stoccolma che riproduce alcune dicerie già diffuse dalla stampa socialista svedese, secondo le quali avrebbero avuto luogo, durante il Ministero Sti1rmer, dei negoziati •se·gtreti per la ·Conclusione d'una pace sepa·rata flra la Gernnania e la RuSISia.

A tali negoziati, ·che sarebbero :stati iniziati in Svizzera, avrebbero rpreso parte il PrrincÌjpe Biilow ed un alto funzionario russo colà mandato e®ressamente dallo Stiirmer. Le trattative sarebbero state poi proseguite a Bedino da un altro alto funzionario ru&SO, il quale awebbe dimorato nella ·Céi!Pitale tedesca fin dall'inizio della .guerra ed a Pietrogrado dal Pr;inc~pe di Hesse.

Secondo la corrispondenza di cui sop!"a la Germania aW"ebbe offerto alla Russia il passaggio libero per la sua flotta di guerra attraverso i Dardanelli ed il diritto di occupare alcune isole del mare di Marmara. Inoltre la Germania sarebbe stata di®osta di riconoscere l'indipendenza della Serbia e del Montenegro e di far ·cedere alla Russia parte dell'Armenia e della Persia nonché la Bucovina e la Galizia.

In cambio la Germania avrebbe insistito sull'anne·ssione della Curlandia e di Kovno. La questione polac-ca sarebbe stata deferita alla decisione della conferenza per la pace.

292

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. 191. Roma, 14 febbraio 1917, ore 15.

Mio telegramma N. 188 (3).

Il R. Ambasciatore a Londra telegrafa quanto segue :

• Foreign Office informa che il Governo britannico è pronto a cooperare con Italiani e Francesi a qualsiasi iProvvedimento venga deciso per rifornire la Grecia realista dopo l'abolizione del blocco.

Per quanto lo concerne Governo britannico è pronto a facilitare l'avviamento di piroscafi per carrkare agli Stati Uniti d'America grano per la Grecia •.

(l) Sulla riunione del 13 febbraio cfr. la relazione di Nabokoff a Pokrowsky, in pari data, in Aujteil. der as. Tilrkei, n. 255, pp. 210-211, e quella di Balfour all'ambasciatore a Pietrogrado Buchanan, del 15 febbraio, ibidem, n. 258, pp. 212-213, riportate entrambi in ToscANO, San Giovanni di Mariana, pp. 213-215. Vedi anche i telegrammi di Nabokoff a Pokrowsky, del 14 febbraio e di Giers a Pokrowsky, del 15 febbraio, ibidem, n. 256 e n. 257, pp. 21 1-212.

(2) Ed. in SONNINO, Carteggio, Il, cit., pp. 160-164.

(3) Non pubblicato.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 531/90. Pietrogrado, 14 febbraio 1917, ore 11,30 (per ore 18,15).

In un lungo articolo sul Birsgevia Viedomosti Professore Stanowitch esamina questione fusione Serbia Montenegro in un solo Stato. Dtce ·che se durante secolo XIX vi fu spesso disarmonia nelle relazioni serbo-montenegrine sola causa ne furono interessi dinastici. Quando nel 1912 truppe sertbe e montenegrine si fusero, quando i due paesi col trattato di Bucarest divennero confinanti, popolo chiese fosse ·coronata al più presto ,sua aspirazione vedere le due Nazioni fondersi in una sola. Iniziaronsi a tale ,scopo trattative ·che, benchè lente, ,procedevano sicuramente, rperehè in pratica popolo serbo e montenegrino spera!Vano in tutto come se di fatto non esistesse che un popolo ed uno Stato solo. Grande guerra troncò trattative e Montenegro automaticamen:t.e prese le armi colla Serbia contro l'Austria. Dell'atto contro la Nazione e lo Stato commesso dal Montenegro nel gennaio scorso anno non è colpevole nè pCJtpolo serbo del Montenegro, nè esereito montenegrino ma solo alcuni personaggi della Corte che non ebbero la forza di separare loro inter.essi pel'sonali e dina1stid dagli interessi dello Stato. Intrighi svoltisi nel Montenegro non debbono ingannare nessuno. Tutti debbono •Sapere specialmente i russi ·che pCJtpolo seribo e montenegrino vogliono unione Montenegro alla Serbia. Disgraziatamente pare di •ciò non siano ancora persua,si coloro che reggono sorti popolo serbo del Montenegro e nella loro cecità sono mantenuti da coloro 1che credono el'II"oneamente ·che futura potenza del popolo serbo ,sia 1per ess!i. grave minaccia. Ma non btsogna dimenticare non essere poSJSihile lottare contro logica avvenimenti. Serbia e Montenegro ·si fonderanno in unico Stato, perché questo è il desiderio di tutto il popolo serbo e pe11ché così deve essere. È anzi nell'interesse generale ciò avvenga al più presto ,poSisibile e senza scosse.

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IL MINIS'l1RO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI

T. 193. Roma, 14 febbraio 1917, ore 22.

Ignoro se gli alleati pensino sollevare questione occupazione delle ,concessioni nemkhe Tientsin e Hankow. Pel solo caso ciò sia, prego V. S. tenere presente rsarebbe desiderabile ,che quella austro-ungarica a Tientsin !POtesse esser da noi occupata anche a titolo provvisorio facendo valere ,che a noi soli è finitima. Waiciao-pu potrebbe poi essere assicurato della nostra intenzione tener nel massimo conto suoi futuri desideri.

Quanto ad Hankow, e sempre nel caso la questione sia da altri sollevata, noi dovremmo partecipare in equa misura alle eventuali nuove acquisizioni od ammini,strazioni degli Alleati.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 414/76. Londra, 14 febbraio 1917, ore 10,25 (per ore 6,15 del15).

Mio telegramma n. 73 (1).

Chiedevo oggi ad Hardinge qualche mag,giore cParticolare sull'origine della notizia datami ieri da Balfour cir,ca assaggi austriaci rper una pace rseparata. Mi ha risposto che informazioni qui giunte recentemente da tre o quat,tro fonti diverse erano tutte concordanti in quel senso. Egli aveva quindi rappresentato a Balfou,r l'urgenza di avverti,re i rprindpali alleati per eliminare a !Priori ogni

sospetto di separate ,conversazioni inglesi. Trattandosi però ancol'a d'indizi assai vaghi rsembrava a Balfour opportuno a,ccertarne anzitutto il reale fondamento e, senza beninteso menomarmente discuterli, cercare di rconoscere eventuali condizioni. A quanto pare queste suprposte tendenze [paciftche si rsa;rebbero e si vorrebbero mantenere ignote alla GermaniH. Harrdinge 1pur ~convenendo meco nelle considerazioni che farebbero presumere poco probabile un'azione isolata austriaca in senso pacifico, ha osservato che devesi pure tener 1presente i sentimenti del nuovo Imperatore notoriamente desiderosissimo iniziare suo regno ~colla conclusione della pace. Per motivi risultanti da tutto l'insieme della mia ,corrispondenza non esiterei ad affermare che una pace separata austriaca incontrerebbe il favore della grandissima maggioranza di questa opinione !PUbblica sia per il gravissimo colpo inferto alla Germania sia ,per la notoria a,ssenza di quaLsiasi animadversione popolare britannica contro la duale mona!'ch:ia. Ciò a prrescindere dalle relazioni cordialissime ab antiquo esistenti fra questa e la Corte austriaca relazioni che nemmeno la guerra ha immutabilmente comprome,sso. In una mia udienza dal Re notai ad esempio sul suo tavolo da scrivere fra le fotografie famigliari quella dell'Imperatore Francesco Giuseppe.

(l) Cfr. n. 288.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI,

T. GAB. RR. P. 93. Pietrogrado, 14 febbraio 1917, ore 21,50 (per. ore 14,10 del 15).

Non volendo affidare alla radio-tele.grafia le 'conclusioni militari della conferenza nè riproduxle testualmente ·col vecchio ,cifrario francese le invio a V. E. in riassunto via Alexandrowslty. Esse rispondono al questionario già comunicato a V. E. (programma della conferenza) in questi sensi:

Alla prima domanda. Le campagne del 1917 avranno carattere decisivo mediante l'imp.iego dei massimi mezzi di cui dÌISipongono gli alleati.

Alla seconda e terza domanda. A partire dal 15 febbraio su ·ciascuno dei fronti prindpali degli alleati tutte le misure saranno ~ese per impedire al nemico di riprendere l'iniziativa delle operazioni. Se per conservare tale iniziativa uno degli alleati è obbligato a impegnare azione prima della data stabilita gli aUri allea,ti impegneranno la 'propria entro tre settimane impiegando quelle forze che le rispettive condizioni ·climatiche permetteranno.

Alla quarta domanda. Se le circostanze lo consentono l'offensiva sarà presa su tutta la fronte alla data che i delegati militari fisseranno.

Alla quinta domanda. Nelle congiunture attuali il teatro balcanico ha perduto della sua importanza. Non v'ha più luogo quindi dii eseguire il 'progetto d'isolamento della Turchia per mezzo di azione convergente russo romena e da SaloniCiCo contro la Bulgaria.

L'·esercito di Salonioco mantenuto nel numero di divisioni attuali e costantemente tenuto al ·completo nei suoi effettivi, avrà per missione :

A) di resistere energicamente ad ogni attacco e di conservare per quanto è possibile Monasti-r;

B) irrnmobiliz,zare forze nemiche e interdire le comunicazioni dei Bulgari con i Greci; e qualora il nemico ritirasse ·considerevoli forze dalla Macedonia passare alla offensiva.

Per mantenere •completi .gli effettivi Sei'bi si raccomanda ai Governi russo e italiano di facilitare il reclutamento dei prigionieri slavi. Il miglioramento della s.trada Santi Quaranta-Monastir sarà (proseguito attivamente. Esel'cito romeno sarà rior.ganizzato nel numero di divisioni possibile a crea11si e mantenersi.

Alla sesta e settima domanda. Si ·conferma 1mpegno di mutuo appoggio fra Alleati convenuto a Chantilly e cioè: se una Potenza è attaccata le altre le verranno immediatamente in aiuto sia indi·rettamente con attacchi al nemico entro termine non superiore a tre ,settimane sia dkettamente con invio di forze fra teatri di operazioni uniti da comunicazioni agevoli.

delegati emettono voto che i Governi interessati facilitino la coordinazione delle operazioni del Caucaso e della Mesopotamia.

Fine delle conclusioni della Commissione militare. Circa commenti fattivi dal Plenum della conferenza mi riferisco al telegramma del Ministro Scialoja da me trasmesso ,col tele~ramma N. 80 (1).

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 245. Roma, 15 febbraio 1917, ore 18,30.

(Per Londra) Telegramma di V. E. Gabinetto n. 73 (2).

(Per gli altri) R. Ambasciatore a Londra telegrafa quanto segue: • Dopo riunione..... (come nel telegramma Gabinetto n. 408/73) •. Ho risposto ad Imperiali come a~presso. (Per tutti) V. E. può assicurare Balfour che R. Governo non ha avuto alcuna

notizia di assaggi austriaci per paci separate. Se l'avessi avuta non avrei mancato di comunicarla subito ai Governi Alleati.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 249. Roma, 15 febbraio 1917, ore 22.

(Per Londra) Telegramma di V. E. Gabinetto n. 74 (1).

(Per gli altri) Al telegramma di Imperiali che ho comunicato a V. E. col

mio Gabinetto n. 246 (2), ho risposto nei termini seguenti:

(Per tutti) Approvo suo contegno nella riunione di lunedì 11. Fino a stasera

Rodd non si è fatto vivo (3).

Non possiamo accettare 'come base di discussione le proposte Balfour che

escludendo tanto Smirne quanto Mer,sina e Adana tolgono agU 'stessi tern-itori

intel"ni ·cone:es·s1i ogni ·Serio elemento di vitalità e ci offrono, contrariamente ai

patti di Londrra, condizioni affatto ~~pr01porzionate con le quote attribuitesi dagli

alleati. Quando questi persistano su tale terreno sul quale appare impossibile

ogni accordo, non vedo utilità continuare ·codeste trattative e riunioni a quattro.

Parmi convenga far sentire quanto sopra con fornna fernna per quanto cortese a

codesto Governo e ai colleghi. Prego V. E. dirmi sua opinione in proposito.

Naturalmente resterebbe riservato ogni nostro riconoscimento di tutti gli ac

cordi intervenuti nel 1915 e 1916 tra gli alleati relativamente a Costantinopoli,

all'Asia Minore, al Mar Rosso ecc., essendo esso .subordinato al .reciproco ricono

scimento delle nostre aspirazioni ( 4).

(Per Parigi e Pietrogrado) Prego V. E. esprimermi pure suo parere su so

spensione trattative a quattro Londra, e eventualmente sulla opportunità e spe

rabile risultato di negoziati distinti con codesto Governo.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 433/90 . Pietrogrado 15 febbraio 1917, ore 10,30 (per. ore 22,20).

Ministro Scialoja prega trasmettere all'E. V. il seguente telegramma:

Nella seduta odierna la conferenza ;poliHca ha adottato la ll"isoluz;ione seguente:

• l) La conférence décide qu'il y a lieu de demander au Japon sous forme de matériel d'artillerie, de munitions, d'officiers et servants de ces matériels, un plus grand concours.

2) La conférence a reconnu la nécessité de la création d'un o11gane centrai des quatre Grandes Puissances alliées représentées à cette conférence pour s'entendre plus rapidement sur toutes les questions touchantes la haute dlirection de la guerre.

A ce fin la ·conférence estime que cet organe devraU etre constitué par des réunions régulières et fréquentes des Présidents des Consei1s. Les Présidents des Conseils des Ministres pourraient etre remplacés par un autre membre du Gouvernement ou par un délégué IPOlitique, :@écialement autorisé à cet effet.

La conférence émet l'avis qu'autant que possible aux réunions de ces conférences prennent part les memes personnes •.

Ho ·Chiarito che parole • regolarità nelle riunioni • devono intendeJ'ISi non già per periodo fisso, ma a • nocmalità delle riunioni • che si faranno ogni volta e nei teiiliPi che ci sembreranno convenienti. Così •s'1inJtende ·che potrarnno intervenirvi ad esse delegati ed altri Ministri tecnici ma •senza abusarne per evitare che divenendo trOIPIPO nurrnerose ;possano perdere di efficada.

Doume11gue e Milner hanno appoggiato questo p·unto di vista che rimane acquisito a verbale.

Neratoff insisté a lungo per la costituzione immediata di Comitati permanenti ·di Amba•sciatori con .speciali poteri per tmttare le questioni secondarie. Ho osservato che anche le questioni secondarie, se im;plicano deci:sioni d'ordine politico, spettano unicamente ,per quanto riguarda l'Italia ai Ministri responsabili. Che nel •caso nostro gli Ambasciatori dovrebbero riferire al governo e ·che si creerebbe .così un nuovo organo intermedio im;pUcante nuovi ritardi. Ho proposto che l'esame ·circa l'istituzione di questo organo per talune questioni e con eventuali mansioni consultative fol1ffii uno dei primi oggetti dell'attività della .conferenza accennati nella risoluzione n. 2.

Doume11gue e Milner si sono associati e •così si è rimasti d'aecordo.

Ha seguito poi una lunga discusiSione sulla posizione :speciale della Russia per la sua il"appresentanza alle conferenze regolari determinata dalle ·condizioni peculiari della sua costituzione politica e dali~ sua distanza dagli altri alleati. Sazonoff ha insistito lungamente per .chiarire la posizione :dlegli Amba:sciatori di Russia di fronte ai delegati russi alle .conferenze •che non potranno essere presumibilmente mai né Presidente del Consiglio dei Ministri né Ministro degli Affari Esteri. Fu osservato .che trattasi di questione d'ordine interno riguardante Rlussia e non da trattarsi alla conferenza.

Alla fine della ·conferenza Carlotti accennò alle difficoltà create dal blocco alle nostre colonie di Atene e Patrasso domandando se non fosse il •caso di allontanare il blocco proporzionatamente all'adempilmento effettivo delle obbligazioni assunte dalla Grecia in seguito alla nostra ultima nota. Dourrnergue e Milner ammisero la possibilità di qualche temperamento a favore delle colonie italiane (1).

(l) -Cfr. n. 290. (2) -Ritrasmissione del n. 290. (3) -Il colloquio ebbe poi luogo nel pomeriggio del 18 febbraio cfr. Diario, III. cit.• stessa data.

(4) Ed. in SONNINO, Carteggio, Il, cit., p. 165.

(l) Ritrasmesso a Londra e a Parigi con T. Gab. 251 del 16 febbraio.

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L'AMBASOIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 429/92. Pietrogrado, 15 febbraio 1917, ore 10,30 (per. ore 22,45).

Telegramma d'i V. E. Gabinetto 113 (1).

Neratoff mi ha detto aver intei'I,Pellato Parigi, Roma, Londlra circa l'oiJIPOrtU

nità di fare 'com1prendere a Rizoff ·che qualora la Bulgaria intenda trattare [per

una pace separata abbia a darne incarico a pel'Sona ufficialmente rivestita delle

facoltà all'UOfPO necessarie. Governo russo, egli mi ha detto, crederebbe non

dover perdere l'occasione di far conoscere in Bulgaria che la possibilità di un

simile contatto esiste.

Da me interpellato circa l'esito ·che, a ,suo avviso, potrebbe avere tale passo,

Neratoff ri51Pose che in o~ni caso non vi sarebbero inconvenienti a che i ,partigiani

degli Alleati in Bulgaria ne venissero a conoscenza oppure che il Governo

bulg'af11o si c,omjpromettesse d!i. iironte alla Germania. .A!Sisa.ggjo non sarebbe

comunque inutile per sapere in quali acque navighi Bulgaria.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 432/91. Pietrogrado, 15 febbraio 1917, ore 10,30 (per. ore 6,15 del 16).

Telegramma segreto n. 221 (2).

Con .previo consenso del P·residente e dopo esaurito l'ordine del giorno ho richiamato l'attenzione della conferenza sull'urgente <>IP\POrtunità di allentare il .blocco per i viveri in Grecia almeno proporzionando le concessioni abolite al graduale adempimento da parte dei Greci degli obblighi loro imposti e ciò non solo in base alla nota delle Potenze ma anche per non attirare dannose odiosità e rimproveri di scaTISo spirito umanitario e per dovere di equità. Questione è divenuta tanto rpiù urgente in quanto le •Colonie estere e in particolare le italiane soff~rono rpiù g~ravemente di tale stato di cose.

Mi fu osservato dall'Ambasciatore di Francia e <fui Ministro Doumergue che l'allentamento del blocco sia pure paTZiale gli toglierebbe la voluta efficacia e che le ultime notizie dimostrano che la Grecia cerca di eludere ·continuamente le misure i:m,postele e sarebbe im!Pru.dente sospendere l'azione del blocco finché essa non abbia adempiuto a tutti i suoi obblighi. Replicai che il ,p~rincilpio di proporzionare le concessioni all'esecuzione degli obblighi faciliterebbe di gran lunga le constatazioni, la .cui unanimità d!iventa invece difficile quando si tratta

cose, [conseguente al mantenimento del blocco] qualche provvedimento a tutela dei propri connazionali •.

di emettere un parere sintentico anziché di rilevare i singoli 'casi di esecuzione. Attendere l'unanimità per un parere sintetico poteva 1protrarre la decisione per mesi dò ·che non è evidentemente nelle intenzioni di dette Potenze.

Doumergue e 'successivamente il Presidente hanno osservato che la ·conferenza era ,già d'accordo per il princi,pio che lo scioglimento del blocco avesse luogo d<>iPO unanime ·constatazione dei competenti ovgani di avere la Grecia adempiuto ai suoi obblighi. Entrambi ammisero, poi, e la conferenza passò a protocollo, la decisione in proposito che ogni necessaria misura sia presa per garantire i rifornimenti alimentari delle colonie estere.

(l) -Non pubblicato. (2) -T. Gab. 221, dell'H febbraio, ritrasmette a Parigi, Londra e Pietrogrado il T. Gab. 369j63 dell'H febbraio del console di Patrasso sulla necessità in cui potrebbe vellll'Sl a trovare il R. Governo • di dover prendere esso stesso, qualora perdurasse l'attuale stato di
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IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 450/45. Jassy, 15 febbraio 1917, ore 9 (per. ore 18,40 del 16).

Ministro di Francia d'accordo col Ministro d'Inghilterra è venuto a dirmi che la situazione alimentare è tale da rendere inevitabile eva,cuazione Mo1davia da parte del Governo, del Corpo diplomaUco e degli eser'Citi russi-rOillleni se non si provvede d'urgenza. Ministro di Francia mi ha rimesso un promemoria del Generale Berthelot in ·cui carestia è prevista come certa ed imminente se non si provvede immediatamente. Sembra che dovendosi far fronte ai bisogni, non solo della popolazione e dell'esercito romeno, ma anche dell'esercito russo, non si possa tirare innanzi coi mezzi locali per più di sei settimane al massimo. I miei colleghi sono d'avviso che i Gabinetti di Londra, Parigi e Roma dov,rebbero fare passi a Pietrogrado allo scopo di chiedere immediato invio in Romania di viveri e di tutti gli alt:ri generi necessari ai due eserciti ed alla popolazione dvile, facendo presente immenso danno morale e materiale che deriverebbe a tutti gli alleati dall'abbandono anche della Moldavia. I tre Gabinetti dovrebbero in parri tempo prometter!Ci di dare ai loro Ministri a Jassy istruzioni appoggiare presso il Governo Romeno passo che il Ministro di Russia farebbe allo scopo di ottenere:

l) Lmmediata eva.cuazione in Russia di due o trecentomila ·pe!1Sone della popolazione civile e di tutti i militari non necessari alle operazioni;

2) Miglioramento del servizio ferroviario e •Creazione d:i binari morti, sia pure in legno, per rporvi materiale mobile inutilizzato evacuato dalla Valaochia, allo scopo di portare da 5, quanti sono attualmente, a 15 al giorno i treni che circolano in Romania;

3) Razionamento della popolazione ·civile.

Ho risposto al mio collega di Francia che gli inconvenienti ed i pericoli da lui segnalatimi erano stati da me portati da lungo tempo e ripetutamente a conoscenza del R. Governo (vede11e da ultimo mio telegramma Gab. n. 42) (l) e che quindi non avevo alcuna difficoltà associarmi alla proposta 'che egli ed il nostro ·collega d'Inghilte•rra intendevano di fare ai rispettivi Governi. Ne riferisco quindi a V. E. col presente telegramma per quelle istruzioni ·che Le piacerà impartirmi. Debbo tuttavia aggiungere, confermando quanto ho più

volte ripetuto, che i provvedimenti prqposti, per quanto utili ed opportuni, non sono tali da risolvere di per sé la situazione qui creatasi in seguito errori e ·colpe sui quali è ora inutile ritornare. Risolvere questione alimentare occo•rre riaprire subito via del Danubio, riconquistando almeno la linea Macin-Babada.g (mio telegramma Gabinetto n. 40) (l) ·e perché presenza in Moldavia di forze russe, che sono già prossime ai 700.000 uomini e raggiungeranno presto .gli 800.000, abbia un risultato qualsiasi occOilU"e una offensiva sollecita e .decisiva. Per tenersi sulla difensiva infatti basterebbero, a detta dei tecnici, truppe molto meno numerose, le quali almeno non ridurrebbero paese alla fame in tpoco tempo (2).

(l) Cfr. n. 255.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 832/204. Londra, 15 febbraio 1917.

Presentando i due voti di credito, di cui all'odierno mio rapporto n. [manca], H signor Bonar Law ha parlato brevemente dei risultati della Conferenza di Roma e degli scqpi di quella di Pietrogrado.

Circa la prima, egli ha detto, essa fu provocata dalla necessità di definire il problema greco, di dlifficile ~soluzione dati gli speciali interessi di alcune fra le potenze alleate. Il fine della politica degli alleati, in Grecia, è quello di impedire che le proprie forze possano essere attaccate dalle forze .greche, nel caso di un'invasione bulgaro-tedesca. Le decisioni prese al riguardo nella Conferenza di Roma sono 'state adesso quasi ·completamente attuate, ed i comandi francese ed inglese sttmano ·che, pel momento, quel pericolo possa ll"itene11si completamente sventato. La riunione ha avuto il merito di tl'isolvere anche altri problemi. Vi sono stati infatti presi ac·cordi al fine di poter vettovagliare l'esercito di Salonicco attraverso l'Italia e di provvedere altresi al rifornimento di carbone per l'Italia, attravemo la Francia, con conseguente risparmio di tonnellaggio, nonché di sicurezza 'contro il pericolo sottomarino. La quantità di .carbone così inviata non è tanto considerevole; ma si SPera possa farsi molto di più.

La Conferenza di Roma, ha proseguito il Ministro, ha denunciato altresì la necessità di coordinare vieppiù l'azione navale degli alleati; e la riunione navale di Lcmdra ha già provveduto affinché le flotte alleate nel Mediterraneo venicssero meglio utilizzate.

Circa la Conferenza di Pietrogrado, il Signor Bonar Law ha dichiarato brevemente che il suo scopo è quello di studiare i mezzi più o~portuni per poter aiutare la Russia nei suoi preparativi d'offensiva. Stante però le trattative tuttora in corso, egli non poteva ancora dire se l'iniziativa sia stata o meno coronata da successo; ma che, comunque, non potevano essere •che encomiabili tutti gli sforzi destinati a produrre una più grande ~cooperazione fra tutti gli alleati.

(l) -Non pubblicato. (2) -Il 19 febbraio Sonnino con T. Gab. 274, comunicato anche a Londra, Parigi e Jassy,trasmise a Carlotti: « Autorizzo V.E. associarsi suoi colleghi nel fare a codesto Governo il passo indicato senza implicare alcuna nuova responsabilità nostra di natura finanziaria •.
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IL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 69/21. Pechino, 15 febbraio 1917.

Per dar maggior luce ai miei tele~ammi nn. 2 e 3 del 10 e 15 corrente (l) relativi alla minaccia di rottura delle relazioni diplomatiche fra la Cina e gli Imperi Centrali è necessario dar alcuni particolari la cui importanza non sarebbe trascurabile.

Ho già segnalato a V. E. le prevalenti SÌffi'!Patie pro-tedesche degli ambienti cinesi, anche in seno al partito più forte in seno al Governo, a ·CUi fa capo il Presidente del Consiglio. Ci volle il concorso di due elementi decisivi per vincere tali simpatie ed impegnare la Cina a favore degli Alleati, cioé la forte ,pressione esercitata dagli Stati Uniti ed il timore di un pretesto del Giappone .per :profittare dell'isolamento cinese in caso di rifiuto per parte di questa Repubbltca di seguire i consigli venutigli da ogni lato. Il Signor Reinsch, per incarico del Presidente Wilson nonostante le sue personali aderenze e parentele pro-tedesche, ed, alcuni pensano, awunto per far dimenticare tali parentele e simpatie, mise tale zelo e tale fervore nello spingere alla rottura il Presidente della Repubblica Li ed i vari membri del Governo che quasi tutti ne rimasero meravi·gliati. Il Dottor Morrison assistette a vari •Colloqui del Ministro degli Stati Uniti con personaggi cinesi, e fu consultato dal Presidente Li; egli mi narra in proposito che il Signor Reinsch avrebbe promesso non solo il pieno appoggio del Governo americano all'attuale crisi, ma aoche una protezione rpiena ed intera contro eventuali future complicazioni alludendo con ciò a possibili pr~otenze del GiaiPIPOne in avvenire. • Il rappresentante degli Stati Uniti, mi diceva il Morrison, si è perfino levata la giacca per impegnarsi a fondo nello spingere i cinesi; mi pare che egli abbia ecceduto nelle promesse per l'avvenire più di quanto avrebbe osa•to farlo un diplomatico più sperimentato. Si può mai pensare che gli Stati Uniti in caso di contrasto col Gia~one non lascierebbe la Cina alla banda larga? •.

Ad ogni modo l'atteggiamento americano, quale inteliPretato dalla voce apparentemente autorizzata di questa Legazione degli Stati Uniti, fece profonda impressione nei circoli cinesi e così venne decisa la nota da consegnarsi al Signor von Hintze d'i cui ho trasmesso a V. E. il testo con rapporto n. 58/16 in data del 10 corrente .(2).

Fu verso il 10 co:rrente non appena cioè consegnata la nota cinese che ebbe luogo un colloquio fra il Ministro di Cina a Tokio e il Visconte Motono a Tokio, colloquio la cui sostanza mi venne comunicata da questo Incaricato d'Affari del Giawone il 12 corrente. Poiché quanto V. E. ne ha certamente avuto conoscenza per mezzo della R. Ambasciata di Tokio, mi basti accennare che il Ministro degli Affari Esteri, lasciando travedere il ·suo malcontento per essere stato interrogato dopo un fatto compiuto, rispose alla domanda di un consiglio che egli avrebbe visto con favore la rottura diplomatica tra la Cina e la Germania rea di aver

~all'inizio della guerra violato ogni principio di umanità, di diritto internazionale, e che la Cina non potrebbe non essere danneggiata nella sua situazione internazionale col rimanere neutrale; in seguito a domanda del r~resentante cinese, il Visconte avrebbe espresso la sua opinione essere ,conveniente ,che la rottura avvenisse anche prima della risposta della Germania alla nota ,cinese. Il Signor Yoshizawa Incaricato d'Affari del Giappone ebb~ ord!ine di parteci,pare il contenuto di questo colloquio a questo Presidente del Consiglio, e nell'informarmi di ciò, egli mi diceva di aver :ri•portato iilliPressione che il Governo cinese era deciso in 'Principio a rompere colla Germania.

Ciò confermava 'Pienamente le informazioni venutemi da altro lato, ,secondo cui il Governo cinese non solo studiava il modo di far ,fronte ai vari problemi risultanti dalla rottura in parola, ma aveva deciso di fare il passo definitivo non appena la nuova guerra di sottomarini annunziata dagl'I'lll!Peri Centrali avesse dato luogo al ,primo incidente ,concreto a danno dei neutri.

D'accordo ,coll'Incaricato d'Affari del Giappone, e ,col Ministro di Francia e sapendo dell'atteggiamento assunto dall'Incaricato d'Affari della Gran Bretagna, dal Ministro di Russia e da quello del Belgio mi 1recai il giorno dopo dal Presidente del Consiglio per felicitarlo dell'atto energko compiuto dalla Cina a tutela dei principi di umanità e di diritto internazionale. Siccome giudicato opportuno dai miei colleghi mi astenni dal dare a tale mio atto di ,cortesia qualsiasi impronta di pressione. Solo in corso di conversazione accennai ai danni che, senza dubbio, avrebbero risentiti alla fine guerra tutte le potenze neutrali le quali non avessero alzato la voce e prese le misure difensive più elementari per salvaguardare i principi di giustizia e di diritto internazionale. Da quanto 'seppi poi, questa mia visita al Capo del Governo fece buona impressione e contr1buì insieme ai consigli dei miei altri colleghi presso i membri di questo Governo, a mantenere la corrente favorevole alla rottura.

A quanto pare, il timore 'Che il GiaPIPone dopo aver dato un 'consiglio chiaro e decisivo non si valesse in avvenire della ritrosia o dell'atteggiamento equivoco cinese per ottenere mano libera dall'Europa e dagli Stati Uniti, avrebbe prodotto, negli ambienti ufficiali cinesi, un sentimento quasi di smarrimento. Siccome non toccava a me nè ai miei ,colleghi di avvivare tali apprensioni, ne diedi sugger1mento ad alcuni consiglieri stranieri al servizio del Governo locale, fra cui al Signor Morrison il quale se ne valse in oc.casione propizia. Voci più o meno ufficiose spiegano intanto il voltafaccia nLpponico al riguardo delle relazioni cino-ge.rmankhe, colla circostanza della scomparsa di Yuan-1sci-cai dalla scena politica, dell'ex-Presidente nemico acerrimo del Giappone, che voleva restaurare la monarchia a suo profitto ed in odio al Giappone, e possibilmente d'accordo cogli alleati a cui offronsi porti ed arsenali; così sarebbe stato tolto l'ultimo ostacolo, presso il Giappone.

Il Princilpe Koudacheff si è tenuto anche lui molto riservato nell'incoraggiare il Governo ctnese alla rottura, sia per una naturale riservatezza del suo carattere, sia per non far nascere troppe speranze in eventuali compensi a favore di questo Paese; ma anche il suo atteggiamento fu sempre di continuo incoraggiamento. Il Ministro di Francia fece sopratutto balenare agli occhi del Presidente della Repubblica i vantaggi di un appoggio finanziario a favore di questa

Repubblica.

Il Gili/ppone in tutte queste trattative mantiene dunque una posizione preponderante per la natuTa stessa delle cose, e si studia a non far tr~elare nessun sentimento di diSIPetto o di rivalità a riguardo degli Stati Uniti. Nessuno però si illude sulla delicatezza della situazione. Non è .privo d'interesse al riguardo il segnalare il colloquio avvenuto a Tokio tra il Visconte Motono e gli Ambasciatori della Gran Bretagna e di Francia in cui il Ministro degli Affari Esteri espresse il desiderio che gl'i Alleati a•s•sicurino in modo ufficiale al Giappone, quale ,prezzo dei servizi resi per la causa comune, il possesso dello Shantung e delle Isole del Pacifico occupate dalle armi giapponesi. Per quanto concerne le colonie germaniche in Cina difficoltà non ve ne possono essere nonostante le platoniche assicurazioni di akuni ambienti americani di aiutare la Cina a riacquistare Tsingtao quale compenso alla Cina per la sua adesione alla causa degli Alleati. Non è •chiaro però tuttora l'atteg;giamento possibile dell'Inghilterra per le isole Marshall il cui possesso è fortemente agognato dall'Australia, anche perchè, nelle isole medesime, vi sarebbe un'ottima base navale in prossimità delle colonie inglesi.

(l) -Non pubblicati. (2) -Non si pubblica.
306

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 440/45. Washington, ... febbraio 1917 (per. ore 18,05 del 16).

Mio telegramma n. 39 (1).

Questo Ministro di Svizzera si mostra risentito della comunicazione tedesca che gli addossa l'iniziativa e la responsabilità del passo da lui fatto a nome della Germania e lascia intendere chiaramente che egli ha agito dietro istruzioni di Berlino.

307

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASOIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI E AL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI

T. GAB. 260. Roma, 16 febbraio 1917, ore 22.

Gier.s mi ha fatto oggi conoscere che i Governi di Francia e di Inghilterra s'erano espressi in senso affermativo a .proposito del seguito da darsi in via segreta ed ufficiosa ai ,passi fatti da Rizoff presso il Ministro di Russia a Stoccolma.

il) Cfr. n. 285.

Il governo russo opinerebbe doversi invitare Bulgaria a nominare all'uopo un • delegato SIJ)eciale •. Giers mi pregava quindi a nome del suo Govevno di esprimere d'urgenza il mio parere.

Ho r~petuto a Giers che in presenza dell'avviso manifestato dai Governi Alleati e malgrado la diffidenza che mi ispiravano i passi di Rizoff non mi OPIPOnevo al progetto del Governo russo. Lo consigliavo però di usare la massima circospezione nelle trattative col Governo bulgaro.

(Per Parigi e Londl"a): Quanto precede per sua informazione personale ed eventuale norma di linguaggio.

(Per Stoccolma): Quanto precede per sua 'in!formazione personale.

308

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. CONFIDENZIALE 437/44. Washington, ... febbraio 1917 (per. il 16).

Wilson non smentisce se stesso. Come di solito anzichè trarre profitto dagli eventi, e1gli attende di e~sserne trascinato. Esagerando adesso la preoccupazione di apparire il provocatore evita di raccogliere le continue ,provocazioni tedesche in attesa di quel superatto di ostilità da parte della Germania contro il quale soltanto dichiara di volere •Continuare l'estrema risoluzione di questo paese. I siluramenti dal California, il trattamento fatto a Gerard in .confronto di quello fatto qui all'Ambasciatore di Germania, il rinvio del Ministro de.gli Stati Uniti da Bruxelles, la rinnovata detenzione dei marinai americani del Yari dall'ostacolo fraPIPosto in Berlino alla partenza dei cittadini americani gli sembrano verosimilmente episodi secondari se, malgrado il loro avvicendarsi egli rifugge tuttora per tema di complicazioni dal consentire misure di !Protezione alle navi mercantili americane .che si rifiutano perciò di navigare paralizzando il commel'C'io nazionale e dando insomma causa vinta alla minaccia tedesca. Contro questa attitudine si è sollevato, malgTado le pubbliche smentite, la maggioranza del Gabinetto minacciàndo di dimettersi. Se ciò nonostante anziché decretare di propria autorità l'armamento difensivo delle navi mel"cantili e loro scorta con navi da guerra Wilson, secondo le intenzioni ora attribuitegli, se ne rimettesse al Congresso ove Germania mantiene disinteressati sostenitori, provocherebbe inconsulta discussione esiziale al prestigio e interessi del paese pur quando intesa a s'congiurare una crisi estrema colle potenze centrali che è scontata da ognuno come inevitabile. Intanto questo Governo è praticamente isolato dai propri rappresentanti in Austria-Ungheria, Turchia e Bulgaria dai quali non riceve notizie né riSJPoste. La preoc,cupazione della sorte degli americani residenti nei r~ttivi :paesi è 1prodotta anche essa a spiegazione del ter.giver,sare odierno. Disgraziatamente Stati Uniti sono pietosamente impreparati nè le presenti affrettate misure preventive affidano contro inevitabili insidie iniziali del nemico. Uguale impreparazione è da addebitarsi a quesrto Governo sul teiTeno diplomatico in caso di conflitto. Che esso dovesse mirare ad associarsi in ultima analisi agli alleati

pavrebbe dettato dal suo stesso interesse di avere voce nelle trattative generali di pace. In previsione di che non è superfluo contemplare oltre tutto la [possibilità che gli Stati Uniti chiedessero garanzie ·contro la costante preveduta e temuta aggressione futura del Giaprpone. Mi riJSulta confidenzialmente che questo pensiero è qui accarezzato come .finalità essenziale alla stcurem:a del [paese e che esso è amareggiato dal fatto che l'Inghilterra sia legata al Gia.ppone da un trattato di alleanza non occasionale ma anteriore alla guerra presente. Persona autorevole mi ha consigliato ritene.re che a questa circostanza !PUÒ non essere aliena la :riluttanza che si attri:buiJSce all'Inghilterra d.i accogliere eventualmente Stati Uniti nel grembo degli alleati. So infatti che questa impressione sebbene gelosamente nascosta esiste (1).

309

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNIINO

T. 563/64. Parigi, 16 febbraio 1917, ore 22,30 (per. ore 2,43 del 17).

Riferendomi comunicazione R. Console Salonicco informo che Re del Montenegro conversando con Romano Avezzana ,gli ha detto avere ricevuto notizie di un ·complotto organizzato da un numeroso gruppo di Uffidali superiori serbi rivenuti Macedonia ,per sbarazzarsi di Pachitch e Princ~pe Alessandro, a .favore PrinciJPe Giorgio, nel momento in cui Ufficiali serbi, .fra cui <pa,recchi generali, erano stati inviati da Salonicco a Biserta, ·con pretesto istruire aLcuni forzati serbi che ancora vi si trovano. Quattordici altri Ufficiali serbi imprigionati e alcuni già fucilati, fra i quali Damian Popovitch e capitano Zturm, aiutante campo Principe Alessandro.

Romano Avezzana ritiene vi sia in queste notizie qualche esagerazione attesa fonte da ~cui provengono, che è quella della Colonia ~serba Nizza, ma ehe esse non siano del tutto infondate.

Se riuscirò sapere qualcosa di preciso riferirò.

310

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONN1INO

T. 654/20. Addis Abeba, 16 febbraio 1917 (2).

Mio 'collega Inghilterra mi ha comunicato che il Governo Britann~co ha messo a disposizione Governo etiopico due aeroplani cogli aviatori necessari che giungeranno quanto ~prima Addis Abeba. Di ciò venne data ,comunicazione a

Roma ed a Parigi. Mio Collega Francia mi ha comunicato, d'altra parte, intenzione Governatore francese Gibuti offrire Ras Tafari due mitragliatrici domandandomi se avevo obiezioni in proposito. Gli ho fatto osservare che ultimamente

. il Signor Briand aveva formalmente assicurato il R. Ambasciatore a Parigi che non sarebbero state fornite armi al Governo etiOtPico senza precedenti a·ocordi con Governo italiano e col Governo francese. Mio Collega Francia mi ha assicurato che avrebbe telegrafato Parigi, ma io sono persuaso che le due mitragliatrici sono già state annunziate a Ras Tafari. Non vi è dubbio che di fronte a tali mezzi adOtPerati dalla Francia e dall'Inghilter:ra, la nostra assoluta influenza in Abissinia anziché prog.redire passerà in terza linea, e ·sarà inesoralbilmente sopraffatta da quella delle Potenze suddette.

(l) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado, con T. Gab. 263 del 17 febbraio 1917. (2) -Il telegramma fu trasmesso tramite il Governo dell'Eritrea, col numero di protocollo 328, il 21 febbraio alle ore 16,20 e pervenne alle ore 19 del 22.
311

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 222/38. L'Aia, 16 febbraio 1917.

A conferma del mio telegramma n. 49 del 12 corrente (l) ho l'onore di trasmettere all'E. V. qui unito un esemplare del Libro Bianco (2) presentato alla Camera da questo Ministro degli Affari Esteri relativamente alla guerra dei sottomarini.

Tutta la stampa ha accolto favorevolmente la pubblicazione del Ltbro Bianco ed esprime la !Piena fiducia del !Paese nel Governo, il quale ha saputo mantenere sino ad ora la neutralità e che la saprà mantenere in avvenire. La stampa è concorde nel far rilevare la differenza che passa fra la posizione degli Stati Uniti e quella dell'Olanda che ha la fOII'midabile Germania per vicina.

Mai come ora è 8!'PIParso così chiaro ed unanime il punto di vista da cui partono si può dire tutti .gli Olandesi indistintamente, quello cioè di rimanere neutrali a qualunque costo e di tutto sopportare pure di evitare la gue.rra. Come lo ha detto ·chiaramente il Nieuws van den Dag non vi è ·Che l'invasione del territorio nazionale che potrà obbligare l'Olanda ad impugnare le armi e questo significato avevano pure le parole pronunciate alla Camera da questo Presidente del Consiglio dei Ministri.

Qui unito in traduzione ho l'onore di trasmettere un articolo del grande giornale di Amsterdam (2), l'Allgemeine Handelsblad il quale, cosa notevole, è il solo giornale che non abbia approvato la risposta data da questo Ministro degli Affari Esteri alla Nota dlella Germania del 31 gennaio scorso.

(l) -Non pubblicato. (2) -Non si pubblica.
312

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. R. S.N. Roma, 17 febbraio 1917, ore 14.

Presidente del Consiglio mi informa che S. E. Bissolati è stato invitato dai governi francese ed inglese visitare loro fronti di guerra. Egli si recherà in Inghilterra dalla Francia dove già si trova attualmente.

Prevengo ad ogni buon fine V. E. che egli non è a giorno delle trattative per Asia Minore le quali devono essere tenute segretissime (1).

313

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 267. Roma, 17 febbraio 1917, ore 18.

Suo rapporto n. 510 (2).

Ministro Tesoro ringrazia vivamente V. E. per 0pera da Lei 1prestata e La informa che non ,crede accogliere 1proposta Morgan per prestito garantito sulle nostre ferrovie statali.

314

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 266. Roma, 17 febbraio 1917, ore 19,30.

Giers mi riferiva che, secondo notizie avute da Atene, i quattro rll!Ppresen

tanti degli alleati si erano trovati d'accordo per una nota da presentarsi al

governo greco, spiegando le ragioni ipermanenti di sospetto per ,cui non si poteva

ancora togliere il blooco.

Ho risposto rettificando, secondo il telegramma Bosdari n. 76 (3) non avere noi aderito a tale nota. Ho ri'levato le ragioni 'che cO!llsigliavano fortemente una continuazione del blocco tale da poter andare incontro all'affamamento della

popolazione inerme. Qualunque fatto di questo genere anche ristretto a località remote avrebbe sollevato contro gli alleati l'opinione dei neutri, attirandoci pure qualche intromissione del governo degli Stati Uniti, a cui non par:rebbe vero di poter controbilanciare la recente rottura delle sue relazioni colla Germania con qualche altro monito severo verso l'Intesa (1).

(l) Ed. in SoNNINO, Carteggio, II, cit., pp. 165-166.

(2) -Non pubblicato. (3) -Con telegramma di gabinetto n. 439!76 del 16 febbraio 1917, che non si pubblica. Bosdari aveva appunto informato Sonnino che, eseguendo le sue istruzioni, si era rifiutato di firmare la nota con la quale si cercavano di accreditare nuovi pretesti per rinviare la sospensione del blocco.
315

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 442/34. Parigi, 17 febbraio 1917, ore 19,52 (per. ore 22,25).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 260 (2).

Briand mi ha detto che concorda con V. E. nel considerare con molto scetticismo le eventuali .conversazioni col ra~ppresentante hulgaro ma ha ,convenuto però di aver risposto che non si opporrebbe al des·iderio russo ma prendendo molte .precauzioni.

Questa sua risposta è quale me l'aveva riferita Isvolsky il quale mi disse anche che Inghilterra era molto favorevole non a trattative ma a ·conversazioni non fosse altro per rendersi conto della portata del rpasso fatto da Rizoff. Ambasciatore d'Inghilterra mi ha dichiarato di nulla aver saputo dal suo Governo e ignorare completamente l'iniziativa di Rizoff del quale affeHò non ricordare nemmeno il nome (3).

316

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 445/33. Parigi, 17 febbraio 1917, ore 21 (per. ore 1,15 del 18).

Suo telegramma Gabinetto n. 249 (4).

Ho accennato con Briand alle trattative di Londra circa Asia Minore e non

ho mancato di fargli comprendere ·come prevedessi una triste imii>'re:ssione pero

dotta dall'attitudine degli Alleati che praticamente eseguiscono quanto era stato

detto da Margerie a Tittoni e poi attribuito a malinteso e cioè di restar ferrrii

nelle decisioni prese all'infuori dell'Italia senza tener conto del nostro prome

moria. Aggiunsi come io pe:n;onalmente sia rimasto meravigliato apprendendo che anche l'Ambasciatore di Francia escluderebbe ,per ora almeno l'assegnazione di Sm.irne all'Italia, mentre Briand e C81111bon mi avevano parlato di Smirne come di regione già acquisita alla zona italiana e me ne avevano vantato l'iiD(portanza. Briand affettò di meravigliarsi e di credere che soltanto la Russia e l'Inghilterra avessero fatto obiezioni per Smirne. Spiegò le difficoltà a cedere su Mersina giusto compeiliSO per le grandi concessioni che Francia aveva fatto all'Inghilterra pei Luoghi Santi.

Avendo io fatto notare come per i Luoghi Santi nulla era stato !Precisato, Briand •CoN'esse quanto aveva detto e accennò a Haifa, al che osservai come assegnazione di Alessandretta compensasse ampiamente Francia di avere ceduto su Haifa, dato che su quel posto avesse pretese, il che avevo mai inteso dire.

Proseguii dicendo a Briand che tutto ciò mi preoccUJpava per le relazioni fra l'Italia e la Francia non nel momento attuale, ma dopo la guerra, giacché di queste trattative già qualcosa trapelava qui fra i .giornalisti e quando notizia ginngerà in I.talia ~conferme•rà il dubbio che in .parecchi ... (l) esiste difficoltà di procedere l'ac·cordo fra i due paesi. L'intransigenza mostrata ora dalla Francia risve.glierebbe ricordi di antichi diiSsensi adesso sopiti ed in via di essere dimenticati. Briand si profuse in assicurazioni di amicizia e 1promise di interessarsi personalmente della questione d'Asia Minore.

Avendo io accennato come mio personale timore che le trattative di Londra vengano interrotte vista la poca buona volontà di intendersi, Briand raccomandò di ,sconsigliare ciò, qualora realmente si volesse farlo, ed insistette vivamente in tal senso concludendo con l'assicurarmi che si occuperà personalmente della cosa e che se ora riprenderanno trattative ce ne troveremo bene. Per quanto mi renda conto di quanto debbansi ridlln'e le buone disposizioni dimostrate da Briand, credo convenga fare ancora un tentativo a Londra.

(l) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., p. 106. (2) -Cfr. n. 307. (3) -Ritrasmesso a Pietrogrado, Londra e Stoccolma con T. Gab. 269 del 18 febbraio. (4) -Cfr. n. 299.
317

L'AMBASOIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 444/80. Londra, 17 febbraio 1917, ore 10,35 (per. ore 5,15 del18).

Al telegramma di V. E. Gabinetto N. 142 (2), ho risposto a lungo con altro mio affidato al corriere che parte oggi. Al mio telegramma portante il N. 79 (3) è alle.gata copia del noto pro-memoria spiegativo inglese nonché una carta del proPQS·to tracciato. Ringrazio V. E. 1per significatami approvazione del mio operato.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Cfr. n. 189. (3) -Cfr. n. 322 e per il promemoria cfr. n. 325.
318

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 446/94. Pietrogrado, 17 febbraio 1917. ore 10 (per. ore 10.15 del 18).

In occasione delle recenti conversazioni fra Russia e Giatppone per ottenere l'appoggio di quest'ultimo in favore rottura relazioni ~cino-germaniche, Governo giapponese ha avanzato come condizione le domande seguenti:

l) di subentrare nello Sciantung nella posizione medesima avutavi dalla Germania; 2) di conservare nel Pacifico tutte le isole da esso occwpate al nord dell'Equatore (Caroline, Martinica, (l) Hall ecc.). Fino ad ora non avrebbe risposto a tali richieste che la F,rancia dkhiarando che • le avrebbe prese in colllSiderazione benevola •.

In merito alla sovra accennata questione Pocrow:sky si è meco pronunziato in senso favorevole alle domande giaP!ponesi in vista non soltanto dell'intervento del Giappone a Pechino per la rottura delle relazioni dno-gemnaniche, ma bensì ancora • del maggiore concorso del Giappone nella fornitura di materiale da guerra • che la Conferenza di Pietrogrado ha stabilito di chiedere a quello Stato. Pocrowsky si è espresso in termini uguali ~col mio collega d'Inghilterra il quale gli ha risposto al pari di me di essere privo di istruzioni a tale riguardo. A mio remissivo parere potremmo noi pure aderire in massima alle richieste giapponesi rispondendo in termini generici a somiglianza della Francia. Ma la questione dovrebbe essere in pari tempo collegata con i risultati eventuali della rottura cino-germanica. Quei risultati renderebbero di~ponibili i grandi interessi tedeschi in Cina e fra l'altro le navi gemnaniche trattenute nei 1porti ,cinesi. Converrebbe, a mio avv1so, intendersi previamente con ,gli alleati almeno in modo generale cil'lca la ripartizione deHe eventuali disponibilità. A tale scopo conv,errebbe altresì conoscere fin d'ora quali siano precisamente le condizioni ,che Cina pone per la rottura. Fino ad ora non mi sono note che le ~sue domande,

l) di aiuti finanziari; 2) di abbuono delle indennità • Boxers • (un terzo delle quali :spetta alla Russia); 3) di riconoscimento dell'attuale regime.

319

IL MINISTRO A PECHINO. ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 447l 4. Pechino, 17 febbraio 1917, ore 11,25 (per. ore 23.10 del 18).

Delegato inviato da questo P,residente del Consiglio mi ha ,chiesto ufficialmente ottenere dal R. Governo per l'evenienza della rottura tra la Cina e la Germania:

l) Sospensione del pagamento indennità cinese ,sino a fine guerra.

2) Accettazione in principio del rimaneggiamento delle tariffe doganali da stabilirsi d'accordo ,con Governi alleati. Le sette Legazioni alleate telegrafano raccomandando in massimo tali domande in vista delle conseguenti necessità finanziarie cui dovrà far fronte questo Governo ricorrendo probabilmente anche a un prestito. Dopo deliberazioni sopra una terza questione sollevata dal delegato suddetto i rappresentanti alleati inviano seguente telegramma identico ai rispettivi Governi:

• In vista di un'azione combina'ta che sarebbe resa nece,ssaria dalla rottura delle relazioni diplomatiche fra Cina e Gel'lmania ed anche dall'entrata della Cina in guerra suggeriamo ai nostri governi che delle deroghe temporanee alle disposizioni ,contemplate dal protocollo del 1901 e da accordi locali possono venire adottate dalle sette Legazioni. Allo scopo di facilitare la sorveglianza degli agenti aust,ro-tedeschi la politica delle nostre concessioni possa oc,correndo procedere al disarmo OIPPUre all'espulsione dei nemici. I Comandanti dei corpi d'occupazione alleati concreteranno eventualmente d'accordo colle autorità cinesi le mi:sure necessarie •.

Venne discussa la poSISibilità dell'occupazione delle concessioni nemiche in seguito ad un accenno fatto dal delegato predetto, di cui profittai per fare prevalere fra i colleghi opinione di un'azione comune in modo potere pr~parare possibilmente terreno secondo i desideri contenuti nel telegramma di V. E. Gabinetto n. 193 (1). Nel darmi istruzioni sulla questione complessiva prego autorizzarmi a cogliere l'occasione per quanto tuttavia non prevedibile, di regolare i vecchi reclami pendenti contentandomi di una somma ragionevole. Rottura relazioni sarebbe già decisa in massima non appena giunga dal Ministro di Cina a Londra notizia dell'inizio dell'esecuzione del programma germanico coi sottomarini.

(l) Si tratta certamente di un errore. Probabilmente si allude alle isole Marianne.

320

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. POSTA 468/112. Berna, 17 febbraio 1917 (per. il 20).

Ho avuto ,campo di parlare a Palazzo Federale delle ultime trattative tra la Germania e gli Stati Uniti di cui era stato intermediario il Ministro di Svizzera a Washington.

Da ottima fonte ho saputo che il Ministro della Confederazione Ritter, di sentimenti assai ligi alla Germania, aveva fatto tutto il possibile per,ché si scongiurasse la rottura fra i due paesi. Egli aveva telegrafato per mezzo del Dipartimento Politico, che serve di puro canale di trasmissione, per far dire al Romberg, Ministro di Germania qui accreditato, che il Governo degli Stati Uniti sarebbe disposto ancora a trattare con Berlino. Il Barone Romberg telegrafò alla sua volta allo Zimmermann per trasmettergli la proposta e ne ebbe in rrisposta che la Germania avrrebbe continuato le trattative a condizione che il blocco commerciale dell'Inghilterra rimanesse indisturbato.

Nel dar lettura di questo telegramma al D~partimento Politko, 1perché lo trasmettesse a Washington, l'Hoffmann non potè fare a meno di fare osservare al Barone Rombevg che gli pareva assai strano 'che da Berlino si volesse eccettuare soltanto il blocco contro l'I.nghiltevra. Il Rombevg allora ritelegrafò a Berlino che dette ancora istruzioni modHkando la frase errata e corn;prendendo tutta la zona. Il Ritter trasmise al Dipartimento di Stato a Washington la risposta ge11manica, ma invece di limitarsi a farlo verbalmente, a richiesta del Dipartimento di Stato e senza avere alcuna autorizzazione da Berna, consegnò per iscritto la proposta ottenendo la nota risposta.

Qui si è indignatissimi della gaffe del troppo zelante e poco prudente diplomatico che il Dipartimento Politico non ha sconfessato pubblicamente, perché, eome dice l'Hoffmann, su certe cose è meglio mettere la pietra del silenzio.

(l) Cfr. n. 294 che però non è di gabinetto.

321

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 477. Berna, 17 febbraio 1917 (per. il 20).

Ho chiesto stamane al Consigliere Motta, reduce ieri da Zurtgo, se potesse dirmi qualcosa sulla riunione interparlamentare di deputati cattolici tedeschi, ungheresi e svizzeri che avrebbe avuto luogo in quella .città il 12 ed il 13 corrente coll'intervento di note personalità fra cui lo Spahn, lo Erzberger, il Baumberger ecc.

Il Motta mi ha detto che quella riunione era stata tenuta senza ·che egli ne fosse avvertito. forse per,ché gli organiz'Zatori sapevano già quello che egli pensava di simili conferenze in questi momenti. La riunione, che 'pomposamente si intitolava • inter:parlamentare • e che poteva .credersi essere l'opera di circoli conservatori dirigenti dei due Imperi Centrali, non aveva avuto, per quanto a lui risultava, alcuna importanza. Era sintomatico il fatto che il Barone Gagern, Ministro d'Austria-Ungheria, era stato da lui ieri stesso ,per chiedergli, d'incarico del proprio Governo, che cosa fosse stato deliberato a Zurigo!

Da fonte sicura e benissimo info11mata, mi risultano poi sullo stesso argomento i seguenti particolari. Avrebbero partecipato al convegno una quarantina circa di aderenti tra i quali dodici tedeschi, sette ungheresi, .cinque austriaci. Si notavano pure fra gli intervenuti, numerosi polac,chi della Galizia, di Varsavia e della Posnania. Il gruppo svizzero, assai esiguo, era capitanato dal Baumber.ger, il noto direHor'e del Neue Zurcher Nachrichten, organo clericale ed ultragermanofilo di Zurigo che, effettivamente, è ispirato e sfruttato dallo Erzberger. Intervenne anche il Pestalozzi, presidente dell'Associazione dei cattolici svizzeri, ma non come delegato dell'Associazione stessa, ed inoltre una personalità cattolica di Friburgo. Il gruppo di Lucerna e quello di San Gallo non erano rappresentati. È del resto eloquente il completo silenzio serbato sulla riunione del grande organo clericale di Lucerna, il Vaterland.

È esatta la notizia della parteeipazione al convegno di significative personalità del centro tedesco (Spahn, Erzberger, Herold, ecc.). Degli austriaci, l'elemento più notevole era il Romberger prefetto del Voralberg, spaUeggiato da alcuni cristiano-sociali di Vienna. Degli ungheresi, era presente il noto ed autorevole parlamentare che presiede il Volkspartei, Conte Janofichy.

Semibra che lo scopo principale del convegno sarebbe stato quello di attirarvi réll!p!presentanti del eattoliciiSmo franeese e soprattutto italiano per poterne sfruttare la presenza :sia a seopo pacifista ehe a scopo tempora,HSita. Ma il tentativo è comp,letamente abortito.

Ho chiesto maggior:i particolari al R. Console Generale in Zurigo, e non mancherò di trasmetterli a V. E. appena mi saranno pervenuti.

322

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. PER CORRIERE RR. 79 (l) Londra, 17 febbraio 1917.

Telegramma di V. E. Gab. N. 142 (2). Ieri ebbi colloquio privato con Drummond. Premesso semplicemente che

V. E. si era eompiaeiuta approvare mio contegno e che da tale approvazione era facile per lui cavare ovvia conclusione, ritornai su tutta la questione con linguaggio più anche energico e vigoroso di quello tenuto alla riunione. Consigliai di mostrare al Segretario di Stato telegramma di Rodd relativo alle dichiarazioni .esplicite fattegli da V. E. nel settembre scorso, dichiarazioni di cui non sfuggirà a Balfour come non siug,gì a Grey, primaria importa~za e gravità. La proposta elaborata da Mallet invece di semplificare ,}a questione, l'ha mag,giormente complicata, rendendo anche più remote le speranze di quella equa e soddisfacente soluzione cui noi abbiamo diritto, sia in os1sequio al Trattato, sia a titolo di riparazione per i noti tol'ti fattici.

Drummond insisté sull'avviso affatto imparziale dei tecnici a riguardo perfetta uguaglianza in valore della zona propostaci .con quella francese. Ciò che sarà dimostrato nel memorandum spiegativo. Ad un mio vivace rilievo sull'aStSurdità di tale tesi non fosse altro che per l'eliminazione di Smirne, ed a prescindere da tutto il resto, replicò che l'inclusione di Smirne, sempre a parere dei tecnici, avrebbe già di per sé dato alla nostra zona un valore superiore a quella d'ella Francia. Ristposi m'inchinavo davanti al senno dei tecnici, ma contestavo nel modo più reciso tale affermazione che consideravo insostenibile.

Riassumendo dissi a Drummond se non si muta la base d'ella di·scussione, temevo fortemente che V. E., ,perduta finalmente la pazienza, non vorrà più saperne di continuare questa sterile conversazione a quattro. Delle conseguenze di tale decisione io mi lavavo le mani, ritenendo in coscienza di aver fatto quanto era umanamente possibile per aprire gli occhi del Governo inglese, ed

indurlo a dare al negoziato con criteri più larghi e anche più equi un avviamento di natura a condurlo a risultato pratico e .soddisfacente. • Tenete ben a mente, vi ripeto per la centesima volta, e su questo punto insistete pure a nome mio :presso Balfour, che il ,giorno in cui ,si conoscesse in Italia il risultato negativo di queste trattative e lo scorretto ·retroscena che le ha precedute, l'alleanza passerà un pessimo quarto d'ora •. Su ciò Drummond convenne pienamente, e dopo un vago ac•cenno quasi per rilevare ignoranza mia sul serio imbarazzo in cui questa questione pone il Governo Britannico, aggiunse che se per avventura si dovesse rirprendere ex novo discussione sull'insieme dei vari accordi per l'Asia Minore, passerebbero molti mesi prilma di venire ad una nuova intesa generale. Replicai che per dare promettente avviamento alla .conversazione basta fare senz'altro diritto all'integrità nostre domande all'ovest di Capo Anamour e spostare la base della discussione per regioni all'est di quel ·capo, eliminando la pregiudiziale restrizione della quale io mi ero specialmente -doluto. E qui Drummond a dichiarare enfaticamente che in tal ·caso a parere ·dei tecnici, nostra zona sarebbe stata sotto ogni aspetto di gràn lunga migliore ·di quella francese ed inglese; ed io a contestare.

L'accenno surriferito agli imbarazzi britannici ha destato in me sospetto

·che qui abbiano rivolto qualche amichevole premura a Parigi, ma si siano urtati ad un rifiuto, accompagnato da richiamo al,le intese stLpulate. Tale rifiuto potrebbe essere motivato sia da reale perdurante intransigenza francese, sia dalla intenzione forse di fard spontaneamente direttamente qualche lievissima concessione ed averne il merito o chiederne .contraccambio. E' questa una •semplice congettura mia e la indico per quel che può valere. Essa è in •certo modo originata dia una frase dettami martedì scorso da Cambon in un fugace incontro al Foreign Offi.ce. Ricordando mio contegno del giorno precedente, di.ceva •collega: • Vi siete chiuso in una torre di bronzo e non avete voluto ascoltare nessuna spiegazione •. Riprendevo io: • Come 1potevo accettare di:scussioni su di una base in così diametrale contrasto e con le mie istruzioni e ·con le domande del mio Governo, e quando nessuno di voi ha fatto il menomo passo per venirmi incontro? • Al che replicava Cambon: • Chi vi ha detto che non vogliamo venirvi incontro? Ma solo dalla discussione può scaturire accordo •.

Riferisco per esattezza d'informazione le parole di Cambon alle quali però fino a 1prova contraria non intendo attribuire altro valore all'infuori di quello platonico e ·congetturale.

Nel precitato Suo telegramma V. E. mi fa l'onore di chiedere .mio parere

personale sull'ulteriore procedura da seguire in questo veramente ~inoso nego

ziato. Premessa mia invariabile convinzione che a rompere vi è sempre tempo,

mi permetto subordinatamente sottoporLe che, ad esprimere un'opinione in ·co

noscenza di causa, mi occorrerebbe previamente conoscere il fondo del ·pensiero

di V. E. sull'estensione delle nostre domande. In altri tevmini mi sarebbe pre

zioso sapere se Ella intende tener fermo su tutto il programma enunziato nel

nostro memorandum ovvero se è di:sposto a fare qualche ·concessione, ed even

tualmente quale ne sarebbe limite massimo e minimo.

Nella mia prima ipotesi temo forte che andremo incontro a molto pro

babile rottura, ed in tale apprensione mi trovo in concordianza con le impressioni costantemente manifestate fin dal 1915 nel colloquio di Roma e ripetuta~ mente confermate in seguito nella mia corrispondenza. Nella seconda ipotesi le difficoltà di un accordo con gli Alleati !Sarebbero senza dubbio minori, pur rimanendo sempre serie specie per la regione all'est di Caa>o Anamour. Non spetta naturalmente a me di dare suggerimenti. E' ,però mio dovere esporLe chiaramente la situazione quale essa mi appare in oggi e da qui. Quali che siano per essere le decisioni di V. E. per tutto il resto delle nostre domande io non posso e non debbo in coscienza omettere di rappresentarLe rispettosamente che la rinunzia a Smirne toglierebbe, a mio remissivo parere, ogni pregio mate~ riale e morale alla regione propostaci. Per i<l possesso di Smirne io riterrei quindi :si debba dare battaglia a fondo, ed a qualunque costo •per vincere. Dato pure e, fino a prova contraria non ·concesso, che Francia ed Alleati consentissero a dare seria e considerevole estensione alla nostra zona all'est di Anamour, l'ampliamento della zona stessa, quale che esso venisse ad es:sere, ed è da dubitare che sia molto largo non potrebbe certo agli occhi della !PUbblica opinione in Italia attenuare la pessima impressione cagionata dall'abbandono della prima e più importante città dell'Anatolia, capitale, per così dire, naturale, della futura zona l:taliana. Il possesso 'invece di Smirne, che solo può contrapporsi vantaggiosamente a quello francese di Beirut ed AlessandTetta, contribuirebbe, se non m'inganno grossolanamente, a sfatare presso tutte le persone ragionevoli e di

buon senso le critiche inevitabili del resto in qualsiasi accordo da parte degli ultra-espansionisti.

Al momento di spedire il presente mi giunge da Drummond l'annunziato pro-memoria esplicativo. Lo affido al corriere insieme colla carta indicante il tracciato della nota zona (1).

In attesa di ulteriori ordini di V. E. vorrei ·permettermi pure di rlliP!PresentarLe convenienza da me ravvisata in un Suo richiamo premonitorio ai tre Governi Alleati, in quei termini di maggiore o minore energia che Le appariranno meglio indicati e più giovevoli allo scopo che intendiamo raggiungere. Questo Suo ri·chiamo potrebbe utilmente accompagnare la .confutazione degli argomenti svolti nel memorandum esplicativo britannico (2).

(l) -Esiste un telegramma identico con la stessa data e col n. 81. (2) -Cfr. n. 189.
323

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 582/66. Washington, 17 febbraio 1917.

Come ho annunciato a V. E. col telegramma N. 40 Gab. (3) Carranza ha diretto ai Governi neutri una nota, della quale accludo il testo ( 4), in cui, traendo pretesto dai danni che l'attuale guerra europea arreca all'intiera umanità, li

invita ad accordarsi :per porre termine al conflitto e, qualora tale iniziativa non riuscisse a proclamare un embal"lgo .contro tutti .gli Stati belligeranti.

L'atto del Signor Carranza non è stato preso sul .serio da questa StaintPa e dall'QPinione pubblica, che ne hanno scontato subito l'insuccesso. Non è mancato però chi ne rilevasse l'importanza come indice di uno :stato di cose al Messico :suscettibile di possibili gravi conseguenze sia nei riguardi degli Stati Uniti che dell'Europa.

Come ho riferito a V.E. nel mio telegramma N. 43 Gab. (l), un embargo sugli olii di Tampico basterebbe ad intralciare :seriamente il rifornimento degli Alleati e potrebbe dar luogo a pericolose complicazioni internazionali. Ma ,per gli Stati Uniti l'atto del signor Carranza costituisce la materializzazione di un sintomo ben più grave, per il fatto che esso rivela il deciso sopravvento dell'influenza tedesca .sul Governo messicano.

Giorni sono il New York World_, il giornale ufficiale del Presidente, faceva notare la strana coincidenza che, da due anni in qua, si era verificata tra i periodi di maggior turbolenza al Messico .coi periodi di mag,gior tensione nei ra:pporti tedesco-americani. Così, riferiva il giornale, mentre si stava preparando l'affondamento del Lusitania, avvenuto il 7 maggio 1915, Huerta con danaro tedesco ed aiutato da agenti tedeschi, cospirava a New York ed a El Paso. Il suo arresto, il 27 giugno successivo, fece fallire :le trame ordite da Von Rintelen, e solo la morte di Huerta impedì il processo che ne avrebbe rivelato le fila.

Così, mentre l'affondamento dell'Ancona riacutizzava la tensione prodottasi fra Stati Uniti e le Potenze centrali per i precedenti affondamenti del Lusitania e dell'Arabia, avveniva, il 26 novembre 1915, l'incidente di Nogales in occasione del quale i messicani attaccarono le trwppe americane in territorio americano.

E così ancora, alla crisi per l'affondamento del Persia; il 30 dicembre 1915, seguiva, il 10 gennaio 1916, il massacro di americani a Santa Ysabel. E l'impudente tentativo dei propagandisti tedeschi di impegnare, con voto di sorpresa, il Congresso americano a riconoscere l'illliPunità dei sottomarini tedeschi, non era a sua volta che un preludio al raid di Columbus dell'8 marzo.

Il World passa quindi a consta~tare che anche alla presente crisi colla Germania •corrisponde una nuova attività dei ribelli messicani alla frontiera e conclude essere ormai chiaro che al Messico come agli Stati Uniti esiste una forte ed organizzata ~propaganda tedesca, decisamente ostile a:gli Stati Uniti.

Questo linguaggio del giornale di Wilson farebbe supporre che il Governo americano sappia anche più di quanto non voglia lasciar apparire. Certo le misure di precauzione che ~si vanno prendendo ·contro possibili tentativi ~criminosi tedeschi, diventano ogni giorno più rigorose, mentre d'altra parte un alto funzionario del Di,partimento di Stato non mi nascondeva le sue preoccupazioni per il pericolo che il Messico, istigato dalla Germania, avrebbe ,potuto costituire per gli Stati Uniti in caso che essi avessero ad entrare in guerra.

(l) -Cfr. n. 325. (2) -Sul memoriale Balfour (MaUet) del 16 febbraio cfr. i giudizi di Nabokoff nei suoi telegrammi del 21 e 24 febbraio a Pokrowsky in Aujteit. der as. Tiirkei, n. 262, pp. 218-219 e n. 286, pp. 222-224, riportati in parte in ToscANo, San Giovanni di. Mariana, p. 227. (3) -Cfr. n. 289. (4) -Non si pubblica.

(l) Non si pubblica.

324

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 361/95. Berna, 17 febbraio 1917.

Tra i numerosi gruppi costituiti in !svizzera da profughi delle nazionalità oppreSJSe, i quali svolgono un'attiva opera di propaganda, (polacchi, ucraini, croato-serbi, albanesi ecc.) merita una 'speciale menzione anohe il grUIPPO ozeco.

Ho l'onore di trasmettere, qui unita, a V. E. la <CQpia di un foglio informativo fattami perveni·re da persone di mia fiducia, sulla organizzazione del servizio czeco in !svizzera.

ALLEGATO.

ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO CZECO

H servizio czeco in !svizzera a capo del quale sta l'ingegnere Miro P. Bo.ginoff, fervente patriotta crereo e persona coltissima ed attiva, di cui è cenno al mio rapporto n. 180 (1), è senza dubbio uno dei meglio organizzati. Detto servizio riceve le direttive da Parigi dove risiede il Consiglio Na.~ionale Czeco, composto dei più autorevoli emigrati, e che rappresenta la suprema ed unica autorità per tutti i czechi aLl'estero.

Accanto al Consiglio Nazionale funziona una <Specie di Consolato Generale che facilita agli emigrati il passaggio da uno stato all'altro, emette anche ·speciali passaporti riconosciuti dagli stati alleati e da alcuni neutrali e tiene un ·catasto nazionale. Dai dati che possiede quest'ultimo ufficio risulta che dopo i czechi d'America che costituiscono ,n g.ruppo più numeroso e meglio provvisto di mezzi finanziari vi.ene quel,lo di Russia dove i prigionie-ri e disertori .supe11ano i 250 mi[a. Vengono quindi le colonie di Francia e d'Inghilterra che non contano che 4 o 5 mHa membri ma comprendono tutti gli elementi mi·~liori.

Gli emi~ati ,czechi in Isvizz,ern, non più di 4 o 500, sono neUa lllW.iggioranza operai sodalisti che si mostrano disciplinati-ssimi, obbedienti ai cenni dei capi dell'org.anizzazione czeca. Fra questi vengono ·scelti spesso i più evoluti e mandati in Amerka per la p.ropaganda tra quei •loro ·Compagni. I:l gruppo czeco in !svizzera dirige due servizi importantissimi: quello delle informazioni e relazioni con la madre-patria nonchè quello deHa <sorveglianza sui czechi e sugli altri sl,avi che vengono mandati qui dal governo austriaco per .spiare gH emigrati pol!itici.

Il servizio czeco di sorveglianza in IsvizZiera conta parecchi ed 13!b~li agenti in tutti i centri più importanti: questo servizio è organizzato in modo che un agente non conosce l'altro e nessun a<gente dei servizi alle·ati viene messo in rel-azione direttamente .con questi •se non per il trami<te deM'ingegner Boginoff.

I mezzi finanziari sono forniti in gran parte dalle organizzazioni czeche d'America e prossimamente i di<rigenti del movimento czecho oonwarranlriJO un prestito con una delle maggiori banche d'Inghilterr·a o di Francia. Secondo quanto afferma l'Ingegnere Boginoff, Russia, Francia ed Inghilterra avevano offerto ai czechi i necessari mezzi finanziari ma questi declinarono l'offerta per conservarsi completamente indipendenti.

L'organizz,azione ·Czeca ha in questo momento maggiori bisogni finanziari perchè sta organizzando coi propri mezzi un pi.ccolo eser.cito, composto di prigionieri e di ,(iisertor>i, che 'sarà coma·ndato da ufficiali e sottoufficiali .czechi e che combatterà suHa fronte russa.

Infine rileverò un parUcolare importante e di natura riservatissima e cioè che il Consiglio Nazionale Czeco riceve le sue direttive dai patrioti czechi rimasti in patria ed agisce in pieno accordo con questi.

(l) Non pubblicato.

325

IL SEGRETARIO PARTICOLARE DEL MINISTRO DEGLI ESTERI INGLESE, DRUMMOND, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

L. P. Londra, 17 febbraio 1917.

I enclose two copies of the Memorandum. I hope they will reach you in time for today's messenger.

ALLEGATO.

PRO-MEMORIA (l)

Londra, 16 febbraio 1917.

The zone which is traced on the accompanying map includes a region equal in value, if not in actuaJ. extent, to that which has been al.ilotted to France, the value having been estimated not merely by measuring area, but by comparLng the actual and potential weaUh of the two regions. Moreover i,t must be borne in mind that the zone has two impol'tant a:dvantages over the French zone in its greater proximUy to Europe and the Black Sea and in ,the more equable climate which, as a whole, it enjoys.

The zone is embraced in a Une drawn from a point on the French zone just short of Caesarea, running a,s far as possible due west and emerging in Scala Nova Bay, just south of the peninsula which forms the ,southern shore of the Smyrna gulf.

This Une would pass through Akserai and Akshehr (on the Anatolian Railway), round the north of Lake Egrlirdir and, skirting Chivri'l on the nortbern side, would strike the range of mountains tbat div,tdes the Meander Va'l<ley f,rom tbe parallel Hermus Valley. It would thus skirt from Akshehr westwards the Sultan Dagh (mountain), Hoiran Dagh, and Ak Dagh, to K~arinjali Da,gh, Sariampol Dagh and Djuma Dagh, reachi<ng the sea on the riv,er Oayster just north of the town of 8cala Nova.·

South of the Une from Erjies Dagh to Scala Nova the zone follows the French frontier along the Taurus to the sea at Ca.pe Anamour, and embraoos the coast line west and noflth up to Sca,la Nova.

The line of dhnision thus l'Uns midway between the two natural trade routes to the west coast, lleaving each to its natural outlet, the trade of the southern route reverting to Scala Nova.

Population -Adding toge,therr ~the population from the Smyrna province (900,000), the Konia province (850,000), and the Broussa province (150,000), the total realises the figure of 1,900,000; the population of the French zone being about 2,300,000.

AgricuUural wealth. -The Aid1n province is one of ~the l'ichest districts in the woflld, but the portion of the Konia province within the suggested Italian zone is at present of considerably lower value on account of its poor rainfalil. The soil of the Iatter district is however very deep, and the Beyshehir irr,ig,ation works, falling within this zone, will greatly increase its value in the future. On the whole it may be said that the Italian zone, as at present developed, is richer than the French zone.

Mineral wealth. -The Italian and French zones are both very rich in minemls, but the Italian zone has the advantage that many of the mines lie near the sea or on the l:ines of ,communioation. The Italian zone contains emery (annua! exports:

L. 100,000), si1lver, ~Iead, lignite, copper, manganese, iron of three qualiJties, chrome, and antimony; whilst the French zone embraces, besides the .Avghana copper mines in the Diarbekir district, chrome, manganese, iron, copper, asphalt, and antimony mines, as well as marble and stone quarries which can be developed.

Forestry. -The Italian zone contains valuable forests, and is in this respect in no way inferior to the French zone.

Communications. -The zone contains a ,railway which has been developed by British enterprise since 1856, and is a Bl'itish concession ~stili having a hundred years to run. It aJready works 380 miles, and holds concessions for 200 more. It is the only rai>lway in Turkey run without a kilometric guarantee. The construction of a short line to Scala Nova would attra>Ct the commerce of south-western Asia Minor and of the Konia region, if connection were made between the Smyrna and Anatolian l'ai[ways.

From AkshehT on the Anatolian Railway a Gel'man line runs to Konia and to the French frontier in the Taurus Mountains at Bozanti. The French zone has the following railway l.ines:

Beirut to Ray,ak -30 miles;

Rayak to the outskirts of Homs -60 miles;

Tri'poli to Homs;

German Bagdad line, from the Taurus Mountains to Bagche, and branch to Alexandretta, and Mersina-Adana line.

Roads. -There is a natura! 11ine of communioation and a good road running from the Smyrna distdot eastwal'ds to Konia through Dtnek, where it divides into two branches, the one going north-east to the north of the Sultan Dagh, and the other to .the south of tlie Sultan Dagh, but north of the lake, both reaching to Konia. There is also a road off the Meander Valley from Aidin to Marmarke on the south coast. From Dineir a natura! road runs south to Adalia, and from Konia a road north via Beyshehir, to AdaUa.

Roads in the French sphere 'are on the whole inferior to these; in the Syrian

district they are poorly developed, exoopt in the Lebanon, where they are very fair.

Poor surface tra,cks join Diarbekir, Sivas, and the south, and a,s a whole the

road system requires to be butlt.

Lakes. -The Eghirdir and Beyshehir Lakes a,re both of some size and importance, navigation on both being part of the Aidin Railway system. There are no l>akes in the French district.

Rivers. -The only river of real importance is the Meander, which runs for

200 miles through ,a most f,ertile vaLley, of which i't would become a natural highway

if rendered navigabile. A scheme with this object has long been under

contemplation.

In the French zone the Euphrates runs for 100 mHes; and the river Seihun

and J>ihun in the Adana plain, where useful irriga,tion could be carried out with

a view to cultivation on a large scale.

Commerce. -It is very difficuit to say to what the commerce of the zone amounts, but the imports may be put at about 2,000,000 L. sterling, and exports to 2,500,000, the figures of the French zone being somewhat similar. Both zones are no doubt capable of great commerciai development.

lndustries. -There are f:lour milil.s, a liquorice factory, and many valuable carpet looms in the district; whill.e in the French zone there are a few cotton spinning factories, a Hquorke factory, some silk weaving, wine, and hand carpet factories.

Shipping & Ports. -Adalia, wi,th 80,000 tons shi:pping, Ls the most :Erequented port in the zone, but as Smyrna shipping averaged 2,500,000 tons, and as a large portion of this commevce might be deflected to the Italian zone through her new port or ports, they wou1d soon acquire ,great importance. There are no cons,tructed harbours in the r,egion, but there are first rate sheltered bays; KuUuk; Marmarice; and Makri; and good roadsteads at Scala Nova, Budrum, Fineke, Adalia, and Alaga. It is hardly necessary to cali attention to the Bay of Makri, which is the finest in the Eastern Mediterranean and could contain the whooe British Fleet.

In the French zone Beirout is the only port which ha.s been constructed; other places, not including Alexandretta whkh is peculiarly she1tered, are from south to north Diuni, Tripoli, Latakia, Payas, Mersina, and Selefke. The total exports from Beirout in 1912 were L 500,000. (l)

(l) Comunicato anche all'ambasciata di Francia a Londra e all'incaricato d'affari inglese a Roma.

326

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONN]NO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. U. 268/160. Roma, 18 febbraio 1917, ore 12.

Telegramma di V. E. gabinetto n. 80 (2).

Prego telegrafarmi in sunto suo avviso.

327

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 271. Roma, 18 febbraio 1917, ore 20.

(Per tutti meno Atene) Mio Telegramma n. 266 Gabinetto (3).

(Per Atene) Telegramma S. V. N. 76 Gabinetto (4).

(Per tutti meno Atene) Ho telegrafato al R. Ministro in Atene quanto ,segue:

(Per tutti) Barrère mi parlava delle ragioni di sospettare che il Governo

greco voglia sottrarsi ad una completa esecuzione di quanto gli venne richiesto

dagli Alleati per la sicurezza del corpo di :spedizione, e chiedeva a nome di Briand

Il -Docmnenti diplomatici -Serie V -Vol. VII

l'adesione del R. Governo ad un passo collettivo da farsi, con minaccia di mantenimento del blocco.

Ho risposto riferendo sommariamente quanto mi telegrafava la S. V. facendo rilevare che Guillemin aveva già fatto di suo un passo :simile e che ora mi pareva che bas·tasse. Ho ripetuto le ragioni per ·cui ritenevo meglio non seguitare a fare passi collettivi, e di adoperarsi a non acuire :l'agitazione popolare contro i venizelisti allentando o sospendendo il blocco (1).

(l) -Testo (tedesco) in Autteil. der as. Tilrkei, n. 259, pp. 214-217; traduzione italiana completa in ToscANO, San Giovanni di Mariana, pp. 220-223. (2) -Cfr. n. 317. (3) -Cfr. n. 314. (4) -Non pubblicato.
328

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 272. Roma, 18 febbraio 1917, ore 20.

Barrère mi riferiva che Briand giudicava poter essere opportuno di cambiare tutta quanta la rappresentanza degli Alleati in Atene, per creare un ambiente nuovo che facesse astrazione da tutte le questioni personali, e gli attriti della difficile cooperazi(!ne e i precedenti della situazione locale svoltasi nell'ultimo mese; ciò si sarebbe potuto fare in occasione della levata del blocco.

Ho risposto che avrei potuto riconoscere l'oPIPortunità di una simile messa a nuovo, se non esistesse l'evidente partito preso di Sarrail di arrivare con qualunque mezzo alla rottura con la Grecia realista per ~pingere avanti il venizelismo. Dato ciò, la situazione diplomatica in Atene non sarebbe punto cambiata col mutamento dei Capi Missione; si sarebbe anzi forse acuita e fatta più pe.ricolosa trasportando le divergenze e gli attriti nel campo delle relazioni tra gli stessi Governi alleati. Il suggerimento di Briand si sarebbe potuto pensare quando, dopo la levata del blocco, si potesse determinare reàlmente una situazione nuova e meno anormale nelle relazioni col Governo Greco e nelle disposizioni verso di esso del Comando Militare del Corpo di Spedizione(2).

329

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 453/36. Parigi, 18 febbraio 1917, ore 19,40 (per. ore 22,10).

Da una breve conver:sazione ·COn Gerard, ex Ambasciatore degli Stati Uniti a Berlino, mi pare comprendere che egli ritenga probabile che la Germania eviterà la dichiarazione di guerra degli Stati Uniti d'America cedendo poco per volta su tutti i punti alle domande americane. So che nello stesso senso egli si è espresso con Cambon.

Il) Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit. pp. 106-107.

(2) Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., p. 107.

330

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 600/138. Londra, 18 febbraio 1917, ore 22,40 (per ore 4,35 del 19).

Telegramma di V.E. n. 194 (1).

Foreign Offke comunka che Governo Britanntco ha deciso per navi neutrali seguire linea generale seguente ·che riassumo:

l" -Navi neutrali noleggiate ad alleati e navi neutrali •che :fanno solamente servizio fra paesi alleati sono rilasciate: ogni caso è esaminato però volta per volta.

2" -Navi che fanno servizio fra porti britannici e paesi neutrali saranno rilasciate da queste autorità solamente dopo acce!'tato •cadeo 'l'itorno impor•tante per porti alleati, e se altre navi corrispondenti siano giunte da paese neutrale in porto britannko dal quale navi dovrebbero partire. A navi che giungano da porti olandesi e scandinavi con carico completo di merci • approvate • come viveri, piriti, nitrato, ferro, acciaio, minerali di ferro, materie grezze per munizioni, legname e che lasciarono :porti partenza dopo inizio nuova caffi!pagna sottomarini, è permesso caricare per paesi loro bandiera. Altri ,ca,richi all'infuori di quelli menzionati non sono considerati " approvati • se non dietro ,raccomandazione Ministro inglese relativo paese.

Navi che giungono da porti olandesi e scandinavi in zavorra o con carico incompleto possono solamente tornare al loro paese con carbone dopo aver compiuto altro viaggio nell'interesse degli Alleati.

331

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. S. N. Londra, [18 febbraio 1917].

Giusta ordine di V.E. mi asterrò fare Qualsiasi menzione note trattative {2). Potendo darsi però che Bissolati ne abbia sentore nei colloqui con questo [ministro Esteri] o con ministro francese, Le sarei specialmente grato indicarmi come regolarmi qualora S. E. mi parli della questione, non parendo in tal caso possibile dirgli cosa non esatta. Avevo sulle prime pensato di prevenire privatamente Balfour ma, visto delicatezza della comunicazione, desidero, prima muovermi, ricevere [autorizzazionel di V.E. (3).

(l) -Del 14 febbraio, non pubblicato. (2) -Cfr. n. 312.

(3) Ed. in SONNINO, Carteggio, II, cit., p. 166.

332

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. P.S.N. Parigi, 18 febbraio 1917.

V. E. riceverà col prossimo corriere mia lettera particolare (l) in risposta al telegramma riservatissimo per Lei solo, di ieri (2).

Avverto V. E. fin da ora ,che S. E. Bissolati mi ha detto di avere parlato con Briand dell'Asia Minore, ignoro però se ne abbia parlato stamane quando egli ha veduto Briand.

Bissolati dovrebbe essere partito stamane per il fronte francese (3)

333

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. RR. 855/210. Londra, 18 febbraio 1917.

Il Segretario di Stato per gli Affari Esteri mi ha fatto pervenire ieri sera, per informazione, un Memorandum relativo alla richiesta fattagli di recente dal Governo del Giappone per assicurarsi l'appoggio del Governo Britannico, alle trattative di pace, in favore delle sue aspirazioni nel Shantung e nelle isole al Nord dell'Equatore.

Qui unito mi onoro trasmettere a V. E., una copia della predetta comunicazione.

ALLEGATO.

BALFOUR A IMPERIALI

Londra, 17 febbraio 1917.

His Maj,esty's Government bave recently been approached by the Japanese Government with a view to the latter obta,ining from them an a:ssuxance of their wiHingness to support Japan's claims in regard to the di>sposal of Germany's rights in Shantung and rpossessions in Islands North of the Equator on the occasion of a Peace Conference.

In making this ,request, the Japanese Government drew attention to the recent announcement that the Allies had assented to the eventual occupation of Constantinople by Russia and to the agreement which had been signed in connection with the entry of lta1ly into the war, and they made it clear that the conclusion of future international arrangements justified them in now putting forward a request in the sens described.

His Majesty's Ambassador at Tokio has been instructed to make to the Japanese 1\linister for Foreign Affairs a statemen t in the following terms:

«His Majesty's Government accede with pleasure ·to the request of the Jap•anese Government for an assurance that they wiU support Japan's claims in regard to the disposal of Germany's ri.ghts in Shantung and possessions in Islands North of the Equator on the occasion of a Peace Conference, it being understood that the Japanese Government will, in the eventual peace ·Settlement, treat in the same spirit Great Britain's claims to the German Islands South of tbe Equator.

(l) -Non rinvenuta. (2) -Cfr. n. 312.

(3) Ed. in SONNINO, Carteggio, Il, cit.. p. 166.

334

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 462/96. Pietrogrado, 19 febbraio 1917, o1·e 1,30 (per. ore 18).

Telegramma di V. E. n. 234 (1).

In favore dell'assegnazione di Smirne all'Italia ed a confutazione delle obiezioni che vi .si muovono mi permetto riferirmi agli argomenti ·svolti a tale riguardo presso questo Governo e in particolare a quelli esposti nel mio telegramma 538 del 23 novembre scorso. La questione si riduce all'alternativa di assegnare al Sultanato turco di problematica indipendenza un porto di cui non abbisogna avendo già altro sboc:co sul Mediterraneo e che sarebbe per esso causa di debolezza e iPer tutti di perenne agitazione o di as1segnarlo all'Italia conformemente allo spirito degli accordi preesistenti che le assicurano una parte adeguata a quella degli Alleati nella distribuzione dei ·compensi e delle garanzie.

Sottrarre Smime all'Italia signifi·cherebbe privare questa ultima della valorizazzione dell'interno essendo ovvio ·che la ferrovia di Cassaba, congiunta alla linea di Konia, paralizzerebbe la ferrovia di Aidin. Si tratta di dare un assetto stabilmente amichevole anche in Asia Minore alle relazioni .franco-italiane e non è certamente col creare siffatta conco11renza economica che si può raggiungere quello scopo di superiore opportunità.

335

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB 465/82 (2). Londra, 19 febbraio 1917, ore 15,40 (per. ore 20,15).

Mio telegramma 81 spedito per corriere consta due parti. Nella prima riferisco a V. E. un colloquio da me avuto con Drummond ed il vibrato linguaggio da me tenutogli, e l'assurda allegazione di lui, che, a parere dei tecnici,

l'inclusione di Smirne darebbe di per sé alla zona propostaci valore superiore a quello della zona francese.

Trascrivo per maggior chiarezza integralmente la seconda parte.

Premessa la invariabile convinzione che a rompere vi è sempre tempo, mi permetto di subordinatamente sottoporle che, ad esprimere un'opinione in conoscenza di causa, mi occorrerebbe previamente conoscere il fondo del pensiero di V. E. sull'estensione delle nostre domande. In altri termini, mi sarebbe prezioso sapere se V. E. intende tenere fermo su tutto il programma svolto nel nostro memorandum, ovvero se è disposto a fare qualche concessione, ed eventualmente quale ne sarebbe il limite massimo e minimo. Nella prima ipotesi temo fortemente che andremmo incontro a una molto probabile rottura, ed in tale apprensione mi trovo in concordanza con l'impressione costantemente manifestata fin dal 1915 nel colloquio di Roma, e ripetutamente confermata in seguito nella mia corrispondenza. Nella seconda ipotesi le difficoltà di un accordo cogli alleati sarebbero senza dubbio minori, pur rimanendo sempre serie specialmente per la regione all'Est di Capo Anamur.

Non spetta naturalmente a me dare suggerimenti. È però mio dovere esporre a V. E. chiaramente la situazione, quale essa appare oggi e da qui. Quali che siano per essere le decisioni di V. E. per tutto il resto delle nostre domande, io non posso e non debbo in coscienza omettere di rappresentarle rispettosamente che la rinunzia a Smirne toglierebbe, a mio remissivo parere, ogni pregio materiale e morale alla regione propostaci. Per il possesso di Smirne io riterrei quindi di dar battaglia a fondo ed a qualunque costo vincere. Dato, ma pur fino a prova contraria non concesso, che Francia ed alleati consentissero a dare una seria e considerevole estensione alla nostra zona all'Est di Capo Anamur, l'ampliamento della zona stessa, quale che essa venisse ad essere ed è da dubitare che sia molto larga, non potrebbe certamente, agli occhi della pubblica opinione italiana, attenuare la pessima impressione cagionata dall'abbandono della prima e più importante città Anatolia, capitale, per così dire, naturale della futura zona italiana. Il possesso invece di Smirne, che solo può contrapporsi vantaggiosamente a quello francese di Beirut e di Alessandretta, contribuirebbe, se non isbaglio grossolanamente, a sfatare, presso tutte le persone ragionevoli e di buon senso, le critiche, inevitabili del resto in qualsiasi accordo, da parte degli ultra-espansionisti.

Al momento di spedire il presente mi giunge l'annunziato promemoria esplicativo (1). Lo affido al corriere insieme colla carta indicante il tracciato della zona.

In attesa di ulteriori ordini di V. E. vorrei permettermi pure rappresentarLe la convenienza da me ravvisata di un suo richiamo premonitorio ai tre governi alleati in quei termini di maggiore o minore energia che Le appariranno meglio indicati e più giovevoli allo scopo che intendiamo raggiungere. Questo suo richiamo potrebbe utilmente accompagnare la confutazione degli argomenti svolti nel memorandum esplicativo britannico (2).

(l) -È la ritrasmissione a Parigi e Pietrogrado del n. 281. (2) -Risponde al T. Gab. 249 (cfr. n. 299) e ad un successivo dispaccio con cui Imperiali era invitato a riferire per telegrafo.

(l) Testo in ToscANO, San Giovanni di Mariana, cit., pp. 220-223.

(2) Ed. in SONNINO, Carteggio, Il, cit., pp. 167-168.

336

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. 225. Roma, 19 febbraio 1917, ore 22.

Cantratti assicurazione piroscafi Società italiane e inglesi consentono ritiro polizza in caso blocco.

A prevenire gravi danni ai traffici ove Società Assicurazioni ritirassero polizze a causa dichiarazione blocco tedesco, prego V. E. presentire codesto Governo sull'opportunità d:i unità di azione da parte Governi alleati con immediate dichiarazioni simultanee ed uniformi che blocco tedesco non è riconosciuto

Telegrafo analogamente a Londra.

337

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 278. Roma, 19 febbraio 1917, ore 22.

Rodd mi ha ieri parlato come di sua personale iniziativa deHo •stato delle trattative IJ€r l'Asia Minore, dicendomi che Balfour e lui speravano che non si interrompessero i dibattiti, e lamentandosi che I:rnperiali non avesse voluto discutere sulla base del progetto presentato da Balfour. Riteneva sarebbe stato utile che dascuno esponesse ampiamente gli argomenti a sostegno della propria tesi. Ho risposto che approvavo pienamente il ·contegno del R. Ambasciatore, poiché il progetto Balfour scartava ogni nostra maggiore aspirazione, e riusciva completamente unfair di fronte alle basi convenute nella convenzione di Londra. Togliendoci ad un tempo, Mersina, Adana e Smirne, le concessioni all'interno riuscivano prive di ogni serio valore e di possibile sfruttamento; e su tali basi ogni discussione protratta non poteva condurre ad altro che ad inasprire le nost!l"e relazioni. Era assolutamente enorme la sproporzione dal punto di vista così politico come economico tra le ·Condizioni offerteci e quelle assegnate ai tre alleati. Le stesse concessioni parziali che nelle loro separate conversazioni avevano mostrato di poter consentire tanto Briand che i Russi venivano ora soppresse. Non mi sarei davvero aspettato tutto ciò dalla parte del Governo Inglese. Ad ogni modo dato tutto ciò era quasi meglio non parlarne più e a mantenersi redprocamente liberi. Non avevo ancora dato istruzioni definitive in proposito soltanto perché aspettavo di ricevere il rapporto scritto di Imperiali sull'ultima riunione. Di fronte al Parlamento e al Paese la mia ,pos1z10ne era divenuta estremamente penosa e difficile per effetto del contegno dei Governi alleati, che evidentemente non si rendevano conto delle condizioni dell'o!Pinione pubblica in Italia riguardo a tutte queste questioni. Rodd tornava a consigliare vivamente che non si interrom,pessero le discussioni a Londra (1).

338

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, ED AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 279. Roma, 19 febbraio 1917, ore 22.

Parlandomi Giers della opportunità di quaLche intimazione al Governo greco che ogni disordine locale scioglierebbe gl'impegni assunti dalle Potenze con la nota dell'8 gennaio (2), ho risposto che qualunque passo simile degli Alleati nella attuale .situazione, e data la ·Continuazione del bloc•co, non faceva che accrescere l'agitazione popolare, operando quasi come una provocazione a quei disordini che volevamo evitare, poiché veniva interpretato come la ricer.ca di una oc,casione per tornare ad appoggiare i venizelisti rivoluzionari. Non ritenevo giustificato qualunque nuovo passo minaccioso degli Alleati finché non 1si fosse tolto il blocco e assicurata l'alimentazione del paese. Soltanto dopo dò avrebbesi potuto esigere qualsiasi nuova garanzia per la completa sicurezza del corpo di E;pedizione, pur astenendosi da qualunque nuova ingerenza nella questione del venizelismo o locale (3).

339

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, ED AL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI

T. GAB. 280. Roma, 19 febbraio 1917, ore 22.

(Per Pietrogrado) Telegramma E. V. Gabinetto 94 (4). (Per tutti meno Pietrogrado) R. Ambasciatore Pietrogrado telegrafa quanto segue:

• In occasione... come nel telegramma Gabinetto n. 446/94. (Per tutti) Non ho obiezione aderire in forma generica richieste giapponesi se tutti

gli Alleati vi sono favorevoli. Credo ancor io sarebbe conveniente abbinare questione giapponese con quella rottura relazioni Cina con Imperi Centrali nella quale ultima dovrebbe però restare chiaramente inteso che alla rottura delle relazioni dovrà immediatamente seguire sequestro navi germaniche in ;porti cinesi ciò ·che Stati Un1ti non hanno ancora fatto.

(Per tutti meno Pechino).

Richieste della Cina risultano dal seguente telegramma di Aliotti:

• -Delegato inviato... sino alle parole • misure necessarie » poi dalle parole • -rottura relazioni • sino alla fine (come nel telegramma Gabinetto 447/4) (1). (Per Pechino). Prego comunicare quanto ·precede nonchè telegramma S. V. n. -4 sino alle parole • m1sure necessarie » al R. Ambasciatore a Tokio e sottomettermi proposte concrete ·circa regolamento reclami pendenti.
(l) -Ed. in SoNNINo, Diario, III, cit., pp. 108-109, con la seguente aggiunta: Replicai che le discussioni non potevano servire che pei libri verdi e pel pubblico quando non c'era nelle parti contraenti, come nel caso attuale, la seria volontà di addivenire ad un accordo equo. (2) -Cfr. n. 49. (3) -Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., p. 109. (4) -Cfr. n ..318.
340

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 475/51. Jassy, 19 febbraio 1917, ore 7,30 (per. ore 21,30 del 20).

Bratiano si mostra molto soddisfatto del suo viaggio in Russia ma si mantiene riservato intorno ai risultati ottenuti. Però con pe11sona di fiducia mia ha lasciato intendere che questi risultati non sarebbero molto concreti; egli ha detto avere suggerito di porre tutti gli eserciti alleati sotto un unico ·comando Affidato allo Czar con Castelnau •come Capo di Stato Maggiore, ha aggiunto aver chiesto l'offensiva decisiva in Romania e Macedonia ma non aver potuto avere affidamenti in questo senso. Castelnau gli avrebbe anzi detto che la guerra non si risolverà sulla fronte orientale, come Bratiano sostiene, ma su quella occidentale. Per quanto riguarda in particolare l'offensiva •sulla fronte romena lo si sarebbe rimandato al generale Gurko e questi gli avrebbe detto non poter prendere impegni per una azione di carattere generale mentre per le occupazioni parziali quali per esempio la rioccupazione della foce del Danubio spE:ttn a Zaharoff di decidere.

Bratiano ha riportato impressione che la situazione in Russia non è molto lieta così a Corte ·come nel mondo politico. Linguaggio che si tiene liberamente a tale riguardo sarebbe impressionante. Circa le .comunicazioni ferroviarie egli ha osservato che non vanno meglio che in Romania e cioè vanno molto male.

Prego mantenere segreto quanto p.recede.

(l) Cfr. n. 319.

341

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. s. N. (1). Roma, 20 febbraio 1917, ore 13

Riservato alla persona. Telegramma di V. E. Gab. 82 (2).

Attenderò dispacci annunziatimi prima di prendere decisione definitiva.

Intanto V. E. 'si mantenga fermo ,su intero programma e ascolti qualunque

proposta conciliativa soltanto ad referendum, pur cercando di farne precisare

i termini.

Nostra remissività eccessiva nell'aprile 1915 e fiducia in dichiarazioni gene

riche ci costa ora tutti questi guai e ciò deve servirei di norma (3).

342

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNLNO

T. GAB. 471/22. Corfù, 20 febbraio 1917, ore 16,30 (per ore 20).

Pachitch parlando meco ha riconosciuto esatte le voci di tentato complotto

tra ufficiali serbi a Salonicco. Secondo Pachitch il loro scopo era di rovesciare

non la dinastia ma i governanti attuali, cui sempre ~secondo Pachitch il gruppo

faceva ~colpa degli insufficienti aiuti dell'Intesa alla Serbia. Capo del COilliPlotto

era il colonnello Dimitrievic che già fu tra i principali artefici dell'assassinio

del Re Alessandro e che mi è stato descritto come una specie di Enver pascià

non di altro oc~c~ato che di intrighi politici. Costui ed i suoi ~complici tutti

arrestati.

Pachitch non ha voluto ammettere che dietro il complotto vi fosse l'Austria

e naturalmente esclude e nel modo più assoluto che mancanze simili ed even

tuali passaggi al nemico possano verificarsi al fronte.

343

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. S. N. Roma, 20 febbraio 1917, ore 20,20.

Prevengola per Sua norma che ministro Bissolati non ebbe nessun incarico dal presidente del Consiglio né da me di trattare questione dell'Asia Minore né a Parigi né a Londra. V.E. si mantenga riservatissimo in proposito (3).

(l) -Minuta autografa di risposta al T. Gab. 465/82 del 19 febbraio (cfr. n. 335), non spedita. Sonnino spedi invece il 22 febbraio alle 19,30, in risposta ad un nuovo telegramma di Imperiali sull'argomento (T. Gab. 487/86), il T. gab. 300, cfr. n. 355. (2) -Non pubblicato.

(3) Ed. in SONNINO, Carteggio, Il, cit., :Q. 169.

344

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 473/99. Pietrogrado, 20 febbraio 1917, ore 10,10 (per. ore 20,35).

Telegramma di V. E. n. 260 (l).

Ministro di Russia a Stoccolma ha ricevuto 1struzioni di conferire con massima prudenza ·con Rizoff, limitandosi a fargli ·conoscere ·che 1se Bulgaria vuole esporre agli Alleati sue intenzioni di pace 'separata devesi nominare [persona a ciò appositamente ed ufficialmente designata. Signor Polowzoff conviene nel riconoscere non doversi attendere risultati di qualche rilievo da questi passi, ma constata ·che in questo momento domina una ·Certa agitazione in Bulgaria contro Radoslavoff dalla quale potrebbe uscire una crisi interna propizia idea di pace. Il Paese è stanco, non vede quali altri scopi [possa conseguire con la guerra e forse si rivolta all'idea di dover battersi contro l'esercito di Salonicco senza un forte concorso austro-tedesco. Parlando di questo argomento con Pokrowski e manifestandogli l'opinione che ormai le sorti Bulgaria siano legate a quelle austro-tedesche gli ho fatto rilevare che in ogni caso converrà che ·conversazioni con Rizoff non giungano all'orecchio dei Serbi e dei Rumeni che se ne adombrerebbero certamente (2).

345

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNLNO

T. GAB. R. 489/35. Stoccolma, 20 febbraio 1917, ore 20 (per. ore 1,05 del 21 ).

Telegramma di V. E. Gab. 269 (3).

Questo Ministro di Russia ha ricevuto istruzioni di dire a Rizoff (nel caso che questi si rivolgesse di nuovo a lui) •che le potenze dell'Entent1e ,sarebbero di-· 51poste trattare colla Bulgaria ove essa volesse unirsi a loro contro i suoi attuali alleati e che a tal uopo il Governo Bulgaro dovrebbe des1ignare un delegato per concertare modo e luogo delle conversazioni da tenere segretissime. Da tali istruzioni risulta altresì che Rizoff si è recato da qui a Cristiania e che si è rivolto anche a quel ministro di Russia che forse gli ha fatto migliore accoglienza. Questo Ministro di Russia che è stato accreditato a Sofia prima di qui e conosce a fondo la Bulgaria non esclude che questa possa fare un brusco voltafaccia se vede la mal parata e se il dislocamento delle truppe austro-tedesche nei Balcani lo rende materialmente possibile, ma non ·crede che una combinazione simile possa essere attuata per mezzo di Rizoff che •considera 1sopratutto

come un emissario tedesco. Questo Ministro di Russia è un caldo fautore della politica dell'Intesa e possiamo essere assolutamente sicuri della sua piena lealtà qualunque •cosa avvenga. Dovendo avere da fare con Rizoff que.sti sarebbe una preziosa garanzia, data l'incertezza della situazione interna russa. Non so se possa dirsi altrettando di Gulchievich. Se quest'ultimo avesse nascosto i passi di Rizoff ai colleghi alleati si avrebbe già una presunzione a suo carico. Non bisogna dimenticare che finora il tentativo di Rizoff sembra piuttosto diretto ad una pa.ce separata fra la Russia ed i suoi nemici che fra la Bulgaria e le potenze dell'Entente e che esso potrebbe anche tendere a comprometterci di fronte alla Romania ed alla Serbia (1).

(l) -Cfr. n. 307. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e alla Legazione di Stoccolma, con T. Gab. 289 del 21 febbraio. (3) -Non pubblicato.
346

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 470/84. Londra, 20 febbraio 1917, ore 22,10 (per. ore 7,05 del 21).

Telegramma di V.E. n. 260 (2).

Balfour ·condivide la diffidenza di V. E. a riguardo di Rizoff e concorda pienamente nelle vedute di Lei <Circa necessità della massima circospezione in eventuali ·conversazioni con quel signore. Sui risultati pratid di tali ·conversazoni non mi ,parve ·che il Segretario di Stato riponesse speciale fiducia. Avendogli 'io comunicato la risposta di V. E. circa gli assaggi pacifici austriaci mi prega ringraziarmela. Aggiunse, a mia domanda, che non aveva ricevuto ulteriori e più precisi ragguagli al riguardo. Ad una mia osservazione, motivata dalle recentissime effusioni dei brindisi di Vienna, ,sulla possibilità che assaggi austriaci siano stati fatti all'insaputa della Germania ma d'intesa con essa, rispose Balfour che non potevasi certamente dò escludere quantunque indicazioni qui giunte tendessero a far ritenere il contrario.

347

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 62,9/49. Stoccolma, 20 febbraio 1917, ore 20,30 (per. ore 7,30 del 21).

Apprendo in via ;riservata che i tre Governi scandinavi hanno dato istruzioni ai loro Rappresentanti ·costà di fare a V. E. una protesta (analoga ad un'altra fatta una quindicina di giorni fa a Londra) 'contro la detenzione delle loro navi mercantili nei nostri porti. Finora io non avevo notizia nè dei propositi del R. Governo, nè delle istruzioni dei Governi 1scandinavi di protestare, ma rispetto detenzione delle navi mercantili in generale, ho già fatto notare a questo Ministro degli Affari Esteri che essa pur essendo conforme alle pree

sistenti norme di diritto, si giustifica completamente colla considerazione che

la Germania si è già messa fuori di ogni diritto attentando brutaLmente alle

per:sone ed alle ,proprietà dei neutri, i quali non sembrano disposti a far valere

energicamente le loro ragioni contro di essa. Quindi a noi non resta ,che di met

terei sullo •stesso terreno ,se non vogliamo ·compromettere neutri dinanzi agli

attentati e all'intimidazione tedesca.

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con T. Gab. 301 del 22 febbraio. (2) -Cfr. n. 307.
348

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 476/85. Londra, 20 febbraio 1917, ore 22,20 (per. ore 10,05 del 21).

Telegramma di V. E. N. 280 (1).

Col •corriere ·che giungerà a Roma posdomani V. E. riceverà copia di un memorandum (2) confidenziale nel quale Balfour informa avere il Governo britannico aderito Governo giapponese dandogli assicurazione ·che appoggerà nella conferenza per la pa,ce domanda giapponese per Sciantung nonchè per le isole al nord dell'Equatore nell'Intesa che il Giappone agirà nello ,stesso :spirito a riguardo delle domande inglesi per le isole tedesche a sud dell'Equatore.

349

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 479/83. Londra, 20 febbraio 1917, ore 22,10 (per. ore 11,50 del 21).

Tel,egrammi di V. E. Gabinetto NN. 266, 271 e 272 (3). I~ntrattenni iem Balfour dell'insieme della situazione in Grecia esprimendomi nel senso presc.rittomi da V. E. Il Segretario di Stato osservava in via confidenziale che la causa principale .perdurante ~colll(Plicazioni e la difficoltà ·costante di orientarsi consiste, a suo avviso personale, nell'impossibilità di riporre vera fiducia nella sincerità dei propositi d!ei due protagonisti ed antagonisti, Re di Grecia e Sarrail. A dimostrare la duplicità del Re .citava ad esempio il fatto 'da me ignorato della recentissima :scoperta di mine nel ·canale di Corinto. Ri:sposi che in vista appunto dei motivi da lui additati, migliore anzi unica via da seguire è quella retta ed imparziale sulla quale ins~ste V. E., provvedere cioè con energia alla tutela del nostro corpo d'oc·cupazione esigendo dalla Grecia scrupolosa osservanza dell'ultimatum, ma mantenere non meno scrupolosamente impegni da noi assunti. Replicò Balfour non esservi al.cun dubbio ,sull'opportunità anzi sulla necessità di una tale politica. Avendomi di poi il Segretario di Stato accennato all'inten

sifi.catosi fermento degli ultimi giorni, alle fondate apprensioni dei seri disordini

ecc., osservai fermento essere verosimilmente generato dalla naturale irrita

zione per le so:fiferenze e privazioni ~cagionate dal mantenuto blocco. Al che

replicò Balfour ai bisogni indispensabili della popolazione si sta ora appunto

provvedendo.

Sulla questione dell'opportunità o meno del mutamento dei quattro Ministri,

il Segretario di Stato ascoltò bensì con interesse le mie affermazioni :sulle mo

mentaneamente non favorevoli vedute di V. E. senza lasciare ben trasparire le

vedute proprie.

(l) -Cfr. n. 339. (2) -Cfr. n. 333. (3) -Cfr. nn. 314, 327 e 323.
350

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

D. R. 3. Roma, 20 febbraio 1917.

Mi pregio inviarLe, qui unita, copia del rapporto N. 118 (l) in data 8 gen

naio del nostro Rappresentante a Gedda, riguaroante l'intervento militare anglo

francese nel!}'Hedjaz e l'opportunità di una nostra modesta partecipazione.

Il Governatore della Colonia eritrea, cui il rapporto stesso era stato comu

nicato, aveva espresso il suo parere nei seguenti termini:

• Se nei fini del nostro Governo può tornare utile un concorso dì queste truppe io credo che, data la situazione attuale dell'Etiopia, si possono senza inconvenienti mandare in Arabia uno o due battaglioni con relativa artiglieria, ai quali :secondo me per la stessa ragione la Somalia potrebbe facilmente a~giungere uno o due battaglioni di ascari arabi e così dovendosi ,concorrere in una azione militare la partecipazione delle nostre 'Colonie :sarebbe di una reale efficacia e ~crescerebbe il nostro ,prestigio in Arabia •.

Nel mandarmi il teleg,ramma del Governatore della colonia eritrea contenente il parere surriportato il mio collega delle Colonie esplicitamente dichiarava • ,che una nostra collaborazione militare nello Hedjaz :sembrava a lui utile per i nostri interessi coloniali •.

Ho invitato allora i Ministeri delle Colonie e della Guerra a studiare insieme la questione di una partecipazione da tenersi in limiti tanto ristretti da costituire una semplice nostra rappresentanza militare. Vengo ora informato che i due Dicasteri suddetti hanno convenuto di inviare a Ragheb una compagnia di arscari musulmani eritrei, costituita da un capitano, due subalterni, da due militari di truppa italiani, da duecento dieci di truppa indigena, ,sedki muletti da sella, diciotto muletti da salma armamento novantuno con ,cento sessantotto cartucce.

Dal punto di vista politico si deve osservare rche la Francia e l'Inghilterra e l'Italia hanno dichiarato che i Luoghi Santi non debbono appartenere a ne,ssuna potenza europea e debbono conservare una completa indipendenza. Inspi

(l} Non pubblicato.

randosi a questi concetti esse hanno favorito la nomina dell'Emiro della Mecca a Re dello Hedjaz. Tuttavia, poichè Francia ed Inghilterra hanno inviato truppe di colore e sovvenzioni d'armi e munizioni, è evidente che una nostra partecipazione militare gioverebbe al nostro prestigio locale ed avrebbe favorevoli ripercussioni nelrle discussioni tra Francia, Inghilterra ·ed Italia per l'assetto futuro dia dare al paese.

Data l'esiguità del nostro contingente, non rcred!o che alcuna seria difficoltà sarà fatta da parte di codesto Governo a quanto Le ho sopra eSIPosto. Prego ciò non dii meno V. E. di volerlo prr-esenHre in proposito e di info!"marmi del risultato dei Suoi passi onde postsasi procedere senz'altro all'attuazione del nostro progetto.

351

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. CONFIDENZIALE RR. 390/103. Berna, 20 febbraio 1917.

Nelle varie ·conversazioni avute, dopo il mio ritorno a Berna, col Presidente della Confederazione Schulthess e ·coi Cons·iglieri Hofimann e Motta ho avuto campo di tastare il terreno e di • sondare • le loro idee (che sono indubbiamente quelle del Consiglio Federale, di ·cui questa triade forma intellettualmente la pavte .più eletta) sull'ipotesi di una doppia convenzione militare che la Svizzera potesse concludere, ·coi due gruppi dei suoi vicini, a miglio.re e più salda garanzia della prQPria neutralità.

Il Signor Schulthess, accennando meco alla buona (!):scusa, ·che aveva .trovato la Germania nel violare la neutralità belga, del solo fatto cioè che il Belgio avea intavolato trattative per un accordo militare •col vicino, mi fece ·capi:re senza reticenze quali fossero le sue convinzioni in proposito. Un paese neutro e che vuol restar tale, non deve e non può avere alcuna convenzione di simil genere. L'a-ccordo che a me forniva l'occasione di entrare in materia, vale a dire quella tanto decantata convenzione svizzera coll'Austria-Ungheria, •Che aveva provocato il noto incidente dell'an. Luzzatti col consigliere Forrer, era, mi assicurava sorridendo lo Schulthess, il massimo degli assurdi. N è rcoll' Austria, nè con qualsiasi altra potenza, la Svizzera si piegherebbe a stringere accordi di sorta; la Confederazione ·contava in primo luogo rsul riJSpetto .che essa sa di imporre a qualsiasi paese ·colla propria •condotta onesta e leale, e, in secondo, sulle truppe nazionali. Chè rse queste, e la cosa non sarebbe difficile a constatarla subito, non potessero da ,sole respingere l'invasore, allora, allora soltanto si farebbe appello all'intervento straniero, senza bisogno di aercordi preventivi.

Anche i Consiglieri Hoffmann e Motta, ai quali accennai, in conversazioni accademiche, alla ·convenienza ·che potrebbe avere la Confederazione di premunirsi così dall'una come dall'altra parte, mi dettero ambedue l'istessa risposta. Il popolo rsvizzero che occorrerebbe ·consultare in merito, non ac•coglierebbe certo di buon grado questi legami, per quanto l'uno distruggesse implicitamente l'altro. Nè lo Stato Maggiore, nè il Consiglio Federale si creder'ebbero invero autoriz

zati a stringere simili accordi, ~senza interrogare l'Assemblea nazionale. Davanti

a tali obiezioni lasciai naturalmente ·cadere il discorso, mostrando di non dare

alcuna importanza ad un'idea suggerita dalle voci, ~corse di nuovo in questi

giorni, di passi che sarebbero stati tentati dall'Austria. Ebbi del resto ancora

una volta da essi pure le più esplicite e franche dichiarazioni ·Che se la frontiera

svizzera fosse violata dai nostri nemici e le truppe nazionali risultassero inca

paci di arrestare la corrente, noi saremmo subito avvertiti ed invitati a porre

riparo. Ma, mi .preme aggiungere, che qui si è più che mai rsicuri ~che ciò non

potrà accadere. Occorrerebbe, mi disse uno dei consiglieri, ·che il buon Dio acce

casse addirittura ~rli Austro-tedeschi! Or, perchè supporre ·che i nostri avversari

abbiano le traveggole mentre essi dimostrano invece di vederci assai chiaro?

Anche il R. Addetto militare, in un ~colloquio avuto col Capo di Stato Mag

giore, ebbe campo di fare un'allusione a questi progetti di accordi bilaterali,

gettando, come a casa·ccio, una parola sull'importante argomento. La risposta

che egli ebbe dal colonnello Von Sprecher, autorevole rappresentante delle idee

militari, conferma interamente il punto di vista delle autorità civili elvetiche,

da me esposto qui sopra.

Se è dunque confermato, anche da quest'ultimo do~pio scandaglio, che la Svizzera è più che mai decisa a difendere la .propria neutralità e a valersi, all'oc·correnza, dell'aiuto dei vicini contro l'eventuale invasore, resta pure assodato che la Confederazione non intende assolutamente legarsi preventivamente per iscritto, coll'una o coll'altra parte, in accordi contemporanei, per tema forse di poter essere trascinata, suo malgrado, in quella guerra che con tanta abilità essa ha saputo sino ad oggi evitare.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONN]NO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI, E AL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI

T. GAB. 292. Roma, 21 febbraio 1917, ore 21.

Banrère nell'accennare stamane alle quattro domande presentate dalla Cina per rompere relazioni con Imperi Centrali (telegramma di Aliotti di cui mio telegramma Gabinetto 280) (1), osservava ~che condizioni prestito arlla Cina e quella rimaneggiamento tariffe sembravano già state ammesse precedentemente da Alleati e quelle per deroga protocollo 1901 (in massima accettate) e per sospensiva indennità sino teJ.;mine guerra esigevano maggiori chiarimenti. Barrère proponeva ~che rappresentanti Governi alleati a Pechino si ~concertassero allo scopo di dichiarare al Governo cinese che dopo che avesse rotto relazioni con Imperi Centrali i rispettivi Governi avrebbero esaminato con .spirito ami

chevole domande presentate dalla Cina indicando anche quelle che potrebbero senz'altro essere accettate. Ho dsposto a Barrère ,che in massima ero favorevole alla prCJtPosta, ma ,che l'avrei esaminata meglio specie per ciò che riguarda le indennità. (Per Pietrogrado) -Prego comunicare quanto precede ad Aliotti e telegrafarmi avviso di codesto Governo in merito alla proposta di Barrère. (Per Londra) -Prego telegrafarmi avviso di ,codesto Governo in merito alla proposta di Barrère. (Per Le Havre) -Quanto ,precede per sua notizia Barrère avendomi detto che Belgio era stato 'consultato in proposito.

(l) Cfr. n. 339.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 481/38. Parigi, 21 febbraio 1917, ore 20 (per. ore 23,25).

Telegramma di V. E. n. 280 (1).

Domande Giappone sono giunte ora e finora il Governo francese non ha risposto ma probabilmente darà risposta favorevole se l'InghilteNa non solleva dal canto rsuo d!ifficoltà. Cambon ha preso nota dell'intenzione di V. E. di aderire se gli Alleati aderiscono ma restando inteso ,che alla rottura delle relazioni della Cina dovrebbe seguire il sequestro delle navi germaniche.

Cambon personalmente si dimostrava favorevole a dare per conto della Francia risposta analoga.

Sulle condizioni poste dalla Cina la Francia dette risposta favorevole riservandosi soltanto di esaminare la portata delle domande di 'sospendere il pagamento dell'indennità ,cinese.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. N. RR. 487/86. Londra, 21 febbraio 1917, ore 22,57 (per ore 6,30 del 22).

Telegramma di V. E. N. 278 (2).

In termini sostanzialmente identici a quelli da V. E. adOIPerati con Rodd, mi esp,ressi io, beninteso a titolo affatto privato, con Balfour in un lungo colloquio avantieri. Egli mi rispose con le solite generalità, deplorazioni del passato di ~cui non è responsabile, ~suo naturale intendimento peli' la fedele esecuzione del trattato, perfetta ~consonanza sua proposta ,col trattato, uguaglianza valore, in base giudizio tecnici della zona offertaci con quella francese, mio rifiuto a

discuterla, ec·c. Non nascosi, in replica, profonda amarezza •cagionatami dalla penosa constatazione, vanità di tanti miei sforzi per dimostrare •che questa è questione di primaria importanza politica, in quanto involve insieme relazioni presenti e future dell'Italia •con alleati, e '!ìpecie con Inghilterra e Francia, e che, pertanto, necessita trattarla ·con criteri molto più larghi di una stretta valutazione tecnica, del resto facile ad essere confutabile. Non dissimulai nemmeno mie ap·prensioni per gravi conseguenze allo stato attuale delle cose di una non impossibile rottura delle trattative. Al che Balfour rE\I)ltcò subito di non vedere per conto suo alcun motivo d'interruzione. Se noi giudichiamo valore zona offertaci non uguale a quella francese, non abbiamo che a dimostrarlo, ed egH non si rifiuta ·cevto a discutere. Col troncare invece discussione, precludiamo ogni possibilità d'intesa da tutti desiderata, ecc. RepHcai ripetendogli motivi già spiegategli a sazietà, i quali mi avevano ·costretto a declinare discussione. Linguaggio di Balfour mi lasciò duplice impressione che egli desideri sinceramente continuazione discussione e raggiungimento equa soluzione conforme trattato, ma che nella sua mentalità 1scettica e eminentemente parlamentare così profondamente diversa da quella di Grey, egli manovri per ,prepararsi eventualmente linea di difesa in Parlamento, con l'addossare alla nostra pretesa intransigenza, responsabilità e conseguente rottura trattative. Necessità quindi, a parer mio, regolarci in modo da non fare suo giuoco. Pertanto se Ella ritenga che nostra dignità e nostri molteplici interessi iillJ>ongono ormai la rottura, vorrei permettermi .rappresenta.rLe la convenienza di non addivenirvi senza farla almeno precedere dal premunitorio richiamo ag~i Alleati, indicato nel mio teleg. 82 (1). Premesso in tale ordine di idee nostra riluttanza o rifiuto, dal punto di vista generale politico, a proseguire sterile discussione sulla base proposta da Balfour, si potrebbe collateralmente a maggiore suffragio nostra tesi enunziare probanti ed abbondanti argomenti .per dimostrare l'ineguaglianza della zona offertad con quella francese; l'evidenza ineluttabile della ·cessione Smirne; rilevand!o pure non avere tecnicamente tenuto nella valutazione alcun conto della zona di influenza riservata al monopolio economico francese. Una tale ,procedura lascerebbe ancora un uscio aperto e permetterebbe forse agli alleati di formulare qualche proposta addizionale mirante ad attenuare insanabili divergenze attuali, ed in ogni caso non per:metterebbe ad essi di attribuivci la responsabilità della rottura. Nel frattempo, legato .come 1sono dagli ordini impartitimi con teleg. senza numero dii jeri (2), di Timanere cioè fermo •sulle nostre posizioni, io conto astenermi dal fare presso Balfour o Cambon qualsiasi &pertura anche in via .pevsonale per eccitarli a fovmulare nuova prqposta più conciliativa. Inte11preto quindi i suoi ordini nel senso di tener:mi in riserva, limitand'omi ,sempUcemente ad ascoltare e al caso rispondendo ad eventuali aperture che mie istruzioni non furono mutate. Qualora invece Ella ritenga •consigliabile qualche passo positivo in tale senso Le sarò grato significar:melo ·con opportune direzioni ed indicazioni per norma mio linguaggio. In qualunque caso, quando V. E. decidesse di rompere, oserei pregarLa di autorizzarmi, prima di procedere ad una ·comunicazione ufficiale al Foreign Office, a fare un ultimo tentativo di

(l l Non pubblicato.

mia pe11sona1e imziativa presso Balfour e magari presso L·loyd George, ·COi quale non ho creduto oppor.tuno né giovevole conferire in questi uLtimi giorni, avendo notato esistenza di una <.'erta suscettibilità da parte Foreign Office per i miei troppo frequenti colloqui col Primo Ministro (1).

(l) -Cfr. n. 339. (2) -Cfr. n. 337.

(2) Cfr. n. 341.

355

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI,

T. GAB. 300. Roma, 22 febbraio 1917, ore 19,30.

Telegramma V.E. Gabinetto n. 68 (2).

Non convengo con V. E. sulla opportunità di astenersi da personali discussioni con Balfour e colleghi sulle ragioni ·che giustificano nostra ritrosia a discutere ufficialmente in conferenza a quattro sulla base delle proposte Balfour vista la sproporzione eccessiva delle offerte di fronte agli enornni vantaggi politici ed economici delle quote assegnatesi dagli Alleati. Riterrei egualmente utile, malgrado la ragione enunciata da V.E. (3) e vista l'importanza della questione e delle conseguenze .che possono derivarne, che V. E. confabuli con Lloyd Geor.ge dell'argomento con la maggiore :firanchezza ed ampiezza, lamentandosi seco lui delle difficoltà che si fanno all'accoglimento delle nostre domande, della ragionevolezza di esse, della ripercussione ·che tutto ciò può avere sulle relazioni tra i due Paesi ecc. ecc. poichè Lloyd George coll'autorità che ha può agire efficacemente su Balfour ed indirettamente ,sui Governi frMl!cese e russo.

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IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 497/3. Parigi, 22 febbraio 1917, ore 23,50 (per. ore 4 del 23).

Mi è •stato riferito che nei circoli serbi e Unionisti si attendono prossimamente avvenimenti molto ,gravi per il Re ed il Governo montenegrino. Si tratterebbe della soppressione della sovvenzione che la Francia e l'Inghilterra somministrano mensilmente, soppressione che verrebbe fra l'altro motivata dalla vita sregolata e dispendiosa del Prindpe Pietro. Si otterrebbe così il duplice

Lloyd George.

12) T. Gab. 381/68 del 10 febbraio che riguarda i trasporti attraverso l'Italia, non si DUbblica.

13) Cfr. n. 354.

scopo di togliere per mancanza di fondi qualunque seguito al Re Nicola e intaocare sempre più il prestigio della sua famiglia.

Ne informo V. E. per il caso in cui creda Qpportuno far indagini sulla consistenza di tali voci che se tradotte in atto porterebbero alla causa montenegrina un colpo difficile a ripararsi.

(l) Di un colloquio Balfour-Imperiali riferisce Nabokoff a Pokrowsky in data 20 febbraio: cfr. Aujtei!. der as. Turkei, n. 260, p. 218. Con altro telegramma del 21 febbraio Nabokoff riferisce di sapere da Hardinge che Imperiali conferi col Premier inglese il 21 febbraio· ibidem, n. 263, p. 219. Gli apprezzamenti contenuti nel telegramma del 20 febbraio non 'possono dunque riferirsi al colloquio Balfour-Imperiali del 21. Dai due telegrammi di Nabokoff risulterebbe inoltre che Imperiali vide nello stesso giorno Balfour e

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IL MINISTRO A COPENAGHEN, SACERDOTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 349/222. Copenaghen, 22 febbraio 1917.

Il Politiken di oggi, prendendo le mosse dal recente viaggio dell'Onorevole Bissolati alla fronte francese, dedica un suo articolo di fondo alla guerra italiana.

L'Italia, di·ce il giornale, è fra gli alleati quello ·che nutre maggiormente il desiderio di .condurre presto a termine la guel)ra. Essa è infatti la P·iù debole delle grandi potenze nemiche degli Imperi Centrali e quella ·che maggiormente potrebbe soffrire della guerra sottomarina che le ostacolerà il rifornimento del carbone e del ferro.

I Tedeschi infatti non celano che la loro campagna sottomarina mira in prima linea a paralizzare il rifornimento dell'Italia, il braccio di mare che 'separa l'Inghilterra dalla Francia è breve e facile ad essere sorvegliato e tenuto libero alla navigazione fra i due paesi. Il viaggio è invece lungo e pericoloso fra l'Inghilter.ra e l'Italia e d'altra parte non si può contare, date le difficoltà già gravi dei traffici, su un rifornimento per via terrestre attraverso la Francia.

Pare anche .che in Italia si tema una forte offensiva primaverile da parte delle Potenze Centrali. Al princtpio di questo mese anzi una visita di Hindenburg al Tirolo venne messa in relazione ad eventuali piani o:lifensivi da quella parte. Se ciò sia vero non è facile affermare, ma data la strategia fino ad ora usata dai Tedeschi non sembra certo inverosimile. Malgrado la mancata offensiva del Maggio 1916, essi ,potrebbero ben tentare di raggiungere la prima vallata del Po nella primavera del 1917.

Ad ec·cezione di una sola offensiva, l'Austria, sulla fronte italiana, 1Si è limitata ad una difensiva che ha attuato con forze relativamente piccole. Gli Italiani, non ostante nove offensive e grandi perdite, .sono ancora ben !ungi dalla loro mèta, Trieste. Colla 1presa di Gorizia hanno piegato, è chiaro, la fronte austriaca ,sul Carso, ma non l'hanno spezzata.

Nell'ipotesi di una offensiva da parte dei 'suoi nemici l'Italia però ha il vantaggio d'i possedere a tergo una buona rete fei'iroviaria, mentre il nemico avanzante non ha ·che poche ferrovie ed anguste gole montane per le sue tappe ed i suoi rifornimenti. Inoltre, a differenza della Serbia, della Russia e della Rumania, l'Italia è in diretto contatto colla Francia, ·coll'Inghilterra e pe:r\Ciò, conclude il giornale, anche ,se la fronte unica ad oc•cidente non è ancora un fatto compiuto, essa può effettivamente venire stabilita.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. POSTA 309. Roma, 23 febbraio 1917, ore 18.

In ris,posta alla nota di codesto Comando Supremo N. 3383 (l) del 19 febbraio, concernente la situazione militare~politica a Corfù, mi pregio innanzi tutto di ricordare all'E. V. ·che in forza del protocollo di Londra 3 febbraio 1830, Francia, Inghilterra e Russia si sono rese garanti dell'ind1pendenza della Grecia e che l'Italia non avendo preso parte al detto atto si troverebbe peli' discutere eventualmente la questione di Corfù con le Potenze firmatarie, specie ·con l'Inghilterra ·cessionaria delle isole Jonie, in una ·condizione dive11sa e particolarmente delicata. Anche di recente gli Ambasciatori di Russia e d'Inghilterra venuti a ·conoscenza dell'invio di un nostro contingente a Corfù domandarono dei particolari in proposito in via amichevole ma accennando nel tempo stes.so che lo facevano nella loro qualità di Potenze garanti.

Da quanto precede l'E. V. faciLmente rileverà che non è possibile avanzare una domanda del genere di queLla accennata nel sovra dtato foglio. La 1sola linea di condotta utile ed effica·ce è, almeno per ora, quella dì prendere posizione nell'isola con tatto e prudenza, evitando assolutamente di mostrare di avere ivi qualsiasi aspirazione territoriale e mantenendo cordiali relazioni colle locali autorità f,rancesi. La presenza delle nostre truppe, la presa di possesso della caserma veneziana, l'apertura d'uno spaccio tabac.chi, e d'un ufficio postale, con cambio di moneta, sono appunto ispirate a questo concetto di prendere sempre più posizione a Corfù evitando di urtare in ostacoli insormontabili, ed il R Ministro a Corfù ha ricevuto istruzioni di sottomettermi, d'ac·cordo col Generale Marro, quelle altre provvidenze del genere che ritenesse opportune.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 310. Roma, 23 febbraio 1917, ore 20,30.

Questo Ministro di Cina mi ha oggi dichiarato ·che il suo Governo è deciso a rompere le relazioni colla Germania se questa mette in pratica le misure minacciate contro le navi neutre e che portando la rottura considerevoli oneri finanziari, il Governo cinese desidererebbe 1poter aumentare i diritti doganali e aggiornare i pagamenti delle indennità o almeno prolungare i termini del pagamento indennità. Come V. E. rileverà nella dichiarazione di questo Ministro

di Cina non si fa questione delle due altre richieste, cioè del prestito e delle deroghe al protocollo del 1901. Per contro Barrère stamane mi dkeva che oltre alle quattro note ·condizioni, il Ministro di Cina a Londra avrebbe accennato in forma non ufficiale a tre altre richieste e doè: l) protezione della Cina da parte delle potenze per le conseguenze che rottura delle relazioni potesse avere per essa; 2) partecipazione della Cina alla futura ·conf.erenza della 1pace; 3) !partecipazione della Cina all'eventuale Congresso per regolare la questione dell'Estremo Oriente. A dire di Barrère, Briand trovava ·che il punto primo era formulato in una maniera troppo vaga, ·che la conferenza della pace non era in prosJpettiva e ad ogni modo poteva essere questione di ammettervi la Cina solo se questa avesse dichiarato la guerra e non una semplice rottura delle relazioni. Per il terzo plllnto non ·conveniva mettere in discussione troppi e così complessi problemi, e comunque non .poteva eventualmente ;prendersi in ·considerazione ·che nel caso· di entrata in guerra della Cina. Ho risposto a Barrère che concordavo con Briand e poiché egli non domandava di dare istruzioni in consegruenza al R. Mtnistro a Pechino, per il caso la Cina insistesse nel suo proposito aggiunsi che ciò mi sembrava ora prematuro e che conveniva lasciare che la Cina formulasse chiaramente queste sue ulteriori richieste.

(l) Non si pubblica.

360

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. S. N. Roma, 23 febbraio 1917, ore 21.

R. ministro a Copenaghen telegrafa quanto segue:

• Persona, che per la sua posizione dovrebbe essere bene informata, mi ha detto essergli giunta notizia dalla Germania che questa sta preparando una offensiva contro nostro fronte e che i preparativi sarebbero molto avanzati •.

Sarebbe opportuno che V. E., prendendo argomento dalla notizia di cui sopra e riferendosi alla seconda ipotesi avanzata da Lloyd George nel colloquio del 9 febbraio, quella cioè di un successo in Francia solamente parziale (telegramma di V. E. stessa data senza numero (1), ritornasse col primo ministro sulla questione dell'invio tanto desiderato di cannoni pesanti con relativi cannonieri al fronte italiano.

Con ciò V. E. preparerebbe pure in certo modo il terreno alle conversazioni che S. E. Bissolati avrà molto probabilmente costì con Lloyd George riguardo questo argomento, di cui egli è pienamente informato (2).

(l) Cfr. n. 264.

(2) Ed. in SONNINO, Carteggio, Il, cit., p. 170.

361

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONN]NO

T. GAB. 503/103. Pietrogrado, 23 febbraio 1917, ore 11 (per. ore 22,30).

Conversando con Lord Milner delle cose d'Asia Minore, non gli ho nascosto mie apprensioni per interruzione delle trattative di Londra in seguito all'esposizione del progetto di Balfour, •che annullava quasi intero valore delle ·concessioni territoriali corrispondenti interne col .privarle dei naturali loro sbo.cchi marittimi. Osservai che V. E. non poteva ·certamente attendersi che dopo avere lasciato l'Italia in disparte dalle trattative e dagli ac·cordi orientali contrariamente aH'intesa e dopo ·così lungo t.empo trasco11so nell'esame delle nostre giuste rivendicazioni, gli Alleati ben lungi dal riparare alla trascuranza 'usata a nostro rigua·rdo giungessero a siffatti risultati negativi sulla .cui base evidentemente non si poteva trattare e ponessero V. E. di cui sono noti sentimenti verso gli Alleati e l'alta benemerenza nella nostra partecipazione alla guerra, in una posizione difficile di fronte al Parlamento. Milner mi ris·pose dover egli stesso riconoscere e dolersi che in .seguito a cir·costanze imp•reviste gli Alleati avessero concluso ac•cordi orientali senza contemporaneo ·concorso dell'Italia e desidera 'perciò tanto più •che questa ottenga ogni soddisfazione alle sue aspirazioni. Egli mi ha poi domandato che cosa pensassi delle assegnazioni fatte all'Italia in A:sia Minore. Gli ho risposto che non avrei potuto parlare che a titolo personale e !imitandomi a quanto già aveva avuto occasione di esporre a questo Governo, sede dei negoziati generali essendo Londlra. Questione, a mio avviso, deve essere constderata dal triplice punto di vista: l) di eliminare al più presto possibile ogni motivo di malinteso affinché, alla vigilia di tempi nei quali la più intima ,solidarietà è necessaria fra tutti gli Alleati, questi vivano senza estranee preoccl.ljpazioni in un'atmosfera di .sicurezza, di soddisfazione, di fiducia perfetta; 2) di assicurare all'Italia la parte che le spetta perché esereiti anche nell'atteggiamento orientale del Mediterraneo le funzioni di equilibrio ·cui è •chiamata nell'interesse comune e 3) di sopprilmere anche per l'avvenire ogni ·causa di dissenso fra l'Italia ed i suoi Alleati. Sono questi gli interessi superiori e comuni, immediati e futuri cui ogni altra considerazione dovrebbe essere subordinata. Questione di Smirne, nel modo in cui fu posta a Londra, rappresenta una alternativa fra il favorire la Turchia nemka e l'Italia alleata, 1preferii1e uno stato contro la cui natura reazionaria converrà poi a tutti di :premunirsi, ad una nazione destinata a ·cooperare con gli Alleati sopra una via parallela di ·civiltà. Pur ammettendo la ·C·reazione del Sultanato turco, non si vede la necessità di assegnargli Smirne, mentre nel Golfo di Ed:remid avrebbe il richiesto sboc·co sull'Egeo mentre il suo porto prindpale :sarà nel Golfo di Chemlic, presso Brussa, sua nuova capitale, mentre .con Smirne stessa avrà agevole ·comunkazione mediante ferrovia Soma-Panderma. Brussa può poi agevolmente •collegarsi con l'in

terno del Sultanato ossia con la ferrovia da Angora a Bilegik. Quanto alle obiezioni etnkhe esse non possono essere sollevate: primo, perché si trovano bensì molti Greci in tutto il bacino orientale del Mediterraneo, nel Mar di Marmara, nel Mar Nero, dall'Egitto ad Odessa, ma non per questo sarebbe realizzabile un aggregato territoriale greco; e, secondo, perché ad ascoltare le .rivendicazioni elleniche le Potenze europee dovrebbero abbandonare i loro S•copi in primo luogo la Rus·sia a Costantinopoli e l'Inghilterra ad Alessandria per !imitarmi a dare un esempio.

A questo proposito devesi tener presente che Smirne, nelle mani di un debole stato come il Sultanato, sarebbe tentazione ed esca alle mire irrequiete dell'ellenismo e causa di dissidi e agitazioni perenni anziché mezzo di padfkazione. Conviene che il possesso di quel centro abbia carattere di immutabilità e garantisca stabilità quale gli sarebbe data dall'Italia, la quale vi ha fino dai tempi più remoti una numerosa e fiorente •Colonia.

Togliere Smirne e la ferrovia di Cassaba all'Italia significa paralizzare la via del mare di Aidin ed in ogni caso creare un antagonismo economko fra Francia ed Italia che invece ·certamente contribuirebbe a quella cordialità di rapporti che è nel desiderio e nell'interesse comune di mantenere anche nell'assetto dell'Asia Minore. Infine dal punto di vista dell'equità e dello .spirito delle intese esistenti va ricordato che in tutte le zone rivendicate dall'Italia la sola parte il cui possesso avrebbe un valore economico reale ed attuale è appunto Smirne col suo distretto, e che privandocene, ben poco ci rimarrebbe che non fosse per noi più di aggravio •che di beneficio. Tutto ciò risultava in •contrasto stridente colle buone dispostizioni di cui alleati si dichiarano animati a nostro riguardo e colle assegnazioni che si ·sono attribuite anche fuori di Asia Minore a •compell!SO del probabile loro riconosdmento dell'accordo per Costantinopoli, •rkonoscimento per noi rimasto sterile. Conclusi ripetendo che parlavo personalmente ed oc•ca:sionalmente con lui di tale argomento, sapendo .che egli se ne era occupato e ·conoscendolo provato amico del nostro paese e ·che quindi la conversazione era da •considerarsi pÙramente privata, ma che io non di meno non avevo stimato inutile esporgli, essendone rkhiesto, il mio pensiero in proposito. Lol'd Milner, che aveva seguito con molta attenzione e segni di assenso quanto gli era venuto esponendo, mi ha detto che pur .riconoscendo il carattere della nostra conver·sazione e pur non potendo dal canto suo assumere impegni per il proprio Governo, si sarebbe vaLsa opportunamente a Londra del nostro scambio di idee e si sarebbe adoperato per agevolare accordo con noi che sotto ogni aspetto sembravagli deside.rabile ed urgente (1).

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IL MINISTRO DELLA PROPAGANDA, SCIALOJ.A. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 504/104. Pietrogrado, 23 febbraio 1917, ore 11 (per. ore 23,50).

Nella seduta plenaria di ieri sono state presentate all'approvazione tutte le conclusioni ooi sono giunte varie sottocommissioni. Le risoluzioni della sottocommi:ssione politica sono note a V. E. dai miei telegrammi; quelle della •sottocommis

sione munizioni e strategia sono state telegrafate al Comando in capo; per questioni finanziarie non è stata tenuta altra seduta all'infuori di quella di 'cui già resi conto, ma Bark ha avuto colloqui con singoli primi delegati. Si rimase d'intesa che essi prendevano impegno di sottomettere r~spettivi governi !Per la decisione l'esposizione fatta dai russi. Le varie r1soluzioni sopra elenca,te sono state in ~compleSiso approvate dalla conferenza plenaria. Per quelle concernenti maggior concorso del Giappone fu notato che questo concorso potrebbe essere oltre che di artiglieria coi loro serventi anche di altre truppe in genere e fu accennato alla possibilità di inviare circa 50.000 giapponesi in Mesopotamia. E.ssendo stato proposto di apportare una aggiunta generica in questo ~senso nella risoluzione già approvata, osservai che la cosa sembravami pericolosa poiché in caso di ... (l) del Giappone ne risulteretbe come conseguenza un troppo 1palese •scacco per gli Alleati. Ac,cogliendosi mio concetto, la proposta fu respinta, osservandomi •che governi non avevano ... (l) per portare loro attenzione sulla possibilità di un tal concorso giapponese di una risoluzione della conferenza. Circa risoluzione riguardante consiglio centrale pe,rmanente ·credetti opportuno chiarire che con essa risoluzione Conferenza non aveva già creato un nuovo organo che dovesse quindi funzionare senz'altro ma che risoluzione ripeteva una raecomandazione fatta ai Governi cui spettava intendersi ~su questi vagheggiati maggiori incontri fra uomini di Stato incontri aventi carattere non straordinario ma normale senza solennità e banchetti. Milner e Doumergue aderirono al mio concetto e con questa intesa Conferenza approvò la risoluzione. Oggi approvati verbali (2).

(l) Ritrasmesso a Londra e a Parigi, con T. Gab. 311 del 24 febbraio.

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IL CAPO DEL SERVIZIO INFORMAZIONI DEL COMANDO SUPREMO, GARRUCCIO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (3)

N. RR. 1579. Roma, 23 febbraio 1917.

Questo servizio ritiene owortuno trasmettere le se.guenti informazioni pervenutegli intorno alle condizioni della Siria:

• Le condizioni della Siria sono veramente compassionevoli: il quinto della popolazione è morto di fame, di miseria, di malattie, durante la guerra. Nel solo Libano sono morte da 150 a 160 mila per,sone. Gemal Pasià, che comanda in quel disg·raziato paese, continua a servirsi di un regime di vero terrore: in tutte le città e villaggi della Siria, quotidianamente, :penzola qualche impiccato, condannato non tanto per relazioni passate (durante la pace) con i Consoli di Francia, quanto per servire di esempio e di terrore alla popolazione. Questa, (mussulmani e cristiani arabi) non aspetta che l'ora della liberazione; i mussulmani oggi più dei cristiani, dopo l'impiccagione a Damas,co del figlio di Abd el Kader (a cui non

fu sufficiente per schivare la condanna, la pretesa discendenza diretta dal Profeta) e la rivolta dello Sceriffo della Mecca. Da questi i Mussulmani di Siria attendono la liberazione, pronti alla rivolta, al primo barlume di ,suc,cesso, tanto che nelle moschee si prega già per la di lui vittoria ,sui tuvchi.

Tutto il Libano è militarmente occupato e taglieggiato con sistemi turchi, tranne i villaggi di Bicherri e di Sgorta (a ridosso di Tripoli di Siria), ove gli abitanti sono in armi, e che Gema! non ha occupati ancora, ap~unto perché non vuole con una resistenza armata, provocare l'inizio della rivolta del ~aese.

L'esevcito tureo (non ostante che siano rstati chiamati alle armi tutti i musmulmani fino ai 45 anni e tutti i ~cristiani anche quelli 'che prima avevano pagata l'imposta di esenzione) non .conta ora 'che circa 700.000 uomini; la guerra e più ancora le malattie (nel solo campo di Homs presso Tripoli d'Asia il colera fece 6000 vittime) lo hanno decimato. Gema! ha in Siria non più di 80.000 uomini, di cui circa la metà 'curdi e turchi che inquadrano i soldati arabi di cui non si ha nessuna fiducia. Con queste truppe egli deve fronteg.giare l'esercito inglese d'Egi,tto, ~porsi allo Sceriffo della Mecca in rivol,ta, e specialmente occupare tutto il vasto paese. Il suo quartier generale è sempre a Gerusalemme, ma egli fa frequenti viaggi a Damasco.

La Siria, insomma, è senza dubbio il punto più vulnerabile dello Impero turco •

(l) -Gruppi indecifrati. (2) -Il telegramma fu inviato tramite l'ambasciata di Pietrogrado e ritrasmesso a Londra e a Parigi con T. Gab. 312 del 24 febbraio 1917. (3) -Questa nota venne inviata anche alla missione militare britannica presso il Comando Supremo.
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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINIJSTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 518/105. Pietrogrado, 24 febbraio 1917, ore 12 (per. ore 19,20).

Telegramma di V. E. n. 249 (1).

Lingua.ggio tenuto dal R. Ambasciatore a Londra allorquando Balfour annunziò limiti incarico a Mallet (Capo Anamur~sud-ovest Anatolia) avrebbe dovuto far comprendere al Ministro inglese che noi non avremmo potuto trattare sulla base di un progetto ·così lontano dalle nostre rivendicazioni. Non ~otendo però sup~orre che fosse nelle intenzioni di Balfour di provocare la sospensione delle conversazioni conviene ammettere che egli sia incorso nell'errore di considerare le convevsazioni ~come un negoziato per il quale si dovesse .riservare un margine in vista di ridurre le nostre domande mentre lo spirito delle conversazioni di Londra dovrebb'essere tutt'altro. In esse dovrebbero venir prese in esame le

• nostre proposte • con quella piena fiducia e benevolenza che corrispondono ai rapporti esistenti fra gli Alleati. Se qualche punto richiede ~piegazioni complementari a quelle del memorandum, se qualche modificazione o qualche scambio di assegnazioni sono dimostrate op~ortune, tutto ciò dovrebbe essere regolato amichevolmente; ma un mutamento radicale delle nostre proposte non può essere

oggetto di discussione senza il pe.ricolo già menzionato da V. E. di acuire le divergenze. Evidentemente Balfour non si è di dò 'reso conto ma non mi sembra da esclude.re che riconoscerebbe la deviazione del .suo punto di vista ove la sua attenzione venisse richiamata sull'equivoco intervenuto. A mio remissivo parere la persona più appropriata per tale richiamo sarebbe Milner le cui favorevoli disposizioni a nostro riguardo non lasciano dubbio. E Milner potrebbe venire a sua volta inspirato a questo passo dal Ministro Scialoja col quale, siccome è naturale dopo la non breve convivenza e l'opera comune.. si tl"ova in dimestichezza ed in continue occasioni di scambi di idee. Mini·stro Scialoja arrivato a Londra, ove troverebbe istruzioni potrebbe adoperarsi in tal senso.

Quanto alla opportunità di negoziati distinti col Governo russo non esito ad esprimere opinione che essi non possano aver luogo con speranza di buoni risultati che in via concomitante colle •Conversazioni di Londra. Se quelle rimangono sospese il Governo russo eviterà certamente ogni isolata sua compromissione quando anche vi fosse disposto.

(l) Cfr. n. 299.

365

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINLSTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 514/41. Parigi, 24 febbraio 1917, ore 23,45 (per. ore 3,50 del 25).

Grahame Consigliere dell'Ambasciata inglese è venuto vedermi per la questione delle armi in Albissinia e mi ha chiesto spontaneamente come andavano conversazioni a Londra per Asia Minore. Si mostrò spiacente di quanto apprese da me e mi disse che mesi or sono essendo Incaricato d'Affari a Roma aveva ·cercato di dimostrare al Suo Governo le ragioni per le quali giustamente V. E. annetteva grande importanza alla questione. Egli conveniva meco che la zona offertaci senza Adana e senza Smirne non è equivalente alle altre e mi disse come sua opinione personale che crede che il Governo inglese cercherà di persuadere il Governo francese se noi insisteremo.

Oggi de Margerie parlando ·con Ruspoli di altre questioni disse come sua opinione pel1sonale che non convenisse interroffi1Pere i negoziati e che Italia doveva discutere il progetto del Ministro degli Affari Esteri inglese. Egli aggiunse ritenere esagerate le pretese italiane su Mersina e Adana. La Francia ha anche grandi interessi a Smirne ma era pronta abbandonare Smirne per fare ragione alle domande italiane e le diffi.coltà opposte circa Smirne non sono imputabili alla Francia. Noto però che Margerie non aveva avuto alcuna notizia della mia conversazione con Briand del 17 corrente di cui al mio telegramma Gabinetto

n. 32 (1), il che dimostrerebbe che fino ad ora Briand contrariamente a quanto mi diceva nulla ha telegrafato o scritto a Londra circa l'Asia Minore. Cel1cherò perciò una favorevole occasione per tornare sull'argomento fra qualche giorno (2).

(l) -Non pubblicato. (2) -Ritrasmesso a Londra e Pietrogrado con T. Gab. 316 del 25 febbraio.
366

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

f. GAB. RR. 517/90. Londra, 24 febbraio 1917, o1·e 22,30 (per. ore 6,15 del 25).

Telegramma di V.E. Gabinetto n. 300 (1).

Ho avuto oggi un lungo colloquio con Baliour. Premesso che gli parlavo in via strettamente personale e di mia iniziativa, gli ho detto che, facendo astrazione dalla questione generale circa la quale V. E. aveva già manifestato il suo pensiero a Rodd (2), ritenevo non inutile comunicargli alcune osservazioni di cui confidavo non gli sfuggirebbe il fondamento allo scopo di dimostrargli la stridente disuguaglianza fra la zona propostaci e quella :kancese. Ecco le mie osservazioni :

l) Popolazione. Zona (che chiamerò per maggiore chiarezza italiana) è di 400 mila pevsone inferiore a quella francese.

2) Nella equiparazione delle zone non .si è tenuto conto alcuno delle zone A e B, costituenti praticamente un monopolio economico riservatosi dalla Francia e dall'Inghilterra.

3) Il valore effettivo della ricchezza mineraria zona italiana è dubbio mentre nella zona francese la sola miniera ramifera di Argana notoriamente una delle più buone del mondo eccede di gran lunga il valore dell'insieme delle miniere della zona italiana.

4) Di fronte ai porti di Beyrut ed Alessandretta già costruiti ed in piena attività tutti connessi con ferrovia, la zona italiana non ha che un solo porto costruito. Tutti quelli indicati nel memorandum sono unkamente • in fieri •. La costruzione di ciascuno di essi importerebbe spese grandiose. Consideriamo due Hinterland nella zona italiana ossia Aidin e Konia è da rilevare:

a) che per quanto concerne il primo porto di Scalanova, oggi tuttora inesistente, e non allacciato ad alcuna ferrovia, non potrebbe mai avere un vero rigoglio data la sua :prossimità con quello assai più importante di Smime. I due porti cioè vicini come sbocco del medesimo Hinterland non possono economicamente coesistere e .prosperare;

b) per quanto •concerne l'Hinterland di Konia l'inferiorità della zona italiana è altrettanto stridente; Adalia che si vuole qualificaTe di sbocco naturale di Konia non lo è né può esserlo per le difficoltà e il •costo delle ·costruzioni del ,porto e per le ingentissime opere di costruzione occorrenti per una ferrovia tra i due .punti. Per contro prescindendo dalla importanza di Beyrut ad accentuare anche .più la sproporzione basterebbe Alessandretta. E·ssa già in connessione con una rete ferroviaria quale è costituita dalla dorsale di Bagdad e di tutti

1.2) Cfr. SoNNINO, Diario, III, cit., 18 febbraio.

i tronchi secondari, è destinata a .raccogliere tutta la co11rente generale del traffico ·che si dirigerà sempre più verso il porto più comodo e ·considerato e dove affluiranno le maggiori linee di comunicazione.

5) Mentre nella zona francese vi è tutta una .rete ferroviaria 'collegata con porti e redditizi, l'unica ferrovia esistente nella zona italiana rappresenta per ora in realtà una 'specie di ,servitù per appartenere essa ad una società privata estera •con la quale occorrerà pure eventualmente intendersi. Ciò a .presdndere dal fatto che l'attività della linea di Aidin sarebbe fatalmente paralizzata da quella poco più a nord di Cassaba facente ·capo Smirne. In aggiunta a questi rilievi tecnici e di fatto ne ho presentato un altro d'ordine poliUco e morale e cioè che gli Alleati, specialmente la Russia, che tanto a cuore prendono oggi la prosperità dell'ipotetico Regno tuvco, non se ne preoc,cu,pavano affatto or sono due anni quando off<rivano alla Grecia Smirne e la regione adiacente. Balfour, il quale mi aveva ascoltato .con molta attenzione ha detto che queste mie osservazioni potevano aver il loro peso: non esprimeva alcun parere in merito ma ben volentieri le avrebbe fatte esaminare dai •tecnici se io gli .consegnavo gLi appunti lettigli. Ho risposto ·che avevo meco un ,semplice appunto gettato giù a lapis unicamente per mia norma e comunque prima di darglieli ritenevo doveroso avendo io agito di mia semplice iniziativa prendere gli ordini da V. E. Ciò Balfour ha trovato naturale ripetendo aver egli formulato la sua :proposta in base al parere dei tecnici .con criteri meramente obiettivi e che quindi non si rifiutava certamente ad esaminare le mie obiezioni. Ha concluso ·che confidava che tra lui e me si sarebbe riusciti a dipanare la matassa essendo suo vivi:ssimo desiderio e proposito di raggiungere ad ogni ·costo una intesa su basi eque e conformi al trattato. Il colloquio odierno ebbe carattere più pia•cevole dei precedenti. Mi è sembrato ·che pur senza dirmelo apertamente Balfour con accentuate cortesi espressioni a mio riguardo abbia voluto !asciarmi indirettamente capire che aveva apprezzato la mia iniziativa ,per uscire d'a una situazione imbarazzante e delicata. Nella speranza .che V. E. vorrà arpprovare il mio operato Le sarò grato significarmi di urgenza: l) Se Ella mi autorizza a consegnare a Balfour a titolo bensì pe,rsonale ma col notificatogli consenso di V. E. un promemoria con le osservazioni suindicate; 2) Se queste osservazioni Le sembrano calzanti e giuste; 3) Se e quali ulteriori rilievi Ella ritiene opportuno aggiungere. Dal colloquio odierno ho tratto pure impressione fondaUssima che se io non avessi rotto il ghiaccio Balfour non aveva intenzione di prendere iniziative di nuove proposte. Per quanto concerne Lloyd George ritengo doveroso pregare V. E. di !asciarmi alquanta latitudine sulla s'celta del momento in cui parlavgli. Ho non impressione ma ferma convinzione che rivolgendomi ora a lui farei un passo falso e pericoloso. Balfour, che non dimentica mai essere stato Primo Ministro, e malgrado la sua serafica apparenza è tenacissimo, non subisce l'influenza di nes:suno e per la sua speciale ,posizione nell'anormale costituzione del presente Gabinetto è sensibilissimo a qualsiasi ingerenza nelle sue dirette attribuzioni. Mi risulta inoltre che egli tiene molto a trattare e a risolvere personalmente la presente intricata situazione (1).

(l) Cfr. n. 355.

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, Il, cit., pp. 170-173.

367

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINLSTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 520/61. Jassy, 24 febbraio 1917, ore 8,40 (per. ore 15,35 del 25).

Mio telegramma Gabinetto n. 56 (1).

Tenente Colonnello Crainiceano ha fatto confessione completa ,sicché tradimento del colonnello Sturza non fa più dubbio. Non si sono assodate altre complicità militari né rac,colte prove d'un complotto con elementi borghesi. Si afferma ,che in oc,casione dell'ultima visita del Re Ferdinando 1sulla fronte il colonnello Sturza cercò portare il Sovrano in una zona molto esposta ad un colpo di mano nemico e non desistette se non in seguito all'energico intervento del generale Averescu. Ciò fu allora attribuito ad errore o disattenzione mentre ora si crede 'che fosse proposito del colonnello Sturza di far cadere Re Ferdinando nelle mani del nemico. Tutto ciò ha grandemente i!IlfPressionato ie truppe e gli ufficiali. La situazione è particolarmente impressionante qui in Moldavia ove una notevole parte della popolazione è costituita da israeliti d'origine galiziana di lingua tedesca ostili ai romeni ed ai russi e favorevoli agli Imperi centrali. Tra essi lo spionaggio si esercita ,su larga scala e con tanta maggiore facilità in quanto che essi hanno accesso ovunque. Numero delle diserzioni di soldati israeliti è stato sempre iffi!pressionante fin dal principio della campagna.

368

L'AMBASCIATORE A TOKIO, CUCCHI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 172/54 Tokio, 24 febbraio 1917.

Il giornale di Tokio Nici-Nici nel pubblicar pel primo, iermattina, un telegramma da Nuova-York circa la voce corsa di una ,possibile intesa fra il Giappone, la Germania e la Russia, dedica un articolo a tale notizia sensazionale qualificandola fantastica. La notizia, comparsa nel New York Times del 22 febbraio, si dice esser stata data dal corrispondente di Wa,shington del Boston Herald che l'avrebbe avuta da persona bene informata. In seguito a questa nuova triplice alleanza la Germania avrebbe il controllo sui Balcani e sul prossimo Oriente, la Russia stabilirebbe la sua influenza in India ed il Giappone avrebbe mani libere in Cina. Tale programma, osserva il giornale di Tokio, è un puro sogno tedesco e non potrà mai realizzarsi. Le voci di prOiPoste per la formazione di una triplice alleanza russo-tedesca-giapponese ha circolato in Europa ed altrove in questi ultimi tempi e quindi i Giapponesi non sono punto stupiti dati telegramma lanciato da Nuova York. Non vi ha dubbio che tale rumore provenga da fronte germanica ed è evidente che la corrispondenza da

Washington mira a dissuader gli Stati Uniti e la Cina dall'aprir ostilità ·contro la Germania in questo momento critico. Non si può d'altra parte negare che in Russia vi è un partito pro-tedes·co il quale sta 'cercando ogni opportunità ,per favorire la conclusione di una pace separata colla Germania. Ma pel momento basta osservare che il Boston Herald è un giornale favorevole alla Ge,rmania. La stampa inglese di Tokio dice che non è il caso di occuparsi di questa

• invenzione • tedesca, la quale è soltanto una manovra di Berlino per intimidire i Neut.rali e per cercare di seminare discordia DI'a gli Alleati.

Qui unito trasmetto a V. E. un articolo pubblicato oggi dal Japan Times sull'argomento (1).

(l) Non pubblicato.

369

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 753/78. Washington, 24 febbraio 1917 (per. 1'8 aprile).

Col rapporto n. 506 del 19 dicembre u.s. riferivo a V. E. come p<X!o tempo innanzi il governo degli Stati Uniti avesse voluto impOl'l'e alla repubblica di San Domingo un trattato che virtualmente doveva farne uno Stato .protetto: come a questa imposizione si fosse ribellato il suo :presidente e come ne fosse seguita l'occupazione militare del paese da parte degli Stati Uniti sotto il pretesto che la razza nera .s'era rivelata incapace d'i autonomia politica e per la necessità di rimediare all'incorr-eggibile disordine finanziario della repubblichetta centroamericana. Uno dei primi atti del governatore militare americano è stato quello di Ucenziare il miniiStro dominicano a Cuba e quello a Washington, palesemente non abbastanza ;proni al dispotismo americano. Gli ordini relativi sono venuti naturalmente da questo dipartimento di Stato, il quale J.ascia ora pubblicare che è in v~ia di conclusione il trattato che deve larvatamente mettere San Domingo sotto il protettorato americano.

Provvede il relativo progetto di trattato per la nomina di un ricevitore generale delle dogane domenicane e di un consigliere finanziario addletto al ministero delle finanze; ambedue le cariche da essere scelte dal 'presidente della repubblica di San Domingo su analoga designazione del presidente degli Stati Uniti. Vi si ,stabilisce che la repubblica dominicana non potrà aumentare il debito pubblico né ridurre i dazi doganali senza previ accordi col governo di Washington. Si provvede per la costituzione di un corpo di polizia urlbana e rurale da essere comandata da ufficiali americani di nomina del presidente degli Stati Uniti. Si fa divieto a San Domingo di ·cedere alcuno dei suoi territori e in genere di concludere patti e trattati con potenze estere ·che possano menomare l'indipendenza e l'autonomia della ·repubblica. Gli Stati Uniti s'impegnano, per contro, di prestare valido aiuto alla preservazione dell'indipendenza della repubblica di San Domingo e al mantenimento di • un governo adeguato alla protezione della vita, della proprietà e della libertà individuale •. Altre disposizioni riguar

dano lo sviluppo delle ricchezze naturali del paese e il miglioramento della sanità pubblica, sotto la direzione di ingegneri americani da nominarsi dal presidente degli Stati Uniti. La durata del trattato vi viene fissata in dieci anni e il trattato dovrà intendersi rinnovato per altri dieci, se per ragioni specifiche che una delle parti adduca, i suoi scopi non siano pienamente conseguiti. Avrò cura di tenere informata l'E. V. della sua firma.

(l) Non si pubblica.

370

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 314. Roma, 25 febbraio 1917, ore 13.

Tel. V. E. gab. 90 (1).

Rispondo sue domande: l) V. E. può consegnare appunti che vuole, e altre osservazioni su speciali questioni. Preferirei che V. E. non dicesse a Balfour che volta per volta chiede al riguardo le mie istruzioni, perché •con dò V. E. viene a dare un •carattere eccessivamente ufficiale alla discussione pe11sonale sua coi ministri inglesi. Fo del resto naturale distinzione (vedi mio tel. gab. n. 300 (2) fra discussione ufficiale plenaria del progetto Balfour per parte della conferenza a quattro, e quella particolare coi singoli ministri o •rappresentanti la quale deve preparare a chiarire le risoluzioni della conferenza. Crederei utile V. E. si facesse mettere in diretto contatto con gli elementi tecnici a cui ,si riferisce sempre Balfour e discutesse a voce le questioni con loro; così come può farlo con Cambon e col Russo. Quando arriverà costì S. E. Scialoja, prego metterlo al corrente delle ultime fasi della questione che gli è nota e lo consigli a mio nome di parlare così con Balfour ·come con Lloyd George. 2) e 3) Ap:Provo osservazioni tecniche da V. E. esposte a Balfour. Consiglio ,svolgere con ulteriori argomentazioni nostra tesi per Smirne (3).

371

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 694/GAB. 51. Washington, ... febbraio 1917 (per. ore 19,20 del 25).

Wilson alieno tuttora da passi decisivi vorrebbe essere lasciato libero da ostruzionismi, indipendente da ogni controllo pa11lamentare. Egli mira perciò ottenere dal presente Congresso morituro un voto che, a·ccordandogli piena libertà d'azione, gli consenta evitare eventuale ·Convocazione ,straordinaria del nuovo Congresso, il quale altrimenti si riunirebbe soltanto in dicembre, ma questo tentativo può essere frustrato dalla minoranza repubblicana del Senato, che, diffi

dando delle tergiversazioni di Wi1son, vuole impegnarlo, con un voto parlamentare, ad un'azione definita ed energica, e mina.ccia, in caso contrario, di ri<:orrere all'ostruzionismo nella votazione dei bilanci, ed obbligarlo pertanto riuni.re subito, dopo il 4 marzo, Congresso nuovo, che, una volta ,convocato dal Presidente, ha diritto rimanere in sessione finché vuole. Questa minaccia mette Wi1son nell'alternativa di dichiararsi dinanzi al Congresso odierno o di cedere sotto lo stimolo ed il controllo del Congresso nuovo.

(l) -Cfr. n. 366. (2) -Cfr. n. 355.

(3) Ed. in SONNINO, Carte!lgio, Il, cit., pp 174-175.

372

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 523!105. Pietrogrado, 25 febbraio 1917, ore 12 (per. ore 20,50 ).

Pokrowsky mi ha rimesso ·copia della relazione circolare da lui inviata ieri alle Ambasciate di Rus,sia a Roma, Londra e Parigi riguardo gli affari di Grecia. La riproduco ·qui atP!Presso ad ogni buon fine. Scopi !Principali di essa sono di promuovere un maggiore affiatamento fra i Rappresentanti dell'Intesa in Atene e di ·conciliare le versioni dei .controllori cir,ca l'esecuzione da parte della Grecia degli obblighi impostile in vLsta di dar seguto alla risoluzione della Conferenza di Pietrogrado relativa al rallentamento del blocco.

• Il résulte des renseignements parvenus de la Grèce que 'la situation ·critique de ce pays s'ag.grave de ;plus en plus et devient de nature à in~pirer les plus vives inquiétudes. Cet état de ~choses est du à ce qu'il parait, au manque de sincérité de la part du Gouvernement hellénique dans l'accomplissement des engagements par lui pris envers les Puissances alliées et à l'action désunie et mal coordonnée des représentants alliés à Athènes.

Selon l'avis du Gouvernement Im;périal pour ·prévenir des complications ultérieures il importe de 1procéder immédiatement à la mise en pratique des décisions de la Conférence de Pétrograd au sujet des affaires .grecques.

En premier lieu il .s'agit de munir les Ministres des Puissances alliées à Athènes d'instructions analogueiS l'élaboration desquelles rpourrait etre 'confiée à la .réunion des Ambassadeurs à Rome qui ne feraient que ,continuer l'oeuvre si heureusement inaugurée par la dernière Conférence en cette ville.

Les instructions en question pourraient etre basées sur le principe suivant: les Ministres alliés à Athènes doivent etre invités à s'abstenir dies démarches et des déclarations isolées et à n'agir qu'au nom de toutes les Puissances; il est désirable qu'ils se réunissent le plus souvent possible pour examiner d'un commun accord les questions pendantes et d'établir les faits ·concernant l'attitude du Gouvernement hellénique quant à l'exécution des demandes des Puissances contenues dans le dernier ultimatum; s'il est nécessaire de ,prendre une décision ou de faire une dèclaration au Gouvernement héllenique les Ministres alliés à Athènes doivent arreter à la majorité des voix le texte y relatif; s'il est impossible d'obtenir la majorité c'est à la réunion d'es Ambassadeurs à Rome qu'il appartiendra de trouver une formule conciliante •.

12 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VII

373

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 704/GAB. 109. Pietrogrado, 25 febbraio 1917, ore 12 (per. ore 1 del 26).

Rincaro viveri esorbitantemente aumentato in questi ultimi giorni ed avvicinarsi della riapertura della Duma producono una certa agitazione delle classi operaie di Pietrogrado. Si parla di sciopero generale che al riguardo dovrebbe scoppiare fra tre o quattro giorni. Simili voci co~se già altre volte senza che fatti vi abbiano poi corrisposto e sono incline a credere che anche questa volta patriottismo e buon senso della popolazione trionferà. Autorità si adoperano frattanto eliminare difficoltà di rifornimento della rcapitale che sono dovuti, come quasi sempre, alla insufficienza dei trasporti. Oggi comandante circoscrizione militare ha fatto affiggere manifesto del testo seguente: • Mi rtsulta che in alcune officine della capitale gli operai vengono sobillati a scioperare per riapertura della Duma ed a recarsi in massa al... (l) della Tauride per presentare domande di carattere politico. Veri figli della Russia debbono astenersi da questo proposito. Nemico ha invaso parte del territorio nazionale, ma è stato arrestato dal nostro esercito che, dopo dolorosi sacrifici è riusc.ito in parte a fiaccarne forze. Rimane un solo sforzo da fare per domarlo. Gli operai debbono ricordarsi che senza l'unanimità del ,paese e ordine all'interno, questo sforzo non potrà essere fatto e tutti i sacrifi,ci passati rimarrebbero senza effetto. Uno sciopero in questo momento toglierebbe le armi ai nostri soldati e ~colui che vi aderisse sarebbe un traditore. Gli operai ~che lavorano nelle officine sono per la maggior pal"'te tenuti al servizio militare e se per il momento sono tenuti lontani daHa' fronte è per,ché devono temprare le amni di cui esercito abbisogna. Non devono quindi dare ascolto ai sobillatori che li incitano al tradimento. A coloro che rimanessero sordi al mio monito, ricordo che Pietrogrado ~trovasi in rstato d'assedio e che quaisiasi tentativo di violenza sarà, in base alle istruzioni, represso colle armi •.

374

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 362/43. Atene, 25 febbraio 1917.

Come V. E. avrà potuto rendersene conto dalla mia corrispondenza telegrafica, le condizioni della levata del blocco si sono a poco a poco trasformate nelle mani del controllo militare, cui deliberazioni unanimi dei 4 Gabinetti hanno creduto opportuno di dare carattere eminentemente francese, da puramente militari a sociali e politiche. Finché si trattava di fare durare il blocco sino al

momento in cui le autorità del controllo militare fossero state indotte, di buona

o di cattiva voglia, ad ammettere ·che la maggior parte delle nostre esigenze militari era ·stata adempiuta dalla Grecia, trattavasi di cosa positiva e concreta ed il cui avvento, per quanto ·remoto, ,poteva asserirsi dover verifi.carsi in un \empo determinato. Ma oggi non trattasi più di questo. Trattasi invece di continuare a punire il popolo greco rpei suoi delitti .contro l'Intesa fintanto che non

si sia sicuri che l'ultimo :fucile non sia uscito dall'ultimo tugurio dell'ultimo villaggio della Grecia e fintantoché, in termini ancora più generali, il popolo greco non dimostri sentimenti più benevoli verso l'Intesa.

V. E. ben ·comprende che la questione posta in termini •così generali non ha ,più possibile via di uscita, e, come l'araba fenice, è destinata a rinascere indefinitamente da se stessa, poiché il malcontento generato nel paese dalle nostre pressioni .stesse è preso a pretesto per aumentare quelle pressioni. Perché la Francia nelle cui mani, ripeto, tutto l'affare greco si trova virtualmente tuttora, voglia proseguire una politica non saprei dire se più stolta o più malvagia, più volte mi sono argomentato di .rappresentarlo a V. E., secondo ,che da qui mi è dato di comprenderlo. È assolutamente illusorio il credere ·che la Francia, in seguito alla Conferenza di Roma, abbia rinunciato alla propria politica rivoluzionario-repubblicana. Tutti i rapporti che ormai cominciamo a ricevere dai vari ufficiali che abbiamo distaccato per tutta la Grecia, ci ,parlano chiaro di somme rilevanti messe a disposizione dei loro colleghi francesi, di attività morbosa da parte di questi soprattutto nel prendere ·contatto con gli elementi venizelisti delle città o villaggi dove essi si trovano. Qui in Atene poi rinasce la propaganda ·segreta francese nella stessa forma in •cui essa riuscì a creare la rivoluzione venizelista, e tutti i dolorosi episodi di questi ultimi otto mesi. Oltre alla propaganda r·ivoluzionaria, V. E. avrà ·rilevato da parec·chie comunicazioni di questa R. Legazione e soprattutto dai colloqui del R. Addetto Militare col comandante Roquefleuil e col generale Mas (miei tel. gab. n. 52 (l) e 90) (2) che gli elementi militari che più direttamente emanano dal generale Sarrail non nascondono nemmeno più i loro divisamenti di occupazione militare della Grecia, nel che, secondo loro, soltanto può risiedere la soluzione finale di questa questione greca la quale, creata dai francesi, deve ad ogni costo essere risoluta secondo le idee della Francia. Tali sono innegabilmente gli intenti francesi nel non permettere ·che togliendosi il blocco e lasciando tornare in Atene i ministri delle Potenze Garanti i quali tuttora svernano nella baia di Keratzini, possa e debba considerarsi che ·la crisi è terminata. Quanto ai motivi ·intimi e secondi di tale politica francese, essi sono più difficili a determinarsi. Rispetto alla propaganda rivoluzionaria vuolsi che sia una imposizione del partito massonico cui apparterrebbero il Sarrail, il Guillemin e le .principali personalità del partito venizelista, di profittare dell'attuale guel'!ra per dare alla Grecia il regime repubblicano. Ma in ciò, si tratta di influenze occulte sulla ·cui veridicità, o anche solo probabilità, debbo astenermi dall'esprimere un giudizio. Quanto alle velleità di .conquista, esse si spiegano da molti col fatto innegabile .che la Francia tuttora .occupata dal nemico in dieci circa dei suoi più bei dipartimenti, e poco fiduciosa

di poterli r.iconquistare •colle armi, voglia coll'occupare quanto ,più le è possibile di territorio greco prendere in mano dei .pegni da far poi valere quando il nuovo assetto territoriale dell'Europa verrà pur finalmente in dtscussione. Altri dicono che la Francia voglia farsi della Grecia una specie di protettorato da opporre a quello inglese dell'Egitto e a quello tedesco della Turchia ·che in modo troppo evidente si vien consolidando, procurandosi nello stesso tempo un ponte di passaggio per quel pos,sesso della Siria cui .sembra non abbia cessato di aspirare. Certo si è che queste ambizioni francesi creano, a quanto mi è dato di giudicare, dai discorsi che odo qui, un gran malumore soprattutto negli inglesi. Agenti come il generale Philips, come il cap·itano Mackenzie non ·Cessano dal dire che essi sono stati inviati in Grecia per opporsi alle mene francesi. Ma per dir la verità, o che non siano sorretti dal governo di Londra o che essi stessi non abbianc. la forza e la finezza necessaria per tenere senza s•candalo in iscaoco i propri alleati, fatto sta che il lavoro inglese qui a petto del francese mi sembra nullo, e l'influenza di quest'ultimo appare sovrana e pres.soché sola a dominare il campo.

L'elemento greco assiste pres·soché impassibile a questa lotta di ambizioni. Sembra oramai rassegnato alla sua sorte e si sfoga tutto al più, secondo vuole la sua natura mes•china e subdola, a esercitare piccoli inganni che alla causa greca non giovano a nulla, e che invece servono di pretesto ai francesi per proclamare clamorosamente che conviene continuare ad affamare ed a premere sul popolo greco perché le prove della sua malafede sono quotidiane. È positivo, a mo' d'esempio, che si trovano ogni tanto dei fucili nascosti; ma se sono dieci i francesi affrettano a gridare che sono cento, così .che alla piccola malafede greca fa riscontro una grande malafede francese.

Noi ·continuiamo in qual·che modo a beneficiare di questo stato di ·cose, e quel movimento d'opinione pubblica favorevole all'Italia che si manifestò subito dopo i moti del due dicembre, si sostiene e •SÌ allarga in un modo per me veramente inatteso. Anche la nostra avanzata in Epiro al di là del confine di Firenze coll'ac•compagnamento, a quanto asseriscono i giornali di qui, di completa albanizzazione delle località da noi occupate, con allontanamento talora sembra anche abbastanza violento, delle autorità civili ed ecclesiastiche elleniche, viene considerato con indifferenza ed anzi direi quasi con benevolenza, ravvisandosi dai più che l'avanzata italiana costituisce -la migliore .garanzia contro il venizelismo. Questa .specie di benevolenza greca da noi ottenuta ·con metodi così semplici e che in sostanza poco o nulla ci profitterà, è guardata dai :firances•i di malocchio e con sommo sospetto. Così che io mi sono più volte argomentato di moderarne le manifestazioni per non dar soverchiamente sui nervi a questo sospettosissimo mio collega di Francia il quale, non .riuscendo a capire che il poco vantaggio da noi ottenuto è pressoché esclusivamente dovuto ai suoi propri errori, va fantasticando Dio sa di quali intrighi e maneggi machiavellici da parte nostra.

Ho accennato nel mio tel. gab. n. 88 (l) ad alcuni tentativi che pare si

vadano facendo da questi Ministri di Francia e d'Inghilterra, credo ciascuno per

proprio conto, anzi in opposizione l'uno dell'altro, per la costituzione di un

nuovo gabinetto. Sembra che il desiderato presidente del consiglio futuro sarebbe appunto quel Kalogeropoulo che, con singolare ostinazione e miopia di vedute, queste Legazioni di F·rancia e d'Inghilterra indussero i loro Governi a non voler riconoscere. Ignoro esattamente quali possano essere gli scopi avuti di mira con questo ulteriore intervento della Francia e dell'lnghilterTa nelle .combinazioni ministeriali greche. La spiegazione più naturale sembrerebbe essere che i due miei colleghi, vi,sto oramai ·che nemmeno sotto gli stimoli della fame si riesce a sollevare il popolo contro il Re ed in favore di Venizelos, si immaginano di poter preparare un ritorno ad Atene del loro grande protetto per mezzo di un ministero di transizione, che preparerebbe l'auspicata riconciliazione fra il re Costantino e Venizelos, ·con conseguenti rinnovati tentativi di fare us.cire la G'l'ecia dalla neutralità; visto ,che i francesi :stessi non sembrano aver più l'impudenza voluta per affermare che Venizelos sia, 1per conto proprio, capace di dare all'Intesa un contributo militare di cui valga la pena di parlare.

Ma di questi ulteriori e forse vani tentativi di riprendere efficacemente in mano la politica interna di un paese che la Francia e l'Inghilterra hanno ormai con lavoro assiduo virtualmente distrutto, mi riservo di riferire ulteriormente all'E. V. quando essi avranno preso qualche consistenza e qualche importanza.

(l) Gruppo indecifrato.

(l) -Non pubblicato: rivelazioni del Comandante Roquefeuil sulle intenzioni francesi odi occupare la Grecia. (2) -Nor.. pubblicato.

(l) Non pubblicato: aperture dei ministri dell'Intesa pro gabinetto Kalogeropoulo.

375

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 252. Roma, 26 febbraio 1917, ore 16.

Legazioni s·candinave insistono vivamente perché navi mercantili loro bandiera nazionale trattenute pmti italiani siano lasciate partire. Navi trattenute sono cinque danesi tre svedesi. È trattenuta anche una nave olandese. Questa misura cagiona Italia gravi perdite perché navi di queste Compagnie adibite ai trasporti tii'a Italia Scandinavia con viaggi costanti minacciano non più venire porti nostri. È tanto tonnellaggio e tanto traffico in un momento in cui l'uno e l'altro 'sono enormemente preziosi. Osservo poi che la misura adottata del rilascio di queste navi contro arrivo di pari tonnellaggio stessa bandiera se pli'aticamente attuabili per Inghilterra che è così vicina Scandinavia ed ha con essa relazioni di navigazione continue non è tale per l'Italia, lontana dalla Scandinavia e con costanti sì ma poche comunicazioni. Sono meno di 600 i bastimenti svedesi ·che in un anno entrano porti italiani mentre oltrepassano i 50.0000 quelli che entrano porti britannici. Non può dunque essere adottata per Italia e per Inghilterra una stessa misura in tali casi, senza farci un danno grave. Pregola rappresentare d'urgenza questa situazione a codesto Governo informandolo che salvo giustificata .risposta in contrario lasceremo partire navi neutrali olandesi scandinave che viaggiano trasporti italiani e porti nazionali. Attendo risposta telegrafica non più tardi di mercoledì mattina.

376

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 526/110. Parigi, 26 febbraio 1917, ore 20,25 (per. ore 0,45 del 27).

Dispaccio di V. E. 6 Gabinetto (1).

Prima di fare a questo Governo la comunicazione indicata prego considerare quanto segue: Quando il Governo Francese offrì il suo contingente per l'Arabia mi risulta che le Autorità militari inglesi erano contrarie ad accettarlo e vi si rassegnarono in seguito ad ordini tassativi da Londra. È quindi prevedibile una maggiore difficoltà per noi .perché oltre a quella presumibile del Governo

inglese vi sarà quella del Governo francese ambedue desiderose di evitare per quanto possono di aumentare il nostro prestigio e darci compensi nel futuro assetto del paese.

Se la decisione del R. Governo fosse stata conforme alla proposta del Governatore dell'Eritrea di inviare cioè 4000 uomini, questo notevole nostro aiuto avrebbe potuto indurle a fare buon viso alla nostra offerta malgrado le considerazioni d'ordine politico.

Ma un nostro contributo ridotto ad una sola compagnia non presentando nessuna !Pratica utilità per i francesi e gli inglesi, rappresenterà soltanto un vantaggio per noi 'senza ·che ad essi venga alcun beneficio dal nostro intervento. Attendo di conoscere le decisioni di V. E.

377

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 536/110. Pietrogrado, 27 febbraio 1917, ore 10 (per. ore 19,30).

Telegramma di V.E. n. 292 (2). Russia accetta il punto di vista e la proposta francese relativamente alle domande della Cina e cioè:

l) Prestito e revisione delle tariffe doganali in base alle trattative precedenti che verrebbero riprese; al prestito di 250 milioni si vorrebbe far concorrere l'America.

2) Deroghe protocollo del 1901 (che garantiva la permanenza straniera in Cina) applicabile esclusivamente ai nemici.

(2J Cfr. n. 352.

·3) Quanto alla sospensiva dell'indennità sino al termine della guerra, le Potenze si riservano un esame ulteriore; (in parole più chiare sospensiva dovrà applicarsi esclusivamente ai nemici).

La Cina dal canto suo pur senza dichiarare la guerra deve dare alla rottura

delle relazioni la portata seguente:

l) Allontanare le autorità diplomatiche e consolari nemiche.

2) Espellere i sudditi nemici dal suo territorio.

3) Sequestro delle navi nemiche.

4) Ritiro di tutte le concessioni fatte ai nemici.

Risulta che la Cina ha fatto assaggi a Londra per sapere che cosa otterrebbe dichiarando la guerra ai nostri nemici. Essa vorrebbe conoscere se e in quale misura gli Alleati sarebbero disposti a difenderla anche in avvenire se sa.rebbe ammessa alla conferenza per la pace e se sarebbe ammessa ad un eventuale congresso per l'assetto questioni Estremo Oriente.

Qui al pari che a Parigi e Londra si trova troppo indeterminata la prima domanda e premature le altre due. In sostanza si ·C["ede per ora sufficiente che la Cina dia seguito alla rottura delle relazioni interpretandola nel modo surriferito e quanto al diportarci non si ravvisano inconvenienti ad attendere che la Cina esponga le altre domande in forma più chiara (1).

(l) Non rinvenuto.

378

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI (2)

T S.N. [Roma,] 27 febbraio 1917.

Accetto conclusioni V. E. sulla preferenza da dare a Smirne, quando dovessimo rinunziare ad una parte delle nostre richieste, pur di non troncare definitivamente ogni negoziato, e ciò sia per maggiore probabilità che la Francia vi acceda, sia per maggiori effetti politici presso il pubblico; ma conviene andare a rilento nel lasciare trasparire queste nostre disposizioni concilianti e di rinunzia. Altrimenti resterà in atti nostra rinunzia, con implicita conseguenza della accettazione delle sfere assegnate agli altri, senza che ci sia stato riconosciuto in contraccambio nemmeno Smirne e il resto (3).

324 del 28 febbraio.

cfr. n. 335.

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado e alla Legazione in Pechino con T. Gab. (2) -Minuta autografa. Mancano gli estremi della spedizione. Risponde al T. gab. 465/82,

(3) Ed. in So~NINO, Carteggio, II, cit., pp. 174-175.

379

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 535/91. Londra, 27 febbraio 1917, ore 22,40 (per. ore 4,15 del 28).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 314 (1). Non avendo potuto vederlo ieri ho consegnato oggi a Balfour i noti appunti

• riservati e confidenziali •. Ho bene spiegato che lo scopo di quegli appunti, dai quali avevo eliminato le considerazioni d'ordine politico già ampiamente e r1petutamente esposte a voce, era semplicemente di dimostrare con argomenti di fatto la ~stridente sproporzione fra la zona propostaci e le due zone francesi. In tale ordine di idee mi ero astenuto nei predetti appunti di dare suggerimenti o formulare proposte di sorta rimanendo immutato il punto di vista del R. Governo esposto nel nostro promemoria circa la congrua pa,rte da noi considerata di spettanza all'Italia in base al trattato. Balfour si è riservato di esaminare i miei appunti. A mia domanda se riteneva utile che io prendessi contatto coi tecnici ha risposto che non vi ravvisava obiezioni, preferiva però studiare prima personalmente le mie note. Ci siamo poi trovati d'accordo nella opportunità di un mio colloquio confidenziale con Cambon che cercherò vedere al più presto (2).

380

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 533/92 Londra, 27 febbraio 1917, ore 22,40 (per. ore 4,45 del 28).

Dispaccio di V. E. Gabinetto n. 3 (3).

Balfour mi ha detto che non poteva darmi risposta su due piedi e mi ha pregato fargli avere un breve ,promemoria che gli invierò domani. Egli ignorava la presenza delle truppe francesi a Raghib. Ma al riguardo in mia presenza interrogato il Capo di Gabinetto il quale ha detto che il contingente :llrancese si riduce a pochi,ssima artiglieria ed aviatori che rendono utili servizi. Ad una osservazione in tesi generale di Balfour sulle ·complicazioni e frizioni che la presenza di agenti od ufficiali di paesi civilizzati è inevitabilmente destinata a produrre presso le popolazioni poco civili facili ad ordire intrighi ecc., ho replicato, e su

n. -271, p. 224; sugli appunti • confidenziali e riservati » di Imperiali, nonché sulle connessioni con la politica interna dell'azione diplomatica di Sonnino vedi le ipotesi e gli apprezzamenti di Nabokoff, nel suo telegramma del 6 marzo, ibidem, n. 273, p. 225, riportato tradotto in ToscANo, San Giovanni di Mariana, pp. 240-241; v. anche il telegramma di Giers. dell'H marzo, ibidem, nn. 274 e 275, pp. 227-228, riportati tradotti in ToscANO, San Giovanni di Mariana, pp. 243-245.

questo punto ho specialmente insistito, che dal momento in cui a Raghib trovansi truppe francesi non vi è ragione akuna per cui non vi si debbano recare anche truppe italiane, in proporzione per giunta così esigua. Il motivo di tale invio da parte nostra, in piena conformità con gli accordi intervenuti, è ampiamente giustificato dalle esigenze del nostro prestigio ~presso le nostre popolazioni musulmane e la convenienza di dimostrare la nostra solidarietà colle altre due Grandi Potenze con larga ~sudditanza musulmana col favorire 'tangibilmen,te ed assicurare l'assoluta indipendenza dei musulmani prestando aiuto al nuovo Re dell'Hedjaz.

(l) -Cfr. n. 370. (2) -Cfr. il telegramma di Nabokoff a Pokrowsky, del 28 febbraio, in AujteH der as. Tilrkei, n. 270, p. 224, e la versione che ne dà Giers nel suo telegramma del 2 marzo, ibidem, (3) -Cfr. n. 350.
381

L'INCARLCATO D'AFFARI A LONDRA, MAYOR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNLNO

T. GAB. 53,2/616. Londra, 27 febbraio 1917, ore 22,30 (per. ore 5,25 del 28).

La minaccia dei sottomarini, ·che impone la limitazione delle importazioni per la popolazione civile del Regno Unito, impone altresì la limitazione dei trasporti militari e di .conseguenza l'abbandono delle 'spedizioni lontane e la concentrazione dei mezzi navali. La questione delle colonie tedesche in Africa si considera ·Come risolta. In Asia la ripresa di Kutnou non basta ancora a ristabilire il prestigio delle armi britanniche ma si cereherà di finire quanto prima possibile con la Mesopotamia.

Si ammette perfino ·che si possa abbandonare la spedizione di Salonicco che assorbe tanto tonnellaggio inglese e più ancora francese in paraggi insidiosissimi senza risultato apprezzabile poiché la via dell'Oriente rimane aperta agli Imperi centrali, né si è redenta la Serbia, né salvata la Romania, e l'esercito aUeato è come imprigionato in Macedonia. Cotali idee non saranno forse ancora quelle del Foreign Office, ma son già agitate nel Board of Trade.

382

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. s. 992/239. Londra, 27 febbraio 1917.

Con riferimento al telegramma di V. E. Gabinetto n. 314 del 25 corr. (1), ed al mio odierno Gabinetto n. 91 (2), ho l'onore di qui unito tra,smettere a V. E. copia degli appunti da me lasciati oggi all'Onorevole A. J. Balfour, ·contenenti alcune contro-osservazioni al memorandum inglese relativo alla zona Italiana in Asia Minore.

ALLEGATO.

Londra, 27 febbraio 1917.

A prescindere da gravissime ragioni d'ordine politico, che non troverebbero posto in questi appunti, la sproporzione fra la zona francese e quella proposta all'Italia può essere facilmente dimostrata da1le seguenti ovvie considerazioni:

l) Dalle cifre stesse fornite, risulta che la popolazione della zona proposta all'Italia è inferiore di 400.000 abitanti aLla popolazione della zona francese. Tale rilievo è importantissimo per zone da sfruttarsi, bonificarsi e mettersi a cultura.

2) La proposta inglese, mentre attribuisce all'Italia una zona -anche dal punto di vista dell'estensione -notevolmente inferiore alla zona francese (zona azzur.ra), non tiene alcun conto, nella necessaria equipaxazione sancita dall'articolo 9, della non meno importante zona A, costituente praUcamente un vero monopolio economico riservato aHa Francia.

3) L'importanza della ricchezza mineraria neNa zona proposta all'Italia non potrebbe in alcun caso essere paragonata a quella della ricchezza mineraria della zona francese. In essa .trovasi infatti compresa la miniera ramifera di Argana, notoriamente una delle più ricche del mondo, Ìll cui valore da solo già eccede quello di tutte le varie miniere indicate come site neUa zona italiana.

4) Le diverse zone francesi fanno capo ciascuna a rispettivi sbocchi economici, assicurando così alle medesime perfetta omogeneità, autonomia e vitalità. Beirut, capitale organica deUa Siria, raccoglierà i centri commerciali della vastissima zona A; Alessandretta sarà lo sbocco dell'alto Eufrate: Mesopotamia settentrionale ed Armenia meridionale, nonchè la grandiosa via di comunicazione diretta fra l'Oriente e •l'Occidente, senza aggiungere che è destinata altresì a riunire Siva e Karrput a'l Mediterraneo.

Invece, dalla zona proposta all'Italia, vengono eliminate tanto Smirne, capitale organica e storica, nonchè sbocco naturale dell'Anatolia sud-occidentale, quanto Mersina e la baia di Ajas, centri e sbocchi dell'Anatolia centrale e meridionale (Konia).

5) Di fronte ai porti di Beirut e di Alessandretta già costruiti ed in piena attività, collegati tutti con ferrovie, la zona proposta all'Italia non ha un solo porto già costruito. Tutti queUi indicati nel memorandum sono unicamente • in fieri • e 1a costruzione di ciascuno di essi importerebbe spese grandiose.

Considerando dal punto di vi.sta portuale i due hinterland della zona italiana, ossia Aidin e Konia, è da rilevare:

a) Che per quanto concerne il porto di Scalanova, ogg.i tuttora inesistente e non aHacdato ad alcuna ferrovia (perchè le compagnie di queste ultime linee, seguendo il criterio naturale e necessario, lo hanno collegato unicamente con Smirne) non potrebbe mai avere vero rigog1lio, data la sua prossimità con quello assai più ·importante di Smirne, due porti così vicini non potendo economicamente coesistere e prosperare.

b) Per quanto concerne l'hinterland di Konia, l'inferiorità della zona italiana è .altrettanto stridente: AdaHa, che si vorrebbe qualificare di sbocco naturale di Konia, non lo è nè potrebbe essevlo, per la difficoltà e •l'enorme costo della costruzione del porto, sulla ·cui efficienza conviene fare molte serie riserve per essere esso di piccole dimensioni e di bassissima profondità, nonchè per le ingenHssime ·spese di costruzione per una ferrovia coHegante i due punti, sempre nel caso essa risuLti possibile.

A questo riguardo giova incidentalmente rilevare che nel vilayet di Konia si trovano raggruppati amministrativamente, e solo da poco tempo, due zone di traffico storicamente e geograficamente ben di·stinte: l) i sangiaccati di Konia e di Nidge, che, attraverso le Porte di Cilicia, fanno capo a Mersina; 2) i sangiaccati di Buldur, Isbarta ed Adalia, che fanno capo, solo per strade carovaniere, a quest'ultimo porto. Ora, a dimostrare il naturale allacciamento de!l.1la regione di Konia con Mersina sta il fatto che il commercio di Konia ha continuato anche dopo tale riunione a prendere la via di Mersina, e dò fino al momento in cui venne costruita la ferrovia di Bagdad, che ha temporaneamente distolto da Mersina gran parte del traffico di Konia. E' naturale che il completamento della ferrovia di Bagdad attraverso il Tauro (già annunziato) porrà un termine all'artificiale deviazione del traffico di Konia verso il nord, e r,istabilirà la connessione na,turale e .storica di quel distretto con Mersina.

Riassumendo, la zona francese ·Contiene i centri commerciali (città e porti) rispondenti appieno a tutti i vantaggi brevemente rriassunti ne'l paragrafo precedente, mentre analoghi centri commerciali di relativo valore sono eliminati daltla zona proposta all'ItaUa.

6) Per quanto da ultimo concerne Je comunicazioni ferroviarie, la sensibile ovvia sproporz-ione tra la zona francese e queLla proposta aLI'ItaJia risul,ta in modo ineccepibHe daUe seguenti considerazioni: a) mentre ~a rete ferroviaria delle zone francesi è già collegata alla ferrovia di Bagdad, siffatto collegamento non esiste in oggi nella zona proposta all'Italia. L'eliminamone infatti da quest'ultima zona della linea, che ne è parte essenziale, cioè Smkne-Cassaba-Afiun-Karahissar, renderebbe necessaria, ad ottenere ii predetto indi<spensabHe collegamento cona ferrovia di Bagdad, la costruzione di un tronco ferroviario tra Akscher e Diner, termine attuale della Smirne-Aidin, costruzione che involverebbe un ultedore grave onere finanziario per l'Italia. b) L'attività della linea di Aidin, qualora quella quasi parallela di Smirne-Cassaba-Afiun-Karahissar venisse esclusa dalla futura zona italiana, secondo appare dal memorandum, resterebbe sensibilmente paralizzata, poichè tra la ferrovia fl'ancese nell'eventuale territorio tureo e quella futura italiana si verrebbe per nec}'3sità di cose a stabilire una incresoiosa concorrenza con svantaggio sicuro dena linea itailiana destinata sempre, secondo la proposta inglese, ad avere i:l suo sbocco al costruendo, e per i motivi suesposti, inferiore porto di Scalanova. c) L'unica ferrovia attualmente in esercizio nella zona proposta all'Italia, rappresenta, per H momento almeno, una specie di • servitù •, per appartenere essa ad una Società straniera. d) Di fronte a tale indiscutibHe e•siguità delle comunicazioni ferroviarie nel·la zona proposta aWitalia, basterà contrapporre l'assai più vasta, omogenea, attiva e già redditizia rete f~rroviaria del<le due zone francesi

(zona azzurra e zona A).

(l) -Cfr. n. 370. (2) -Cfr. n. 379.
383

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 757/82. Washington, 27 febbraio 1917.

V. E. avrà appreso dalle Agenzie giornalistiche ·che, 'subito dopo la rottura delle relazioni diplomatiche fra la Germania e gli Stati Uniti, il Signor Bxyan si è precipitato alla capitale, •seguito da uno stuolo di seguad allo scopo di fare estremi tentativi pacifisti. V. E. avrà Ietto pure della sintomatica corrtspondenza telegrafica mandata appunto in questi giorni alla Koelnische Zeitung dal suo corrrispondente per gli Stati Uniti, Signor Barthelme, con la connivenza dello stesso Signor Bryan, il quale, per mezzo del Professore Dottor Kivchwey, riusci

ad ottenere il nulla osta del Segretario per la Marina, Signor Daniels, all'inol~ro del telegramma attraverso la stazione radiotelegrafica di Sayville.

Poiché, però, a gettare una luce anche più fosca su tali intrighi, il Boston Transcript, il più autorevole giornale del New England, ha ripubblicato giorni sono il testo della nota covrisrpondenza del Signor Barthelme, ponendovi accanto il testo effettivamente trasmesso, ed accusando esplicitamente il Signor Daniels di aver collaborato alle modificazioni che esso contiene, senza che da parte di quest'ultimo la notizi~ venisse in alcun modo smentita, credo opportuno inviare qui unito a V. E. un esemplare (l) di questa :interessante pubblicazione riprodotta da un giornale di qui. E ciò anche perché, non essendo ammissibile che il Signor Barthelme abbia .spedito la sua corrispondenza all'insaputa del Conte Bernstorff, la corrispondenza stessa, spedita il 4 febbraio, viene a gettare non poca luce sulla comunicazione di questo Ministro di Svizzera del 12 febbraio, circa la quale riferisco in altro rapporto.

384

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI

T. GAB. 324. Roma, 28 febbraio 1917, ore 20,30.

Mio telegramma 292 (2). (Pe~r tutti meno Pietrogrado e Pechino). R. Ambasciatore Pietrogrado telegrafa quanto segue:

• Russia accetta... (come nel telegramma Gabinetto n. 536/110) • (3).

(Per tutti meno Pechino). Circa il prestito noi non siamo mai stati consultati e desideriamo restare estranei. Circa tariffe doganali Ministeri competenti stanno studiando la questione ad ogni modo se Alleati accettano :revisione non avrei diftkoltà ad accettarla anch'io. Deroga protocollo 1901 non figura fra le richieste presentatemi da questo Ministro della Cina; se deroga è applicabile esclusivamente ai nemici l'accetto senz'altro. Accetterei ugualmente :sospensiva indennità se dovesse applicarsi esclusivamente ai nemici; se invece comprende tutti gli europei indennizzati mi occo11re ancora conoscere avviso R. Ministero Tesoro poiché sono in ,gioco interessi di nostri connazionali i quali naturalmente vovranno rivalel1si sul R. Governo per sospenso pagamento indennità.

(Per Pietrogrado). Prego comunicare telegramma V. E. Gabinetto 110 e mio presente telegramma al R. Ministro in Pechino per sua norma di condotta.

(l) -Non si pubblica. (2) -Cfr. n. 352. (3) -Cfr. n. 377.
385

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 325. Roma, 28 febbraio 1917, ore 20,30.

(Per Pietrogrado). Telegramma di V. E. gab. 108 (1). (Per gli altri). R. Ambasciatore a Pietrogrado telegrafa quanto segue:

Pokrowsky mi ha rimesso... (come nel teleg. gab. 523/108).

(Per tutti). Giers mi ha comunicato oggi le proposte di Pokrowsky intese ad attuare la risoluzione della conferenza di Pietrogrado relativa all'invocata unione nell'azione della diplomazia dell'Intesa in Atene.

Ho risposto che nelle mie istruzioni a Bosdari avevo sempre raccomandato e avrei seguitato a .rac,comandare il maggiore accordo possibile, evitando ogni attrito e transigendo per le questioni minori o di forma.

Non potrei accettare la regola assoluta ,che dove vi sia disaccordo in fatto di passi o note collettive da presentarsi, la minoranza debba 'Cedere alla maggioranza. La minoranza dovrà tacere e non ese11citare alcuna azione in senso contrario, ed è ciò ,che nei casi di dissenso degli alleati noi abbiamo sempre fatto togliendo anche al nostro ,contegno ogni carattere di voluta astensione o di opposizione, con la motivazione generale che l'Italia non era nel numero delle Potenze garanti.

Tutte le proposte fatte per introdurre l'unità dì azione diplomatica in Grecia non servivano a mutare la ,situazione, per,ché si fondavano sul falso presupposto 'che il male dipendesse oggi unicamente dal disacco11do tra i quattro Rappresentanti in Atene, mentre in realtà dipendeva dai preconcetti e dal partito preso del Comando Militare di Salonioco, cioè dal Generale Sarrail, il quale aveva l'idea fissa di detronizzare il Re Costantino e di impadronirsi della Grecia con l'esaltazione di Venizelos. A Sarrail solo riferivano le ,commissioni di controllo e quindi da lui solo dipendeva in ,realtà anche il mantenimento del blocco. Il Ministro francese in Atene non poteva che essere strumento della volontà di Sarrail e i Ministri Inglese e Russo non osavano separarsene caso per caso malgrado le pel"ISonali lorro opinioni ed osservazioni. E poiché per ,ragioni di politica interna il Governo Francese non osava richiamare Sarrail, era miglior ,consiglio per tutti di andare avanti alla meglio di giorno in giorno, finché i grandi avvenimenti militalri sopra altri fronti non avessero tolta ogni importanza agl'incidenti e agli interni ,contrasti in Grecia. Già l'tmpresa di Salonicco aveva perduto moHo della sua importanza (2).

386

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 731/GAB. 113. Pietrogrado, 28 febbraio 1917, ore 9,10 (per. ore 20,30).

Consueta riunione annuale per elezione delle cariche della nobiltà di Mosca ha ,chiuso i suoi lavori con un ordine del giorno del seguente tenore: • La no

biltà moscovita con grave allarme e apprensione non può non rilevare che tutti i fatti dolorosi dei quali ha già fatto lamento in novembre il Congresso dei Nobili non soltanto non sono stati eliminati, ma non :si vede neppure un lontano accenno a che i desiderata del Congresso e quelli sostanzialmente eguali espres·si dalle Camere Legislative siano per ricevere, in un prossimo avvenire, ,soddisfazione. Da un lato acutezza della crisi che si verifica in tutti i rami della vita popolare eccede ogni limite. In tali condizioni la Nobiltà moscovita deve alzare potentemente la voce e confermare che la sola uscita pel bene della Patria è attuazione immediata di quei principi che furono proclamati dal Congresso dei Nobili riuniti nel novembre scorso •.

Nel Congresso ·cui allude Ordine del giorno era stata deplorata influenza di forze oscure nel reggimento dello Stato e invocato un Governo forte, russo di pensiero e di ·cuore, che goda fiducia del pubblico e possa :cooperare con la Camera, pur rimanendo responsabile soltanto verso il Sovrano.

Manifestazioni analoghe da parte della Nobiltà hanno avuto luogo anche in altri centri provinciali e sono caratteristiche non trascurabili della situazione. La media e piccola Nobiltà forniscono un contingente considerevole al funzionarismo finlandese che è stato finora, insieme all'esercito, il fulcro del regime autocratico.

Linguaggio ammonitoa.-e che tiene la Nobiltà nelle sue riunioni merita quindi tanta maggiore attenzione.

(l) -Non pubblicato. (2) -Ed. in SONNINO, Diario, Ili, cit., pp. 109-110.
387

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 539/43. Parigi, 28 febbraio 1917, ore 23,50 (per. ore 3,25 del 1 marzo).

Oggi ho cercato di parlare nuovamente con Briand dell'Asia Minore. Egli cominciò col .confessare che dopo la mia ultima conversazione non aveva più avuto tempo di occuparsene ma ripetè che credeva le nostre domande eccessive. Risposi adducendo le sommarie considerazioni contenute nel telegramma del

R. Ambasciatore a Londra n. 90 (1), del 24 corrente ·COn le quali si dimostra quanto siano fondate le nostre domande. Briand non essendo menomamente a giorno delle condizioni del paese e nemmeno della geografia della regione non poteva seguirmi ma Tispose ·che secondo l'opinione francese la Siria era da ·considerarsi già francese prima dell'accordo di Londra e che quindi paragone doveva farsi fra la Cilicia e la regione di Adalia-Doria fino a Scalanova.

Non ripeto le obiezioni che feci ed era naturale fare ·contro simile ragionamento mediante il quale l'accordo di Londra verrebbe :completamente frustrato.

Briand non sapendo che rispondere mi promise di studiare la questione e abbiamo preso appuntamento per giovedì prossimo per discutere con più conoscenza di causa.

(l) Cfr. n. 366.

388

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 827/22. Addis Abeba, 28 febbraio 1917 (1).

Il Maggiore Pearson ·che doveva venire in Addis Abeba come rappresentante del Sudan per la incoronazione dell'Imperatrice e .che fu trattenuto a Porto Sudan in seguito intervento di codesto Ministero, anriverà fra qualche giorno Addis Abeba incadcato di portare doni e decorazioni offerti dal Governo Britannico alla Imperatrice ed a Ras Tafari. Dopo di lui arriveranno due ufficiali britannici e due automobili offerte al Governo Etiopico.

Francia, Inghilterra fanno a gara per cattivarsi le ,grazie del nuovo Governo Etiopico nella speranza di ottenere quei vantaggi che si propongono, ossia: per Inghilterra, speciale ststemazione questione lago Tsana.

Per quanto le mie relazioni 1,)er:sonali ·con Ras Tafari e nuovo Governo Etiopico siano ottime, pure mi rendo conto della differenza di a:pprezzamento che essi fanno sull'atteggiamento assunto dalla Francia e dall'Inghilterra fin dall'inizio della rivoluzione etiopica e sull'atteggiamento assunto dal Governo italiano a loro riguardo. Non vi è dubbio 'che assenza di qualsiasi nostra missione alla incoronazione e la nostra astensione dal rendere al Governo Etiopico quei servigi ,che Francia ed Inghilterra fanno a gara di offrirgli, ·confermano i sospetti già destati dalle difficoltà opposte al passaggio per l'Eritrea della missione scioana diretta al Tigrè e dal ritardato riconoscimento ufficiale del nuovo Governo Etiopico, che l'Italia non intende abbandonare la sua politica di diffidenza verso l'Abissinia. Se tale nostro atteggiamento fosse seguito da Inghilterra e Francia esso potrebbe essere giustificato dallo stato di disordine in cui si trova tuttora l'Abissinia e dalla debolezza che manifesta il nuovo Governo Etiopico, ma il contrasto che esso costitutsce coll'atteggiamento assunto da Inghilterra e da Francia, non può mancare di pregiudicare ogni nostra influenza ed ogni nostro interesse in Abi:ssinia.

389

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1059/257. Londra, 28 febbraio 1917.

Ad un'interrogazione del deputato radicale Ponsomby intesa a conoscere l) se, dopo la Convenzione del 1907, :Sia stato ·concluso dal Governo Britannico un nuovo a'ccordo col governo russo relativamente alle ris'Pettive zone d'influenza della Russia e della Gran Bretagna in Persia, e 2) ·se un tale eventuale accordo

rispetti l'integrità e l'indipendenza dell'impero persiano, il Segretario per gli Affari Esteri ha risposto :

La Convenzione anglo-russa del 1907 è tuttora in vigore, e nessun eventuale accordo per modificarne il carattere tocca in alcun modo l'integrità e l'indipendenza dell'impero persiano.

(l) Il telegramma fu trasmesso tramite il Governo dell'Eritrea il 6 marzo alle ore 20 e pervenne alle ore 7 del giorno 8.

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IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 21/11. Parigi, 28 febbraio 1917.

Ho riferito al R. Ambasciatore, che mi disse ne avrebbe dato comunicazione a V. E., quanto il Re Nicola ebbe a dirmi circa una ,cospirazione di un rilevante numero di ufficiali superiori dell'esercito serbo in Macedonia diretta contro il Principe Reg1gente ed il Signor Pachitch; cospirazione che, ,conOSlCiuta a tempo, sarebbe stata sventata con l'in~io a Biserta di una cinquantina dei cospiratori e la messa in a,c,cusa di una quindicina dei più ,comp['omessi a Salonicco.

Queste notizie sono ,state confermate dal Signor Ghencitch che dimora a Parigi. Egli ha aggiunto che vi era stata discussione se gli arrestati dovessero essere giudicati dall'autorità militare francese o serba, concludendosi per la competenza di quest'ultima, ma ~che era stato deciso che, mentre duravano le ostilità, non s:i sarebbe proceduto a nessuna esecuzione.

Il Signor Ghencitch fu più volte al governo durante il regno degli Oblt'enovitch. Quando il Re Alessandro fece pubblico il suo ,proposito di ~osare la Signora Draga Machine, egli cercò di dissuaderlo denunziando la condotta privata di lei. Il Re gli rispose insultando gravemente le donne della famiglia Ghencitch.

In seguito a tale offesa passò nel campo avverso e fu fra i principali organizzatori della congiura che condusse gli ultimi Obrenovitch alla loro tragica fine.

Fu nuovamente (se ben ricordo) Ministro con i Caragiorgio, restando però affiliato alla setta che per aver dato, col regicidio, occasione all'avvento del nuovo regime, ha sempre :preteso di monopolizzarlo.

Tale pretesa, tenuta abilmente a bada dal Pachitch, aveva già condotto il partito militare alla decisione di riprendere con la violenza il predominio sul potere civile alla vigilia della presente guerra. Lo scoppio delle ostilità fece posporre il progetto. La cospirazione attuale non sarebbe che una :conseguenza di questi propositi degli antichi congiurati e dei loro seguaci, che aC'cusavano, fra l'altro, il Pachitch di inviarli nei posti di combattimento più pericolosd per

disfarsene.

Non 1so quale credito attribuire alle dichiarazioni del Signor Ghencitch. Recentemente la polizia francese accompagnata da un delegato serbo ha eseguito (.pare •senza risultato) una perquisizione in sua .casa, ciò che confermerebbe l'attendibilità delle sue parole.

Corrono d'altra parte ins[stentemente voci che alcuni serbi residenti in !svizzera siano in contatto con agenti austriaci.

Pur prendendo in considerazione che ogni slavo fa della politi>ca per conto proprio e parla a nome del suo paese sembra esservi effettivamente nel mondo serbo un 1principio di disgregazione, effetto della stanchezza per la lunga guerra e per le continue perdite nell'elemento militare, dell'inoperoso esilio in quello civile.

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IL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 96/27. Pechino, 28 febbraio 1917.

Con riferimento ai telegrammi di V. E. nn. 233 (l) e 280 (2) del 12 e del 24 corrente (gabinetto) ho l'onore d'informare V. E. che le titubanze del Govel'no c·inese a rompere le relazioni diplomaUche colla Ge11mania e l'AustriaUngheria hanno cominciato a destare tra i miei colleghi qualche dubbio circa la sincerità del Presidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio. Fra gli altri lo stesso Incaricato d'Affari del Giappone mi diceva due giorni or sono, esser giunto il momento di mette.rci d'accordo per esel'citare qualche pressione soprattutto sulla persona del Presidente della Repubblica, il quale, a suo dire, sarebbe ormai l'unico principale ostacolo alla rottura. D'altre fonti attendibili, mi ricsulta pure del desiderio degli ambienti ufficiali cinesi -pur ·convinti della necessità d'una rottura più o meno lontana -di mettersi d'accordo cogli austrotedeschi in modo da urtare il meno possibile gli interessi di quest'ultimi. Questa tendenza contrastava col desiderio degli Alleati di valersi di'una cris,i nelle relazioni fra gl'Imperi Centrali e la Cina per portare un serio ·colpo al prestigio ed alla ,situazione economica degl'Imperi Centrali in Estremo Oriente. Di questo stato di cose fu tenuta parola fra le quattro Legazioni di Francia, Giap1pone, Russia e Gran Bretagna e fu tenuta in conseguenza una riunione dei sette rap~ presentanti alleati allo scopo di far sentire al Governo cinese l'inopportunità d'una eccessiva dilazione nel mettere in esecuzione la minaccia diretta alla Germania pel caso in cui fosse messa in vigore la nuova guerra di sottomarini senza restrizioni.

Nella riunione venne deciso di fare una comunicazione verbale all'exMinistro degli Esteri Lu-Tseng-Tsiang, sotto forma di risposta generica preliminare alle domande del medesimo formulate ai rappresentanti alleati a nome del Presidente del Consiglio. Tale comunicazione, di ,cui accludo copia, è stata fatta o~gi stesso dal più anziano e dal più giovane dei 'rapp,resentanti alleati, cioè dal Ministro di Francia e dall'Incaricato d'Affari del Belgio di essa fu lasciato un promemoria scritto per evitare malintesi.

Mi sono creduto sufficientemente autorizzato di unirmi ai miei colleghi in questo passo dai telegrammi ,sovramenzionati, tanto più che i termini della comunicazione suddetta non sono impegnativi, e che essi lasciano aperta interamente la discussione. D'altra parte, nella chiusa viene espressamente Specificato ~che la rottura deve comportare tutta l'estensione necessaria, alludendo con ciò alle condizioni cui gli Alleati intendono subordinare le concessioni chieste dalla Cina.

In covso della discussione venne fatto cenno dai miei colleghi alla convenienza o meno di ~cogliere l'occasione per sistemare, ciascuno per conto proprio, alcune pendenze tuttora non risolte col Governo ,cinese. Per esempio il Ministro del Portogallo desidererebbe sistemare qualche questione di delimitazione di confine interessante la colonia di Macao; la Legazione di Francia e del Belgio desiderano definire la questione del pagamento di alcuni arretrati di interessi scaduti per ~certe obbligazioni ferroviarie. Ho fatto parola ai miei colleghi dell'esistenza di alcuni reclami cui si riferisce il mio telegramma n. 7 del 21 corrente (1). Venne espresso in proposito il parere che sarebbe opportuno e facile ottenere dal Governo cinese la definizione di tali pendenze non appena verrà impegnata la discussione sopra i particolari delle concessioni finanziarie desiderate dalla Cina. Sarò quindi grato a V. E. se vorrà darmi istruzioni sulla linea di condotta che dovrò seguire al riguardo.

ALLEGATO.

Son Excellence M. Lou Tseng-Tsiang étant venu au nom du Président du Conseil demander òffioiellement aux Représentants des Gouvernements Alliés les dispositions de leurs Gouvernements pour >le cas d'une rupture entre la Chine d'une part et PAllemagne et l'Autriche-Hongrie d',autre part, les Représentants des Gouvernements .Aìlliés ont tl'honneur de lui faire savoir que leurs Gouvernements se sont mis d'accord pour réserver en principe un accueil favorable à ces demandes, sauf à examiner aver les dispositions les plus amicales d'ailleurs, les détails, les précisions et les modalités à adopter notamment en ce qui concerne la question des indemnités de 1901, étant bien entendu toutefois dans l'esprit des Gouvernements Alliés que les concessions demandées supposent entre la Chine d'une part, l'.A!llemagne et l'Autriche-Hongrie d'autre part, une rupture des relations diplomatiques comportant toute l'extension nécessaire (2).

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 339. (l) -Non pubblicato. (2) -Annotazione marginale sul documento: « Comunicazione verbale di cui fu lasciata copia scritta a S.E. Lou Tseng Tsiang il 28 febbraio 1917 sotto forma di pro-memoria •.
392

BENEDETTO XV AL DIRETTORE GENERALE DEL FONDO PER IL CULTO, MONTI

(Ed. in MARGIOTTA BROGLIO, Italia e Santa Sede, p. 329)

L. P. Dal Vaticano, 28 febbraio 1917.

Ti scrivo sotto l'impero di penosissima impressione.

Già :sapevo del rinvio di Ambrogetti a processo, e vivevo quasi tranquillo nella fiducia della giustizia italiana. Ma oggi è venuto da me l'onorevole Monti Guarnieri, il quale mi ha informato di una vera prevenzione contro Ambrogetti che si manifesta nelle autorità militari che hanno parte nel processo. In particolar modo mi ha dolorosamente illljpressionato 'il racconto delle pratiche fatte per impedire che il :povero imputato abbia un difensore: l'Avvocato Caldani si è presentato per dichiarare che assumeva la difesa dell'Ambrogetti, e gli si sono fatti tanti rimproveri -per la sua condizione di militare -fino a f&rlo chiamare dal Colonnello, :che ha dovuto desistere. Evidentemente si vorrebbe isolare l'imputato: al Tribunale già si parla della costituzione del Consiglio che dovrà giudicare, facendosi il nome di chi dovrà presiedere, allo scopo di incutere timore. Né si tace che si vuoi far rumore contro il Vaticano.. Ora tutto ciò come può !asciarmi tranquillo nella fiducia della giustizia italiana?

Se le informazioni non mi fossero venute da un deputato, avrei potuto crederle esagerate; ma l'origine di esse è troppo attendibile.

Perciò faccio appello a te, pregandoti di portare la ·cosa a cono-scenza del Ministro Orlando: io ho troppa stima di S. E. per poter mettere in dubbio che voglia adoperarsi per impedire la continuazione di una ingiustificata prevenzione.

S. E. ha modo di informarsi della cosa e di invigilare sopratutto sulla formazione del tribunale giudicante. Sono sicuro che tu interpreterai bene il mio stato d'animo e confido anche

che il Ministro riconoscerà che io non ho torto. Ti aspetto per darmi buone notizie.

393

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. s. N. Roma, l marzo 1917, ore 10,50.

Nel Suo telegramma senza numero (1), V. E., parlando della questione partecipazione inglese al Carso, accenna a voler accompagnare S. E. Bissolati da Lloyd George.

Per non dare a questa utile azione personale di S. E. Bissolati una veste diplomatica, che nuocerebbe anziché giovare, riterrei preferibile che V. E. non accompagni personalmente S. E. Bissolati dal premier pur preparandogli il terreno alle conversazioni che Egli credesse di fare costì per favorire il concorso militare .inglese (1).

(l) Non rinvenuto.

394

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 544/93. Londra, l marzo 1917, ore 22,12 (per. ore 2,10 del 2).

Mio telegramma N. 91 (2).

Andai ieri a vedere Cambon. Senza entrare in particolari circa i punti da me sviluppati negli appunti consegnati a Balfour Io misi al corrente della iniziativa da me presa. Ripetutegli generali considerazioni di p11imario interesse politi,co che impongono una pronta soddisfacente soluzione di accordi con noi circa l'Asia Minore e ricordatogli carattere amichevole dei nostri sforzi per raggiungere un'intesa durante la conferenza pei Balcani, manifestai la mia fiducia nella sua volenterosa ·cooperazione anche nella presente .circostanza. Ciò tanto più poi in quanto che ero al corrente delle favorevoli diJSposizioni manifestate a Salvago da Briand, il quale supponevo deve averlo a quest'ora già informato. Sorvolando su quest'ultimo punto Cambon si disse molto lieto della iniziativa da me presa e senza però menomamente pronunziarsi in merito alla questione si limitò a manifestare nei soliti termini generali il suo desiderio che si giunga presto all'intesa della quale riconosceva meco tutta l'importanza. Dall'incaricato d'affari rus:so, il quale, dimenticando la cordiale intimità delle mie relazioni ·con Benckendorf, non si è fatto nemmeno una volta vivo daeohè ha assunto la reggenza, ho creduto per ovvie ragioni di dignità non :~pettare a me di recarmi. I colloqui personali miei con lui mi sembrano del resto :superflui. Quello ·Che oecorre è di agire a Pietrogrado perchè gli vengano impartite istruzioni nel senso da noi desiderato.

395

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

D.R. 7. Roma, l marzo 1917.

In risposta al memorandum consegnatoLe da Balfour di cui al Suo telegramma per posta Gabinetto N. 79 (3) ho fatto compilare il memorandum che qui unito Le invio.

La E. V. potrà valersi dei dati in esso contenuti nel modo che crederà miglio["e e se lo giudica opportuno rimettere anche il memorandum stesso a Balfour purchè apparisca come un documento redatto da Lei personalmente a sostegno delle sue conveLsazioni e non come un atto ufficiale del Ministero Affari Esteri in relazione alle conversazioni a quattro avviate ·Costì.

In tesi generale la E. V. :può far rilevare che noi non ci :rifiutiamo certamente di discutere le obiezioni che gli Alleati muovono alle nostre proposte ma che le basi naturali e proprie della discussione della Conferenza non sono i controprogetti dell'uno o dell'altro ma le nostre proposte quali furono esposte nei memoriali che motivarono la riunione della Conferenza stessa.

ALLEGATO

Roma, l marzo 1917.

Le Mémorandum du Foreign Office en date du 16 Février 1917 affirme que la zone proposée à l'Italie est égale comme valeur, si non comme extension réelle, à la zone attribuée à la France.

H est avant tout à remarquer que le •cakul d'équirparation ne tient pas compte des zones A et B attribuées à la France et à l'Angleterre par l'accord du 9 et 16 Mai 1916. Cet accord établit que ·les deux Pui.ssances auront chacune dans leur zone respective A ou B un droit de priorité sur les entreprises et les emprunts locaux, ainsi que le privilèg.e exclusif de fourni;r de<S conseillers et des fonctionnaires étrangers à la demande de l'Etat arabe ou de la Conféderation d'Etats arabes. Des privilèges exclusif:s sont stipulés en matière de chemins de fer dans les memes zones, ainsi que pour J.es Douanes. Les notes échangées à Londres entre les deux Gouvernements en date du 15 Mai 1916 mentionnent également des situations privi:légiées dans les régions dont il est question.

Par .conséquent, au point de vue de .la prorportionnalité dans un partage territorial, il est évident que les zones A et B doivent etre tenues en compte, vu que, en pays orientai, les privilèges de différent genr.e sus-énoncés suffisent à étab[ir un caractère colonia! d'exe1usivité politique et éeonomique.

Pour ce qui a trait aux r·essources minérales de la zone d'AdaUa, une enquete faUe sur les 1ieux en 1913 pa·r l'Ing. Coulant a établi que 1les gisements de manganèse signalés à Ovadjik, au nord d'Adalia, n'étaient que des roches minéralisées sans possibilité d'exploitation industrielle. Les mines de cuivre et de crome, signalées sur la cote à swd-ouest d'Ada1ia, ne sont que des indi:ces minéralog.iques sans importance industrielle. Le meme résultat a été obtenu dans l'examen des gisements :de plomb à Tohandir. La cote de Makri à Marmari:tza .contient de:s mines de crome qui furent déjà exploitées sur vaste échelle et ensuite abandonnées à cause de la dép·réciation de ce ·minéral. Il existe, par contre, quelques mines de manganèse, de zinc et de fer, vers le •cap Anamour.

Bien que l'exploitation des forets puisse donner des résultats assez considérables, il a été constaté que l'agriculture dans la région d'Adalia proprement dite n'offre guère un avenir pi-omettant par suite de l'absence de plaines. En revanche il est indubitable que J.a voarUée de Monderé et une partie de la plaine de Konia ofilrent des ressou11ces agricoles importantes.

Toutefoi.s, au point de vue minéralogique et ag11icole, .la zone proposée à :l'Italie n'est pas .comparable, ,comme avenir et comme imrportance, aux zones attribuées à la France età l'Angleterre, y compris naturellement les zones A et B.

Il suffit de nommer les rnines d'Arghana et les gisements bien connus de p:lomb argentifère, d'antimoine, de crome, de charbon, de bitume, de naphte, d'asphalte,, et de pétrole (à Mende!li et Kasar-e<l-Schirin). Et quant à :l'exploita.tion agricole on connai<t les projets grandioses pour l'irrigation de la haute et de la basse Mésopotamie. Dans lta région de Mossoul l'agriculture est possible sans le secours de l'irrigation et, en effet, la plaine du Tigre, au climat permanent et tempéré, est une grande prairie. La région de Bagdad et de Bassorah a été i!llustrée par les rapports de Sir William Willcoks qui l'a nommée la région la plus fertile du monde. Cet ingénieur éminent prévoit, par effet des travaux d'irrigation, une plus-value des terrains agricoles en Mésopotamie de 2.240.000.000, sans tenir compte de la région de Bassorah.

Au point de vue maritime, la zone proposée à l'Italie est totalement dépourvue de ports. Adalia n'est pas un port, c'est une rade. L'ancien port génois n'est pas digne de ce nom, car il ne peut abriter que des barques à voiles. Un projet pour la construction d'un port à AdaUa a été fait en relation aux concessions demandées au Gouvernement Ottoman: ·la dépense prévue est de 60 millions de francs. Scalanova, Makri et les autres points indiqués dans le mémoire du Foreign Office pourront devenir des ports à l'avenir, mais au prix de dépenses immenses. En outre, ces localités ne sont actuellement reliées à aucun chemin de fer.

Le mémoire du Foreign Office affirme que la construction d'une ligne ferrée jusqu'à Scal-a Nova, y attirera le commerce de l'Asie Mineure du sud-ouest et de la région de Konia, si les dhemins de fer de la Smirne-Aidin et de l'Anatclltie venaient à etre reliés entre eux. Il est à remarquer que la petite différence de parcours entre Smyrne et Scala Nova ne pourra jamais compenser Ies avantages qu'offre dès à présent (et offrira encore pendant un temps indéterminable) au commer.ce ·le port de Smyrne avec son organisation commerciale solidement établie. Meme si l'Italiie devait soutenir la dépense très considerable pour la construction d'un port à Scalanova, la situation de fait dont jouissent ile port et la ville de Smyrne y attirerait également le commerce de l'intérieur.

Il suffit par contre de jeter un regard sur une carte pour constater la différence des conditions réservées aux zones attribuées à la France et à l'Angleterre par rapport à la navigation et aux communications immédiates avec l'intérieur -soit sur l'a Méditerranée, .soit sur Ie Golfe Persique.

Quant •aux chemins de fer, la valeur intrinsèque des lignes de Konia et de la Compagnie de la Smyrne-Aidin est hors de contestation. Toutefois cette va'leur serait totailement détruite si ces Iignes devaient consister en des tronçons sans débouchés sur la mer. L'état de ·servitude qui en résulterait par rapport aux tarifs et sous le point de vue du prestige national enleverait à l'a.cquisition par l'Italie de ces lignes ferrées toute signification et toute importance. Les chemins de fer en Orient ont la plus grande portée comme affirma•tion .politique, comme moyen de pénétration et d'influence et comme profit pour le commerce national, mais à la condition que la tète-de..,ligne se trouve également en territoire national ou soumis à l'influence nationa·le prépondérante.

II est difficile de soutenir que le débouché de la région de Konia puisse trouver lieu à Adalia.

Le débouché nature! de cette région pour des raisons historiques aussi bien que techniques est à Adana-Mersin passant par les Portes de Cilicie. Un chemin de fer reliant Adalia à Konia couterait ·une soixantaine de millions. Cela ne devra pas ètre un empèchement à •la construction de la ligne, mais, camme situation de fait, il est indiscutable que pendant un temps qu'on ne peut determiner à present, la région de Konia se trouverait sans un débouché à elle; et mème lorsque la Hgne sera construite, Ie commerce suivra la voie natur.eUe et plus courte. Aucune ga

rantie de transit ou de tarifs ne saurait compenser ce grave et essentiel desavantage.

Par contre, l'importance comparative des lignes ferrées de la Mésopotamie haute et basse, de la Syrie et du chemin de fer au Hedjaz dans les zones françaises et anglaises, est évidente et ne demande pas de plus amples démonstrations.

Au point de vue de la situation géographique et poHtique en général, les zones attribuées à la France et à l'Angleterre sont incomparablement mieux placées que

la zone proposée à ,l'Italie le point de vue prime tous les autres en fait de répartition équitable de possessions coloniales.

En conclusion, sous l'aspect politique, économique et des communications, la zone proposée à l'Italie n'est pas proportionnelle aux zones attribuées à la France, à l'Angleterre, ainsi qu'à la Russie (dont l'importance est déterminée par la possession de Constantinople et des Détroits, que le Gouvernement Royal a dernièrement reconnu à la Russie sans faire précéder son assentiment de négociations quelconques et à <la seule condition que ·ces propre's aspiratio<ns puis.sent etre réalisées, ,ce qui évidemment implique le consentement préalable de ses alliés).

Les mémorandums remis aux Gouvernements alliés au mois d'octobre dernier contiennent le développement des considérations d'ol'dre politique et économique sur lesquelles se basent notre demande d'obtenir l'attribution du vilayet de Smyrne d'un ,còté, et du vilayet d'Adana de l'autre. Nous rappelons ces documents que nous confirmons en tous points. Mais il suffit de jeter un regard sur la carte annexée au récent mémorandum du Fo!'eign OUice pour relever combien artificielle et peu organique est la ligne frontière tracée au nord d'.&dana et le long du Taurus jusqu'au Cap Anamour. Cette ligne se présente, et sera ainsi jugée par le public, co.mme une barrière élevée contre le debouché nature! de la région de Konia et contre sa communication directe avec la mer.

Tout en maintenant notre point de vue sur l'indispensabilité du débouché Adana lVIersin, il ne sera pas inutile de rappeler qu'en 1913 le Gouvernement Turc a reconnu, en faveur de la Société italienne qui en faisai,t la demande, ,l'exclusivité d'études pour chemins de fer et ports dans toute la zone entre Boudrous et Mersin, o'est-à-dire bien au delà du Cap Anamour.

Quant à la ville de Smyrne, l'objection a été soulevée que ce port serait nécessail'e à l'Etat turc qu'i,l s'agirait de créer. 11 ,serait diffici-le de justifier qu'un intérèt de la Turquie ennemie dùt prévaloir sur un intéret de l'Italie alliée, après que la Turquie aura été privée de son débouché principal et de sa capitale qui est Constantinople. Au surplus, il est à rema,rquer que le Sultanat Ottoman aura ses débouchés à Adramid sur la Mer Egée et à Guemlik et Panderma sur la 1\Ier de Marmara. En outre, Smyrne entre les mains d'un Etat faible comme le Sultanat turc consistituerait une tentation permanente et une cause de perturbation de la. part de l'Hellénisme. Il est nécessake, pour la tranquillité avenir de l'Europe, que la possession de Smyrne ait un caractère de stabHité et d'immuabilité garantis. Quant aux prétentions éthniques de ,J'Hellénisme, elles n'auraient pas plus de fondement à Smyrne que par rapport aux agglomérations grecques de la Mer Noire, de Constantinople, de la Mer de Marmara et d'Alexandrie d'Egypte.

I<l est aussi à considérer que dans la zone réclamée par l'Italie seulement la

ville de Smyrne, où réside une f<lortssante colonie italienne avec des institutions

importantes, a une valeur rée!l<le et actueHe comme centre de commerce et de

culture.

La négociation présente seraH destinée à un insuccès fatai si on vou1ait l'établir

sur la base d'une interprétation restridive de l'article IX du Traité de Londres du

1915. Cet artide a été rédigé en termes généraux par suite des vives insistances

du Gouverment britannique qui s'est opposé à la détermination de limites géogra

phiques pour la raison que cela aurait entrainé une perte de temps considérable

et la nécessité d'ouvrir des négociations analogues avec la France. Mais cette

cil'costance et la déférence dont a donné preuve le Gouvernement Royal ne

pourraient altérer l'esprit de la stipulation arretée entre alliés. Ainsi qu'il est

dit dans les mémorandums déjà cités d'octobre 1916, l'art. IX établit ces trois

points:

l) L'entière sauvegarde pour l'Italie du prindpe de l'équilibre de la Méditerranée Orienta<le.

2) L'attribution à l'Italie d'une zone • équitable • (traduction du mot italien congrua) c'est-à-dire proportionne1le aux zones attribuées aux alliés.

3) Que les aspirations de l'Italie seront reconnues dans la regwn méditerranéenne avoisinant la province d'Adalia dans laque1le l'ltalie a des droits déjà établis.

Les vHayets d'Aidin, de Konia et d'Adana sont contigus à la zone d'Adrulia.

La considération de la proportionnaiité et la considération de l'équilibre de la Méditerranée Orientale constituent les clefs de voute de la négodation en cours. L'équilibre de la Méditerranée Orientale forme une nécessité absolue et vitale pour l'Ital·ie, qui est une Puissance essentiellement méditerranéenne. Toute altération de cet équilibre à son désavantage mettrait l'Italie dans une situation d'infériorité politique que l'opinion publique ne tolérerait pas.

En dernier lieu, il est à remarquer que meme si, par suite de l'issue de la guerre, les accords anglo-franco-russes devaient rester à l'état académique (conformément à des récentes aHusions) il est d'importance essentielle pour l'ltalie que ·ces accords soient achevés et complétés par l'adhésion de l'ltalie avec la sau,.. vegarde entière de ses intéréts en Orient. Dans cette éventuaiité, qui n'est qu'une simple hypothèse, des accocrds conclus, bien que non exécutés, entre la France, l'An~leterre et la Russie formeraient à l'avenir des hypothèques politiques et économiques rpar rapport au développement des activités respectives en Orient, et, par suite de l'exclusion de l'ltalie, H s'en suivrait une cause permanente et dangereuse de froissements et de d1ssentions.

L'ensemble des questions envisagées dans le présent mémorandum, a formé l'objet de considerations attentives dans les deux mémorandums, déjà cités, remis aux Gouvernements alliés au mois d'Octobre dernier, et qui sont confirmés.

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, II, cit., p, 175.

(2) -Cfr. n. 379. (3) -Cfr. n. 322.
396

L'AMBASCIATORE A WASHLNGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 545/56. Washington, ... marzo 1917 (per. ore 5 del 2).

Lansing mi ha confermato testè esattezza assoluta del telegramma (l) di istruzioni per negoziare alleanza tedesca-messicana-giapponese contro Stati Uniti diretto il 19 gennaio da Berlino al Ministro di Germania al Messico che Associated Press ha divulgato stamane e che V. E. conosrce ormai certamente. Lansing mi ha ag.giunto che il suo Governo ne aveva sentore da qualche tempo e ne ha acquistato soltanto adesso ·Certezza materiale. Mi ha detto di non pote.re rivelare la fonte d'ella scope•rta per non compromettere la vita dei terzi. Sono stato in grado di rivelare a mia volta a Lansing attraverso un fatto specifico venuto a mia conoscenza che riservisti tedes·chi qui residenti hanno ricevuto ordine dopo congiunture diplomatiche cogli Stati Uniti presentarsi alle armi in Messico. Questa notizia lo ha vivamente impressionato ed egli procederà immediatamente agli accertamenti opportuni. Lansing mi ha confermato pure assoluta fiducia che Congresso accederà alla richiesta di Wilson. Gli ho chiesto se scontava la guerra prossima. Mi ha risposto alzando le braccia ed ha aggiunto sorridendo: • Anche

l'Italia .prese il suo tempo • (2).

(l) -Il telegramma indirizzato dal ministro degli Esteri Zimmennann al ministro al Messico Von Eckhardt. il 17 gennaio fu captato e decifrato dal Naval Intelligence Service inglese. Il governo di Londra ne avvertì il Dipartimento di Stato il 24 febbraio v. B. TucHMAN, The Zimmermann Telegram. N.Y., 1958, p. 147. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con T. Gab. 330 del 2 marzo.
397

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A PARIGI, SALVAGO RAGGI E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 332. Roma, 2 marzo 1917, ore 18.

R. Ambasciatore Londra telegrafa quanto segue in data l marzo:

• Andai ieri a vedere . . . ecc. (come nel telegramma Gabinetto 544/93) • (1). (Per Pietrogrado). Atteggiamento di ,codesto Governo riguardo conferenza

Londra riesce incomprensibile dopo consenso da noi dato alla Russia per questione Costantinopoli e Stretti e visto che a differenza della Francia nostre richieste non urtano in alcun interesse russo. Prego agire perchè partano da costi istruzioni di non ostacolare i nostri desideri per ,ciò ,che riguarda Smirne.

V. E. potrebbe con garbo far rilevare che la mancanza di un riconoscimento delle nostre aspirazioni invaliderebbe il consenso da noi dato condizionatamente alle pretese russe su Costantinopoli.

398

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 333. Roma, 2 marzo 1917, ore 18.

Suo telegramma Gabinetto N. 83 (2).

Comando Valona interpellato cir,ca nomina vescovo di Coritza risponde avere ricevuto analoga domanda notabili Argirocastro. Ritiene due richieste evidentemente inspirate ragioni politiche essendo notorio che vescovo è capo e centro di ogni mena grrecizzante.

399

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 549/114. Pietrogrado, 2 marzo 1917, ore 12 (per. ore 18,45).

In previsione della ripresa delle convevsazioni di Londra per l'A,sia Minore mi permetto esprimere il subordinato avviso <ehe la questione insulare entri in linea di conto tosto che quella di Aidin sia in principio risolta affinché riservandola al più tardi non ci si obietti che formuliamo nuove rivendicazioni.

Se è vero che Scio fa parte amministrativamente del vilayet dell'arcipelago e Samos è un Principato con un suo proprio regime è ovvio però che dette isole separate dalla terraferma da brevissimo braccio di mare appartengono geograficamente e militarmente al vilayet di Aidin di cui sono ... (l) ne seguano le sorti. Se di esse non fu fatta finora menzione, ragione va attribuita al fatto che l'assegnazione di Aidin all'Italia non era stata ancora definitivamente concordata.

Quanto a Mitilene se il futuro Sultanato turco avrà il vilayet di Karasi non si potrà disconoscere che quell'isola dipenda geograficamente in gran parte da esso; soltanto geograficamente però, poichè militarmente ed economicamente Mitilene non può considerarsi che in concatenamento col golfo di Smirne. E' probabile ci venga mossa l'obiezione di natura etnica e di trattative già ·Corse con la Grecia. Ma non sembra impossibile conciliare i nostri primordiali interessi di difesa con rivendicazioni che non rappresentavano una necessità e che in via preventiva possono ottenere qualche soddisfazione sia nella forma del nostro possesso sia mediante compensi alla Grecia in Tracia e nello stesso arcipelago. La questione di Scio, Samos e Mitilene intimamente collegata con quella di Aidin interessa direttamente nostra zona e specialmente dal punto di vista militare e navale non potrebbe rimanere senza una soluzione a noi favorevole.

(l) -Cfr. n. 394. (2) -T. Gab. 485/83 del 21 febbraio. che non sì pubblica: il Presidente del Consiglio greco sollecita nomina di un vescovo ortodosso per Coritza.
400

IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 550/47. Cristiania, 2 marzo 1917, ore 14.20 (per. ore 20,55).

Secondo quanto mi risulta confidenzialmente da fonte seria e neutrale, le Potenze centrali si disporrebbero a servirsi del Re di Spagna -da ciò non alieno -per avanzare nuove proposte di pace che con ogni probabilità sarebbero formulate dopo la prossima grande offensiva sulla fronte occidentale. A parziale corroborazione di quanto precede, medesimo infol'matore ha accennato al fatto sintomatico che la Germania accorda speciali concessioni alla Spagna in relazione alla guerra dei sottomarini.

401

IL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 769/8. Pechino, 2 marzo 1917, ore 18 (per. ore 9,10 del 3).

Colleghi alleati hanno deciso sollecitare rispettivi Governi istruzioni riguardo deroghe momentanee al protocollo 1901 richieste da operazioni militari so

prattutto in occasione eventuale sequestro concessioni nemiche di cui al mio telegramma 4 (l) e di segnalare in particolar modo necessità di mettersi d'accordo previamente col Governo locale circa espulsione nemici e sequestro loro concessioni, Ho fatto OSiservare ai miei ,colleghi che non potevamo rimanere indifferenti alle operazioni ed all'arvvenire riguardante la concessione austro-ungarica in Tientsin almeno per la zona limitrofa e per il ponte internazionale. Per quanto riguarda posizione speciale nostro consolato nella ,concessione germanica Hankow allo scopo arrestare opinione già ,crescente a favore di un'azione esclusivamente cinese, ho ottenuto approvazione di massima fra i colleghi. Secondo previsioni prevalenti rottura diplomatica sarebbe imminente con probabilità essere dopo qualche tempo seguita da dichiarazione di guerra. Per tale eventualità

V. E. vorrà giudicare opportunità autorizzare R. Nave • Caboto » recarsi Tientsin dietro mio eventuale invito partecipare mantenimento ordine insieme contingenti alleati.

Soltanto al rappresentante Gran Bretagna ed a me mancano istruzioni esaurienti circa oggetto mio telegramma 4: gli altri sono in genere autorizzati accettare in principio domande cinesi salvo esame modalità chiedendo in cambio espulsione nemici sequestro navi, concessioni nemiche. Fra rappresentanti alleati prevale opinione sarà opportuno chiedere separatamente soluzione regolamento di alcune pendenze quali ,per esempio i nostri reclami colla Cina oggetto del telegramma N. 7 (2) al momento discussione particolari delle domande cinesi.

(l) Gruppo indecifrato

402

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 761/79. Jassy, 2 marzo 1917, ore 14,40 (per. ore 17 del 3).

Telegramma di V.E. N. 1758 (2).

Bratiano mi ha detto Governo romeno è pronto consegnarci ufficiali pngwnieri austro-ungarici di nazionalità italiana. R. Addetto militare di ritorno dalla Russia comunica avergli tenente Vigini rappresentante missione militare italiana per i prigionieri di guerra irredenti a Kiew dichiarato che i suddetti italiani irredenti potrebbero in attesa 1proseguire per l'Italia, essere inviati colà ove verrebbero Lmpiegati nella locale fabbrica di zuochero appartenenti a quel nostro console onorario alle seguenti condizioni: vitto, alloggio e vestiti pagati e non meno di dieci rubli al giorno di s11lario. In seguito telegramma di V. E.

N. 1987 (2) ho incaricato visitare prigionieri e provvederò soccorrerli.

(l) -Cfr. n. 319. (2) -Non pubblicato.
403

IL MINISTRO A COPENAGHEN, SACERDOTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 424/253. Copenaghen, 2 marzo 1917.

Facendo seguito al rapporto N. 363/234 del 24 febbraio scorso ed a conferma del mio telegramma N. 51 (1), mi onoro informare l'E. V. che, non avendo l'Inghilterra voluto accettare il modus vivendi •concordato dalla Danimarca colla Germania in forza del quale tre navi danesi sarebbero state autorizzate a salpare ogni settimana per la Gran Bretagna con prodotti agricoli, si è ora adottato il mezzo termine di dirigere le navi danesi a Bergen, dove scaricano i p:rodotti destinati al consumo inglese e l'Inghilterra provvede poi a ritirarli se e quando può. In tal modo si evita il pericolo che i prodotti stessi vadano in Germania.

I ·commercianti danesi avevano anche tentato di ottenere che le navi danesi trasportassero i prodotti in questione ad ·Aberdeen in Scozia; ma la proposta non è stata accolta dall'Inghilterra perchè quel porto non si presta e non ha i necessari magazzini per un simile traffico. Mentre tali trattative continuavano e sempre per opera dei giornali danesi, la .cui discrezione lascia molto a desiderare, il partito intransigente tedesco ha cominciato ad allarmarsi delle eventuali concessioni fatte dal Governo tedesco alla Danimarca circa le importazioni in Inghilterra.

Difatti nella seduta del Reichstag del 2 corrente il deputato conservatore Schiele rivolse un'interpellanza al Governo, ,chiedendo se fosse vero, come avevano affermato alcuni giornali danesi, che era intervenuto un accordo in forza del quale navi danesi potrebbero trasportare prodotti alimentari ad Aberdeen ed in tal caso se ciò non dovesse considera!'lsi 'come un rilassamento del blocco.

In risposta a tale inte11pellanza il Ministro degli Affari Esteri dichiarò • non esservi alcuna conferma ufficiale dell'accordo al quale aveva accennato la stampa danese •, che naturalmente la Germania nulla aveva da obiettare contro il mantenimento delle ·comunicazioni marittime fra la Danimal'ca e la Norvegia ma che se si verificassero dei tentativi di trasportare delle merci dalla Norvegia alla Gran Bretagna egli nutriva sicura fiducia che i sottomarini germanici li avrebbero sventati. Per conseguenza se le navi danesi volessero intraprendere dei viaggi ad Aberdeen lo farebbero • a proprio rischio e pericolo •.

La situazione è quindi peggiorata piuttosto che migliorata, perchè, mentre prima la Germania aveva consentito e solo l'Inghilterra faceva delle difficoltà, ora anche la Germania, profittando del fatto che le sue offerte non furono subito accettate ed allarmata dall'opposizione dei nazionalisti intransigenti, non mantiene più le fatte promesse.

Profittando poi della situazione la Germania con abile manovra tenta di sottrarre la Danimarca all'influenza inglese rendendola economicamente indipendente dalla Gran Bretagna. A ciò tende la proposta fatta dal Signor Camp, membro della frazione tedesca del Reichstag, il quale sostenne la necessità di

fare ulteriori concessioni commerciali alla Danimarca per il tramite della quale la Germania potrà ricevere molte merci di ,cui av~à bisogno dopo la guerra.

La Danimarca, dis.se il Signor Camp, è attualmente obbligata ad usare molti riguardi all'Inghilterra, la quale ,costituisce uno dei suoi sbocchi principali. Se invece la Germania facHiterà la importazione di ,prodotti danesi la Danimarca non sarà più costretta a preoccuparsi del mer·cato inglese.

(l) Non pubblicato.

404

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 556/59. Washington, ... marzo 1917 (per. ore 12,20 del 3).

Lansing ha pranzato ieri sera giovedì da me e mi ha parlato della situazione. Soddisfatto del colpo giuocato alla Germania che ha avuto felice ripercussione nell'interno del paese egli indagava che 'Cosa avrebbe potuto apporvi Berlino. All'ìpotesi di una smentita mi disse: • Abbiamo il testo del telegramma • (1). All'ipotesi che Berlino dem,mziasse e considerasse come provocazione la violazione del suo ,carteggio diplomatico mi rispose: • Sarebbe per noi la cosa più desiderabile ·che la Germania ci dichiarasse essa stessa la guerra •. Rilevando il duplice insulto gratuito fatto dalla Germania al Giappone col ritenerlo capace di tradire gli Alleati e coll'asservirlo ad un Carranza, gli preconizzai qualche violenta manifestazione di sdegno da Tokio. Egli vi fa. assegnamento e dubita che Carranza abbia effettuato a Tokio il passo suggeritogli da Berlino. Non sapeva però se e quali effetti avessero prodotto su Carranza le aperture del Ministro tedesco in quanto concerne la cooperazione militare 'col Mess:ico. Stava indagando e l'apprenderebbe in breve. Ad ogni huon fine avendo sentore da tempo degli intrighi tedeschi questo Governo aveva ritirato le sue truppe dal Messico per non esporle ad aggressioni improvvise. Mi disse chiedendomi di mantenere il segreto che si adotterebbe qui coll'Austria una tattica divecl'sa allettandola con negoziati e tergiversazioni per rimandarne o magari evitarne la rottura e ciò allo scopo di suscitare nella Germania diffidenza confu'o gli Alleati e creare discordia fra entrambi. Egli conta per riuscirvi sulla riluttanza che attribuisce all'Austria di associarsi alla guerra ad oltranza dei sottomarini tedeschi e sul desiderio di Vienna di mantenersi in buone relazioni con gli Stati Uniti d'America. Mi confermò che la Turchia si ribella alle imposizioni tedesche e sembrava convinta di poter fare al momento opportuno una buona politica a Costantinopoli. A suo dire la Bulgaria è parimenti scossa e se ne

Il Governo statunitense fu avvertito dagli inglesi che il Naval Intelligence Service aveva captato un telegramma di Stato, datato 16 gennaio 1917, inviato il 17 dal ministro degli Esteri Tedesco, Zimmermann, al ministro di Germania al Messico, von Eckhardt, al quale si dava l'incarico, nel caso che la guerra sottomarina provocasse un conflitto con gli Stati Uniti, di iniziare trattative col Messico, promettendogli il riacquisto del Texas, dal Nuovo Messico all'Arizona. Questo telegramma fu pubblicato il 1° marzo dall'Associated Press e sollevò viva indignazione nell'opinione pubblica americana. Per colmo d'ironia, il telegramma era passato per il cavo sottomarino dello « State Department • messo a disposizione della Germania. B. TucHMAN, The Zimmermann Te!egram. New York, 1958, p. 147.

otterrebbe il distacco dalla Germania se gli Alleati, utilizzando gli stessi metodi di Berlino, ,sapessero abHmente corrompere con manciate d'oro qualche personaggio di colà. Si p,reoccupava del futuro assetto dei Balcani temendo ,che essi potessero dar esca più innanzi ad una nuova guerra. Anche a questo riguardo gli sembrava precauzione vantaggiosa il tentare attrarre fin da ora Bulgaria nell'orbita dei futuri accordi degli alleati.

È .possibile che la manovra che questo Governo si propone di tentare coll'Austria risponda al movente confidatomi da Lansing. Essa non esclude però anzi denota la tendenza di entrambi i Governi ad una armonia reciproca che potrebbe avere comunque ripercussioni alla conferenza della pace. Mi giova richiamare in proposito le ambigue dichiarazioni di Wilson a questo Ambasciatore di Spagna di cui al mio telegramma 16 Gabinetto (1).

(l) Si riferisce all'affare del telegramma Zimmermann.

405

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. 282. Roma, 3 marzo 1917, ore 15.

R. Ministro in Addis Abeba telegrafa quanto segue:

• -l) -Mio collega Inghilterra ... Potenze suddette (riprodurre telegramma Addis Abeba n. 654/328) (2). • -2) -Ho informato V. E .... Governo etiopico (come telegramma dalla Asmara N. 751) • (3).

Sono contrario ai doni di cui si tratta per il principio ammesso di impedire qualsiasi introduzione di armi in Abissinia.

Ogni dono di questo genere fatto da una Potenza spinge per di più le altre a fare altrettanto per cattivarsi eguali simpatie locali. Inoltre osservo in linea generale che queste offerte fatte senza chiedere preventivamente avviso dagli alleati sono contrarie alla politica di perfetta intesa che le tre Potenze hanno convenuto di seguire in Etiopia e mettono chi non consente in una difficile situazione di fronte al Governo etiopico.

Prego V. E. esprimersi in questo senso con codesto Governo chiaramente ed energicamente.

(l) -Cfr. n. 117. (2) -Cfr. n. 310. (3) -Non rinvenuto.
406

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO

T. 281. Roma, 3 marzo 1917, ore 16.

Suoi telegrammi N. 20 (l) e 23 (2).

D'accordo con Ministero delle Colonie sono recisamente contrario a consentire che siano date mitragliatrici a Ras Tafari come ho disapprovato offerta aeroplani da parte Governo inglese. Tali offerte fatte senza chiedere prima nostro parere sono contrarie accordi e nocive alla politica di perfetta intesa che le tre Potenze hanno convenuto seguire in Abissinia. Ho incaricato i RR. Ambasciatori a Parigi e a Londra di informare Governo francese e britannico della nostra opposizione per il principio ammesso di impedire ogni e qualsiasi introduzione di armi in Abissinia. Nello stesso senso mi esprimerò con queste Ambasciate di Francia e d'Inghilterra.

407

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 165. Londra, 3 marzo 1917, ore 10,14 (per. ore 2 del 4).

Telegramma di V.E. N. 1092 (3).

Per S. E. Carcano:

• -Bonar Law, al quale avevo parlato e g,c,ritto nei termini precisi prescrittimi da V. E., mi ha risposto ieri sera che egli sarà molto lieto di incontrarsi con V. E. • -Canceniere suggerisce come data conferenza 15 marzo o più tardi, qualora a V. E. riescisse possibile differire sua venuta. Cancelliere esprime nuovamente suo vivo rincrescimento per essere costretto d'ai ,suoi obblighi parla· mentari ad incomodare V. E. a recarsi fino a Londra. Egli confida che V. E. vorrà compc:rendere motivi che gli impediscono di muoversi •.
408

IL MINISTRO A JASSY,· FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 562/71. Jassy, 3 marzo 1917, ore 9 (per. ore 15,50 del 5).

Ministro di Fc:rancia ha dcevuto un telegc:ramma con cui Paléologue gli comunica una conversazione avuta con Pocc:rowsky in seguito telegramma di Saint-Aulaire il cui contenuto era analogo al mio telegc:ramma Gabinetto 67 (3). Pocrowsky ha detto all'Ambasciatoc:re di Francia che avrebbe fatto passi presso Alexeieff succeduto a Gurko alla testa dello Stato Maggiore c:russo per cercare

indurlo fare offensiva :per la conquista della foce Danubio alla quale Gurko si era dichiarato recisamente contrario. Circa punto primo del mio telegramma sopra citato Pocrowsky ha detto che il Governo russo si opporrebbe a che Re di Romania abbandonasse Moldavia e farebbe passi per impedirlo presso Governo romeno. Ciò lascerebbe supporre che a Pietrogrado si crede che il Re Ferdinando desideri lasciare il suo paese per and~re in Russia. Ora ciò non solo è falsato ma è assurdo: Re Ferdinando oltre essere sinceramente affezionato al suo paese ·Conosce il pericolo a ·cui esporrebbe se stesso e la dinastia allontanandosene in momenti come questi. È Governo russo che ha dimostrato desiderio prima della Regina e della famiglia reale offrendole palazzo d'inverno (mio telegramma Gabinetto n. 9) (l) e poi del Governo facendo tutti i preparativi per la sua installazione a Kerson. L'allora Capo di Stato Maggiore rus,so inoltre come risulta dal mio teleg.ramma citato in principio e questa Autorità militare russa hanno mostrato desiderio che l'esercito romeno d'operazione venisse trasportato in Russia. Quindi .partenza per la Russia del Re Ferdinando sarebbe non già realizzazione d'un suo desiderio ma bensì inevitabile conseguenza di quanto precede giacchè non si capisce che cosa dovrebbe rimanere a fare Sovrano in Moldavia quando ne fossero partiti la sua famiglia, suo Governo ed il suo esercito. Paléologue telegrafa pure che il viaggio ad Odessa del Generale Berthelot (mio telegramma Gabinetto 67) avrebbe anche lo scopo sincerarsi di persona della difficoltà di provvedere all'invio in Moldavia di viveri oltre che per esercito russo per l'esercito e la popolazione romena. Ora è bene rendersi conto fin d'ora che ciò significa, dal momento che non si vuoi fare quanto è necessario per riaprire via del Danubio, non solo evacuazione Moldavia a breve scadenza

ma anche contaminazione dell'esercito russo. Tifo esantematico ed inanizione fanno qui tali stragi che in alcuni reggimenti sono morti ol,tre 380 soldati tSOipra un effettivo di 2400; epidemia tifica si estende nella popolazione ·civile e va attaccando anche truppe russe. Come è noto, causa principale di queste malattie è debilitazione derivante dall'insufficiente nutrizione e dalla miseria. Quindi non provvedendo ai romeni i russi espongono i loro stessi ad essere distrutti da questa epidemia e dal colera che già infierisce e che si aggraverà coi ;primi calori. A rendere anche più tragica la situazione Governo russo dichiara, secondo telegrafa ambasciatore di Francia, che non intende amméttere nel suo territorio romeni che possono contaminarlo (2).

(l) -Cfr. n. 310. (2) -Non rinvenuto. (3) -Non pubblicato.
409

IL CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, ALDROVANDI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. RR. S.N. Londra, 3 marzo 1917.

V. E. è a conoscenza, dai telegrammi direttile da Pietrogrado, dell'andamento generale della Conferenza, che si è ripartita in politica, militare ed economica.

La Conferenza economica tenne una sola seduta, nella quale, il Ministro Bark fece una cruda esposizione della dura situazione attuale della finanza russa, sia per la enorme emissione ca•rtacea (Dieci miliardi di rubli) sia per la svalorizzazione del :rublo • che ·s'incammina ad essere più depresso del marco • sia per lo scarsissimo rendimento dei prestiti interni. In questa seduta i delegati inglesi e francesi si limitarono a promettere il maggiore interessamento dei rispettivi Governi per venire in soccorso alla Russia, ·che, a dire del Ministro Bark, si trova in una situazione finanziaria presso ·che ·Catastrofica. Le conversazioni su questo oggetto continuano in forma privata tra Bark ed i capi delle singole delegazioni, che rei.terarono le loro promesse. Ma non pare si sia raggiunto alcun ac.cordo specifico su akun punto.

La richiesta di concorso del Governo Italiano per le operazioni concernenti gli acquisti fatti dal Governo Russo in Italia, non fu definita, non essendo giunta in tempo alcuna risposta da Roma.

La Conferenza Militare fu ripartita in strategica e per le munizioni. Quella strategica esaurì il suo compito in un giorno, salvo successivi ritocchi per la redazione delle conclusioni, emettendo il parere che non vi sia alcun fronte speciale su cui convenga preferibilmente intensificare l'azione degli alleati, e confermando le conclusioni di Chantilly (l) per una azione concorde in determL nate eventualità di attacco nemico o di offensiva generale degli alle::tti. Questa sl prevede per il prossimo aprile. La prima proposizione fu ripresa in ·considerazione nella Conferenza politica per opera di Lord Milner, dietro suggerimento del Ministro Scialoja. Egli domandò se, nel preo:rodinare azioni militari, si fosse tenuto conto della convenienza di attivare preferibilmente quelle che avrebbero sottratto al nemico maggior territorio produttivo di cereali, ,raggiungendo così il doppio fine di stremare il nemico sia materialmente sia nelle sue necessità di consumi. E si riferì alla rioccupazione delle pianure romene. Ma la sua osservazione fu scartata sotto brevi affermazioni del Generale di Castelnau e del Generale Gurko, i Quali dichiararono che le considerazioni strategiche, da essi non specificate, debbono primeggiare su tutte le altre.

La Conferenza per le munizioni fu forse la più laboriosa. Tenne numerose sedute nelle quali i russi avanzarono richieste di grande stile (10.000 cannoni,

14.000 tonnellate di zolfo ecc. ecc.) per un totale di circa 10 milioni di tonnellate. Di questo fabbisogno gli alleati promisero di assumersi un totale di 4 milioni e mezzo di tonnellate. Nel verbale a ciò relativo era stata inserita una frase contemplante la necessità che la Russia, per parte sua, migliorasse i suoi trasporti, in modo da potere utilizzare sul fronte il materiale inviatole dagli alleati. Come è noto a V. E. ciò rispondeva ad uno dei concetti fondamentali per cui gli inglesi avevano desiderato il viaggio in Russia: rendersi cioè conto de visu delle condizioni locali, e giudicare se convenisse utilizzare meglio colà che altrove, quel tanto della produzione britannica che potevano sottrarre al

proprio fronte. Il Generale Gurko si levò violentemente contro Questa frase, che egli interpretò come una indebita interferenza, un monito, una condizione alla Russia, e Lord Milner, con grande debolezza, ancor più evidente a chi cono

Il -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VII

sceva il suo pensiero da lui dpetutamente manifestato in proposito, consentì ad un affievolimento della frase, che la rendeva quasi nulla. Resta da sape~si, se ed in quanto, inglesi e francesi, sui quali ricade il maggior peso delle forniture militari, indipendentemente da qualsiasi formula scritta, terranno •conto del concetto che si sono fatti della situazione generale della Russia, per dir1gervi ulteriormente i loro materiali, visto che tanta parte di esso giace da mesi inoperoso senza giungere al fronte. Il Ministro della Guerra Belaieff confessò che il materiale spedito dall'Inghilterra nell'inverno 1915-1916 per la via di Vladivostok, essendo chiuso Arkangelo, non è ancora stato utilizzato. Attualmente di fronte ad una richiesta di 10 milioni di tonnellate fino al Luglio 1918, pare la Russia non abbia possibilità di sbarco o di trasporti superiore a due milioni.

I temi che furono proposti all'esame della Conferenza politica non rivestirono alcun speciale significato. Essi ·contemplarono tutte le principali questioni internazionali di interesse attuale, ma dettero l'impressione di essere stati posti non per risolvere alcun problema urgente, ma per dare comunque materia di lavoro alla Conferenza.

Circa la Grecia, di fronte ad un tentativo franco-russo di p1rovocare il conferimento di più larghi poteri al generale Sarrail, prevalsero poi, in seguito al fermo atteggiamento del Ministro Scialoja, i concetti che guida.rono le decisioni di Roma. Ma anche qui come a Roma si palesarono le diver.genze d'apprezzamento delle Potenze, che si riferirono alle ·condizioni delle riSIPettive rappresentanze in Grecia, per le quali si accennò ad una sostituzione contemporanea dei quattro Ministri. Circa gli Stati Uniti si riconobbe la questione non esse·re ancora matura per un utile esame. Circa il Giappone fu riconosciuta bensì la opportunità di un suo intervento bellico, speci:ficandosi anzi la effica·cia di un suo concorso di 50 mila uomini dal Golfo Pe~sico, 'ma la Conferenza, che, quantunque ·cosHtuLta da uomini di Governo, anche qui, come in altre questioni, si mostrò assai dubbiosa dei suoi poteri, si limitò a concludere ·con una raccomandazione generica ai Governi. Oggetto di lunghe discussioni, e di una risoluzione, fu ciò che impropriamente si disse la ·creazione di un organo poHtico-interalleato per l'alta direttiva della guerra, ma anche qui si tratta di una raccomandazione ai Governi acciocché tengano più f.requenti riunioni. Nella discussione, in cui furono ·chiarite le difficoltà esistenti perchè questo istituto risulti ·effettivamente un rapido organo deliberativo, apparirono altresì le speciali· difficoltà che incontra, per la sua rappresentanza, la Russia; difficoltà cui non sem<brò estraneo il fatto che il Signor Sazonoff non desidera essere diminuito, nella sua qualità di Ambasciatore a Londra, da un maggiore plenipotenziario russo ·che si stabilisca in Occidente. Il Ministro Scialoja espose le difficoltà •costituzionali che si hanno per il funzionamento di questo Istituto. Tali difficoltà furono riconosciute da tutti. Ma tutti convennero che l'Intesa dovrebbe rimediare, per quanto è possibile, a questa inferiorità che essa ha, nella rapidità delle decisioni e nelle direttive del Comando, di fronte al blocco delle Potenze Centrali.

Alla soluzione della questione sembra notevolmente interessata l'Italia, che è necessario si conquisti tra gli alleati una parte maggiore di quella che non abbia oggi. In questo lungo viaggio infatti si ebbe l'impres,gione •costante che Francia ed Inghilterra abbiano voce e direttive ben superiori all'Italia, che non sempre pari tra pari. çiò accade nonostante la indubbia simpatia che inspirò il Ministro Scialoja, e quella che dimostrarono, per il nostro Paese, Lord Milner, il Signor Pokrowsky, ed anche, ed anzi specialmente, il Signor Doumergue. Siano deficienze od assenze da parte nostra, o sia maggiOTe attività da parte altrui, è indubbio che lo sforzo ed i sacrifizi enormi ·che fa l'Italia non sembr;j_ ricevano il giusto apprezzamento che loro spetta. Noi risultammo in troppe ·questioni isolati: situazione molto pericolosa quanto più si avvicinino i giorni risolutivi della guerra, ed in quanto si tenga conto che nè Francia nè Inghilterra hanno speciali motivi di inimicizia e di abbassamento del nostro principale nemico, l'Austria.

Fu grave jattura che l'offerta, portata da Lloyd George alla Conferenza di Roma, di un concorso militare inglese sul fronte italiano, non sia stata da noi accolta. Ciò avrebbe importato una più stretta cordialità di rapporti tra Italia ed Inghilter:ra, che dalla cooperazione militare si sarebbe indubbiamente estesa ad una maggiore cooperazione politica. Il rifiuto di Roma, escludendo il concorso itala-britannico, ebbe come .conseguenza l'intensifi.cazione di quello francoinglese, forse consacrato dalla immediata visita del Generale Nivelle a Londra. Probabilmente anche tutta la questione dell'Asia Minore ha sofferto di questa situazione in cui si trova l'Italia.

È possibile che questa nuova e maggiore intimità franco-inglese abbia le

sue conseguenze anche. per quanto concerne la Russia. Il Generale Castelnau,

passando per Londra, avrà certamente conosciuto il risultato dPi colloqui di

Roma e Nivelle-Lloyd' George. A me i secondi non sono noti, ma è certo che

il Generale Castelnau sostenne sempre apertamente il principio che il maggiore

sforzo bellico deve farsi sul fronte franco-inglese. In tal modo rsi veniva anche

a compromettere il sereno esame sulla potenzialità militare della Russia, esame

che fu, come è noto, uno dei più forti obiettivi per cui fu indetta l;j_ Conferenza

di Pietrogrado.

È stato asserito che la prresenza delle missioni alleate in Russ.ia sia stata

assai opportuna per rafforzare i vincoli della alleanza in quel paese ed evitarne

possibili defezioni. Si è asserito altresì che essa ha avuto una benefica influenza

sulla situazione poliUca interna della Russia. Civca la quale ci pervennero le

notizie più contraddittorie. Si accenna frequentemente in Russia ad imminenti

tragici avvenimenti al Palazzo Imperiale, a rivoluzioni nelle strade, e l'opposizione al Governo si manifesta apertamente in ogni luogo nelle conversazioni private e in una Hbertà di parola in pubblico, che ci sorprese. D'altra parte si assicura .che il grande scontento contro l'Imperatrice, nel quale è ora coinvolto anche lo Czar, non si manifesterà se non al termine della guerra, che popolo ed esercito vogliono proseguita sino alla vittoria.

Ovunque ·però stia la verità è impressione prevalente che, data la disorganizzazione dell'Amministrazione russa, difficilmente si possono sperare colà avvenimenti decisivi per la guerra, almeno a breve scadenza, ed a meno di grandissimo invio di materiale dall'estero; e che la Russia, se non intervengono fatti straordinari, potrà servire a ben poco più che alla immobilizzazione delle forze nemiche sul suo lunghissimo fronte. Il Generale Ruggeri Laderchi pensa invece che la Russia potrà fare prossimamente, in accordo con gli alleati, una offensiva migliore di quella che fece nel passato giugno. Ma, come ho già accennato, la potenzialità militare russa, che si basa in tanta parte sul concorso franco-inglese, è probabilmente subordinata ai piani concertati tra Francia e Inghilterra in seguito alla Conferenza di Roma ed ai colloqui Lloyd George-Nivelle.

Altra impressione raccolta si è che il Generale Gurko, il quale indubbiamente tenne una parte eminente tra i russi della Conferenza, ma non fece alle missioni estere buona impressione, non sembra zelante di una azione bellica accelerata, senza preoccuparsi, in ciò dei problemi finanziari e della questione interna, non esclusa quella dei consumi, che in Russia, a causa del disservizio dei trasporti, pare stia assumendo una grave importanza. Cir·colava però la voce che il Gurko sarebbe stato fra breve sostituito dal Generale Alexeieff oramai ristabilito. Circa il Comando Militare avemmo vari accenni dai quali risulterebbe una notevole mancanza di unità di azione fra i comandanti i vari gruppi di esercito.

Il Ministro Pokrowsky, al quale però non si attribuiva una lunga permanenza al potere, è sembrato, nella sua :pur modesta apparenza, uomo equilibrato, conciliante, non sprovvisto di notevole finezza, ed, in massima, simpatizzante per l'Italia (1).

(l) -Cfr. n. 60. (2) -Ritrasmesso a Pietrogrado con T. Gab. 345 del 6 marzo.

(l) Si riferisce alla Conferenza svoltasi a Chantilly il 15 e 16 novembre 1916.

410

IL MINISTRO A LISBONA, SERRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 143/33. Lisbona, 3 marzo 1917.

Come ebbi già l'onore di riferire all'E. V. con mio rapporto del 15 dicembre u.s. n. 260, la situazione in Portogallo è così complicata ·che non vi può essere alcun uomo politico il quale onestamente possa desiderare di giungere al potere. Un autorevole parlamentare mi diceva giorni or sono .che il ,signor Magalhaes Lima, Gran Maestro della MaS\Soneria Lusitana, il quale da otto mesi ha iniziato un viaggio in Europa, non può tornare in Portogallo, perché il Presidente della Repubblica ha divisato di affidargli un portafoglio ed il signor Magalhaes non vuole assumere in momenti come questi una tale responsabilità.

Infatti il disordine e l'im~)revidenza che hanno regnato per tanti anni in quest'amministrazione, fanno ora sentire i loro effetti e la e>risi dei trasporti e delle suS'Sistenze ha assunto delle proporzioni da preoccupare gli amici dell'ordine.

Ovunque, cornpreso nelle città di Lisbona e Porto, per mancanza di carbone, regna completa l'oscurità per tutta la notte ed alcune linee ferroviarie malgrado le riduzioni dei treni funzionano alla meglio bruciando legname sebbene di questi combustibili vi sia grande deficienza. Oltre il grano comincia il giorno in cui la carestia si farà sentire in tutto il suo orrore. Queste preoccupazioni hanno motivati aspri attacchi al Governo il quale avrebbe dovuto, come si è fatto negli altri

paesi belligeranti, ed anche presso alcuni neutri, adottare severe misure .ristrettive e provvedere alle opportune riserve di cereali e di carbone.

Il signor Antonio Maria da Silva, Ministro del Lavoro, il quale è principalmente bersaglio dell'opinione pubblica perché lo si considera responsabile della insufficienza degli approvvigionamenti ~sarà probabilmente costretto ad uscire dal Ministero, lo stesso avverrà a quanto si crede pea." il signor Azevedo Victor Hugo Coutinho, Ministro della M.ar.ina, il quale gode di poche simpatie nel Parlamento e nella Marina ed è in urto, a quanto pare, col signor Leote de Rego; l'onnipotente Comandante della ·squadra; però come ho già segna1lato all'E. V. con mio rapporto n. 30 del 26 dello s·corso mese (1), si c1rede ·che il Presidente della Repubblica conserverà al potere i signori Alfonso Costa e Antonio Josè d'Almeida i quali nella loro unione dispongono della maggioranza.

Nel prossimo rimpasto potrebbe essere ·chiamato anche al Ministero qualche membro del partito unionista, non però il suo capo signor Brito Camacho, il quale ultimamente avrebbe dichiarato che non prenderà parte ad alcuna combinazione in cui non gli venga affidata la Presidenza del Consiglio, e che in ogni caso non vorrebbe associarsi al signor Alfonso Costa di .cui è reciso ed implacabile avversario. A tal riguardo si è fatto, fra gli altri, il nome del signor Julio Martins, parlamentare molto sHmato, il quale dopo di aver militato nelle file del signor d'Almeida si staccò da questi quando l'attuale Presidente del Consiglio si unì al signor Costa.

Secondo le voci che corrono il Presidente della RepubbHca desidererebbe che il cambiamento ministeriale abbia luogo soltanto dopo che nella loro totalità le truppe Portoghesi siano giunte in Francia e ciò per evitare ·che, per quanto attenuata, la crisi che si delinea possa essere intet:pretata come disapprovazione del Parlamento e del Paese all'entrata in guerra. Però gli attacchi di ~cui il Ministero in questi ultimi giorni è stato oggetto fanno supporre che il signor Bernardino Machado difficilmente potrà ritardare per molto tempo la ricomposizione del Gabinetto.

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, II. cit., pp. 175-181.

411

IL MINISTRO A LISBONA, SERRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 144/34. Lisbona, 3 marzo 1917.

Da qualche tempo si è iniziata su alcuni giornali portoghesi e spagnuoli O Dia, O Diw·io Nacional, A Capital, El lmparcial, El A.B.C. ed El Debate una serie di articoli sulla opportunità o meno di un'intesa fra la Spagna e il Portogallo.

La nuova formula escogitata dall'lmparcial di Madrid e che è entrata subito in discussione, è quella della « armonia iberica » la quale per ora si sviluppa nei seguenti tre s~colii:

l) Alla vigilia della riorganizzazione politica dell'Europa è necessario che la Penisola Iberica si manifesti in tutta la sua forza territoriale;

2) Nella Penisola vi sono due nazionalità distinte ma • perfettamente armonizzabili •;

3) La unione doganale e l'assoluta concordanza economica sono gli elementi primordiali necessari per giungere ad un'alleanza politica militare che faccia di questa estremità dell'Europa " il centro dell'unione latina e dell'accordo occidentale •.

Mentre i giurnali monarchici O Dia e O Dia1·io Nacional non hanno approfondito la questione e si sono limitati a dire che un'intesa fra i due paesi iberici è possibile solo ove vi ,sia la stessa forma di Governo nei due paesi, ed hanno ricordato i vincoli di 'personale amicizia che legavano e legano S. M. il Re di Spagna a Re Manuele, la formula dell'Imparcial ·che parte da un progetto di

• zollverein • per concretarsi in un patto federativo sotto l'autocrazia spagnuola, è stata male aocolta dalla stampa repubblicana portoghese ed il giornale A Capi.tal ha energicamente protestato ~contro queste velleità di fusione che significherebbero l'assorbimento del Portogallo a vantaggio della Spagna.

Lasciando da parte la esagerazione della formula dell'Imparcial che colle modeste risorse militari ed economiche dei due paesi e ~con una popolazione che non 'raggiunge i 25 milioni di abitanti vorrebbe ~creare nel campo europeo un nuovo gruppo di potenze, atto~rno al quale, non si sa perché, dovrebbero unirsi le altre nazioni latine, alcune brevi osservazioni dimostrerebbero la vacuità di tale polemica e di questa od analoghe proposte.

Allo stato attuale delle cose e per molto tempo ancora è assolutamente impossibile pensare ad una fOirma qualsiasi di • entente • fra i due popoli iberici la cui educazione morale e politica è completamente diversa. Il popolo portoghese anelante di libertà e di indipendenza e sciolto da ogni strettoia di superstizione non può certamente desiderare, non dico di .sottomettersi, ma anche di associarsi al regime s,pagnuolo il quale (solo nella forma) rispetta i principi della democrazia, ma in verità tende all'assolutismo ed all'opp·ressione religiosa.

Anche il tono ~con cui queste proposte vengono dalla Spagna dimostra che coloro che dall'altra sponda della Guadiana sono entrati in questa polemica non hanno il senso della realtà. Sarebbe infatti molto interessante una disamina per giudicare quale dei due paesi attualmente è il più forte ed a quale dei due più sorrida l'avvenire. La Spagna attualmente si trova in un periodo di prosperità per quelle poche dsorse economiche che ha accumulato durante la sua neutralità, e da ciò si crede autorizzata ad assumere un tono di protezione verso il Portogallo, il quale dopo ripetute convulsioni politiche si trova alle ,prese colle più gravi difficoltà economiche e finanziarie. Però è in questi stessi fatti che si trovano gli elementi che possono portare a conseguenze opposte.

Dopo la guerra, per il solo fatto di essere stato belligerante, la situazione morale e 1politica del Portogallo sarà molto più elevata di quella della Spagna, mentre che la produzione spagnuola non più beneficata dalla rovina della produzione degli Stati belligeranti non potrà sostenere la concorrenza nel mercato mondiale.

Questo da una parte; dall'altra è erroneo considerare il Portogallo di fronte alla Spagna soltanto alla stregua del territorio che esso occupa nella Penisola

e del numero dei portoghesi metropolitani di fronte agli spagnuoli. Il Portogallo per la vastità e l'importanza dei suoi domini di oltremare, occupa il terzo posto fra le nazioni •coloniali; la superficie di questo dominio forma un'estensione di

2.075.040 kmq., con una popolazione ·coloniale di cir·ca 8 mi.Jioni, e fra questi possessi vi sono territori che sono considerati fra i ·più fertili del mondo. Dippiù; i vincoli etnici, economici e commerciali fra il Brasile e il Portogallo, molto più stretti di quelli fra la Spagna e le Repubbliche Ispano-Americane, danno anche assicurazione di continue rimesse di ricchezza nel presente e l'avvenire.

In questo stato di cose pensare che il Portogallo 1possa entrare in un O['dine d'idee che possa apri-re adito al suo as1soggettamento alla Spagna è semplicemente assurdo. È inutile quindi come fa il Debate, il noto organo del clericalismo e della germanofilia spagnuola, venire a grida-re che • El gran enemigo • dell'Intesa Ispano-Portoghese è l'Inghilterra e che in qualunque manifestazione di una fraternità sincera sempre si troverà in mezzo ai due ·popoli fratelli il fantasma freddo, implacabile e minaccioso dell'Inghilterra che farà di tutto per impedire questi ravvicinamenti, contrari ai suoi piani di egemonia sul suolo iberico.

Non vi è dubbio che la Gran Bretagna ha anche le sue idee circa le colonie Portoghesi e che lo sviluppo di queste sarà sempre subordinato al programma coloniale britannico; però, è anche sicuro che quando in questioni che possano riguardare Spagna e Portogallo si verifica l'intervento diretto o indiretto, palese od oc•culto del Governo Britannico, quest'intervento avviene quasi sempre per·ché è il Portogallo ad invocarlo a difesa della sua egemonia ed indi:pendenza verso la Spagna la quale dopo che con i suoi ba1rbari metodi di governare ha distrutto il suo impero coloniale e dopo che con una malintesa politica d'isolamento si è preclusa ogni via in Africa, si attacca ora alla speranza di poter allargarsi a spese del suo vidno.

(l) Non pubblicato.

412

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. RR. P. 560/44. Parigi, 4 marzo (l) 1917, ore 13,20 (per. ore 16,55).

Per Lei solo.

Da fonte ordinariamente bene informata mi si assicura essere in preparazione spedizione anglo-francese in Palestina. Pare sarebbe composta di 30 mila inglesi e 10 mila francesi che sbarcherebbero a Gaza o a Giaffa.

Spedizione sarebbe stata decisa nel recente colloquio che ha avuto luogo a Calais fra Briand e Lloyd George e sul quale Briand ha evitato di darmi notizia.

Cercherò sapere se vi è qualche cosa di vero in questa notizia, che, per quanto fino ad ora poco seria, ho creduto dovere riferire subito a V. E. (2).

(l) -Sul registro dei telegrammi è erroneamente scritto aprile. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado, con T. Gab. 341 del 5 marzo 1917 con ia seguente aggiunta: « Ho risposto come appresso : · · Senza citare la fonte né particolari ma dicendo semplicemente che il R. Governo ha avuto notizia che Francia e Inghilterra hanno intenzione di fare una spedizione in Palestina parmi convenga domandare a codesto Governo se notizia è esatta ". Prego rivolgere a codesto Governo analoga domanda •.
413

IL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AL DIRETTORE GENERALE DEL FONDO PER IL CULTO, MONTI

L.P. Roma, 4 marzo 1917.

Un'agenzia svizzera (l'Information Suisse) crede di poter affermare che il generale Conrad sarebbe stato esonerato dal comando delle forze austro-ungariche per dissidi avuti con lo stato maggiore tedesco proprio in relazione al piano di offesa contro l'Italia, da farsi sul Trentino nella prossima primavera.

Se Lei avesse modo di procurarsi la conferma o meno di questa informazione, glie ne sarei sommamente grato.

414

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 191/GAB. 42. Stoccolma, 5 marzo 1917, ore 13,25 (per. ore 15,55).

Nella seduta del 23 febbraio Hammarskjold rispondendo ad Adelward (vedasi mio telegramma 52 (l) gli ha rimproverato di avere risollevato questione del passaggio di Kogrundo mentre le Potenze interessate si erano da lungo tempo dichiarate soddisfatte della risposta avuta dal Governo svedese. Questa asserzione è contraria ai fatti poiché: l) i Governi alleati hanno replicato il 14 ottobre 1916 alla risposta svedese del 9 settembre mantenendo completamente il loro modo di vedere; 2) al momento in cui parlava in tali termini alla dieta conosceva già la nota britannica 19 febbraio (vedasi mio telegramma n. 47 (l) con cui si chiedeva per le navi inglesi attualmente nel Baltico uscita per il passaggio di Kogrundo. Per sventare questa sistematic~ mistificazione dell'opinione pubblica svedese da parte di Hammarskjold mio collega Inghilterra ha proposto al suo Governo di farsi interrogare in !proposito alla Camera dei Comuni e di rispondere leggendo le note del 14 ottobre e del 19 febbraio. I miei colleghi di Francia e Russia ed io raccomandiamo vivamente ai nostri Gove,rni di appoggiare a Londra tale proposta e di far ,pubblicare integralmente le nostre note del 14 ottobre. Mi risulta in via confidenziale che questo Ministro di Germania ha fatto vive pressioni tanto presso Walienberg q_uanto presso Hammarskjold perché Governo svedese rifiuti apertura del passaggio di Kog,rundo alle navi Inglesi.

(l) Non pubblicato.

415

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 564/7. Madrid, 5 marzo 1917, ore 15,30 (per. ore 20,20).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 3 (1).

Ritengo esatta informazione del Ministro a Cristiania per quanto riguarda il vivo desiderio di Re Alfonso di rappresentare una parte importante nelle eventuali trattative di pace. Credo però che Sua Maestà non offrirà l'opera sua se non quando sappia che sarà stata ugualmente gradita dalle due parti. Circa concessioni fatte da Germania alla navigazione spagnuola, non sono conosciute ufficialmente ,che quelle già accennate nella mia corrispondenza sulla navigaz,ione del porto mercantHe di CeHe, concessione di salvacondotto e acquisto agrumi, tutte :scarse di contenuto. È però impressione mia e dei miei colleghi che la Germania abbia fatto segretamente concessioni maggiori, Presidente del Consiglio dei Ministri mostrandosi da qualche giorno singolarmente tranquillo circa la navigazione spagnuola. Ambasciatore d'Inghilterra ritiene che queste concessioni ~segrete siano corrispettive alla promessa del Governo spagnuolo di non prestarsi alla vendita della flotta con bandiera tedesca al Governo inglese per la quale sarebbe necessario derogare alle vigenti disposizioni.

416

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI

T. GAB. 342. Roma, 5 marzo 1917, ore 21.

(Per Pietrogrado) -Ho telegrafato R. Ministro Jassy quanto segue:

(Per tutti) -Giers mi riferiva che lo Stato Maggiore russo sta studiando la questione del passaggio di tutto o parte dell'esercito romeno in Russia, per facilitarne la riorganizzazione oltreché per rHgioni di rifornimento. Si vorrebbe che il Re Ferdinando non ~seguisse il suo esercito ma restasse con quello Russo in Moldavia e ciò per ragioni di ordine interno e anche d'interesse dinastico. Poc~rowsky ci ,chiederebbe di appoggiare a Jassy le pratiche in questo senso.

Ho r,isposto che avrei date is:truzioni conformi al R. Rappresentante a Jassy (2).

(l) -Non pubblicato. (2) -Ed. in SoNNINO, Dim·io, III, cit., pp. 110-111.
417

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 563/98. Londra, 5 marzo 1917, ore 22,24 (per. ore 4,30 del 6).

Da parte di S. E. Scialoja.

• Stamane fui col Generai Ruggeri ricevuto da S. M. il Re Giorgio, il quale ci ha fatto cortesissima accoglienza ·Conferendo decorazioni ad entrambi. Fu impossibile vedere Lloyd George a letto indisposto. Ho .conferito :però con Milner e con Balfour civca questione dell'Asia Minore. Rimettendomi per la parte tecnica alla discussione già iniziata e che ora prosegue pel tramite .peDsonale dell'Ambasciatore, mi sono limitato ad accentuare la primaria importanza politica della questione sulla necessità di una equa ed anche :pronta ,soluzione in vista dello effetto sull'opinione pubblica italiana e della conseguente ripercussione sulle relazioni future del nostro paese eon gli Alleati e sopra tutto con l'Inghilterra, dalla quale .speriamo debba venire la soluzione. Balfour ha ascoltato con visibile interesse osservando stare egli ora appunto adoperandosi con l'Ambasciatore per giungere ad una soddisfa,cente soluzione. Ad un accenno confidenziale fatto dall'Ambasciatore alla peregrina tesi affacciata da Briand <Circa la Siria (telegramma di Gabinetto n. 327 (l)) ha rilevato Balfour tale tesi essere semplicemente assurda, aggiungendo che Briand non avrebbe osato sostenerla con lui. Il resto a voce. Partiamo domani per Parigi •.

418

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGG1, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. P. Parigi, 5 marzo 1917.

Ieri è giunto qui, proveniente da Londra e senza essere preannunciato telegraficamente, S. E. il ministro Bissolati.

Io ne venni informato dal principe di Teano che è rientrato in Italia con lui e che venne a vedermi. Seppi da questo che il ministro ripartiva alle 8 e perciò ho potuto andarlo a salutare alla stazione.

Scambiammo poche parole, quasi sempre alla presenza del signor Campolonghi, corrispondente del Secolo, o della moglie di questi S. E. Bissolati non mi accennò all'Asia Minore. Mi disse esser molto soddisfatto dell'accoglienza avuta e mi parlò di tentativi che l'Austria farebbe, a mezzo del Vaticano, per concludere una pace separata con gli alleati.

Il ministro, pur ritenendo la cosa molto pericolosa per noi -giacché naturalmente verrebbero sacrificati in grande parte gli scopi della nostra guerra -non pareva esserne molto preoccupato, sembrandogli il governo inglese dovesse essere alieno dal trattare, dato il suo • odio tradizionale contro il Papato », ma specialmente perché l'Austria non avrebbe potuto sfuggire dalle mani della Germania. Egli però me ne avvertiva perché riteneva fosse opportuno far attenzione.

Come ho già accennato, qualche voce in tal senso circolava qui giorni or sono ed in un mio rapporto d'oggi riferisco di qualche informazione (molto incerta del resto) che ho avuto. È assai difficile appurare qui se vi sia in tutto ciò qualcosa di vero e forse si potrebbe più utilmente cercare notizie al riguardo in Svizzera dove avrebbero luogo le trattative (?).

Da Leone Caetani seppi in via confidenzialissima che S. E. Bissolati avrebbe avuto intenzione di accennare all'Asia Minore in una sua conversazione con Lloyd George, ma il Caetani lo sconsigliò facendogli osservare che se non aveva incarico di trattare esaurientemente la questione era meglio non parlarne neppure.

Naturalmente non dimostrai col Caetani di conoscere nemmeno la questione, ed il discorso non proseguì su quel tema.

Sono in molta intimità con Leone Caetani ed egli ne parlò meco in via strettamente amichevole, per cui, pur ritenendo mio dovere riferirne all'E. V., Le sarei grato se volesse evitare che in un modo qualsiasi il Caetani o altri venissero a sapere di quanto scrivo.

La notizia della spedizione in Palestina credo non sia più dubbia, giacché persona che ritengo incapace di mentire mi ha affermato di saperla dal signor Klotz che fa parte della commissione del Bilancio. Questa avrebbe autorizzato sabato 3 corrente la spesa (1).

(l) Ritrasmette a Londra e Pietrogrado il n. 387.

419

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 343. Roma, 6 marzo 1917, ore 17.

Mio dispaccio n. 4 in data 20 febbraio a.c. (2).

A richiesta di questo R. Ministero Colonie prego E. V. sollecitare dal Governo francese risposta alla nostra richiesta modificare concreta clausola della sorveglianza marittima nella formula di accessione della Francia all'accordo britannico per la Senussia.

(l) Ed. in SoNNINO, Carteggio, II, cit., pp. 182-183.

(2) Non pubblicato.

420

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. R. 344. Roma, 6 marzo 1917, ore 17.

Con lettera del mio Capo Gabinetto n. 73 (l) è stato comunicato a V.E. un

telegramma del Marchese Salvago Raggi Gabinetto n. 560/44 (2).

In relazione a detto telegramma è stato telegrafato ai RR. Ambasciatori a

Londra e Parigi di domandare semplicemente ai rispettivi Governi se esatta

notizia pervenuta al R. Governo che Francia ed Inghilterra abbiano intenzione

di fare una spedizione in Palestina. È stato anche telegrafato al R. Ambasciatore

a Pietrogrado di domandare al Governo russo se è stato informato della cosa da

Francia ed Inghilterra.

Qualora notizia risultasse esatta e se fosse chiesta ovvero ammessa nostra partecipazione all'impresa prego V. E. manifestarmi S.uo parere su possibilità nostro intervento che :politicamente potrebbe essere consigliabile.

421

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 810/138. Pietrogrado, 6 marzo 1917, ore 11 (per. ore 22).

Delegazione Società Russo-Serba ricevuta dal Ministro degli Affari Esteri ha esposto seguenti desiderata: l) che gli alleati facciano una dichiarazione ufficiale al Governo serbo :sulla ricostituzione del reame e sulla rifusione danni sofferti durante guerra ·Come fu fatto per il Belgio; 2) che tale dichiarazione contenga affe~mazione che non si vedano ostacoli né politici, né religiosi alla riunione in un solo regno dei serbi, croati e sloveni; 3) ·che alleati dichiarino desiderabile che nuovi due Stati indipendenti serbo e czeco slovacco abbiano una frontiera comune; 4) che alleati dichiarino necessità sopprimere Stato Austria Ungheria poiché riunione alla confederazione germanka di altri otto milioni di tedeschi non presenta perkolo mentre invece presenta molti vantaggi soppressione di un amalgama di nazionalità perpetuamente alleate al militarismo prussiano. Delegazione ha aggiunto che alla Russia nella sua qualità di protettrice naturale della Serbia spetta la precedenza in simili iniziative. Quanto ,precede è riportato soltanto da due giornali di ieri sera senza commenti. Giornali di oggi nulla recano in proposito.

(l) -Non rinvenuta. (2) -Cfr. n. 412.
422

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 812/140. Pietrogrado 6 marzo 1917, ore 11 (per. ore 23,30).

Tomasi della Torretta prega trasmettere Ministero Agricoltura quanto segue: • Ieri sera ebbe luogo ultima seduta alla quale intervennero R. Ambasciatore, Missione commerciale, membri Camera di •COmmercio italo :russa, diversi alti funzionari del Ministero commercio e membri comitato ricevimento. Dopo scambio di idee su lavori compiuti dalla missione e formalità d'uso sono stati dichiarati chiusi lavori missione commerciale italiana in Russia. Membri missione partiranno per l'Italia non appena sarà 1possibile organizzare un sicuro mezzo di viaggio •.

423

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 565/116. Pietrogrado, 6 marzo 1917, ore 11 (per. ore 7 del 7).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 332 (1).

Ho richiamato l'attenzione di Pocrowsky sul contegno incomprensibile dello Incaricato d'Affari ruSiso a Londra sugli affari di Asia Minore e non gli ho nascosto che eSiso poteva venire inte~,pretato come esponente di istruzioni ·ricevute da Pietrogrado ciò ·che io ricusavo di credere dopo le nostre numerose conversazioni che inspirate come sempre dall'amichevole spirito dominante nei rapporti italo-russi non lasciavano certo supporre che il rappresentante russo a Londra si ponesse in prima linea nell'opposizione alle nostre ·rivendicazioni. Nè mancai di far rilevare al Ministro l'inatteso contrasto fra tale opposizione e l'atteggiamento del R. Governo nella questione di Costantinopoli e degli Stretti osservando che quella nuova prova delle nostre amichevoli disposizioni comportava reciprocanza da parte del Governo imperiale molto più che le nostre richieste non urtavano in alcun interesse russo. Linguaggio dell'Ambasciatore di Francia a Londra era ben altro nonostante esistente divergenza e quello di Nabokoff non poteva che provocare sorpresa e disappunto.

Pocrowsky si è dimostrato dolente che il contegno di Nabokoff potesse dar luogo al benché minimo e remoto dubbio circa i sentimenti da cui il Governo imperiale è animato verso l'Italia nella questione e mi ha assicurato che avrebbe fatto pervenire a Nabokoff speciali rac.comandazioni per agevolare l'intesa degli Alleati a Londra. Egli ha altresì riconosciuto meco che Nabokoff dovrebbe ricercare frequenti contatti con l'Ambasciatore italiano e far visita al marchese Imperiali (2).

(l) -Cfr. n. 397. (2) -Ritrasmesso a Parigi e a Londra, con T. Gab. 347 del 7 marzo che richiama il n. 394.
424

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 814/141. Pietrogrado, 6 marzo 1917, ore 11 (per. ore 7,30 del 7).

Essendo giunta notizia dell'arrivo a Londra dei delegati alla Conferenza di Pietrogrado, comunicato relativo alla Conferenza stessa verrà dato domani alla Stampa. E' del seguente tenore:

" Conférence des alliés à Pétrograd, qui a terminé dernièrement ses travaux, vient de donner une nouvelle preuve de la solidarité toujours plus étroite des PuiSisances Alliées et de leur fidélité inébranlable à la cause qui les unit. Alppelée à continuer et à aider l'oeuvre des conférences antérieurement tenues ent,re les Puissances alliées, la conférence de Pétrograd ,s'est appliquée par des solutions pratiques, en suivant la mème voie que les dernières de Paris et Rome, à rendre de plus en plus intime, réelle et effica,ce la 'collaboration militaire, politique, industrielle, économique, financière del Alliés. Elle a travaillé à parfaire et à assurer efficacement l'unité de leur action dans la conduite de la gueNe en 'Prévoyant la création d'un organe à cet effet. Elle a adopté les mesures !PTO,Pres à mieux distribuer et coordonner leurs efforts. Elle a recherché les moyens d'utiliser aussi complètement que possible la mise en commun toujours plus étroite de leurs ressources de toute sorte. La Conférence aura aussi efficacement .contribué à preparer sur. tous les fronts encerclant l'ennemi les 'conditions les plus favorables de lutte et à hàter l'heure de la victoia:"e •.

425

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

l'. GAB. R. CONFIDENZIALE 573/142. Berna, 6 marzo 1917 (per. l'8).

In un colloquio da me avuto stamane con uno dei Consiglieri federali si è parlato della situazione generale e delle maggiori o minori probabilità di pace per il 1917.

Il mio interlocutore non ha esitato a dirmi che egli ed i suoi colleghi del consiglio non riuscivano a veder chiaro attraverso a tante nubi politiche. Purtroppo quella pace che sullo scorcio del 1916 si annunziava da ogni parte come certissima per il 1917, tendeva oggi ad allontanarsi. Così il Ministro Lardy da Parigi ,come il Carlin da Londra scrivevano che i Governi francese ed inglese mostravano di non credere più così vicina la fine della lotta, rpadando già di operazioni pel 1918. Mi diceva il mio interlocutore che la maggioranza del Consiglio riteneva che più 'che sui Governi bisognava adesso contare sulle masse. Ora tutti i popoli, dell'uno e dell'altro campo, ne avevano più che abbastanza di una lotta che non avrebbe dato mai un esito decisamente vittorioso nè per gli uni nè per gli altrL Era un vero suicidio cui andava incontro l'Europa. Le

informazioni giunte a Palazzo federale, se erano poco rosee sullo stato attuale

della Germania, erano pure piuttosto pessimiste sull'Italia e sulla Flrancia, prin

dpalmente per la mancanza di •Carboni. La Francia, secondo informazioni fornite

da un tecnico, ne possederebbe uno stock per ·soli tre mesi e mezzo. Della Russia

si avevano notizie poco a noi favorevoli. Qui si •credeva poi ad una grande

offensiva contro l'Italia e sull'Isonzo e nel Trentino.

Esaurito il problema della guerra, e venendo a quello della pace, si è di

scusso di un tema che è certo in !svizzera il più favorito, ma di 1cui si teme

quasi parlare. La lingua batte dove il dente duole. L'argomento in dtscorso (ne

trattai pure in altri miei telegrammi) è stato la scelta del Paese dove si fareb

bero le trattative di pace. Qui non si teme più tanto dell'Olanda, ma della

Spagna, che per mezzo del partito aristocratico germanofilo ·cevca di guadagnare

la Germania, mentre per mezzo della Regina tenta conquistare l'Inghilterra. La

Svizzera c!l'ede che il Vaticano si adopera in ogni ;possibile modo .per.chè il futuro

Congresso si facda a Madrid. Richiesto del mio parere, ho detto, a titolo pura

mente pcrivato, che io sapevo esservi ·chi obiettasse alla designazione di Berna

fa1sailldone il senrt:imento e preferisse -illlivece .che la èl"irmione della pace si facesse

nella Svizzera francese, a Montreux, o meglio a Ginevra, sede di quella Croce

Rossa internazionale •che aveva reso tanti servigi alle due parti. Non mi ero

mai ·creduto autorizzato a presentire in proposito l'opinione del Governo del Re,

ma tutta la politka di ques'ultimo triennio mi induceva a credere ·che la scelta

della Svizzera sarebbe stata vista di buon occhio dall'Italia.

Ho creduto capire che qui si pensi non aver noi tali idee, perchè la pace dovendo essere vicina nulla abbiamo fatto per prepararci a venire a Berna. Il solo paese .che mostrasse di voler veramente la ·capitale federale come sede del prossimo Congresso è la Germania che ha già affittato due interi alberghi, due ville e varii ~partamenti.

Ho .saputo poi dal mio interlocutore ·che l'ultima •chiamata di truppe sotto le armi non ha militarmente alcuna importanza e che fu anzi decisa dal Presidente senza consultare il Consiglio federale, visto che si trattava di semplice scambio e sostituzione. Posso infine aggiungere, di fonte sicura, che, nei pTimi due mesi di quest'anno, la Confederazione ha dovuto sostenere una spesa di 50 milioni di franchi per l'esercito, causa l'aumento recente delle truppe sotto le armi.

426

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 577/74. Jassy, 6 marzo 1917, ore 15 (per. ore 4 del 10).

Domeni:ca il Re di Romania ha .presieduto un Consiglio di Ministri nel quale ha fatto le dichiarazioni seguenti: l) È innegabile che vi è nel pubblico un vivo malcontento per i sacrifici della guerra i quali sono stati maggiori di quello che si prevedesse;

2) Tali ,sacrifici vengono dal pubblico attribuiti prindpalmente alle colpe degli uomini che sono al potere mentre sono dipesi essenzialmente dalle circostanze;

3) Se errori vi sono stati nel passato tutti partiti ne sono più o meno responsabili;

4) Seguendo l'esempio del Re Carlo Sua Maestà ha fatto appello al concorso di tutti i partiti e di tutti i principali uomini politici;

5) Vi è ora un'opera di moralizzazione e di riorganizzazione da compiere Pe::: h r::ua!e sono indispensabili la concordia e la leale cooperazione di tutti gli uomini che sono al potere non essendo giusto che il paese soffra a causa delle competizioni personali di coloro che lo governano;

6) Sua Maestà ·confermando la sua fiducia nel Presidente del Consiglio invita tutti i membri del Governo a dimenticare le rivalità del passato e ad adoprarsi di pieno accordo per il bene del paese.

Sua Maestà ha concluso esaminando brevemente le principali questioni del momento e cioè la questione alimentare, quella sanitaria, l'evacuazione in Russia dei rifugiati, eoc.

Questa manifestazione di Re Ferdinando, la quale espone la persona stessa del Sovrano rpiù di quello ·che non sarebbe stato prudente di fare nelle gravissime ·circostanze presenti, d~ve essere attribuita oltre che al carattere impulsivo di Sua Maestà al risentimento in lui provocato dai tentativi fatti dal Signor Cantacuzeno, Ministro della Giustizia, conservatore, di provocare la caduta del Presidente del Consiglio a mezzo di Sua Maestà la Regina Ma~ia. Come è noto

a V. E. per le mie comunicazioni (miei telegrammi Gabinetto 448 del 10 dicembre e Gabinetto 9 e 11) anche il Ministro di Francia si è impegnato per questa via. Chi ~conos·ceva l'ambiente e le pel'sone però si rendeva conto essere questo il suo vero modo per spingere Re Ferdinando (che come tutti i deboli non vuole parerlo) ad una reazione.

È innegabile che questa manifestazione del Sovrano è tale da provocare vivo malcontento non solo nel partito ~conservatore ma anche in tutto il pubblico che è vittima dell'incapacità e della corruzione del partito liberale. Scandali di ogni specie sono qui quotidiani e non potranno non avere malgrado tutto a più

-o meno lunga scadenza le loro logiche conseguenze per il Gabinetto Bratiano. In quanto a Take Jonesco egli aveva già da parecchio tempo manifestato il proposito di abbandonare la Romania ed aveva anzi ottenuto da Lloyd George, con cui è in relazione per,sonale, la promessa ·che una nave britannica sarebbe stata posta a sua disposizione per fare la traversata. È tuttavia dubbio che egli si decida a p~ovocare una crisi ministeriale nell'attuale tragica situazione del paese ed è più probabile che egli ed i suoi colleghi di parte conservatrice si limitino per ora a separare la propria responsabilità da quella del Governo in relazione al punto terzo del discorso del Re Ferdinando (1).
(l) -Ritrasmesso a Londra. Parigi e Pietrogrado con T. Gab. 350, del 10 marzo.
427

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 855/253. Parigi, 6 marzo 1917.

Da una fonte che qualche volta ha dato notizie attendibili ho inteso che

in casa di un serbo già pro-sindaco di Belgrado si è d~tto che in Svizzera agenti

di varie potenze alleate e fra essi un serbo di cui spero poter telegrafare fra

pochi giorni il nome, tratterebbe con agenti austriaci per la pace (1).

Non si sarebbe accennato alle ·condizioni che farebbe la Germania ma si

parlò soltanto dell'Austria. Verrebbe costituito un regno Jugo-slavo che, unito

alla Serbia farebbe parte dell'Impero Austriaco, si sarebbe indicato come cosa

probabile che sul trono d'Ungheria verrebbe posto un sovrano scelto forse fra

i Principi della famiglia regnante iiiglese. La Bulgaria otterrebbe Cavalla e

Monastir, forse la Dobrugia.

Tutto ciò mi venne riferito in modo molto confuso perchè pare sia stato

desunto da brani di discorsi intesi a caso. Si sarebbe pure detto che le grandi

difHcoltà vengono dalla impossibilità di soddisfare la Russia e l'Italia.

Siccome anche dalle notizie più strane .si può ricavare a volte qualche indizio fP€T conoscere la verità, ho creduto mio dovere riferire questa informazione che è certamente inesatta, forse completamente priva di fondamento, ma che potrebbe servire a scoprire qualche intrigo ·che agenti o pseudo agenti austriaci stieno tramando in Svizzera forse con serbi e altri balcanici.

La cosa notevole è che ad una soluzione simile sembravano adattarsi volentieri i serbi i quali si trovavano in quella casa serba. Si disse anche in quel salotto che le truppe sel'be sarebbero state • sacrificate • alla presa di Monastir e ·che ormai esse, decimate, non intendono assolutamente più di battersi. Si aggiungeva pure che coloro i quali sono rimasti in Serbia sono benissimo trattati dagli Austriaci.

A giorni deve tenersi a Londra una importante riunione di jugo-slavi, a quanto mi ha detto uno dei pezzi grossi del moviinento, il croato Hinkovic, che partirà fra giorni. L'Hinkovic è sussidiato dal Governo serbo che gli passa 40 fr. al giorno.

La persona di cui si serve l'Ambasciata serba di Parigi per dirigere e mantenere il contatto con tutti gli jugo-slavi è il deputato Joksimovic, persona attivissima. Parlando C')" una persona di mia conoscenza, egli ha confermato che i serbi non vogliono più battersi, che cominciano a trovare non disprezzabile completamente l'idea della costituzione di un regno jugo-slavo, parte integrante dell'Austria, e che pur di finire la guerra, i serbi sarebbero disposti a cedere alla Bulgaria Monastir ed Istip: ma questo solo nel caso di una riunione della Serbia colla Bosnia, Croazia, Dalmazia, etc., in modo da essere sempre più forti, per qualsiasi evenienza futura, della Bulgaria.

Il deputato Joksimovic ha anche detto che le cose non vanno bene e che i seTbi cominciano ad averne abbastanza dei fTancesi, sui quali essi fanno ricadere la responsabilità della disastrosa ritirata attraverso l'Albania e di tanti altri malanni, non ultimo dei quali il massacro in massa dei Serbi per la presa di Monastir.

Dicono poi che la Francia sta asservendo economicamente la Serbia, incettandone tutta la moneta e per mezzo di prestiti onerosi •.

(l) Si pubblica qui il seguente documento, privo di data, rinvenuto allegato a questo rapporto: • La persona di cui le parlai non è un deputato ma il Ministro Limba Davidovitch: egli si è recato in !svizzera per vedere la sua famiglia che da molto tempo non vedeva, e perla morte recente di un suo figlio. Egli però prima di ritornare a Corfù ed a Salonicco, verrà a Parigi per rendere conto a Pasic di una missione della quale era incaricato dal Governo Serbo.

428

L'AGENTE DIPLOMATICO E CONSOLE GENERALE AL CAIRO.. NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 632/130.

Cairo, 6 marzo 1917.

Faccio seguito al rappol'to in data 21 Gennaio decorso n. 1936 (1).

Con proclama in data di ieri -di cui trasmetto qui unita la traduzione

S. E. il Generale Murray, Comandante in Capo delle Forze Britannkhe, ordina a tutti i Greci residenti in Egitto ,i quali abbiano già aderito o desiderino aderire al Governo Nazionale di Salonicco, di dichiarare per iscritto, non più tardi del 5 Aprile p.v., che si mettono sotto la protezione del Comando .inglese :per quanto riguarda ·la difesa dei loro diritti dinanzi ai Tribunali.

11 motivo di tale disposizione, quale risulta dai considerando del proclama

del Generale Murray, sta in ciò che non essendo stato ancora conferito il potere

giudiziario alle Autorità consolari nominate dal Governo di Salonicco, le per

sone da esse protette si troverebbero nell'.impossibilità di ricorrere ai Tribunali.

U Ministro del Governo d'Atene al Cairo è rimasto sorpreso di questo in

tervento delle Autorità militari britanniche che considera ingiustifkato, illegale

dal punto di vista del diritto internazionale, contrario alle Capitolazioni e desti

nato a ·creare confusione e malintesi fra la numerosa colonia ellenica d'Egitto.

Egli mi disse d'averne fatto notare l'i11egaHtà all'Alto Commissariato unicamente pro forma, ben sapendo •che qualsiasi discussione teorica che avesse provocato sulla questione di prineipio non avrebbe ·condotto a nessun pratico risultato. Soprattutto si preoccupava delle conseguenze nei riguardi dei suoi amministrati i quali verranno a trovarsi di fronte a questo .grave dilemma: o rinunziare alla protezione delle Autorità che considerano come legalmente costituite, in •contrasto con le proprie convinzioni, o correre il rischio di essere ritenuti poco simpatizzanti se non ostili, non più verso H Governo di Venizelos, ma ve11so le stesse Autorità Bvitanniche che in certo qual modo ne integrano i poteri. In altri termini verrà esercitata una pressione morale alla quale molti non avranno H coraggio di sottrarsi per •tema di rappl'esaglie o di danni ai loro interessi.

Il Signor ~idakis, il quale ha dato prova fin qui di sa~rsi trarre d'illl1barazzo con abilità e ·con raro tatto, che persino gli avvel'isari han dovuto apprezzare, si ,propone di far fronte a queste nuove difficoltà •COn 1spirito di grande conciliazione nella speranza che ciò possa neutralizzare, in parte almeno, il pregiudizio che il proclama del Generale Murray potrebbe arrecare agli interessi dei cittadini elleni·ci in Egitto.

È permesso dubitare che il proclama in parola sia ben accetto nello stesso campo dei Venizelisti. Molti di questi hanno infatti aderito al movimento nazio

nale più che altro per convenienza ma nella ,persuasione che non verrebbero

chiesti loro ·Sacrifici personali.

Invece pare che, appena compilate le liste degli aderenti, •si procederà al

l'arruolamento delle persone atte alle armi .per essere inviate a Salonicco e si

dice ,persino che non ultima delle ragioni che hanno ispirato l'azione del Co

mando Supremo ,sia appunto di facilitare il compito della •Commissione Veni

zelista di arruolamento la quale ha fin qui dato meschini risultati.

ALLEGATO.

PROCLAMA DEL GENERALE COMANDANTE IN CAPO DELLE FORZE BRITANNICHE IN EGITTO, MURRAY

Cairo, 5 marzo 1917.

Considerando che la maggior,anza dei Greci residenti dn Egi·tto ha ripetuta

mente manifestato la propria adesione al Governo Provvisorio di SaJlonicco ed ha

negato 'la propria sottomissione al Governo di Atene ed 1ai suoi Rappresentanti

in Egitto;

Considerando che, mentre il riconoscimento di Consoli in Egitto del Governo Provvisorio ha assicurato •la protezione consolare agli aderenti al suddetto Govocno, nonché il sistema amministrativo che ne scaturisce, il fatto che il potere giudiziario non sia stato ancora conferito alle dette Autovità Consolmi 1l·asci,a ~e persone da esse protette ~senza la possibilità di vailersi dell'ordinamento giudiziario necessario alla difesa dei .loro diritti; ·

Considerando che sia di mia competenza, nell'interesse dell'oJ.'dine pubblico, di porre un rimedio alle suddette deficienz,e, isti.tuendo dei Tribunali quaJli sono necessari ed investendoli dei poteri dchiesti dalle attuali .circostanze;

E considea-ando che allo scopo di manda,re in vigore questi provvedimenti è opportuno che gli .interessati dichiarino •la loro opzione ,di mettersi sotto la mia protezione per quanto riguarda le proposte sumenzionate;

IO, ARCHIBALD JAMES MURRAY, nell'esercizio dei poteri conferitimi in qualità di Gener·ale Comandante in Capo delle Forze di S. M. Britannica

ORDINO QUANTO SEGUE:

l) Tutti i Greci residenti in Egitto che hanno già aderito o desiderano aderire al Gov,erno di Saloni·cco sono per questo mezzo richiesti di dichiarare per iscritto, non più tardi del 5 Aprile 1917, .che si mettono sotto ,la mia protezione;

2) Le dichiarazioni suddette debbono essere indirizzate al • Comando MliHtare Britannico (Sezione: Aderenti al Governo Greco di Salonieco) • e .consegnate o spedite per posta ai diversi Consol•ati di Salonicco;

3) Se non è esp'l"essamente detto dl contlrario, si considera ~che l'opzione fatta dal marito debba estendersi alla moglie e quella fatta dal padre ai figli minori. Nel caso di incapaci (inclusi 1i minori orfani di padre) ;t'opzione sarà fatta da

chi è incaa:icato deHa loro tuteLa;

4) Dopo la data suindicata, le dichiarazioni di opzione saranno consegnate 0 spedite al Comando Supremo in Cairo e saranno prese in considerazione soltanto in seguito a mia approvazione.

(l) Non pubblicato.

429

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 568/1863. Zona Guerra, 7 marzo 1917, ore 18,05 (per. ore 19,45).

Gabinetto Militare. Segreteria Capo.

Risposta al telegramma di V. E. N. 344/18 (1).

Data la situazione militare attuale e l'incertezza delle previsioni sugli avvenimenti che possono accadere nei ,prossimi due mesi non è possibile diminuire neppure di poco le forze di cui disponiamo su questo fronte. Se pertanto ragioni politiche fanno il'itenere consigliabile nostro intervento alla eventuale spedizione, i reparti di truppe occorrenti non potrebbero essere tratti che dalla Libia.

430

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. 308. Roma, 7 marzo 1917, ore 22.

(Per Parigi e Londra). Dirigo R. Ambasciatore Washington seguente tele~ gramma cui tenore pregola comunicare codesto Governo per eventuali istruzioni credesse opportuno impartire proprio rappresentante a Washington.

(Per tutti). Guerra sottomarina è fatta attualmente dai nemk:i 'con 'sommergibili aventi velocità ed armamento ,che rende vana difesa navi mercantili armate solamente piccoli cannoni non ec,cedenti ,calibro ,sei pollici situati verso poppa. Armatori nazionali domandano piroscafi vengano armati con artiglierie situate anche a proravia, beninteso sempre a scopo difensivo.

Prego V. E. telegrafarmi se ritiene che navi così armate sarebbero ammesse in porti S.tati Uniti come navi me:vcantili, ,cosa ,che non sembrerebbe doversi negare in base memorandum americano sulle navi mercantili armate 25 marzo 1916 (vedi specialmente ultimo capoverso articolo 1).

(l) Cfr. n. 420.

431

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 570/99. Londra, 7 marzo 1917, ore 22,25 (per. ore 13,45 dell' 8).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 324 (1).

Foreign Office mi ha indirizzato un memorandum di cui riassumo il

contenuto:

La Cina sta ora seriamente esaminando la convenienza di rompere le rela

zioni con la Germania ed entrare in guerra dalla ,pa,rte degli alleati: Governo

britannico ritiene quindi necessaria una azione immediata .per ottenere il risul

tato voluto, facendo alla Cina offerte concrete non solo ,per la rottura delle

relazioni ma per la dichiarazione di guerra che dovrà includere espulsione o

internamento dei tedeschi.

Governo britannico confida che il R. Governo vorrà associarsi informando

immediatamente il Governo cinese che qualora la Cina rompa le relazioni con

la Germania e dichiari lo stato di guerra accetterà revisione tariffe doganali al

cinque per cento. posporrà pagamento indennità fino dopo guerra e assicurerà

Cina contro aggressione da parte Germania.

Governo britannico propone inoltre che Governi alleati dichiarino nello stesso tempo ,che gli altri desiderata della Cina riceveranno cortese considerazione appena essa sarà definitivamente in guerra con la Germania. Rappresentanti alleati dovrebbero ricevere simultaneamente istruzioni di far rilevare al Governo cinese i vantaggi finanziari che gli deriverebbero dal non pagamento dell'indennità germanica e degli interessi sul prestito tedesco. Governo britannico annette importanza sollecita azione e ritiene proposta concordi sostanzialmente con il punto di vista del R. Governo e sarebbe lieto se il R. Governo inviasse pronte istruzioni al R. Ministro a Pechino di agire secondo i termini di questa proposta di concerto coi colleghi.

432

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 578/75. Jassy, 7 marzo 1917, ore 19,30 (per. ore 2,20 del 10).

Il telegramma di V.E. Gabinetto n. 342 (2) si è incrociato col mio telegramma Gabinetto n. 71 (3) il quale dimostra il malinteso verificatosi nella questione dell'andata del Re Ferdinando in Russia.

In quanto all'esercito romeno occorre distinguere le truppe d'operazione agli ordini Generale Averesco, il cui effettivo può oscillare dai settanta ai cento

mila uomini, dagli altri militari ed assimilati che ascenderanno a più di 200 mila uomini. Questi ultimi possono e debbono passare in Russia ed anzi se vi si fossero recati prima ,come anche io avevo suggerito, si sarebbero evitate molte perdite inutili. Solamente i Russi si fanno illusioni se credono che essi possono viaggiare a piedi mezzi nudi come sono ed in stato di assoluto esaurimento per denutrizione. Bisognerà quindi o rimetterli in forze o rivestirli prima della partenza e far loro fare almeno la maggior parte del viaggio in ferrovia.

La partenza invece dell'esercito d'operazione incontrerebbe ingenti difficoltà perché indisporrebbe Re Ferdinando, il Governo e il paese. È probabile che il Re Ferdinando vi si opporrebbe con quella tenacia che è in lui caratteristica quando .Io si prende di fronte e 1se cedesse non potrebbe fare a meno di seguire il suo esercito in Russia. In ogni caso la dinastia diverrebbe anche più impopolare di quello che già non sia. È quindi da augurarsi che i russi si contentino di far partire tutti i militari romeni meno l'esercito d'operazione.

Suppongo dover fare i passi ordinatimi nel telegramma a cui -rispondo solo quando si presenti il pericolo che il Re Ferdinando voglia abbandonare realmente il paese e quando anche i miei tre ,colleghi dell'Intesa facciano passi analoghi, sembrandomi che il prendere l'iniziativa di consigli sgraditi è per ora non necessario. In ogni modo rimango in attesa delJe istruzioni di V. E. aUe quali sarà mia cura conformarmi strettamente (1).

(l) -Cfr. n. 384. (2) -Cfr. n. 416. (3) -Cfr. n. 40B.
433

IL CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, ALDROVANDI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. P. (2). Parigi, 7 marzo 1917.

Durante il lungo viaggio il ministro Scialoja cercò sovente l'occasione di discorrere con lord Milner e col signor Doumergue della questione dell'Asia Minore, più intensamente dopo che a Pietrogrado giunse notizia del risultato delle due riunioni di Londra, che conclusero con la proposta contenuta nel memorandum inglese, escludente dalla nostra zona la regione di Smirne, Adana e Mersina, proposta su cui il nostro ambasciatore si rifiutò di discutere, riscuotendo in ciò l'approvazione di V. E.

Il ministro Scialoja con i suoi colleghi inglese e francese, io stesso con il

signor Clerk, non mancammo di far presente la gravità delle conseguenze che

potevano derivare da questa situazione all'Italia sia nei suoi rapporti con gli

alleati, sia nella situazione interna e personale fatta a V. E. che, rappresentando nel ministero attuale la più forte responsabilità e determinazione per la entrata dell'Italia in guerra, si era veduto deluso nella sua fiducia negli alleati. Il signor Doumergue si dichiarò ignaro della questione, lord Milner promise di parlarne a Lloyd George, Clerk, pur non esprimendo alcun giudizio circa la nostra richiesta, disse che a suo avviso era stato dato troppo alla Francia, che però aveva chiesto ancor più. Da un suo cenno risulterebbe che le trattative si svolsero in gran parte a Pietrogrado.

Giunti a Londra sapemmo che le conversazioni, benché ufficialmente troncate, erano state riprese in forma personale da Imperiali ribattendo la dichiarazione con cui si apriva il memorandum inglese, affermante che la zona assegnataci corrispondeva per importanza a quella assegnata alla Francia. Su tale base la discussione sta favorevolmente impostata in nostro favore, essendo anzi questa base più esplicita di quella stessa che è contenuta nel patto di Londra.

S. E. Scialoja ebbe a Londra un cordiale colloquio con lord Milner, il quale, al consueto, nulla obiettò e parve anzi consentire pienamente nelle osservazioni del suo interlocutore, rappresentanti la necessità di eliminare questo grave pericolo di disaccordo e di conflitto tra gli alleati, sia durante che dopo la guerra.

Anche con Balfour egli tenne analogo linguaggio. Balfour, di cui è noto a V. E. l'accenno fatto a me all'andata (1), ritornò esplicitamente e duramente sul tema della mancata visita di V. E. a Londra; Lloyd George che rappresenta effettivamente una dittatura in Inghilterra, tanto egli domina i suoi altri colleghi nel consiglio di guerra, era assente da Londra dapprima, di poi malato, sicché a S. E. Scialoja non fu possibile vederlo.

In un lungo colloquio ch'io ebbi con Clerk, gli dissi di felicitarmi, nell'interesse dell'alleanza, di aver saputo, ritornando in Inghilterra, che V. E. era ancora ministro degli Esteri, del che si poteva dubitare, e che si parlava ancora di Asia Minore. Gli dissi che la proposta inglese, di cui avevo veduto il testo non era né seria né giusta. E gli chiesi se egli personalmente la riteneva giusta di fronte a quanto aveva ottenuto la Francia. Egli mi rispose che io parlavo a qualcuno che aveva trovato che si era abbondato troppo con la Francia. Che se l'Inghilterra si decidesse • sotto una pressione di guerra • ad abbandonarci Smirne, ciò avrebbe involto delle gravi conseguenze nelle relazioni tra i due paesi per dopo la guerra. L'opinione pubblica inglese non avrebbe infatti mai perdonato ad un governo che, cedendo Smirne, aveva alienata l'unica possibilità che restava all'Inghilterra per avere uno sbocco nell'Egeo, cui aveva già lavorato da tempo, stabilendo dei diritti quesiti con la sua ferrovia. Benché non me l'abbia detto esplicitamente, ho creduto ritenere che l'idea di Clerk, il quale era stato malato quando si negoziarono e conclusero gli accordi francoinglesi per l'Asia Minore, sia quella di far cedere dalla Francia Alessandretta all'Inghilterra perché questa possa soddisfare, data tale ipotesi, le aspirazioni dell'Italia.

Intanto ogni giorno si hanno nuove prove della maggiore cordialità francoinglese. Leggemmo sui giornali di Londra dichiarazioni discorsi e interviste di

Lloyd George e di altri personaggi che danno l'impressione che nell'alleanza non vi è altro, ma vi è di attivo, che Francia ed Inghilterra.

A Londra prima, a Parigi poi, avemmo notizia del viaggio ài Bissolati e della lettera di S. E. Boselli al signor Briand. Bissolati dichiarò a Parigi che egli era incaricato di parlare della questione dell'Asia Iv'Hnore. Pare che a Londra egli non lo abbia fatto; e che a Parigi, parlandone, abbia trovato un reciso rifiuto di rivedere gli accordi francesi per Mersina e Adana, e minore resistenza invece per le nostre aspirazioni settentrionali.

In questo senso il signor Briand rispose al ministro Scialoja. Né il re d'Inghilterra né il signor Poincaré accennarono a questioni politiche italiane con il ministro Scialoja, né tanto meno alla questione dell'Asia IVIinore.

In Francia ci hanno detto che le simpatie per l'Italia sono attualmente scarsi~sime, specie nelle masse.

In conclusione il negoziato per l'Asia Minore si presenta irto di gravissime difficoltà perché noi manchiamo di preventivi accordi precisi né abbiamo più da far valutare nostri atti come la dichiarazione di guerra alla Germania o il concorso a Salonicco; perché le nostre ripetute negative in questioni di mano d'opera, dissensi per la questione greca, assenze nei consigli degli alleati ci hanno creato un ambiente di freddezza; perché non si vede che cosa noi possiamo ora concedere per facilitare il negoziato stesso. Forse la più forte arma che ci rimane, ma di cui occorre usare con la massima prudenza, è la minaccia della uscita di V. E. dal ministero, la quale però, se effettuata, peggiorerebbe evidentemente, anche per lo stesso negoziato, la situazione dell'Italia.

Scartando la Russia che, bisognevole di tanto soccorso franco-inglese, può esercitare una pressione ben scarsa a nostro favore, l'azione inglese per Mersina e Adana si urta contro l'accordo che l'Inghilterra ha già firmato con la Francia; la problematica pressione della Francia sull'Inghilterra per Smirne si urta alla situazione creata all'Inghilterra con la cessione di Alessandretta. La posizione di isolamento dell'Italia è evidente e rende il negoziato anche più duro. Di questa posizione di isolamento è nuova riprova il progetto di spedizione franco-inglese in Palestina di cui Salvago Raggi garantisce l'autenticità, stabilita a nostra insaputa, e nella quale sarebbe una nuova grandissima jattura se noi non intervenissimo. Salvago Raggi suggeriva l'invio di alcuni battaglioni eritrei.

Studiando con Scialoja, Imperiali e Salvago Raggi i modi possibili per agevolare il negoziato si pensò all'utUità di un prossimo contatto di V. E. con Lloyd George senza che sia detto preventivamente che in esso si debba trattare dell'Asia Minore; un negoziato più ampio che contemplando altre rivendicazioni ed altri compensi a noi, sia in Africa (Gibuti) sia in Adriatico (Corfù) ci permetta di cedere su parte delle nostre richieste (Adana e Mersina) studiando in forma precisa ed esauriente quale sia l'effettivo valore di queste province e se la pianura di Konia non possa essere sfruttata anche da una ferrovia che metta capo ad Adalia (1).

(l) -Ritrasmesso a Pietrogrado con T.gab. 354 dell'H marzo. (2) -Ed. in L. ALDROVANDI MARESCOTTI, Nuovi ricordi, MilanO 1938, pp. 127-132.

(l) Cfr. n. 115.

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, II, cit., pp. 184-188.

434

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 589/76. Jassy, 8 marzo 1917, ore 21 (per. ore l dell' 11).

Circa conclusioni a cui è gi_unta la riunione tenutasi Pietrogrado e a cui si

riferisce telegramma di V. E. Gabinetto n. 326 (1), osservo quanto segue:

Sul punto primo: la quantità di grano che rimane su quella che fu acqui

stata dall'Inghilterra sembra essere di gran lunga inferiore a quella indicata.

Questa Legazione d'Inghilterra afferma che non rimangono più di duemila va

;~oni, cioè ms•1o della metà di due milioni di pudi. Di più anche questo residuo

è insistentemente richiesto dalla Russia.

Sui punti secondo e terzo: ho già riferito a lungo ed a varie riprese.

Sul punto quarto: il generale Berthelot è qui tornato e dice di aver riscontrato ad Odes•sa ed altrove che Russia passa per una crisi dei trasporti di cui non ci si può fare un'idea. Servizi ferroviari funzionano colà molto peggio che in Romania. Causa principale è la mancanza di combustibile il quale veniva in massima parte trasportato ;per le vie d'acqua che in seguito al freddo eccezionale dell'inverno sono rese inutilizzabili perchè gelate. Anche la fabbricazione dei proiettili subisce ritardo per la stessa <ragione.

Sul punto quinto mi risulta a titolo ,confidenziale, e prego mantenere segreto in proposito, che Paléologue ha telegrafato a Parigi quanto segue:

• Pocrowsky farà un ultimo tentativo presso la Stafka perchè si decida la riconquista della foce del Danubio. Da tutto quanto si è detto risulta non potersi contare sopra un serio miglioramento della situazione in Romania senza tale riconquista. D'altra parte si tratta d'una questione non di solo interesse russo-romeno ma d'interesse comune a tutti gli alleati. Obbiezioni che si possono fare all'azione offensiva necessaria per tale riconquista sono evidentemente di carattere esclusivamente militare. Sta quindi ai capi di Stato Maggiore degli esel'citi italiano, inglese e francese di esaminarle e se non le trovano fondate esercitare concordemente una pressione sul generale Alexeieff per determinarlo a consentire all'offensiva di cui si tratta (2).

435

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1209/298. Londra, 8 marzo 1917.

Un mese fa, nel mio breve rapporto n. 159 (1), io aveva l'onore di riassumere a V. E. la situazione attuale dell'Irlanda. La informavo della rinascita c::el

partito dei Sinn Feiners siccome di un sintomo della decadenza del nazionalismo irlandese; dello scosso prestigio del Signor Redmond, capo di quest'ultimo partito; delle cattive disposizioni prevalenti in tutta la Gran Bretagna verso gli irlandesi; e concludevo riferendoLe le vedute pessimiste d'un minis·tro circa l'eventualità d'una via d'escita.

Ora, la grave discussione avvenuta jeri alla Camera dei Comuni ·conferma tali constatazioni. Il pa.rtito nazionalista, venuto alla riscossa -per contrastare le minacce ed i pericoli suoi interni -·Col domandare l'applicazione immediata dell'Home Rule a tutta l'isola, senza distinzioni di sorta, ha creduto rispondere alle dichiarazioni del Primo Ministro di non potere e volere coercke il contrario desiderio fosse anche di minoranze (l'Ulster), con l'abbandonare l'aula e con l'inviare quindi un appello ai governi dei Domini di interessarsi alle sorti dell'Irlanda.

Invero, la guerra europea ha diviso vieppiù l'Irlanda ed i suoi antichi partiti. Da un Iato, gli unionisti del nord hanno preso viva parte alla guerra britannica non solo col fornire soldati, ma anche denaro (la diciannovesima divisione è formata tutta di ulsteriani, e 1'80 % dei collocamenti irlandesi nel nuovo prestito di guerra è formato da capitali del nord); e dall'altra parte, i nazionalisti del sud, sebbene abbiano profittato grandemente dalla guerra stante la prevalente economia rurale, non solo hanno boicottato il Prestito, ma anche la guevra, opponendosi fortemente alla coscrizione obbligatoria nell'isola ed opponendosi all'arruolamento sempre stato scarso ed in oggi quasi cessato. Donde è accaduto ·che mentre i primi possono esser sicuri che l'opinione britannica si opporrà recisamente a qualsiasi applicazione dell'Home Rule, che voglia includervi l'Ulster, i secondi non possono contare su alcuna disposizione favorevole dell'Impero, e siano quindi propensi ad azioni violente, affatto opposte all'atteggiamento patriottico ·e di conciliazione finora tenuto dal Signor Redmond.

Da questa situazione così pericolosa, il partito nazionalista parlamentare, per conservare ancora il suo prestigio, ha creduto dove.r .finalmente sortire, ponendosi a chiedere recisamente l'applicazione dell'Home Rule a tutta l'Irlanda, senza esclusione di sorta, e sul riflesso che l'Impero, il quale si è assunto la difesa

delle piccole nazionalità, come quelle serba e belga, non può esimersi dall'accordare, per non trovarsi in contraddizione davanti all'Europa, libere istituzioni all'Irlanda, una ed indivisibile, a malgrado le minoranze protestanti.

Tale ·concetto è stato adunque svoito .nella seduta di jef'i dal deputato O'Connor in un lungo vibrante discorso, cui ha fatto seguito il Capitano Redmond (fratello del leader nazionalista), il quale con parole commosse, ed in nome dei sacrifizi militari compiuti dall'Irlanda del Sud, ha invocato una pronta soluzione, tanto più che i nazionalisti erano .pronti ad offrire la carica di Primo Ministro del futuro governo irlandese ad un membro della Camera di Dublino appartenente all'Ulster, ed ancora altre garanzie che gli unionisti fos.sero per chiedere per il compromesso nazionale.

A queste implorazioni il Signor Lloyd George ha opposte brevi, ma recise

dichiarazioni, che possono riassumersi col riferire l'emendamento da lui stesso

proposto: la Camera è disposta ad accogliere con la migliore disposizione qua

lunque decisione atta a produrre una migliore intesa fra l'Irlanda ed il resto ·dell'Impero, ma considera del tutto im,possibile imporre ~con la forza su qualsiasi parte dell'Irlanda una forma di governo che ad essa non fosse bene accetta. Per spiegarne i motivi 'Politici, il Signor Lloyd George aveva promes1so: Non v'ha persona che ignori esistere nel nord-est dell'Irlanda una popolazione fortemente ostile all'Home Rule, e pronta a rivoltarsi contro l'applicazione di tale ordinamento. Forzare siffatta collettività dissenziente ad accettare una simile legge, sarebbe contraddire ai principi stessi dii libertà e del governo-autonomo; ed egualmente potrebbe dirsi del governo che volesse negare l'autonomia politica al resto dell'Irlanda, che la sollecita. Agendo diversamente, si ripeterebbero inutilmente gli errori del passato.

Seguì l'ex-Primo Ministro. Egli chiese se non vi fosse pr<~prio più la possibilità di promuovere uno sforzo concorde per superare le difficoltà irlandesi. Tale possibilità, a suo credere, esisteva ancora: infatti, il Parlamento, poichè erano falliti tutti gli altri negoziati fra rappresentanti irlandesi e britannici, poteva ad!esso richiedere l'intervento dei rappresentanti dei Domini, attualmente quasi tutti in Londra, affinché ·considerassero il ;problema sotto un nuovo punto di vista e suggerissero una decisione, ·che verrebbe tosto sottoposta all'approvazione del Parlamento stesso.

In risposta, il Signor J. Redmond dichiarò ~con aspre parole che la politica del Signor Lloyd George era quella dell' • aspettare e vedere •, e ·che le proposte del Signor Asquith erano senz'altro inaccettabili. Annunziò quindi non voler aderi-re ad alcun ulteriore negoziato, che reputava inutile, ed avvertì il Governo che, d'ora innanzi, esso avrebbe dovuto fronteggiare direttamente il crescente movimento rivoluzionario ir:landese, che 'tratteggiò a fosche tinte. Ciò pertanto, reputando ormai superflua ogni altra discussione, era costretto a pregare i suoi amici di sortire dall'aula e prendere nuovi aecordi circa la via da seguire. E sortì quindi dall'aula, seguito da una sessantina di deputati i quali, passando di sotto ai banehi del governo, apostrofarono violentemente il Primo Ministro, gridandogli: Siete nelle tas,che di Carson; Altro che Chamberlain; Voltafaccia, eec. ecc.

Sebbene non possa fin d'ora definirsi quale sia per essere il nuovo atteggiamento dei nazionalisti, esciti fuor dall'aula non già per moto improvviso ma previamente deciso, pur non pare cader dubbio che essi passeranno ad una opposizione assidua e sistematica del governo attuale. Così si troverebbe esatta l'ipotesi che sottomettevo a V. E. nel riferirLe le eventuali difficoltà che avrebbero potuto contrastare la vitalità del gabinetto del Signor George.

Senonché parmi che la questione d'Irlanda non consenta in oggi una valu

tazione strettamente pa-rlamentare.

I Sinn Feiners, a quanto i giornali riferiscono da tempo velatamente, hanno

ormai nell'isola una diffusa e vigile organizzazione, la quale è destinata natu

ralmente a rafforzarsi a mano a mano che i nazionaltsti moderati del gruppo

Redmond perdono di prestigio col prolungar·si del ,presente periodo di transi

zione che la discussione odierna ha mostrato di non avere vie d'escita.

D'altra parte, le frazioni estreme del partito nazionalista, le quali fanno

capo al Signor Dillon, hanno mostrato dissentire fortemente dalla politica con

ciliativa del Signor Redmond ed hanno pure aderito, in opposizione a quella, al

movimento dei Sinn Feiners, come accadde appunto nella recente elezione del Conte Plunkett. E parmi superfluo aggiungere che dette frazioni si oppongono da tempo apertamente all'arruolamento volontario ed all'assistenza finanziaria alla guerra. Di tal che, l'eventualità di maggiori attriti, o l'indizione delle elezioni generali, potrebbero trasformare la base attuale delle scissioni irlandesi e la natura stessa del conflitto.

Frattanto, non è difficile prevedere, come lo stesso R. Console in Dublino mi telegrafa, non tanto forse moti simili a quelli dell'ultima Pasqua, ma quanto attentati, manifestazioni e disordini.

(l) -Non pubòlicab. (2) -Ritrasmess,) " Ln:cdra, Parigi e Pietrogrado con T. gab. 362 del 12 marzo.
436

L'AGENTE DIPLOMATICO E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 644/135. Cairo, 8 marzo 1917.

Avendo avuto occasione di incontrarmi in questi giorni con Sayed Mohamed El Seerif El Faruki, rappresentante in Egitto del Governo dell'Hedgiaz, egli mi ha parlato del movimento di indipendenza araba e delle aspirazioni di quei dirigenti sulla Siria e la Palestina.

Stimo interessante riferire tale conversazione, anche perché, in molte parti, conferma notizie raccolte da altre fonti circa un latente dissidio fra l'Inghilterra e la Francia nel1la politica arabica.

L'Hedgiaz, mi ha detto El Faruki, data la povertà del suolo non offre assolutamente le condizioni essenziali per assicurare al paese una vita indipendente, tanto che attualmente, coll'interruzione dei rapporti economici con la Turchia, deve ricorrere all'Inghilterra per ottenere i mezzi di sussistenza. Tale stato di cose non potrà migliorarsi neanche dopo la guerra e quindi lo Stato arabo, che si va formando, deve preoccuparsi di trovare altrove le risorse che gli permettono di sussistere e di .prosperare. Da ciò le mire verso la Siria, con Damasco antica sede del Califfato arabo.

Fin'ora non è stata fatta parola di queste vaste aspirazioni per evitare attriti e complicazioni con le due Nazioni che agognano al possesso di quelle ricche provincie ed a stabilirvi una influenza predominante, ma verrà il giorno in cui sarà pure neces,sario uscire dall'equivoco. El Faruki ne vede tutta la difficoltà ma spera sull'appoggio delle Potenze non direttamente interessate e soprattuttobenché non me Io abbia detto apertamente -sull'antagonismo franco-inglese.

La Francia non ha mai fatto mi,;tero delle sue aspirazioni sulla Siria per il caso di uno smembramento dell'Impero Ottomano ma le sue veHeità di conquista rimangono, per il momento, platoniche basandosi sugli interessi creati colà, sulle simpatie dell'.elemento cristiano e maronita e sulla propaganda coltivata fra i profughi s.iriani, mentre l'Inghilterra daH'Egitto esercita una azione ben altrimenti efficace mediante il numeroso esercito che preme le forze turche ed avanza verso la finitima Palestina. Ma neanche l'Inghilterra può ignorare la forza rappresentata dall'elemento arabo, su cui anzi cerca di appog.giar,si, come lo dimostra la richiesta fatta allo Sceriffo della Mecca di cooperare, mediante .l'invio di truppe arabe, all'azione contro i Turchi nella Soria.

Il mio interlocutore non crede che la Francia sia in grado di appoggiare le sue pretese con uno sbarco di contingenti sulla costa siriana per cooperare ad un'eventuale az-ione inglese che si annunzia non lontana. Essa aveva concentrato a Suez un migliaio di uomini di fede musulmana con l'intenzione di dirigerli a Ragheb in aiuto delle truppe sceriffiane colà operanti, ma l'Inghilterra ha preteso unirv.i proprie trl.lippe e nel frattempo lo Sceriffo della Mecca, avendo fatto sapere che non gli accorrevano rinforzi, ne seguì che il piccolo contingente francese rimase e continua a rimanere inoperoso nella sua base in attesa di altra destinazione.

Del resto è noto che se l'aiuto straniero riesce gradito, ed è anzi colà ricercato, sotto forma di armi, munizioni ed approvvigionamenti, esso desta preoecupazione ed è visto di mal occhio dai musulmani quando assume il carattere di un intervento diretto mediante invio di truppe e peggio ancora quando le Potenze cris,tiane vogliano esercitare un'influenza od ingerirsi nelle loro faccende interne. Il Movimento d'indipendenza dell'Hedgiaz è infatti essenzialmente musulmano e più precisamente arabo e quindi nel fondo xenofobita.

:Che esista fra la !francia e l'InghHterra un certo antagonismo per l'equilibrio politico ed economico nel mar Rosso e nella questione d'ella Siria non sembra potersi negare. Ciò lascerebbe supporre che le trattative, ·cui accennava il Marchese Salvago Raggi nel suo rapporto riservato d'el 6 Settembre decorso n. 377 circa il futuro assetto dei territori aSiiatici deila Turchia, non abbiano condotto ad una intesa od almeno non su tutti i punti. Altrimenti non si riuscirebbe a spiegare l'attiva propaganda che sta spiegando --senza successo -il colonnello francese Romieux, con l'assistenza del Signor Coulondre, già Vice Console a Beirut, fra i numerosi siriani rifugiati e stabiliti in Egitto per indurii a formare una legione da sbarcare in Siria. A chi gli faceva osservare l'inanità dei suoi tentativi il colonnello Romieux avrebbe risposto che se ne rendeva perfettamente conto ma che lo scopo della sua azione era essenzialmente politico. Non so quanto favore trovi questa propaganda presso le Autorità britanniche, le quali probabilmente chiudono un occhio e lascian<l fare per evitare malumori nocivi alla grande causa comune. Si è persino potuto affermare da alcuni che la lentezza delle operazioni inglesi nella penisola del Sinai dovesse attribuirsi al proposito di non urtare le suscettibilità francesi.

La proposta di cooperazione militare fatta dal colonnello Brémond, capo della missione francese in Arabia, al Comando Supremo e da questo rigettata, per un'azione anglo-francese (di cui mio telegramma segreto n. 54) (1), e la cura delle Autorìtà britanniche di informarmene in via indiretta, conferma l'esistenza di divergenze di vedute o quanto meno di reciproca diffidenza. La Francia infatti, con la progettata azione militare che dal nord dell'Arabia avrebbe dovuto spingersi verso la Palestina,· mirava a trovarsi presente di fatto allorquando si

fosse trattato di decidere della sorte delle regioni che tanto le stanno a cuore.

All'Inghilterra, per contro, non deve sorridere la prospettiva di una azione a

due, ammaestrata anche dall'esperienza del passato, né può desiderare che una

grande Potenza si stabilisca alle porte dell'Egitto, sopra tutto nel momento in

cui la costituzione politica di questo Paese sta subendo una evoluzione di cui

non è possibile prevedere le ripercussioni sul mondo arabo.

Circa l'azione cui accennavo più sopra che va esercitando il Colonnello

Romieux, stimo opportuno trasmettere aUa E. V. i seguenti particolari raccolti a

buona fonte: Sono in Egitto, da qualche tempo, il colonnello francese Romieux

ed il signor Coulondre già Vice Console di Francia a Beirut. Essi hanno per

missione di costituire una " Legione Orientale • mediante arruolamenti volontari

di sudditi ottomani, specialmente soriani, in vista di una spedizione militare fran

cese in Soria.

Le Autorità britanniche non si oppongono allo scopo della missione, ma non

consentono ai suoi agenti di fare la loro propaganda a mezzo della stampa locale

o di pubbliche riunioni. Soltanto l'organo di questa Agenzia Diplomatica di Francia pubblica un avviso di arruolamento alla Legione Orientale. Sicché l'azione del Colonnello Romieux, del Signor Coulondre e dei loro agenti si esercita in Cairo, in .A!lessandria ed in a1tre città d'Egitto a mezzo d!i riunioni private e di colloqui con soriani e libanesi considerati devoti alla Francia. E.s~si si sono pure assicurati il consenso di Monsignor Derian, il vicario in Egitto del Patriarca dei maroniti. Dalle informazioni raccolte a fonti diverse, non sembra che la missione possa

ripromettersi il successo sperato dal Governo francese e ciò per i seguenti motivi:

La Francia, fra i soriani, non può contare che sulle simpatie dell'elemento

cristiano. Gli arabi musulmani aspirano invece ad un governo autonomo e sono

quindi assolutamente contrari all'eventualità di una occupazione europea della

Sovia. Nella peggiore delle ipotesi, sarebbero piuttosto rassegnati a vedere il loro

Paese occupato dagli inglesi anziché. dai francesi. Essi ora seguono con simpatia

i moti dell'Hedgiaz e non vedrebbero mal volentieri il Governo dello Scerif inse

diato a Damasco.

In quanto all'elemento cristiano che risiede in Egitto, oltre ad essere un ele

mento pacifico che non ha mai preso ·le armi .per nessun ideale, è diviso, come è

noto, in diverse Comunità. Fra queste i soli cri·stiani cattolici, specialmente i

maroniti, d~mostrano ·sentimenti di devozione verso la Francia ·che nel 1860 sbarcò

un corpo d!i spedizione in Soria in seguito ai noti massacri. I cristiani ortodossi

sono russofili ed in Egitto hanno interesse a àimostrar•si partigiani di una occu

pazione inglese della Soria.

È quindi fra i maroniti soltanto ·che è •possibile alla missione francese di fare

arruolamenti nella « Legione Orientale •. Ma anche questi non sembrano molto

· disposti a rispondere all'appeLlo della Francia. Secondo le informazioni avute, i loro capi avrebbero messa come prima condizione per fare propaganda a favore degli arruolamenti, quella di sapere lo scopo della .progettata spedizione. Essi sono per la maggior parte libanesi; sono gelosi del loro governo autonomo garantito dalle grandi Potenze, e perciò si rifiuterebbero di aiutare la Francia a conquistare la Soria se non si garantisce loro che l'autonomia del Libano sarà

mantenuta e rispettata. Ma la missione francese non ha voluto dare alcun affidamento in questo senso; anzi avrebbe visto di mal occhio la recente protesta (vedi rapporto del 22 febbraio n. 107) (l) dei libanesi presentata ai Rappresentanti esteri in Egitto contro l'abolizione dei privilegi del Libano per parte del governo di Costantinopoli, protesta che, a quanto si dice, sarebbe invece stata accolta con soddisfazione alla Residenza inglese.

~In quanto a queste Autorità britanniche esse seguono con vivo interesse le val'ie diffièoltà che la missione francese va incontrando in Egitto e molti fra gli ottomani, che per la loro posizione trovansi in ·condizione di poterle avvicirnare, hanno l'impressione che esse ritengono ·che il Gov·erno francese 's'i faccia soverchia illusione sui veri sentimenti dei Soriani e .sulle loro aspirazioni.

In conclusione fino ad ora la missione francese è riuscita a stento ad arruolare una sessantina di cristiani. Essi per cura del Colonnello Romieux saranno inviati a Cipro dove sono già raccolti circa trecento a11meni, arruolati da qua.J.che tempo allo 1stesso scopo fra i fuggiaschi dalla Turchia.

Trasmetto copia del presente rapporto al R. Ministero delle Colonie.

(l) Non pubblicato.

437

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. R. CONFIDENZIALE. Berna, 8 marzo 1917.

Or sono sei .giorni fui informato, in via ,privata e confidenziale, di un furto commesso nell'Ufficio d'Informazioni del Console Generale austro-ungarico in Zurigo, dal quale sarebbero 'stati aS/portati, oltre a numerario, importanrtJi,ssimi documenti. Chi mi a~isava della cosa mi aggiungeva ,trattarsi, fo11se di un ·colpo ardito fatto d'intesa ·colle nostre autorità. Lo ·s•casso della ·cas,sa forte sarebbe stato perpetrato nella notte dal 25 al 26 febbraio ·ed i suoi autori si sarebbero rifugiati in Italia, mentre i funzionari austriaci, per aUre ragioni, avrebbero preso pure immediatamente il volo.

Non nego che mi rifiutai da principio di dare importanza alla notiz,ia, ma l'essermi poi ricordato ·che un ufficiale austriaco d aveva proposto, mesi fa, l'istesso furto e che il Capo di questo Ufficio d'Informazioni deHa Marina era partito precipitosamente per l'Italia il 27 mattina, mi fece ritenere che la supposizione del mio informatore •potesse essere fondata e che vi fos,se in qualche modo la nostra mano in queH'importante sottrazione di documenti. Non avendo avuto ·però alcuna informazione da questo Ufficio della Marina, che ha pur tut

tavia sede in questa stessa L,egazione, dove gli ho accordato ospitalità, pensai di recarmi io stesso a Zurigo per indagare sul luogo, prendendo pure a pretesto una mia visita al nuovo Console Generale. Seppi così da varie fonti ·che il colpo (che mi si disse eseguito in maniera sì magi,strale di aver entusiasmato la 'polizia zurighese!) ~si supponeva fosse stato fatto invero nel nostro interesse.

Di ritorno a Berna avendo incontrato, sulla soglia della Legazione, il funzionario che sostituisce il Commendatore Aloisi tuttora assente, gli chiesi che cosa il suo ufficio poteva dirmi di quell'affare. Ne ebbi per risposta ·che • egli non ne sapeva nulla , . Trovai quel modo di procedere altrettanto intelligente quanto offensivo, ma lasciai correre. Volle il caso però che ieri, recatomi a eercare il Cavalier Tedeschi, che ha la camera attigua a quella dell'Uffido della Marina, mi accorsi, non senza sorpresa, che la stanza vicina, era chiusa a chiave. Al sostituto dell'Aloisi, giunto allora all'Ufficio, richiesi mi fos·se data ragione del fatto, desiderando io conoscere perché si ·chiude~sero in casa mia delle ·camere, senza ch'io ne fossi avvisato. Ché .se si trattava di segreti personali, consigliavo i miei d1pendenti a portare le loro carte a casa, ché se ·invece era questione di cose riguardanti lo Stato, io era in diritto e come capo d'ufficio e come proprietar:o di casa, di sapere che cosa fosse stato chiuso in questa mia camera. Il sostituto del Commendator Aloisi rifiutò in modo assoluto di darmi la benché minima spiegazione in proposito, trincerandosi dietro la severa consegna ricevuta dall'Aloisi stesso.

Ora se io devo riconoscere, Signor Ministro, che un Ufficio, solo nominalmente da me dipendente, possa, per supreme ragioni nascondermi, prima della esecuzione, il progetto di un suo gesto ardito che può avere gravissime conseguenze per la Legazione stessa e che potrei quindi forse disaPiprovare, non mi è invece possibile ammettere che, varii giorni dqpo che il fatto è successo, quando poi sia da denunzie che da lettere anonime e da informazioni di ogni genere ne sono stato, sia pure imperfettamente avvisato, non mi è possibile ammettere, lo ripeto, ·che i miei dipendenti mi tengano ancora all'oscuro di tutto, tanto più poi che la mia casa, da loro prescelta a deposito della res furtiva, è probabilmente sorvegliata. Sarebbe forse possibile il supp·orre il • cambriolage •, fatto per ordine della nostra autorità di una Legazione o di una Ambasciata a Roma, senza che ne fosse informato in tempo debito il nostro Mini,stro, 1per premunirei contro possibili ~complicazioni? Sino ad oggi invece, vale a dire dopo dieci giorni dac·ché si •commise il furto in cui è compromessa la Legazione di S. M. io seguito ad essere tenuto all'oscuro di tutto. È per questo che non ho voluto fare a V. E. una r·elazione sovra un incidente che ha pure il suo lato politico. In un grave affare come quello di cui forma oggetto questa mia -lettera, io non postso, .così per norma del mio linguaggio, come per regola della mia ·Condotta, ignorare i primi elementi di un simile fatto. Non avrei forse io potuto, nell'ignoranza assoluta in cui ero di ciò che era succeduto, commettere pure qualche atto imprudente (quale Io fu forse la mia

gita a Zurigo) e permettere .pure per esempio allo stesso C<l!PO della polizia, col quale sono in ottimi termini, di perquisire la casa, se mi avesse detto, :prima del 2 corrente (quando io fui indirettamente informato della cosa) che si credeva che la nostra Legazione ricettasse oggetti rubati?

Sarei gratissimo a V. E. di voler attirare l'attenzione del R. Ministero della Marina, dal qua,le dipende .oggi l'Aloisi, su quanto mi •sono permesso di esporre, convinto quale ,sono della necessità di una maggior ragionevole dipendenza dello Ufficio d'informazioni di quel Dicastero dal Titolare di questa Legazione.

(l) Non pubblicato.

438

L'AMBASCIATORE A TOKIO, CUCCHI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 588/9. Tokio, ... marzo 1917 (per. ore 22 del 9).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 2 (l) ... (2), comunicato con lacune classificate indecifrabili R. Ministro a Pechino.

Promesse dell'Inghilterra al Giappone... (2) sembrate eccess,ive visto che a dispetto aStSkurazioni esteriori Governo giapponese si è poco discostato politica egoisttca evitando espulsioni austro-tedeschi dal loro impiego, tanto ,che soltanto adesso ,si è sparsa la voce del licenziamento di due ~comandanti smentita principali compagnie di navigazione sovvenzionate.

Se promesse Inghilte,rra prezzo collaborazione giélipponese a Pechino rottura Germania rimangono eccessive mi 'consta per informazione segretissima che pressione Governo giapponese a Pechino non ,così decisiva ,come si ,crede né Cina ha ragione di 'credere consigli Giappone.

Nulla costringe il Governo giapponese fare in Cina buon viso a ,cattiva fortuna visto che la sua politica monopolio economico Cina ,progredisce ogni giorno.

Ignoro precise decisioni prese 'conferenza Pietrogrado ci11ca rifornimenti da chiedere al Giappone e qual... (2) conferenza abbia consultato. Debbo far presente l'incredibile corruzione, il disordine, la leggerezza ufficiali ·russi che quasi annulla efficienza forniture come pure disonestà, avidità fornitori giapponesi.

Riguardo la questione cinese ,premetto ~pregiudiziale ignoranza parte ,che verrebbe assegnata Italia ~eredità interessi austro-tedeschi Cina ~che in questa occasione favorevole potrà essere formulata e ... (2).

Secondo le ultime notizie questione ,rottura avrebbe subìto sosta in ,seguito intimidazioni, intrighi Ministro di Germania il quale, :lira le altre cose, ha informato Governo cinese promessa Shantung Giappone.

Conoscendo personale esperienza come agenti tedeschi sappiano sfruttare momento psicologico occorTe valutare, tenuta presente caotica ,situazione interna cinese, se convenga o meno ~entrata guerra Cina, se conviene considerando soprattutto importanza... (2) Germania alla Cina. Esitazioni discussione Alleati sono esclusivamente a vantaggio nemici ~come accaduto Sofia. Se si vuole che Cina si... (2) immediatamente... (2) forzare necessariamente la mano su tutto come ha fatto Germania, Bulgaria, quand'o conviene impadronirsene.

14 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VII

(l) -T.gab. n. 2, ritrasmette il T.gab. 3072/311 del 31 dicembre 1916 da Parigi. (2) -Gruppi indecifrati.
439

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MIINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 853/182. Londra, 9 marzo 1917, ore 22,18 (per. ore 5 del 10)

Telegramma di V.E. n. 282 (1).

Martedì scorso rimisi personalmente a Langley p·romemoria nei termini prescrittimi da V. E. -Segretario .di Stato ·si disse dolentissimo della mancata previa informazione che non arrivava a spiegarsi ricordando bene istruzioni precise impartite da Lord Hardinge. In merito alla questione osservò trattarsi non di dono ma di prestito per sei mesi, e comunque rilevò diffNenza fra due aeroplani, di cui abissini non possono servirsi contro di noi, ed altre armi importate via Gibuti. Obiettai sal'ebbe stato ad ogni modo ne.cessario intendersi prima con noi, procedura seguita dal Governo britannico a prescindere da altri inconvenienti presenta quello gravissimo di togliere efficacia alle insistenze rivolte al Governo francese per al'restare traffico armi via Gibuti.

440

L'AMBASCIATORE A TOKIO, CUCCHI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 579/12. Tokio, 9 marzo 1917, ore 8 (per. ore 11,55 del 10).

Nel caso che i giornali locali riproducessero indiscrezioni New Yo1·k: A merican proporrei pubblicare quanto segue:

• L'ambasciata italiana dichiara pubblicazione, manovra tedesca seminare

discordia :fu'a gli Alleati •. Prego telegrafarmi se ap.prova.

441

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 863/144. Pietrogrado, 9 marzo 1917, ore 12 (per. ore 12,45 del 10).

Telegramma di V. E. n. 1549.

A Tomasi della Torretta qui reduce colla Missione Commerciale ho rimesso

incartamento relativo acquisto grano in Russia, affidandogli continuazione tratta

tive di questo importante affare per il quale non mancherò prestargli, ove occorra,

ogni possibile indicazione ed appoggio. Torretta, come già in precedenza me lo

aveva fatto notare, osserva che per controllo della Qualità peso e condizione della merce, accertamento del carico, sorveglianza dei trasporti ecc. sarebbe indispensabile concorso di un tecnico competente e si propone -di segnalare momento in cui quel concorso sarà richiesto affinché R. Governo vi voglia ,provvedere nel modo che riterrà più opportuno. Nuovo Mintstro Agr~coltura ritornato recentemente da una ispezione nelle provincie granarie mi ha dichiarato .che in seguito scavso raccolto 1916 e stante... (l) degli Alleati (50 milioni Franc.ia e lnghilterra, da 6 a 7 milioni di pudi Italia) non possono venire 1Sodidis!atti ·che nella ·complessiva misura massima di 35 milioni di pudi di frumento che esse potrebbero riparUrsi fra di loro. Gli ho risposto che le nostre domande d'acquisto sono state rivolte sino dal novembre scorso ai Ministeri Agricoltura ed Affari E.steri ed a varie riprese rilpetute da noi per ottenere dal Govel'IIlo Imperia1le la cessione di 6 a 7 milioni di pudi di grano Dunfoh e Ar.cangelo e ciò indipendentemente da quanto potesse essere attribuito al nostro Governo dal Governo francese quale •Cessione parziale del grano da quest'ultimo comprato presso Govel'no russo. Un inviato ~peciale del Governo italiano il signor Samaia venuto all'uopo in Russia aveva chiaramente esposto in apposita memoria la nostra domanda ed a questa sempre si era riferita l'Ambasciata nelle sue raccomandazioni e sollecitazioni. Ho concluso che quindi senza ocèuparsi di ll'ipartizioni R. Ambasciata attendeva risposta sollecita dal Governo Imperiale. Signor Rittig mi promise di portare la questione in Consiglio dei Ministri e mi asskurò delle <sue favorevoli disposizioni pur insistendo sulla .impossibiUtà assoluta di oltrepassare la cifra di 38 milioni di pudi. Successivamente Pocrowski ha significato a me ed ai miei Colleghi di Francia ed Inghilterra mentre, come di ·consueto, eravamo riuniti presso di ·lui, che le nostre domande di grano non potevano accogliel'si ·che per un totale di 35 milioni di pudi osservando che conseguentemente anche la quota italiana doveva rientrare essa pure ridotta, nel Quantitativo suddetto.

Gli ho risposto negli stessi termini usati col Ministro di Agdcoltura ed insistendo quindi per avere diretta e distinta risposta alla nostra domanda. Dal canto suo Ambasciatore di Francia si limitò a rammaricarsi d'ella inattesa notizia ed a dire che ne avrebbe informato il proprio Governo ma Incaricato d'Affari di Inghilterra osservò:

l) che giusta recentissima dichiarazione degli Addetti Navali residenti .ad Arcangelo non potevano assolutamente venire imbarcati in quel <porto durante intera stagione 1917 più di 30 milioni di pudi e che sulla ferrovia e porto Murman non si poteva •Contare;

2) .clhe sino novembre •scorso è stato creato a Londra Ufficio interalleati denominato • Wheat Executive • il quale si è assunto acquisto e tra~orto grano dalla Russia per •conto tutte e tre le Potenze che se lo sarebbero poi il"ipartito in base loro accordi. Ciò stante egli credeva superfluo ripartire ora il grano visto che probabilmente le assegnazioni a Francia, I<talia e Inghilterra erano .già state fatte e lo sarebbero a Londra. Egli ha soggiunto però che avrebbe riferito al :SUO Governo stato delle cose e chiesto informazioni sulle intese del • Wheat Executive •.

Ho replicato ignorare quanto Signor Lindley aveva esposto (come del resto lo ignorava anche Pocrowski) e insistito comunque sul fatto che la nostra domanda era indipendente da ogni eventuale cessione di grano che ci venisse fatta dalla Francia sull'acquisto in Russia. A questo punto è attualmente la pratica. Le contestazioni di Rittig in seguito sua recente ispezione mutano evidentemente la :situazione perché dovendo ridurre le cessioni alla Francia e Inghilterra, difficilmente si potrà evitare una riduzione anche per noi. Si tratta di renderla il meno sensibile che si possa. Aggiungo infine che Russia intende subordinare le cessioni del grano anche alla condizione che le navi inviate ad Arcangelo :per esportarlo vi giungano cariche di materiale da guerra. Le altre condizioni di prezzo, pagamento ecc. sono in elaborazione. Corrisponderà col

K. 15 di cui gli rimetto un esemplare in possesso R. Ambasciata.

(l) Cfr. n. 405.

(l) Gruppo indecifrato

442

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 859/145. Pietrogrado, 9 marzo 1917, ore 12,40 (per. ore 17 de! 10).

Tomasi della Torretta prega trasmettere Ministero di agricoltura quanto segue:

• Mentre mi riservo inviare studi compiuti, contCilusioni cui è arrivata missione commerciale, tengo fin d'ora ad assicurarla che ho ragione d'essere pienamente soddisfatto andamento lavori e risultati ottenuti. Istruzioni impartitemi da V. E. sono state rigorosamente eseguite. Sono sicuro ,che membri missione avranno saputo profittare di tutte le cose viste, le notizie e dati raccolti, idee scambiate con le persone tecniche e competenti dei rapporti personali annodati. Tutte indistintamente per:sone e istituzioni agricole, commerciali e industriali... (l) con vera premura amichevoli sentimenti e seri intendimenti sono entrati in relazioni con missione mettendosi a disposizione di essa per fornire dati, discutere problemi, indicare mezzi ritenuti più adatti per creare e intensificare rapporti commerciali italo-russi. Governo imperiale ha favorito con ogni mezzo svolgimento nostra missione alla quale ha dimostrato dare maggiore importanza. R. Ambasciatore ha da parte sua prestato massimo appoggio. Autorità politiche e amministrative delle diverse città indistintamente hanno accolto missione nel modo più simpatico e deferente •.

443

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

L. P. Roma, 9 marzo 1917.

Salvago Raggi mi scrive in lettera particolare quanto segue:

• La notizia della spedizione in Palestina credo non sia più dubbia, giacché persona che ritengo incapace di mentire mi ha affermato di saperlo dal Signor

Klotz che fa parte della Commissione del Bilancio. Questa avrebbe autorizzato

sabato 3 corrente la :spesa •.

Alla mia domanda al Generale Cadorna intorno alla possibilità di parte

cipare in qualche forma( se invitati o ammessi) a tale ,spedizione, avrai visto come

egli abbia risposto, non potervi in alcun modo consentire, salvo che si potesse

effettuare con truppe tolte alla Libia (1).

(l) Gruppo indecifrato.

444

PROMEMORIA SULL'ACCORDO ITALO-BRITANNICO PER IL GIUBA

[Roma] 9 Marzo 1917.

La • memoria • annessa all'ultima nota del Mini:stero delle Colonie del 9 Febbraio u.s. (2) pone la controversia in termini alquanto diversi da quelli nei quali era posta ·Col parere di quest'ufficio, del 9 Dicembre 1916. Supponeva quel parere che le disposizioni dell'accordo itala-britannico 24 Dicembre 1915 concernessero l' • ordinamento amministrativo • della Somalia in guisa da rkhiedere, per essere xegolaTmente attuate, un decreto reale, a norma degli articoli 4, lett. b, e 6 della legge 5 aprile 1908; afferma ora, invece, il detto Ministero (pag. 6 della memoria) che l'attuazione di quanto fu stabilito in quell'accordo appartiene alle competenze del Governatore, secondo l'art. 2 del r.d. 4 Luglio 1910. Ciò posto, stimo superfluo e inopportuno insisterre nelle tesi a cui si riferisce la prima parte della memoria (pag. 1-5) sia per chiarire meglio alcuni 'punti del precedente parere, sia per replicare ad alcune obbiezioni del Ministero delle colonie.

Ma le due soluzioni proposte non mi sembrano esatte, neppure sotto questo nuovo punto di vista o un dec-reto sovrano è superfluo -conchiude la detta memoria (pag. 7-8) e per l'applicazione dell'a·ccorrdo basta la pubbJi.cazione nel bollettino ufficiale della Somalia -o una sanzione solenne è richiesta dall' • importanza politica di alcunè clausole • ed è opportuno ~che sia fatta per decreto, proposto dal Ministro degli esteri, • con riserva di presentare poi l'accordo al Parlamento •.

Per questo fine, a parer mio, un decreto sarebbe in ogni modo inadeguato, per rendere solennemente note al paese le ·convenzioni internazionali, lo Statuto prescrive che ne sia data senz'altro comunicazione alle Camere, (art. 5) il nostro diritto pubblico ignora una • pll'omulgazione • di esse per decreto regio. Quando l'indole dell'impegno assunto non richiedeva alcuna norma di diritto interno per la sua regolare osservanza, i numerosi atti internazionali relativi ai nostri possedimenti africani, o d'altro genere, furono sempre, al momento opportuno, qualunque fosse la loro importanza politica (3), presentati al Parlamento senz'altro.

Una • sanzione sovrana • in forma diversa della ratifica sarebbe, del 'resto, per lo meno superflua, perché già insita nell'accordo medesimo, che in tanto è valido, secondo i pr1ndpii generali de•l nostro diritto pubblico, in quanto coloro che lo conchiusero erano muniti, a questo fine, di una espressa, o tacita, o presunta delegaz.ione sovrana.

Se poi alcune sue disposizioni importano un mutamento qualsiasi nello assetto e nell'ordinamento giuridico interno della Colonia, pe.r renderle operative occorrerà, giusta i detti principii, un ordine, che può assumere, secondo i casi, la forma o di legge o di un decreto reale, o di un dec•reto del Governatore. Poiché il Ministero delle Colonie ritiene ·che la materia dell'accordo appartenga alle competenze di quest'ultimo, un suo decreto in tal caso è sufficiente, ma è anche necessario: la •semplice pubblicazione dell'accordo nel Bollettino Ufficiale• della colonia può equivalere, per tutti gli effetti praHci, ma non risponde, secondo me (almeno dal punto di vista formale) alla corretta osservanza delle norme in vigore (art. 10 e art. 23 capoverso, della legge 5 Aprile 1908).

Se poi convenga oggi, oltre un anno dopo la stipulazione e la ;pubblicazione di quell'atto, riparare con nuovi provvedimenti a questa lieve e probabilmente inavvertita inosservanza formale, è questione diversa che spetta al Ministro delle Colonie il decidere.

(l) -Annotazione marginale nel documento: • Non risulta protocollato ». (2) -Non pubblicata. (3) -Alcuni di questi atti implicavano, come l'art. 7 dell'allegato II all'accordo attuale, che la memoria invocava una certa attribuzione di sovranità all'una o all'altra Parte, ma più per effetto, in sostanza, di un regolamento di confini, che non per deliberata cessione di territorii. Se cosi non fosse, non soltanto sarebbe necessaria una legge per la corretta esecuzione dell'accordo, ma la efficacia, se non la validità stessa di quest'ultimo (secondo le note controversie che si agitano a proposito dell'art. 5 del nostro Statuto) sarebbe forse subordinata all'approvazione delle Camere. [Nota del documento].
445

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO

T. 321. Roma, 10 marzo 1917, ore 15.

Con nota verbale 5 corrente Ambasciata britannica propone che Italia Francia e Inghilterra incarichino propri Mini:stri Addis Abeba concordare schema riforma amministrazione interna Abissinia.

Pregola telegrafarmi se e quali comunicazioni in proposito le sono state rotte da suo collega d'Inghilterra.

446

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO

Roma, 10 marzo 1917, ore 15.

Quest'Ambasciata di Francia chiede parere R. Governo circa opportunità far riconoscere dal Re del Hedjaz nuovo Governo abissino. Proposta sarebbe stata fatta codesto Ministro di Francia.

Non essendo chiaro scopo tale passo pregola telegrafarmi qualche informazione in proposito.

447

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

T. 2907. Roma, 10 marzo 1917, ore 16.

Con telegramma n. 2675, in data 5 corrente (1), ebbi il .pregio di intrattenere

V. E. drca le Risoluzioni della Conferenza economica di Parigi fra AHeati, e circa la comunicazione da me fatta, sull'argomento, al Ministro del Commercio.

S. E. De Nava mi ha risposto, in data 7 corrente, come segue:

• -Rispondo al telegramma 5 marzo corrente n. 2675 di V. E., dichiarando che mi tengo a di,sa>osizione della Presidenza del Consiglio e dei Colleghi interessati per H. convegno in cui concordare ·la rÌ'S!posta alle insistenze dell'Ambasciata di Francia, relative alla ratifica, per parte nostra, delle deliberazioni prese nel giugno 1916 dalla Conferenza economica d'i Par1gi e registrate sotto il paragrafo B. • -Nella riunione ·che sarà indetta mi riservo di rilevare. come difficillmente potrà superarsi la pregiudiziale costituzionale, consistente neltla mancanza di potestà nel governo ad impegnare lo Sta•to sull'indirizzo della politica commerciale del dopo-guerra; l'avere la Conferenza di Parigi raccolte nel paragrafo B alcune misure, definendole come transito1·ie per un periodo di ricostituzione, non toglie che nella sostanza esse non siano vere e proprie deHberazioni di carattere prevalentemente legislativo, e riferentisi ad un tempo al quale non si estendono i ·poteri straordinari di cui il Governo fu investito col:la legge 22 maggio 1915 •.

:In vista di tale risposta, vedrà V. E. se crede di riunire presso di •sé i Ministri interessati, per un esauriente esame dell'importante questione.

448

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 583/50. Parigi, 10 marzo 1917, ore 23,50 (per. ore 5,05 dell' 11).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 341 (1).

Cambon mi ha assicurato che non v'è intenzione di fare una spedizione in Palestina ma semplicemente di aggiungere al corpo di spedizione inglese che opera nella penisola sinaica ed è già a est di Elari.s:h quei battaglioni senegalesi che erano concentrati a Gibuti (mio telegramma n. 271 del 9 dicembre scorso) e che non vennero più mandati in Arabia ma sono invece sbarcati in Egitto da parecchi giorni; scopo sarebbe di giungere a tagliare la ferrovia della Mecca. Cambon esclude che si parli di una spedizione per via di ma~e che .sbarcherebbe a Gaza o Giaffa o altro punto della costa.

Le assicurazioni di Cambon sembravano recise ma quando v;ide che prendevo un appunto di quanto mi diceva sembrò esitare e precisò che egli non aveva mai inteso .parlare di altro; soggiunse però che egli .personalmente aveva osservato che sa•rebbe bene per mantenere tradizione in Luoghi Santi aggiungere ai

due battaglioni senegalesi alcuni eristiani perehé • le nazioni delle ,crociate non potevano limitarsi a mandare mussulmani in Terra Santa •. Alle mie insistenze ripeté ehe unico scopo 'credeva fosse la ferrovia della Mecca e confermò non credere a spedizioni sulla costa per via mare. Promise di assumere informazioni maggiori ma credo ,che non mi farà sapere nulla finché non insisterò. Segnalo i commenti sulla mina,ccia contro la Tur,chia pubblicata dal Matin di stamane.

Mi permetto di pregare V. E. di considerare se non fosse il ,caso di mandare colla 'spedizione inglese Sinai quei due battaglioni eritrei dal Governo della Eritrea per l'Arabia (l).

(l) Non pubblicato.

449

L'AMBASCIATORE A PARIGI,SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 587/52. Parigi, 10 marzo 1917, ore 23,55 (per. ore 6,35 dell'11).

Mio telegramma Gabinetto n. 46 (2).

Oggi dovevo vedere Briand per parlargli dell'Asia Minore, ma egli mi ha pregato di rimandare il colloquio a lunedì. Essendo già il secondo rinvio ho avuto impressione ,che Briand non desideri parlare di tale argomento e ciò mi venne confermato da Cambon che ho visto testé per altre faccende e che accennò egli stesso spontaneamente all'Asia Minore e mi disse che mi consigliava a non volerne trattare qui perché i negoziati che si conducono contemporaneamente in due parti differenti non procedono mai bene. Gli risposi che non avevo alcuna intenzione di trattare qui le questioni che si trattano a Londra ma che desideravo informare esattamente della questione Briand, il quale sembrami non esserne al corrente mentre ciò sarebbe desiderabile visto che deve dare istruzioni all'Ambasciatore a Londra (3).

450

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 591/67. Washington, ... marzo 1917 (per. ore 11,30 dell' 11).

Mio telegramma Gabinetto n. 66 (4).

Armamento da parte di questo Governo proprie navi mercantili è già iniziato. Da questo stato di neutralità armata allo stato di guerra il passo può essere breve daeché le dette navi partiranno colle istruzioni di tirare senz'altro ~contro i sottomarini non appena avvistatili.

Sulla qualità ed efficienza degli armamenti il Dipartimento della Marina mantiene per ora il riserbo.

, . (l) Ritrasmesso a Londra e Pietrogrado con T. gab. 358 dell'li marzo, ore 20, con l aggmnta solo per Londra, del seguente periodo: « Non avendo ancor avuto riscontro al mio telegramma sopra citato, prego farmi conoscere d'urgenza quale ri,sposta Governo inglese Le abbia dato alla domanda se è esatta la notizia pervenuta al R. Governo di una spedizione

anglo-francese in Palestina •.

(.3) Ritrasmesso a Lond.J:a c a Parigi, con T.gab. 357 dell'li marzo.
(2) -Non pubblicato. (4) -T. Gab. 66 pervenuto il lO marzo, che non si uubblica: Wilson ha convocato il Congresso per approvazione legge armamento navi mercantili.
451

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 594/78. Jassy, 10 marzo 1917, ore 9 (per. ore 24 dell' 11).

Mio telegramma Gabinetto n. 74 (1).

Il disco~so del Re Ferdinando aveva per .scopo nell'intenzione del Sovrano non di confermare la fiducia nel p,residente del Consiglio ma dii pacificare gli animi col Capo del Governo, mettere fine alle malver:Sazioni, invece ha scontentato non solo, come ho riferito, i ,conservatori ed in generale gli avve~s~i d'i Bratiano ma anche i liberali che si sono considerati ,colpiti dall'accenno alle malve~sazioni. Mi si conferma del resto che Re Ferdinando era esasperato dall'ingerenza da me segnalata.

452

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 595/80. Jassy, 10 marzo 1917, ore 9 (per. ore 3,55 del 12).

Minaccia di deporta,re in Asia Minore ostaggi romeni se Romania mandasse in Russia internati tedeschi (mio telegramma Gabinetto n. 59) (2) è pervenuta al Re Ferdinando mediante una lettera del Signor Marghiloman e non pel tramite di questa Legazione di Svizzera. Quindici giorni or sono un parlamentario tedesco è andato con bandiera bianca agli avamposti romeni 1recando una busta con sigillo tedesco diretta al Re di Romania. Entro questa busta vi era una lettera in busta chiusa con cui Marghilosan comunicava al Sovrano que,sta minacda germanica.

453

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 123/39. Le Hàvre, 10 marzo 1917.

In questi ultimi giorni è stato qui noto che la Norddeutsche Allgemeine Zeitung ha annunziato, nel suo numero del 20 febbraio p.p., che nuovi ,documenti sono stati scoperti dalle Auto~rità germaniche negli archivi del Ministero degli Affari Esteri a Bruxelles, i quali fornirebbero ulteriori prorve di accordi esistenti fin dal 1906 per una guerra offensiva della Gran Bretagna, con la 'complicità del Belgio, contll"o la Germania.

Questo si riconnette alle altre ricerche praticate negli stessi archivi a Bruxelles, nell'autunno del 1914 e su cui ebbi l'onore di riferire ,con ra~pporti

22 ottobre, 5 dicembre 1914, nn. 18 -4,54 -22 e 10 gennaio, 4 marzo 1915, nn. 11 -4,5a -20.

Così i documenti alloo-a sottratti, come i nuovi proverebbero, secondo le Autorità tedesche, che il Belgio, avendo contratti impegni militari e politici con due delle Potenze garanti della propria neutralità contro un'altra del pari garante, avea perduto il carattere di Stato neutralizzato. La conseguenza ·che da rciò vuole tirarsi è che la Germania nell'agosto 1914 non ha violato la neutralità del Belgio, ma, invadendolo, ha provveduto alla sua difesa ·contro un tradimento.

I nuovi documenti indicherebbero le forze milita·ri britanniche da sbarcare in Francia e l'utilizzazione delle ferrovie belghe per condurle alla frontiera tedesca.

Le medesime osservazioni che feci nei rapporti sopra dtati sul valore dei primi documenti rripeto ora, e doè, in breve, essi riproducono ·conversazioni tra Generali belgi e addetti militari inglesi a Bruxelles, rche la parola • conversazione • scritta sull'incartamento in parola è stata ·cambiata nella .pubblicazione tedesca in

• convenzione •, che quei militari non aveano alcuna veste per trattare, infine che uno Stato neutralizzato ha pieno H diritto di preoc·cuparsi del l"ispetto della propria neutralità e studiare i mezzi per difenderla contro attacchi da qualsiasi parte provengano.

La nuova pubblicazione della Norddeutsche Allgemeine Zeitung ha probabilmente in mira di giustificare presso l'opinione rpubblica generale • le precauzioni e le garanzie •, che, secondo l'espressione del Signor Bethmann Hol1lweg, la Germania doVIrà prendere in Belgio per sottrarlo all'influenza della Francia ed Inghilterra.

Il Ministro degli Affari Esteri crede opportuno rispondere alla pubblicazione; farà ciò, forse, come nel caso precedente, mediante un comunicato alla stampa.

(l) -Cfr. n. 426. (2) -Non pubblicato.
454

IL MINISTRO AL MESSICO, CAMBIAGIO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 196/26. Messico, 10 marzo 1917.

Riferendomi al mio telegramma n. 6 (l) in data la febbraio rscor.so, ho l'onore· di trasmettere qui unito il testo del telegramma (2) mandato dal Ministro delle Relazioni Estere, ,generale Candido Aguilar, i112 febbraio scorso ai rappresentanti del Messico presso i Governi neutrali rperché ne comunicassero il contenuto ai Governi presso .cui sono accreditati.

Nel telegramma è detto che la guerra tragica ha ferito profondamente i sentimenti di umanità dei paesi che non partecipano alla lotta, i quali ,si trovano

in condizioni sempre più difficili ed in pericolo di essere •coinvolti nella guerra; che uno dei principali responsabili della continuazione della guerra è il•commercio, poiché tutte le nazioni neutrali e specialmente le Americhe alimentano e prolungano la lotta fornendo danaro, provvigioni, munizioni e combustibile, che è dovere dei neutrali di abbandonare tale condotta e di rifiutarsi di continuare a ,prestare tali contingenti, che a questo fine il Governo messicano entro il più stretto rispetto alla sovranità dei paesi belligeranti ed animato soltanto da sentimenti umanitari e dal desiderio della ,propria conservazione e difesa, si permette proporre ai Governi neutrali che di comune accordo e procedendo sulla base della più assoluta eguaglianza ·COi due g!rUppi contendenti, li invitino a por fine alla guerra, che se entro un .prudente termine di tempo non si potrà ottenere la pace, i paesi neutrali prendano le misurE} necessarie per ddUl'II'e la conflagrazione ai più stretti limiti possibili ricusando ai belligeranti ogni classe di elementi e sospendendo il traffico commerciale colle nazioni in guerra.

Come ho avuto l'onore di far conoscere a V. E. nel mio telegramma precitato, una simile iniziatilva non poteva esser !Pl"esa sul serio, venendo da un paese che non è ancora entrato in una franca convalescenza dalle lunghe lotte ['ivoluzionarie, e ·che per tanto in questo momento non ,può essere •considerato come uno Stato unito e forte ed atto a prendere simili iniziative. Dis,graziatamente le lotte fratricide non sono ancora finite e l'assoluto disprezzo della vita altrui e degli interessi di nazionali e stranieri non danno ancora diritto al Messico di parlare in nome di sentimenti umanitari. Il Messico ha fovse voluto ricordare al mondo che esso esiste e che anche esso ha diritto di untre la ·sua voce a quella delle altre nazioni; e ciò perché il signor Wilson aveva trasmesso al Governo messicano, fovse perché l'Ambasciata degli Stati Uniti non era qui ancora riorganizzata, le note mandate a tutti i paesi neutri in favore della pace.

L'invio de:l!la nota è ad ogni modo una nuova dimoSitrazione del·la simpatia più o meno larvata che qui si porta alla Germania, poiché una sospensione nell'invio di denaro, pirovvigioni, armi e combustibile dalle Americhe non potrebbe essere pregiudizievoli che agli Alleati.

Il Governo messicano ha pubblicato sinora le risposte ·che gli sono pervenute dai Governi di Honduras, Salvador, Stati Uniti e Spagna; ne trasmetto qui unito il testo (1). Il Governo di Honduras .plaude alla proposta, e dice attenderà di conoscere la risposta degli Stati Uniti, Brasile, Cile ed Argentina. Il Gove:rno del Salvador plaude e promette di aderire cogli Stati che ac·cetteranno la proposta. Il signor Lansing dice ·che .studierà attentamente la comunicazione ricevuta e consente a spedirne in nome del Messico il testo, secondo la preghiera fattagli, ai rappresentanti americani in Svizzera, Olanda, Svezia, Norvegia e Danimarca. Il Governo spagnuolo infine rispose che esaminerà la nota con tutta la attenzione che essa merita.

Insomma la nota del signor Carranza ha avuto soltanto un successo di... cortesia e non è destinata ad avere altro seguito.

(l} Non si pubblica.

(l) -T. 528/6 pervenuto il 14 febbraio, non pubblicato. (2) -Non si pubblica.
455

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 597/121. Pietrogrado, 11 marzo 1917, ore 12 (per. ore 16,40).

Ieri e oggi la deficienza del pane ha provocato una viva agitazione a Pietrogrado e dato luogo in qualche quartiere a disordini di una certa gravità ed a <:onfiitti con la forza pubblica intervenuta a sedarli. Nello scontro avvenuto sul ponte Liteinaja tra la folla che voleva penetrare nei quartieri centrali della città ed una cerchia di cosacchi, parecchi popolani sono stati feriti e vi sarebbero pure dei morti. Qualche isolato tafferuglio ha avuto luogo anche sulla prospettiva Newsky. Ministro degli Affari Esteri mi ha detto che senza esagerare l'accaduto conveniva però provvedere prontamente a togliere di mezzo le cause dell'agitazione, le quali, a suo avviso non sono esclusivamente la deficienza di pane, che è relativa, ma altresì l'opera dei mestatori assoldati dal nemico. In via confidenziale egli ha meco deplorato l'assenza di una direzione capace ed energica al Ministero dell'Interno ed in quello delle Comunicazioni. A mia domanda circa la situazione negli altri centri della Russia Pocrowsky rispose non avere notizie. Frattanto numerosi scioperi si verificano nelle officine di Pietrogrado. Quelle di Pulitow sono da due giorni deserte. Devo infine registrare per debito di cronaca il ripetersi della voce, che trova un certo credito nei circoli liberali, secondo la quale il Ministro dell'Interno cercherebbe di formentare segretamente le agitazioni allo scopo di creare un pretesto alla pace separata e farne ricadere la responsabilità sulla popolazione. L'accusa è troppo grave per essere accolta senza positivi indizi tanto più che le conseguenze di siffatta politica sarebbero semplicemente esiziali per la Russia e per la dinastia. È tuttavia sintomo della situazione interna di questo paese il diffondersi di tali voci (1).

456

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB 359/61. Roma, 11 marzo 1917. ore 21.

Telegramma S. V. Gab. 97 (2) e 103 (3). Salvo decisione definitiva, quando sarà pervenuto rapporto S. V. 47 (4) Ministero Guerra d'accordo ,col Comando Supremo si dichiara favorevolE" ,in

massima a che l'Italia assuma controllo polizia ed accetta 'che detto ·controllo sia affidato colonnello Aulisio. A sostituire colonnello Aulisio nel controllo trasporti militari nel Peloponneso Ministero Guerra propone colonnello d'artiglieria Muricchio. Prego telegrafarmi suo avviso.

(l) -Ritrasmesso a Parigi, a Londra e al Comando Supremo con T. Gab. 365 del 12 marzo. (2) -T. Gab. 546/97 del 1o marzo, che non si pubblica: De Bosdari informa che nel progetto del generale Mombelli di ristabilimento dei controlli in Grecia, all'Italia sarebbe attribuito quello della polizia. (3) -T. Gab. 574/103 del 9 marzo, che non si pubblica. (4) -Rapporto n. 47 di De Bosdari, che non si pubblica.
457

L'AMBASCIATORE A TOKIO, CUCCHI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 611/13. Tokio, 11 marzo 1917, ore 5,20 (per. ore 22 del 12).

Quando testo rapporto rise.rvato di ·cui al mio teleg·ramma n. 11 (1), ·Che mi risulta già stato segnalato, Governo giapponese raggiungerà ·fra qualche giorno Tokio mia situazione qui insostenibile. Poiché debbo unicamente preoccuparmi di salva·re buone relazioni fra Italia e Giappone sia rpur sacrificando la mia persona, benché sicuro di aver compiuto il mio dovere, prego V. E. autorizzarmi a partire immediatamente in congedo via Siberia prendendo pretesto condizioni di salute di mia madre.

458

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE DI FRANCIA A ROMA, BARRÈRE

NOTA VERBALE. Roma, 11 marzo 1917.

Con nota 11 febbraio u.s. (2) l'E. V. s1 e compiaciuta inviarmi un memorandum ,col quale il Governo della Repubblica aderisce all'accordo intervenuto il 31 luglio ws. tra l'Italia e l'Inghilterra circa il Senusso.

Nel prendere atto della dichiarazione del Governo francese, sono lieto di esprimere a V. E. la ferma mia fiducia che questa adesione varrà a rendere sempre più cordiali le relazioni tra i due Paesi.

459

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 603/124. Pietrogrado, 12 marzo 1917, ore 11,30 (per. ore 16,36).

Anche oggi si sono ri!petute dimostrazioni popolari che hanno dato luogo all'intervento de1Ia forza pubblica. Ministro degli Affari Esteri mi ha detto che

voci fatte ·corre,re di gravi disordini e di impiego delle armi da fuoco da parte della polizia o dei soldati non sono vere e che v'era ,speranza anche in una prossima cessazione degli scioperi. Polizia diffonde però voci alla,rmanti e circola nei quartieri centrali raccomandando di non uscire di casa. È notevole l'insistenza colla quale ripetesi nei più svariati circoli di persone manifestazione di sospetti circa misteriose suggestioni che verrebbero fatte circolare fra gli operai per provocare dimostrazioni. Si osserva pure che queste potrebbero agevolmente· venire prevenute nei quartieri centrali ove invece continuano e si rileva che nella folla figurano pochissimi operai. Assicurasi infine che deficienza farina è molto relativa e ·che manca invece buona volontà da parte di alcune autorità per procura·rne sollecita distrbuzione. Da tutto ciò e da altre voci si vuole argomentare che vi siano persone interessate a fomentare agitazione (1).

(l) -Non rinvenuto. (3) -Cfr. n. 278.
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L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 610/54. Parigi, 12 marzo 1917, ore 21,35 (per. ore 3 del 13).

Mio telegramma gabinetto n. 52 (2).

Ho parlato lungamente con Briand dell'Asia Minore. Egli rtpetè il suo argomento dei diritti morali della Francia suUa Siria, poi ~com,prendendo l''insostenibilità della tesi che la Siria non debba essere tenuta in conto nel fare il confronto fra le varie zone fece notare che l'accordo di Londra parla di ripartizioni • équitables • non • égales • e alle mie osservazioni rispose che • équitables • ,si riferiva ad una ... (3) superiore a queHa fatta da noi, che era naturale che la nostra zona si limitasse a poco più del territorio di Adalia. Si dilungò a enumerare i vantaggi che l'Italia trarrà dalla guerra e arrivò a includervi il Dodecanneso...

Ricondotta la conversazione su di un terreno più pratico e cercando restringere divagazioni volute da Briand questi finì col dire che la Francia ha fatto tanti sacrifici colla cessione di Costantinopoli ai Russi e colla zona assegnata agli Inglesi che l'O!Pinione pubblica francese non potrebbe tollerare altri sacrifici. Lo pregai di considerare che anche la nostra opinione pubblica la quale sarebbe assai .giustificata se chiedesse... (3) fossero mantenute ·Colil'accordo Londra allorché già la Francia aveva fatto sacrificio alla Russia e prima che noi entrassimo spontaneamente nella guerra alla qua,le non eravamo costretti.

Briand mi assicurò che egli desidera ardentemente che la questione dell'Asia Minore finisca in modo da non lasciare alcuna nube fra l'Italia e la Francia e mi pregò di assicurare V. E. che nulla gli rincrescerebbe d'i ,più che sapere che V. E. può trovarsi in una situazione difficile per tale questione che con un poco di

buona volontà deve sistemarsi 'con reciproca soddisfazione. Briand ~concluse che non 'poteva dirmi di più ma mi assicurò che avrebbe sottoposto ,la questione al suo Governo attirando l'attenzione sugli argomenti da me addotti e ,che per .suo ·conto avrebbe cercato di fare le maggiori .concessioni possibili.

Quest'ultima parte della ·conversazione fu 'cordialissima e le dichiarazioni di Briand molto amichevoli. Lo conosco ancora tr~ poco per avere una opinione sicura sulla probabile sincerità delle sue parole e sul prattco risultato che se ne possa attendere. Credo potrebbe convenire rispondergli che le trattative di Londra saranno riprese quando egli mi dica ·Che questo nuovo esame della questione ha portato qualche modificazione nelle istruzioni impartite al

l'Ambasciatore di Francia a Londra (1).

(l) -Ritrasmesso a Parigi e a Londra con T. gab. 367 del 12 marzo. (2) -Cfr. n. 449. (3) -Gruppi indecifrati.
461

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 605/55. Parigi, 12 marzo 1917, ore 21,35 (per. ore 3 del 13).

Mio telegramma n. 50 (2). Briand mi ha parlato ,spontaneamente stam~me della spedizione in Palestina della quale sapevo che aveva parlato con Cambon.

Briand assicura non tratta11si di spedizione per mare ma sellliPliCemente di aggiungere un piccolo reparto di truppe francesi al coJ:1po di spedizione inglese nel Sinai onde la bandiera francese sia rcmpresentata in un territorio ove la Francia ha tante tradizioni.

Io lo intel"ll"Uppi completando la sua frase sul territorio in questione c che secondo gli accoJ:1di dovrebbe essere internazionale • e Briand approvò e spontaneamente disse che per conto suo non vedrebbe difficoltà 'Che anche l'Italia vi fosse ~aPIP!fesentata. Feci notare come questi ,suoi sentimenti non fossero facilmente ,conciliabili col segreto serbato verso di noi e Briand: assicurò che anche la Francia venne a sapere 'casualmente della possibilità 'che la spedizione inglese del Sinai proseguisse in Palestina e chiese allora ed ottenne di parteciparvi eventualmente con un piccolo reparto 'che nella sua 'conversazione con me indicò a volte 'colla :frase • qualche battaglione • a volte c un battaglione • e qualche volta c poche compagnie •, • forse una e di senegalesi •.

Avendo io ,chiesto cosa penserebbe egli qualora il Governo italiano ritenesse opportuno farsi rappresentare esso pure alle operazioni militari nella zona internazionale, Briand rispose sempli.cemente che ne sarebbe lieto ma che non credeva d interessasse mentre la Francia aveva grandi interessi tradizionali dalle Crociate in poi e per la protezione degli ordini religiosi in Palestina. Risposi ·che anche l'Italia aveva interessi tradizionali sia perché, se non erro, alle

Crociate presero ,parte anche gli Italiani, sia pe.r le tradizioni delle repubbliche marittime italiane, e finalmente che alcuni ordini religiosi sono protetti dall'Italia, ma ignoravo se queste ragioni avrebbero indotto il Governo italiano a volere essere rappresentato e ~solo lo ~chiedevo lieto di poter 'l'iferire ~che eventualmente il Governo francese vedrebbe la cosa senza :di,spiacere. Briand annuì semplicemente e ripetè ~che per la Francia non si trattava di un vero pratko contributo ma soltanto di una rappresentanza dell'esel'Cito ilrancese e aggiunse che :sapeva come nel Fa'l'lamento francese correva voce di una grande ~dizione, vo.ce sparsa dai suo.i avversari, certi ~che l'opinio.ne pubblica vi sarebbe co.ntraria. Concluse 'che e'gli pe11sonalmente credeva che la ~zione inglese non rimonterebbe verso nord e quindi anche la partecipazione francese non avrebbe luogo. Circa questo dubbio chiesi se niente altro di più preciso si poteva sapere in avvenire qui o se era meglio rivolgersi a Londra e Briand mi rispose che quest'ultima soluzione era la più consigliabile.

Mi permetto insistere sulla opportunità a cui accennavo col mio telegramma n. 50 di ottenere l'invio di battaglioni eritrei ~colle truppe inglesi che operassero rcontTo la Palestina. L'offerta anche ~se ~rifiutata toglierebbe valO're ad un argomento addotto da Briand drca l'Asia Minore e cioè che • il fatto di avere più o meno contribuito alla guena contro la TuPchia anche se non indicato nell'accorrdo di Londra non può a meno di essere tenuto presente •.

Non escludo ~che le cose stiano nei limiti indi'C'ati posteriormente da Briand, ma ~credo sarà bene attendere la versione che verrà da Londra prima di accogliere come certo quello che mi è stato comunicato qui (1).

(1) -Ritrasm<>••o a Londra e a Pietrogrado con T. gab. 374 del 13 marzo. (2) -Cfr. n. 448.
462

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 607/100. Londra, 12 marzo 1917, ore 22,23 (per. ore 5 del 13).

Mio ~telegramma gab.-n. 73 (2). In re!Plica ad analoga mia domanda Hardinge mi diceva testè che noti assaggi austriaci sono caduti nel nulla.

Aggiungeva Sua Signmia che per quanto egli fosse stato fin da principiO scettico circa il pratico risultato, non riteneva meno probabile che le mutate dispos~zioni austriache siano conseguenza dell'energico intervento personale dell'Imperatore di Germania (3).

templata dagli accordi di Londra •.

(l) Ritrasmesso a Londra e a Parigi con T. gab, 375 del 13 marzo con istruzione per tutt.i: • Prego V. E. comunicl'!re a codesto Govemo che noi pure, al pari della Francia, desidenamo cooperare con un piccolo nostro reparto al corpo di spedizione inglese in Palestina desiderando che la bandiera italiana sia rappresentata nella zona internazionale che è con

(2) -Cfr. n. 288. (3) -Ritrasmesso a Parigi e a Pietrogrado con T. gab. 368 del 13 marzo.
463

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. POSTA 677/103. Londra, 13 marzo 1917 (per. il 20).

Spedisco esem,plare (l) prima relazione CommLssione Parlamentare inchiesta Dardanelli. Sensazione è stata enorme. Pur volendo concedere più ampie circostanze attenuanti è impossibile dopo un imparziale esame conclusioni inchiesta disconoscere che Pll:'e\Potente impulsività di ChuriChill, ondeggiamenti di Kitchener, timida reticenza dei te•cnici militari e navali, e soprattutto incomprensibile contegno di passiva acquiesrcenza del Primo Ministro, :che, rimettendosene al parere di Churrchill, non credette nemmeno inteTrogare predetti tecnid presenti al Consiglio di guerra, hanno gradatamente travolto paese in una disastrosa avventura, ·che ha ·costato complessivamente quarantamila vite e trecento milioni di ·sterline. Ai rimproveri mossigli dai liberali per la inopportuna ;pubbUcazione, Governo ha potuto facilmente ecceJpire ieri alla Camera obblighi derivantigli da esecuzione di un atto del Parlamento. In realtà pubbUcazione risulta giovevole al Governo in questo momento :specialmente in ·cui, dopo il clamoroso passaggio all'opposizione dei Deputati irlandesi, esrso deve fronteggiare influente deputazione Lancashirre furibonda per dazi protettori imposti, .col consenso del Governo :centrale, da quello dell'India sui manufatti di :cotone. Se nei dibattiti di domani ·con le due frazioni suindicate facesse ·causa il grosso del partito liberale fedele ad Asquith, Governo potrebbe tro'Val1si in minoranza. Già s:i vocifera però che in tal •caso LJoyd Geor.ge non esiterebbe a !Procedere alla dissoluzione. Tale minacda ritiensi di natura ad influire sulle decisioni dei liberali, le :cui probabilità di disfatta in un'elezione generale sono ·cresciute dopo la pubblicazione dell'inchiesta.

464

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 990/106. Washington, 13 marzo 1 917.

V. E. sa delle criminose mene tedesche agli Stati Uniti, dei numerosi attentati all'ordine pubblico interno americano, delle pressioni esercitate sui corpi legislativi dai ·collegi eletto:rali dove più forte è l'elemento germanico, della viva ·ripercus8ione ·che tutto ciò ha avuto sull'attitudine del Signor Wilson di fronte ai problemi :che il :conflitto europeo ha sollevato anche nei II'iguardì di questo paese. Su questo vasto e temibile movimento gettano luce alcune cifre intorno alle colonie austro-tedesche qui ·stabilite.

Da computi che prendono a base il censimento nord-americano del 1910 risulta che gli austro-tedeschi attualmente negli Stati Uniti ascendono ad oltre Qtto milioni (8.282.618). Di essi, cinque milioni e mezzo (5.781.437) sono rappresentati da austro-tedeschi nati qui da genitori uno dei quali di origine au.striaca oppure tedesca; i restanti due milioni e mezzo (2.501.181) essendo costituiti da austro-tedeschi nati in Germania o in Austria.

I rcinque milioni e mezzo di austro-tedeschi nati qui sono per nascita cittadini americani. Dei due milioni e mezzo nati all'estero vi sono oltre un milione duecentomila (1.278.667) che hanno raggiunto l'età voluta per essere ammessi al voto politico. Di essi 899.000 sono naturalizzati americani, 92.000 hanno fatto domanda per esserlo e i rimanenti conservano la cittadinanza origina!ria.

I più forti nuclei austro-tedeschi si trovano negli Stati di New York, Illinois, Wiscoun:sin, Pennsylvania, Ohio, Michigan, Minnesota, New Jersey e California.

Le roifre SOjprastanti spiegano fra le altre rcose perché in Germania s.i continui a parlare di trecentomila e più riservisti tedeschi qui residenti, e giustificano le gravi preoccupazioni che la presenza di un così numeroso e compatto elemento genmanico desta presso questo Governo e desterà maggiormente nel prossimo avverars<i di aperte ostilità fra i due paesi.

(l) Non si pubblica.

465

IL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 115/35. Pechino, 13 marzo 1917.

Il dissidio fra il Prresidente della Repubblica Li ed il Presidente del Consiglio Tuan si è COI111POSto rcome era da prevede11si con una t11ansazione alla cinese intesa a salvare la •faccia dei due ,pe11sonaggi. Il Tuan ritornò a Pechino in seguito alle insistenze del Li; era ·convenuto che la linea di ·condotta politica propugnata dal primo non sa·rebbe ostacolata dal secondo ma rche il Parlamento sarebbe 'Consultato sulla questione della rottura colla Germania. Era già sicuro che la grande maggioranza delle due Camere era nella questione, per forza o per amore, cioè per timore del partito militare, legata al carro del Ministro della Guerra.

La •votazione alla Camera dei deputati ebbe luogo il 9 corrente. La sera stessa la Legazione di Germania rcomunicava la risposta alla Nota cinese concepita in tono conciliante ed intesa ad aprire negoziati per evitare la !l'ottura. A quanto mi viene assicurato da questo Ministro di Spagna, informa·to dagli stessi interessati, la risposta germanirca era in mano del Signor von Hintze da d11ca 15 rgiorni, ma era stata n-attenuta nella .speranza che la situazione si sarebbe ch.iarita senza la necec;sità di rtcorrere ad un mezzo poco decoroso ;pel prestigio degl'Imperi Centrali. Il Wai-Chiao Pu, sotto pretesto di malattia del Ministro, finse di non aver ricevuto il documento per evitare discussioni nel

Senato chiamato a deliberare l'indomani. La Legazione germanica· aveva però presa la precauzwne di stampare il documento e di comunicarlo a (pa.recchi senatori nella Slpe!I'anza di ottenere una reazione a favore dei buoni ~rapporti fra i due paesi. Il Senato votò a gronde maggioranza per la rottura diiplomatiea.

Già da pacrecchi giorni il Signor Beelaerts, Ministro dei Paesi Bassi ha fatto confidenzialmente sapere alle Missioni diplomatiche alleate ·che, in caso di rottura tra la Germania e la Cina, egli avrebbe, per ~struzioni del p·r<JtPI'io Governo, assunto la tutela degl'interessi germanici; egli suggerisce in (pari tempo il concentramento delle Guardie nem~he a Nankino.

Particolare interessante che dà un indizio della mentalità cinese e della prudenza indispensabile per parte dei rappresentanti alleati: in pubblici discorsi come nelle sue interviste pubblicate dalla stampa, il Presidente del Consiglio annunziò, per vincere le obbiezioni degli avversari, che il Governo cinese avrebbe ottenuto dagli alleati oltre un prestito, l'aggiornamento per 10 anni del pagamento dell'indennità Boxers; l'abrogazione di molte clausole dei trattati del 1901, il rialzo delle tariffe doganali, il tutto improntato al concetto della liberazione della Cina dal privilegio odioso goduto dagli stranieri. Queste dichiarazioni in parte avrebbero lo scopo di influenzare le Missioni estere nelle imminenti trattative. Non sarà la prima volta che si sono visti in questi ambienti politici simili parti della fantasia seguiti da spiacevole risveglio. Lo strattagemma non può se non produrre un effetto contrario a quello sperato ora sopratutto che la Cina si trova, anche per motivi di lotta fra partiti interni, impegnata irrevocabilmente nella via dagli alleati desiderata, senza necessità per i medesimi di fare eccessive e pericolose concessioni. Ormai su questo punto sarebbero in massima d'accordo quasi tutti i miei colleghi, tanto più che l'aiuto prestato da questo paese alla causa comune dovrebbe essere in proporzione dei vantaggi da corriSU)ondersi ai cine•si. Ora all'infuori del grave danno economico che ne risentirà la Germania, gli alleati poco (potranno aspettaiiSi all'infuoTi di quanto già r~avano dalla Cina in mano d'opera e materie prime.

Unisco ad ogni buon fine il testo francese della r,isposta germanica alla Cina (1).

466

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 620/106. Londra, 14 marzo 1917, ore 10,20 (per. ore 4,30).

Balfollil' mi ha detto oggi con preghiera d'informare V. E. che la visita a Londra dei ministri Ribot, Thomas e Liautey, accompagnati dal Generale Nivelle, ha avuto per iscopo di discutere la questione attinente alle operazioni militari anglo-francesi sul fronte occidentale (2).

(l) -Non si pubblica. (2) -Ritrasmesso al generale Cadorna con T. gab. 379 del 15 marzo.
467

IL SOTTO CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, PORRO, AL MINISTRO DEGLI ESTEHI, SONNINO

T. GAB. 618/4820. Villa Italia, 14 marzo 1917, ore 11,50 (per. ore 12,15).

Generale Romei in data del 13, ore una e venti, telegrafa dal Gran Qua·rtiere Generale russo quanto segue:

• N. 167. A Pietrogrado la situazione si è aggravata seriamente. Di~ostrazioni hanno assunto carattere politico ·Con bandiera rossa e grida di viva la pace, abbasso la guerra. Parte della truppa fraternizza col popolo. Due reggimenti della guardia ,si sono ammutinati. Un ufficiale .su.:periore Voralberg ucciso. Parecchi feriti. Duma rinviata. Gabinetto dimissionario. Sua Maestà l'Imperatore 1che travasi a questo Quartiere Generale parte domani martedì :per Pietrogrado. Tutti i Generali di questo Comando Supremo non nascondono che situazione è allarmante. Generale Alexeieff p•reoccupatissimo. Generale Romei •.

468

IL SOTTO CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, PORRO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 617/4016. Comando Supremo, 14 marzo 1917, ore 12,50 (per. ore 13,40).

Generale Romei in data del 13 corr. ore 21,40, dal Gran Quartiere Generale russo telegll'afa quanto segue:

• N. 162 -Pietrogrado è in piena rivoluzione. Tutta la guarnigione è passata ai .r~voltos!i. che hanno aperto le ·prigioni e occupato posta, telegrafo e uffici pubblici. Nessuna autorità funziona. È stato costituito il Governo provvisorio con Rodzianko e Miljukoff. Incendiati i palazzi di noti reazionarii. Il movimento rivoluzionario non si dimostra ·contrario alla guel'lra, non ostacola il movimento treni e la corr~spondenza teleg.rafka ·col fronte. È rivolto •contro partito di Corte ed il Governo. Il Generale Alexeieff ha supplicato Sua Maestà l'Imperatore di concedere un Ministero liJberale ma non è stato ascoltato -Generale Romei •.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 377. Roma, 14 marzo 1917, ore 14.

(Per Parigi) Ho telegrafato al R. Ambasciatore a Londra quanto segue: (Per tutti) Con dispaccio 11 marzo ho •comunicato a V. E. Nota con cui Ambasciata di Francia dichiara aderire accordo italo-britanntco Senussi (l) e copia

mia Nota con cui prendo atto di questa dichiarazione (1). Rodd avendomi fatto osservare ·che nell'ottobre u.s. •sarebbero corse delle intese secondo le quali adesione :lirancese dov.rebbe dsultarre in uno scambio di Note a Londra, autorizzo

V. E. ad agire in conseguenza (2).

(l) Cfr. n. 278.

470

IL SOTTO CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, PORRO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 625/4960. Comando Supremo, 14 marzo 1917, ore 17,40 (per. ore 19,10).

Il Generale Romei in data 13 ore 19,30 dal Quartiere Generrale russo telegrafa quanto ,segue:

• 168. A Pietrogrado situazione gvavissima. Guamigione divisa in due parti. Duma nonostante aggiornamento risiede in permanenza, protetta da due reggimenti di fanteria della Guardia. Se S. M. l'Imperatore nominerà il Ministero fra maggioranza Duma, la m·isi ,potrà essere superata; ma se seguirà la corrrente reazionaria (.partito dell'lmperatrke) sono da preveder:si avvenimenti che potranno influire radi·calmente sull'andamento delle operazioni militari. Stampa ed esercito simpatizzano il movimento parlamentare popolare. Generrale Romei •.

471

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 621/127. Pietrogrado, 14 marzo 1917, ore 14 (per. ore 4,50 del15).

Legazione di Russia a Berna teleg.rafa che in quella •capitale trovasi Radeff ex Ministro di BulgaTia a Bucarest il quale va diffondendo voci circa possibile pa·ce •con la Russia. L'Incarilcato d'affa.ri imperiale ha ricevuto istruzioni analoghe a quelle impartite a Necliudoff per Rizoff e !Cioè di .rispondere eventualmente a Radeff che se Bulgaria ha intenzione di trattare la rpace deve nominare all'uqpo un rapiPiresentante ufficiale che eS~P<>nga le sue proposte agli alleati. Si ritiene però che Radeff al pari dii Rizoff non abbia che intenzione di intimorire germanici (3).

(l) -Cfr. n. 458. (2) -Sulla copia di questo telegramma conservata nell'archivio della ambasciata di Londra si trova la seguente annotazione: • Parlatone con Graham -che mi farà sapere -20-Ill-1917 •. (3) -Ritrasmesso a Londra, a Parigi e alla Legazione a Berna con T. gab. 380 del 15 marzo.
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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 627/151. Pietrogrado, 14 marzo 1917, ore 14 (per. ore 4,50 del15).

Bloeco liberale cui si è aggregato un gruppo di estrema sinistra nonché gruppo prog:resslista (già dissidente) ha oggi seduto in permanenza nel palazzo ::li Tauride ed ha trattato con la delegazione dei reggimenti ammutinati buona parte dei quali era riunita nelle adiacenze per eventuale difesa della Duma. La delegazione e le truiP!Pe avendo dichiarato di volere la continuazione della guerra fino alla vittoria la Duma ha acconsentito di fa:r1si intermediaria fra i ribelli ed il Sovrano ed ha nominato a tal uopo un Comitato di De\l)utati composto di dodici membri raPipresentanti varie frazioni del bloc1CO e fPl"esieduto da Rodzianko. Questi inviò poscia un telegramma all'Imperatore nel quale in termini molto rispettosi ma franchi rammentava la gravità della situazione e l'urgenza di .ripararvi costituendo un Gabinetto ~che riscuota la nducia del pubbHco. Dal canto suo il Governo ha telegraficamente sottoposto all'Impe,ratore le seguenti sue proposte:

l") Aggiornamento della Duma fino al dodici aprile.

2") Conferire la gerenza del Ministero Interno al Generale Nacarenco Presidente del T~ribunale militare lasciando Protopopoff in disa;lall"te.

3") Conferire il potere dittatoriale al Presidente del Consiglio con facoltà ji sostituire i Ministri.

Il telegramma rende noto altresi il desiderio di Galitzine di essere esonerato dalla P:restidenza del Consiglio. L'Imperatore dovrebbe giungere domani 15 a Pietrogrado e decidere su tali proposte. Oggi sono continuati i disordini. Porte delle pri:gioni denominate Croati sono state aperte, residenza di Protopopoff è sta,ta invasa e saccbeggiata, palazzo del Tribunale messo a fuoco, armi tolte dall'arsenale di artiglieria distribuito. Ai due reggimenti ammutinati altri cinque :sii sono uniti e si crede che altri rpure ne seguiranno l'esempio. Ufficiali si sono eclissati ed i rarissimi cil"lca sei ~che hanno res,istito sono stati uccisi. In realtà anche gli ufficiali simpatizzano colla rivoluzione. Da Carskoe Selo e da Pavlosc sono stati chiamati reggimenti reputati sicuri ma se le defezioni continuano sulla scala d'oggi maggioranza che per ora è fedele sarà soverchiata. Movimento tende sempre più ad assumere carattere politico e mira ad ottenere un regime meno personale da parte della Corona, l'eliminazione delle influenze reazionarie ritenute favo;revoli alla pace ed un'affermazione del princLpio costituzionale specialmente nei ri:gual"ldi della Duma (1).

(l) Ritrasmesso a Parigi, a Londra e al Comando Supremo, con T. gab. 384. del 15 marzo.

473

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 622/105. Londra, 14 marzo 1917, ore 22,40 (per. ore 6,50 del15).

Telegramma di V. E. n. 375 (1).

Feci oggi a Balfour la .pres,orittami •comunicazione osservando che dato il futuro concordato di carattere internazionale Palestina, la congerie d'intere~i storici e•conomiJCi e ·religiosi italiani, e l'aver già •consentito la ·coqperazione francese, io mi aspettavo a che la •collaborazione del Governo o di Sua Maestà :riceverebbe una favorevole accoglienza. Il Segretario di Stato non ha sollevato alcuna obiezione pur riservandosi di darmi una risposta definitiva. Per [a quale ,Jresumo egli debba ottenere la previa sanzione del Gabinetto di guerra. Ho notato la grande ironia, con la quale Balfour ha accennato all'·efficacia della offerta illusoria francese. A rinfrescare la memoria del Segretario di Stato gli faccio stasera stessa pervenire un breve memorandum (2).

474

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 626/154. Pietrogrado, 14 marzo 1917, ore 21,48 (per. ore 11,05 del15).

Secondo versione di deputati amici del Comitato parlamentare, lmperatore partito ieri da Hoghilof alla volta di Mosca con intenzione di organizzare colà la repressione dei moti di Pietrogrado si troverebbe alla stazione di Bologoi ove gli insorti avrebbero · trattenuto stazione (sic) Imperatore di Russia. Si aggiunge che una delegazione del Comitato di Pietrogrado da tempo già partita ;per Bologoi .con mandato di chiedere allo Czar !Propria abdicazione in !favore Granduca ereditario Ales-sio sotto -reggenza Granduca Mi'Chele fratello di Sua Maestà e con Principe Lvof (ben noto libera•le di Mosca) quale Presidente di un Consiglio dei Ministri ~onsabile dinanzi alla Duma. Per quanto concerne mandato suddetto mi è telefonato ora da Pocrowsky che Comitato parlamentare non ha stabilito ancora dò che debbasi chiedere all'lmperatore e che della surriferita versione conferunasi solamente fermata treno iin(periale a Bologoi. Egli mi ,s·egnala pe•rò ailiChe la versione del prossimo arrivo dell'lmpelratore Ca11skoe Selo con intenzione di fare ogni concessione 111agionevole che gli venga richiesta. PietrogradJo è pressoché ·CO!ll!Pletamente nelle mani degli insorti i quali per vero dire ·Si sono afirettati a ristabilire l'ordine ;per quanto fu possibile in ciò efficacemente diretti dal Comitato parlamentare al quale la

grandissima parte di loio fa capo. Reati contro le pr~.rietà e persone e lo stato di ubriachezza .sono tosto e eseffi1Plarmente puniti e operai sono invitati r1prendere il lavoro. Interwento delle tl'U!Ppe alla rivoluzione le ha impresso foll'ma relativamente ordinata ed acquiescenza qua1si generale la ha resa finora poco sanguinosa. Acquiescenza è dovuta in gran parte al lungo malcontento contro Governo ed al ~sospetto ~che parte di esso obbed1sce a influenze internazionali. Difficoltà alimentari diedero poi occasione alla esplosione dei r~sentimenti. Generale Ivanov non è ancora arrivato. Del resto se non condurrà seco truppe non potrà contare per combattere ribelli che su poca cavalleria Cosacca, sui corazzieri di Zarskoi,selo, sulla cavalleria della Guardia, ben ,poca ~cosa di fronte al numero dei ribelli e dal mov1mento che si estende anche alle vicine sedi militari di Granienbaum e di Krasnoiz Selo. Egli potrebbe forrse richiamare intorno a sé i militari ll"tbelli con un'amni1stia e con le concessioni liberali. Sul suo atteggamento nulla è noto finora. Altro punto incerto della situazione è quali siano le forze del partito estremo della rivoluzione che chiede la repubblica sociale e la pace. Esso è ·certo limitato di numero ma è attivo nel cer

care reclutamento fra gli operai. È urgente che un Governo forte sia costituito per troncare sul nascere il peric>olo di un simile movimento. I militari salvo insignificanti frazioni sono uerò tutti per il Comitato parlamentare nel cui programma figura in primo luogo la guerra. Protopopoff è stato arrestato e trovasi con gli altri arrestati politici in un edificio dipendente dalla Duma (1).

(l) -Cfr. nota del n. 461. (2) -Ritrasmesso a Parigi con T. gab. 381, del 15 marzo.
475

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 930/30. Addis Abeba, 14 marzo 1917, ore 16 (per. ore 22 del 16).

Rispondo suo telegramma n. 321 (2). Mio Collega Inghilterra mi ha intrattenuto a diverse riprese sull'opportunità concretare d'accordo fra i Ministri di Francia, Italia, InghilteXTa uno schema di riforme d'amministrazione intema Abissinia e specialmente per quelle giudiziaria e doganale. A tale riguardo nella conve.rsazione avuta oggi fra noi, discuss1 opportunità esaminare, definiTe singoli interess,i e singola azione immediata delle tre Potenze onde evitare che come per il passato esse possano trovarsi in concorrenza od in opposizione. Tale scambio d'idee ebbe però sempre carattere ac·cademico; per parte mia ritengo che è possibile proposizione Governo britannico possa essere di qualche utilità, ma sono nello stesso tempo convinto ~che il GoiVerno etiopico è ancora ben !ungi dall'esseTe d~osto accogliere qualunque nostro inteTVento e qualunque proposta tendente modificare radicalmente amministrazione intema paese ed ho motivo di credere ·che mio Collega Inghilterra si faccia troppe illusioni in qualunque caso.

(l) -Ritrasmesso a Parigi a Londra e al Comando Supremo con T. gab. 383 del 16 marzo. (2) -Cfr. n. 445.
476

IL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 117/36. Pechino, 14 marzo 1917.

Essendo :stati convocati per oggi da questo Min~stro degli Affari Esteri Wu Ting Fang aUo scopo di ricevere notificazione della rottura de1le relazioni diplomatiche avvenuta tra Cina e Germania, i Rél!Pipres!6ntanti alleati si sono riuniti stamane per deliberare sull'atteggiamento :concorde da osservarsi di fronte alle probabili nuove domande del Governo cinese in tale occa:sione.

Venne deciso di presentare al Ministro Wu un memorandum contenente sei quesiti intesi a determinare l'estensione e le conseguenze della rottura diplomatica tra la Cina e gl'Imperi Centrali.

Il Ministro degli Affari Esteri ci annunziò difatti nel pomeriggio di oggi la .consegna dei passaporti al .,_pei1sonale di:plomatko e ·consolare germanico residente nella Repubblica. Poi richiamando gli assaggi operati dal Governo cinese per mezzo del Signor Lu Tcheng Tsiang, di :cui ho riferito :con tele·gramrna n. 4, in data del 17 febbraio ws. (1), il Dottor Wu d presentò un memoriale in cui vengono sotto[losti all'esame dei Governi alleati le domande del Governo cinese, con indicazione del cordsp·ettivo da prestarsi a carico della Cina a favore degli Alleati. Dall'esame di tale documento, che ho l'onore di unire in ~copia,

V. E. potrà rilevare come le Siperanze formulate da questo Governo in materia di ·conces1sicni, sono del tutto diver:se da quelle •Comunicate rpreviamente dal Signor Lu Tcheng Tsiang ed ora in corso di esame per parte dei Governi intereo1sati. Questa dive11genza che eil'a .prevista, :come ri.ISulta dal mio rapporto in data di ieri (2), non ha mancato di produrre una mediocre impressione fra i Rappresentanti alleati i quali decisero di riunirsi per fare una ·comunicazione telegra.fi:ca identica sull'argomento ai il'ispettivi Governi.

Il Signor Wu ci annunziò ·che le nuove domande in parola sarebbero anche comunicate per mez.zo delle Legazioni di Cina all'estero presso le sette Potenze interessate. Si•ccome vi è perkolo che questa procedura e il tentativo già altre volte fatto dal Wai~Chiao Pu di strappare nuove promesse in Europa in contrasto •colle cose già convenute a Pechino, potrebbero dar luogo ad una nociva condotta delle trattative, il MiniJstro di F>rancia, pe'l' incarico dlei suoi colleghi, fec·e intendere al Dottor Wu ·che i negoziati dovevano ·concentrarsi in questa capitale. Il Min1stro degli Affari Esteri consentì in ,principio e d ,pre:gò intanto di trasmettere le domande anche prima della risposta ai memorandum delle Rappresentanze alleate. Mi riservo, col prossimo corriere, di riferire a V. E. sull'ulteriore ·svolgimento della questione e di telegrafare la ~sostanza deLle deci.sioni prese di comune accordo fra le Legazioni alleate. Mi basti per ora rilevare che le :nuove esigenze o meglio dire le vane speranze del Governo cinese non incontrano

favore fra i miei colleghi, i quali, in massima ritengono pur!e non essere nemmeno il caso di prenderli in esame nella parte attuabile se non quando la Cina avrà promesso di mettere in esecuzione le condizioni poste dai Governi alleati per la benevola presa in considerazione delle prime e ragionevoli domande contenute nel mio telegramma n. 4.

.ALLEGATO

l. With respect to the respective shares of the Entente Powers of the Indemnities of 1901, it is hoped that they will, with the good intention of assisting China's finances, suspend the payments for a period of ten years, after which period, the annua! .payments accor<Ji,ng to the originai instalments, without any addition of interest are ·to be resumed.

2. -The Chinese Government hopes that the foreign Powers, with the good intention of assisting China's finances, will agree to an immediate imposition of a surtax of 5% on the present impol't duty. In the meantime, the Chinese Govemment wilil .rev>i•se the customs tariff and after revision, ·levy an effective 7% % duty. So soon as the Chinese Government shall have abolished likin, the· duty will be raised to the effective 12lfz% stipulated for in the commerciai treaties of 1902, 1903, and 1904 with Great Britain, Japan, the United States, and Portugllll. The transit dues of 2%% will be abolished when the duty is raised to 121fz%. 3. -It is hoped that the prov.isions contained in the Protocol of 1901 and accessory documents which tend to impede the effectiveness of the precautionary measures of the Chinese Government vis-à-vis the Germans, e.g. those respecting the inability of the Chinese troops to be stationed within a radius of 20 li of Tientsin and the presence of foreign troops in the Legations and along the railway, will be cancelled.

The Chinese Government undertakes towards the Entente Powers the following two responsibilities only:

l. Supply of primary materials.

2. Assistance in respect to labour.

ALLEGATO II

14 marzo 1917.

Afin de permettre à leurs Gouvernements d'apprécier l'extension donnée par le Gouvernement Chinois à ·la rupture des relations diplomatiques avec l'AUemagne, les Représentants des 7 Gouvernements Alliés seront reconnaissants au Ministre Chinois des Affaires Etrangères de donner des précisions sur les points suivants:

I. La rupture s'étend-elle à l'Autriche-Hongrie?

II. Quel sera le sort des Secrétaires de la Légation d'Allemagne, des Consuls Allemands, de l'Agent financier, M. Cordès, et de l'Attaché Commerciai, M. Eggeling, et des autres fonctionnaires AHemands?

III. Quel sort sera réservé aux Concessions? Comment procédera-t-on, d'accord avec les Légations AUiées, au désarmement des trou.pes?

IV. -Que1les mesures seront prises à •l'égard des bateaux aUemands et autrichiens dans les ports chinois? V. -Sort des employés aUemands et autrkhiens au service de J.a Chine?

VI. Traitement applicable aux particuliers, mobilisables et autres et aux maisons de commerce?

(l) -Cfr. n. 319. (2) -Cfr. n. 465.
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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 615/150. Pietrogrado, 15 marzo 1917, ore 9,55 (per. ore 17,30).

Risulta •che nel conflitto del pomeriggio di ieri numero dei morti oltrepassò il centinaio e quello dei feriti 200. Testimoni affermano che polizia fece uso delle armi senza previa intimazione e lasciando avvicinare i dimostranti che stante loro divisione in .gruPIPi procedenti da vari punti potevano venire dispersi dalla ·Cavalleria come era stato fatto giorni precedenti. Notte trascorse tranquilla, ma questa mattina si apiPrese che reggimenti della guardia • Peobra.gensky • e • Litovsky • si sono ammutinati dichiarando di voler fare .causa comune col popolo e appoggiare deliberazioni che Duma aV!rebbe oggi adottato. Una loro delegazione ,s,i recò ad annunziare tale decisione alla presidenza della Duma. Consiglio dei ministri riunitosi d'urgenza telegrafò allo Czar al Quartiere Generale prQponendogli l'aggiornamento Duma sino .A!prile, •stile russo, e creazione di una dittatura militare per Pietrogrado. A quanto sembra, blocco liberale non insorgerebbe •contro questo provvedimento IPWI1Ché nel frattellljpo venissero chiamati al Governo uomini di 1sua fiducia, ma tsino a questo momento il contegno della Duma non è fissato. Disordini di oggi sono singolarmente aggravati dall'intervento dei militari ammutinati •che, penetrati nell'a11senale di artiglieria, si sono impadroniti di armi ·che distribuirono ai dimostranti. Conflitti con !POlizia ne •sono risultati più numerosi e cruenti; computo vittime non !PUÒ finora precisarsi (1).

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IL SOTTO CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, PORRO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 629/5022. Italia, 15 marzo 1917, ore 21,15 (per. ore 21,45).

Generale Romei in data 15 da Gran Quartiere Generale russo telegrafa quanto segue:

• Comunicazioni con Pietrogrado diventano difficili. Ipotesi sono incerte. Di skuro si sa ·Che il treno imperiale è stato fermato dai rivoltosi a Orasno (?) e non può raggiungere Pietrogrado. Imperatore di Russia è perciò di fatto prigioniero de·gli insorti. Dicesi anche ·che l'lmperatrice e figli. siano prigionieri degH insor:ti nella loro dimora di Cal'skoie Selo. Il Governo provvisorio ha preso in mano ogni cosa e ·cerca di ristabilire l'ordine. Sarebbero candidati al Ministero Sazonoff, Polivanoff, Gregoriovic, il Principe Lvoff e altri nomi molto bene quotati. Si sarebbe .provveduto per •salvare la vita dei membri della famiglia regnante: si dice di una reggenza del Granduca Nicola fino alla maggiore età dello Czarevitch. Il ,partito democratico socialista sostenuto dalla grande mag

gioranza degli operai tenta di costituire un Governo repubblicano con obbligo di concludere al più presto la pace. Protopopoff e il procuratore del Santo Sinodo sono ,prigionieri nella fortezza di Pietropaolo. Fra i fabbricati assaliti è l'Hotel Astoria dove abitano gli ufficiali delle missioni militari estere e i diplomatici

Vi sono stati morti e feriti. Tutti gli Italiani sono incolumi e rifugiati ora alla nostra Ambasciata. In totale i morti a Pietrogrado sarebbero 1.800. Tutto ciò che riguarda le operazioni militari è sospeso. Lo Stato Maggiore di Pietrogrado non può funzionare nè comunicare con l'estero •.

(l) Ritrasmesso a Londra, Parigi e Comando Supremo, con T. gab. 378 del 15 marzo.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. P. 635/s. N. Londra, 15 marzo 1917, ore 9.42 (per. ore l del 16).

Ad un certo punto del colloquio di ieri Balfour, nel ringraziarmi con molta effusione per i miei sforzi conciliativi e premesso che mi parlava da amico ad amico, mi disse essere egli animato da profonda simpatia per V. E. perchè, a prescindere da tutto il resto, riconosceva e deplorava che in Questo negoziato dell'Asia Minore Ella era stata • illused •; si rendeva del pari pieno conto della primaria importanza politica della questione, avrebbe però desiderato che V. E. dal canto suo non lo rendesse responsabile di errore da lui non commesso, l'aiutasse col consentire alla prosecuzione della discuss~one e coll'autorizzarmi a parlare un poco più in riunione... (l) a superare le grosse difficoltà nelle quali egli si dibatte. Risposi nel senso indieato nell'altro mio telegramana N. 107, (2) facendo osservare a Balfour che la sua proposta così radicalmente contraria alle nostre domande non era certo di natura ad attenuare in V. E. la giUJStificatissima amarezza cagionatagli da tutto l'andamento complessivo di questo d'avvero increscioso negoziato, argomentazione questa sulla Quale non ritornavo avendo ormai insistito a sazietà. Era facile per lui trincerarsi sull'errore altrui, ma le rinnovate deplorazioni non seguite da qualsiasi tangibile indizio di avvicinamento alle nostre vedute, non sono suffieienti a cancellare le tracce del penosissimo passato. Da un accenno confidenziale fattomi tempo fa da persona di fiducia di Balfour, ho capito che egli è rimasto personalmente ferito dall'accoglienza fatta alla sua proposta, e soprattutto del silenzio assoluto serbato da V. E. con Rodd sull'argomento dopo l'ultima nota conversazione. Ho creduto doveroso riferire quanto precede per opportuna informazione di V. E. per il caso in cui Ella credla confacente ai nostri interessi d'incaricare Rodd di qualche messaggio per Balfour del quale in presenza della stupefacente e preoccupante agilità di Briand potrebbe convenirci di non urtare troppo la vanità ed il sentimento personale, e che Le avrà riferito Scialoja od Aldrovandi, desidererebbe vivamente, al pari di Lloyd George, conferi;re con V. E.

Il) Gruppo indecifrato.

(2) Cfr. n. 481.

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IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 631/50. Stoccolma, 15 marzo 1917, ore 18,15 (per. ore 4 del16).

Ieri sono cominciate le conferenze fra il Governo ed i capi dei democratici per chiadre la s[tuazione parlamentare.

Questo Ministro degli Affari Esteri ha detto che spera si addivenga ad una intesa, ma che essa sarà laboriosa e che Hammarskjold col suo carattere e colle sue maniere non la facilita pur desiderandola in fondo. Le questioni prese in esame finora sono l'accordo commerciale coll'Inghilterra, il credito per la difesa della neutralità e il rinnovamento della legge sui rapporti commerciali coll'estero che scade alla fine del mese, che i partiti democratici vedrebbero volentieri scomparire ed a cui Hammarskjold tiene invece moltissimo.

Mi risulta -che i tre capi del partito conservatore premono su Hammarskjold perchè addivenga ad un coffi!promesso con l'opjposizione democratica, ciò che dimostra che si sentono deboli di fronte al paese e forse anche di fronte al Re. E.ssi hanno insistito perchè Hammarskjold accettasse l'accordo commereiale coll'Inghilterll"a .sebbene due di essi vi si fossero prima mostrati decisamente avversi nel Comitato segreto parlamentare.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 633/107. Londra, 15 marzo 1917, ore 21,42 (per. ore 6,10 del 16).

Ricevetti ieri mattina una lettera particolare di Balfour chiedente se avevo obiezioni a che egli comunicasse a Cambon e Nabokoff il noto mio memorandum. Recatomi nel •pome~riggio a vederlo gli dissi •che il memorandum redatto di mia iniziativa, approvato in tesi generale da V.E., aveva .per unico scopo dii dimostrare a lui personalmente con argomenti, ·che a me sembrano irrefutabili, la stridente sproporzione fra la zona propostaci e quella francese. Se egli riteneva che la comuni·cazione giovasse ad affrettare l'equa soddisfacente soluzione, io me ne rimettevo al suo giudizio, e lo lasciavo libero di agire per lo meglio senza esprimere akun pare•re. Avvertivo però che in ogni caso la comunicazione non l)oteva implicare una ripresa della conve11sazione ufficiale a quattro, la quale continuata sulla base della proposta inglese non ha alcuna probabilità di condurre a risultati pratici per motivi ampiamente spiegati. Chiesi poscia a Balfour se aveva intanto esaminato il mio memO'randum personalmente. RiSJPose affermativamente aggiungendo che si proponeva di comuni-carmi sue contro-osserva'lioni. Dopo di 'che riprese ad insistere sull'equità ed impo,rtanza vantaggi della zona offertaci, sulle intenzioni concilianti che aveva sua proposta ecc. RerpiLicai che non potevo in al·cun modo consentire nei suoi apprezzamenti. Più esaminavo

le pr<~poste, più irre:liutabile e stridente mi appariva la sproporzione complessiva con la zona francese. Avendo qui Balfour decantato ~'importanza e il valore dell'Anatolia sud-occcidentale, ossewai che a prescindetre da tutte le altre considerazioni sul resto delle nostre domande, l'eliminazione di Smilrne toglieva a quella regione la testa ed .il cuore e ne riduceva il valore del novanta per ·cento. Aggiunsi che del resto il miglior argomento a sostegno della mia tesi sulla spro,porzione era stato fornito dallo stesso Briand .con la nota inammissibile teoria svolta a Salvago. Replicò Balfour •che le teorie Briand erano evidentemente c preposterous • ed egli le c spazzava via • senz'altro, ma d'altra parte non mi poteva nascondere che trovava del pari eccessive ed inammissibili le nostre domande di tutta la regione tra Smirne e Mersina, ossia prattcamente della quasi totalità dell'Anatolia. Ribattutogli che un esame imparziale sulla base diegli argomenti addotti nel memorandum del R. Governo ed anche in quello mio privato mi dimostrava a sufficienza l'equità in base al trattato dell'insieme delle nostre domande osservai che comunque la proposta inglese ne aveva a priori escluso entrambi i capi saldi principali; eliminazione questa, che aveva motivato e motivava il persistente nostro rifiuto a prenderla come base di discussione. Ripetute poi le ·considerazioni di primaria importanza politica che rendono urgente ed indispensabile una soluzione conforme ai nostri diritti e tutelante sul serio gli interessi politici ed economici fra le varie Potenze, dichiarai candidamente che non vedevo alcuna possibilità d'intesa sulle basi della sua proposta, ricordai pure l'osservazione fattagli dal Ministro Scialoja che cioè l'opinione pubblica italiana non comprenderebbe e si ribellerebbe contro l'accettazione da parte del R. Governo di una qualsiasi zona della quale fosse esclusa Smirne. Rammentai pure al riguardo le note dichiarazioni fatte da Grey a me e ripetute da Rodd a V. E. dopo la comunicazione del nostro memorandum. Sorvolando su Smirne, riprese Balfour che nessuno più di lui si rendeva conto dell'importanza politica di questa intrigatissima questione ma gli pareva che noi col contegno rigido assunto e col rifiuto di proseguire la discussione a quattro non lo aiutassimo a superare la grossa difficoltà. Risposi che avendo col consenso di V. E. presentato le mie osservazioni e mostratogli il desiderio di trovare una base equa e accettabile non vedevo da parte nostra che cosa potevamo fare di più. Ritenevo invece che spettasse a lui di trovare la via di uscita presentandoci una proposta più equa e pertanto prestantesi ad amichevole discussione. Se intransigenza vi è nella presente controversia, essa non è dimostrata da noi ma dagli Alleati, specialmente dai francesi che cavillano e sofisticano, troP!po presto o tro.PtPO facilmente dimentichi di fatti ed afl"gomenti importanti che a!Vrebbero !pOtuto ispirare loro un contegno molto diverso. Replicò Balfour, ripetendo l'usata deplorazione sulla estrema difficoltà di trattare con i francesi. E con una rinnovata mia caldissima esortazione a riflettere sulla serietà della questione e alle molteplici serie conseguenz.e, ed una vaga affermazione di Balfour sui suoi intendimenti concilianti ed amichevoli, sulla necessità d'intenderei ecc., terminò il •colloquio, del quale per quanto .cordrialissimo ne fosse stato il tono, non posso dire aver tratta impressione piacevole e fondata speranza che l'annunziatomi memorandum, !imitantesi piuttosto a una semplice confutazione degli argomenti del mio, possa costituire un buon passo verso la desiderata soluzione. Il contegno di Balfour

parmi rilevare chiaramente l'imbarazzo in cui si trova la perdurante ostinazione francese contro qualsiasi ,concessione pe·r Mer:sina e la preoccupazione di recriminazioni parlamentari ·cui questo Governo sarebbe esposto se, dandola vinta ai francesi, dovesse per imperiose esigenze politiche contentare l'Italia col sacrificare in altri termini gli interessi comme«iali britannici a Smirne, dopo l'abbandlono di Alessancb-etta ·già vivamente deplorato nei circoli informati.

Su questa situazione mi pare doveroso attirare l'attenzione di V. E. perché Ella ne possa trarre norma nell'ulteriore direzione del negoziato.

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IL CONSOLE A MOSCA, GAZZURELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 638/4939. Mosca, 15 marzo 1917, ore 14,10 (per. ore 9 del 16).

Facendo seguito al mio telegramma cifrato di ieri mattina mercoledì 14 corrente n. 4931 (1), ho l'onore d'informare V. E. che oramai tutte le truppe di questa guarnigione appoggiano il nuovo regime, e che tutti i posti ed uffici governativi sono nelle mani del Comitato provvisorio sedente in permanenza al Municipio. Il Generale Comandante in Capo è agli arresti insieme ad altre persone influenti del vecchio regime. Non si hanno a deplorare in tutto questo storico sconvolgimento che due soli uccisi, ed è stato, ed è, ammirevole il contegno calmo e dignitoso di tutta la popolazione e dell'enorme massa operaia con· centrata in questa vera capitale del sentimento slavo. Stamane sono usciti già i pr,imi giornali e per domani si attende che tutte le fabbriche riprendano il lavoro per 'COOjpel"are, come è ferma volontà di questa nazione, al proseguimento della guerra con ma•ggiore energia e colla sicurezza della vittoria. Dubitando che questo telegramma in cifra e quello di ieri siano trattenuti prego segnamni ricevuta con telegramma urgente. Comandante Divisione Militare, ufficiali, agenti di polizia dell'antico Gòverno sono stati a:m-estati e si organizza il nuovo.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 637/152. Pietrogrado, 15 marzo 1917, ore 18,15 (per. ore 12 del 16).

Nel pomeriggio di ieri il Governo ha proclamato stato di assedio nominato generale Zankevic sotto capo di Stato Maggiore a comandante truppe rimaste fedeli. Comitato parlamentare provvisorio (di cui al mio telegramma 151) (2)

ha emanato proclama invitante popolazione alla tranquillità assicurandola che servizi pubblici saranno ben presto ripresi e che distribuzione pane avrà luogo regolarmente. Tutta la regione orientale della città è in mano degli insorti che stanno impadronendosi anche della pa.rte ·centrale. Notte scorsa abitanti Hotel

• Asto['ia • ,che è accanto alla R. Ambasciata furono invitati truppe ribelli a da['e assicurazione che dall'alber-go non si sarebbe aperto fuoco contro di essi. Malauguratamente stamane furono scoperte mitragliatrici funzionanti dal tetto. Fu questo il segna,le d'un assalto generale contro l'albergo che in breve fu invaso e occupato. Nani Mocenigo, Taliani, Trombetti, Borsarelli, Viola missione commerciale compreso Bugamano, ·che vi abitavano, dopo aver cor.so perkolo per il grandinare dei proiettili hanno potuto mettersi in salvo alla R. AmbaJsciata che ho aperto per rifugio a tutti gli italiani. Erano guidati dal Marchese Origo recante bandtera italiana fra esclamazioni attravresarono piazza di S. !sacco. Stamane una delegazione dei militari ribelli pretendeva che sul tetto della R. Ambasciata si trovavano mitragliatrici. Ho ordinato fare loro constatare personalmente voce essere falsa, dopo di che sono partiti esclamando Italia e assicurando nulla avremo a temere dalla rivolta. Collocarono guardie al portone per nostra difesa. Telefoni non funzionano più e non ho notizie del Governo. Prego assicurare famiglie del personale dell'Ambasciata ·e della missione commerciale.

(l) -Cfr. n. 500. (2) -Cfr. n. 472.
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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T~ GAB. 641/155. Pietrogrado, 15 marzo 1917, ore 21 (per. ore 12 del 16).

Il Comitato Parlamentare ha telegrafato ai Comandi dei vari fronti che

l'antico Governo essendo • messo da parte • il potere governativo passa nelle mani di esso Comitato. Il Comi·tato funziona infatti provvisoriamente come Governo speciale per il ristabilimento della tranquillità e del lavoro al quale scopo ha nominato commissari presso il Ministero ma sta ora ,costituendolo con la nomina di Vleri e propri titolari ai portafogli. Principe Lvof avrebbe la Presidenza, D('1putato Miljukoff gli Esteri, Maclacoff Giustizia, Gutcoff ,guerra, Sciugarioff finanze, Gregorevk marina (tutta la Marina compresi il Ministro ed il Granduca Cirillo ha fatto adesione al movimento) ma composizione del Ministero non è ancora sicura.

Ca11skoe Selo e~sendo rimasta ieri senza difesa militare sufficiente un Ge

nerale della Guardia ha chiesto a Rodziansko che l'incolumità Imperatrice e

famiglia imperiale venisse garantita dal Comitato e questi ha inviato colà a

tale uopo un delegato speciale. Imperatrke, Zarevic e Granduchessa Olga e Ta

tiana sono degenti per rosolia.

Quanto all'lmp~ratore è impossibile sapere dove si trovi. Sua Maestà è

partito alle 12 di sera da Moghiloff; il 13 il t1reno imperiale era fennato a Bolo

goie; ieri 14 era a Pskow; oggi si vocifera sia giunto a Carskoe Selo. La versione

della richiesta fatta a Sua Maestà da parte del Comitato in favore Zarevic con

reggenza Gran Duca Michele è sempre la più diffusa ma non è confermata.

La tranquillità è oggi quasi completamente ristabilita, ma il sobborgo operaio detto il Viborg è nelle mani di una frazione rivoluzionaria che vuole proclamare la repubblica ,sociale. Si ~crede però che il Comitato 'POtrà aver ragione ma forse non senza conflitto armato.

Il Ministro della Guerra, dell'Interno, delle Finanze, delle Comunicazioni sono in stato d'arresto. Poctrowsky non è stato molestato. Egli sa che Miliukoff intende assumere la direzione affari esteri e ha detto a me e ai miei colleghi che non potendo dimettersi ufficialmente cesserà di fatto dalle funzioni ,che non è in grado di esercitare anche perchè non riceve nè può spedire telegrammi cifrati. Gli Ambasdatori d'Inghilterra e di Fll'ancia ed io continueremo a frequentare i Ministeri per intrattenere degli affari uvgenti chi ne avrà assunto la dire~ione di fatto salvo a riconoscere ufficialmente il nuovo titolare quando i nostri Governi vi d autorizzino.

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L'AMBASCIATORE A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 671/82. Jassy, 15 marzo 1917, ore 9 (per. ore 7,10 del 20).

Notizia dei moti rivoluzionari in Pietrogrado è qui giunta tre giorni fa a mezzo di un telegramma di Diamandy ed ha naturaLmente impressionato seriamente e la corte ed il Governo rumeno. Ieri mattina però il Generale Zaharoff ha ricevuto a mezzo della Stafka un telegramma con cui Rodzianko gli annunziava di avere assunto il potere, l'assicurava :che l'ordine ~regnava in tutto l'Impero ed a:g;giungeva che il !Programma del nuovo Governo era quello di condul're a buon termine la guerra 'colla massima energia senza iPiÙ peil'mettere ingerenze di elementi tedeschi o germanofili. Il Generale Zaharoff ,sembra aver ricevuto ~senza sorpresa e con soddisfazione questa 'comunicazione. Mentll'e però in questi ambienti milita:ri russi si assicura che tanto lo Zar quanto la Zarina (la quale ultima ~come è noto era rimasta a Zarskoje Selo) ,sono in potere del nuovo Governo. Il Governo rumeno riceve notizie ~che lo Zar si ,sarebbe ~recato al Quartiere Generale del Generale Russki e si teme possa op[>orsi al colpo di Stato mettendosi alla testa di una parte dell'esevcito [>er un'azione in senso ~reazionario. Invece il Generale Zaharo:flf si mostra 'com,pletamente tranquillo. Giudicando ,dall'atteggiamento di queste truppe russe il 'colpo di stato è a,ccolto in generale con un senso di liberazione poiché era ,convinzione .generale che così le cose non potessero ,continuare e dei torbidi erano attesi già da parec,chio tempo 'come risultava anche dal mio tel. ga:b. 43 (1). Da fonte militatre ruSISa si assicura che un progetto di colpo di stato fu ventilato nei circoli della Duma fin dal novembre ;s1corso e 'che si attese attuarlo che invece del Generale Gurko ligio alla Corte fosse tornato a Ca,po di Stato Maggiore Generale Alexeieff considerato favorevole al movimento (2).

15 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VII

(l) -Non pubblicato. (2) -Ritrasmesso a Londra e a Parigi con T. gab. 411 del 20 marzo per posta.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 388. Roma, 16 marzo 1917, ore 21.

Og·gi non mi è pe·rvenuto a1cun telegTailllllla da Carlotti. Abbiamo saputo dell'abcUcazione dello Czar solamente da un telegramma Stefani che portava la comunicazione fattane da Bonar Law ai Comuni. Prego V. E. telegrafarmi tutte le importanti notizie che giungano a codesto Governo ci~ca la situazione in Russia e suo atteg·giamento verso nuovo Governo. Second!o un telegramma Stefani ambasciatori di Francia e di Inghilten.-a a Pietrogrado sono stati autorizzati a entrare ufficialmente in relazione col nuovo governo.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 389. Roma, 16 marzo 1917, ore 21.

Non ho ricevuto oggi akun telegramma da V. E. Prego telegrafarmi particolari sull'abdicazione del:lo Czar comunicata da Bonar Law ai Comuni e se effettwamente come riferisce un telegramma Stefani Ambasciatori di Francia ed Inghilterra sono entrati in relazioni ufficiali col nuovo Governo. Autorizzo

V. E. se ciò è avvenuto a conformare sua azione a quella dei suoi colleghi, a meno di obbiezioni circa le quali Ella mi riferirà telegrafi.camente di'urgenza.

488

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 643/70. Washington, ... marzo 1917 (per. ore 21,35 del 16).

Siluramento dell'Algon Queen non sarà rilevato da questo Governo. Da quanto mi ha detto or ora Lans:ing derivo la conferma che si vuole qui che la dichiarazione di guerra venga dalla Germania. Si conta che ·ciò debba avvenire al primo affondamento di un sottomarino tedesco che le navi mercantili americane in p•rocinto di partire armate avranno istruzioni di tentare senz:'altro (1).

(l) Ritrasmesso a Londra e Parigi con T. gab. 397 del 17 marzo.

489

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO A LE HAVRE, CARIGNANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 940/18. Le Hàvre, 16 marzo 1917, ore 16,59 (per. ore 21,45).

Rivoluzione russa non ha recato sorpresa al Governo belga .che era sufficientemente informato delle condizioni dell'IJTI[lero. Gli avvenimenti sono considérati con serenità dal Governo, che però non mi sembra condivida opinione otbmtsta che si manifesta Parigi, Londra, giusta le informazioni pervenute da quella Legazione del Belgio. Il modo col quale Granduca Michele avrebbe accettato trono desta p·reoccupazioni, temendosi possa prevalere anarchia, per lo meno temporaneamente che sarebbe esiziale alla continuazione guern-a.

490

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 645/110. Londra, 16 marzo 1917, ore 23,40 (per. ore 6,10 del 17).

L'annunzio dato ieri sera alla Camera dell'abdicazione dell'Im,peratore di Rus·sia fu prematuro. Da un susseguente telegramma di Buchanan giunto nella notte non risultava più e si ignorava persino dove si trovasse il Sovrano. Questa notizia ebbi testè da Hardinge il quale se ne mostrava alquanto preoccupato. Stampa con la ·Solita impulsività nel giudicare gli avvenimenti esteri si è affrettata conco11demente ad esultare, ravvisando nella rivoluzione russa oltre che il successo dei liberali, il trionfo del sentimento di guerra a fondo. Le persone più serie giudi,cano ancora l'incertezza della situazione attuale •Con criteri meno entusiastici e più dservati, bene a ragione opinando che le rosee speranze da esse oggi opinate negli interessi degli Alleati potrebbero trasformarsi pure in amara delusione qualora per disgrazia prendesse il sopravvento l'elemento francamente sovverSiivo ed anti-monarchico nella quale eventualità vi sarebbe da paventare la guerra ·civile a totale vantaggio del comune nemico (1).

491

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 642/111. Londra, 16 marzo 1917, ore 10.40 (per. ore 6,10 del 17).

Hardinge si mo·strava testè compiaciutissimo .per le ultime notizie Mesopotamia. Truppe inglesi continuano ad avanzare e con inaspettata rapidità avanzano pure vittoriosamente le truppe russe. N o tizie confortanti giungono pure dall'Hedjaz. La caduta di Medina ritiensi oggi più pross~ma di quanto prevedevasi (2).

(l) -Ritrasmesso a Parigi con T. gab. 399 del 17 marzo. (2) -Ritrasmesso al generale Cadorna con T. gab. 399 del 17 marzo.
492

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 991/GAB. 82. Jassy, 16 marzo 1917, ore 2 (per. ore l del 23).

Ministro di Russia è venuto a comunicarmi che Imperatore Nicola, il quale si trovava a Pakow al Quartier Generale del generale Ruski, dopo ave·re ricevuto i Presidenti del Consiglio dell'Impero e della Duma con due ukase ha abdicato in favore del :liratello Granduca Michele ed ha nominato GeneraliSISLmo il Granduca Nkola e Presidente del Consiglio il Principe Lvof, Presidente de'l'Unione degli Zemetvo. Queste notizie sono pervenute qui ·con il telegramm'l del generale Alexeieff diretto così al generale Zaharof come al Ministro di Rus· sia. Con un ulteriore telegramma ed a richiesta di Rodziansko, generale Alexeieff prega di non dare per il momento pubblicità a tali notizie e !imitandone comunicazione ai Capi dell'e,sercito. Ministro di Russia reputa probabile che vi siano ancora delle piccole difficoltà circa la successione al trono e la redazione del manifesto Imperiale destinato a ;portare a cognizione del pubblico il mutamento di cui sopra.

493

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO

T. 381. Roma, 17 marzo 1917, ore 13,30

Quest'Ambasciatore di Francia mi ha oggi informato che il signor Max Regis, già Sindaco d~ Algeri, elemento turbolento, ·Che prese parte tra altro ai moti del forte Chabrol, si propone di teneTe a Genova una conferenza, mel'COledì 21 marzo. La conferenza è organizzata da un Comitato di cui fanno parte il Procuratore Generale e il Presidente della Corte di Appello di Genova sotto gli auspici, sembra, di un Deputato di cui il signor Barrrère non mi ha saputo dire il nome. Il signor Regis sosterrebbe la tesi che la Francia deve cedere Tunisi all'Italia.

Nell'informarmi di quanto precede il signor Barrère mi ha eSiPTesso il desiderio .che le autorità p·rovvedano perché non si tenga la conferenza che per suo contenuto potrebbe produme commenti ed una agitazione inoPIPortuna.

Convenendo nell'apprezzamento dell'Ambasdatore di Francia sarò grato a

V. E. se vorrà impartire istruzioni nel senso indicato.

494

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 2718. Roma, 17 marzo 1917, ore 15.

Mio telegramma n. 2647 (1). Presidente del Consiglio non ha nulla in contrario che Principe Scipione Borghese prosegua suo viaggio in Russia.

495

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 387. Roma, 17 marzo 1917, ore 21.

Ad evitare ogni falsa impressione ed interpretazione del mio discorso odierno, prego V. E. voler fare rilevare col massimo tatto, ma 'chiaramente a codesto Ministro Affari Esteri che esso non implica menomamente alcuna rinunzia IJ€r quanto concerne la nostra situazione di fronte agli alleati nella questione dell'Asia Minore. Le mie parole circa la situazione dell'Italia nel Mediterraneo non si intendono se non in relazione alle nostre domande. Ho tenuto soprattutto a mantenere nella nostra opinione pubbHca .salda la :fiducia nell'alleanza. Fiducia che avrebbe gravissimo colpo se fosse reso pubblico il ·contegno degli alleati verso di noi in questa questione (2) (3).

496

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 655/126. Pietrogrado, 17 marzo 1917, ore 10 (per. ore 22,20).

Fra ieri sera ed oggi agitazione popolare anche a Pietrogrado è in aumento e gli scontri con la polizia sono stati abbastanza serii. Si ·conterebbe una ventina di morti e numerosi feriti. Oggi, nonostante un severo bando del Comando di Pietrogrado che farà impiego delle armi contro ogni riunione non ottemperante all'ingiunzione di sciogliersi, le dimostrazioni si sono ripetute dando luogo a conflitto tra la folla e la polizia con conseguenze la cui entità non è ancora dato di accertare ma che sembrano più gravi di ieri.

Cosacchi limitansi a disperdere aggruppamenti ma non fanno uso delle armi; a sua volta la folla non attacca i soldati ed anzi qualche volta li acclama.

Occasione di disordini è senza dubbio deficienza del pane, ma ormai non è più escluso da alcuno l'esistenza di istigazioni estranee antinazionali cui si associano quelle degli elementi socialisti sovversivi.

Sino ad ora grandi masse di operai (Pietrogrado conta più di trecentomila operai) parteci;pano scarsamente ai moti e si spera anzi di ricondurre al lavoro la parte scioperante, ma è di tutta urgenza da un lato di sistemare la questione del pane, consistente nel disciplinare la distribuzione della farina e nel razionare le trU!ppe e dall'altro di aHestare ogni tentativo di diso11dini. Governo sta .adoperandosi in tal senso ma è lento e d'altra parte im1popolarità di cui è oggetto, a cagione della presenza di Protopopoff, mal può servire alla causa della padficazione. A questo prqposito mi venne riferito da fonte parlamentare che il blocco liberale 'CUi si unirebbero nuovi elementi di estrema sinistra, ha deciso di invitare domani la Duma a ,pronunzia11si l 0 ) sulla condotta del Governo e 2°) su alcune rifo11me costituzionali. Come era prevedi:bile, il blocco non poteva a meno di valersi delle circostanze per la sua campagna ed il movimento fino ad ora caotico starebbe quindi per assumere carattere politico, il che dal punto di vista degli Alleati può considerarsi come un avviamento ad una favorevole soluzione delle difficoltà non potendo cadere dubbio sulle concordanti direttive dei liberali rispetto alla guerra (1).

(l) -Non pubblicato. (2) -Circolare Miliukoff del !l man:e 1~17 circa validità impegni per il Governo provvisorio. In Aufteil. der as. Turkei I, n. 280, pp. 230-231 e Konst., I, n. 303 e p. 464.

(3) Ed. in SONNINO, CC'~~teg-gio, Il, cit., p. 188.

497

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 652/152. Parigi, 17 marzo 1917, ore 20,55 (per. ore 1,30 del18).

Governo francese non ha telegrammi dell'Ambasciata a Pietrogrado ma dall'Agenzia Russa ricevo testo proclama Granduca Michele che dichiara accettare trono soltanto se tale è volontà nazione che dovrà manifestarlo a mezzo Assembleà Costituente eletta con suffragio universale. Termina chiedendo a tutti obbedire frattanto Governo provvisorio.

498

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. u. 654/112. Londra, 17 marzo 1917, ore 23 (per. ore 6,35 del 18).

Telegramma dl V. E. 388 (2) e mio tel. n. 110 (3).

Riassumo le notizie più importanti alle ore 16 al Foreign Office:

l') Imperatore ha definitivamente abdicato pN sé e 'per il Granduca ereditario.

2") Granduca Michele Alessandrovitch ha il'inunziato anche egli ai diritti di successione trono.

3") Si è esaminata la costituzione di una specie di dittatorio composto di dodici membri della Duma provvisoriamente incaricati del Governo fino al termine della guerra, epoca in cui l'assemblea Costituente statu1rebbe sul regime definitivo.

4") Gutkoff e Miliukoff dissentendo dai colleghi avrebbero dato le dimissioni.

5°) Buchanan aveva dapprima ricevuto istruzioni di entrare in relazione col solo Ministro degli Affail'i Esteri: susseguentemente a sua domanda gli è stata lasciata libertà di giudizio e di dedsione per riconoscere il nuo·vo Governo senza bi·sogno di altre istruzioni. In via confidenziale risulta che Sazonoff, consultato, ha espresso il parere che i Governi Alleati debbano senz'altro riconoscere qualsiasi Governo che presenti garanzia di stabilità e assuma formale e definitivo impegno di continuare la guerra fino alla vittoria (1).

(l) -Ritrasmesso a Parigi e Londra, con T. gab. 403 del 18 marzo (2) -Cfr. n. 486. (3) -Cfr. n. 490.
499

IL MINISTRO A S.TOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 649/52. Stoccolma, 17 marzo 1917, ore 21,05 (per. ore 6,55 del18).

Re di Svezia ha fàtto chiamare oggi i Presidenti delle due Camere ciò che ha provocato ogni sorta di voci più o meno inquietanti compresa quella di un possibile scioglimento della Dieta. Sta in fatto che nello :stesso pomeriggio di oggi il Re ha detto ad una persona straniera che ha rkevuto in udienza di non voler né separarsi da Hammal'skjold né cedere ai sociaHsti verso i quali si è mostrato molto irritato a.ggiungendo esse•re inutile di fare accordi commerciali coll'Inghilterra perché lo •sba•rra:mento dei sottnmarini tedeschi ne impedirebbe l'ap,plicazione pratica. È difficile per il momento sceverare ·se si tratti di un tentativo di intimidazione dei partiti democ•ratici o se Sua Maestà abbia b.ruscamente mutato avviso anche a rischio di esporrsi ad una grave erisi interna che riporterebbe allo stesso punto di tre anni fa. Senza osare d'i pronunziarsi perché con un uomo allo steSiso tempo ,pieno di sé e ·corto di mente tutto è pos•sibile, io propendo tuttavia a credere che gli avvenimenti non prenderanno una piega minacciosa.

(l) Ritrasmesso a Parigi e a Pietrogrado con T. gab. 402 del 18 marzo.

500

IL CONSOLE A MOSCA, GAZZURELLI, AL MINISTRO DEGU ESTERI, SONNINO

T. 664/4949. Mosca, 17 marzo 1917, ore 20,45 (per. ore 20,15 del 18).

Solamente ora, sera 17 marzo, mi viene assicurato il transito ai miei telegrammi, :che ,perciò credo opportuno di ripetere integralmente:

l o -Telegramma in cifra del 14 marzo N. 4931:

• -Ieri si è :sentito a Mosca il primo contraccolpo del movimento rivoluziona:rio di Pietrogrado. Si sono :chiuse le fabbriche, fwmati i tramwai, organizzate grandi dimostrazioni popolari verso le case11me ed il Generale Comandante in Capo ha dichiarato lo :stato d'assedio •. - • -Al palazzo del Municipio siedono in permanenza i componenti del cosidetto "Comitato delle organizzazioni della Società" ed i componenti del cosidetto "Consiglio delle deputazioni operaie". Il rprimo è l'espressione dei costituzionali democratici, delle :persone intellettuali delle organizzazioni degli zemstew delle dttà delle :CO<~perative ecc. ecc.; ed a :capo vi è il Sindaco di Mosca, già uffkia~mente riconosciuto come Commissario della Duma di Pietrogrado. Il secondo è l'espressione del partito rE;Wubblicano e del proletariato che esige la ,rE;WubbUca e la grande :r'iforma sociale. Si sta cwcando di <venire ad un accordo fra i due Comitati, ed intanto si stanno gradatamente organizzando i servizi pubblici di maggiore iillliPortanza, ~come i vettovagliamenti, i pompieri, telegrafo, telefono, servizi di ;polizia e sanitari. La popolazione si mantiene ~alma e fidente. I negozi sono tutti aperti e nelle fabbrkhe si comincia a lavorare d'i nuovo. Dalle provincie si rke,vono notizie incerte e contraddittorie. In molti luoghi non :si conoscono anco,ra gli straordinari avvenimenti, e non se ne ha un'idea prec1sa, in alcuni luoghi l'antico regime :si mantiene ancora, altrove, a quanto mi viene ,riferito, avvennero conflitti :con morti e feriti. Oggi ho fatto visita al capo del Governo provvisorio pregandolo di ordinare all'Uffido telegrafico di far passare i miei telegrammi ma temo che vengano ancora trattenuti •.

Prego segnarmi ricevuta telegrafica.

501

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. POSTA 676/GAB. 19. Berna, 17 marzo 1917 (per. il 19).

Mi è :stata data confidenzialmente comunicazione a Palazzo Federale di due re~centi telegrammi d€1 nuovo Ministro svizzero a Berlino.

Il Dottor Haas rende conto, nel primo, di un colloquio avuto col cancelliere sul tema della neutralità svizzera e della sua prE!sunta violazione da parte della Germania. Il Signor Bethmann-Hollweg, dopo aver dimostrato l'assurdità di questa leggenda che aveva preso tanta consistenza in Italia, alluse ironicamente alle decine di milioni spesi da noi per i così detti lavori d!i protezione, alla :lirontiera elvetica, contro l'eventuale • invasione germanica attraverso la Svizze.ra ". Una simile ipotesi è ridicola: la Gel'mania • non violerà mai la Svizzera », e, in preda ad eccitazione, il cancelliere sottolineò il monosillabo negativo ripetendo per tre volte mai, mai, mai.

Nel secondo telegramma il Signor Haas parla della guerra sottomarina e di uno S'cambio di idee avuto su tale argomento col segretario di stato degli Esteri. Lo Zimmermann si mostrò, più che soddisfatto, soddisfattis:simo dell'esito della caccia data alle navi violatrici del blocco. Le perdite degli Alleati e di quei neutri che avevano voluto ris·chiare l'avventura erano eno11mi. Gli approvvigionamenti così di viveri come di quelle materie [prime e di quei prodotti dei quali alcuni belligeranti abbisognano assolutamente per non avere una sosta negli armamenti, erano oggi divenuti per alcuni /Paesi quasi impossibili. Egli era certo del trionfo finale, e non a lunga scadenza; se i calcoli fatti da· lui e dall'ammiragliato erano esatti, e le cose seguitassero come adesso, vale a dire se non si trovasse una seria arma contro i sottomarini, lo Zimmermann prevedeva •che in cinque mesi o in sei al più tardi, si avrebbero i prodromi della pace, indicando •Così la fine di agosto o il principio di s:ettembre.

Mi è sembrato che questa certezza direi quasi matematica del s.egretario di stato germanico, abbia fatto una certa impressione sul Dipartimento Politico.

(l) Cfr. n. 482.

502

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 956/GAB. 481/80. Addis Abeba, 17 marzo 1917, ore 20,20 (per. ore 17,50 del 20).

Ho saputo per via indiretta che il mio collega di Francia è stato messo al corrente dal suo Governo di passi che sarebbero stati fatti dal Governo italiano a Parigi ed a Londra 1per ritornare in Abissinia alla situazione politica anteriore alla guerra del 1896 e basata specialmente 'sull'accordo anglo-i•taLiano del 1891. Ignoro compl-etamente se taU ,passi siano stati effettivamente fatti e quali accoglienze abbiano avuto a Parigi ed a Londra ma credo mio dovere riferire a V. E. che i miei colleghi Francia Inghilterra pure mantenendo con me in apparenza il più stretto accordo sono però convinti che le intenzioni e l'azione della Italia •siano ·contrarie a quelle che essi stanno esplicando •Con tanto ardore per rafforzare e rendere stabille nuovo ordine di cose e che invece sarebbe intenzione dell'Italia mantenere Abissinia in quello stato attuale che giustificherebbe e faciliterebbe al momento oppo11tuno il suo intervento. Per quanta fiducia io possa avere nei miei colleghi di Francia ed Inghilterra non posso escludere che questa loro convinzione sulle nostre intenzioni possa trapelare e destare eguale sospetto presso il Governo ·etiopko. La mancanza assoluta di ogni istruzione e di ogni direttiva sulle v'ere intenzioni del Governo nei riguardi presenti e futuri della Abissinia rende difficile e incerta ·la mia azione e sarà grato a V. E. se vorrà darmi istruzioni opportune.

503

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINLSTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. U. R. 134/25. Corfù, 17 marzo 1917.

La recente nostra affermazione di forza a Corfù -accentuata dall'oc,cupazione della fortezza a ma1re dalle cui alture la bandiera italiana domina tutta la città -fu dai corfioti accolta con una serena indifferenza che non escludeva in molti il pensiero che, dQIPO tutto, le truppe italiane potrebbero se non altro servire a tener lontano il venizelismo.

Certi agenti salonichioti ·contando invece ,sull'italofobia tradizionale dei greci ce11can trarne argomento per una campagna disc.reta ma costante che inizian nell'isola. E van dicendo: -Volete dunque divenire italiani? Non capite che il solo mezzo di restar ,greci è di por le vostre sorti in mano di Venizelos?

Non .credo che questi discorsi possano avere il menomo effetto, di per slè soli. Ma l'inconveniente sta piuttosto in ciò, che essi son ascoltati con compiacenza dai francesi, semp1re pronti a pigliar per realtà i loro desideri quando si tratti di pretesi sentimenti di popolazioni. E poi, se è certo che l'odio corfiota contro il venizeliSimo è a mille dop1pi più violento e vivace di quel che fu l'antica diffidenza ver,so l'Italia, è anche indubbio ·che a Corfù ora si ha fame: -e per della farina si posson subire molte formule politiche.

Oecoirre dunque ~che vigiliamo e che si dia il massimo peso a qualunque· incidente anche se d'apparenza secondaria, sol che possa riconnettersi a siffatta propaganda.

Si è perciò che sottopongo a V.E. copia di un rapporto (l) che il Generale Marra, previo accol.'do meco dirige al Comando Supremo su un incidente qui testè occorso. L'incidente, in sè, è risibile: un nostro militare in bickletta che dà passando uno spintone a un farmacista; la sodetà dei fal'macisti che redige una protesta; un c~po di ufficio di polizia gre,ca che denunzia il fatto al Prefetto, il quale trasmette le due lettere al Generale Baumann.

Che l'incidente sia stato montato da altri invece che dall'individuo che solo avrebbe forse potuto lagnarsi, il Generale Marra, compiuta un'inchiesta, ne ha acquistato la ~certezza. Che il Prefetto si sia permes,so comunicare al Generale Baumann un rapporto di polizia in cui si chiede che • sia ,raccomandato ai soldati italiani di evitare di attaocare i tranquilli cittadini ,che 'solo col loro sangue

freddo evitano scene dolorose », non può spiegarsi che con insi!stenze che gli sian giunte dalle poche decine di venizelisti e •col fatto ·ch'egli supponeva come, in fondo, al Gene.rale francese non sarebbe stato troppo discaro un redamo contro militari italiani.

L'impudenza del passo greco non si può valutare appieno se non sapendo quanto perfetta sia stata la disciplina di cui han semprr·e qui dato prova i nostri soldati -nel che tutta Corfù conviene -e come COOlliPleto e abietto sia stato il silenzio dei greci le due o tre volte ·che dei militari francesi ubriachi hanno infilzato dei passanti a colpi di baionetta.

Il Generale Mar.ro sti!mò meco che la sola risposta da fare al Generale Baumann era che l'insolenza dei documenti comunkati impediva che fosser presi in cons1iderazione. E così fu fatto. Il carteggio di cui il nostro generale invia c01pia p,rova che lo capì anche il Generale BaUJmann -ma solo quando vide l'il'ritazione nostra. A me sembrò tosto ·che una sanzione più effkace era desiderabile. Pienamente d'accol'do meco, il Generale Marro la propone col suo rapporto.

E cioè: --·ch'egli diriga al Prefetto una nota ufficiale informandolo che per qualunque ques•tione sorga fra individui o enti ,greci e le truppe italiane egli avrà a ,rivolgensi direttamente alla nostra Mi.ISsione Militare che, d'accordo con esso Prefetto, provvederà alla soluzione di tali eventuali questioni.

Questo passo a\èrebbe il vantaggio inapp,rezzabile di renderei completamente indipendenti dai francesi in Corfù di fronte ai greci, malgrado il Governatorato Militare; d'altronde, di fronte ai francesi, non apparirebbe una cercata innovazione ma la necessaria conseguenza dell'esperienza or acquisita che per cose sì delicate come quelle toc•canti alla dignità militare non è possibile, anche volendolo, di rimettersi ad altri: ·ché il Prefetto mai avrebbe osato presentare al Comando italiano un •reclamo che i francesi certo non avrebbero a.mmes•so per loro stessi.

La proposta odierna differisce da quella più radkale di cui avevo intrattenuto a voce V. E.: -e cioè la notifka a greci e :lirancesi, ove un accordo con Parigi fosse risultato impossibile, che da noi si costituiva qui un Comando assolutamente indipendente delle truPipe italiane. Il ,passo di •cui oggi è questione permetterebbe invece al Generale Manro di ·conserva,re ·Col Generale Baumann suo superiore in grado, tutti gli attuali .rapporti di deferenza per ciò che concerne le questioni militari fm alleati nell'isola.

Come V. E. mi raccomandava nelle di.rettive che mi impartì a voce, si tratta di non lasciarsi sfuggire un'oecasione che un duplice sbaglio di greci e francesi ci offre per migliorare naturalmente sul posto la nostra posizione.

Questo passo, non potrebbe inoltre, come quello che indicherebbe la fermezza della nostra volontà, se non ,giovare alle eventuali aperture che fosse pos•sibile iniziare col Quai d'Or1say sulla questione di Corfù.

Se V. E. éliPP•rova il punto di vista che ho avuto l'onore di sottoporLe, ritengo sarebbe opportuno ch'Ella ~comunica.sse d'urgenza il Suo avviso al Comando Supremo pregandolo di inviare istruzioni telegrafiche al Generale Marro.

Le saorò poi grato se per mia opportuna norma Ella volesse telegrafarmi le Sue decisioni.

(l) Non si pubblica.

504

IL SOTTO CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, PORRO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

T. GAB. 656/5216. Italia, 18 marzo 1917, ore 14 (per. ore 14,40).

Generale Romei da Gran Quartiere Generale :russo in data 18 corrente telegrafa quanto segue:

• Segnalai Capi Missione militari esteri la campagna a,:>ericolosissima che si fa alla Duma e fra le truppe in favore della pace. Il Governo p,rovvisorio sembra tSi senta incapace di arrestare la marea rivoluzionaria e pacifista e potrebbe essere obbligato di domandare la pace per evitare la rivoluzione sociale.

Questo Stato Maggiore ha pregato i Capi delle Missioni militari di rivolgersi ai loro Governi per ottenere 'che i partiti operai dei loro ,paesi telegrad:ino ai partiti operai russi, spronandoli a continuare la guerra per distruggere la potenza ,germanica, ultimo baluarrdo dell'assolutismo.

Hanno telegrafato questa situazione poliUca miei colleghi inglese, francese e belga··

505

L'AMBASCIATORE A W ASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

T. GAB. 657/71. Washington, ... marzo 1917 (per. ore 15,40 del 18).

Movimento rivoluzionario russo è aecolto con manifesta sim,patia da questo Governo <che, oltre al trionfo dell'idea liberale, vi scorge motivo di rinsaldata fiducia nella compattezza degli Alleati e possibilità di ripelìcussione in Gemnania. La sola preoccupazione palesatami al Dipartimento di Stato concerne il pericolo di una momentanea paralizzazione delle operazioni militari russe. Questa Ambasciata russa non ha rkevuto sino ad ora nessuna comunicazione da Pietrogrado.

506

IL SOTTO CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, PORRO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

T. GAB. 663/5232. Comando Supremo, 18 marzo 1917, ore 21,05 (per. ore 21,50).

Generale Romei in data 17 ore 8 e minuti :H da Gran Quartiere Generale Russo telegrafa quanto segue:

• 184. M. 13. 17 marzo ore 13. Sommossa è domata. PUJbblicati in questo momento due proclami: Uno dell'Imperatore Nicola col quale annunzia che per impedire che i moti insurrezionali all'interno si lfipercuotano sulla condotta della ,guel'lra e per facilitare una cooperazione di tutte le forze per la vittoria, d'accordo ICOn la Duma ha abdicato in favore di suo fratello Granduca Michele al quale ordina di governare 'con inalterabile unione coi ira:ppresentanti dei corpi legislativi popolari. L'altro proclama è del Granduca Michele e dice che accetterà la corona >SOlamente 'se tale è la volontà del popolo ~che ha dtritto di stabilire :con voto unive!'lsale la forma di Governo che desidera; invita intanto a sottomettersi al Governo provvisorio creato dalla Duma. -Generale Romei •.

507

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

T. GAB. 661/58. Parigi, 18 marzo 1917, ore 20,20 (per. ore 23,10).

Mio telegramma N. 153 (1).

A quanto si afferma sembra sempre meno probabile la ricostituzione di un Gabinetto Briand o per lo meno si 1crede 1che il Presidente della Repubblica si rivolgerebbe a Briand solo dopo di aver tentato le altre combinazioni possibili. Oggi si d'ice possa avere ,probabilità il Gabinetto Bourgeo~s. L'attitudine di Lyatuey verso il Parlamento oltre a rappresentare il sentimento diffuso nell'esercito ,riuscirebbe, a quanto mi tsi dice, da varie !Parti piuttosto simpattca ad una notevole parte del pubblico nel quale il disCiredito del Parlamento sa,rebbe assai di:ffuso. Ciò non fadliterà foflse la sollecita soluzione della crisi perché anche una nuova ~combinazione godrà scarsa fiducia e non presenterà molta

garanzia di ~solidità.

508

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO DELLA GUERRA, MORRONE (2)

Roma, 18 marzo 1917.

In diritto l'Europa dowà decidere delle sorti dell'Albania intera, salvo Valana e hinterland per i quali abbiamo già affel'lmato solennemente il nostro diritto di fronte agli Alleati. Così pure sosteniamo in modo netto e assoluto un nostro diritto di pa-otettorato e di ,rappresentanza nell'Albania centrale o musulmana.

Quanto all'Epko settentrionale, quando esso fu invaso dai greci (sotto Venizelos) mentre noi occ!Upa,vamo Valona, fu fatto un accol'ldo provvisorio o di

fatto determinando un confine tra le occupazioni di fatto avvenute e pretese, lasciando ogni definizione futura di diritto alle decisioni definitive dell'Europa.

Col suc.cessivo svolgersi degli eventi, abbiamo dovuto assicurare maggiormente la nostlfa occupazione di fatto nell'Epiro e sulla costa, anche nell'interesse comune degli Alleati, e per assicurare le comunicazioni con l'esereito di spedizione di Salonicco.

Non eleviamo oggi alcun formale diritto di possesso dell'Albania meridionale. Anzi vagheggiamo come tesi l'indipendenza ed autonomia di tutta l'Albania (1salvo qualche concessione verso Scutari al Montenegro) sotto un alto protettorato italiano, e salvo la zona di hintedand di Valona, commics:u•rata alla maggiore assicurazione della sua difesa militare per terra e rper mare.

(l) -T. 938/153 del 18 marzo, non si pubblica. (2) -Non rinvenuto nei registri dei telegrammi. Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., pp. 111-112.
509

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 659/57. Parigi, 18 marzo 1917, ore 17,20 (per. ore 0,30 del19).

Non si hanno qui ulterio•ri notizie dalla Russ•ia.

Izwolsky, che è stato sempre favorevole ad una politica assai accentuata liberale, mi diceva oggi che sarebbe molto soddisfatto per il suo paese di quanto è accaduto perché i tre Ministeri principali, degli Esteri, della Gue!fra e della Marina sono affidati a persone degne di fiducia, ma ignora il titolare del Ministero dell'Interno ed è preoccupato dalla presenza nel Ministero di elementi prettamente rl:\pubblicani come !Per esempio il Ministro della Giustizia. Ciò gli sembra specialmente pericoloso dato che il nuovo Imperatore ha subordinato la accettazione alla decisione della Costituente, ciò che implica l'elezione di una assemblea costituente, l'elaborazione di una nuova •coiStituzione, tutte operazioni delicate S![Jecialmente in tempo di guerra con molti milioni di uomini mobilitati o prigionieri, operazioni che richiedono tempo e danno occasione a intrighi dei quali non è facile p!fevedere la portata. In conclusione lzwolsky sembra piuttosto pessimista.

510

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 660/128. Pietrogrado, 18 marzo 1917, ore 15,50 (per. ore 0,30 del19).

Dall'insieme delle odierne notizie il trionfo della rivoluzione sembra molto probabile. ls•pirato quale è nei riguardi degli Alleati e della guerra da .senttmenti e propositi rassicuranti, il nuovo governo sorto dalla rappresentanza nazionale

ed appoggiato dall'esercito troverà facilmente :simpatie in Occidente. Ritengo pertanto ~che Inghilterra e F:rancia si adopereranno per aiutare 'coi mez'zi migliori il nuovo ~regime nei suoi primi passi ed escogiteranno tra l'altro la formula ~conveniente per Ticonoscerlo. Non converrebbe ~che noi giunge:s:sdmo secondi e sembrerebbemi molto QJ:1portuno che il R. Governo 'SÌ ac,cordasse fin d'ora ~con Lond!ra e Parigi iiJe,rehé eventuali mchiarazioni in tal senso fossero per essere simultanee ed idenUche. In pari tempo dovrei essere autorizzato ad associarrmi alle predette eventuali dichiarazioni dei miei :colleghi inglese e f,rancese. Per il momento non ho e:reduto poter tardare ad un1nmi ad es:si nel di:rtmi disposto ad entrare in • contatto d'affari • col nuovo Ministro degli Mfari Esteri.

511

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA, THAON DI REVEL, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L.P. RR. 39. Roma, 18 marzo 1917.

Importanti documenti di cui questo ufficio ha potuto venire recentemente in possesso (l) dimostrano che sotto il titolo di consolato austro-ungarico, sezione II, l'Austria aveva instituito a Zurigo un vero e proprio ufficio di atti criminosi e terroristici ai danni dell'Italia. A questa organizzazione, vasta per mezzi finanziari e per numero di affigliati, aderivano forse, sebbene in misura non ancora accertata, le autorità germaniche.

Pertanto la neutralità svizzera appare attraverso a detti documenti nettamente violata, ed anzi riesce difficile comprendere come un così intenso traffico, di spie e di malfattori, potesse per lungo tempo svolgersi tranquillamente se non col tacito consenso delle autorità locali o quanto meno della polizia elvetica.

Quanto precede porto a conoscenza di V. E. con riserva di più ampia documentazione, per il caso che possa essere vantaggioso ai fini di V. E. avere subito in mano un argomento di tanta importanza in eventuali conversazioni col ministro d'Elvezia a Roma; ed anche per il caso che V. E. ravvisasse la possibilità di creare all'Austria imbarazzi diplomatici precludendone la via ad ulteriori agevolazioni del genere di quelle di cui ha finora fruito in Svizzera (2).

512

IL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AL DIRETTORE GENERALE DEL FONDO PER IL CULTO, MONTI

(Ed. in MARGIOTTA-BROGLIO, Italia e Santa Sede, p. 330).

L. P. Roma, 18 marzo 1917.

In risposta alla Sua del 17, a proposito della pubblicazione nel Quotidiano di Bari, io rmi rendo perfettamente ~conto della indignazione provata d'al

l'eminentissimo Cardinale Segretario di Stato: ma credo quasi altrettanto superfluo rilevare che sarebbe assolutamento ingiusto far 'risalire al Governo la responsabilità della mancata ,censura di quelle sconvenienti allusioni, quando si pensi alla im!POSSibilità materiale di rendere sempre perfettamente coordinata e vigile, e -starei per dire -uguaLmente intelligente, l'azione dei vad censori. Non sfuggirà alla S. V. tutta la significazione del fatto che simiglianti commenti non si 1sono mai letti in giornali im:vortanti, i quali vedono la luce in importanti ~centri, dove la censura può essere organizzata in maniera relativamente soddisfacente, mentre l'inconveniente d~lorato si verifica a proposito di un giornale di scarsa autorità ed importanza, che sii pubbUca in uno dei centri non tra i più notevoli d'Italia. Questo se111iplice rilievo basta da sé solo a dimostrare luminosamente che qui non si tratta di omissione di opportune istruzioni da parte del Governo, ma bensì di pa1mare inosservanza delle istruzioni stesse, da parte dell'incadcato della censura. Del resto, la lettura di tutto l'articolo rileva un'alt1ra circostanza molto interessante, e cioè che, oltre agli sconvenienti attacchi verso la Santa Sede, l'articolo contiene allusioni contro presunti tspiratori degli spiani, che farebbero parte dell'alta ammini,strazione deHo Stato e persino... dello S.tato Maggiore militare!! -Or, siecome sarebbe inconcepibile che una censura in tempo di guerra non avesse come sua principaUssima missione di frenare ,simili allusioni, riesce selffiiPre più manifesto che qui abbiamo da fare con un deplorevole svarione del censore e di una 'colpa affatto individuale, a ~reprimere la quale io scrivo ene.rgicamente al Prefetto di Bari.

(l) Si riferisce al cosiddetto « colpo di Zurigo •, effettuato dagli uomini del controspionaggio italiano che riuscirono ad entrare nel consolato austriaco e ad aprirvi la cassaforte. L'operazione fu guidata dal capitano di corvetta Pompeo Aloisi.

(2) Ed. in SoNNINO, Carteggio, II, cit., p. 189.

513

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. UU. 405. Roma, 19 marzo 1917, ore 11.

(Meno Pietrogrado): In data 18 marzo il R. Ambasciatore a Pietrogrado telegrafa quanto segue:

c Dall'insieme.. ecc. (come nel telegramma, 660/128) " (1).

Ho ,risposto a Carlotti quanto segue:

(Solo Pietrog1rado): Telegramma di V. E. N. 128.

(Per tutti): Concordo col punto di vista prospettato da V. E. e telegrafo

a Parigi e Londra perché dichiarazioni eventuali di riconoscimento del nuovo Governo siano ,simultanee ed identiche. Autorizzo V. E. ad associarsi alle predette eventuali dichiarazioni dei suoi colleghi francese ed inglese.

(Meno Pietrogrado): Prego V. E. agire in confoQ'mità di quanto precede e telegrafarmi.

(l) Cfr. n. 510.

514

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 406. Roma, 19 marzo 1917, ore 20.

Telegramma di V. E. N. 105 (1).

Prego sollecitare risposta definitiva circa nostro concorso alla eventuale spedizione in Palestina. Per esclusiva notizia di V. E. Le comunico che potremo concorrere ·con circa 5000 uomini.

515

IL SOTTOCAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, PORRO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 667/5287. Comando Supremo, 19 marzo 1917, ore 19,25 (per. ore 20,35).

Si comunica il seguente telegramma del Generale Romei in data 13, ore 18,44 da Gran Quartiere Generale russo con preghiera di volerlo partecipare anche a

S.E. il Primo Aiutante di Campo di S.M. il Re:

• -Data incertezza situazione pretsente .soprattutto dal punto di vista del proseguimento della guerra i Capi delle Missioni militari estere a Questo Gran Quartier Generale si sono riuniti per vedere se era possibile qualche azione collettiva intesa ad assicurare al più presto possibile la ripresa delle operazioni militari. Quantunque il Generale francese Janin ed il sottoscritto propugnassero un intervento più energico si è stabilito dopo lunga discussione di limitarsi per ora d'inviare al Granduca Nicola petl tramite del Generale Alexeieff il seguente telegramma: • -Nel momento in cui il Granduca Niwla prende il Comando deU'eserdto e della flotta i Generali rappresentanti degi1i eserciti alleati al Gran Qua·rtieor Generale crusso, hanno creduto loro dovere di Jiar sapere a S.A. Imperia•le che essi ·con:s,ervano la più assoluta fede nella vittoria finale e vicina degli eseretiti alleati tutti diretti contro il nemico comune. Nelle circostanze attuali li rappresentanti degH eserciti alleati ·Credono inoltre loro dovere far sapere al loro fra •-ello di armi di Russia che la loro fede a,ssoluta nella pros:sima decisdv;a vittoria deriva dai continui successi che attualmente si ripor.tano su tutte le fronti. Tale fede è fondata anche \sulla grandiosa preparazione per la pross,ima offensiva generale e suH'accordo stabilito per asskura'l'e l'unione sacra ·dii tutti gli sforzi. Solo questa unione può ass·icurare il definitivo tr:ionfo del prinC'ipio per la libertà delle nazioni e dei popoli •. - • -Mando ai Gap·i di tutte le Missioni militari degli Alleati l'espressione della mia grande e :sincera .gratitudine e .sono sicuro che tutti mi aiuterete rper orga

nizzare e mantenere l'unione degli sfo!l'zi di tutti gli aHeati così indispensabile pe!l' i nost!l'i generali ~suc,cessi e per la vittoria finaJe , .

I due telegrammi sono stati comunicat'i da que1sto Comandb Sup!l'emo all'ese!l'cito e all'aTmata. I Capi delle Missioni estere hanno comunicato i due telegrammi ai !l'ispettivi Ambasciatori perché sia loro data pubblicità"·

(l) Cfr. n. 473.

516

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI

T. GAB. 408. Roma, 19 marzo 1917, ore 23.

Questo Ministro di Cina mi ha comunicato la rottura delle relazioni d~plomaHche fra Cina e Germania occasionata da guerra sottomarina. Gli ho ooservato ~che attendiamo di conoscere se analogo provvedimento fu preso contro Austria Ungheria ~che travasi in posizione analoga a Germania. Naturalmente nostra risposta drca domande cinesi non potrà prescindere da suo atteggiamento ve;'SO Austria Ungheria.

517

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 668/113. Londra, 19 marzo 1917, ore 22,05 (per. ore 1,30 del 20).

Telegramma di V.E. n. 405 (1).

Hardinge mi ha oggi ,confermato quanto riferii a V. E. avantieri (mio telegramma Gabinetto n. 110) (2), cioè che, per tutto quanto concerne il riconoscimento nuovo Governo in Rus,s.ia, è stato lasciato a Buchanan • 'Carta bianca " (3).

518

IL MINISTRO A JASS.Y, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 684/88. Jassy, 19 marzo 1917, ore 13,45 (per. ore 11,40 del 21).

Stamane S. M. il Re Ferdinando mi ha trattenuto a colazione dopo la quale mi ha parlato a lungo della situazione. Tanto Sua Maestà quanto la Regina Maria rimpiangono l'abdicazione dell'Imperatore Nicola col quale erano in ottimi rapporti personali e di cui attendevano prossimamente la visita. Più di tutto però si ,p!l'eoccupano della piega che prenderanno ~gli avvenimenti di Russia per

quanto riguarda l'andamento della guerra. Re Ferdinando mi ha detto che pur non avendogli Granduca Nicola, come si attendeva, ,partecipato la sua accettazione delle funzioni di generalissimo, si p,roponeva recansi personalmente a Moghilew per abboccarsi con lui ed insistere in vista d'una sollecita offensiva per la riconqutsta della foce del Danubio.

Prego mantenere segreto su quanto precede.

(l) -Cfr. n. 513. (2) -Cfr. n. 490. (3) -Ritrasmesso a Parigi e Pietrogrado con T. gab. 409 del 20 marzo.
519

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 695/s. N. Jassy, 19 marzo 1917, ore 14,30 (per. ore 10,20 del 22).

Ministro di Russ<ia è venuto a dirmi di aver ricevuto un telegramma con cui l'A,ggiunto di Rus!Sia dlegli affari est&i l'invitava per incarico del Generale Alexeieff a fare p~i necessa1ri presso il Governo romeno affinché il primo, il terzo e il quinto Corpo d'AIITilata ,romeni che non sono sulla fronte si rechino in RUis:sia colle re~ative riserve. Si tratterebbe di ci.J.·,ca 150.000 uomini complessivamente i quali dovrebberp fare a piedi da 220 a 240 chilometri per trasportarsi negli accam[)amenti già ,preparati per loro a Balt ed in altre località sui confini tra la Bessarabia ed il governatorato di Kerson. Aggiunto del Ministro degli affari esteri ~conclude invitando Mossoloff a :chiedere, in <caso di necessità e per far accetta<re ciò dal Governo romeno, ,concorso dei suoi colleghi di Francia, Inghilterra e I:talia i quali debbono già aver ricevuto dai rispettivi Governi ordini di appogg-iarlo.

Ho lri:sposto al mio colle,ga ohe tali istruzioni non mi erano ancora pervenute ma che ero pronto ad associarmi ai passi che egli fosse per intrap<rendere se lo stesso avessero fatto 'i Min~stri di Francia e drlnghilterra. Min~tro di Russia ha poi ag,giunto di aver' intrattenuto di questo argomento Bratiano il quale aveva, secondo il suo solito, tengiversato ostservando che 1si trattava d'un mese che sarebbe stato pe:vso rper l'impiego di questi tre Corpi di A11mata sulla fu-onte pel'Ché oc,cor:revano 15 giorni per farli ritornare. Bratiano a:veva concluso che av;rebbe sottoposta la questione al Consiglio dei Ministri.

Ministro di Rustsia si è abboccato col Generale Zaharof il quale sembra favorevole alla partenza di queste truppe e che ha promes1so d'i parlarne al Re Ferdinando. Ministro di Rustsia Ticonosce del resto che data l'insufficienza di ferrovie russe tanto la partenza di questi tre Corpi d'A:vmata quanto qualsiasi altro <provvedimento 'che non sia la deonquista della fnce del Danubio, non può mutare in modo v&amente sensibile la situazione aUmentare del paese che è pessima come ne è pessima la situazione sanitaria. Circa la pos,sibilità di far fare alle truppe il viaggio a piedi, egli dice che gli abiti e le calzatme sono in gran ,parte arrivate e per il resto stanno arrivando per 200 mila uomini. Del resto i più deboli potranno viaggiare in fe.rrovia. D'altra parte a richiesta di Bratiano egl1i ha proposto ed insiste alla Stafka perché tutti i soldati romeni fisicamente esauriti, anche se appartenenti ad altri Conpi d'Arenata, vengano fatti partire in ferrovia .per la Rus,sia a mille pe·r volta utilizzando i vagoni •che tornano indietro vuoti.

520

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 500/60. Atene, 19 marzo 1917.

Quell'azione rivolta ad ottenere un ·cambiamento di ministero di cui feci cenno all'E. V. nel mio rapporto n. 43 (1), sembra essersi in questi ultfu:ni tempi intensificata da parte di questa Legazione di Francia, la quale si proporrebbe con ciò di preparare un ritorno ad Atene di Venizelos ed una conseguente uscita dalla neutralità della Grecia, scopi che nonostante i clamorosi insuccessi incontrati, la Franda non 'cessa di proseguire. A quanto mi viene asse11ito da fonte greca (non confermato anzi esplicitamente negato dalla Legazione di Francia) il 'signor Guillemin si sarebbe per questa ·sua azione rivolto niente altro che a quel famigerato signor Stratos, antico mintstro della marina nel primo ministero di Venizelos, poscia ISE1Paratosi clamoros'amente dal suo capo e fortemente indiziato di essersi lasciato ·corrompere dalla Germania nella questione delle o•rdinazioni dei cacdatorpedinieri alla •casa Vurkan, secondo che risulta dalla mia corrispondenza dell'anno 1915. Che in queste voci, nonostante le smentite di cui sopra, vi possa essere qualche cosa di vero, lo arguirei volontieri dal fatto che il 'signor S.tratos primo ed unico fra gli uomini (pOlitici greci dopo i fatti del l" e 2 dkembre, ha osato .pronunziare un discorso. Egli, proclamandosi capo del nuovo partito nazionale-conservatoxe, ha spiegato come si presenti la questione elleni.ca dal punto di vista estero sino dal IPrinciipio del conflitto europeo, ed ha as1serito che la politica di neutralità deve essere seguita dalla Grecia fino alla conclusione della pa·ce. Ha però detto che occorre che la Grecia rriesca a ristabilire i suoi rapporti con l'Intesa per ottenere nel congresso di pace non soltanto il rtstabilimento dell'unità dello Stato, ora scissa, ma anche la realizzazione di altri ideali nazionali. Il signor Stratos ha finito il suo discorso •con delle dichiarazioni di devozione alla dinastia nazionale ed al suo capo il •re Costantino.

In 1sostanza il s1gno,r Stratos si è fatto eco del :punto di vista francese, che cioè la Grecia, non dando nulla 1come contributo alla guerra attuale, ovvero po

chissimo, debba ciò nonostante ritrarne notevoli vantaggi. Il fatto che egli abbia osato parlare e che si sia espresso proprio in questi termini, non può fare -a meno che avvalorare l'opinione che il signor Stratos abbia avuto qualche intesa con la Legazione di Francia.

Tale legazione ·sembra in questi ultimi tempi aver mutato tattica in generale e, davanti ai ~suoi rÌ[)etuti in:suocessi nel creare l'incidente dal quale avrebbe dovuto nascere la rottura dilplomatica anzi la guer,ra con la Grecia realista, sembra ora essersi crivolta ad una vera e prop~ria politirca di riconciliazione. Ne è prova fra l'altro una ;polemica giornalistica ~che si va svolgendo da qualche tempo in un giornale redatto in francese La Verité non privo, a quanto mi si asserisce, di incoraggiamenti di ogni genere della legazione. Questa l)(>lemica consiste in una serie di lettere in contradittorio, di cui alcune firmate • un français • si attribuiscono a fonte ufficiale, anzi da taluno al Ministro stesso di Francia. In quelle lettere, con infiniti errori ed inesattezze, parte introdotti certamente ad arte parte probabilmente involontari e dovuti ad un difettoso metodb di informazione, 1si •cerca di rkaJ)itola.re gli avvenimenti di questi ultimi tempi dimostrando ,la necessità per la Grecia di far dimenticare il passato riconciliandosi sinceramente •con l'Intesa ed in modo speciale ~con la Francia. Fra gli errori ed inesattezze di 'cui parlavo qui sopra, ha fatto un certo rumore l'affermazione che il generale Moscopoulos avesse (l"icevuto da quello che il

• f,rançais • ·chiama • il governo o·cculto della Grecia • l'ol'ld:ine di attaccare gli Alleati. Il generale Mos,copoulos 1si è affrettato a smentire l'infOl'ffiazione, e naturalmente il • français • non ha rilevato la Slffientita.

A parte questi tentati:vi politici e gion1alistid dei quali è prematuro prevedere l'e,sito, la situazione resta tale e quale risulta dai miei numerosi telegrammi, ossia piuttosto tesa, in quanto che né il generale Cauboue né l'ammiraglio Gauchet, i quali come luogotenenti del generale Sarrail tengono in mano la .somma delle 'cose, non mostrano nessuna arrendevolezza né da una parte nel decidersi a constatare che il governo greco ha in sostanza adempiuto ai suoi obblighi, né dall'altra nello allentare alquanto questo inumano blocco che minacda di pe11petuarsi. A questo proposito mi si asseri,sce 1che l'ammi:raglio Gauchet non otteffijperi nemmeno alle istruzioni ·che gli vengono da Parigi e che si debba al suo ostruzionismo se già da parecchio teffi!Po la Grecia non ha ottenuto almeno un poco :di g.rano. Né sfuggirà certo alla oculatezza dei governi alleati quale potente strumento di dominazione sia divenuto il blocco in mano della Francia la quale si è con esso creato uno strumento per sorve,gliare tutto il commercio e tutto il movimento di rpasseggieri degli Alleati, ed in modo speciale il nostro. Se ;se ne sia servita con la dovuta moderazione e il'iguardi

V. E. avrà rpotuto giudicarlo dai vari episodi •che ho dovuto riferire.

È impressione mia e dei miei colleghi che i gabinetti alleati, nonché le opinioni •pubbliche nei nostri rpaesi, ~siano ormai stanchi degli affari di Grecia, e nulla altro desiderino che di non ~sentirne più parlare. Nulla di rpiù COffilPrensibile e di rpiù ragionevole; ma tale disinteressamento non dovrebbe però permettere alla Francia di .realizzare i suoi fini di dominazione a'SISoluta qui né lasciare !Prolungare indefinitamente il blucco, con tanto disdoro morale di una aUeanza politica che si propone intenti così nobili e civili.

(l) Rapporto 362/43 del 25 febbraio, non si pubblica.

521

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 413. Roma, 20 marzo 1917, ore 20.

Prego V.E. accusare ,ricevuta al Signor Miliukoff del ·suo messaggio consegnatomi da questo Aimbasciatore di Russia, e di esprimergli voti del R. Governo per la grandezza della Rusrsria, per una sempre rpiù stretta unione con gli Alleati e per il trionfo finale nella lotta cui ci deve immancabilmente condurre la vittoria comune.

522

L'INCARICATO D'AFFARI A TOKIO, FERRANTE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 683/16. Tokio, ... marzo 1917, ore 13,30 (per. ore 21,30 del 20).

La rapida partenza dell'Ambasciatore ha prodotto impressione, commenti.

Senza attendere esservene costretto io ho avuto un colloquio con questo Ministro degli Affari Esteri il cui esito non avrebbe potuto essere stato più soddisfacente; furono scambiate... (l) spiegazioni ferma misura richiesta dalla delicatezza del ·caso. Motono lliP'rendosi con me si disse informato degli spiacevoli avvenimenti riconoscendo giusto, ,sia per il prestigio dell'Italia, sia per non dare soddisfazione ai nemici che Cucrchi Boasso .rimanga nominalmente [JeT un congruo tempo .Ambarsciatore d'Italia a Tokio; aggiunge che l'accaduto non tocca gli eccellenti :rapporti che susrsistono fra i due paesi assicurandomi benevolenza Governo giapponese e sua personale a mio riguardo.

Benché il testo dei ·rapporti riservati ·pubbUcati in Germania non ancora siano giunti, ho ragione di ·oredere per quanto riguarda Governo giapponese situazione superata. Mi valgo di ogni mezzo opportuno .per evitare le intemperanze della stampa quotidiana giapponese diretta eventualmente contro l'Ambasciatore.

(l) Gruppo indecifrato.

523

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 679/59. Parigi, 20 marzo 1917, ore 23,30 (per. ore 2,15 del 21).

Telegramma di V.E. N. 405 (1).

Ma.rgerie mi ha detto che dalle ultime notizie rtcevute la 'situazione in Russia non .si presentava ·Così rasstcurante come l'inizio del movilmento rivoluzionaLrio lasciava sperare e che 1per ·conseguenza conveniva a suo avviso andare cauti nel riconoscimento del nuovo Governo.

Istruzioni erano già .state telegrafate a Paléologue dii • entrare in contatto • d'affari 'con Miliukoff solo per quanto concerne la politica degli alleati e la condotta della guerra. Gli ho ad ogni modo fatto presente il suggerimento di V.E. che l'eventuale riconoscimento sia simultaneo e identico ed egli ha convenuto nell'opportunità di tale modo di procedura e mi ha promesso di tenermi informato in tempo delle decisioni ·che il Governo francese fosse per prendere nella materia.

524

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1006/122. Washington, 20 marzo 1917.

Col telegramma gabinetto N. 40 del 12 febbraio (2), ebbi l'onore di segnalare a V.E. l'iniziativa di pace del Signor Carranza. Il capo re>1IJonsabile degli orrori messicani •si dichiarava ·commosso degli oTTo!ri della guerra nel vecchio continente. E :prOIPoneva alle potenze neutrali di ammonire i belligeranti a smettere le ostilità, salvo, in caso di ,rifiuto, a sospendere •Con essi ogni commercio ed a privarli di ogni riferimento. Col telegramma gabinetto N. 72 del 17 (3) di questo mese ho informato V.E. d1e gli Stati Uniti .si erano rifiutati di aderire alla proposta. IVIi onoro trasmettere oggi, qui accluso, il testo delle comunicazioni scambiatesi in proposito tra i due Governi (4).

Il mese ,corso dalla nota del Signor Carranza ha permesso al gabinetto di Wa:shington di basare il 1proprio rifiuto sugli avvenimenti succedutisi nel frattempo, per i quali questo Governo dallo stato di neutralità sta passando anch'esso allo .stato di guerra. Né aP\Pare fuori .posto che la nota americana rammenti oltre tutto al Signor Carranza la :scoperta del complotto tedesco 'che mirava a sostenere contro gli Stati Uniti il Gia1ppone e il Messico. Citare questo fatto, vale ammonire il Presidente eletto messicano, che di moniti, anche e specialmente su questo terreno, sembra abbisognare. La sua iniziativa, è superfluo insi:stervi, faceva parte del piano concepito a Berlino per contrapporre alle velleità di .resistenza di Wilson

la minaccia di complicazioni col Messico. Né siffatte •complicazioni, oggi che la guerra è iJmminente fra Stati Uniti e Germania, debbono ritenersi scongiurate. Il territo>rio messicano è invaso dai tedeschi. Militano ufficiali tedeschi all'ordine delle varie fazioni tuttora contendenti, e rise["vi:sti tedeschi, che risiedevano nella America del Sud e del Centro e negli stessi Stati Uniti, sono oggi nel Messico in obbedienza degli ordini di Berlino che li destinavano colà. Le scoperte di maneggi, di intrighi, di d{ènaro versato, di aiuti forniti, di complotti organizzati dalla Germania in territorio messicano si seguono con crescendo fantastico. È una storia dimostrativa di quanto possa l'organizzazione dlelittuosa di un paese che nulla trattiene nella finalità ·che pe!'segue. La diplomazia tedesca negli Stati Uniti è stato il centro direttivo di siffatta organizzazione. Sotto l'egida dell'Ambasciata, i numerosi Consolati teutoni>Ci si sono tradotti, fin dall'inizio della guerra, in covi di nemki attentanti alla ·skurezza di questo paes.e. Wilson non l'ha >saputo e non l'ha voluto vedere durante il lungo e scabroso periodo nel quale s'è illuso di far convergere al fine da lui a·ccarezzato quegli avvenimenti che dovevano fatalm.ente sop:raffarlo. Oggi il ridestarsi è penoso. Che non sia pure tardivo diranno soltanto i fatti. Viene accreditata di questi giorni la voce che è in progresso di fOirmazione nel Messico un esercito da centocinquanta a duecentomila uomini che dovrebbe servire da strumento alla presa di possesso del Governo col proposito di confiscare le prqprietà americane e inglesi. Tra queste ultime, specialmente i pozzi petroliferi di Tampico. A quale delle varie fazioni siffatto esercito farebbe capo, se a quella di Carranza, di Villa, di Diaz, di Obregon, non è detto. Tedeschi qui residenti hanno ammes>so che si offre loro passaggio gratuito per H Messico. Dove e come sarebbero l!JOi mobilitati non sanno. E l'esodo teutonico in territorio messicano continua e si accentua. Ne partono a migliaia da qui, da Cuba, dal S.ud America.

L'odio del messicano contro l'americano è più forte della passione politica che alimenta tuttora nella sdagurata repubbHca la rivoluzione sanguinosa. Gli intrighi tedes:chi han potuto consumarsi da troppo tempo per non aver preso radici salde. Nessuna meraviglia, quindi, se di fronte all'aborrito « gringo " dovessero tacere le contese interne.

(1) -Cfr. n. 513. (2) -Cfr. n. 289. (3) -Non pubblicato. (4) -Non pubblicato.
525

LL SOTTOCAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, PORRO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 685/5421. Italia, 21 marzo 1917, ore 12 (per. ore 15,25).

Comunkasi seguente telegramma pervenuto dal Gran Quartiere Generale russo in data 20 marzo ore 4,25 con preghiera dii volersi compiacere darne comunicazicne S.E. Primo Aiutante di Campo S.M.:

• 197 -M. 13 -19 marzo ore 22. Governo provvisorio ha acconsentito che l'Imperatore si rechi a Zarkojeselo presso l'Imperatrice. Componenti mis1s'ione militare non l'aocompagneranno.

Nulla è stato deciso civca la partenza della famiglia Imperiale per l'Inghilterra.

Questa notte sono fuggiti per ignota destinazione il Ministro Casa Imperiale Generale Frederics ed il Comandante Palazzo Generale Voiskos. Situazione in· terna invadata. Ordine nella dttà. Operai hanno ripreso lavoro. Propaganda continua t'ra riservisti e operai ,per conclusione pacè. Situazione militare oscura e incerta. Ufficialità sempre <contra~ria alla repubbli:ca. Soldati nelle guarntgioni pur non commettendo eccessi hanno rotto vincoli disciplina. A Pietrog,rado soldati hanno eletto fra loro comandante ~capo reparti. Non si hanno notizie delle trup[>e alla fronte. Ogni operazione milita~re è sospesa. Granduca Nkola giungerà questo Quartiere Generale 22 -Generale Romei , .

526

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI

T. GAB. s. 418. Roma, 21 marzo 1917, ore 20,30.

Comando Supremo ha ricevuto notizia che poco innanzi il 14 ~corrente truppe tedesche sconfinarono nel Cantone di Soletta. Reparti svizzeri e precisamente due battaglioni (96 e 94 oppure 95 del 30° reggimento ticinese) si opposero con le armi usando anche artiglieria. Vi sarebbero stati morti e feriti fra i tedeschi che avrebbero detto • ci vedremo più tardi , . Stato Maggiore svizzero fece pubblicare il 17 corrente una breve smentita; ma la informazione surriferita è stata ,confermata al nostro Stato Maggiore da fonte che merita fiducia.

Prego V.S. telegrafarmi che cosa Le risulti in proposito.

527

IL SOTTOCAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, PORRO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 690/5441. Comando Supremo, 21 marzo 1917, ore 13,20 (per. ore 21,25).

Comunicasi il seguente telegramma da Gran Quartiere Generale russo data 20 ore 4,22 con preghiera volerne dare comunicazione anche a S. E. il Primo Aiutante di Campo di S. M. il Re:

• 100 -96 -lVI. 13. 19 marzo ore 17 -Il Generale Williams Capo di questa Missione militare inglese e decano dei Capi missione militari, è stato chiamato a colloquio dall'Imperatrice Madre la quale gli ha detto che l'Imperatore rifiuta assolutamente di andare in qualunque posto senza l'Imperatrice e famiglia. Perciò prega chiedere al Governo provvisorio il permesso che l'Imperatore possa raggiungere Carskoe Selo. Si attende risposta.

Generale Williams a nome di tutti Capi missione militari ha assicurato l'Imperatrice che i Capi missione militari sono pronti a fare tutto il possibiLe per la sicurezza dell'Imperatore e anche ac~compagnarlo durante il viaggio qualora il Governo provvisorio lo autorizzi.

Una lettera è stata indirizzata dai Caa>i mis,sione militari al Generale Alexeieff nello steSISo 1senso. Generale Williams ha avuto poi una conferenza col Granduca Alessandro Micailovich il quale gli ha parlato della situazione pericolosissima in ~cui trovasi la Rus1sia in questo momento e delle agitazioni pa•cifiste della classe operaia sulla quale agiscono (si:c) efficacemente denaro, influenze tedesche. Granduca ha detto sarebbe molto utile che gli Ambasciatori alleati lricevesse!l'o dai loro Governi memorandum da presentare al Governo provvisorio in caso di bisogno. In tale memorandum dov.rà essere detto ·che tutti gli Alleati formano una ,sola Potenza ,contro la Germania e ·che riconoscono e intendono sostenere il Governo provvisorio attualmente stato sostituito. E pokhé questo Governo ha .dJichia1rato ~sua intenzione diretta guerra contro la Germania, tutti intendono di trionfare in essa guerra come una sola Potenza.

Generale Williams ha insistito sulla necessità che il Granduca Nicola arrivi al ,più presto (possibile a questo Quartiere Generale.

Granduca AlesJSand:ro ha risposto ·Che era dello stesso avviso, ma che si teme che i rivoluzionari pOSJSano tentare di causare ritardi è noie durante viaggio. Ha aggiunto ·che riteneva indiS[lensabile che i Capi delle missioni milita,ri ae,compagnassero l'Imperatore quando partirà da qui.

Williams ha ri@osto ~che tutti noi siamo disposti a farlo. I Capi delle missioni militari hanno approvato ad unanimità l'opera del loro decano ed hanno deciso dii. comunicare quanto precede ai rispettivi Comandi Supremi e Ambasciatori. Generale Romei •.

528

IL SOTTOCAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, PORRO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 687/5442. Italia, 21 marzo 1917, ore 20 (per. ore 21,25).

Comunicasi 1seguente telegramma da Gran Quartiere Generale russo data 20 ore 18,11 con preghiera volerne dare comunicazione anche a S. E. il Primo Aiutante di Campo di S.M. il Re « 20 marzo ore 20,13 -In questo momento è stato ~comunkato ai Capi delle missioni militari il seguente teleg!l'amma Duma. Governo provvisorio garantiS'ce che prenderà tutte le misure per assieurare il viaggio di S. M. l'Imperatore fino a Tsarskojeselo, il soggiorno a Carskoe Selo e il viaggio fino a Homanow nel Murras. Firmato Principe Lvof. Generale Romei,.

529

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 975/175. Berna, 21 marzo 1917, ore 20 (per. ore 21,50).

Ha prodotto qui grande impressione il richiamo improvviso del Ministro di Bulgaria. lil signor Radeff che era stato al D~partimento politico nel pomeriggio di sabato per parlare di piccoli affari, vi fece ritorno lunedì mattina rper informare

il Consigliere federale Hoffmann dell'ordine ricevuto di lasciare subito Berna. Il diplomatko bulgaro è partito infatti stamane. Qui si crede ,che non sia estranea al suo richiamo la grande intimità del Radeff col Miliukoff 'Che, se pure sono esatte alcune voci giuntemi all'orecchio, non sarebbe così ,guel'rafondaio, 'come si ritiene, e la possibilità quindii che l'ex Ministro di Bulgaria possa serv~re quale anello di congiunzione per eventuali trattative bulgaro-russe (1).

530

II MINISTRO DEGLI ESTEHI, SONNINO, AL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLII DI FELIZZANO

T. 375. Roma, 21 marzo 1917, ore 23.

Suo telegramma n. 481/80 (2). Nello scorso settembre in vista minacciosa situazione Abis1sinia, 'SU desiderio Ministero Colonie, furono inviate istruzioni RR. Ambasciatori Parigi Londra proporre a quei Governi ,che fossero inviate comuni direttive ai tre rap1presentanti in Addil'> Abeba per una più 1stretta collaborazione in ,conformità accordo 1906. Tali direttive, cui in seguito sopravvenuto còLpo di Stato non fu dato più corso, contemplavano reciproche infovmazioni, ,coO[lerazione interessi ccmuni, garanzie per tutela dkitti rkonosciuti dal Gove~no locale, divieto introduzione avmi, astensione intervento affari interni, ecc. e si insp,iravano tutte molto nettamente al desiderio mantenere <statu quo Etiopia. In un inciso dis.paccio con cui tali comunicazioni venivano fatte Pa,rigi Londra si rilevava come fosse nostro interesse ritardare soluzione problema etiopico facendola precedere speciali accordi fra Italia Inghilterra e Francia I]Jer integrare ed es1eguire convenzione 1906 e ottenere ripristino puro e sempHce protocolli 1891 e 1894. Erronea intevpretazione data a questo inciso ha prodotto evidentemente confusione di cui suo collega di Francia è stato informato. Circa ultima parte suo telegramma suindicato prendo accordi con Ministero Colonie.

531

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. 376. Roma, 21 marzo 1917, ore 23.

Mayor richiama mia attenzione (3) sopra atteggiamento rappresentanze Governo francese a Londra in merito questioni ~nteressanti nostri più vitali approvvigionamenti. In seno Comitato internazionale navale nostro ,commissario ,generale con cifre fornite dalle stesse autorità inglesi ha dimostrato carboni in Italia si mantengono circa 15 ,per cento inferiori quelli Francia. Epperò ha 'chiesto che nelle future assegnazioni tonnellaggio neutrale finora diviso in ,parti uguali fra Francia Italia fosse assicurata più favorevole proporzione a noi tenendo anche conto navi,glio assegnato Francia è utilizzato su percorso minore. Francesi oppo

sero più reciso rifiuto prima avanzando mezzi dilatori poi ribattendo persino non essere affare loro se Italia era più distante della Francia dai centri rifornimenti. Discussione fu dovuta quindi interrompere. Situazione pressoché analoga si delinea circa aJI>provvigionamento grano in cui nostra delegazione non ricevendo mai appoggio delegazione francese finisce col rimanere al beneplacito della rappresentanza inglese. Tale ·stato di cose non può a meno di preoccuparci epperò prego V.E. intrattenerne nel :più :serio modo nuovo Governo domandando che problemi intere:siSanti nostri ar~provvigionamenti ·più vitali vengano da esso guardati e per esso dai propri rap1presentanti a Londtra :con maggior senso solidarietà. Punti maggiormente interessano sono : l o questione carbone cui arrivi Italia sono oltre 15 :per cento inferiori che Francia; 2° questione .granturco che essendo a noi necessario per alimentazione umana intendiamo sia .computato come fabbisogno grano.

(l) Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con T. 379 del 22 marzo 1917.

(2) Cfr. n. 502.

(3) T. 966/628 del 20 marzo, non pubblicato.

532

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 980/200. Londra, 21 marzo 1917, ore 10,23 (per. ore 2 del 22).

Teleg1ramma di V.E. N. 317 (1). Al Ministero degli Affari Esteri mi è stato detto che Governo Inglese concordava pienamente considerazioni esposte da V.E. rispondendo Barrère.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 691/116. Londra, 21 marzo 1917, ore 22,23 (per. ore 3,55 del 22).

In replica alla mia domanda per rconoscere il rsuo pensiero ·sulla situazione in Russia, Lloyd George mi di·ceva ieri che le informazioni giuntegli poco prima avevano alquanto attenuato impressione non troppo favorevole riportata dai telegrammi della vtgilia. Contrariamente a tutte le tradizioni del Foreign Office egli, per quanto beninteso in via strettamente confidenziale e personale, mi dette lettura di due lunghi telegrammi di Buchanan. Senza dilungarmi a ripetere notizie che saranno già note a V.E. sottometto solo due mie impressioni che potrebbero essere inedite: l 0 ), che tra Kerensky e Miliukoff non deve regnare perfetta armonia. Il primo infatti rim,provera al secondo grande mancanza di tatto. 2°), che dal tenore dei telegrammi, specie per quanto ·concerne il comando prima affidato e poi tolto al Granduca Nicola (incolpato di tendenze autocratiche, di modi bru

schi ecc.) la sorte dell'Imperatore e della sua famiglia, il mantenimento rigoroso

della disciplina nell'esercito, la pronta ripresa del lavoro nelle officine, a:oo>ariva

chiaro che le spiegazioni e giustificazioni date da Kerensky e dal Generale Kor

nilo:Ef all'Ambasciatore erano provocate da avvertimenti e 'suggerimenti partiti

da Londra. Pur non mettendo menomamente in dubbio la fermezza dei propositi

del nuovo Governo ·russo drca la vigorosa prosecuzione della guerra e non risrpar

miandogli larghissima ·simpatia, Lloyd George ben a ragione rilevava le enormi

diff1coltà •Che si parano davanti, constatava pure, come del iresto fanno tutte le

persone .ragionevoli, quanto arduo ed arrischiato sia il tentativo di istituire su

due piedi in calma un regime sulle basi del plebiscito, dell'illimitato suffragio

universale ecc. e quanto di conseguenza sia incerta e p·recMia la situazione interna

di un paese ·con civHtà e mentalità così al'!retrate bruscamente passato da un re

gime di autocrazia ad uno di 'sconfinata e per oca disordinata libertà, tutto ciò

per giunta •con un trono vacante e nel bel mezzo di una tel'lribile guerra e con una

parte del territorio invaso dal nemico. Date le •consuetudini rtgorose del Foreign

Office confido ·che V.E. vorrà tener ·Conto della mia preghiera che Buchanan ignori la .comunicazione datami dei suoi telegrammi.

(l) Non pubblicato. Spedito il 9 marzo a Parigi, Londra e Madrid: Sonnino considera positivo l'eventuale acquisto da parte della Spagna dei piroscafi tedeschi rifugiati nei porti iberici per far aumentare il tonnellaggio disponibile degli Alleati.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1421/350. Londra, 21 marzo 1917.

Mi riferi:sco al mio telegramma di Gabinetto N. 103 (1). Il signor ksquith ha parlato lungamente alla Camera dei Comuni cir.ca la relazione della Commissione d'inchiesta per la spedizione ai Dardanelli.

L'ex-Primo Ministro ha :sostenuto: l) ·che l'attuale governo non doveva permettere la ~ubblicazione del rapporto senza accompagnarlo con la pubblicazione dei documenti, ·Che erano serviti di base al giudizio della Commissione; 2) che qualora il governo non aveSJSe creduto opportuno per motivi di segreto e di sicurezza pubblicare siffatti documenti, esso non avrebbe dovuto neppure consentire la pubblicazione della cr•elazione; 3) che non ecra possibile tollerare giudizi atti a sminuire la venerata memoria di Lovd Kitchener, del quale egli rievocò •con eloquenti .parole l'alta figura; 4) che l'attacco navale degli Stretti .stabilito dal governo e dall'Ammiragliato britannico trovò la :piena approvazione del Governo e dell'Ammi•ragliato francese, cui fu debitamente sottoposto; 5) che la susseguente decisione di procedere al solo attacco navale fu presa dopo un totale riesame, da parte dell'Ammiragliato, dell'intera questione; 6) che il contrordine dato da Lord Kitchener, in data delli 20 febbraio 1915, all'invio a Gallipoli della 29" divisione fu motivato dalla « pessima » posizione dei russi e dalla • forte ed urgente • pressione eseguita in quei giorni sul fronte occidentale dalle truppe f.rancoinglesi; 7) che l'appunto fatto al Consiglio di Guerra di non essersi mai riunito

fra il marzo ed il maggio 1915 dipendeva da un mero errore della Commissione d'inchiesta, giac,ché in quel tempo tutti i membri di detto Consiglio si trovarono invece in ·contatto quasi quotidiano nelle frequenttssime riunioni del Gabinetto; 8) che la spedizione ai Dardanelli era dopo ·tutto riuscita a salvare la posizione della Ru:o1sia nel Caucaso minacciato dai turchi, ad impedire per a1cuni mesi la defezione delia Bulgaria, a traMenere più dii 300.000 tu11chi; 9) che es.sa infine fu la causa del favorevole svolgimento degli avvenimenti in Egitto, in Persia ed in Mesopotamia.

All'ex-Primo lVIinistro seguì il Signor W. Churchill, che parlò con veemente eloquenza. Egli criticò la ·com.missione per aver steso una relazione, che non rappresentava in alcuna guisa la sostanza dei documenti esaminati e delle deposizioni fatte dagli interrogati. Criticò pure a1cuni errori di date, i quali erano valsi ad offuscal'e l'opera governativa del tempo, e sovratutto a falsare l'epoca precisa delle sue relazioni ufficiali con Lor1d Fisher, sellliPre ci11ca la spedizione. Difese infine vigorosamente la parte da lui .presa nella 'concezione dell'impresa, e dichiarò non volere assolutamente nascondersi dietro la grande figura di Lord Kitchener, ma confermare invece tutta la responsabilità, che si addossò nell'eseguire le decilsioni prese al riguardo dall'Ammiragliato, decisioni le quali avevano avuto il pieno appoggio di Lord Fisher.

Stccome V.E. l'oose.rverà, e come pure lo ha :subito rilevato l'Assemblea parlamentare nella seduta di ieri, cui assistevo, i punti più importanti del discorso del Signor Asquith sono i primi tre, e specialmente il terzo, che valse a scuotere la Camera, la quale manifestò subito segni di riverenza alla memoria di Lord Kitchener, che si vuole resti alta ed integra. Questa perorazione del Signor Asquith fu infatti molto felice, giacché riuscì a sviare alquanto la discussione tecnica, sulla quale invero l'eloquente difesa del leader liberale non portava irrefutabili a11gomenti di ·contestazione.

In 1succinto, da tutta la discussione mi sembra ·pote11si dedurre: l) ehe la Camera avrebbe preferito che la pubblicazione non foSise stata fatta, e ·che invece dell'intera questione si fos1se trattato dopo la conclusione della pace; 2) •che l'attuale Governo non poteva im[Jedire la pubblicazione dei risultati di un'inchiesta proposta dal suo predecessore e votata dalla Camera 1stessa; 3) che le critiche del Signoo-A;;quith contro l'opportunità dell'avvenuta pubblicazione, stante il fatto ch'eSisa non venne aecompagnata da quella •contemporanea dei documenti di base e delle deposizioni dei pensonaggi interrogati, non possono ritenersi giustificate, essendo evidente ·che detta pubblicazione, nell'attuale momento, sarebbe ri•uscita ·contraria all'interesse del paese; 4) che, d'altra ,parte, il Signor Asquith non aveva alcun fondato motivo di elevare tale 'critica, 'poiché egli stesso ha la responsabilità della nomina della CommiEiS·ione d'inchiesta, cui fu costretto dalle difficoltà parlamentari che seguirono al cattivo esito della ~pedizione, ed alle quali e,gli non ebbe il coraggio di sottrarsi rimandando l'inchiesta, ·Com'era naturale, alla conclusione della pace.

F·rattanto, prevedesi generalmente che la questione non aVIrà altro seguito, la maggioranza dei parlamentari essendo dell'avvi1so emeSiso ieri alla Camera dei Lord dall'Ammiraglio Fisher, e che cioè il momento opportuno ,per esaminare il grave argomento non può essere se non quello che seguirà alla pace.

(l) Cfr. n. 463

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 420. Roma, 22 marzo 1917, ore 12,30.

Da tre giorni non ricevo telegrammi da V.E., mentre risultami che Foreign Office ne riceve da Buchanan (1).

536

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 706/146. Pietrogrado, 2 2 marzo 1917, ore 22 ,10 (per. ore 13,25 del 23).

Ex Imperatore è a•rrivato stamane a Carskoe Selo.

Il Governo provvisorio attende giorno arrivo • rprofferta • che Inghilteil"ll."a dovrebbe fare di os1pitare, ma anche di trattenere sul proprio teaitorio l'ex sovrano.

Frattanto di fronte al pubblico, 'siccome risulta dall'ordinanza del Governo provvilsorio, ex Impe1ratore e Imperatrice figurano come privati della loil"o libeirtà e sotto .custodia a Carskoe Selo.

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IL SOTTO CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, PORRO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 705/5576. Comando Supremo, 23 marzo 1917, ore 10,50 (per. ore 13,05).

Comunicasi il seguente telegramma dal Gran Quartiere Generale russo in data 21 ore 19,25 con preghiera volerlo comunicare anche a S. E. il Primo Aiutante di Campo di S. M. il Re:

• -2:1 marzo -o.re 12. -Il Generale Alexeieff ha consegnato ai Capi delle Missioni Militari la seguente Nota: • -Riconoscimento . . . . (2) o del Governo Provvisorio russo e la promessa di sostenerlo energicamente da parte dei Governi alleati, saranno di aiuto prezioso nella sua lotta contro i partiti di estrema :sinistra. Perciò non è da attendersi cir,cootanze sfavorevoli per pubblicare il contenuto del memorandum che gli Ambasciatori delle Potenze riceveranno dai loro Governi. Sarò . . . . . (2) patrocinare ogni iniziativa per sostenere moralmente Governo moderato. Pe

riodo ·che noi attraversiamo è certo alla11mante e triste. Noi abbiamo bisogno di aiuto sotto forma del sostegno morale del Governo provvisorio nella sua lotta contro i .partiti estremi. È neceSisario dominare questi ultimi perché solo allora sarà possibile riprendere il lavoro salvaguardante esercito e conservargli la sua forza combattiva. Generale Romei ».

(l) -Per i motivi del mancato arrivo di telegrammi da parte di Carlotti cfr. n. 551. (2) -Gruppi indecifrati.
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L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 707/77. Washington, ... marzo 1917 (per. ore 16 del 23).

Governo degli Stati Uniti ha deciso riconoscere attuale Gove•rno russo come Governo di fatto. So ehe la relativa comunicazione è stata diretta oggi a Pietrogrado.

539

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 423. Roma, 23 marzo 1917, ore 20.

Ricevo oggi telegramma Gabinetto N. 146 (1). Mi mancano così 17 telegrammi di Gabinetto (dal 128 (2) in poi). Dai telegrammi a numerazione ordinaria ricevuti pure oggi NN. 178 e 182 rilevo mancarmi 29 telegrammi dal 149 al 178, e 4 dal 178 al 182. Prego fare indagini e provvedere regolare sollecita trasmissione.

540

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI SALVAGO RAGGI

T. GAB. 425. Roma, 23 marzo 1917, ore 20.

(Solo Parigi) R. Ambasciatore a Londra telegrafa quanto segue in data 22 corrente: " Havdinge mi d1sse ieri . . . . . (come nel telegramma Gabinetto Nume-· ro 701/119) » (3). (Solo Londra) Telegramma di V. E. N. 119 (3).

(3J T. gab. 701/119 da Londra, del 22 marzo, che non si pubblica: Hardinge "non ancora in grado di dargli una risposta definitiva circa nostro concorso operazione in Palestina. A titolo meramente personale aggiunse però non prevedere obbiezioni •.

(Per tutti) R. Addetto Militare al Cairo telegrafa in data 22 marzo quanto segue:

• Mi reco alla frontiera orientale dove è imminente azione offensiva trup

pe britanniche in forze contro linea Gaza Bir-Baba •. (Solo Partgi) Ho teleg1rafato al R. Ambasciatore a Londra quanto segue:

• Notizia surriferita contraddice a dkhiarazioni fatte a V. E. da Hardinge. Pregola appurare e telegrafarmi •.

(l) -Cfr. n. 536. (2) -Cfr. n. 510.
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IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 993/178. Berna, 23 marzo 1917, ore 19,20 (per. ore 20,50).

Mi riferisco mio tel. 175 del 21 corr. (1). Questo mio collega di Serbia crede pure che partenza improvvisa Radeff si ·colleghi ad intrighi bulgaro-rus·si in cui sarebbero sacrificati interessi Serbia. Signor Grouitch si mostra molto preoc·cupato della ·Cosa cui annette massima importanza. Miliukoff avTebbe avuto sempre 1.'\pic,cate tendenze bulgarofile ·che si sarebbero vieppiù accentuate dopo sua missione nella penisola balcanica, in seguito inchiesta atrocità di guerra, nella quale occasione egli sarebbe stato fischiato dalla studentesca di Belgrado (2).

542

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 422. Roma, 23 marzo 1917, ore 21.

Giers mi ha riferito che Miliukoff facendo seguito alle dichiarazioni fatte nel manifesto già comunicatomi spiega .che restano vive e ferme per la Russia tutte le obbligazioni e gli impegni presi dal cessato Governo limperiale durante e in .relazione alla guerra; ed esprime il desiderio che da parte dei governi alleati vengano fatte dichiarazioni corrispondenti. Giers sperava che i governi alleati, fermi nell'intento di dare al governo provvisorio di Pietrogrado ogni appoggio ·che rpotesse rafforzare la posizione nel ~comune interesse della gue~ra, si sarebbero concordati sul contegno da tem~r1si. Ho risposto che il R. Governo non aveva altro desiderio o mira che di ·COoperare, 1per quanto da lui potesse

16 - Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VII

dipendere, alla più vigorosa rtpresa della guerra per parte della Russia, di agevolare quindi l'opera del governo provvisorio e della Duma (1). (Solo Pietrogrado): Ho telegrafato ai R. R. Ambasciatori a Parigi e Londra quanto segue:

(Meno Pietrogrado): Prego telegrafarmi quale decisione abbia preso codesto Governo in xelazione al nuovo Governo rus,so insistendo sull'opportunità che ogni manifestazione degli Alleati sia identica.

(l) -Cfr. n. 529. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con T. 387 del 24 marzo.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 424. Roma, 23 marzo 1917, ore 21.

Faccio seguito al mio telegramma Gabinetto N. 422 (2). (Meno Pietrogrado) Ho telegrafato al R. Ambasciatore a Pietrogrado quanto segue:

(Per tutti) In attesa che si giunga ad un accordo circa i'l momento e la forma, autorizzo ,per mia rpa,rte V. E. ad unirsi ai suoi colleghi per fare eventualmente a codesto Governo una :dichiarazione nel senso seguente:

• Poiché il nuovo Governo russo ha assunto l'obbligo di eseguire scrupolosamente i trattati internazionali e gli accordi che ne derivano, conclusi dal precedente Governo, e pokhé ciò comprende, ·come ha asskurato il signor Miliukoff, anche tutti gli accol'di fatti con le Potenze alleate dal (principio della presente guerra, noi confermiamo esplicitamente il nostro obbligo di mantenere tutti gli accordi che abbiamo concluso con la RuS!sia •.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 719/186. Pietrogrado, 23 marzo 1917, ore 17 (per. ore 9,50 del 24).

n grande problema da risolvere attualmente è il ristabilimento della disciplina tra le truppe riunite a Pietrogrado il cui numero ascende a non meno di 105.000 uomini. Esse non rientrano che scarsamente nelle ·caserme e molti gruppi non riconoscono le autorità ufficiali. Circa 2000 stazionano intorno a Viborg e le loro deputazioni continuano ad affluire presso il Governo e presso il • Comitato dei Deputati operai e dei soldati • presieduti da Tcheize Miliukoff mi ha detto che ogni giorno constatasi un miglioramento e che bisogna persi

stere nell'opera di persuasione. Un membro influente del Governo ha detto però a persona amka che l'autorità governativa è finora tenuissima. Sempre migliori notizie giungono invece dal fronte ove i Comandi e le trup~·e sentono maggiormente il pericolo che il nemico aiPprofitti della disovganizzazione che dissensi, sia pure passeggeri, ,provocherebbero nell'esercito russo. L'adesione al nuovo regime è ora acquisita quasi dappertutto. Le officine principali di Pietrogrado hanno ripreso il lavoro. Gli operai reclamano ~erò le otto ore di lavoro e alcuni direttori in via transitoria le hanno accor:date. Il ·contegno degli operai è presentemente passivo, apatico, di attesa. Evidentemente l'atteggiamento ancora così incerto dei soldati influisce su loro. A Mosca invece ed in altri centri le cose 1procedono ~iù spedite ve.rso un a"'setto stabile sia nei riguardi degli operai che dei militari.

(l) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., p. 112. (2) -Non pubblicato.
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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DF.GLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 718/131. Pietrogrado, 23 marzo 1917, ore 14 (per. ore 10,05 del 24).

Ambasciatore d'Inghilterra mi ha detto essere stato autorizzato a riconoscere in modo ufficiale nuovo Governo russo nel momento in cui egli lo ravvisava op~ortuno. Mi sono pertanto accordato con Buchanan come con Paléologue pel'ché nostro riconoscimento ufficiale abbia luogo simultaneamente.

Abbiamo soprasseduto a questo atto perché Miliukoff potesse valersi dell'attesa 1per convincere anche ,riluttanti (gli estremi) della necessità di includere nel manife·sto del !Programma • la guerra fino alla completa vittoria • ma ritengo ·che già domani potremo urocedere al :riconoscimento.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 997/169. Pietrogrado, 23 marzo 1917, ore 14 (per. ore 10,20 del 24).

Governo pTovvisorio intende restituire alla Finlandia sua costituzione quale era prima delle restrizioni imposte nel 1910 alle fa·coltà legislative della Dieta finlandese. Dieta e Duma voteranno simultaneamente a suo tempo testo costituzione. Delegati Finlandia giungeranno qui fra breve 'Per pre·vi accordi col Governo provvisorio. Si ha da Helsingfors ·che tale notizia unita a quella del ritorno di tutti gli esiliati ~olitici finlandesi !Produce colà eccellente impressione. Si rpada del Barone Rosen come p.robabile Governatore Finlandia. Rosen, sebbene •conservatore, era :lira i membri del Consiglio dell'Impero che avevano aderito al blocco liberale. Per tale ragione egli era stato escluso dal dicembre scorso dalla riconferma di membro attivo del Consiglio dell'Impero.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 722/136. Pietrogrado, 23 marzo 1917, ore 14 (per. ore 10,35 del 24).

Circa abdicazione dell'Imperatore ho avuto seguenti particolari: Sua Maestà si trovava a Pakoff diretto a quanto si crede a Carskoe Selo ma trattenuto colà come lo era stato a Bologoi dagli insorti. Giorno 15 marzo ex deputato Goutchkoff, membro del comitato parlamentare (,che poi divenne Governo provvisorio) e deputato Schiulghin furono a Pakoff ricevuti dall'Imperatore e in presenza del Conte Frederich e del Generale Ruski comunicarono a Sua Maestà gli avvenimenti di Pietrogrado e suggerirono che non fossero inviate truppe dalla fronte alla capitale visto altresì che tutte le tn~ppe che vi arrivavano si univano agli insorti. A Stia Maestà ,chiedente che ·cosa dunque avrebbe dovuto fare, i delegati del Comitato avrebbero risposto: Abdicare. Sua Maestà allontanatosi avrebbe durante un quarto d'ora pregato dinanzi ad una Icona in una stanza attigua dopo di che avrebbe dkhiarato ai delegati dei Ministri del Comitato che non potendo sepamrsi dal figlio avrebbe abdicato in favore di suo fratello Michele. La formula di abdicazione che già era pronta nei termini conosciuti (l'aveva ·redatta il deputato Madacoff) fu pertanto modificata nel senso desiderato dall'Imperatore che firmò subito.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 998/156. Pietrogrado, 23 marzo 1917, ore 14 (per. ore 12,10 del 24).

Nei disordini dei giorni scorsi non si sono avute a lamentare vittime italiane. A quanto da ogni parte mi viene riferito italiani sono oggetto di riguardi e manifestazione di vivissima simpatia. Ebbero ed hanno a sopportare qualche disagio personale R. Ambasdata e Missione commerciale che alloggiavano nel vicino albergo Astoria divenuto per il momento inabitabile. Loro effetti personali furono però lasciati intatti. Edificio R. Ambasciata è incolume; unico proiettile penetrato è stato pallottola fucile che ha sfiorato mio letto; alcuni proiettili hanno invece colpito facciata con lievissimi danni. Ciò è aocaduto ieri durante vivace scambio di fucilate e scariche mitraglieria fra la piazza e la Chie,sa di

S. Isacco ove continuava resistenza di un distaccamento di polizia. Ministro Giustizia venuto ieri all'Ambasciata chiedeva rimanere. Non senza lunghe pratiche sono riuscito a persuaderlo a partire, •sua presenza cagionando rimostranze guardie 1pericolo di assalto al quale era mio dovere sottrarre italiani rifugiati nella R. Ambasciata. Verso sera egli stesso ha telefonato a Rod!ziansko chiedendo una scorta per recarsi Duma e costituirsi.

In generale case private non soffersero danni all'infuori di quelle donde partirono colpi di arma da fuoco. Fu incendiata residenza Conte Frederich, Ministro Casa Imperiale e Yacht Club dovette propria salvezza a esis,tenza lazzaretto nell'edificio che fu però oocupato ponendosi sotto custodia membri che vi alloggiano. Dalle cantine dei monasteri, di parecchie banche, di stabilimenti pubblici e privati, furono estratte ingenti quantità di farina e provviste di ogni genere. Se ne fa distribuzione ad equo prezzo che viene rimes,so ai proprietari. Servizi pubblici funzionano salvo vetture i cui cavalli sono impiegati trasporto derrate. Tranvie riprenderanno domani circolazione. Ordine oggi quasi completamente ristabilito.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 999/157. Pietrogrado, 23 marzo 1917, ore 14 (per. ore 12,30 del 24).

Comitato parlamentare ha costituito Governo con Principe Lvof Presidente del Consiglio e Interni, Gutckoff Guerra e 1interim Marina, Kerensky (socialista) Giustizia, Terescenco (cadetto) Finanze, Konovalof (progressista) Industria e Commercio, Scingariof (cadetto) Agricoltura, Nekrasof (cadetto) Comunicazioni, Manuilov (radicale, Rettore UniversHà Mosca) Istruzione, Miliukof (cadetto) Esteri, Procuratore Santo Sinodo Nicola Lvof (centro). Godnev (ottobrista) ~controllore. Primo punto del p.rog,ramma del nuovo Governo sarebbe riunione di una Costituente. Fino alla decisione . . . (l) venrebbe proclamato Reggente dell'Impero Granduca Michele fratello dell'Imperatore. Affermasi che Sua Maestà abbia oggi abdicato.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 7111182. Pietrogrado, 23 marzo 1917, ore 22,10. (per. ore 13,23 del 24).

Con separato telegramma indtpendente trasmetto a V. E. copia della comunicazione da me oggi indirizzata a Miliukoff pe.r significarli che il R. Governo riconosce il Governo provvisorio russo e che io ent,ro in rapporti ufficiali col Ministro degli Affari Esteri di esso Governo. Detta comunicazione è eguale a quella fatta in inglese da Buchanan e fu inviata all'ora stessa al nuovo Ministro degli Affari Esteri. Quanto a Paléologue egli considera come atto scritto

di riconosdmento la nota da lui rimessa stamane (mio telegramma N. 145) (1). Del resto come V. E. lo awà rilevato, la dichiarazione verbale di riconoscimento ha avuto già luogo ·stamane simultaneamente da parte di tutti e tre i ra'Ppresentanti (2).

(l) Gruppo indecifrato.

551

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 723/129. Pietrogrado, 23 marzo 1917, ore 14,30 (per. ore 17 del 24).

Telegramma di V. E. Gabinetto N. 389 (3).

Hegione nella quale trovasi residenza R. Ambasciata essendo stata teatro conflitti (Hotel Astoria, Sant'Isacco, palazzo Frederichs) invio inservienti all'ufficio telegrafico fu per qualche tempo impossibile. Da ciò ritardo di alcuni miei telegrammi.

Cirea abd:kazione dell'Imperatore ho trasmesso manifesto. Non mancherò teleg,rafare !Particolari non appena se ne abbiano. Confe11masi che il Granduca Michele ha declinato assunzione .potere sovrano fino a quando la Costituente si sia ;pronunziata.

Non è esatto che Ambasciata d'Inghilterra e Ambasciatore di Francia siano entrati in relazioni ufficiali col nuovo Governo. Ci siamo invece posti d'accordo per entra1re in • contatto d'affari • col Governo 'provvisorio.

Prendo atto autorizzazione ·conformare mia azione a quella dei miei colleghi ciò che appunto avevo ohiesto a V. E. col mio telegramma Gabinetto Numero 126 (4).

552

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1007/164. Pietrogrado, 23 marzo 1917, ore 14 (per. ore 21 del 24).

Dopo abdicazione, ex Imperatore ha chiesto al Governo provvisorio di

potere recarsi soggiornare con la famiglia in Crimea, nel Castello di Livadia.

Governo sta esaminando domanda ed esita ad adedrvi, a cagione, a quanto

esso dice, della difficoltà di assicurare valida protezione di quella località.

Dicesi in caso di rifiuto ex Imperatore chiederebbe recarsi con la fami

glia in Danimarca.

(l) -Cfr. n. 568. (2) -Ritrasmesso a Parigi e Londra con T. gab. 428 del 24 marzo. (3) -Cfr. n. 487. (4) -Non pubblicato.
553

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1010/162. Pietrogrado, 23 marzo 1917, ore 14 (per. ore 21 del 24).

Oggi è stato pubblicato seguente manifes•to a firma Nicola II: Nei giorni dell'immane lotta contro il nemico esterno che da quasi tre anni si sforza di domare la nostra Patria, il Signore l!ddio ha voluto sottoporre la Russia ad una nuova ~ravissima prova. Agitazioni rpopolari minacciano produrre pernicioso 'riflesso sull'ulteriore condotta della guerra, mentre destino della Russia, onore nostro eroico Esercito, bene del popolo, tutto avvenire nostra cara Patria esi·gono guerra sia condotta a fine vittoriosa. Nemico mette in opera sue ultime forze ed è rprossima ora in cui nostro Esercito, insieme coi gloriosi alleati iJ)otrà definitivamente distruggerlo. In questi giorni decisivi della vita della Russia noi troviamo doveroso facilitare nostro popolo stretta unione e fusione d.i tutte forze nazionali pel più rap·ido conseguimento vittoria e d'accordo con Duma abbiamo ritenuto bene abdicare al trono dell'lmiJ)ero Russo e rinunziare al Sov,rano Potere. Non volendo separarci dal nostro amato figlio, noi trasmettiamo nostra eredità al nostro fratello Granduca Michele e lo benediciamo nel momento in ·cui ascende ai trono della Russia. Commettiamo a nostro fratello di governare le cose dello Stato in piena ed indissolubile unione coi :rappresentanti del popolo nelle Camere legislative sui principi che essi stabiliranno prestando perciò giuramento in nome della Patria ardentemente amata. Chiamiamo tutti i figli fedeli Patria eseguire loro sacro dovere verso di Lei nel momento grave che attraversiamo e ad aiutarla, unitamente ai rappresentanti del popolo, a mettere la Russia sulla via della vittoria, del benessere e della gloria.

Dio salvi la Russia.

Da Psikoff 2 marzo 1917.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 746/130. Pietrogrado, 23 marzo 1917, ore 14 (per. ore 16,10 del 25).

In seguito a richiesta fattane da Miliukoff mi sono oggi recato insieme colleghi Inghilterra e Francia a conferire con lui al Ministero degli Affari Esteri.

E.gli d ha dichiarato che la Russia fedele alle sue alleanze e conscia dei proprì doveri e dei pro:prì interessi •Condufirà la guerra fino alla vittoria con tanto maggior ardore in quanto gli ostacoli ·che ince,ppavano le sue mosse sono eliminati. Egli ha bensì riconosciuto che non tutte le difficoltà sono sormontate stante le esigenze del gruppo operaio dell'estrema ·che a suo credere non conviene trattare brus•camente, ma si è mostrato fiducioso nell'appianamento delle

divergenze e nel consolidamento di un'altra autorità del Governo provvisorio. Il Governo provvisorio :secondo il suo dire emana dalla rivoluzione ma è anche legale nella forma in quanto il Granduca Michele gli ha trasmesso la pienezza dei suoi poteri fino a che la Costituente si sia !Pronunziata sul futuro regime dello Stato.

Venuto a parlare della Costituente i miei colleghi ed io (previamente accordaUci anche su questo punto) abbiamo espres1so il parere che il riunirla mentre dura la gue11ra e particolavmente quandv la Russia al pari degli alleati deve ,produrre il ma,ssimo sforzo sarebbe sommamente inopportuno poiché, a prescindere dai possibili dis•sensi, la Costituente avrebbe rpur sempre assorbita gran parte dell'attenzione e dell'attività del paese. Osservammo che parecchi... (l) sono oom~pati ·che milioni di uomini sono al fronte che Inghilterra attualmente e Francia nel :settembre rimanda1rono le elezioni ed ag•giungemmo che pur senza aver notizie presumevano che i nostri Governi avrebbero veduto con alta soddisfazione l'opera della Russia concentrare la sua attenzione nell'opera di prima ed ur~gente neces•sità che è il conseguimento della vittoria condizione indefettibile per la futura libertà di tutto il popolo. La rivoluzione russa per la prima <liPPrenderebbe al militarismo prussiano... (1). Miliukoff ci dichiarò confidenzialmente che questo era pure il suo pensiero ma che pressioni di molti ,per la pronta convocazione della Costituente impressionavano Governo il quale stimava dover procedere con ·cautela e non opporsi in modo diretto alla volontà ;popolare. Egli ci ha però assicurato che farebbe del suo meglio ,per rimandare il più lungamente poss~bile la convocazione della Costituente. L'Almbasciatore d'Inghilterra gli disse di avere ,già ottenuto che il proprio Governo si adoperi per•ché i socialisti inglesi consiglino ai socialisti russi di seguire H loro esempio d'i riprendere alaeremente il lavoro per la continuazione della guerra liberatrice di conservare l'unità ec•c., altrimenti la Ge11mania sfrutterà la situazione a profitto dei reazionari. Dissi per mia .parte che mi sarei parimenti il'ivolto al R. Governo affinché possibilmente ottenes:se dai nostri socia-listi non ufficia-li un messaggio ai loro 'colleghi russi. L'AmbaStciatore di Francia fece eguale dichiarazione ed alluse anzi a pratiche che egli aveva già iniziate in proposito. Miliukoff ci ha ringraziati di questa iniziativa ~che egli stima destinata ad avere una assai benefi·ca influenza sugli animi degli operai di parte socialista. Ritengo .che effettivamente sarebbe opportuno e molto apprezzato un passo di tal genere da parte del socialismo italiano. L'Ambasdatore d'Inghilterra ha dichiarato a Miliukoff di essere dis,posto a entrare in rapporti uffic,iosi col Governo provvisorio di Russia e ehe sperava poter presto comunicargli anche il riconos·cimento ufficiale mentre fin da ora poteva assicurarlo del suo amkhevole concorso per agevolargli il difficile compito nella fondata lusinga che la comune azione per la guerra sa•rebbe eontinuata col massimo impegno. Mi sono quindi associato alle parole del collega decano pregando Miliukoff di considerarle come da me pure pronunziate e altrettanto fece il collega di Francia.

E' stato convenuto con Miliukoff che i consueti nostri convegni quotidiani a quattro saranno r1presi da domani.

(l) Gruppo indecifrato.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 738/137. Pietrogrado, 23 marzo 1917 ore 14 (per. ore 16,15 del 25).

Miliukoff ha es,presso a Buchanan desiderio del Governo provvisorio che ex Imperatore con famigUa sia trasferito in Inghilterra ma che di là egli non si rechi in Danimarca o altrove dovendosi impedire ogni per quanto improbabile suo tentativo di pas,saggio su temitorio nemico e dare di ciò assicurazione al popolo russo. Buchanan interpreterà presso il Gabinetto di Londra tale desiderio del Governo provvisorio.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1029/166. Pietrogrado, 23 marzo 1917, ore 14 (per. ore 11 del 26).

Rivolta di Pietrogrado è stata occasionata dalla defidenza aUmentare e specialmente del pane, ma essa non si sarebbe così facilmente e ra;pidamente trasformata in rivoluzione e propagata in tutto il Paese se cause di lungo malcontento non l'avessero maturata.

Evoluzione dell'idea liberale aveva, come altrove, affrettato suo ritmo durante guerra, ma in Russia, a differenza di altri, si era scontrato con una violenta corrente reazionaria che faceva capo all'I,mperatrice. Penetrata di intransigenza autocratica che credeva unica salvaguardia della Dinastia, Imperatrice subordinava ad essa, giusta credenza diffusissima, anche .politica internazionale ed anelava a vedere riconfevmato principio dinastico mediante riavvicinamento dei troni di Russia e di Germania. Sua origine tedesca, persone che la circondavano, uomini di cui aveva favorito chiamata al potere accrescevano i sospetti contro lei e irritazione contro l'Imperatore che ne subiva l'as,cendente. Nefasta influenza Imperatrice aveva finito per isolarla dalla Duma, dal Consiglio dell'Impero, dalle istituzioni provinciali e comunali, dalle associazioni della nobiltà, da tutto il popolo, dalla stessa parentela imperiale come sintomatico episodio Rasputin lo aveva provato. File dell'esercLto mormoravasi di tradimento e infiacchivansi fedeltà, spirito bellico. Esercito d'oggi, uscito di fresco nella sua grande maggioranza dalle officine, dalle scuole, dalle professioni, dalle campagne stesse ove l'aspirazione ad un miglior tenore di vita è penetrato più che non si C'reda, è troppo vicino al popolo, ed ha troppo alta ,coscienza della sua forza e delle sue benemerenze per essere contenuto e guidato dalla sola disciplina militare. Esso partedpa in pieno alla vita nazionale e a questa stregua ,conviene (provvedere ai suoi bisogni morali. All'ese11cito russo, meglio a questo (pQPolo in armi, come provvedeva moralmente Governo? Non con compensi liberali 'che attenuassero il peso degli enormi sacrifici del paese, ché le tendenze del Governo erano ognora

guardinghe, restrittive; non con [par. Hl.] di una brillante attività militare, chè

da molto tempo le operazioni militari ristagnano; non col vivificare l'ardore

patriottico, ~chè idea di combattere invano finché il nemico fosse all'interno e in

alto si andava insinuando negli stessi comandi. Tutto ciò spiega come vincoli

tradizionali fra esercito e corona già corrosi e come il primo urto rivoluzionario

li potesse spezzare. Isolamento dell'Imperatore era evidente. Se movimento non è

scop1piato :prima d'ora, lo ,si deve al patriottico proposito del blocco liberale di

evitarlo perché non vi fossero distrazioni dalla guer,ra che doveva prima con

dursi a vittoriosa fine.

I casi di agitazione, scioperi, disordini, anche gravi, come quello di Mosca,

arrestati dall'intervento dei li!berali, sono innume,revoli, né valsero a d~stogliedi

da tale loro condotta le provocazioni governative né le umiliazioni cui la Duma,

gli Zemtwo, i Municipi con le loro associazioni di mobilitazione industriale do

vettero ,sottostare. Ma a una rivolta per fame, e alla quale 'Si associava il blocco

liberale, non poteva contrapporsi consiglio di calma e ritorno al lavoro. Rivolu

zione lo avrebbe soverchiato poiché misura era colma. Blocco liberale e fra i

primi costituzionali democratici (cadetti) compresero essere giunta ora di porsi

alla testa del movimento, sia per non !asciarlo 'passare nelle mani degli estremi,

sia pe,r organizzarlo e guidarlo. Esso minacciava infatti di rimanere acefalo, cao

tico, e degenerare nell'anarchia. Rivoluzione scoppiò inopinatamente, ma la sua

prepa,razione, sebbene non organizzata, era di lunga data; il malcontento era

generale. Ciò spiega pronta acquiescenza al nuovo regime della popolazione di

Pietrogrado e della Russia intera. Svolgimento relativamente blando e ordinato

dei moti popolari va attribuito in parte alla quasi assente resistenza (salvo la

polizia), all'intervento dell'eseTcito, al disuso della vodka, alle misure severissime (la fucilazione) comminate ai -ladri e ubriachi. Il lavoro nelle officine va riprendendo, ma lentamente. Ripresa generale non può sperarsi prima che accordi fra partiti operai avanzati e Governo provvisorio siano stabiliti.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 761/139. Pietrogrado, 23 marzo 1917, ore 14 (per. ore 16,45 del 26).

Governo provvisorio ha oggi emanato manifesto alla nazione del quale V.E. conoscerà già il tenore dalle agenzie telegrafiche. E.sso contiene un passaggio troppo breve per vero dire e troppo debole circa la continuazione della guerra sino vittoriosa fine. Per tale fiacco linguaggio i miei colleghi ed io abbiamo fatto serie rimostranze al signor Miliukoff deplorando la mancanza di energia del governo di fronte al gruppo estremo del socialiSI!llo la cui propaganda per la pace non ;può venire incoraggiata da un timido contegno del potere. Osservai essere debito del Governo illuminare le masse e far loro ,comprendere che la Germania vittoriosa equivarrebbe al naufragio a breve scadenza della rivoluzione russa ed all'asservimento economico e politico della Russia, sotto il giogo del limitrofo impero divenuto arbitro dell'Europa e dell'Oriente. Soggiunsi che, alla vtgilia di grandi operazioni militari forse decisive della guerra, è profondamente necessario inspirare al fronte piena fi:duda nel ·coilJCor.so di tutti i paesi ed infondere nuovo ardore nei Comandi e nelle t'ruppe condannandb la languida condotta di guerra del passato Governo ed additando esempio degli alleati. Ambasciatore di Francia pa1rlò di forza dichiarando in tevmini concitati che il Governo della Repubblica dopo tre anni di sanguinosi sacrifici e nel mentre si app.resta ad altri ingenti sforzi non poteva 'certamente attendersi così misera e molle dichiarazione da parte del Governo provvi·sorio che nella guerra ad oltranza e nella completa vittoria deve trovare propria affe11mazione e proprio avvenire. Egli disse essere sicuro deUa disastrosa ~mpressione 'che manifesto produr.rà in Francia ove l'enunciazione evasiva al grande impulso che Governo provvisorio avrebbe dato aUa guerra come lo dimostra il messaggio dei socialisti a Kerensky (del quale Paléologue diede loro lettura), concluse chiedendo che a1meno nella risposta a quel mes,saggio venisse rimediato alle deficienze del manifesto. L'Ambasciatore d'Inghilterra, -con più calma parola ma con non minor-S'! fermezza, non nascose la sua penosa impressione per una affer

mazione della volontà bellica del nuovo Governo così impari alla situazione spe-_

cialmente in questo momento e chiese a Miliukoff di voler esplicitamente comunicare quale contenuto avesse la frase usata nel manifesto sulla continuazione guerra. Miliukoff .riSipose pote,r assicurarci a nome Governo 'che per • vittoriosa fine • intende l'insieme dei fini che erano 'contenuti nella risposta degli alleati agli Stati Uniti e quindi la liberazione delle nazionalità dell'Austria, l'esclusione della Tur,chia dall'Europa, la fine dell'egemonia militare gel1ffianica, tutte le garanzie necessarie perché l'immane conflitto non po;ssa rinnovarsi ecc. Egli soggiunse trovarsi d'accordo con Wilson circa la necessità di nuove diSIPoSIÌzioni internazionali per evitare pericoli di una reazione e di nuove guerre future, ma essere invece assolutamente contrario all'idea di Wilson di una !Pa>Ce senza vittoria. A nostra richiesta se potevamo comunicare ai nostri Governi tali sue dichiarazioni come fatte dal Governo provvisorio Miliukoff rispose affermativamente. Egli osservò poi •che Governo provvisorio stimava ,più -conforme agli scopi della guerra il non urtare soverchiamente la minoranza popolare dissidente, la quale gradatamente si sarebbe ,persuasa d'ella necess·ità della guerra per salvare la libertà e il nuovo regime. A Paléologue disse infine di non potere pregiudicare risposta che Kerensky avrebbe fatta ai socialisti francesi ed espose invece l'idea che tosto acco.gliemmo di trovare una occasione .prossima (nomina del generalissimo od altro) per fare una pubblica forte affermazione dei propositi di guerra del Governo provvisorio. In realtà Governo provvisorio incontra qualche difficoltà nel •conservare contatto con partiti estremi e mtsura ogni suo atto o parola temendo producano gravi secessioni. È questa una tendenza -che nei riguardi della guerra non si può lascia•re :seguire verso una china che .può divenLre iPericolosa e decorso qualche .giorno conviene che alleati senza esitazione pongano in guardia Governo provvisorio. Naturalmente non si è oggi iParlato di riconosci

mento ufHciale del nuovo regime (1).

(l) Ritrasmesso a Londra e a Parigi con T. gab. posta 448 del 5 aprile.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 750/134. Pietrogrado, 23 marzo 1917, ore 14 (per. ore 22,15 del 26).

Paléologue ha dichiarato o,ggi a Miliukoff che il suo Governo lo ha autorizzato a prestare appoggio al Governo p~rovv~sorio, • in tutto ciò che possa contribuire all'enel'gica prosecuzione della guerra •.

Buchanan ed io abbiamo fatto comprendere per parte nostra che il riconoscimento ufficiale del Governo provvisorio è in relazione con i propositi e gli atti di esso riS!petto alla guerra.

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IL MINISTRO A BERNA, PAULUCOI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. POSTA 760/21. Berna.. 23 marzo 1917, ore 18 (per. il 26).

Ebbi ieri un lungo ed interessantissimo colloquio colla stessa personalità tedesca ·che già mi dette nell'estate dello scorso anno le preoise informazioni che potei fornire allora a questo Centro militare sulle intenzioni della Germania d'intensificare la guerra sottomarina per isolare e vincere l'Inghilterra, anima della coalizione avversaria. Questo signore, proveniente da Berlino, dove ha visto a più riprese lo Zimmermann, mi ha paPlato della seduta segreta tenuta dal Comitato del Reichstag il 30 gennaio dove fu discussa la convenienza di inaugurare un sistema ·che pure avrebbe condotto alla rottura cogli Stati Uniti. L'enorme maggioranza di quell'assemblea e del paese è adesso animata dalla più viva fiducia rnell'esito di questa guerra, esito non a lunga scadenza. Lo Zimmermann avrebbe indicato il mese di luglio o agosto (nel mio ·telegramma Gabinetto n. 19 del 17 corrente (l), la data indicata dallo stesso segretario di stato al Ministro svizzero ,sarebbe stata quasi la stessa) come quello dei prodromi della pace. Il programma navale subì delle modi:ficazioni, perché si interruppe la fabbricazione di tutti i ,pic·coli sottomarini e rinunziando al numero, si vollero solo delle grosse navi d,i gran tonnellaggio con potente armamento. Il von Kapelle ha disposto in

modo che vi siano sempre 200 'Sottomarini in azione, di cui 140 pel blocco dell'Atlantico e dell'Inghilterlra e 60 per il Mediterraneo. I cantieri germanici fabbricano adesso 10 sottomarini al mese, mentre le perdite sono calcolate ad appena due sottoma.rini nell'istesso periodo. La soppressione dell'avviso che si dava prima ai battelli incontrati rende più sicuri i sottomarini germanici dalle insidie nemiche. Le dfre del tonnellaggio distrutto il mese ·scorso era stato di un terzo superiore alle previsioni fatte. Si sapeva a Berlino ·che sino ad oggi nulla era stato ancora scope.rto per opporre all'arma sottomarina, e l'ammiragliato tedesco .faceva fuoco e fiamme pevché si intensifica,sse sempre più la guerra ad oltranza e non 'Si perdesse tempo, ripetendo il gravissimo errore fatto pei Zewelin. Chè 1se la Germania (queste sono le idee del von Ka,pelle) avesse lanciato subito i 'suoi grandi areostati su Londra, la .capitale :britannica sa,rebbe stata incendiata e, senza parlare dei danni gravissimi inflitti al nemico, gli inglesi av1rebbero forse ascoltato più facilmente la voce di pace. Adesso invece gli Zeppelin, di cui non rsi seppe usare a tempo debito, non servono quasi più a nulla. Il Kapelle si d~ce sicuro •che l'Inghilterra sarà affamata prima della Germania, dove le saggie disposizioni prese sino dall'inizio della guerra assicurano ancora, più o meno bene, l'esistenza.

Il mio intedocutore mi disse poi, parlando del fronte occidentale, che a Berlino nei circoli militari si a~provano le ultime disposizioni prese dall'Hindenburg. Si rinunzia a Parigi pel'ché non è la Francia quella che si vuol coLpire, ma la sua alleata, ed egli ·crede ·che l'obiettivo dello sforzo germanico sia sempre Calai,s. Col poss.esso di questa città, l'Inghilterra sarebbe staccata dalla Francia e obbligata a cedere le armi.

Dell'Italia, in Germania, non si parla più con astio: egli non aveva sentito fare aLlusioni ad azioni .contro il nostro paese, 'col quale si vorrebbe • post bellum • riannodare le antiche relazioni, ma sapeva che ufficiali ge11manici studiavano le .carte italiane. A Berlino si credeva che l'offensiva austriaca, potentissima, 1sarebbe partita piuttosto dal Trentino ·che dal Ca11so.

Il discorso ca·dlde infine sulla Russia e sui disordini che affliggono adesso quel paese. La rivoluzione russa, egli mi disse, avrebbe fatto del torto alla Germania perché in primo luogo portava l'incendio vicino ad un paese dove vi era già sentore di bruciato. Nell'edificio artificiale della Germania non mancava dò •che avrebbe al'so e divampato alla prima occasione. Il momento attuale però era meno favorevole di pochi mesi fa, prima della proposta di pace, respinta, secondo il mio interlocutore, in una forma che non faceva onore alla intelltgenza politica dell'Intesa. Un simile evento avrebbe avuto nel dicembre scorso una terribile rdpevcussione in Ge=ania. Il militarismo vi aveva assunto delle forme così prepotentemente crudeli da scavare un abisso tra il popolo e la casta degli ufficiali. È vero ,che sino adesso non vi era stato ancora neppure una singola insurrezionale di reggimenti causa la ferrea disciplina, ma il soperchio cominciava a rompere il coperchio. Quella risposta dell'Intesa che aveva fatto il giuoco del Governo ·germanico, era servita a rimettere intanto insieme per qualche tempo ancora dò •che, al suo occhio impall'ziale, pareva allora andasse a ;poco a poco dissolvendosi. Anche l'idolatria per Hindenburg ed i primi suc•ces•si della guerra sottomarina avevano servito a :rinsaldare quell'unione.

In secondo luogo la rivoluzione aveva nuociuto agli interessi tedeschi, perché il Governo 1rovesdato era dLsposto ad una pace separata, mentre quello nuovo è un punto interrogativo.

Parlando poi del problema russo, egli, ·che conosceva a fondo il paese, dove aveva grandi interessi, vedeva chiaramente che i capi della rivolta si eran lasciati sfuggire le redini di mano e che non erano più padroni della direzione. Ora, davanti agli eccessi delle masse, era più che probabile una reazione e una controrivoluzione. Concludeva quindi che, intanto, a suo modo di vedere, il contributo bellico della Russia alla ·causa dell'Intesa poteva considerarsi come finito.

Riferisco quanto precede a semplice titolo di informazione.

(l) Cfr. n. 501.

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L'ONOREVOLE SALANDRA AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. P. Roma, 23 marzo 1917.

I giornali più autorevoli (dal Corriere della Sera alla Tribuna e prima anche il Giornale d'Italia), trattano largamente l'ipotesi della grande offensiva austro-tedesca contro l'Italia, ne discutono le eventualità, non ne attenuano la serietà, concludono col chiedere che gli alleati ci aiutino validamente nella resistenza. Ciò deve significare che governo e comando supremo approvano questa intonazione, ed io pure credo opportuno che il paese non sia sorpreso dai probabili avvenimenti.

Ma il governo vivrebbe in una strana illusione se non si rendesse pieno conto delle preoccupazioni e delle speranze ed esigenze che ne derivano nel paese. Le preoccupazioni sono gravissime e non soltanto nei circoli dei cosiddetti neutralisti, che in mala fede le fomentano bensì anche fra gli elementi più sinceramente favorevoli al governo e alla guerra e fra la massa dei tiepidi. Tutti ritengono che gli alleati dovrebbero prestarci aiuto valido, sicuro e non tardivo, e che al governo spetti fare ogni opera, nulla omettendo, per ottenere tale aiuto nella massima misura possibile. La tranquillità superficiale della Camera non deve trarvi in inganno: essa nasconde un'agitazione profonda, che non si manifesta (per ora) alla Camera perché trascende la Camera.

Hanno ragione i preoccupati e gli esigenti? Francamente: io credo di sì. Non siamo al momento più grave della crisi, ma siamo, forse, alla vigilia di esso. Per noi le immediate apprensioni sono più giustificate dalla non improbabile paralisi, sia pure temporanea, della efficacia bellica della Russia, che lascerà libere contro di noi maggiori forze austro-tedesche.

Ne consegue il dovere assoluto del governo di posporre ogni considerazione secondaria o personale alla necessità di ottenere tutti i maggiori presidii di una efficace resistenza. La questione militare primeggia adesso ogni altra. Vengono subito dopo il grano e il carbone. Il resto, per quanto importante, importa poco; e sono miserie trascurabili le avvisaglie di gruppi o personalità parlamentari.

Io non posso concretare questo mio suggerimento generico se non sopra un punto per il quale ho qualche elemento di fatto: le artiglierie pesanti.

Il generale Porro, che vidi negli scorsi giorni ad Udine per una visita di mera convenienza, altri generali, conoscenze personali, che ho vedute quì, concordano senza reticenze nel deplorare la insufficienza delle nostre artiglierie pesanti per l'ipotesi probabile della doppia offensiva: dal Trentino e dal Carso. I nemici conoscono le nostre condizioni. Nel bollettino della stampa estera, che si fa alla Consulta, in data 20 corrente è riassunto un articolo del Pester Lloyd degli 11, che, sulle orme della Stampa di Torino, commenta le conseguenze militari della nostra constatata e -confessata deficienza Non si deve insistere presso gli alleati per ripianarla o almeno per attenuarla efficacemente?

So del deplorevole errore commesso su tale argomento nella conferenza di Roma e delle sue conseguenze. Ma deplorarlo non basta come non basta addossarne la responsabilità a chi lo commise. Occorre rimediarvi; poiché le artiglierie pesanti pare siano divenute il maggior nerbo della guerra. Né ci si può accontentare di promesse vaghe e senza scadenza certa. Il tempo stringe: abbiamo sì o no, cinque o sei settimane per provvedere. Si cercherà provvedere dopo il disastro, come l'Intesa ha fatto per la Serbia e per la Rumenia?

La crisi russa, la presenza in Italia del capo dello Stato Maggiore inglese, danno al governo nuove ragioni e nuovi modi d'insistere. Né bastano i militari. Il presidente del Consiglio c il ministro degli Esteri dovrebbero agire di persona e non sarebbe troppo chiedere anche l'intervento del re.

Dobbiamo pensare che il paese, in tutte le sue manifestazioni politiche ed economiche, difficilmente resisterebbe a gravi eventi avversi. Dobbiamo pure pensare che di fronte alla probabilissima ripresa del movimento per la pace dopo l'estate, noi ci troveremo, perdendo terreno, nella situazione di fatto la più sfavorevole, così rispetto ai nemici come rispetto agli alleati: la Francia trovandosi probabilmente col territorio in molta parte liberato e l'Inghilterra coi pegni conquistati delle colonie d'Africa e della Mesopotamia.

Tutto dunque deve indurre il governo a considerare come decisivo, almeno per noi, il pericolo prossimo delle operazioni militari e ad affrontarlo con tutti i maggiori elementi di successo, persuadendo, con effetti concreti e tangibili, gli alleati a riguardarlo come tale.

Se il paese non fosse convinto che così si è fatto, le più gravi conseguenze potrebbero derivare, conseguenze che andrebbero molto oltre la vita del ministero e potrebbero riflettersi sulla tranquillità interna e sul sistema stesso delle alleanze, alle quali (e non soltanto dagli avversari della guerra) si rimprovera già di non aver apportato alla nostra resistenza quel contributo economico e finanziario che sarebbe stato lecito attendersene.

Son certo che vorrai considerare questa lettera (della quale ho mandata copia a Boselli) come mossa dall'unica ragione della patriottica preoccupazione che m'investe, come investe ogni buon cittadino, in questo momento (1).

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, II, cit., pp. 190-192.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 426. Roma, 24 marzo 1917, ore 12,30.

Per incarico del Consiglio dei Ministri comunico a V. E. quanto ,segue:

« Il consumo di carbone necessario all'Italia nello stato presente dei bisogni di guerra può valutarsi in 740.000 tonnellate al mese, esclusa la R. Marina

(60.000 tonnellate al mese). La quantità del carbone arrivato nel 1916 ed il

depauperamento avvenuto nelle scorte confermano tale cifra. Il suddetto consumo mensile è dovuto:

alle industrie che preparano materiale di munizionamento e le materie prime per gli esplosivi . Tonn. 280.000

ai trasporti per mare e per terra e servizi governativi diversi 330.000

a tutte le industrie non direttamente di guerra (minerarie, fornaci, vetrerie, chimiche, alimentari, tessili, manifatture varie, agricole, elettriche) che consumavano tonnellate 320 mila innanzi la guerra . 130.000

Tonn. 740.000

La riduzione dei consumi oltre il limite al quale già il Paese si è ridotto non può che rendere meno efficace l'azione bellica che si basa sul munizionamento e sui mezzi di comunicazione di terra e di mare. Una ulterioJ:e riduzione nei consumi delle industrie che ancora funzionano (tutte necessarie alla vita, ristretta nella misura attuale causa il costo del carbone che è sei volte maggiore di quello innanzi la guerra) non darebbe che un risultato meSIChino senza portare una diminuzione notevole nel fabbisogno del carbone.

Si tenteranno tuttavia quelle ulteriori riduzioni che possano ancora essere raggiunte col minor danno possibile, senza .sperare però di poter giungere a contenere il consumo entro il limite di tonnellate 650.000 al mese.

Nei mesi di novembre e dicembre 1916 le scorte esistenti in Paese diminuirono d~ tonnellate 315.000; nel gennaio 1917 di tonn. 334.000; nel febbraio di tonn. 327.000.

Le scorte esistenti in Ualia, escluse quelle della Mal'ina militare, al l o marzo 1917 non erano ·superiori (presso i privati e le amministrazioni dello Stato) a tonn. 950.000.

Siccome il funzionamento deile aziende consumatrici di car1bone non può essere regolare se in Paese non si dispone in media del carbone cordspondente almeno ad un mese di consumo, così ne consegue che, (come i fatti lo dimostrano) se si consumano 300.000 tonn. di scorta ogni mese nei primi di a~rile comincerà a manifestarsi un funzionamento irregolare sia di industrie che di trasporti. Alla fine di maggio saremo ridotti al nulla colle scorte e dovremo vivere alla giornata

col carbone che giungerà dal mare. E qui è bene considerare che dal giorno in cui il carbone parte dall'Inghilterra al giorno in cui può essere bruciato sulla griglia in Italia trascorrono almeno tre settimane quando in tempi normali gli arrivi sono regolari, ciò che dimostra come la pretesa di avere in Paese una scorta minima pari ad un mese di consumo non è esagerata. Tale scorta ·sarebbe poi sempre al di sotto di ciò che il Paese si era procurato, con grave sacrificio di danaro, prima del novembre 1916, accumulando tonnellate 2.000.000 di carbone, pari a due mesi e mezzo di consumo medio.

Gli arrivi di caTbone dall'Inghilterra e, in quantità quasi insignificanti, dall'Amerrica furono nel febbraio 1917 di tonn. 315.000. Nei trenta giorni anteriori al 20 marzo erano arrivate appena 342.000 tonnellate, comprese quelle per la Marina militare (25.000 circa). Si •prevede di sorpassare forse nel marzo le 400.000 tonn. e poca .speranza vi è di raggiungere le 500.000 tonnellate nei mesi successivi.

Occorre dunque che l'Inghilterra si ponga in grado con ogni sforzo di far arrivare in Italia 800.000 tonnellate al mese (compresi i bisogni della R. Marina), integ,rando in ogni mese la quantità di ca:I'bone che nel mese antecedente l'Italia abbia effettivamente t•rasportata con i me2lzi messi a 'sua disposizione, 300.000 tonn. circa, fino a raggiungere il quantitativo fisso mensile di tonnellate 800.000.

Stando al di 1sotto di questa cifra, data l'attuale deficienza delle nost.re scorte, non 'sarebbe di fatto .possibile proseguire la ,guerra ».

Tenendo presente quanto precede ed intendendosi opportunamente .con Mayor des Planches V.E. vorrà parlare chiaramente ed esplicitamente a codesto Governo e srpecialmente a Lloyd Geo·r,ge ed a Balfour esponendo la terribile gravità della situazione a cui andiamo incontro se non si provvede con la ma:sstma urgenza ed energia.

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L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 736/78. Washington, ... marzo 1917 (per. ore 22,35 del 24).

Un mio collega neutrale ha interrogato stamane Lansing e me ne ha :riferito confidenzialmente le risposte seguenti:

Alla domanda quali fossero i reali intendimenti di questo Governo, Lansing si è schermito dicendo di non saperlo ancora ma che si provved'e intanto alla difesa del Paese e che si ha il proposito di formare un esercito di un milione di uomini. Incalzato dalle richieste ,se Stati Uniti d'America pensano di allearsri più innanzi al g,mppo degli alleati ha risposto: «Non intendiamo farlo». Avendogli mio collega domandato come lo si .potrebbe evitare, combattendo un nemico comune, ha replicato: • La guerra degli alleati non è la nositra ··Alla domanda se intendeva con ciò dire che gli Stati Uniti si sarebbero limitati a guerregg,iare da· questa ,pa,rte dell'Oceano ha risposto annuendo. Circa l'Austria ha detto sperare ancora di non dovelda rompere. E ha aggiunto: • Non 'possiamo è vero riconoscere il <SUO Ambasciatore, perché l'Austria si è dichiarata in principio solidale colla Germania, ma sappiamo che di fatto essa non ha sottomarini nel Mediterraneo bensi soltanto nell'Adriatico • (!). Rispetto alla Russia, Lansing ha dichiarato <che gli S~ati Uniti si sono affrettati a riconoscere l'attuale Governo perché esso 'segna il trionfo dell'idea demoeratica.

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IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 734/58. Stoccolma, 24 marzo 1917, ore 17,20 (per. ore 4,15 del25).

Secondo informazioni da buona fonte i socialisti tedeschi avrebbero già mandato qua un loro emi,ssario per entrare in contatto coi profughi socialisti russi ed influenzarli a favore della pace separata. Però anche gli elementi più avanzati fra questi socialisti russi pur desiderando un ~pronto ristabilimento della pace il quale favorirebbe la loro azione politica interna si mostrerebbero per ora avversi ad una pace separata. Mi risulta egualmente che agenti tedeschi (in maggioranza ebrei) si adoperano qua per fare entrare in Russia anche con passaporti falsi dei finlandesi (.persone 'che dovrebbero sobilla,re gli operai e provocare atti di sabotaggio nelle fabbriche). Un gruppo di fuoriusciti finlandesi qua residenti ha tenuto una <riunione esprimendo la sua completa sfiducia verso Governo Provvi,sorio russo. Si tratta di quelle persone che hanno 1Partec,1pato sempre attivamente alle agitazioni germanofile in !svezia e che dovevano secondaria nello sbarco tedesco in Finlandia di cui si parlava un anno fa. Gli elementi finlandesi più :moderati si sono astenuti da tale manifestazione ~ma non dissimulano una certa pers~stente diffidenza verso la Russia e gradirebbero che il riconoscimento delle loro libertà foss1e consacrato dalle potenze alleate o che aLmeno queste dessero in qualche modo la loro adesione morale alla reintegrazione dei diritti della Finlandia (1).

564

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 732/62. Parigi, 24 marzo 1917, ore 21,45 (per. ore 5,05 del 25).

Ribot venuto oggi farmi visita ufficiale mi ha pregato dire a V.E. ~che faceva molto a:ss~egnam~mto rsulla amichevole sua collaborazione sulle gravi questioni che

interessano nostro paese. Presi occasione accenno questir)ne Asia Minore della quale egli era naturalmente poco informato e sapeva solo di • notevoli ambizioni i taliane •. Cercai spiegargli vera base della questione insistendo sulla necessità dimostrare al nostro Paese che a<.~;;i)fdo di "!:..ond.ra viene lealmente mantenuto dagli alleati nella questione Asia Minore.

Ribot fece vaghe dichiarazioni rassicurani:i e :promise mettersi al corrente della questione della quale cr:n'asskurava che parleremo a giorni con più comodità (1).

(l) Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con T. gab. 435 del 25 marzo.

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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. U. 733/123. Londra, 24 marzo 1917, ore 22,08 (per. ore 7 del 25).

Telegramma di V. E. Gabinetto N. 377 (2).

Con comunicazione odierna Balfour (3) mi informa che dopo ulteriori considerazioni gli pare prefedbile che l'adesione del Governo francese all'ac·cordo pel Senussi risulti anziché da uno scambio di Note, da formale dichiarazione da firmarsi da lui, da Cambon e da me mer:coledì prossimo. Alla predetta comunicazione è unito il testo della dichiarazione proposta dal Governo francese. Ad ogni buon fine prego V. E. telegrafarmi d'urgenza la sua autorizzazione a firmare mettendomi in grado di informare possibilmente lunedì Balfour che mi chiede una pronta risposta. La dichiarazione contiene testualmente i cinque punti contenuti nel memorandum di ·codesta Ambasciata di Francia dell'll febbraio

u.s. (4) (dispaccio di V.E. Gabinetto N. 9) (5) ed è preceduta dal preambolo che ad ogni buon fine riproduco:

• Vu qu'il est dans l'intérét commun des trois Gouvernements d'établir nettement et sur une base d'amitié les rapports de la Grande Bretagne, de la

The exchange of notes was originally proposed by His Majesty's Government, but it appears to them on further consideration that it would be preferable to record the adherence of the French Government by means of a formai declaration which could be signed by Your Excellency, the French Ambassador and myself.

I have therefore the honour to transmit, herewith, for Your Excellency's concurrence, the draft of a declar·atio" embodying the formula suggested by the French Government and approved by the Italian Government, and to enquire whether it would be convenient for Your Excellency to <'isit this Office at 5 p.m. on Wednesday the 28th instant, for the purpose of signing the declaration with Monsieur Cambon and myself •.

France et de l'Italie à l'égard du Senoussis et vu que les trois Gouvernements ont déjà pris toutes les mesures pour empecher les rebelles de s'awrovisionner sur les mal'ichés avoisinants tout en reservant le ravitaillement légitime des populations paisibles, le.s .soussignés diìment autorisés par leurs Gouvernements respectifs font la déclaration suivante: • Les trois Gouvernements s'engagent: l •, etc. etc.... •.

(l) -RitrasmeP'O a Londra e a Pietrogrado con T. gab. 434 del 25 marzo. (2) -Cfr. n. 469. (3) -Si pubblica qui il testo della comunicazione di Balfour: « I understand from His Majesty's Ambassador at Rome that Your Excellency has been authorised by your Government to exchange official notes with a view to piace on record the adherence of the French Government to the Ang!o-italian arrangement concerning the Senoussi. (4) -Cfr. n. 278. (5) -Non pubblicato.
566

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1020/199. Pietrogrado, 24 marzo 1917, ore 21,53 (per. ore 7,35 del 25).

Ambas-ciatore Inghilterra, di Francia ed io accompagnati da parte nostro personale d siamo oggi presentati al Consiglio dei Ministri e con brevi allocuzioni abbiamo dichiarato in forma solenne, riconoscimento del Governo provvisorio da parte dei rispettivi Governi nostri. Abbiamo espresso piena fiducia che questi ripongono nell'opera ,che nuovo regime spiegherà per ,consolidare con l'ol'idine la libertà ra~giunta e per garantirla contro le minaccie esterne con ene:ngica azione militare in intima cooperazione con gli Alleati. Buchanan porse un messaggio di Lloyd George 'che Miliukoff tradusse in ·russo ed io tradussi un tele_g~ramma pervenutomi da Joel in cui rendevasi estesamente ,conto della entusiastica accoglienza fatta dalla Came,ra italiana alle ispirate parole pronunziate da Boselli, Turati e Marcora in onore della nazione, della Duma e dell'esel'lcito russo. Ci rispose Miliukoff a nome Governo provvisorio ringraziando ed assicurandoci che esso porrà in opera ogni cura ed ogni sforzo per !Premunire nuovo acquisto della libertà contro pericoli interni ed esterni 'coll'unione nazionale, ,con l'ordine, con la guerra vigorosa condotta sino vittoriosa sua fine.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1038/181. Pietrogrado, 24 marzo 1917, ore 12 (per. ore 11 del 27).

Testo nota di riconoS'cimento del nuovo Governo da me diretto al signor Miliukoff:

• Dans ma note du 18 ,courant j'ai eu l'honneur d'exprimer a V. E. la satisfaction que j'éprouvais en entrant en rapports personnels avec Elle. J'ai maintenant l'honneur d'informer V. E. que mon Gouvernement ayant appris que le nouveau Gouvernement prov~soire russe sous la Présidence du Prince Lvof est pret a donner suite aux engagements pris par ses 1prédécesseu11s avec les Gouvernements alliés et spécialement à ,ce qui regarde la 'continuation de la guene jusqu'à une fin victorieuse, m'a ,chargé de le reconnaitre et d'entrer en relations officielles avec V. E.

En faisant cette communication a V. E. je désire exprimer aux membres du nouveau Gouvernement mes voeux les plus fervents pour la grandeur et la prospérité de la Russie •.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 759/145. Pietrogrado, 24 marzo 1917, ore 12 (per. ore 12 del 27).

L'Ambasciatore di Francia ha rimesso stamane a Miliukoff in presenza mia e del Consigliere dell'Ambasciata inglese (ambasciatore essendo indisposto), seguente mes,sagg'io del Governo della RepubbHca: "Son Excellence l'Ambassadeur de Russie a communiqué au Gouvernement de la République un télégramme par lequel Miliukoff, Ministre des Affaires Etrangères du Gouvernement provisoire institué à Pétrograd sur l'initiative de la Douma, notifie aux pu~ssances étrangères qu'à la date du 15 de ce mois Sa Majesté l'Empereur a prononcé pour lui et pour son fils son abdication au tròne de Russie en faveur du Grand-Due Michel Alexandrowitch et que d'autre part à la date du 17 mars le Grand-Due Michel Alexandrowitch a renoncé à assumer le pouvoir supreme jusqu'au moment où une a,ssemblée constituante aura établi la forme du Gouvernement et les nouvelles lois fondamentales de la Russie. En accusant réception de cette communication du Gouvernement provisoire, le Gouvernement français lui exprime les voeux qu'il forme powr le bonheur et la grandeur de la Russie. Convaincu que les liens qui unissent les puissances alliées deviendront chaque jour plus intimes et étroits, liens assurés, comme... (l) Miliukoff, par ces puissances qui combattent depuis près de trois ans pour faire triompher dans le monde les principes de liberté et de justice sur lesquels repose l'indépendence individuelle des peuples et qui powrsuivront la lutte sans tréve ni ,défaillances jusqu'à la victoire finale".

Assenza di esplicita dichiarazione di riconosc1mento avendo sollevato qualche dubbio da parte dii Miliukoff sulla ,portata dell'indirizzo, disse inter:pretarlo come riconoscimento visto che vi si parlava del Governo provvisorio e del Ministro degli Affari Esteri di esso Governo ,così nel R. 453 (2). Per parte mia dichiarai associarmi a quell'atto di essere pronto, conforme al convenuto fra le tre Am.basciate, a fare atto di riconoscimento del Governo provvi:sorio simultaneamente

coi miei colleghi. Consigliere dell'Ambasciata inglese dichiarò che giusta le istruzioni ricevute egli era autorizzato a procedere atto di riconoscimento. Stamane stessa ,poco prima deJ. nostro arrivo al Ministero, Ambasciatore degli Stati Uniti aveva riconosciuto ufficialmente Governo provvisorio. D'altro canto il nuovo proclama indirizzato da Gutkoff all'esercito, la nuova assicurazione di Miliukoff circa la prosecuzione energica della guerra e la convenienza di rafforzare il governo ci avevano persuasi dell'opportunità di non ritardare più oltre l'atto di riconoscimento (1).

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Non pubblicato.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1458/351. Londra, 24 marzo 1917.

Ai primi del mese, intrattenendo V.E. sulle cose d'Irlanda, io osservava come non convenisse più ,cons.iderare il dissidio irlandese a seconda gli attriti e le alterne situazioni parlamenta~ri. Determinati movimenti politici, ognoo:a più accentuantisi all'interno dell'isola, tendevano oramai apertamente meno all'attenimento di liberi istituti 'che ad un'intera indipendenza, salva d'ogni legame con la Gran Bretagna e l'Impero; e che però ogni indugio, foss'anche in sterili tentativi di inadeguate soluzioni, non poteva che aggravare il pericolo denunziato, o renderlo ineluttabile.

Cosi infatti, nei pochi giorni che sono seguiti, la grave controversia è apparsa

ai più, ed allo stesso Governo, che ha deciso, contrariamente a quanto aveva di

chiarato il Primo Ministro, di tentare nuovamente un accordo.

Il p!l'imo a rimettere la questione dinanzi all'opinione pubblica è stato Lord Northcliffe, in una riunione del Club Irlandese di Londra. Egli ha detto che nella storia delle relazioni anglo-irlandesi non mai è occorso un eguale momento, in cui l'azione sia sembrata più urgentemente richiesta più fondate le probabilità di riesdta di una soluzione. Perché quindi lo Speaker non mettevasi adesso a capo d'un Comitato d'Inchiesta, in cui fossero rappresentati i primi ministri dei Domini convenuti nella Metropoli, ed indagare le reali condizioni dell'isola, le aspirazioni diverse, e proporre una via d'escita. Questa via d'escita non era necessario fosse proprio l'ideale; molta parte del problema poteva essere lasciata alla buona volontà ed allo sforzo dei partiti locali. Anche Gladstone aveva sempre diorperato .che tutto l'intelletto d'uno statista bastasse a formulare un • perfetto • statuto irlandese, ·che, sfortunatamente, in ogni tempo è apparso la condizione necessaria allo scioglimento della questione. Pure l'Inghilterra non aveva mai avuto una predsa Ca,rta Costituzionale, e tuttavia il suo ordinamento è stato sempre considerato il migliore del mondo, in ragione appunto della sua elastidtà,

che consente ogni trasformazione ed anche ogni evoluzione. Così adunque poteva esser.e della Costituzione irlandese; tanto più ,che qualunque soluzione varrebbe a migliorare di certo il sistema esistente. Occorreva sicché agi:re senz'indugio; ed il tempo dell'azione chiamavasi oramai: Adesso!

Invero, sotto forma più adovna e sonora, Lord Northcliffe non ha fatto che ripetere la proposta del Signor Asquith, in replica alla nota interrrogazione del deputato O'Connor (mio rapporto N. 298) (1). Senonché le relazioni intercedenti fra il Primo Ministro ed il proprietario del Times hanno dato al discorso di quest'ultimo uno spedale valore, lasciando SUipporre, siccome poi è accaduto, che il governo intendeva lasciare il suo atteggiamento • negativo ", per assumere, circa le cose d'Lrlanda, una forte azione intesa allo scioglimento della questione.

In pari tempo, in altra privata <riunione, il Signor Montagu, ex-Ministro delle Munizioni ed intimo amico dell'ex-Primo Ministro, proponeva di procedere senz'altro, in !danda, alla riunione di due Parlamenti, l'uno a Dublino e l'altra a Belfast, alla condizione che essi però si riunissero in date occasioni per esaminare le questioni concernenti la totalità dell'isola, e specie quelle riflettenti la politica economica.

Sotto queste premesse si svolse adunque jeri, alla Camera dei Comuni, una breve importante discussione, che ebbe il suo epilogo nella dichiarazione del Governo di voler tentare nuovamente una soluzione.

La discussione, cui non partecipò alcun deputato irlandese, sor'se in seguito all'invito rivolto al Governo, da par·te del deputato Hberale Sir H. Dalziel, di provvedere con urgenza alla sistemazione irlandese, specie in rapporto alla causa stessa degli Alleati. All'appello del deputato liberale subito seguì queLlo d'un deputato conservatore, il Maggiore Hills, il quale insisté perché la questione fosse finalmente tratta fuori dalle .competenze e dalle direttive dei diversi partiti politici ed affidata invece ad un Comitato indipendente, quale poteva essere la Conferenza imperiale. Altri deputati seguirono ;per raccomandare l'indipendenza dell'U1ster, ovvero l'applicazione integrale dell'Home Rule, ovvero il rinvio dell'intera questione alla conclusione della 1pace; ma sull'Assemblea predominava l'impressione lasciata dalle dichiarazioni del Maggiore Hills, le quali, indicavano una trasformazione avvenuta in certa parte dei conservatori, nel senso di voler rinunziare al lo,ro antico principio di unionismo, ·con l'accedere alla dottrina liberale, ligia all'Home Rule. Cosicché, con grandiss~ma attenzione, l'Assemblea si fece ad ascoltare H leader del Governo, che era pure il leader dei Conservatori, il quale cominciò col dichiarare di poter prendere la responsabilità di assicurare la Camera che i sent~menti dell'Ulster erano in certo modo cambiati a rigua,rdo del dissidio nazionale, stante oramai la ·certezza di esso di non esser priù mina,cciato da alcuna imposizione di indesiderati ordinamenti. Se quindi 'Ì nazionalisti irlandesi erano pronti, adesso, ad agire nello stesso 1spirito dei partiti britannici, vi poteva esser speranza di ra,ggiungere un accordo con l'ULster.

n Governo intanto desiderava vivamente una soluzione. Ma sacrifici, il Signor Law aggiunse, dovevano esser fatti da ogni ,parte. In questa speranza il Governo aveva ·pertanto deciso, malgrado ogni rischio, e sulla sua sola responsa

bilità, di tentare un nuovo accordo, che però avrebbe potuto essere concretato solo fra qualche tempo. Replicò subito il Signor Asquith, assicurando che il Governo av,rebbe trovato il migliore o;pirito di volenterosa collaborazione nell'intero partito liberale.

Le dichiarazioni del Signor Bonar Law sono state interpretate allo stesso modo di quelle del Signor Hills, e ,che cioè il partito conservatore abbia abbandonato o vada abbandonando la sua posizione contraria all'applicazione dell'Home Rule; e che quindi l'anUca controversia sia per essere studiata in un ambiente diverso e di certo più propizio pel raggiungimento d'una intesa.

Sebbene sia difficile potersi fin d'ora pronunziare sulla natura del componimento che ,sarà es,ccgitato dal Governo, o meglio dalla Conferenza Imperiale, pure pavmi non improbabile che la questione verrà esaminata sotto questi due principali direttive: l) che ogni regione da escludersi dall'Home Rule Act debba essere ridotta nei minimi Hmiti ,compatibili con i sentimenti unionisti dell'Ulster; 2) che abbia ad essere statuito un qualche simbolo dell'integrità e dell'indipendenza dell'Irlanda.

(l) Ritrasmesso a Londra e a Parigi con T. gab. 251 del 28 marzo 1917.

(l) Cfr. n. 435.

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IL MINISTRO A TEHERAN, ARRIVABENE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. CONFIDENZIALE 100/33. Teheran, 24 marzo 1917.

Faccio sgeuito al mio rapporto N. 72;30 dei 4 Marzo corrente mese e confermo, in pari tempo, i miei telegrammi N. l, 3, 5 e 7 dei 7, 13, 14 e 21 Marzo (1), relativi all'evacuazione del territorio persiano per parte delle truppe turche di Ali-Ehsan bey, alla progettata conferenza di Pietrogrado per la ISOluzione • radicale • della questione persiana ed agli effetti qui prodotti dai recenti avvenimenti in Russia.

La presa di Kermanscià per parte delle truppe russe agli ordini del Generale Baratoff ha avuto per conseguenza di obbligare i turchi a ritirarsi, in fretta, ve11so la frontiera turca per evitare di esser tagliati fuori dalla ,!oro base di operazione di Bagdad; ma la conquista di quest'ultima città per parte delle truppe inglesi ha inevitabilmente cos,tretto questo Comando turco a mutare il suo piano di ritirata, così che sembra che Ali-Ehsan bcy sia ora ridotto a tentare di ,sfuggire, al doppio accerchiamento russo ed inglese, per Azizieh e Kifri (mio telegramma N. l dei 7 Marzo), seguendo la transversale segnata dalle montagne del Kurdistan pers1iano verso Suleimanieh. Avvengono tuttora notevoli combattimenti tra le forze russe e quelle turche alla frontiera occidentale persiana tra Kerend e Sarpool, ma se le truppe inglesi, provenienti da Azizieh, sapranno prevenire la ritirata delle truppe turche verso Suleimanieh, traverso il passaggio del fiume Diala presso Kizil-Robat (34° di lat. N., 45o di long. N.),

è lecito prevedere alle truppe turche, sommanti a trenta mila uomini con 18 cannoni e 18 mitragliatrici, un possibile accerchiamento, massime se le ,truppe del Generale Tchernazuboff, provenienti da Baneh (Kurdistan persiano), e che hanno già varcato il ,confine ottomano, potranno giungere in tempo a coadiuvare i contingenti russo ed inglese provenienti dal Sud. In tal caso, queste truppe turche dovrebbero, prima o poi, arrendersi ed alle truppe turche di Bagdad non rimarrebbe, verosimilmente, che di ritirarsi, se ancora possibile, nel triangolo Mo.sulSuleimanieh-Khanikin. Comunque, la situazione delle truppe turche diventa sempre più precaria e già qui si avverte un notevole mutamento nell'opinione pubblica che si riavvicina ai russi, dopo anche che gli attesi rinforzi russi, in circa

15.000 uomini, sono finalmente giunti a Kasvin.

Quanto alla conferenza di Pietrogrado per la soluz,ione • radicale • della questione persiana, mi consta, da certa fonte, che, prima degli ultimi avvenimenti russi, era stato risolto dai Governi russo ed inglese di tenere a Pietrogrado una riunione, alla quale dovevano prender :parte questi Ministri d'Inghilterra e di Russia, affine di risolvere radicalmente (sic) la ques:tione persiana. Dubito che, anche col miglior buon volere ed il più perfetto accordo, si sarebbe ivi giunti ad una sì difficile ed intricata so1uzione e mia impressione rimane quella che, con tale riunione, intendevasi piuttosto raggiungere, una buona volta, un accordo più preciso, circa la delimitazione delle zone d'influenza in Persia mal precisata nella Convenzione del 1907, mass~me per la vasta zona neutra, circa ~l'attribuzione di lsfahan, 'per la quale città gli inglesi mostrerebberosi ora più arrendevoli alla pretesa russa, e circa la ricostituzione delle finanze persiane, troppo notoriamente e~sauste, con una Commis:sione mtsta di controllo e quella della gendarmeria, mal organizzata dagli ufficiali svedesi, troppo Egi agli intrighi turco-germanici nel Nord e nel Sud persiano.

Nel mio t,elegramma N. 5 dei 14 Marzo, mi son permesso di aHirare l'attenzione dell'E. V. sull'opportunità ,che al nostro commercio in Persia fosse eventualmente riservato un trattamento di favore, estendibHe anche alle ricche Provincie persiane dell'Azerbaigian e dell'Arabistan, dove le Dogane sono già sotto il controllo russo nell'Azerbaigian ed inglese nell'Arabistan a garanzia dei prestiti russo ed indo-britannico, affine di evitare che il lavoro nostro qui non rimanesse improduttivo. Col mio rapporto N. 35 dei 17 Aprile 1916, che spero sia giunto al R. Ministero, feci già presente all'E. V. la :subordinata opportunità che, a migliorare la nostra es,pansione commerciale in Persia e nel ricco bacino dell'Irak-arabico, potessero venire instituite, se non due Consolati, almeno due Agenzie commerciali l'una a Tebri,s, l'altra a Bassora; in tal modo, soltanto, potrebberosi raggiungere tangibili resultati pel nostro commercio qui bene avviato, collegando l'azione di questa Agenzia commerciale con quelle da crearsi a Tebris ed a Bassora, prima che l'Inghilterra e la Russia non trasformino in

• monopolio • la loro preponderanza attuale, politica ed economica, nel Sud e nel Nord persiano.

Nè è mia impressione che Russia ed Inghilterra potrebbero, massime in questo opportuno momento, sollevare obiezioni ad una nostra eventuale richiesta, perchè Francia e Stati Uniti d'America hanno già Consolati a Tebris ed a Bassora e perchè la nostra azione, limitandosi al campo commerciale, non

dovrebbe servire che a favorire la vendita di prodotti nazionaU nel Nord persiano e lungo il bacino del Tigri; l'attuale Consolato di Buscir essendo troppo eccentrico per poter efficacemente sorvegliare i traffici fluviali ed il luogo essendo troppo importante pei possedimenti indiani perchè l'Inghilterra non debba, prima o poi, richiederci d'i abolido, essendo già ora assai malvisto dalla Autorità consolare-militare britannica.

Mi son permesso ritornare su tale ultimo argomento perchè la maggiore conoscenza di questo mercato mi rende ogni giorno di più convinto dei notevoli vantaggi che dalla ·creazione di dette due nuove Agenzie ·commerciaH potremmo facilmente ritrarre, affidando la rappresentanza di quella di Tebris al connazionale cav. Giuseppe Dussi, uomo intelligente, solerte ed espertissimo e quella dell'Agenzia di Bassora al Dott. C. Marobbio, il quale potrebbe suddividere la sua attività tra questa Agenzia commerciale e quella da crear.si a Bassora.

Riferendomi infine al contenuto del mio ultimo telegramma N. 7 dei 21 Marzo, ·confermo che la rivoluzione russa è stata qui favorevolmente accoJta, perchè qui si spera che il nuovo governo russo .saprà più facilmente accettare il punto di vista inglese nella questione persiana e che la permanenza in Persia di un regime più o meno costituzionale, riducente l'autorità dello Scià a quella del • Rex latino • da quella del • Konig germanico •.

E le reiterate asskurazioni dei governanti inglesi, riassunte dal Si,gnor Balfour, nella seduta deHa Camera dei Comuni dei 2 Marzo, in risposta al Signor Ponsonby, lasciano trasparire che intenzione del Governo britannico è quella di lasciare sussistere l'indipendenza della Persia e di mantenere in vigore la nota Convenzione del 1907, non astante gli ultimi scambi di vedute che hanno avuto luogo tra i due Governi russo ed inglese al riguardo e quelU che potrebbero prima o poi verificarsi, ora soprattutto che il mutato regime in Russia trarrà fatalmente seco un mutamento nelle direttive della politica russa in Persia, in senso più liberale.

(l) Non pubblicati.

571

L'INCARICATO D'AFFARI A TOKIO, FERRANTE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 740/17. Tokio, 25 marzo 1917, ore 10 (per. ore 13,55).

Governo Giapponese intende profittare del nuovo regime in Russia per proseguimento del piano politico di costituire del Giappone, della Russia e della Cina un blocco predominante in Estremo Oriente.

Conoscitori della situazione generale cinese giudicano la rottura delle relazioni ·con la Germania pericolosa se non fosse seguita subito dallo stato di guerra. Impressione delle audaci domande del Governo cinese agli Alleati menomeranno privilegi extra-territorialità con conseguenze irreparabili.

L'attività degli agenti tedeschi nel Giappone '!:addoppiata fra le altre cose annunziando che recentemente tra i Capi di Stato Maggiore austriaco e tedesco furono ,presi accordi nuova offensiva contro Italia.

Espulsione degli austro-tedeschi dal Giappone è difficile atteso che il Giappone contempla di riannodare dopo la guerra gli importanti rapporti di commercio colla Germania. Anche in questa questione la d1plomazia britannica si è mostrata insufficiente (l).

572

IL SOTTO CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, PORRO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 739/7561. Comando Supremo, 25 marzo 1917, ore 17,25 (per. ore 18,35).

Comunico seguente telegramma da Gran Quartiere Generale russo in data 25 ore 7 con preghiera darne comunicazione a S.E. Primo Aiutante di Campo di Sua Maestà:

• N. 218. In seguito ad invito della Duma tutti i Granduchi .si sono dimessi dalle cariche che occupavano nell'esercito. Il Granduca Nicola non avrà il comando supremo che sembra sarà affidato al Generale Ruski avendo il Generale Alexeieff rifiutato. Generale Romei •.

573

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 745/147. Pietrogrado, 25 marzo 1917, ore 13,45 (per. ore 19,45).

Ho chiesto a Miliukoff quale fondamento avesse la voce che il Papa avesse fatto conoscere al Governo provvisorio russo la p'ropria grande soddisfazione per trionfo rivoluzione in Russia ove veniva così s.tabilita libertà religiosa. Egli mi ha risposto non aver ricevuto ,comunicazioni di sorta ma immagina che libertà assicurata al culto cattolico come ad ogni altro dal nuovo .regime dDveva essere bene accolta anche dal Papa. Alla mia domanda se nuovo regime permetterà ai gesuiti di tornare in Russia Miliukoff sorridendo rispose che la quistione non riguarda la libertà di culto (2).

(l) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con T. gab. 438 del 26 marzo. (2) -Ritrasmesso a Londra e a Parigi con T. gab. 439 del 26 marzo.
574

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 430. Roma, 25 marzo 1917, ore 23.

BaDrère avendomi accennato a quanto disse a V.E. Cambon circa il riconoscimento ufficiale del nuovo Governo russo (telegramma di V.E. N. 60) (l) gli ho comunicato il contenuto del telegramma di gabinetto N. 182 (2) di Carlotti, già ritrasmesso a V.E., dal quale risulta che i tre rappresentanti avevano proceduto di perfetta intesa, che Paléologue considerava come atto scritto del riconoscimento francese la Nota da lui rimessa lo stesso giorno che gli Ambasciatori d'Italia e d'Inghilterra indirizzarono la loro comunicazione a Miliukoff.

575

L'INCARICATO D'AFFARI A BRUXELLES, DE RISEIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 139/48. Le Hàvre, 25 marzo 1917.

Ho l'onore di trasmettere qui presso copia di una dichiarazione rimessami da questo Signor Ministro degli Affari E,steri, per mezzo della quale il Governo belga denunzia ai Governi neutri ed alleati i nuovi abusi commessi dalle autorità tedesche nel Belgio ;per quanto concerne la liquidazione forzata di alcune intraprese ed il sequestro delle somme depositate in conto corrente, presso le banche belghe, da sudditi francesi ed inglesi.

Il Governo belga prega i Governi neutri ed alleati di mettere in guardja i rispettivi connazionali contro le eventuali conseguenze giuridiche che potrebbero risultar dalle di·sposizioni della legge belga contro chiunque eseguisse, in merito a queste liquidazioni, le istruzioni dei sequestratarii ed agenti trovantisi nel Belgio, i quali non sono muniti dei necessarii poteri.

ALLEGATO

BEYENS A DE RISEIS

Un arrété du Gouverneur Allemand, en date du 29 Aoiìt 1916, méconnaissant les principes du droit des gens, organise la liquidation forcée de certaines entreprises en territoire beige occupé par l'ennemi.

En outre, d'après des informations dignes de foi, le Gouvernement Allemanct a prescrit à certains établissemen'ts de verser à la Banque de 'l'Empire AHemand le montant des comptes courants des ressortissants français et anglais.

~ 1) T. gab. 72G. GO del 2-1 n1arzo, non si pulJ~Jlic:-1.

La législation beige, dont font partie les Conventions de la Haye, ne reconnait ni la validité des pouvoirs donnés à fin de Uquidation aux séquestres nommés par l'occupant, ni la validité des opérations de liquidation. En conséquence, après la liberation du territoire, les personnes préjudiciées par l'abus que les séquestres ou autres agents de· Hquidation pourraient faire de ~leur pouvoir de fait, auront contre les dits séquestres ou agents, et contre leur patrimoine, un recours juridique en réparation.

Toutes les Conventions ou actes juridiques dépassant la simple gestion de garde et de conservation, seront •sujets à annulation. H en sera notamment ainsi pour les alienations de biens meubles ou immeubles, le transfert des créances et en un mot, tous les actes de disposition.

Les représentants, en dehors du territoire beige occupé, de firmes ou de sociétés belges ou étrangères mises sous séquestre par l'autorité allemande s'exposeraient, outre les réparations civiles, à encourir l'application des p·eines prévues par 'l'arreté-loi du 10 décembre 1916 en exécutant les instructions qui leur seraient données par les séquestres ou agents de liquidation.

Le Gouvernement belge, en dénonçant aux Puissances neutres et alliées ces nouveaux abus de l'occupation allemande, les prie de mettre leurs nationaux en garde contre les conséquences juridiques éventuelles que pourrait entraìner pour eux toutes opérations conclues avec des agents sans pouvoirs valides.

(2) Cfr. n. 550.

576

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

N. 2041. Roma, 25 marzo 1917.

Negli s·corsi giorni ho parlato a lungo ~col generale Robertson, capo dello stato maggiore impe.riale britannico, e, con l'intervento del generale Weygand, rappresentante del generale Nivelle, abbiamo discusso in conferenza la questione del concor.so diretto che gli Alleati potrebbero darci in determinate eventualità.

Mi ri,servo di esporre a V.E. i particolari dei colloqui in occasione della imminente mia venuta a Roma, ma intanto mi preme di informarla di quanto segue:

Dai •colloqui, è risultato ·che gli Alleati Intendono fra breve iniziare una loro offensiva sulla fronte franco-inglese; soltanto dopo che la situazione militare su detta fronte sia stata chiarita e nel contempo venga a manifestarsi una grave minaccia contro di noi, gli Alti Comandi inglese e :Lrancese potranno determinare la ,possibilità, la specie e la entità del loro concorso diretto a nostro vantaggio, e, successivamente, proporre ai rispettivi Governi (e per essi ai Gabinetti

o Comitati di guerra) l'invio effettivo dei rinforzi in Italia.

Mi occorre richiamare subito tutta l'attenzione della E.V. su questo secondo punto, perché appare manifesta la necessità e l'urgenza che, in via di[plomatica o, meglio ancora, mediante diretti accordi con i Capi dei Governi francese ed inglese, vengano indotti i Gabinetti e Comitati di guerra ·rispettivi ad accordare fin d'ora agli alti Comandi delle due nazioni Alleate la autorizzaz,ione a decidere sull'invio dei rinforzi che gli eserciti francese e britannico potrebbero eventualmente dare a noi. Il dubbio che, anche quando gli Alti Comandi alleati riconoscano la necessità e la possibilità del concorso diretto, il concorso effettivo debba ancora dipendere da una suocessiva .discussione e deliberazione dei Gabinetti e dei Comitati di guerra, deve essere eliminato senza indugio, ,perché l'autorizzazione di cui si tratta non può essere rinviata, senza danno 'Comune, al momento in cui si verificheranno le circostanze ·comprovanti la possibilità e la necessità del concorso diretto. Sarebbe certamente troppo tardi, e la .sola previsione che sorga allora una discussione circa l'autorizzazione, può, assai probabilmente, com1promettere la effi·cacia del concorso degli AUeati, concorso che deve ·essere s0prattutto rapido. Nessun indugio deve essere frapposto all'invio dei rinforzi in Italia quando i Comandi francese e inglese si inducano a mettedi a nostra disposizione, e pevciò occorre sgombrare al più .presto il tei'Ireno dalla pericolosa ,pregiudiziale che sia necessaria una ·successiva deliberazione dei Gabinetti o Comitati di guerra alleati, assicurandone in modo esplicito e fin d'adesso la preventiva approvazione.

Si tratta, ed è necessità assoluta, di dimostrare ai Governi francese ed inglese ·che i rispettivi Alti Comandi debbono avere fin d'ora la sicurezza che saranno lasciati pienamente liberi nel decidere al momento del bisogno; anche perché se i suddetti Comandi saranno subito invest.iti della facoltà di decidere si potrà addiveni:re già d'adesso alla concreta predisposizione delle misure atte a garantire il sollecito movimento dei tras•porti necessari al tempestivo arrivo dei rinforzi sulla nostra fronte.

È inutile che io rappresenti alla E. V. la importanza capitale che ha per noi il vincolare, fin d'ora, i Governi alleati a rimettere subito nelle mani dei generali Robert:son e Nivelle la decisione relativa al momento e alla entità dell'invio dei rinforzi; soltanto d!irò che questo è l'unico modo perché il concorso che possiamo attenderci dagli Alleati avvenga nel tempo e nella misura sufficienti.

Rivolgo quindi alla E. V. viva preghiera perché, con la sollecitudine che è richiesta dall'i~portanza ·che per noi ha la questione, i Capi dei Governi Alleati francese ed inglese, siano interessati a (pronunziarsi in pll:"oposito, insistendo sulla ur,genza della decisione e sulla necessità che questa sia nel senso da me indicato, ,perché io non dubito che l'E. V. conve11rà nell'ordine di idee da me espresse.

577

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. u. 436. Roma, 26 marzo 1917, ore 19,43.

Autorizzo V. E. firmare accordo per Senus·si nei termini indicati nel suo telegramma N. 123 (1).

(l) Cfr. n. 565.

578

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 441. Roma, 26 marzo 1917, ore 21.

Telegramma di V. E. N. 182 (1).

Qualora Paléologue desiderando rendere più esplicito il suo riconoscimento ufficiale del nuovo Governo russo chieda concoll'so di V. E. e d'i Buchanan in un nuovo 'passo, prego secondarne il desiderio.

579

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 752/127. Londra, 26 marzo 1917, ore 22,38 (per. ore 3,45 del 27).

Telegrammi di V. E. 422 (2) e 424 (3).

Balfour mi ha detto oggi che non avendo nè da questo Incaricato d'Affari di Russia nè da Buchanan ricevuto comunicazione akuna analoga a quella fatta da Giers a V. E. egli non aveva avuto oc,casione di foDmulare dichiarazione concreta e precisa. Concordava però sostanzialmente con le vedute manifestate da

V. E . .sembrandogli naturale che gli Alleati mantengano da parte loro gli impegni che il nuovo Gove,rno dichiari di voler integralmente rispettare. Nel conferma:rani 'POi che su tutta la questione del riconoscimento egli ha lasciato • carta bianca • a Buchanan, ha aggiunto che tra il R. &mba·s'Ciatore e quello britannico sarà facile prende,re gli accordi opportuni per eventuali concordi dichiarazioni. Circa l'insieme dell'attuale situazione in Rus,sia Balfour mi ha detto essergli ancora malagevole farsi un concetto esatto. Dai telegra,mmi di Buchanan appare chiaro che ogni Ministro col quale l'Ambasciatore conferisce esprime vedute più o meno ottimiste in base alle sue ~convinzioni personali.

In questi ultimi giorni si sarebbe verificato un miglioramento nella disdplina truppe alla fronte non essendosi 'Più rinnovati i casi spiacevoli dei soldati che non salutavano i loro ufficiali.

Lascerebbe invece ancora molto a desiderare la di,sdplina delle truppe nella circoscrizione di Pietrogrado tuttora sotto le note perniciose influenze.

(l) -Cfr. n. 550. (2) -Cfr. n. 542. (3) -Cfr. n. 543.
580

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 757/125. Londra, 26 marzo 1917, ore 22,30 (per. ore 4,15 del 27).

Mio telegramma Gabinetto N. 107 (1). Ricordavo oggi a Ba1four che sono ,passate qua,si due settimane dopo l'ultilmo nostro colloquio dvca l'Asia Minore e gli chiedevo se aveva completato l'esame del memorandum pe11sonale, già da un pezzo consegnatogli. Dopo avermi fatto le rsue scuse pel ritardo, Balfour ha detto che da vari giorni aveva cominciato a scrivere una lettera al r1guavdo ma essa è rimasta a metà in mancanza di alcuni dati chiesti e non ancora ricevuti. Ad ogni buon fine parlando in tesi generale ho significato al Segretario di Stato in forma amichevole ma nel modo più enfatico che qualunque possibilità di accordo sembravami preclusa fino a tanto che rimarrà immutata la proposta !Presentataci, la quale per note imperiose ragioni è assolutamente inaccettabile. Ho di nuovo ricordato l'osservazione del Ministro Seialoja sulla imprescindibile necessità della inclusione di Smirne. Ho pure rparlato nel senso prescrittomi da V. E. ·col suo telegramma Gabinetto facendo rilevare a Balfour l'estremo imbarazzo in cui V. E. si è trovata e si trova tuttora davanti al Parlamento ed al Paese che alla questione annette bene a ragione ,primada importanza, !Siccome venne luminosamente dimostrato dalle frequenti allusioni nei disco11si di vari deputati e dai commenti dei giornal!i a cominciare dal Corrie1·e della Sera al disco!1so di V. E. In conclusione ho raccomandato a Balfour di tener r))resente che questo mio franco parlare ri'EJponde .,1crurpolosamente alla realtà della situazione e che a me per discarko della mia coscienza importava assai di non e~pormi 'J)iù tardi al rimprovero di aver dis1s1mulato o attenuato la gravità. Senza entrare in altri particolari e rinviando ogni ulteriore discussione a quando avrò preso 'Conoscenza della predetta sua lettera, Balfour ha pure aggiunto che egli teneva Rodd al corrente di tutto, dopo di che è nuovamente ritornato sul vivi,,simo suo desiderio di fare la personale cono,,cenza di V. E. e conferire ~con Lei. Gli ho ri~posto il miglior mezzo per a;ppagare tale desiderio

parermi quello di liquidare al ,più presto questa inerescriosissima questione mediante soluzione soddisfacente conforme ai nostri diritti ed interessi.

581

IL GOVERNATORE DELL'ERITREA, DE MARTINO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1050/1304. Asmara, 26 marzo 1917, ore 12,15 (per. ore 24 del 27).

R. Ministro in Addis Abeba telegrafa quanto segue:

« 32 -In sostituzione Cagnasmaco Beiané è stato nominato Ministro degli Affari Esteri Degiac MuHughetà. Scelta del nuovo Ministro degli Esteri è dun

que buona. Degiae Nado è stato destituito dal Comando Province di Balé ed al suo posto è stato nominato Degiac Baiané che fu uno dei principali promotori movrimento contro Ligg Jasu. Colli di Felizzano "·

(l) Cfr. n. 481.

582

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINI,STRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1015/130. Washington, 26 marzo 1917.

S'è verificata nel partito socialista amerkano la medesima sc~ssione che, rispetto alla ,guerra, ha determinato il dissidio in seno ai partiti socialisti d'Italia, F.rancia, Inghiltelrlra e Germania.

Poche settimane fa il partito socialtsta amerkano, e per esso il National Executive Committee, si p:ronunciava contro l'attitudine assunta dal Presidente e contro le misure da lui adottate per la difesa nazionale. Il deliberato del partito era ~così violento da giustificare l'appellativo affibbiatogli idi • pro Ge:rman document ». Senonchè un ,g:ruppo im,portante di socialtsti, 'che comprende alcuni fra i mag1giori leade~r~s del partito, riunitosi testè, sconfessava le deliberazioni adottate dal National Executive Committee, e col manifesto che ho l'onore di acchiude:re (1), mentre affermava la propria adesione alla politica p.residenziale e all'istituzione del servizio militare obbligatorio, 1stig1matizzava ogni diverso programma come nefasto agli interessi della democrazia e in opposizione quindi agli scopi periS'e<guiti dal movimento socialista internazionale.

583

IL CONSOLE GENERALE A BARCELLONA, LEBRECHT, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNI'NO

R. R. 459/43. Barcellona, 26 marzo 1917.

Nei miei precedenti rapporti 1sulla propaganda di gue11ra, ac,cennavo tfra l'altro all'azione defkiente del nostro dero in !spagna, in ispecie dei Salesiani che, per non COll1JPrometter'si in alcun senso, mantenevansi freddi, inerti, passivi.

Ignoro se dall'alto sia giunta loro qualche raccomandazione confidenziale, ovvero ;se ~sia avvenuto '[ler salutare :resilpiscen:za spontanea, ma è innegabile che il contegno loro, di fìronte alla nostra ,guerra, :si è ostensiibiLmente mutato. I pochi pad:r<i Salesiani connazionali qui residenti, al pari dii altri pochi sa,cenioti nostri di altri ordini, da quakhe tempo si dimostrano, ~come tutti pervasi di amor patrio.

17 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VII

Nella recente oecasione di una • missione • sacra quaresimale ol'lganizzata per la Colonia, la nostra bandiera, da me concessa, tutto il tempo 'sovrastava in chiesa all'altare Maggiore. E, giusta il bell'esempio inaUigurato da Monsignor Marenco, Sale-siano, A.rd-Ves·covo di Massa e Carrara, Dele,gato .Aipostolico nel Centro America, stato qui di passaggio, ·in ogni pred!ica dal puLpito si è se!lljpre auspkata il trionfo delle nostre armi, ifuron benedetti ogni volta • i nostri soldati, gli Augusti Sovrani, la Madre Patria ed il provvido Gorverno che ne regge le sorti •.

Il fatto mi è sembrato degno di nota; e ciò tanto più che intervenendo alla

• Mtssione » altresì molti s·pagnuoli, le prediche italiane, eom'io prevedeva, hanno servito, non poco, ad un più giusto apprezzamento della nostra causa.

A que,sto prorposdto posso soggiungere •che da ineccepibile fonte mi risulta che è pa,ssato di qui d!iretto a Madrtd con pa:ssa:porto diplomatko della Santa Sede un suo mes,so speciale f,ratello di un alto personaggio che vive in Vaticano nella grante int~mità del Pontefiee, recante istruzioni a quel Nunzio Arpostoli•co Monsignor Ragonesi, di adoperarsi nel modo migliore.. affinché da parte del clero spagnolo, in genere si ponga fine a qualsivoglia manifestazione di germanofilia di cui putroppo non sono mancate dolorose, quanto molteplici e patenti prove.

(l) Non si pubblica.

584

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 440. Roma, 27 marzo 1917, ore l.

R. Ministero delle Colonie comunka quanto segue:

• Segreto -Idris

Questo Ambasciatore d'Inghilterra, dopo averne conferito con la E.V., è venuto a questo Mini,stero per dlire che a .suo modo di vedere, ~sebbene non sia ancora firmato l'accor:do di adesione della Francia ai patti italo-inglesi del 31 luglio 1916 per la Senussia, sembrava 'conveniente, in vista dell'articolo due di essi, fare previe opportune comunicazioni al Gorve.rno francese >Circa la eventualità che ,gli attuali negoziati con Saied Idris conducessero alla r.iapertura di alcuni mercati in Cirenaica e in Egitto. L'Ambasciatore d'Inghilterra si proponeva di telegrafare a Londra. Gli è ~stato detto che ci saremmo subito messi in comunicazione ·con la E.V.

L'articolo due dell'accordo a tre che :sta per fil'lmavsi a Londlra non ammette dubbi di dnte11pretazione, essendo di carattere generale e riferendosi all'apertura e chiusura dei me.rcati nelle regioni limitrofe a quelle percorse dai Senussi, apertura e 'Chiusura che devono essere regolate d'aocol'ldo tra le tre Potenze.

Resta 1solo a vedersi 1se l'aecordo a tre, non essendo ancora fi=ato, e trattandosi, nel caso •conereto, dell'epilogo di un negoziato speciale da lungo tempo iniziato con Idds da Italia e Inghiltevra insieme, e regolato espressamente dalla Parte Speciale B dell'a·ccondo italo-britann~co, alla quale la Francia non ha aderito sia suffic,iente una comunicazione semplicemente informativa o ,se 'si debba fatre una comuni•cazione con attesa di risposta.

A me rpaNebbe, ,salvo •contmrio avviso della E.V., che, allo stato delle cose e data la iniziativa presa dall'Almbasciatore d'Inghilterra, ~convenga conciliando tutte le esigenze, fare .subito al Governo francese una comunicazione ·concordata col Governo inglese in cui si ·contengano 'sostanzialmente i seguenti concetti.

Si tratta, nel •caso ~conc:reto, del probabile epilogo di uno ~eciale negoziato da lungo tempo ·condotto con Idris Senussi da Italia e Inghilter.ra e contemplato nella ;parte Speciale B dell'accordo italo-inglese del 31 luglio 1916, alla quale la Francia non ha aderito. Nondimeno, e sebbene l'accordo a tre non sia ancora firmato (se non fosse firmato prima della comunicazione), siocome nella eventuale intesa •con Ildris v:i sarebbe una clausola :relativa alla riaJpertura di alcuni meocati in Cirenaka (Benga,si, Derna e Tobruc) e in Egitto (Selum), i due Governi alleati .oredono dorver informare fin d'ora di tale eventualità il Governo flrancese, avvertendo ·che si tratta 1di proVtVedimento eccezionale riguardante solamente la Cirenaica e l'Egitto, limitato a quei soli quattro scali, a scopo di pacificazione e quindi a favore di futuri :sottomessi ora dbelli, e con riserva d'i immediata revoca se lo scopo a ·cui la riapertura è diretta non fosse ragg'iunto •.

Prego V.E. mettersi in relazione con codesto Governo per fare, ove egli concordi, al Governo francese e rper esso a codesto Ambasciatore di F·rancia, la comunicazione identica di ·cui sop·ra.

585

IL MINIISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. s. 443. Roma, 27 marzo 1917, ore 1.

Generale Cadorna ha scritto al Presidente del Consiglio, in data 25 marzo (1), quanto \Segue: • N egli scorsi giorni • eoc. ecc. sino alla fine «idee da me espresse•. Prego V.E. agire con la massima urgenza ed efficaCJia in ·conformità d'i quanto

precede e telegrafarmi.

586

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. 395. Roma, 27 marzo 1917, ore 16.

R. Mini,stro in Pechino mi ha diretto seguenti telegrammi:

l) • in data 15 ·corrente furono ·consegnati i passaporti al Ministro di Germania a Pechino e a tutto il :personale diplomatico e consolare tedesco.

Nulla è ancora stabilito per quanto concerne l'Austria Ungheria.

I minist,ri Alleati hanno chiesto le seguenti informazioni al Governo cinese:

l) quale sarà il contegno della Cina nei riguardi dt!ll'Austria; 2) circa il modo ed i mezzi di cui intende valersi per la partenza del per

sonale tedesco dalla Cina; 3) circa le questioni delle concessioni austro-tedesche; 4) circa il disarmo delle truppe austro-tedesche; 5) circa le navi nemiche trovantisi nei porti tedeschi; 6) circa le Ditte commerciali nemiche rappre:sentate in Cina.

I ,rappresentanti alleati chiesero al Ministro degli Affari E,steri cinese se nel caso che i loro Governi aderissero alle domande cinesi, la Cina si unirebbe a loro. il Ministri alleati hanno appreso con so11presa che il Governo cinese ha rivolto ai loro colleghi americano, ~pagnolo e olandese domande analoghe a quelle che 'sono state rivolte ai Governi alleati •.

2) • Aile domande contenute promemoria rimessogli 14 corrente Ministro Affari E,.steri non ha dato ancora che risposte evaSiive e dilatorie. Ci ha rimesso una semplice esposizione dei fatti finora acquisiti; consegna ;passaporti agli agenti diplomatici e consolari Germania, cattura delle naVii tedesche nei porti cinesi, presa di possesso ~concessioni tedesche da parte autorità cinesi.

Abbiamo tentato fargli :comprendere che :se il Governo cinese non ammetteva almeno in principio rottura completa ed efficace con gli imperi centrali non potevamo ~continuare trattative. Ministro ha risposto che ne avrebbe Tiferito al Consiglio di Gabinetto •.

P:rego :comunicarmi parere di codesto Governo. A mio avviso non si dovrebbe consentire alcuna ulter,iore concessione alla Cina fino esauriente sua risposta.

(l) Cfr. n. 576.

587

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1045/GAB. 36. Corfù, 27 marzo 1917, ore 17 (per. ore 19).

Pachitch è preoccupato per le più :recenti notizie russe. Egli pensa che la crisi potrà risolversi :secondo che sui capi e la massa del partito socialista prevarrà sentimento patriottico o la passione di parte giacché detto partito socialista è ora forza più onganizzata Russia. Mi ha detto 'Che dei socialtsti :lirancesi recansi Russia per:suadere compagni necessità vincere prima nemico esterno. Pachitch domandavasi se dei rivoluzionari italiani non potrerbberro essi pure agire. Riferisco suo pensiero perché Pachitch conobbe mondo rivoluzionario russo e pNché vi sono forse da noi elementi rivoluzionari interventisti <:on amicizie russe.

588

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. P. 1054/ GAB. 120. Atene, 27 marzo 1917, ore 13,50 (per. ore 19,25).

Stampa ed in generale opinione ,pubblica divengono 1sempre più aspre e sempre più si eccitano circa nostra avanzata nell'Epiro più (sic) greco. Ciò che soprattutto irrita animi si è l'asserita azione di disellenizzazione che esercita nostra autorità militare e t'imore nostra occupazione debba estende11si fino a Janina ed anche più in là.

In occasione nostra prima occupazione Epko settentrionale non mi astenni dall'esporre a V.E. che motivi d'ordine morale e politico milita1re facevano ritenere ino,pportuna tale occupazione. Nell'attuale fa,se debbo 'segnala,re a V.E. che la nostra azione è, oltre tutto, considerata dai ,wrec'i come una Slpecie di tradimento, in quanto ~che, essendosi Italia nella recente C['isi dimostrata fautrice del trono di Re Costantino, avversa entrata guerra dell'Intesa ~contro Grecia e protettrice Grecia contro rivoluz1ione, oggi veniamo accusati avere assunto tale attitudine unicamente per p.rofittare poi dell'occupazione a fine im(pa!d,ronirci di un territorio greco. A me sembra certo che la nostra occupazione Epiro, soprattutto se giungerà Janina e se 'S'i confe11ma che essa a'ssume calt'attere di vera e propria dominazione politica che i greci le attdbuiscono, ricondurrà Grecia realista ad appogg'iarsi sulla Francia e fovse a <riconciliarsi ~col veniz.elismo, a cui finkà per riconoscere merito avere .previsto pericolo italiano. V.E. giudicherà se queste mie considerazioni meritino attenzione del R. Governo al punto da imporre alle nostll'e autoll'ità militari un cambiamento di linea di condotta e remora assoluta di non avanzare più oltre. In ogni ~caso R. Governo deve rendersi conto che continuando per questa via ~scaviamo fìra noi e gli Ellen1i (forza indi,scutibile dell'Europa orientale) una fossa che nulla mai riuscirà a colmare (1).

589

IL SOTTO CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, PORRO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 768/5901. Comando Supremo, 27 marzo 1917, ore 21 (per. ore 21,35).

Comunicasi il seguente telegramma dal Gran Quartiere Generale :russo data 26, ore 21,12 con preghiera di darne ~comunicazione a S.E. il Primo Aiutante di Campo di S.M. il Re:

« 227. Comandante Stefanic, czeco, ben noto a codesto Comando, ha lasiCiato la Russia diretto a Parigi. Egli ha svolto qua un ~lavoro importante e ~proficuo

avendo ottenuto concessioni dal Governo russo di un... (l) e di un Consiglio nazionale Ozeco. Non so :se Governo provvisorio abbia ~confermato tali provvedimenti. Probabile che Stefank si :rechi anche in Italia. Avendo avuto egli stretto contatto :coi !Più importanti uomini politici e militari della Russia e della Romania, compresi quelli che ora costituiscono il Governo provvi:sorio ;russo, egli potrà fornire notizie serie e imrportanti. Aggiungo che lo Stefan:k si è mostrato sempre fedele amico dell'Intesa e dell'Italia. Generale Romei •.

(l) Cfr. n. 608.

590

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 764/131. Londra, 27 marzo 1917, ore 22,18 (per. ore 1,50 del 28).

Mio telegramma Gabinetto 119 (2).

In rÌISiposta a;d una mia domanda Balfour mi disse ieri che nel riferire al Gabinetto di :guerra ~ckca la nostra partecipazione alle operazioni nella zona internazionale (Palestina) egli aveva espresso parere favorevole non vedendo alcun motivo di obiezione ad una ·rapiPresentanza della bandiera italiana dal momento in ·cui erasi :consentito la ra~presentanza :lirancese. Ignorando tuttavia a che punto fosse la 1pratica, chiamò il suo Capo Gabinetto e l'incari:cò di assumere informazioni. Stamane ebbi da lui una lettera pa:rticolare del seguente tenore:

• Riferendomi alla conversazione di ieri vedo che, ·Come vi dissi, noi stiamo :prendendo in favorevole ·considerazione la questione della rappresentanza bandiera italiana in caso di eventuali operazioni nella zona internazionale. Siamo al riguardo in comunkazione con i francesi e saremo quindi in grado di farvi avere quanto prilma una ri:sposta definitiva ».

591

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 770/132. Londra, 27 marzo 1917, ore 22,18

(per. ore 4,30 del 28).

Mio telegramma Gabinetto n. 126 (3).

Ho trovato oggi Lloyd George minutamente al corrente della questione del

nost:ro rifornimento di carbone e pienamente compenetrato dalla gravità della

situazione della quale ha detto essere ,preoccupato anche più di quanto io potevo

immaginare. Della questione ,sii è occupato esaurientemente il Gabinetto di guerra venerdì e stamane dopo accurato esame 1si è ricono,sciuta la necessità di eguagliare la dli,S)ponilbilità di tonnella,g,gio tra noi e la Francia. Chiestogli a quanto equivale praticamente tale eguaglianza ha dsposto che dai cakoli fatti r~sulta che oggi la Francia ha il sessanta per cento del tonnella~gio inglese dtsponibile e noi il quaranta. Oc,correrà quindi ritornando sugli impegni già presi col Governo :tìrancese (ciò che ha osservato ,cag1ionell'à un gros1so • rrkatto » (?) che converrà comunque fronteggiare) a1ssegnare cinquanta per cento a noi ed altrettanto alla F<rancia. L,loyd Geol'ge ha dconosciuto meco l'insufficienza di tale prrovvedimento, pure os,servando :riuscire per il momento materialmente i:mpossibile darcene di più. Ha poi aggiunto che se, come egli ha ragione di ritenere, il Presidente degli Stati Uniti dichiarerà la guerra il due ajprile egli intende suggerirgli, ed a tale uopo si propone inviare eventualmente persona in America, di ad[bire il tonnellag,gio neutrale ora lar5amente concentrato nelle acque americane, per tutti i servi,zi di cabotaggio o fare invece affluire ve11so i porti alleati il tonnellaggio americano. Tale provvedtmento, drca il quale egli s[Pera ma non è ancora si,curo del consenso del Presidente, permetterebbe subito di acctrescea:-e il tonnellaggio per trasportare ,carbone inglese in Italia. Lloyd Geor1ge ha concluso causa prevedibili nostre diffkoltà essere la scomparsa del tonnellaggio neutrale, avendo Governo britannico, per quanto lo concerne, mNìiSO a di,sposizione nostra tutto il tonnellaggio di cui eragli posstbile di,sporre. Comunico il contenuto del

presente telegramma a Mayor ed AttoHco.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Cfr. nota del n. 540. (3) -Non pubblicato.
592

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1064/194. Pietrogrado, 27 marzo 1917, ore 11,30 (per. ore 16,30 del 28).

Testo Nota con la quale Miliukoff prende atto comunicazione relativa riconoscimento:

• Par lettre en date du 22 courant V. E. a bien voulu me faire connaitre que le Gouvernement Royal reconnait le nouveau Gouvernement provisoire établi en Russie et vous chargeait d'entrer en relations officielles avec lui. J'ai l'honneur de ... (l) au nom du Gouvernement provi:soire de cette obligéante communication et vous saurai gré de vouloir bien renouveler au Gouvernement italien ami et allié de la Russie l'assurance de la fidèle collaboration du Gouvernement russe spécialement en ce qui concerne la continuation de la guerre jusqu'à une fin victorieuse ".

(l) Gruppo indecifrato.

593

L'AMBASOIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 783/51. Pietrogrado, 27 marzo 1917, ore 13,20

(per. ore 11,35 del 29).

Mi è stato riferito confidenzialmente che il Ministro di Bulgaria a Berna, dopo varie escursioni in !sV-izzera ove avrebbe corrisposto a segreti convegni, è partito 'Per Sofia allo scopo riferire i risultati dei suoi colloqui con emigrati russi, dai quali egli avrebbe creduto rilevare che nuovo regime in Rus,sia potrebbe prestavsi ad una futura riconciliazione bulgaro~russa (1).

594

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 789/149. Pietrogrado, 27 marzo 1917, ore 13,30 (per. ore 19,45 del 29).

Ho chiesto a Miliukoff che cosa pensasse dei viaggi di Rizoff in Scandinavia e di Radeff in !svizzera. Egli rispose non attribuirvi importanza ma si affrettò a soggiungere ~che il nuovo regime in Russia e particolarmente la sua presenza al Ministero Esteri potrebbe inspirare nei bulgari già stanchi dello spadroneggiare germanico e della guerra, disposizioni favorevoli ad una separata pace.

Questo porterebbe un co~po mortale ai turchi (fra l'altro la Russia potrebbe ~sbal'care 1sulla costa bulgara tru,ppe per Costantinopoli) agevolerebbe l'azione dell'esercito di Salonicco e porterebbe in grave imbarazzo l'Austria. Naturalmente, proseguì Miliukoff, converrebbe garantire ai bulgari pieno compimento dei patti del 1912 (da Veles a Ocrida lago comp'reso) con più Uskub e Cavalla. Rispetto alla frontiera romena potrebbe tornare in vigore quanto fu stabilito nella conferenza di Pietrogrado del 1913, (Silistria ecc.). Quanto ai serbi essi troveranno adeguati compensi nell'assegnazione della Bosnia-Erzegovina, ,con il giungere all'Adriatico, colla creazione della Jugoslavia. La parte di Serbia occupata dai bulgari (Nisch ecc.) dovrà essere inoltre restituita. Ho chiesto a Miliukoff se egli credesse che la Bulgaria vorrebbe svincolarsi dalla stretta ferrea in cui militarmente, ,politicamente ed economicamente è tenuta dalla Germania. Ha risposto risultargli che Bulgaria è stanca di digerire il giogo

impostale dai tedes,chi e dal Re Ferdinando, ma non ha saputo finora sbarazzarsene ;pur conservando quanto aveva acqui,stato. Può darsi che si rivolga agli alleati. Ad ogni modo però questi non faranno primo ;pas:so e attenderanno che iniziativa per pace separata parta dai bulgari.

Miliukoff mi ha pregato considerare come private confidenze fatte.

(l) Ritrasmesso a Londra, Parigi e alla Legazione di Berna con T. gab. n. 457 del! 30 marzo 1917.

595

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1077/s. N. Pietrogrado, 27 marzo 1917, ore 13,30 (per. ore 22,15 del 29).

Miliukoff, al quale ho chiesto quale fosse penSiiero del Governo provvisorio civca avvenire Polonia, mi ha ri~posto che questione non era stata ancora esaminata ma ,che certamente nuovo ,regime 1sarà liberale anche verso i polacchi assicurando loro una larga autonomia per la quale 'l'home rule poteva fornire ispirazione, ma non l'indi,pendenza.

Sebbene egli non l'abbia menzionato è nota infatti teoria dei cadetti secondo la quale ... (l) che Russia si premunisca contro possibili avvkinamenti dei polacchi all'Austria od alla Germania ai danni della Russia.

Campo polac,co a Pietrogrado non ha preso il partito per la rivoluzione, è incerto e minaccia sdndersi. Si dice conte di Vielopolsky voglia dimettersi da ,ca;po del • ,colo » polacco presidenza del quale verrebbe assunta da Scebeko già membro Consiglio dell'Impero che è di tendenze meno aristocratiche del primo.

596

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERJI, SONNINO

T. GAB. 790/15,2. Pietrogrado, 27 marzo 1917, ore 13,30 (per. ore 12,10 del 30).

Energka op;pos1z.wne è sollevata dal Consiglio dei Deputati operai e dei soldati alla partenza degli ex Sorvrani dalla Rus1sia allegando il timore che dall'Inghilterra esSii passerebbero in Germania e comunque sarebibe!ro all'estero

nucleo di agitazione per la loro restaurazione. Il Governo provvisorio adoperas.i a .persuadere operai che il soggiorno dell'ex Sovrano in Inghilterra sarebbe appunto garanzia contro un tale pericolo, ma la resistenza continua. È sospeso progettato viaggio.

(l) Gruppo indecifrato.

597

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 791/153. Pietrogrado, 27 marzo 1917, ore 13,30 (per. ore 16,30 del 30).

Telegramma di V. E. N. 424 (1).

Non mancherò di tener presenti le istruzioni in esso contenute. Fino ad ora il mio collega d'Inghilterra non ha ricevuto comunicato dal suo Governo nè dal Governo provvisorio circa la dichiarazione scritta di impegnarsi verso Russia. Quanto agli ilffipegni della Russia, essi risultano già dal manifesto del Governo provvisorio, come dalle dichiarazioni di Miliukoff di cui abbiamo preso atto nelle nostre note di riconoscimento (mio telegramma N. 181) (2).

598

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

D. R. 10. Roma, 27 marzo 1917.

Il Ministero della Marina mi ha diretto una Nota in data 25 marzo circa richieste di naviglio da farsi all'Ammiragliato Inglese.

Invio qui accluso la copia della Nota e del relativo annesso ad opportuna conoscenza di V. E. e perché Ella agisca pres.so codesto Governo nel senso desiderato dal Ministero della Marina.

ALLEGATO I.

CORSI A SONNINO

N. 5685. Roma, 25 marzo 1917.

Nel rimettere a V. E. copia della nota Verbale spedita oggi all'Addetto Navale Italiano in Inghilterra perché ne faccia consegna al Primo Lord dell'Ammiragliato, mi pregio richiedere a V. E. di compiacersi interessare i·l R. Ambasciatore a Londra ad interporre i suoi validi uffici, perché le nostre giuste richieste sioano sodd,i•sfatte.

Tali richieste come è spiegato nella Nota, mentre sono determinate dalle con:dizioni rea<li indiscutibili della nostra situazione naval.e in Adriatico, e dalle esi

genze di varia indole alle quali noi dobbiamo ivi far fronte e che gravitano pressoché esclusivamente sul naviglio sottile, corrispondono altresì ad impegni già assunti e ad affidamenti dati dallo stesso Ammira,gliato Inglese. I quattro cacdaftorpediniere dei quali è ar,gomento neila Nota, furono già assegnati daH'Ammira:.. gliato alla Prima Flotta Alleata fino dal Novembr,e scorso, ma non hanno mali raggiunto la loro destinazione e risulta che ess1i continuano ad essere impiegati in Egeo. In occasione della Conferenza Navale riunitasi a Lond:ra nel Gennaio scorso, lo stesso P:rimo Lo:rd dell'Ammi:ragliato ,:riconoscendo giuste le nost:re domande, convenne neHa necessità di rinforzare nel basso Adriatico il naviglio legge:ro e :rapido e nel ve:rbale di quella Conferenza, all'art. 9, venne consacrata la p:romessa dei rapp:resentanti inglesi, di rinfo:rzare, appena poss~bile, con qualche esploratore moderno, la nostra Armata, anche a titolo di compenso per le navi da battaglia inglesi che sono state, con nostra adesione, riti:rate da Taranto.

Ed ora, nella previsione di una maggiore attività che il nemico possa sviluppare anche per mare e in seguito al logoramento continuo a cui sono state sottoposte le unità del nostro naviglio e che ne hanno diminuito la efficienza, reputo legittimo e, dove:roso pregare H Governo A!lleato di voler prendere in giusta con's~derazione la situazione e di porgere quel maggior contributo che gli sia possi,bii.e per fronteggiarla nelle condizioni più vantaggiose.

Nelwa occasione ,credo non sia superf1uo far rilevare a V. E. che da parte de,l>la Marina MiHtare ltaliana ogni sforzo viene fatto per mantenere gl'i impegni a1ssunti entrando nel conflitto a fianco degli a11eati e ogni arrendevoiezz,a viene usa,ta per coNispondere, a titolo di so[idarie,tà, da esigenze estmnee ana sfera dei nostri obiettivi ed intere,ssi, e che pevtanto si gradirebbe uguale disposizione a nostro riguardo da parte degli Alieati.

ALLEGATO II.

CORSI A REY DI VILLAREY

Roma, 25 marzo 1917.

Nell'attendibile preV]SlOne che il nemko possa prossimamente sviluppare una maggiore ,attività anche pe:r mare, e, specialmente in Adriattco, col suo naviglio sottile, ora reintegrato nella sua pristina efficienza, e con riferimento a quanto fu dichiarato e riconosciuto nella Conferenza Navale di Londra, del Gennaio u. s. si ritiene opportuno e necessario P'regare l'Ammirag,liato Inglese di v01ler pr,endere in considerazione quanto si va ad esporre.

Fino dal novembre 1916 l'Ammiragliato inglese, consapevole delle condizioni della nostra situazione navale in Adriatico e delle sempre aumentate esigenze aHe quali ivi dovevasi far fronte col navi,glio sottile, avvertì di aver disposto perché 4 C. T. deHa classe H. raggiungessero la nostra Armata a Ta,ranto e vi rimanessero aggregati. Ma a tutto oggi gli effetti de1la disposizione non si sono verificati e ri1sulterebbe che quei 4 C. T. continuano ad essere impiegati in Egeo. E poiché le ragioni per le quali quel concocrso era stato richiesto ed accordato persistono e sono anzi aumentate, si pregherebbe l'Ammirag[iato Inglese di voler dare esito alla preavvertita disposizione.

In occasione della Conferenza Navale di Londra, quando si trattò dell'argomento del ritiro deHa Divisione Navale Inglese da Taranto, i delegati italiani fecero presente che tale deliberazione, mentre alterava le condizioni stabilite ne~la Convenzione Navale, avrebbe modifkato in senso sfavorevole la nostra situazione in Adriatico (dove gravita l'unka forza navale che sia opposta agii Alleati nel Mediterraneo) a meno che da parte dei francesi non fosse stato assunto l'impegno di mantenere permanentemente a Corfù una sostanziale forza navale e da parte dell'Ammiragliato lngilese non fosse stato fatto ogni sforzo per rinforzare, appena possibHe, la Prima Squadra Alleata con un conveniente numero di unità del naviglio sottile.

Ora, nelle eventualità che si prospettano, si è indotti a chiedere all'Ammiragliato Inglese quando ritenga che la possibilità di fare il promesso sforzo debba verificarsi ed a rpregarlo di voler riconoscere che un ulteriore ritardo nel realizzare il rinforzo della Prima Squadra Alleata mentre pregiudicherebbe il presente potrebbe rendersi inefficace nell'avvenire.

Ed a tale proposito sembra utile osservare che la prima Flotta Alleata, escludendo il TOPAZE che non si presta ad un efficace impiego tattico, dispone, attualmente, in contrapposto a sìmilari unità austriache, di I « Dartmouth •, 3 tipo • Liverpool » e 3 tipo • Bixio » il cui armamento di artigflieria è bensì decisamente superiore al complesso dei tipi • Spaun •, ma ,che, in confronto dei 29,5 nodi che queste navi han dimostrato di poter sostenere, non possono sviluppare che una velocità oraria di 25,5 nodi.

Ora se si pensi che in un teatro di operazioni così ristretto come è l'Adriatico, dove i rifugi e le basi d'operaZJioni del nemico sono, per cosi dire, a portata di mano del proprio naviglio, le probabilità di impegnare e condurre a termine una azione dipendono dalla possibilità di approfittare di istanti fugadssimi spontaneamente risulta che ila nostra reale padronanza delle acque e iJl successo deltle nostre operazioni sono subordinate alla 'condizione 'che noi possediamo un nuoleo di unità non solo complessivamente più forti, ma considerevolmente più veloci di quelle nemiche.

Ammessa tale necessità tattica, pokhé noi disporremo fra poco di due esplomtori tipo « Aqui!la • (1500 T. -III 152 m;m 34 nodi) sembrerebbe conveniente che fossero aggregate alla Prima Squadra A:lleata tre unità arlmeno dei tipi • Arethusa. o • Calliope » le quali, con le due Italiane suddette, costituirebbero quel nucleo di esploratori potenti e veloci, del quale si è stati privi finora, e senza del quale è vano sperare di poter conseguire risultati decisivi sulle moleste unità veloci della flotta avver,saria.

(l) -Cfr. n. 543. (2) -Cfr. n. 567.
599

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORJI A LON· DRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI, E ALL'INCARICATO D'AFFAR!! A TOKIO, FERRANTE.

T. GAB. 452. Roma, 28 marzo 1917, ore 18,30.

(Per Parigi, Londra e Pìetrogrado): Questo Ambasciatore del Giappone mi ha confidenzìalimente informato che suo Governo ha intenzione domandare nei negoziati dì pace cessione dei diritti territoriali e interessi 'Speciali che Germania possedeva prima della guerra nel Chantoung e 'sQpra le isole germani· che nel Pacifico a nord dell'Equatore e che essendosi assicurato appoggio Francia, Inghilterra, Russia, Governo giapponese aveva fiducia che Governo italiano vedrebbe con simpatia acco11do intervenuto al rigua,rdo ~con alleati.

Ho risposto ~che per parte mia non avevo nessuna obiezione da fare. (Per Pietrogrado): Prego comunicare quanto precede Pechino e Tokyo.

600

IL SOTTO CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, PORRO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 773/5962. Comando Supremo, 28 marzo 1917, ore 19,45 (per. ore 20,40).

Comunicasi il seguente telegramma 'pervenuto dal Gran Quartiere Generale russo data 27, ore 17,25, •con preghiera di darne comunicazione anche a S. E. il Pr1mo Aiutante di CaiD[lo dii S. M. il Re.

226. • Zamo~sky rappresentante il partito polac,co ,russofilo ha fatto ai Capi delle mtssioni militari la seguente dkhiarazione: • Coll'abdicazione di S. M. Nicola II la Polonia rimane ,senza Sovrano. Di dò approfitteranno i tedeschi per intensificare in Polonia la propaganda in favore loro. Sinora la Polonia ha resistito; il 'reclutamento ha ifallito. Ma 'Se il Governo provvisorio non risolverà al più presto poss~bile la questione polacca ·con una dichiarazione che ne garantisca in avvenke l'ind~pendenza e l'unità, il popolo polac,co pe~derà ogni speranza nella Russia e 1Si rivolgerà alla Germania. Giova rico11dare che in Polonia vi 'sono un milione di uomini validi alle armi ·che potrebbero ingrossare le file tedesche. È perciò necessario nell'interesse dell'Intesa di ottenere dal Governo provvisorio e al più 1presto possilbile la indicata dichiarazione delle Potenze dell'Intesa. I Capi di queste Missioni militari hanno comunicato quanto sopra ai rispettivi Comandi Supremi. Generale Romei •.

601

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1068/78. Madrid, 28 marzo 1917, ore 19,20 (per. ore 2,15 del 29).

Governo spagnuolo pubblica nota ufficiosa con la quale informa il pubblico dell'in:suocesso delle sue trattative con la Germania intese ad asskurare il ritorno dei bastimenti spagnuoli che si trovano nei porti inglesi quando gli Imperi Centrali con la loro nota del 31 gennaio proclamarono guerra sottomarina ad oltranza. Causa insuccesso fu g1ravità e qualità condizioni poste dal Governo tedesco fra le quali ~m,pegno de,gli armatori non fare 'commevcio porti nemici, versare in una banca tedesca cauzione 500 maPchi per tonnellata, rinunzia da parte Governo spagnuolo alla assicurazione per conto dello Stato dei bastimenti diretti alla zona di ,guerra. Di più ritorno quelle navi non sarebbe autorizzato che dopo il prmo maggio. Ministro d!i Stato mi disse stamane che Ambasciatore di Ge11mania 1si era doluto •con lui di quella pubblicazione, ma che Governo spagnuolo l'aveva gliudicata necessaria per giustificare propria azione. Condizioni poste dalla Germania, egli mi disse, erano ÌJffiiPosstbili e umilianti e dò egli aveva significato in una nota energica al Prindpe Ratibor.

602

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI. AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 775/135. Londra, 28 marzo 1917, ore 11,22 (per. ore 6,15 del 29).

Mio telegramma N. 134 (1).

Ad ogni buon fine comunico a V. E. il telegramma spedito testè a S.alvago:

« Oggi abbiamo Jìrmato il noto accordo col Senussi. Questo Governo ha telegrafato a codesto suo Ambasciatore di notificarlo al Governo francese. Bertie è stato pure prevenuto che Cambon fu verbalmente informato deri noti negoziati pacifici in •Corso col Senussi e che probabilmente il Governo francese sarebbe presto richiesto di consentire all'apertura dii alcuni mercati in E,gitto e in Cirenaica (Bengasi, Derna, Tobruk e Selum) nell'intesa che tali mercati sarebbero nuovamente chiusi al primo indizio di pericolo. Bertie venne incaricato di fare al Gove~rno francese comunicazione in que,sti te11mini. Confol1memente ordini 'superiori comunico quanto precede a V. M. per analoga comunicazione di ,codesta Ambasciata al Governo francese. Rtpeto presente telegramma a Roma •.

603

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 794/155. Pietrogrado, 28 marzo 1917, ore 11 (per. ore 18,30 del 30).

Governo provvisorio ha inviato al Caucaso una 'commissione CO!ll\POSta di cinque deputati ar,ruolati dalla Duma (due georgiani, uno russo, uno avmeno, uno tartatro musulmano) con incarico di raccogliere ed esaminare richieste di riforme amministrative e politiche di quelle popolazioni. Fra l'altro doV1rebbe studiare migliori mezzi (per elimina·re anUchi contrasti fra musuLmani ed armeni. A Miliukolff, che ciò mi riferiva, ho ·chiesto quale fosse il proglramma del Governo ri1spetto agli armeni ed e,gli mi rispose, sebbene nessuna decisione fosse stata presa, egli credeva dover ac•COI"davsi all'A11menia unita un regime autonomo e sperava che F1rancia avrebbe fatto lo stes1so per gli avmeni della futura sua zona, mentre Inghilterra non aV1rebbe potuto che vedere di buon occhio il compimento suoi tradizionali voti in favore di quel popolo. Mi permetto richiamare l'attenzione V. E. su tali idee del Governo provvtsorio che, se effetrtuate, produrranno non lieve malcontento nelle popolazioni musulmane dell'Armenia turca e persiana e della Cilicia seguito for'Se da una considerevole loro emigrazione nelle finitime provincie. Con l'autonomia, la questione delle terre che fu sempre la prima causa delle cruente lotte fra turchi, cu11di e armeni, non

potrà infatti risolver,si che in favore di questi ultimi. Quanto all'autonomia agli armeni di Cilicia, se essa non poteva andare a grado dell'antico Governo russo ,contrario alle autonomie in generale e quindi non desideroso che altri ne des:se l'esem[lio, è ,chiaro che di essa si compiacerebbe il nuovo governo di tendenza autonomista. Non tanderebbe ,però a crearsi una situazione delicata tra Francia e Russia dovendo contemplar,si che gli armeni, dopo l'autonomia, vorranno pure com1pletare la loro unità e sboccare sul Mediterraneo attraverso quel territorio che ancora :si denomina piccola Armenia » (1).

(l) T. gab. 780jl34, non pubblicato.

604

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

Corfù, 28 marzo 1917.

Nel foglio quotidiiano che gli alleati qui pubblicano, l'Ufficio Stampa serbo ha fatto ieri compari:re la :seguente notizia:

" M. Milioukoff vient dans une récente déclaration de préciser les buts de guerre de la Russie:

" Oocupation de Constantinople;

" Libération des nationalités opprimées par l'Autriche-Hongrie;

• Déliv1rance de la BeLgique, de la Serbie, de la Roumanie;

" Constitution d'une Yougoslavie solidement organisée et élévation autour de la Serbie glorieuse d'une ir.'iranchissable barrière contre les ambitions germc.niqueo "·

Di queste dichiarazioni del nuovo Mintst:ro russo il Signor Pasic non mi ha parlato; nè io ho voluto portarci il discor~>_o.

Che abbian essi qui fatta la pubblicazione, potrebbe provare che i serbi sono o s:i mostran contenti delle parole, dall'apparenza sì lusinghiera, del Miliukoff. Tuttavia, se sono autentiche, rni sembra lascino ben comprendere quanto il pensiero del Ministro russo 'Sia lontano dalle speranze del rpanserbismo.

605

L'AGENTE DIPLOMATICO E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 818/162. Cairo, 28 marzo 1917.

Ho l'onore d'informare V. E. ,che, con recente decisione del consiglio dei ministri, è stata ,istituita una ~commissione per lo 'studio delle cr.-iforme che si renderanno necessanie all'eventuale abolizione delle capitolazioni.

Ecco il testo di tale decisione:

• -Art. l. -È istituita per lo studio di dette rrifo11me una commissione composta •come ap1presso: S. E. Wahba pascià, ministro delle finanze; S. E. Adly Yeghen pa•sdà, ministro della pubblica istruzione; S. E. Abdel Klalek pascià Sarvet, ministro della giustizia; lord Edward Cecil, consigliere finanziario; sir William Brunyate, consigliere giudiziario; Mr. James Haines, consigliere al ministero dell'interno; M. Francis Laloè, vice 'presidente della corte d'appello mista ed il signor Edoardo Piola Caselli, consigliere sultaniale. • -Art. 2. -La ·commissione è investita dei poteri più estesi per il compimento della missione affidatale. Essa potrà, SiPecialmente, preparare o far preparare p.rogetti di legge o regolamenti, aggiungersi delle sottocommissioni composte, in tutto od in parte, di persone prese al di fuori della ·commissione; sottop011re al consiglio dei ministri delle proposte circa i provvedlimenti da adottare anticipatamente in vi•sta della abolizione eventuale delle capitolazioni; rivolgersi direttamente a qualsdasi dipartimento go•vemativo per ogni informazione che pos•sa riuscire utile, provocare osservazioni o suggerimenti da parte di qualunque •corpo costituito o di persone aventi SiPeciali conoscenze della materia ci·rca la quale sono consultate; di fare circolari ed anche pubbHcare degli schemi di progetto allo 'scopo di raccogliere pareri ed osservazioni. • -Art. 3. -La commissione presenterà al presidente del consiglio dei ministri dei rapporti sul ,progresso dei suoi lavori ad intervalli non superiori ai tre mesi ».

Os1serverò in linea generale che la commissione può considerar,si costituita quasi esdusiva:mente di elementi inglesi perchè non vi ha dubbio che i tre ministri egiziani si confermeranno, anche in questa circostanza alle direttive del Governo britannico e dei suoi consiglieri presso le amministrazioni egiziane. Il nome del commendatore Piola Caselli, che vi è stato incluso, persona di grande ·coltura, di •carattere fermo e di sentimenti italianis:simi offre però una garanztia di .imparzialità alle deliberazioni che saranno prese nella delicata questione alla quale sono legati tanti interessi stranieri e che rpreoc•cupa giustamente la nostra collettività.

La nomina di tale ·COmmissione prova poi che n Govel1nO britannico è deciso a non perdere tempo per procedere alla costituzione dell'attuale regime con altro più consono alla mutata situazione politica in Egitto e che vuole quindi, al termine del presente conflitto, trovarsi in g•rado di presentare un piano or.ganico di riforme ·che eviti possibilmente discussioni e proposte da parte dei governi interessati (1).

(l) Ritrasmesso per posta a Londra e Parigi, con T. gab. 469 del 31 marzo.

(l) Ritrasmesso a Londra in data 7 giugno 1917.

606

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 774/63. Parigi, 29 marzo 1917, ore 0,45 (per. ore 3,50).

Cambon mi disse che questo Governo considera l'intervento americano come sicuro e compresi che qui vi si annette ora molta iill(Portanza. Egli crede anche che Stati Uniti presteranno efficace aiuto non solo dal lato finanziario ma anche ,coll'invio di truppe, per le quali unica difficoltà :sarà per i mezzi di trasporto giacchè arruolamento americani credesi saranno numerooi. Dall'insieme del discorso di Cambon ho notato la notevole differenza nel modo attuale di apprezzare conseguenze intervento americano da quanto ne diceva Briand nello scorso dicembre. Mentre egli era preocclJipato dell'influenza che il Presidente avrebbe nelle future trattative di pace, ora invece ,si considera con compiacenza l'effetto dell'intervento americano e la ,sua efficacia pratica in favore degli alleati (1).

607

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 460. Roma, 29 marzo 1917, ore 21.

Mio telegramma N. 453 (2).

R. Ambasciatore a Londra ha inviato direttamente a V. E. un telegramma Gabinetto 135 (3) nel quale è contenuta la seguente frase:

• Che probabilmente il Governo francese ,sarebbe presto richiesto di consentire all'apertura di alcuni mercati in Egitto ed in Cirenaica (Bengasi, Derna, Tobruk, Selum) nell'intesa che tali mercati sarebbero nuovamente chiusi al primo indizio di pericolo ».

Mi preme avvertire V. E. :che la comunicazione al Governo francese deve essere invece intesa come semplice atto di cortesia a titolo inf01l"ll1ativo, IPea:-chè la possibitle temporanea apertura dei mercati in Egitto e Gir,enaica sono conseguenza dell'aocoil1do 'S\peciale fra Italia ed Inghilterra (parte B) a ,cui non ha acceduto la Francia.

Simile avvertimento faedo al R. Ambasciatore a Londll"a.

Per norma di V. E. trascrivo qui appres,so comunicazione che il Ministero delle Colonie mi aveva diretto al riguardo:

• Questo Ambasdatore d'Inghilterra ... " fino alle parole • non fosse raggiunto ... , (come nel telegramma in partenza Gabinetto 440) (1).

(l) -Ritrasmesso a Londra e Pietrogrado con T. gab. 455 del 30 marzo 1917. (2) -T. gab. 453, che non si pubblica: attendere istruzioni circa apertura mercati in Egitto e Cirenaica. (3) -Cfr. n. 602.
608

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 456. Roma, 29 marzo 1917, ore 21,30.

(Meno Atene): R. Ministro in Atene telegrafa quanto segue:

• Stampa ed in generale ... ecc. (come nel telegramma N. 1054/120) » (2). Ho telegrafato a Bosdari quanto segue: (Solo Atene): Telegramma di V. S. N. 120. (Per tutti): Ho segnalato quanto V. E. riferi,s,ce nel telegramma summen

zionato al Comando Supremo, interessandolo a non procedere ad ulteriori occupazioni in Epiro senza prevì ac,cordi con questo Ministero. V. E. intanto è autorizzata a dare a codesto Governo per quanto riguarda le nostre oocupazioni oltre la linea stabilita dal protocollo di Firenze, ulteriori larghe assicurazioni verbali essere es,se determinate da ragioni militari di natura transitoria e rivestire il ~carattere della provvisorietà. Ella potrà anche fare abilmente intendere che dati i nostri intenti e le nostre intenzioni, tali nostre occupazioni ne prevengono altre per parte di terzi e prevengono agitazioni venizeliste che potrebbero es:se,re as,sai pregiudizievoli all'attuale Governo del Re Costantino.

609

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO

T. GAB. 462. Roma, 29 marzo 1917, ore 23.

Suo telegramma N. 30 del 14 corrente (3). Mini:stero delle Colonie osserva quanto appresso:

• Del programma di organizzazione amministrativa, tributaria, doganale dell'Etiopia a mezzo di agenti italiani la R. Legazione in Addis Abeba era

investita ,fin dai primi del 1914, avendola codesto Ministero informata a tale riguardo con telegramma del febbraio di quell'anno in seguito a lettera 2 ottobre 1913, N. 356, di questo Ministero contenente proposte conc,rete, in relazione a favorevoli dichiarazioni all'uopo fatte dalla stessa R. Legazione con rapporto

N. 81 del 13 settembre 1913.

Analogo progetto era di nuovo comunicato in un programma ma,ssimo raccomandato al R. Minist·ro in Addi:s Abeba dal mio predecessore non d~~tJaccio 22 gennaio 1915, N. 31. Il R. Ministro in Addis Abeba, con fdegramma qui comunicato dall'E. V. con espresso 6 1l!Prile 1915, rispondeva che quel programma massimo, riferentesi alla poss:ibilità di cooperare alla redenzione civile della Abissinia, era assolutamente inattuabile.

Ciò premesso, ·come ·constatazione di fatto, debbo osservare che dalle comunicazioni ora fatte dal Conte Colli si trae non trattarsi solo di • riforme • che dovrelbbero soltanto :mirare al ristabilimento dell'ordine dell'Har:rar, al regolamento dell'autori,tà sulle tribù deHa frontiera somala e alla :soppressione del traffico di armi col Mullah, ·conforme risultava dalla recente nota ve1rbale inglese, ma bensì si tratta di tutto un programma di riforme dell'Amministrazione interna dell'Abissinia.

Come l'E. V. ben vede, non ,siamo ancora in grado di renderei conto della vera portata del programma del Governo inglese. Credo quindi convenga invitare il R. Ministro in Addis Abeba a fornire ogni maggiore precisa infOII'Ill1azione, affinchè poi, ~con esatta ·cogniZiione del vero stato delle cose, si possa da mia pa1rte rkhiedere il parere del Governatme dell'Eritrea e di quello della Somalia in materia di tanta importanza nei riguardi delle due colonie •.

Alla nota di questa Ambasciata britannica di ·cui mio telegramma N. 321 del 10 co!'rente (l) ho risposto che desideriamo anzitutto avere ma.glgimi notizie circa estelliSione ,sostanza l'ifomne proposte, dopo dii che R. Governo avrà cura e:saminare progetto d'accordo coi Governatori Eritrea Somalia che necessa~riamente debbono essere consultati, ed ho espresso parere che sia per ora opportuno astenersi dal da:re istruzioni ai :rispettivi rappresentanti in Addis Abeba in vista dell'anco:ra oscura situazione Aibiesinia.

Ora, d'accordo col Collega delle Colonie, prego V. E. esel"citare la massima vigilanza per evital'e una azione isolata dell'Inghil:terra, e di questa e della Ftrancia, pres1so il Governo Etiopico.

Il Collega delle Colonie :segnala inoltre i due perkoli che per noi si ma

nifestano verso Harra:r.· per l'azione francese e verso Lago Tsana per l'az,ione

inglese, i quali risultano rispettivamente dalla missione Pearson e dalle blan

dizie francesi ve11so Ras Tafari. A questo proposito la S. V. voiTà intensifi:care

la sua azione presso i colle,gni e pJ•esso l'autorità locale per mantenere il con

tatto ed evitare Sol1Prese.

Quanto al Lago Tsana ho dato istruzione al R. Ambasciatore a Londra di far notare a quel Governo ~che qualsiasi intesa ·con Etiopia riguardo regione Tsana dev'essere preceduta da amichevole intesa fra Italia e Inghilterra in

45'i

base all'art. l accordo di Londra. Ho aggiunto al Marchese Imperiali di formulare tale riserva senza sollevare attualmente una discussione di prindpio circa questione Tsana.

(l) -Cfr. n. 584. (2) -Cfr. n. 588. (3) -Cfr. n. 475.

(l) Cfr. n. 445.

610

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1080/223. Londra, 29 marzo 1917, ore 22,15 (per. ore 4,40 del 30).

Con pro-memoria tra,smessomi ieri, e di cui invierò copia col prossimo corriere, Segretario di Stato m'informa ·che il Governo egiziano, dopo accurato esame della questione, è ora di·~posto a ·riconoscere come italiana la M1ssione dell'Africa Centrale e la M~s:sione francescana in Egitto. Rimarrà inteso che tale riconoscimento si estende soltanto alle comunità composte di sudditi italiani e non com:prenderà in aicun modo .gli indigeni ·convertiti.

Segretario di Stato aggiunge che inviterà suo Collega delle Colonie a concedere analogo riconoscimento alle Missioni africane nel .protettorato britannico in Uganda.

611

IL GOVERNATORE DELL'ERITREA, DE MARTINO, AL MINISTRO DEGLI ESTE·RI, SONNINO

T. 1089/1306. Asmara, 29 marzo 1917, ore 17,45 (per. ore 5 del 30 ).

R. Ministro in Addis Abeba telegrafa quanto segue:

• 33. Risposta al telegramma N. 322 (1). Proposta .presenta:ta dal collega Francia al suo Governo per riconoscimento nuovo Governo etio-p1co da parte Re dell'Hedjaz, mi sembra sotto ogni rispetto inopportuna ed in ogni caso :spetterebbe al nuovo Re delil'Hedjaz .chiedere Governo etiopico di essere riconosciuto. Non posso attribuire questa iniz•iativa del mio collega Francia ad altro che al desiderio di far qualche cosa in concorrenza a quanto fece il mio collega Inghilterra facendo venire Addis Abeba un inviato del Re deH'Hedjaz che, però, non ebbe alcuna veste od incarico ufficiale. Colli Felizzano ».

612

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 798/157. Pietrogrado, 29 marzo 1917, ore 22,01 (per. ore 1,55 del 31).

Mi •consta che la maggioranza del Consiglio dei Ministri si è pronunziata per l'indipendenza della Polonia riunita nelle sue tre 1parti (tedesca, austriaca, russa)

sempre che i Polacchi non prendano le armi contro la Russia. La futura Polonia avrà con la Russia un'alleanza militare. Una Costituente nominata sulla base del suffragio universale dovrà riunil'si a Varsavia ,per decidere circa la costituzione Stato. Revis,ione di tale concessione avrà luogo in ,seno alla Costituente russa.

(l) Cfr. n. 446.

613

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 464. Roma, 30 marzo 1917, ore 17,30.

Mio tele,gramma Gabinetto n. 425 (1).

In relazione al comunicato ufficiale di ieri che annunzia che le truppe inglesi hanno avanzato da Rafa a circa 6 chilometri a sud di Gaza prego V. E. ottenere da codesto Governo la r,Lsposta definitiva circa nostra partecipazione alle operazioni nella Palestina.

614

IL MINLSTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI ED AL MINI,STRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 467. Roma, 30 marzo 1917, ore 21.

Barrère domanda mio parere sù passi da farsi presso Lambros rper,ché non si effettuino le annunziate promozioni di ufficiali avvicinanti il re ,che si erano dimostrati istigatori del movimento contro ,gli alleati.

Ho risposto che non sapevo approvare questi atti di apparente provocazione e di intromissione nell'ammini,strazione interna, atti che esorbitavano dall'ordine delle misure di precauz,ione per la sicurezza dell'eser'Cito alleato, sulla

cui effettuazione avevamo insistito tutti d'ac,cordo, e che erano state in massima parte già attuate. Era tempo di non stuzzicare di nuovo le questioni interne greche pur seguitando nella doverosa sorveglianza e controllo (2).

615

L'AMBASOIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 795/66. Parigi, 30 marzo 1917, ore 21,15 (per. ore 3,10 del 31).

Telegramma di V. E. N. 286 (3).

Mini,stero Affari Esteri mi scrive Governo francese essere preoccupato po-,

ter dare nel caso di .grave minac,cia tutto il possibile conco11so militare e Gene

rale Nivelle scrive al Generale Cadorna a questo proposito.

Se i due Comandanti si intenderanno un Generale francese sarà inviato presso il Generale Cadorna per esaminare la questione. La risposta non mi pare soddisfacente come appariva dalla comunicazione verbale, ma dato vi è urgenza io credo converrebbe chiedere che il Generale sia inviato subito.

(l) -Cfr. n. 540. (2) -Ed. in SONNINO, Diario, III cit., pp. 112-113. (3) -Numerazione dell'Ambasciata.
616

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 797/140. Londra, 30 marzo 1917, ore 22,56 (per. ore 6,25 del 31).

Telegramma di V. E. n. 439 (1).

Graham mi ha detto che nella fretta colla quale fu avantieri telegrarfato a Parigi si era dimenticata la circostanza :rilevata da V. E. Ha però osservato trattal1Si in fondo di questione accessoria che basterà, qualora si abbiano ad aprire i noti :mercati, :redigere un'eventuale comuntcazione al Governo francese in termini equivalenti ad una Se!Iliplice modificazione.

617

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 802/139. Londra, 30 marzo 1917, ore 22,56 (per. ore 9 del 31).

Hartdinge mi dkeva oggi in via privata che in seguito alla sostituzione di Hermite a Berthelot nel posto di capo di Gabinetto di Ribot (sostituzione che non mi pa:reva riesci:r:gli spiacevole), Cambon Giulio è divenuto l'uomo più autorevole e influente del dipartimento; praticamente anzi il vero Ministro degli Affari esteri.

Personalmente ·conosco poco Cambon ma da quanto ho sentito dire da varie per:sone ·che lo conoscono bene e l'apprezzano molto egli par•rebbe uomo di vedute più larghe, meno . . . . . (2) di quel . . . . . (2) di regola dai diplomatici francesi, a cominciare da questo :suo fratello. Vi sarebbe quindi da nutrire migliori :sjperanze dalla consolidata influenza del Segretario generale nell'ulteriore svolgimento delle trattative per l'Asia Minore alle quali il mio collega nei frequenti colloqui avuti meco in questi ultimi tempi non avevano più fatto la menoma allusione.· Mai meco si è fatto vivo l'Incaricato d'Affari rusrso attualmente occupato più che ad altro ad estbirsi e ad affermare in tutti questi circoli politici e :sociali le sue opinioni manifestatesi d'un tratto estremamente liberali.

(l) -Si tratta certamente di un errore. II telegramma a cui fa riferimento è il T. gab. 440, cfr. n. 584. (2) -Gruppi indecifrat1.
618

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. 418. Roma, 31 marzo 1917, ore 16.

R. Console Generale Ginevra riferisce che sarebbe realmente avvenuto accordo tra Comitato jugoslavo in Svizzera e circoli serbi. Principali dirigenti movimento jugoslavo Trumbic, Mestrovic, Pervan, non più largamente sovvenzionati da Comitati americani, si accostarono all'idea della grande Serbia per ottenere aiuto materiale Governo Serbo.

A,cco,rdo vo-rrebbe conservate nel nuovo Stato caratteristiche di cias,cuna regione sotto dkezione politica della Serbia, conciliando così tendenze sinora divergenti della Federazione jugoslava e della Grande S.erbia.

Mano nera serba già sostenitrice idea grande Serbia sembra accostartsi predetto accordo.

Tratterebbesi però di compromesso in caso vittoria Imperi Centrali o conclusione pace affrettata, che ritornerebbe al programma triaHstico formando una Jugoslavia sotto nome di Serbia entro confini impero austro-ungarico.

619

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1106/87. Stoccolma, 31 marzo 1917, ore 10,30 (per. ore 20,20).

Nuovo Ministero così costituito: Presidenza Swartz; Esteri Lincman; Giustizia Stennerg; Guerra Colonnello Aker,man; Marina Comandante Ericson; Interno Sydow; Finanze Carleson; Istruzione Hamnarstreem; Agricoltura Dahlberg; Ministri senza portafoglio Falk ed Emilio Ericson.

Nell'assumere funzioni Swartz ha dichiarato che nuovo Gabinetto continuerà fermamente politica di neutralità imparziale seguita fin'ora con cui procurerà vincere difficoltà sempre orescenti. Sforzandosi d'impedire che Svezia sia implicata nella guerra e allo stesso tempo di mantenerne indipendenza completa, Gabinetto spera guadagnarsi coi suoi atti appoggio della Dieta e del popolo. Alcune questioni economiche di grande importanza per alimentazione pubblica ed industria formeranno oggetto di cura ,speciale da parte del Gabinetto che condurrà immediatamente a termine relativi negoziati.

620

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI SONNINO

T. 1115/88. Stoccolma, 31 marzo 1917, ore 10 (per. ore 9,40 del l aprile).

Diversi giornali svedesi pubblicano notizia di origine tedesca più o meno evidente drca disordini avvenuti in Italia, irrequietudine nel nostro spirito pubblico e gravi preoc,cu:pazioni del R. Governo e del Paese ;per una imminente offensiva austTo-tedesca. Sa:rebbe opportuno non lasciare questa notizia senza ris;posta.

621

IL MINISTRO A S.TOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI SONNINO

T. 1116/66. Stoccolma, 31 marzo 1917, ore 23,10 (per. ore 13,30 del 1 aprile).

Il nuovo Ministero (l) è di destra pura ma la sua composizione e le dichiarazioni del Presidente del Consiglio r~ivelano una certa abilità ed esperienza dell'ambiente parlamentare. I due Mini,stri militari sono entrambi membri della Dieta. Ministro di Agricoltura che avrà un compito molto importante per assicurare gli approvvigionamenti del paese ha una capacità tecnica universalmente apprezzata. Contrariamente alle voci corse ancora ieri tutti i Membri del Gabinetto precedente più intimamente legati ad Hammarskiold ed invisi ai partiti democratici sono scomparsi ed è invece rimasto al suo posto il Ministro dell'Interno che è loro P'iuttosto bene accetto. Il nuovo Min1stro degli Affari Esteri è il capo del partito ~conservatore nella :seconda Camera ed è stato già per 5 anni Presidente del Consiglio in un Ministero politico di cui Swartz &a Ministro delle Finanze. Fu il ~capo della Delegazione svedese per i negoziati coll'Inghilterra nel l!H5 e sia come tale, sia nelle sue funzioni di membro della Commissione di Stato per il ~commercio ha fino!ra mostrato dispos,izioni molto favorevoli alla Germania e avverso all'Inghiltel'lfa.

Ma è uomo scaltro, maliziosissimo, 'Specialmente desideroso di arrivare al posto in ~cui è stato ora chiamato, capace dei più arditi voltafaccia se ne vede oppo!rtunità. Egli ha ricevuto oggi stesso il Corpo DÌ!plomatico e mi ha dichiarato ~che intende ~coltivare amichevoli ,rapporti esistenti fra Italia e Svezia e seguire una politka di neutralità imparziale secondo direttive di Wallenbe11g. Gli ho ris(posto che prendevo atto con tanta maggiore soddisfazione delle sue parole in quanto avevo dovuto per lunga esperienza constatare che Wallenberg aveva della neutralità della Svezia una concezione diversa da Hammarskiold. Senza far troppo affLdamento :sulla sincerità di Lincmann mi sembra tale sua prima dichiarazione sia significativa e dimostri ~che egli intenda necessità di

mantenere buoni rapporti colle Potenze dell'Intesa. Mentre anche nel Comitato segreto parlamentare aveva finora combattuto H progettato accordo commerciale coll'Inghilterra il Ministro degli Affari E·steri ha assicurato oggi me ed i Colleghi alleati che ha fermo proponimento di far ·Senza indugio quanto è in lui iPer concludere tale accordo e risolvere le questioni concernenti la ripresa della navigazione iniziando posdomani pratiche concrete ·col Ministro d'Inghilterra. I partiti democratici sono stati tenuti all'infuori della soluzione della crisi. I loro capi nei giorni .scorsi hanno avuto un solo abboccamento con Swartz a cui si sono limitati ad esprimere la loro dedsa avversione per la progettata nomina di Trolle a Ministro degli Affari E~steri. E1ssi considerano nuovo Gabinetto come un Ministero di partito di fronte al quale si riservano completa libertà d'azione ma per ora la loro attitudine sarà in ultilma analisi determinata dalla soluzione che sarà data alla questione dell'accordo commerciale coll'Inghilterra. Se tale accordo sarà concluso quando il 12 aprile la Dieta si riunirà dopo vacanze di Pasqua, i partiti democratici con tutta probabilità non creeranno gravi imbarazzi al Ministero. In caso contrario riprenderanno la lotta ad oltranza ·che ha imposto ritiro di Hammarskio1d. Per quanto riguarda noi, possiamo accogliere senza preoccupazione soluzione della crisi, sebbene in essa le influenze germanofile di Corte abbiano indubbiamente avuto il il.oro peso. Un intervento armato della Svezia è più che mai escluso per quanto è umanamente prevedibile. Del ·resto Swartz e Lincmann non <Sono più germanofili di Hammarskiold e sono più abili di lui e di Wallenberg le cui buone intenzioni :sono rimaste quasi sempre lettera morta. Essi dovranno tener conto dei nostri interessi se sapremo fermamente sostenerli.

(l) Presidente Swartz; Affari esteri Lincmann.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTER,!, SONNINO

T. GAB. 816/164. Pietrogrado, 31 marzo 1917, ore 21,40 (per. ore 20,45 del l aprile).

Il discorso di Bethmann Hollweg accennante alla possibilità di una pace separata ha <prodotto molta impressione negli elementi avanzati pacifisti rappresentati nel " Consiglio dei Deputati operai e dei soLdati • da un nu!C'leo non molto numeroso ma organizzato ed attivissimo. Una l'iunione di detto Consiglio (composta di circa duemila persone) è indetta per domani allo SCOIPO di discutere la questione della pace. È bensì vero che gli es:tremisti associano la possibilità della pace con la condizione della fine della monarchia e del militarisma e col trionfo della rivoluzione sociale in Germania. Ma è ovvio il pericolo che questa utopistica idea la quale può venire abilmente ·sfruttata dalla Germania si riduce in ultima analisi ad una semplice •concezione per la pace. Pericolo è tanto più grave in quanto non si può contare 1sull'autorità del Governo che è minima a Pietrogrado di :llronte a quella del • Consiglio dei Deputati operai e dei soldati , .

Ne è nuova prova il linguaggio circospetto e anodino dei giornali governativi e particolarmente della Riec nel commentare le parole di Bethmann Hollweg. Il Governo fa evidentemente di tutto per non urtare il Consiglio dietro al quale stanno eirca trecentomila operai e ·centomila soLdati che sperano a poco a poco di ammansare e attirare nell'orbita legale; ma ries:cirà tale sua tattica7 In caso contrario presentasi l'alternativa o che egli venga addirittura sopraffatto o che per salvarsi ·ceda ad esigenze essenziali del Consiglio. Entrambe le prospettive sono oscure per la Russia e per gli alleati.

Comizio di domani ha pertanto importanza grandissima per la piega degli avvenimenti.

623

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAR. RR. 840/144. Londra, 31 marzo 1917 (per. 3 aprile).

Generale Robertson mi invitò ieri sera a pranzo e volle, con lingua~gio, siccome disse, militare e non d1plomatico, mettermi in via strettamente personale al corrente delle impressioni da lui riportate dalla visita alla nostra fronte e riferite al Gabinetto di Guerra. Le riassumo qui appresso:

• l) Non trova espressioni sufficienti a d1mostrare sua gratitudine per accoglienza cordiale, affettuosa, ricevuta. È solo dolentissimo di non aver potuto realizza•re suo antico desiderio di ossequiare il nostro Augusto Sovrano e conferire con Sua Maestà. 2) Considera sotto ogni aspetto Generale Cadorna uomo affatto superiore, Comandante di primissimo ordine ed un vero "as:sets" per tutta l'allenza. 3) Analoga profonda ammirazione gli hanno inspirate le molteplici qualità di S.A.R. il Duca d'Aosta che qualificò sotto ogni aspetto Generale modello. 4) Trova in modo assoluto perfetta inappuntabile organizzazione nostri servizi logistici e quelli delle retrovie. 5) Di fanterie come le nostre qualunque esercito potrebbe essere altamente orgoglioso. Con truppe s·imili mirabili per numero, equ1paggiamento, morale elevato, Sipkito militare, disciplina si possono fronteggiare con serena fiducia assalti di qualunque esercito nemico. 6) Concorda col Generale Cadorna nel riconoscere necessità acc~rescere a~rtiglieria di mezzo calib1r0 e di campagna. Ha proposto al Gabinetto di Guerra invio, da completarsi entro aprile, di dieci batterie di obici da 155. Supplementa:re artiglieria da campagna dovrebbe essere fornita dalla Francia che è in grado di di51porne. Sull'invio di obici mi ha pregato conservare segreto in attesa che esso mi venga definitivamente comunicato dal Primo Ministro e da Balfour. 7) Non esdude anzi ammette probabilità grande offensiva nemica. Se

essa si mantiene nei limiti prevedibili in vista delle difficoltà che dovrebbero incontrare i Tedeschi presto e fortemente impegnati sulla fronte occidentale a

rinforzare largamente offensiva austriaca abbiamo, a suo parere, ogni motivo di confidare dlella vittoria data ~superiorità numerica, nostre fanterie (53 divisioni contro 40), il suaccennato ausilio dell'artiglieria F.rancese ed Inglese, le potenti misure difensive rpreparrate e la complessiva valorosa efficienza bellica delle nostre truppe. Per il caso invece ·che offensiva asrsumesse assai più a:rnrpia proporzione egli ~conviene nella opportunità di preparare accordi con ,gli Alleati. Si propone di chiederci il rpermesso di inviare due o tre ufficiali per akuni studi avendo io qui interloquito <insi,stendo sulla raccomandazione rivolta a Lloyd George per pronta favorevole accoglienza savi sug,gerimenti del Generale Cadorna. Ri51pose Generale su questo .punto sul quale aveva pure attirata attenzione Gabinetto di Guerra la risposta dovrà essermi data dal Primo Min~stro.

8) Sulla incerta rsituazione in Russia manifestò apprezzamenti riservati e non riservati a soverchio ottimismo, venendo alla medesima conclusione già manifestatami da Lloyd Geor·ge, Balfour e Cambon che cioè allo stato attuale delle cose tutto quello che si può ragionevo1mente sperare dalla Russia è che essa riesca a mantenere intatta la rsua ·fronte trattenendovi il maggior numero possibile di forze nemiche. Se tanto Russia riesce a fare non vi è motivo di allarme dal punto di vista militare.

9) Generale manifestò da ultimo particolare compiacimento per favorevole progresso operazioni contro Tuvchia, rsalda fiducia nel loro risultato definitivo che deve mirare secondo lui alla sconfitta completa di quel nemico allo sconvolgimento radicale di tutti i 'piani germanici in Oriente ed al conseguente distacco della Bulgaria dall'Alleanza con gli Im}-~ri Centrali.

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IL MINISTRO A LISBONA, SERRA, AL MINISTRO DEGLI ESTEIRI, SONNINO

R. 196/61. Lisbona, 31 marzo 1917.

I .giornali che giungono dall'Italia e dalla Francia recano la noti·zia della cessione della Colonia di Macao dal Portogallo al Giappone, notizia la quale immediatamente è stata .smentita dai giornali di questa Capitale.

Anche questo Segretario Generale per gli Affari Esteri mi ha assicurato che la notizia era assolutamente falsa.

Esaminando bene la situazione io sono però rproclive a credere che se un accordo tra i due paesi non è intervenuto a prroposito di quella Colonia, qualche accenno, qualche tentativo di negoziati da parte del Giappone vi deve essere stato. Infatti ,si è rimarcato che il signor Horigoutchi, Incarkato d'Affari del Giappone a Madrid, il quale sebbene accreditato anche qui, molto di rado e per brevi soggiorni era venuto finora a Lisbona è stato qui ultimamente per circa un mese.

Questa cessione sembra possibile, poichè il dominio di Macao è molto difficile a mantenere dai portoghesi, data l'infiltrazione dell'elemento cinese in detta colonia, la quale in seguito al mal governo non rende quasi più nulla

alla Madre Patria. Per compiere le spese che essa cagiona il Governo è stato costretto a :stabiHre il monopolio di tutti i giochi e delle lotterie e ad assumere verso gli indigeni la vendita dell'oppio, del pesce, del sale e della carne.

Lo svilup1po del porto di Hong Kong ha ,prodotto l'emigrazione in massa verso questa nuova città, non solo degli indigeni di Macao, ma degli stessi coloni portoghesi i quali ,sotto l'egida della bandiera inglese possono meglio sviluppare i loro commerci.

D'altra parte, come ho aocennato, la questione del possesso delle isole di Tailpa e di Coloane, che :si trovano al sud del promontorio di Macao, come pure del territorio al nord di Macao, non può dirsi ancora risoluto di fronte alla Cina, la quale per il momento non dconosce al Portogallo la sovranità di queste ter:re. Si può a questo proposito affermare che quanto è avvenuto per i presidi dell'i:sola della Lapa può avvenire per Coloane, Taipa e pel territorio al Nord di Macao. Allo stato attuale delle cose la Cina non riconosce al Portogallo che il solo ter:reno sul quale è costruita la città di Macao, e protesta anche per l'intervento delle Autorità Portoghesi nei sobborghi di essa.

II possesso di Macao sarebbe invece prezioso e dall'altra gli offre un punto strategico di primo ordine.

625

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 475. Roma, l aprile 1917, ore 20,l5.

(Solo Atene): Ho telegrafato al Comando Supremo quanto segue:

(Per tutti): Comando di Valona telegrafa quanto segue:

• Giorrno 19 marzo si presentavano al nostro presidio di Verva a 4 chilometri a est di Konispolis, Euktar ,ed altri notabili di Kocka a sei chilometri a est di Konisvolis accompagnati da numerose persone per esporre i voti dell'intera ,popolazione di essere sottratta persecuzione greca mediante la nostra occupazione del paese ».

In relazione alla mia lettera n. 4 riservata in data del 28 marzo (1), comunko che Titengo preferibile non oltrepas:sare, oggi, con nuove occupazioni la linea tracdata dal Protocollo di Firenze.

626

IL CAPO DEL SERVIZIO INFORMAZIONI DEL MINISTERO DELLA GUERRA, GARRUCCIO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. A MANO 2800. Roma, l aprile 1917.

Per opportuna conoscenza comunico il seguente telegramma in data 30 marzo u.s. del Centro di raccolta di informazioni dell'Aja:

• 169 -Sul princ1p10 guerra governo Olandese aveva vietato accesso nei suoi porti alle navi da guerra belligeranti considerando tali le navi mer,cantili armate. Tale assimilaz,ione era sempre stata male vtsta dall'Inghilterra che ora nell'occasione dello incidente del piroscafo inglese Principessa Melita domanda Hbero accesso per le navi mer,cantili armate. Francia, Stati Uniti appoggiano domanda. Parte sua Ger1mania dice considerare atto poco amichevole tale modificazione dichiarazione neutralità. Inghilterra se insoddisfatta potrebbe impedire viaggio delle navi cariche di grano dall'America in Olanda. Da parte sua Germania (ada,gio e con cil'cospezione se non vorrà ritenere il casus-belli) potrà rihrare concessione già fatta di una rotta Hbera 'per le stesse navi. Inghilterra potrebbe privare di grano la Olanda, ma Germania mina,cda di affondare bastimenti col carico. È quindi preveduto che Paesi Bassi (sebbene si dica che abbiano scorta grano e farina per un solo mese) resisteranno pressione inglese ~rifiutando alterare dichiarazione di neutralità. In ogni modo Paesi Bas1si si trovano in posizione critica ~che minaccia di ag,grava1re. Intanto hanno diminuito razione pane a trecento grammi. Non 'Si vede quale vantaggio praUco 'Inghilterra si a'spetti dalla sua insistenza poichè nel mare del Nord continuamente vigilato :da navi leggere inglesi, navi mercantili aggiunge ben poco alla loro sicurezza » (1).

(l) Non rinvenuta.

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IL CONSOLE A GEDDA, BERNABEI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

T. 1124/43. Gedda, l aprile 1917 (per. ore 0,45 del 2).

Risposta al telegramma 412 (2).

Ministero degli Affari Esteri alla Mecca, al quale ho comunicato decisione Governo del Re inviare Hedjaz missione musulmana nostre colonie composta rappresentanti Tripolitania, Cirenaica, Eritrea e Somalia Italiana, la cui partenza può essere imminente, mi ha testé telegrafato ~che Governo Reale arabo, lieto apprendere tale notizia, è interamente disposto usare migliori accoglienze alla delegazione italiana qualunque sia data suo arrivo. Missione sarà ospite di

S. M. Hascemita durante la sua permanenza nell'Hedjaz. Ritengo opportuno Missione arrivi qui 'SU R. Nave da guer:ra per darvi maggior importanza. Secondo usanza locale M1ssione deve portare doni. Sarei d'avviso 'Che si o.ffir~ssero allo Sceriffo una vettura automabile di media grandezza accompagnata da chauffeur musulmano per condurla alla Mecca, ed ai figli dello Sceriffo quattro selle europee con altrettante carabine, rivoltelle e cannocchiali di precisione. È indispensabile altresì Miss~one rimetta al Governo arabo una discreta somma per essere distribuita agli Ulema dell'Haram ed ai poveri di Mec,ca e Gedda.

n. -r. 3893, dal ministero della guerra.
(l) -Il tel. venne comunicato al ministero degli esteri il 5 aprile 1917 con dispaccio (2) -Non pubblicato.
628

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

R. 670/132. Pietrogrado, l aprile 1917.

Il deputato lituano Etcas, membro della Duma, secondo i giornali, si è espres1so, a proposito della indtpendenza della Lituania, nei seguenti termini:

• -La notizia della dichiarazione dell'indipendenza della Lituania non mi ha sorpreso. Conoscevo questo progetto fin dall'autunno scorso al tempo del mio viagg.io in America. Avevo da allora delle indicazioni precise sulla decisione della Germania di dichiarare, dopo l'indip·endenza della Polonia quella della Lituania. • -A Washington i rappresentanti della stampa hanno ricevuto la copia di questo progetto e ne attendevano la ,pubblicazione. Si diceva che l'Imperatore GuglieLmo desiderasse collocare sul trono di Lituania 1suo figlio Gioaechino e si aggiungeva •Che la Germania aveva deciso di aggiungere al nuovo regno certe parti della Prussia, •Come Memel, Tilsitt, eec. Questo progetto conteneva tre punti prine1pali: I) la dichiarazione dell'indipendenza della Lituania; II) la formazione d'un Constglio di ,stato; III) la formazione d'un esercito lituano. • -I lituani sanno che i tedeschi hanno fatto dò non per amor loro, ma unieamente sotto la pressione degli avvenimenti militari. Il primo punto di questo programma contradldiee i due seguenti: poichè .se la Lituania è indipendente, spetta ad essa sola decidere le questioni della forma di governo e della formazione dell'esereito. • -Quanto alla situazione attuale della Lituania, si può affermare che è 'tempo di formare di tutte le p['ovincie lituane russe e prussiane un organismo politico indipendente; ma l'ultima parola su questa questione spetta al popolo lituano •.
629

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 431. Roma, 2 aprile 1917, ore 21.

Gli arrivi di earbone in Italia dal l o novembre in poi furono notevolmente inferiori al consumo strettamente neeessario, cosiechè si dovettero consumare

1.200.000 tonnellate, prese dalle scorte, ridotte og•gi a meno di quanto occorre per un mese di •COnSIU!mo.

S'impone quindi la necessità di prevedere anche l'evenienza che gli arrivi dall'Inghilterra non bastino ad approvvigionare >Sufficientemente il nostro Paese. Onde si sono dovute prendere in esame diverse offerte di carbone dall'America, e dal Commissariato per i cavboni si sono portate a compimento le trattative di acquisto di cavbone con una Ditta, che più delle altre pare possa garantire di far fronte ai propri impegni.

Il nostro Commissariato :per i carboni può ancora attendere alcuni giorni, non oltre il 9 aprile, per impegnarsi definiUvamente a tale acquisto. Si tratta di una fornitura per venti mesi, a partire da maggio, di 145.000 tonellate al mese che verrebbero tra,::>portate in parte con navi che ora non viaggiano per conto degli Alleati.

Il vantaggio che tale contratto potrebbe offrire all'Italia, e di conseguenza anche agli Alleati, è evidente. L'approvvigionamento di carbone dall'Inghiltena verrebbe riniforzato di una quota notevole, cosic·chè:

o lo sforzo dell'Inghilterra verrebbe completato, se insufficiente a dare tutto il quantitativo occonrente,

o, se lo sforzo dell'Inghilterra fosse sufficiente, si potrebbe ri-costituire la scorta di cavbone, nella misura che è assolutamente necessaria per aSisicurare un funzionamento .regolare, quantunque ristretto, della vita del Paese nostro.

Sembrerebbe quindi da un lato conveniente non perdere l'occasione di provvedere ai bisogni nostri e passare alla conclusione di tale contratto, lbenchè la somma da paga11si in America sia considerevole (4.100.000 dollari al mese).

Occor•re però evitare che ·codesto Governo avesse a diminui·re lo sforzo suo inteso a provvedere ai nostri bisogni, o si riducesse in qualche modo il tonnellaggio corrispondente, :poiché in tal caso il nostro slforzo per supplire alle deficienze con ·carbone americano, a nulla ci gioverebbe, mentre fa:remuno grave sacrificio di dollari a scapito dei nostri acquisti colà di materiale bel.Uco, e mentre anzi il 1più lungo viag.gio occorrente dall'America COIUiparato a quello dall'Inghilterra verrebbe a ridurre ulteriormente la nostra disponibilità di tonnellaggio.

Conv·iene quindi presentare a •codesto Governo la cosa col dovuto tatto e facendogli presenti le imperiose strette in cui ci dibattiamo nell'interesse stesso di ·condurre innanzi vigorosamente la guerra e di fare il nost1ro dovere verso gli Alleati.

Urge ad ogni modo una decisione. Prego V. E. agire .immediatamente in confo11mità di quanto precede e telegrafarmi dovendo prendere qui una decisione non più tardi del 9 corrente.

630

L'INCARICATO D'AFFARI A BERNA, DURAZZO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 821/22. Bema. 2 aprile 1917, ore 19,10 (per. ore 2,52 del 3).

Si trova da una ,settimana cir·ca in !svizzera e da al·cuni giorni a Berna il Conte Mensdorff, già Ambasciatore di .A:ustl'ia-Ungheria a Londra. Mi consta in via confidenzialissima che egli •cerca di mettersi in contatto con personalità inglesi e che questo Ministro d'•Inghilterra ha chie•sto istruzioni al suo Governo circa l'opportunità d'incontrarsi con Mensdorff o almeno di comunicare con lui per interposta persona. Mensdorff, in una ·conversazione che mi è 1stata riferita, avrebbe confermato la voce ·che mi era .già pervenuta da buona fonte: •che cioè a Vienna, nei circoli del Governo e sopratutto della Corte, si avrebbe ormai la fondata 'certeZIZa che la Germania aveva condotto quasi a buon tel'mine una segreta intesa coll'antico regime russo e ciò ad insaputa dell'Austria-Ungheria, i cui interesrsi sarebbero stati, in rseguito ad eventuale realizzazione dell'intesa medesima, gravemente sacrificati. Mensdorff avrebbe detto in sostanza che dopo un tale trattamento l'Austria-Ungheria era pienamente giustificata nel voler riacquistare una certa libertà d'azione svincolandosi un poco dalla stretta dell'abbraccio teutonico che minacciava di soffocada (1).

631

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1132/99. L'Aja, 2 aprile 1917, ore 7,12 (per. ore 4 del 3).

Riproducendola da giornali tedeschi, questi principali giornali olandesi stampano notizia come questa: • Agitazione in Italia per probabile offensiva austrogermanica contro Italia prende enorme estensione. Popolazione alta Italia è eccitatissima. Turbolenze, stato assedio in varie città.

Giornali italiani sono unanimi nei loro appelli disperati pevché alleati mettano tutte le loro riserve disponibili a disposizione dell'Italia in caso di un attac,CO »,

E sono citate frasi in tal senso del Corriere della Sera, della Tribuna, del Secolo, della Perseveranza.

Nessun giornale italiano essendo giunto qui da un pezzo prego V. E. di pormi in grado di darr smentita a queste voci certamente false e travisate, sparse insidiosamente dai nostri nemici, ma che non possono credere provengano da giornali ,italiani censurati.

632

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1155/237. Pietrogrado, 2 aprile 1917 (per. ore 22 del 4) (2).

Siccome V. E. rlo avrà rilevato dal mio telegramma Gab. n. 155 (3), nuovo regime riserva agli armeni una situazione politica privilegiata che favorirà senza dubbio loro guarentigie nel campo economico nel quale (specialmente nel commercio) potranno far valere liberamente loro tradizionali attitudini. In questa previsione sembrami doVTemmo porci in prima linea nell'aecaparral.'ci le simpatie di quell'operoso elemento destinato a rappresentare in oriente una parte cospicua, e fin da ora intensificare con esso i nostTi contatti. In presenza di quelle nuove prospettive non saprei più esitare a ,pronunziarmi in senso affer

mativo in merito alla domanda in altri teffi!Pi rivoltami da V. E. circa la opportunità di rimettere in attività nostro Consolato a Trebisonda. Quel porto avrà per l'A:rmenia un ·considerevole valore come sbocco delle sue regioni meridionali e di parte delle orientali ed è chiamato a divenire un ·centro commerdale armeno di primaria importanza. Quanto al funzionario cui affidare direzione di quel Consolato, non vi ha dubbio che il nome del Commendatore Gorrini sia il più indicato, non ·solo per la competenza da lui dimostrata e :per la lunga esperienza che possiede del Paese, come è noto altresì per le numerose benemerenze da lui acquisite presso l'elemento aPmeno, anche in occasioni nelle quali era diffi<:~ile, e non senza pe•ricolo, il venire in .suo favore.

Pertanto nel sottoporre a V. E. proposta di ridestinare il Commendatore Gorrini al Consolato di Trebisonda, sono a pregarla di volermi far conoscere se il suo consenso vi sarebbe acquisito. Nel qual caso, prima di far pratiche ufficiali per iii permesso di questo Governo mi informerei in via ufficiosa della probabile risposta. A mio credere, se qualche difficoltà venisse sollevata, essa proverrebbe dall'Autorità Militare locale, ma anche su ciò potrei previamente cerziorarmi.

(l) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con T. gab. n. 478 del 3 aprile 1917. (2) -Il tel., redatto il 2 aprile, fu trasmesso da Pietrogrado il 4 aprile, alle ore 12. (3) -Cfr. n. 603.
633

L'INCARICATO D'AFFARI A BERNA, DURAZZO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 675/181. Berna, 2 aprile 1917.

Nelle ultime sedute della breve sessione del Consiglio Nazionale Svizzero, che ebbe luogo nella seconda quindicina del marzo testè decorso, vennero in discussione argomenti di politica internazionale. Credo interessante di ricompendiare brevemente tali dibattiti, il cui ·svolgimento rispecchia abbastanza fedelmente l'atteggiamento e le varie tendenze dell'opinione pubblica svizzera nell'attuale :momento politico.

Numerose petizioni erano state presentate, da Società e da privati, nel corso dell'anno 1916, al Consiglio Federale o alle Camere, incitanti il Governo ad adoperarsi in ogni modo possibile per affrettare la fine della guerra. Da una parte si domandava che la Svizzera si mettesse alla testa di una Conferenza di Stati neutri, pronta ad offrirsi come mediatrice; dall'altra che la Svizzera contribuisse attivamente, senza ritardo, alla convocazione di una Conferenza per porre le basi di un •sistema internazionale di re:golamento :pacifico dei conflitti. L'immediato e frequente ·Contatto colle sofferenze dei belligeranti, H pericolo che la Confederazione possa esseTe travolta nella conflagrazione, il crescente disagio della vita, i gravi intralci del commercio, la crisi di alcune industrie svizzere, gli oneri finanziarii della mobilitazione, il mal celato e sempre rinascente dissidio tra gli Svizzeri romandi e tedeschi, sono ragioni più che sufficienti perchè il desiderio di pace sia anche in !svizzera sempre più vivo e diffuso. Non lo è però a tal segno che le chimeriche ideologie siano prese in seria considerazione all'infuori delle solite società pacifiste o di alcuni pochi isolati che

18 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VII

trovano uno scarso seguito così nel Parlamento che nel paese. Tra questi è il Deputato Scherrer-Fiillemann, di San Gallo, il quale, prendendo occasione dal rapporto della Commissione parlamentare incaricata di riferire sulle petizioni in parola, non tralasciò l'occasione di abbandonarsi ad una delle sue consuete ed inconcludenti elucubrazioni pacifiste. Dal canto 'suo, il Constwlio Federale, d'accordo colla grande maggioranza della Commissione, riaffermò ancora una volta il suo contegno di prudente riserva e di vigile attesa.

Esso condivide, -dichiarò il Signor Hoffmann -il desiderio di pace, e comprende in questa questione così alta e complessa i suoi doveri verso il Paese e verso l'intera umanità, ma non è ancora giunto il momento, né giungffi"à tinché dura la presente guerra, di parlare di conferenza internazionale che stabilisca le basi, le condizioni, le sanzioni, di una pace durevole; e, quanto a,gli sforzi di mediazione, il Consiglio Federale sa troppo bene che essi rimarrebbero oggi senza risultato e che potrebbero essere interpretati come atti poco amichevoli da alcuni dei belligeranti. Il Consiglio Federale agirà per il meglio al momento opportuno, ma questo momento non potrà essere determinato dal desiderio dei neutri, bensì dalla situazione militare, dell'opinione pubblica degli stati belligeranti e dalle disposizioni dei loro governi.

Nel corso della discussione il deputato di Ginevra, Fazy, notò che vi era contraddizione fra queste dichiarazioni e l'azione del Ministro elvetico a Washington nel noto episodio della controver,sia tedesco-americana IPer la guerra ,sottomarina. Su quest'azione egli chiese spiegazioni, che però H Signor Hoffmann si guardò bene dal dare. È ben noto del resto che il Capo del Dipartimento Politico Svizzero non ama che in seno al Consiglio Nazionale si :parli di politica estera.

Nel rispondere al Deputato ticinese Bossi, che criticò il Governo per avere

aderito all'iniziativa pacifica del Presidente Wilson senza consultare l'Assem

blea Federale, il Signor Hoffmann dichiarò seecamente che una discussione par

lamentare su questioni così delicate non sarebbe stata allora, come non sarebbe

neanche in avvenke, ammis1sibile.

Nella seduta del 30 marzo venne discussa la mozione con la quale il depu

tato socialista Grimm proponeva che l'Assemblea federale, come rappresentante

della più vecchia democrazia d'Europa, inviasse un saluto di felicitazione e di

augurio alla Rivoluzione russa, esprimendo allo stesso tempo la speranza e la

convinzione che la trasformazione democratica della Russia rappresenterebbe

una garanzia per il trionfo finale della pace e di un'intesa di tutti i popoli con

tro la guerra. La maggioranza radicale-governativa votò il rinvio della mozione

alla sessione del prossimo giugno. -Gli avvenimenti di Russia sono qui molto

diversamente giudicati, e finora provocano più che altro un senso di ansiosa

incertezza.

La • più vecchia democrazia di Europa » aborre da qualsiasi idea rivolu

zionaria. È una democrazia bene assestata e consolidata, piena di ponderata

compostezza, aliena così dalle ideologie teoriche, come dalle violenze e dalle

intransigenze degli estremisti di ogni colore. Diffida degli slanci e degli entu

siasmi, così proprii che altrui. Prima di tendere la mano alla nuovssima demo

crazia russa, vuole essere bene orientata, vuole assicurarsi di non essere fraintesa.

• Si possono produrre ancora delle reazioni • -dichiarò uno dei più autorevoli deputati della maggioranza -• delle effusioni di sangue, degli eccessi, che non vorremmo sanzionare colle nostre felicitazioni •.

Alle diverse valutazioni degli avvenimenti di Russia si aggiungono le disparate tendenze e simpatie politiche verso i due gruppi belligeranti. La deputazione 1romanda, per esempio, che nella votazione del rinvio si astenne, avrebbe aderito ben volentieri alla mozione, se col mettere in rapporto gli avvenimenti russi con una più sollecita pace, il socialista GriJmm non vi avesse dato, probabilmente di proposito, un colorito alquanto equivoco dal punto di vista politico internazionale.

Ma la discussione che agitò più insolitamente le acque chete dell'assemblea fedmale, fu quella relativa alle deportazioni beLghe.

La deputazione romanda, prendendo occasione dalle petizioni presentate nello stesso senso dai Cantoni di Ginevra, di Vaud, e di Neuchatel, e corredate da sottoscrizioni di 150 mila cittadini, aveva presentato una proposta invitante il Governo a dar seguito a tali petizioni, rinnovando le sue proteste ed adoperandosi perchè in nome dell'umanità e del diritto internazionale V'enisse posto finalmente un termine alle deportazioni dal Belgio e dai dipartimenti occupati. La maggioranza dell'As,semblea si accordò invece sopra un ordine del giorno, concordato col Governo, che, 1senza dar seguito alle petizioni dei tre Cantoni francesi, approvava il passo fatto a Berlino nel novembre scorso dal Consiglio Federale (telegramma Gab. n. 65 del 22 novembre '16) e si associava al pensiero umanitario cui era is,pirato così tale passo, come le petizioni in discussione.

Il Signor Hoffmann, nel prendere .posizione contro la proposta della minoranza (deputazione della Svizzera francese) insi,stè sul suo • leitmotif • preferito: che l'Assemblea Federale non poteva convertirsi in Areopago internazionale; che ~chi la voleva spingere in tal senso mancava del criterio di misura e di ~propol'zione con cui vanno trattati sempre, ed oggi sopra tutto, i problemi di politica internazionale da chi non vi è direttamente interessato.

Ciò che amaregìgiò principalmente gli animi dei rappresentanti della Svizzera francese, e provocò uno strascico di polemiche agrodolci fu che, con una manovra cui la maggioranza governativa e il Presidente dell'assemblea si prestarono con mal 1celata compiacenza, venne impedito alla minoranza di affermarsi sul suo ordine del giorno, essendo stato questo accoppiato con un ordine del giorno socialista, invitante il Governo a protestare al tempo stes,so contro la situazione fatta dall'Intesa al popolo greco.

Il dissidio tra la Svizzera tedesca e romanda, che pareva sopito, venne da questo episodio parlamentare reso di bel nuovo patente nella sua forma più aspra. È un dis,sidio irrimediabile, e finchè dura la guerra, nessuno ormai si illude di poterlo, nonchè sop1primere, lenire. Ma, come mi diceva il Consigliere federale Signor Motta, • è interesse nostro e di tutti che esso appaia il meno possibile alla superficie. Anche in un organismo sano nel suo complesso, vi sono certi punti sensibili e dolorosi che si risentono al minimo urto, che reagiscono contro la più leg~gera pressione •.

634

L'AGENTE DIPLOMATICO E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 866/172. Cairo, 2 aprile 1917.

Ho l'onore di trasmettere, qui acduso (1), il testo di un discorso pronunciato da Sir William Brunyate, Consigliere giudiziario, nel banchetto, offertogli il 30 Marzo u.s. dall'Ordine degli Avvocati del Tribunale Misto di Alessandria. Su di esso mi permetto atti·rare l'attenzione dell'E. V. perchè Sir William Birunyate si è dilungato sull'Istituzione della Commissione di studio per le l'iforme da introdursi in seguito all'abolizione delle Capitolazioni (di cui mio rapporto del 28 Marzo n. 162) (2) affermando di essere stato autorizzato a parlarne dall'Alto Commissario.

T~attandosi di una riunione di avvocati era naturale che l'oratore si limi-tasse a considerare le riforme unicamente nei riguardi all'ordinamento giudiziario. Egli ha reso omaggio al sistema dei Tribunali Misti di cui • occorrerà tenere seriamente conto in ogni futura organizzazione giudiziaria • ed ha invocato la cooperazione di tutti gli elementi ben disposti e lo stabilimento di relazioni più intime, prive di mutua diffidenza, fra l'Ordine degli Avvocati dei Tribunali mrsti e quello dei Tribunali indigeni.

L'impressione che si trae dal discor,so del Consigliere giudiziario -che può dirsi l'anima delle future riforme -è che questi abbia voluto guadagnarsi le simpatie e la fiducia dei magistrati e degli avvocati dei Tribunali Misti, i quali notoriamente sono avversi per tradizione e per interessi ad ogni mutamento nell'ordinamento ·giudiziario, cercando di allontanare da essi ogni preoccupazione derivante dall'annunzio d'una prossima riorganizzazione. È stata una mossa politica di una certa importanza perchè, se è vero che molti di essi, in previsione di tale riorganizzazione cons~derata come inevitabile, eransi avvicinati negli ultimi tempi al punto di vista britannico, non può negarsi che nel campo giudiziario e fra .gli stranieri in genere i quali nell'antico sistema scorgevano la principale garanzia per una retta amministrazione della giustizia, sussistono timori che non saprei dire se le parole di Sir William Brunyate siano riuscite a dissipa,re.

Degno di nota è l'accenno ai signori Laoé, giudice francese alla Corte di Appello d'Alessandria, e Piola Caselli, nostro connazionale, stimatissimo Consigliere Sultaniale al Mini,stero dell'Interno, designati quali membri della Commissione in parola ai quali ha voluto però togliere eSipressamente ogni • carattere nazionale o rappresentativo •. Tale riserva non deve meravigliare trattandosi di una .commissione di studi riunita dal Governo anglo-egiziano all'infuori di ogni influenza politica di terze Potenze. Anz.i, fino ad un certo punto deve convenire a noi che il contributo che a quei lavori a,pporterà il Piola Caselli appaia come frutto dei suoi convincimenti e della sua inldipendente imparzialità piuttosto che quale portavoce di interessi o di asprrazioni nazionali.

(2} Cfr. n. 605.

Il Commendatore Piola Caselli potrà esserci, ne ,sono persuaso, di grande utilità data la meritata ~considerazione in cui è tenuto in queste sfere ufficiali e la sincerità dei suoi sentimenti di italiano. Sa,rehbe quindi opportuno (mi ri

,sulta infatti ehe egli gradisce non poco siffatte manifestazioni) ~che io fossi autorizzato a manifestargli il compiacimento del R. Ministero per la sua nomina a far parte di una Commissione nella quale sono chiamati soltanto due stranieri (l).

(l) Non si pubblica.

635

L'AMBASCIATORE DI RUSSIA A ROMA, GIERS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

N. 507. Roma, 2 aprile 1917.

J'ai l'honneur de transmettre ci-joint à V. E. copie de l'appel du Gouvernement Provisoire de Russie adressé à la nation ;polonaise.

En promulguant cet appel, le Gouvernement Russe s'est inspiré des pdncipes de libération qui guident l'action solidaire des Puissances Alliées dans leur lutte commune ,contre la coalition allemande.

ALLEGATO

APPELLO DEL GOVERNO PROVVISORIO DI RUSSIA AI POLACCHI

• Polanais! L'ancien régime russe, cause de notre servage commun et de notre désunion, vient d'ètre renversé à jamai,s. Far son GouveTnement Provisoire, investi de la plénitude du pouvoir, Ja Russie Iibérée s'empresse de Vous adresser son salut fraterne! et Vous appel~e à une nouvelle et libre existenoe. L'ancien régime vous a donné des promesses h:Yipocrites qu'il pouvait, mais qu'il n'a jamais voulu exécuter. Les puissances centrales profitèrent des fautes de l'ancien régime pour occuper et dévaster votre pays. C'est uniquement dans ,le but de la lutte contre la Russie et ses alliés qu'elles vous ont concédé des droits politiques iUusoires, qu'elles n'étendirent pas sur tout [e peuple polonais, mais sur la seule partie de la Pologne occupée temporairement par le~s ennemi,s. EHes voulaient acheter à ce prix le sang d'un peuple qui n'a jamais lutté pour le maintien du despotisme. A cette heure non plus l'armée polonaise n'ira se battre sous le commandement de son ennemi séculaire contre la cause de la liberté et pour le démembrement de sa patrie. Frères polonai,s, pour vous aussi l'heure des grandes dédsions a sonné. La Russie libre vous appel!Ie dans les rangs des combattants pour ~a li!berté des peuples. Le peuple russe qui a secoué le joug du despotisme reconnait ég,alement la plénitude des droits du peuple frat,ernel polonais de recréer son SOTt sellon sa volonté. Le Gouvernement Provisoire, fidèle aux accords avec ses ABiés, fidèle aussi aux principes communs de la lutte contre le gel"manisme militant, estime que la oréation d'un E,tat Polonai's indépendant, consl!itué de toutes les régions habitées en majorité par la popuiation polonaise, présentera à l'1avenir un gage ISur d'une paix solide dans la nouvelle Europe. Attaché à la Russie par une Iibre union militaire, l'Etat polonais offrira un rempart puissant contre les courants agressifs des puissances centraJes menaçant !es nations slaves. Le peuple polonais réuni déterminera lui-mème son régime politique, en exprimant sa volonté par l'Assemblée Constituante qui sera convoquée dans Ia capitale de la Pologne su:r la base du suffrage un:iverseil. La Russie a foi que les peuples unis à 'la Pologne par des siècles entiers d'une vie

n. -19842.

commune obtiendront ainsi une garantie solide de leur existance civique et nationaie. Il appartiendra à l'Assemblée Constituante russe de consolider définitivement la nouvelle union fraternelle et de donner son consentement aux modifications du territoire de l'Etat russe indispensables pour la constitution de la Pologne libre fovmée de toutes ses trois parties actue1lement désunies. Acceptez donc, F~rères polonais, 1la main 1iraternelle que vous tend 'la Russie ilibre. Gardiens fidèles des grandes traditions du passé, levez-vous maintenant pour saluer la nouvelle aurore de votre histoire, l'heure de la résurrection de la Pologne. Puisse l'union de nos sentiments et de nos ooeurs anticiper la future alliance de no·s Etats; puisse l'ancien appel des messagers de notre libération retentir avec une force nouvelle et irrésistible. En avant pour J.a ·lutte cote à cote, ma1n en malin, pour notre liberté.

(l) -Questo rapporto fu comunicato da De Martino a Londra il 19 maggio con la nota
636

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

T. GAB. 824/85. Washington, ... aprile 1917 (per. ore 14,05 del 8).

In questi cir.coli governativi si va facendo strada il convincimento che la · rottura con l'Austria sia inevitabile. La partenza di Penfield, checchè ne dica il comunicato della Ballplatz, prelude a questo fatto.

637

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 479. Roma, 3 aprile 1917, ore 15.

(Meno Pietrogrado) Ho telegrafato al R. Ambasciatore a Pietrogrado quan

to segue:

(Per tutti) Barrère mi comunicava la risposta che Ribot intenderebbe fare

alla Nota di Miliukoff sulla Polonia, e che proporrebbe fosse identica per parte

degli Alleati.

Ho risposto che accettato che le tre risposte fossero identicamente formu

late; proponevo di aggiungere al testo di Ribot l o le parole • et à ·l'unité • dopo

quelle • d'a,IJ~Peler la Pologne à l'indépendance •; e 2° -le parole • dans son

intégrité • dopo quelle • dans la pensée de faire revivre la Pologne •.

Il testo intero dopo il riferimento alla comunicazione russa sarebbe il se

guente:

• Le Gouvernement Italien partage les sentiments qui ont inspiré au Gouvernement provi.soire la volonté d'appeler la Pologne à l'indépendance et à l'unité.

Le Royaume d'Italie voit dans la décision de la Russie le triomphe des pdncipes de Uberté qui •sont ceux de l'Italie et qui font la force des nations alliées d'ans la lutte qu'elles ·IJDUrsuivent contre la coalition germanique.

Le Gouvernement Royal italien est heureux d'ad'resser au Gouvernement provisoire ses hautes et cordiales félicitations.

L'Italie se sent solidaire avec la Russie dans la pensée de faire revivre la Pologne dans son intégrité. Elle sera heureuse d'y travailler avec elle » (1). Prego V. E. accordarsi coi suoi colleghi di Francia e d'Inghilterra in conformità di quanto precede per presentare possibilmente tre note identiche (2).

638

IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

T. 1148/66 Cristiania, 3 aprile 1917, ore 19,20 (per. ore 13,40 del 4).

Stamane questo Ministro degli Affari Esteri mi ha detto che sabato 31 locale Incaricato d'Affari austro-ungarico si è recato da Jui a dargli anticipata comunicazione della recente offerta di pace del suo Governo. Conte Hoyos si adopera enfaticamente a rappresentare spirito conciliativo delle dichiarazioni del Conte Czernin ed in ;risposta ad analogo rilievo manifestò che esse non contenevano le condizioni di pace essendo i!lljpossibile enumerarle tutte ed implicando questioni numerose e com:ples,se. Ministro Affari Esteri mi ha aggiunto risultare soprattutto evidente dal passo austriaco ·che la Duplice Monarchia è vivamente ansiosa di provocare fine della guerra. Il che Incaricato d'Affari Austro-Ungarico gli ha fatto ben comprendere. Lo stesso concetto è apertamente enunciato nei commenti della stampa la quale ad unanimità ravvisa anche nella mossa delle Potenze CentraU un tentativo di influire a tal fine sulle :prètese correnti pacifiste in Russia e sull'atteggiamento esitante degli Stati Uniti nella imminenza della decisione del Congresso americano circa la guerra o la pace; questi giornali e l'opinione pubblica sono d'accordo nel considerare il fatto come segno della situazione precaria ·dei nostri nemici e non nutrono dubbio che il nuovo tentativo di questi di sfuggire al fato che li minaccia non avrà miglior esito e diverso trattamento del primo da parte degli Alleati (3).

639

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 836/148. Londra, 3 aprile 1917, ore 22,22 (per. ore 13,40 del 4).

Discorrendo oggi privatamente con Hardinge, gli manifestavo la mia :personale impressione che l'entrata in guerra dell'AmNica se è oggi indubbiamente vantaggiosa dal .punto di vista dell'effetto morale degli aiuti morali, finanziari ed economici, potrebbe per ovvie considerazioni politiche cagionare imbarazzi agli Alleati al momento della pace qualora il Presidente non modifichi le vedute già manifestate in occasione delle offerte tedesche. In queste mie osservazioni il Segretario di Stato mi diceva di concordare pienamente.

(l) -Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., pp. 113-114. (2) -Cfr. n. 612. (3) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con T. 433 del 4 aprile.
640

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1581/375. Londra, 3 aprile 1917.

A seguito del mio telegramma in data del 30 marzo scorso N. 1539/142 (1), ho l'onore di trasmettere qui allegato in co,pia all'E. V. il memorandum fattomi pervenire dal Foreign Office circa il punto di vista del Governo Britannico in riguardo all'entrata in guerra della Cina.

ALLEGATO MEMORANDUM

Londra, 28 marzo 1917.

In a memorandum communioated on the 5th instant to the Italian Embassy, the views of this Majesty's Government regarding the entry of China into the war were explained.

As the Halian Government are doubtless aware, the Chinese Government, having severed relations with Germany, made certain direct proposals to the Allied Ministers at Peking in return for a further development of their action.

These proposa•ls were (i) the consent of the AJllied Powers to the suspension for ten years of the payment of the Boxer indemnity due to them, with the ex,emption of interest on the amount of the deferred payment: (ii) an immediate increase of fifty percent on the present amount of import duties to be followed by the revision of the tariff to seven and a half per cent ad valorem when the tariff will be raised to twelve and a haU per cent as provided for in the supplementary Commerciai Treaty of 1902 (iii) the removal of the restrictions imposed by the protocol of 1900 on the stationing of Chinese troops within twenty li of Tientsin and the withdrawal of the foreign contingents guarding the Legations as well as those stationed along the railways.

In retuvn the Chinese Government offered to undertake towards the Allied Powers the supply of primary materiaLs and assistance in respect of labour.

ln the opinion of His Majesty's Govevnment the aotion thus proposed by the Chinese Government is quite incommensurate with the demands which they bave made, but there is no reason to suppose that both are not capable of ultimate adjustment.

His Majesty's Government are prepared as a minimum concession to make the five per 'cent duties effective: to relieve China from the payment of the Boxer indemnity until the end of the war and to anow Chinese troops to go within twenty li of Tientsin for the purpose of controlling the German population in that district. But they are equally prepared to leave to the Representatives of the Powers at Peking some margin for bargaining, in case China does not consider the benefits offered her sufficient inducement to proceed to further action.

On the other hand His Majesty's Government ho1d that such further action must necessarily involve a declaration of war by China, not only against Germany, but against Austria-Hungary, and must include the expulsion or internment of aU enemy subjects in China, Officials in Chinese service, raHway Staffs, bankers, merchants, manufacturers, missionaries and priva,te individuals, the liquidation of enemy Concessions, and the sequestration of aLI enemy property.

The negotiations are in the hands of the Allied Ministers at Peking and His

Majesty'•s Government are anxious that they should be ,left fuH discretion in their

endeavours to arrive at an agreement with the Chinese Government.

(l) Non pubblicato.

641

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 480. Roma, 4 aprile 1917, ore 20.

In relazione alle liberali dichiarazioni del P>residente Wilson occorre che

V. E. faccia prontamente fervidi offici presso codesto Governo per ottenere in via diretta o dalle Banche una apertura di ·credito per almeno duecento milioni di dollari per i pagamenti da farsi dall'Italia negli Stati Uniti.

L'operazione dovrebbe essere garantita da buoni del Tesoro italiano pagabili in dollari e con scadenze OPIPOrtunamente rateate da almeno sei mesi dopo conclusione della pace. Faccia valere ·che un efficace aiuto all'Italia durante la guerra sarebbe dato in condizioni di sicurezza e buon reddito, e che faciliterebbe all'Unione nord-Americana un favorevole smaltimento dei ,suoi prodotti in Italia anche dopo la guerra.

Attendo al più presto informazioni telegrafiche.

642

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO CARLOTTI

T. GAB. 487. Roma, 4 aprile 1917, ore 21.

Giers mi ha riferito che Miliukoff era convinto che convenisse in questo momento tentare di entrare in rapporti coi bulgari, facendo buon gioco, quando si inducessero ad abbandonare gli Imperi Centrali, e meglio ancora quando si portassero fino al punto di voltarsi contro di loro e di partecipare per l'Intesa. Perciò aveva dato istruzioni a Masckoff, (anUco dragomanno a Costantinopoli) a Berna, di prendere contatto coi bulgari se qualcuno di essi mostrasse di voler trattare.

Miliukoff aveva esposto questo suo modo di vedere a Buchanan ed a Paléologue aveva trovato il primo COffiiPletamente consenziente, il secondo invece aveva detto che qualunque ·concessione ai bulgari sarebbe una cattiva hnJP['essione in Francia, andando contro a tutto il programma dell'impresa di Salonicco.

Ho risposto che ero >sempre stato, fino da prima della rottura con la Bulgaria, del parere che occorreva ·considerare la questione ,d'al punto di vista realistico ed obbiettivo, e non lasciartsi animare dai soli rancori e dispetti, che non credevo purtroppo possibile ·che la Bulgaria giungesse fino a rivoltarsi contro gli Imperi Centrali e poco probabile anche che potesse semplicemente abbandonarli e che occorreva .procedere con molta (Pil'Udenza e diffidenza. Finora Rizoff aveva accennato soltanto a voler fare una .pace separata ·con la Rus,sia per conto della Germania.

Ad ogni modo se Miliukoff aveva in mano tanto da fare un tentativo .serio, io non avevo akuna obiezione da muovere; solo occorreva che la cosa fos·se risolta, presto e senza strascichi, profittando del momento psicologico derivante dalla impressione morale che avrebbe indubbiamente prodotto in Bulgaria come altrove l'entrata in guerra degli Stati Uniti contro la Germania (1).

643

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 845/69. Parigi, 4 aprile 1917, ore 20,40 (per. ore 23,20).

Mio telegramma N. 68 (2).

BaiT'ère è stato incaricato di comunicare a V. E. la designazione del Generale Foch a venire in Italia per conferire col Generale Cadorna. Barrère darà pure l'assicurazione che il Governo francese è benissimo disposto. Probabilmente il Generale Foch partirà domani.

644

IL CAPO DEL SERVIZIO INFORMAZIONI DEL COMANDO SUPREMO, GARRUCCIO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

N. RR. 2940/S. Roma, 4 aprile 1917.

A seguito del foglio N. 2871 del 2 aprile corr. (3) comunico di avere richiamata l'attenzione del R. Ministero dell'Interno sull'annunzio N. 3387 inserito nella quarta pagina del giornale n Resto del Carlino del 30 marzo u. s. che •contiene inopportune indicazioni intorno alla dislocazione di unità di artiglieria al fronte. Ne ho tratto motivo per rappresentare nuovamente la necessità che sia raccomandata ai censori la massima oculatezza nella revisione degli avvisi di quarta pagina dei giornali, in attesa di radicali provvedimenti atti ad eliminarne la pel'sistente insidia.

645

IL MINISTRO DELLA GUERRA, MORRONE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

N. RR. u. 3576/G. Roma, 4 aprile 1917.

Ringrazio V. E. della comunicazione fattami col telegramma sopradistinto e mi affretto a parteciparLe che condivido pienamente il Suo apprezzamento.

Fin dai primi mesi della nostra guerra, questo Ministero ebbe ripetutamente a prospettare a quello dell'Interno, con dati accertati, l'impiego delle is.crizioni sui giornali quale mezzo di corrispondenza, da parte degli agenti dello spionaggio avversario e, con lettera in data 3 novembre 1916, confermava ancora la necessità di addivenire ai due urgenti pii'ovvedimenti:

a) abolizione delle inserzioni nelle edizioni dei giornali destinate all'estero;

b) censura sulle inserzioni nelle edizioni dei giornali destinate all'interno. Recentemente -il 16 marzo scorso -riferendomi alle disposizioni emanate in Francia dal Ministro L.yautey circa lo s•tesso argomento, interessai ancora

S. E. il Ministro dell'Interno alla sollecita soluzione della questione da me proErpettata.

Ricevendo la partecipazione di V. E., alla quale rispondo, ho di nuovo confermato a S. E. il Ministro dell'Interno il mio parere e ne ho anche informato

S. E. il Presidente del Consiglio.

Prego ancora V. E. concedevmi il Suo autorevole intervento per ottenere il desiderato provvedimento, così importante per la efficace tutela della difesa nazionale.

(l) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., pp. 114-115. (2) -T. gab. 68 da Parigi del 3 aprile che non si pubblica: Salvago c ha insistito con Cambon perchè generale Francese parta al più presto per l'Italia •. (3) -Non pubblicato.
646

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. RR. 1305/434. Parigi, 4 aprile 191 7.

Col corriere di oggi mi è pervenuta la copia del telegramma diretto a codesto R. Ministero dal R. Ambasciatore a Londra il 30 Marzo u.s. n. 139 (1).

È vero che il Signor Berthelot ha lasciato il posto di Capo Gabinetto del Ministro, che è stato sostituito dal Signor Hermite, che il Signor Jules Cambon ha acquistato maggiore autorità al Ministero degli Esteri e ~che forse potrà presto arppadre giustificata la frase del Signor Hal1dinge che • il vero Ministro degli Affari Esteri sia lui •.

Conosco ancora troppo 1poco il Cambon, che avevo soltanto incontrato prima d'ora, per esprimere un giudizio sicuro; ma confesso che non divido la speranza alla quale accenna il Marchese Imperiali per l'ulteriore svolgimento delle trattative circa l'Asia Minore. Il Signor Cambon è uomo molto al corrente degli Affari, intelligente, di piacevole conversazione, ma non credo nutra in generale sentimenti diversi a quelli che hanno per noi i funzionari francesi. Della questione dell'Asia Minore non ebbi mai a parlare diffusamente con lui, ma dai vari accenni che me ne fece mi è .stato facile comi)rendere come egli consideri le nostre domande • assolutamente esagerate • e non mi pare persona

facile ad esaminare a fondo una questione quando vi sia il pericolo di doversi ricredere.

Queste trattative troveranno coll'attuale l'VIinistro difficoltà notevoli, giacchè Ribot personalmente si occuperà poco della questione che resterà affidata agli uffici del Ministero, i quali sono assolutamente contrari ad ogni transazione e ciò è assai spiegabile giacchè la sola considerazione che :può consigliare alla Francia di rinunciare ad una parte, sia pur piccola, di quanto le fu assegnato dall'accordo con l'Inghilterra e la Russia, sarebbe quella della convenienza sua di mantenersi amica dell'Italia, anche dopo la guevra.

Tale concetto può aP!parire evidente ad un Ministro degli Affari Esteri ed indurlo a fare oggi un sacrifizio per averne un compenso domani, ma non potrà mai induvre un funzionario subalterno a consigliare una transazione con chi non ha nulla da dare in cambio e da minacciare in caso di rifiuto. Questo è -a quanto io credo -lo stato della questione e mi pare che sarebbe conveniente sapere se il R. Governo •considera le sue richieste come definitive o intende eventualmente fare qualche concessione. In questo ultimo caso bisognerebbe sapere quali.

Colgo l'occasione per esprimere anche il desiderio di avere alcuni dati sul valore, dati statistici etc. sui vari distretti che possono venire in discussione ed anche sui territori assegnati alle altre Potenze onde avere qualche argomento pratico :per avvalorare l'affe11mazione che quanto chiediamo noi non è più di quanto •resterebbe agli altri. Questi dati non esistono all'Ambasciata, non è facile il riunirli ed anche facendolo accadrebbe che fra le varie Amba,sciate ed il R. Ministero si avrebbero dati divers•i e non sarebbe facile l'intendersi.

Forse della sorte attuale delle trattative si potrebbe profittare per mettere bene in chiaro questi punti onde evitare malintesi e pevdite di tempo nelle trattative.

L'E. V. vedrà se e in quale misura sia il caso di tener conto di queste osservazioni.

(l) Cfr. n. 617.

647

IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 427/117. Cristiania, 4 aprile 1917.

Con il telegramma n. 66 di ieri (l) ho :succintamente riferito le impressioni e i ·commenti provocati qui dalla recente offerta di pace diretta dal Conte Czernin agli Alleati nella peculiare forma di • un'intervista accordata al redattore-capo del Fremdenblatt •. Non è sfuggito aLla opinione pubblica ed alla stampa norvegesi ·che il .passo del Ministro austro-ungarico rappresenta principalmente un nuovo maneggio dei nostri nemici, tendenti a sd:ruttare la pre8€nte situazione in Russia ed agli Stati Uniti.

Là, con la speranza di ecdtare le correnti [pacifiste dei circoli operai ed

anarcoidi, qui per influire sullo atteggiamento ritenuto esitante del Congresso

in merito alla dichiarazione di guerra alla Germania. Al tempo stesso però

tutti qui sembrano concordi che il nuovo tentativo di pace che ha avuto la

completa adesione del Governo tedesco, rimarrà senza alcun risultato e non

avrà servito che a maggiormente generalizzare la convenzione dell'ansietà feb

brile dei nostri nemici, di porre al più presto fine alla guerra.

Di questa verità ha avuto modo di persuadersi ancora meglio il Ministro norvegese degli Affari Esteri, come egli stesso me lo ha fatto comprendere spontaneamente, ragguagliandomi del passo compiuto presso di lui dall'Incaricato d'affari d'Austria-Ungheria in conformità delle istruzioni del suo Governo. Il che appunto mi sembrò sopratutto meritevole di sollecito riferimento.

Sino ad ora questo pubblico ignora l'iniziativa affidata ai rappresentanti diplomatici austro-ungarici all'estero, che ha dato in certo modo carattere ufficiale alla, singolare nella forma, offerta del conte Czernin.

(l) Cfr. n. 638.

648

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 492/100. L'Aja, 4 aprile 1917.

Ho l'onore di trasmettere all'E. V. qui unito copia di un Pro-Memoria (l) che con questo mio Collega di Francia ho rimesso ieri a questo Ministro degli Affari Esteri per protestare contro la parzialità di cui ha dato prova il Governo Olandese processando e facendo condannare il redattore in capo del giornale il Telegraaf per una frase offensiva contro gli Imperi Centrali contenuta in quel giornale, mentre non è stato proceduto contro il Ni.euwe Rotterdamsche Courant e tanti altri giornali germanofiH, malgrado le grossolane ingiurie da quei ,giornali lanciate all'indirizzo delle Potenze alleate e segnatamente contro l'Ualia al momento della nostra entrata in guerra.

Non mancai, ·come era mio dovere, di segnalare a suo tempo il linguaggio sconveniente di tali .giornali a questo Ministero degli Affari Esteri, ma in risposta alLe mie enevgiche proteste il Signor Loudon .si limitò ad esprimermi il 1SUO vivo rincrescimento per questa intemperanza della .stampa, .che egli deplorava, dicendomi che la .sola cosa che avrebbe potuto fare e ·che farebbe sarebbe di far richiamare il redattore capo del giornale in questione per invitarlo a non più permettere che nel suo g·iornale venisse tenuto un simile linguaggio. Ma non è stato proceduto ·contro tali giornali, ciò che del resto io non avevo chiesto, non volendo in ciò seguire l'esempio di questa Legazione di Germania e di Austria-Ungheria e d'altronde non potendolo fare senza l'autorizzazione di V.E.

Ma appunto a ·causa di questi precedenti ho stimato ·che non potevo lasciare passare questa occasione senza protestare e ciò tanto più che il Telegraaf ed

altri giornali ricordarono in questa circostanza le ingiurie lanciate da vari giornali tedescofili contro l'Italia, facendo notare che il linguaggio usato a nostro riguardo era stato molto più ingiurioso di quello che aveva provocato la condanna del redattore del Telegraaf. Non volendo, d'altra parte, dare a tale protesta la portata di un passo collettivo di tutti i Ministri dell'Intesa, la feci con il solo Ministro di Francia, il quale più degli altri miei Colleghi aveva risentito le ingiurie lanciate dalla stampa germanofila contro il suo paese e contro l'Italia

Nel pro-memoria qui unito (l) sono messe specialmente in rilievo le considerazioni veramente troppo parziali contenute nella ifequisitoria del Procuratore Generale della Regina.

Questo Magistrato si è .servito nella sua requisitoria di frasi come queste:

• -Il militarismo lo 'si trova ovunque e non soltanto in Germania •; e più tardi: • -È provato ·che le spese di guerra che l'Intesa ha fatto prima della guena sorpassavano quelle della Germania • ed ancora, parlando delle cause della guerra, che a suo avviso il Redattore del Telegraaf ha avuto il torto di attribuire agli Imperi Centrali, quel Magistrato così si esprime: • Uomini rinomati sono meno categorici nelle loro affermazioni. Un uomo come Wilson dichiarò non sapere ancora perchè e con quale scopo era scoppiata la guerra •.

E dopo di aver citato alcuni brani della requisitoria del Procuratore Generale, abbiamo nel nostro Pro-Memoria citato, a guisa di esempio, due brani di articoli del Nieuwe Rotte1·damsche Conmnt molto ingiuriosi verso l'Italia, per dimostrare ·che le frasi citate erano molto più violente di quelle che hanno motivato il procedimento contro il Telegraaf. E concludendo il nostro Pro-Memoria abbiamo domandato a questo Ministro degli Affari E'steri se nel processare il Telegraaf e non gli altri giornali che avevano attaccato Potenze della Intesa, le Autorità Olandesi avevano osservato i principi di una stretta neutralità e lo abbiamo invitato a dirci quali misure il Governo Olandese contava prendere a tale :riguardo, e quali sanzioni egli stimava comportare il linguaggio tenuto verso le Potenze dell'Intesa dal Procuratore Generale della Regina.

Il Si,gnor Loudon nel ricevere il nostro Pro-Memoria riconobbe, tanto la sconvenienza e la pa,rzialità del linguaggio del Procuratore Generale, quanto la violenza delle parole citategli del Nienwe Rotterdamsche Courant, ch'egli trovò infatti più forti delle parole pronunciate dal Telegmaf; e ci promise di intrattenere i suoi Colleghi del Gabinetto dell'oggetto del nostro Pro-Memoria.

(l) Non si pubblica.

649

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. 493. Roma, 5 aprile 1917, ore 13.

Ambasc,iatore di Francia conferma che probabilmente Generale Foch parte questa sera da Parigi per recarsi al nostro fronte.

650.

IL MINI8TRO DEGLI E8TERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. 494. Roma, 5 aprile 1917, ore 17.

Telegramma di V. E. n. 6411 (1).

Se sicurezza nostre trUippe lo esige imperiosamente non mi oppongo ulteriore provvisoria occUipazione sino alla riva destra del fiume Calamas; ma escludo assolutamente qualsiasi ulteriore occupazione oltre quel fiume.

(l) Non pubblicato.

651

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 4.90. Roma, 5 aprile 1917, ore 18.

(Meno Pietrogrado) R. Ambasciatore a Pietrogrado telegrafa quanto segue:

• Ho motivo di credere che la Russia domanderà al Governo inglese che un ll"appresentante ·consolare entri a Gerusalemme insieme con le truppe britanniche. Permettomi segnalare opportunità ehe R. Governo faccia altrettanto. È presumibile ·eh e Russia designi rappresentante consolare al Cairo •.

(Solo Pietrogrado) Nel comunicare a Londra telegramma di V. E. n. 165 ho telegrafato quanto segue:

(Solo Parigi) Ho telegrafato a Londra quanto segue:

(Per tutti) Prego V. E. fare analoga richiesta per parte nostra e sollecitare

risposta ·circa nostra domanda perchè bandiera italiana sia rappresentata con un repa•rto di nostre truppe nelle operazioni della Palestina e nell'eventuale ingresso in Gerusalemme.

652

L'AMBASCIATORE DI FRANCIA A ROMA, BARRÈRE, AL MINI8TRO DEGLI ESTERI, SONNINO

NOTA VERBALE. Roma, 5 aprile 1917.

Les représentants des 7 gouvernements alliés, comme mesure de réciprocité pour la rupture effective et ·complète du .gouvernement ·chinois aves les empires centraux sont d'accord pour recommander à leurs gouvernements les concessions •suivantes:

l. -,suspendire les :paiements des indemnités de 1901 moyennant remboursement avec intéret, soit antérieurement à la fin de la guerre, ·sur les fonds

de l'emprunt à conclure par le gouvernement chinois avec le concours des puissances alliées, soit à la fin de la guerre;

2. --en ce qui concerne les droits de douane maritime (suppression) 5 % effectif moyen; 3. --abolition du droit d'exportation sur le coton brut.

Comme mesures provisoires augmentation de 30 % des d'roits de douane maritime tels qu'ils sont perçus actuellement.

4. --Bons offices auprès des Etats neutres pour obtenir en faveur de la Chine Ies memes concessions de leur part non seulement en ce qui concerne les droits de douane, mais aussi ·pour la sus,pension des indemnité:s. 5. --autorisation pour les Chinois avec ~l'agrément de chacun des commandants des troupes alliées d'exercer dans la zone des protégés autour de Tientsin la surveillance des sujets ennemis.

Rupture effective et complète comporterait:

l. -Déclaration de guerre;

2. --Abrogation des traités sino-allemandls et sino-autrichiens en ce qui concerne les tarifs douaniers et les indemnités de 1901. 3. --Internement ou expulsion des sujets ennemis; 4. --Liquidation d'accord avec !es alliés des concessions allemandes et autrichiennes; 5. --Mise sous séquestres des maisons allemandes; 6. --Réquisition de bateaux ennemis à la disposition des alliés contre frais de cession ou d'a:ffrétement; 7. --Règlement des difficultés pendantes avec chacune des puissances alliées.

(l) Non pubblicato.

653

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 499. Roma, 6 aprile 1917, ore 14.

Agenzia Stefani riceve seguente telegramma dall'Havas:

• Washington -Vengono attivamente prese misure preparatorie per la costituzione di una Commissione militare e finanziaria anglo-franco-americana che siederà probabilmente a Washington.

Le autorità americane riconoscono l'eSPerienza inapprezzabile acquistata dagli alleati durante trenta mesi di guerra e sono completamente disposte a seguire i loro consigli per la condotta effettiva della guerra ».

(Meno Washington) Ho telegrafato al R. Ambasciatore a Washington quanto segue:

(Per tutti) Se la informazione è esatta, agisca con ogni energia perchè nella commis,sione sia compresa l'Italia, che in questa come in analoghe circostanze non deve essere ~arte secondaria nè tanto meno dimenticata fra gli alleati.

(Meno Washington) Prego V. E. agire opportunamente in conformità di quanto precede.

654

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 502. Roma, 6 aprile 1917, ore 20,30.

Ministero Tesoro informami che martedì 10 corrente giungeranno a Modane ore 10,25 due bagagliai complessivamente peso circa otto tonnellate contenenti fondo oro per nota destinazione, contrassegnati ,come carico militare, scortati da tre impiegati Banca Italia, capo scorta Harry Mac-Ecan.

Prego V. E. far subito preavvisare Direttore dogane francesi per libero transito carico e ottenere che bagagliai siano inoltrati da Modane con diretto ore 14,28.

Uno dei due bagagliai intercomunicanti porterà numero 86492.

655

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 857/154. Londra, 6 aprile 1917, ore 15,24 (per. ore 1,30 del 7).

Telegramma di V. E. n. 487 (1).

Delle vedute di MiHukoff circa la Bulgaria questo Governo ha avuto notizia da Buchanan. A .quanto mi diceva ieri Graham qui si condiv~de in massima il parere di V. E. circa la convenienza di non sbarrare la porta per eventuali trattative pur procedendo con cautela.

656

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 858/155. Londra, 6 aprile 1917, ore 15,24 (per. ore 1,50 del 7).

In risposta ad analoga mia domanda, Graham pur escludendo la probabilità di adesione degli Stati Uniti al patto di Londra, esprimeva l'avviso che ad un qualche accordo converrà pure addivenire per concretare e coordinare le modalità del 'concorso militare ed economico degli Stati Uniti.

(l) Cfr. n. 642.

657

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 858/153. Londra, 6 aprile 1917, ore 15,24 (per. ore 2,30 del 7).

In relazione ad inter·rogazione di avantieri alla Camera chiedevo ieri a Graham .se all'infuori delle voci dei giornali avevano qui info11mazioni concrete ed attendibili cilrca le vedute attribuite al nuovo Governo russo nel senso di rinunziare a Costantinopoli.

Replicava Segretario Generale avere bensì Kerensky una sola volta accennato te!llipo fa alla questione in conversazioni con Buchanan nel senso suindicato ma non essere di poi più tornato sull'argomento. Sul quale, ricordando enfatiche pubbliche dichiarazioni qui fatte estate scorsa da Miliukoff vi sarebbe luogo a supporre esistano serie divevgenze fra Ministro degli Affari Esteri e suo collega Giustizia.

658

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 877/158. Londra, 6 aprile 1917, ore 22,40 (per. ore 12,10 del 7).

Avantieri è partito per Parigi, Roma ed Egitto il Tenente Colonnello Sir Mark Sykes, deputato unionlsta, finora uno dei Segretari del Gabinetto di Guerra, incaricato di tutte le questioni turco-arabe (Palestina, Hedjaz, ecc.) sulle quali ha specialissima ·competenza. Non ho potuto sapere se Sykes si tratterrà a Roma e 'Se ha avuto un qualsiasi incarico per gli affari ,che ~ecialmente ci concernono. Qualora la sua ,presenza a Roma fosse segnalata a V. E. pel tramite regolare di Rodd riterrei oltremodo desiderabile che egli potesse, se !POSsibile, ·conferire o direttamente ·con Lei o con persona di sua fiducia. Per informazione esclusiva di V. E. aggiungo ·che Sykes è minutamente al corrente per quanto riguarda la questione dell'Asia Minore. Egli partecipò ai negoziati con la FranCiia e la Russia ed avrei motivo di credere che se Grey .fosse rimasto al potere egli avrebbe parteciJpato anche al nostro, dal quale sembra sia stato escluso per gelosie e suscettibilità interne del Foreign Office. Sykes con cui sono, da Costantinopoli, in cordiali relazioni si mostrò sempre favorevoliJSsimo alla attl'ibuzione a noi di Smirne. Più volte mi disse aveva un ~progetto che avrebbe potuto facilitare accordo, ma non entrò in particolari. Egli è però molto amico di Balfour. Il quale non mi ha ancora fatto avere la nota lettera responsiva. A rinnovate pressanti mie insistenze Drummond replicava martedì scorso che il Segretario di Stato, ottenute le informazioni chieste ha avocato a sé tutta la pratica significando l'intenzione di occuparsene da solo. Io ad ogni buon fine ripetei a Drummond se Balfour si limita a confutare gli argomenti del mio promemoria non avremmo fatto un soio passo !per uscire da questa sgraditi<ssima situazione dalla quale diviene sempre più imperativo prontamente estricarci.

Ripetei pure che sulla base della nota proposta è vano sperare di intenderei con valutazioni tecniche di chilometri quadrati, miniere, prati, ec,c., e non si risolve una questione eminentemente politica come è questa, involgente niente di meno che l'equilibrio del Mediterrano orientale a cui l'Italia ha ovviamente primari interessi e la tutela efficace del quale è stata una delle cause determinanti la sua entrata in guerra.

659

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 864. Londra, 6 aprile 1917, ore 22,40 (per. ore 13,53 del 7).

V. E. avrà già saputo da Carlotti le insistenti voci corse di trasferimento Sovrano russo a Pietrogrado nella fortezza di S. Pietro-Paolo. Al primitivo progetto di trasferirlo a Peterhoff ,si è rinunziato essendosi accertato che esso era bene custodito a Tzarskojezelo e da numerosi soldati devoti al nuovo regime. Alla sorte del Sovrano qui naturalmente rsi prende vivo interesse. Avrei motivo di ritenere che siasi nuovamente parlato di un'eventuale venuta in Inghilterra appena che possibile. Progetto favorito dal Re Giorgio V e dalla Regina d'Inghilterra non incontrerebbe pare in massima serie difficoltà dia parte del Governo provvisorio che sarebbe anzi lieto S'barazzavsi di persona~ggi così ingombranti. Questo Governo però dopo più maturo esame non vedrebbe la cosa con particolare favore. Data la profonda esecrazione ispirata oggi qui da quanto sa di tedesco temesi che la rpresenza specialmente dell'Imperatrke parente così vicina alla famiglia Reale ,produrrebbe generale disastrosa impressione nel popolo provocando contro il Governo inglese aspre recriminazioni che col vento infido oggi spirante con ragionevole prudenza si vogliono a,ssolutamente evitare. In tal senso sarebbero state rivolte al Re raccomandazioni da parte di due membri ascoltati della famiglia reale. Il desiderio del Governo sarebbe di vedere i Sovrani russi avviati verso il sud della F,rancia, paese già in repubblica e dove anche per ricordo del rpassato si ll'itiene che il sogg:iorno del SoV1rano russo non cagionerebbe imbarazzi ad alcuno. Su queste delicate informazioni raccolte confidenzialmente da buona fonte sarò assai grato a V. E. di serbare il segreto.

660

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 868/70. Parigi, 6 aprile 1917, ore 21,50 (per. ore 1,04 dell' 8).

Cambon rispondendo alle continue mie insistenze perchè venga data risposta a Londra drca la nostra partecilpazione alla ,campagna in Palestina mi assicura ~che già da tre giorni la risposta favorevole è stata telegrafata Londlra e scusa il ritardo con le grandi occupazioni di Ribot.

661

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 887/105. Jassy, 6 aprile 1917, ore 16,25 (per. ore 20,45 dell' 8).

Mio telegramma Gabinetto n. 104 (1).

Ieri l'altro Re Ferdinando, che si era a tal uopo recato a visitare il Quartiere Generale del Gene,rale Averesco e ad ispezionare il fronte, ha preso egli steSISo, e di motu1Proprio, senza attendere deliberazioni e consigli dei suoi Ministri, l'iniziativa delle riforme elettorali ed agrarie. Infatti a tre riprese nel parlare alle truppe Sua Maestà ha promesso suffragio universale e divisione tra contadini dei latifondi che verranno espr<JiPriati. Sua Maestà ha aggiunto che egli stesso darà l'esempio !attizzando e distribuendo ai contadini il Demanio della Corona.

Queste promesse verranno consacrate in un ordine del giorno che Sua Maestà dirigerà all'esercito. Ieri sera Re Ferdinando ha accettato di partedpare ad un pranzo dato ,in suo onore nella modesta casa del Generale Averesco il quale, nel brindare alla 'salute di Sua Maestà e ringraziarla dell'onore fatto all'esercito ed a lui personalmente, lo ha a~ssicurato della completa devozione sua e dell'esercito verso la Sua Augusta ,persona e verso la dinastia.

662

IL MINISTRO A LISBONA, SERRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 205/62. Lisbona, 6 aprile 1917.

La visita del Signor Alfonso Costa a S. M. il Re di Spagna, ·che avevo annunciato fin dal mese di dicembre u.s. (mio .rapporto dell'8 di detto mese n. 251), ha avuto finalmente luogo, ed il Signor Costa è ,stato ricevuto aUa Col'te di Madrid con tutti gli onori.

Tralasciando i particolari di questo fatto, i quali eventualmente saranno stati meglio illustrati dalla R. Ambasciata presso la vicina Mona,rchia, mi limito a qualche accenno sulla tmpressione che l'intervista ha destato in Portogallo.

Non vi è dubbio ·che i ra1ppresentanti dello SIPOdestato Re Manoel sono rima,sti alquanto ;sconcertati nell'apprendere con quale cordialità e familiarità il dittatore portoghese che è stato uno dei fondatori della Repubblica Lusitana, e che guerra ~cosJ. as!Pra ha mosso e muove alla Chiesa ed al clero, sia stato ricevuto da S. M. Cattolica, che essi ,ritenevano amico e sostenitore del loro Re.

Il giornale O Dia, organo del partito manuelista, cerca di togliere Qgni valore alla visita, ed accusa il Ministro delle Finanze di voler far credere di

aver ricevuto dal Governo Portoghese una missione che nessuno si è mai sognato di affidargli. Dirige poi i suoi .strali contro questo Ministro di Spagna, Signor Mufioz accusandolo di fomentare una federazione iberica, a danno del Portogallo, e di disconoscere lo spidto pubblico portoghese, che è sem,pre monarchico e cattolico, il quale onestamente ha sempre desiderato una intesa economica colla Spagna, la sola possibile tra i d.ue paesi.

I giornali del Governo invece salutano con ·entusiasmo l'avvenimento che ritengo essere il principio del,la realizzazione dell' • Armonia Iberica • (v. mio rapporto n. 144/34 del 5 marzo u.s.) (1).

Questa affermazione però non è stata accolta con eccessivo entusiasmo dagli organi degli altri gruppi repubblicani, e la polemica circa il contenuto la forma e i limiti di una intesa fra le due naz,ioni 1beriche, la quale da qualche settimana sembrava as•sopita, si è ridestata ,più violenta 1che mai. Il giornale A Capitar, il quale, cosa strana, 1per essere il portavoce Idei P·residente della Repubblica, ricorda in forma a51Pra e quasi insultante tutta la storia coloniale della Spagna, ins~stendo sulle pagine di Cuba e sui disastri militari delle Fil~pine. Rigetta la forma di soggezione alla vicina monarchia, e con disdegno dice che non è nemmeno il caso di parlare di eguaglianza tra i due paesi. Così continua: • L'importanza del Portogallo non è grande, ma il suo dominio coloniale colle Azzorre, con Madera, col Capo Verde, con S. Tomé e Princilpe; ed Angola e Mozambico, con Macao, Goa e Timor, e ·con venti milioni di uomini sotto tutti i cieli che ,parlano la sua lingua, è vasto. Esso si ·contrappone con vantaggio a quello della Spagna, dei cui rpossessi non resta che Fernando Po. Il Portogallo, anche se debole e sprovvisto di risorse, è fiero della sua indipendenza, ed è fiero di essersi sottoposto ai più tremendi sacrifici rper •combattere gli attacchi alla civiltà ·cui appartiene, ed alla razza di ·cui Ifa parte, ladldove è triste vedere nazioni ·che pretendono di essere forti e civili, le quali si mantengono in un atteggiamento di egoismo e di indifferenza di fronte alla desolazione di cui la bar'barie teutonica minaccia l'Europa •.

A Capitar chiude ·la sua violenta filippica respingendo la formula della

• Armonia Iberica • come banale, insipida ed incolore.

(l) Non pubblicato.

663

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 875/93. Washington, ... aprire 1917 (per. ore 16,35 del 7).

Telegramma di V. E. Gabinetto 91 (2).

In un ·colloquio cordiale e •confidenziale il Segretario del Tesoro mi ha detto che è [proposito di questo Governo di sottoportre al più presto al Congresso un disegno di legge che autorizzi il finanziamento degli Alleati da parte

del Governo stesso. Il progetto assumerà forma appena un previo affiatamento riservato coi membri più autorevoli del Congresso av,rà consentito concretarlo in modo da evitare scogli ,parlamentari. Attuale proposito del Segretario del Tesoro sarebbe di chiedere al Congresso un grosso credito in blocco con facoltà al Governo di disporne a suo talento per anticipi agH Alleati. Il Governo degli Stati Uniti emetterebbe in conseguenza al pubblico titoli propri ed !l(ptrirebbe per suo conto crediti agli Alleati allo stesso interesse dei titoli medesimi che sarà il 3 %. I Governi esteri scomparirebbero quindi presso il pubblico e il loro conto cor·rente sarebbe diretto ·con questo Governo per un ammontare e a condizioni da definirsi. Il Segretario del Tesoro mi ha manifestato anche per l'Italia tanto personalmente quanto come membro del Governo le più amkhevoli disposizioni assicurandomi essere suo intendimento venke incontro ai nostri desideri. Avendo rilevato dalle 1sue parole che un primo credito potrebbe essere seguito da altri se necessità della guerra lo richiedessero mi sono limitato enunciargli il nostro attuale fabbisogno in duecento milioni di dollari stabilendo che servirebbero a pagare acquisti su questo mercato ed accennando al dmbol'so rateale a datare da parecchi mesi dopo la conclusione della pace. Onde raccogliere fin da ora gli elementi opportuni egli mi ha ·Chiesto fargli avere per mezzo del Dipartimento di Stato un memorandum in proposito nel quale, salvo parere contrario di V. E., mi limiterei per ora ad enunciarre le somme desiderate ed uso da farne, lasciando a questo Governo di proporci le condizioni che tutto lascia ritenere sarebbero vantaggiose. Presumo che le nostre ricevute dei singoli prelevamenti sarebbero sufficienti ed attenderei quindi a offrire garanzie sui

Buoni del Tesoro soltanto se rrichieste.

Segretario del Tesoro mi chiedeva per quanto tempo ritenevamo ci basterebbero i 200 milioni dollari. Mi sono riservato f'ispondergli secondo le indicazioni che Ella vorrà teleg,rafarmi assieme ad eventuali ulteriori istruzioni e suggerimenti.

(l) -Non pubblicato. (2) -Si tratta, probabilmente. di un numero errato.
664

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 872/24. Berna, 7 aprile 1917, ore 13,55 (per. ore 18,30).

Seguito miei telegrammi 22 (l) e 23 (2).

L'incontro tra Mens:dorff e questo Ministro d'Inghilterra ebbe luogo !POi effettivamente nel pomeriggio del quattro corrente. Mensdorff avrebbe aperto il colloquio riconoscendo ·che le condizioni finanziarie ed annonarie dell'AustriaUngheria sono assai difficili e che in vista di questo la monarchia sarebbe disposta a fare sacrifici malgrado la bontà della sua situazione militare e dei pegni territoriali che tiene in suo possesso.

Accennando vagamente alle basi dei negoziati cogli Alleati dell'Inghilterra, Mensdorff avrebbe detto tra l'altro che con l'Italia si potrebbe trattare in base

al noto • parecchio • e che quanto a Trieste potrebbe for,se venire concretato un progetto di internazionalizzazione.

Nel corso della conversazione il Ministro d'Inghilterra si sarebbe persuaso che questo assaggio austriaco è fatto d'accordo con la Germania e in questo senso avrebbe riferito a Londra.

Mensdorff è partito ieri per Vienna ma tornerà alla fine della prosstma settimana.

Avendo io fatto andare la conversazione con Rumbold sulla presenza di Mensdorff a Berna, egli si chiuse con me nel più a,ssoluto riserbo ed io credo che lo stesso atteggiamento abbia tenuto finora verso questo Ambasciatore di Francia.

(l) -Cfr. n. 630. (2) -Non rinvenuto.
665

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 505. Roma, 7 aprile 1917, ore 21.

Telegramma di V. E. n. 91 (1).

Mi consta che questo Ambasciatore d'America ha telegrafato al suo Governo:

l) sul desiderio dell'Italia di partecipare a trattative finanziarie dirette con gli Stati Uniti;

2) 'SUl desiderio che il Comitato della Reserve Bank apra cordspondenza diretta ,con la Banca d'Italia come ha fatto con le Banche d'Inghilterra e Francia e ciò in vista delle nuove operazioni finanziarie e dei rapporti futuri fra i due paesi;

3) .sulla necessità dell'intervento del Governo americano per il concorso finanziario che ci attendiamo dagli Stati Uniti, provenga esso dal Governo stesso o da gruppi finanziari sotto i suoi auspici e garanzie.

Nel promemoria rimessogli da Stringher, su ,cui Page ha basato il suo telegramma, si aggiunge che l'operazione, per quanto ;riguarda l'Italia, sarebbe co.perta da • Buoni del Tesoro • italiani pagabili in dollari tanto per capitale quanto ,per interessi.

Siffatti buoni potrebbero ,portare sei mesi di scadenza, per comodo di negoziazione negli Stati Uniti, con rinnovazione di sei mesi in sei mesi, e con impegno di estinzione a partire da sei mesi dopo la stipulazione della pace, con scadenze rateate successive, ,se, a 'Suo tempo, non fosse opportunamente contrattata una operazione di consolidamento del debi,to in obbligazioni di altra specie a termini più lontani di scadenza e di pagamento.

Tanto ,comunico a V. E. per sua norma e traccia nell'azione da svolgersi

da Lei allo stesso intento.

(l) T. gab, 854/91, pervenuto il 6 aprile, non si pubblica: Cellere aveva già fatto opportuni approcci.

666

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 506. Roma, 7 aprile 1917, ore 21.

Ministro Tesoro ha rimesso a quest'Ambasciatore Stati Uniti un promemoria nel quale dopo aver accennato a nuova situazione creatasi fra i due paesi ed opportunità rendere più salde e profonde le relazioni politiche e commerciali fra l'Italia e la grande Repubblica Americana continua come segue:

• A V. E. sono note le buone condizioni della nost:ra finanza e del nostro bilancio rafforzato da provvedimenti tributari tali da fronteggiare largamente gli interessi e tutti gli oneri derivanti àai debiti di guerra.

Caute e fondate previsioni fanno ritenere opportuno e desiderabile l'importo di una operazione finanziaria che ammonti a 300 milioni di dollari, la quale sar~b'be garantita da Buoni del Tesoro Italiani paga'bili in dollari, tanto per interessi, quanto per capitale, anche per una somma che superasse dal 10 al 20 pe:r cento l'importo anzidetto.

La :scadenza dei buoni potrebbe essere pattuita a sei mesi con rinnovazione di sei in sei mesi; la estinzione potrebbe essere stabilita dO\PO la con\Clusione della pace a scadenze semestrali rateate, se altra operazione non consolidasse il debito con obbligazioni a diverse condizioni e a più lunga scadenza.

Italia terrebbe in sommo grado -e si lusinga che questo suo desiderio sarà apprrezzato ed accolto -a che l'operazione di credito abbia luogo direttamente tra es:sa e gli Stati Uniti qualunque sia per es:sere la forma dell'intervento ameri:cano nel finanziamento •.

Comunico quanto precede :per opportuna sua notizia, a seguito mio telegramma n. 505 (l) ed avvertendo che Direttore Banco Napoli a New York ha ricevuto istruzioni tenersi disposizione V. E. per evehtuali chiarimenti tecnici ci:r~ca modalità operazione finanziaria ammontante secondo ultima richiesta trecento milioni di dollari.

667

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 509. Roma, 7 aprile 1917, ore 21.

(Meno Atene) Ho telegrafato al R. Ministro ad Atene quanto segue:

(Per tutti) Coromylas mi rinnovava le proteste del Governo Reale Greco contro l'occupazione italiana dei territori dell'Epiro meridionale (2), e si raccomandava perchè non avanzassimo oltre. Nostro movimento indebolisce ~ra·

\2) Già presentgta con nota del 13 marzo, vedi 896/84 di De Bosdari, non pubblicato, del 13 marzo.

vemente situazione all'interno del Governo R. già minacciato da Venize

listi sorretti o SOEipinti dai Francesi. Agitazione interna contro nostra avanzata

è semplicemente aggravata d'al fatto della contemporanea cacciata delle auto

rità greche. Coromylas insisteva perchè facessi giungere Atene assicurazioni

tranquillanti.

Ho risposto che nostre occupazioni militari verso Kalamas erano provvi

sorie, mosse da motivi di sicurezza militare, e intese a mantenere ordine, anche

di fronte a sobillazioni Venizeliste. Avrei reiterate raccomandazioni massima

moderazione nell'applicare misure militari ritenute necessarie per occupazione . temporanea. Prego V. E. reiterare passi rassicuranti presso codesto Governo.

(l) Cfr. n. 665.

668

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. RR. 510. Roma, 7 aprile 1917, ore 21,30.

In risposta al telegramma di V. E. senza numero (l) in data di ieri, Le comunico il seguente telegramma che il Generale Cadorna ha di•retto al Presidente del Consiglio il 3 aprile:

• Generale Robertson mi ha fatto annunziare dal Capo della Missione britannica che Governo inglese è disposto offirirci in prestito dieci batterie artiglieria pesante campale, su quattro pezzi ciascuna di obici da sei pollici, cioè corrispondenti a centocinquantadue millimetri, complete di personale e munizionamento. Spetterebbe a noi provvedere pochi cavalli e traini automobili. Offerta torna di nostra utilità perciò ho subito ringraziato il Generale Robertson per la sua comunicazione soggiungendo che offerta ufficialmente fatta al nostro Governo sarebbe stata assai apprezzata.

Ne ,prevengo perchè pervenendo offerta ufficiale, tpossa essere presa subito in considerazione. Intanto io dò tutte le predLsposizioni necessarie per provvedere alla immediata utilizzazione delle batterie e per il loro impiego sollecito sulla nostra fronte •.

669

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. BBD/159. Londra, 7 aprile 1917, ore 22,31 (per. ore 6,30 dell' 8).

A proposito di alcune recenti manifestazioni parlamentari e giornalistiche in senso pro-venizelisti qui ed in Francia, circa le quali riferisco con r~porto, chiedevo giorni fa in colloquio ,privato a Hardinge se egli non scorgeva in esse

sintomi di una più intensa ripresa agitazione in Grecia. Replicava Hardinge non avere elementi sufficienti per pronunciavsi in modo concreto. Il fatto però non gli cagionerebbe ec,cessiva sorp,resa in vista di questa folata di vento sovve,rsivo sprigionatasi in seguito agli avvenimenti di Russia. Sul medesimo argomento altra ~ersona competente mi manifestava sua ,convinzione che qualora agitazione con il Re Costantino aves1se realmente a prendere proporzioni minacciose, l'unico mezzo di salvare le istituzioni monarchiche in Grecia sa~rebbe l'abdicazione al Re e l'avvento al trono del suo successore con immediato richiamo al potere di Venizelos. Sulla possibilità o probabilità di eventi suscitati non sono naturalmente in grado di p,ronunziarmi. Scopo del ,presente è semplicemente quello di sottomettere a V. E. la mia imp['essione che qualora l'agitazione anti-monarehica ri,prendesse seriamente, questo Governo con le migliori intenzioni di questo mondo non sarebbe in grado d'i spiegare una azione vigorosa a difesa del Re. A prescindere dalla necessità di tener conto della nota infatuazione generale della grande maggio'l"anza di questo pubblico a favore di Venizelos e dell'incontestabile animosità ,contro i germanofili Sovrani mi sembra lecito presumere che nell'eventuale decisione di questo Governo non indifferente peso eserciterebbe la convenienza di non esporre la Corona, alla quale già in vari drcoli estremi furono mossi aspri ril111Proveri di avere in varie occasioni influenzato l'azione del Governo per interessi dinastici e di famiglia. A mio remissivo :parere occorre che il Re Costantino si renda ben conto dell'imprescindibile necessità di agire verso gli Alleati con la massima prudenza e lealtà, iPersuadendosi una buona volta che ormai egli nulla ha più da sperare dalla Germania e tutto da temere da parte dell'Intesa nella quale, dopo i rivolgimenti di Russia e la ripercussione dei medesimi in Inghilterra, è vano a questi chiari di luna fare assegnamento sull'influen

za familiare.

(l) T. gab. 855/s.n. del 6 aprile da Londra, non pubblicato: il Primo Ministro non ha ancora confermato l'invio di batterie d'artiglieria.

670

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 871/161. Londra, 7 aprile 1917, ore 22,30 (per. me 7,30 dell' 8).

Telegramma di V. E. n. 490 (1).

Assente Hardinge ho veduto oggi Graham, Mi ha detto non avere il Governo Russo finora rivolta domanda per la ~presenza di un Agente Consolare all'entrata in Gerusalemme; 'ritenere egli però che siffatta eventuale domanda non sarebbe accolta, questo Governo non desiderando la presenza di agenti politici. Mi ha poi annunziato la risposta scritta non ancora pervenutami in senso affermativo circa nostra domanda per la rappresentanza militare che desiderasi se ne è il caso composta di un numero limitato di truppe. Ma appena ricevuta predetta risposta ne telegraferò il tenore.

(l) Cfr. n. 651.

671

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 896/260. Pietrogrado, 7 aprile 1917 (per. ore 17,25 del 9) (1).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 479 (2).

Ambasciatore di Francia ed io abbiamo rimesso stamane a Miliukoff una nota responsiva identica conforme testo telegrafatomi da V. E. circa la Polonia. Ambasciatore d'Inghilterra ha rimesso un testo non identico di forma ma esprimente gli stessi concetti, che è stato telegrafato dal Foreign Office.

672

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R.P. 01363/458. Parigi, 7 aprile 191 7.

In questi giorni è venuto da me il Signor Professor Tamaro e mi ha annunciato ·che lascia presto Pa·rigi perché richiamato a Roma dalla Dante Alighieri che lo aveva inviato qui 1per fare la .propaganda anti-jugoslava. Egli mi parlò a lungo di quello che si dovrebbe fare in tal senso e di quello che non si è fatto. Siccome mi pareva che quanto egli diceva meritasse di essere esaminato dal

R. Governo (non so se ,per accogliere i suoi sugger,imenti, ma certamente per decidere se e cosa si debba fare) l'ho .pregato di scrivermi quanto mi aveva esposto a voce.

Qui accluso ho l'onore di trasmettere all'E. V. copia della lettera direttami dal Signor Tamaro (3).

Premetto che non lo avevo mai visto e, mentre a Roma mi si diceva che egli era a Parigi con una missione segreta della Dante Alighieri per fare propaganda anti-jugoslava, qui, da tutti nella Colonia, mi si ripeteva la ~stessa cosa.

Prima di esprimere un'opinione su quello che suggerisce il Si,gnor Tamaro bisognerebbe sapere con precisione cosa si propone il R. Governo favorendo o provocando tale missione della Dante Alighieri. A dò lo •Stesso Tamaro accenna nella sua lettera, il che mi fa supporre che egli lo ignori, né io lo so. Ma se il Tamaro ignora lo scopo preciso al quale doveva mirare per disimpegnare la missione affidatagli, sembra invece al corrente degli Accordi di Londra ai quali ha accennato nella sua lettera e ·più chiaramente a voce, come pure a voce ha accen

nato alle trattative per l'Asia Minore. Non potrei precisare fino a qual punto ne conosca i dettagli perché non ho creduto di dover rilevare le frequenti allusioni da lui fatte alle. difficoltà che si incontrano, alle insistenze francesi su parte della Cilicia, ecc. ecc.

Io credo che, precisato lo scopo che ci si prefigge, stabilito il metodo che si vuoi seguire per raggiungerlo, .scelte le persone adatte, bisognerebbe indicare all'Ambasciata (dato che l'Ambasciata debba interessarsi a loro) cosa sia stato detto a questi agenti. In una parola io oredo ·che sia necessario un poco di ordine nella organizzazione.

Se debbo giudicare da quanto ho appreso nella mia conversazione col Professar Tamaro, ciò manca COffi!Pletamente.

Egli mi riieriva che da qualcuno .gli è stato detto che doveva limitarsi a perorare per dimostrare che l'Italia ha diritto ad avere i territori dalmati assegnatile nell'Accordo di Londra; da altri gli sarebbe stato raccomandato di perorare perché, oltre a queUi, altri territori siano attribuiti all'Italia. Non so se da qualcuno gli sia stato detto di dimostrare l'in~portunità di riunire la Croazia alla Serbia e costituire così uno Stato jugoslavo... Non so poi come simili mansioni possano essere assolte da un • agente segreto •. La propaganda fatta da un agente segreto la capi.rei solo nel caso in cui questi disponga di larghi mezzi e sovvenzioni segretamente le .pel'sone che scrivono o parlano nel senso da lui de.siderato.

Questo non era il caso del Tamaro il quale probab1lmente riceveva appena di che campare, ·col caroviveri ed il cambio elevato.

'In conclusione io ho l'iffi!Pressione (potrei sbaglia•rmi, ma credo ad ogni mio dovere comunicarla al R. Ministero) che la missione Tamaro è, come la cosidetta propaganda, una delle cose che facciamo tanto per dire che la facciamo, ma senza darci la pena di vedere se si deve fare e come, se ciò che facciamo ri:sponde ai nostri interesrsi.

Il pubblico in F1rancia è decisamente favorevole alle pretese degli jugoslavi, una gran .parte degli uomini rpolitici pure, e ciò non faciliterà certo il compito di esigere il mantenimento delle promesse fatteci. Altra cosa pure sicura è che gli agenti jugoslavi tendono ad a.gita:r;si ogni giorno di più: quanto riferiva il R. Console Generale a Ginevra, e l'E. V. mi comunicava col suo telegramma n. 3255 del 21 marzo (1), lo conferma.

Il R. Go.verno dovrebbe, a mio avviso, rstabilire se vuole combattere queste tendenze o !imitarle e, rsiccome lo Stato che si è costituito 1patrono di tali aspirazioni è la Serbia, intendersi con essa a tale riguardo. Se poi sembra utile di fare una prQpaganda nel pubblico, farla, ma in modo efficace; il che non può dirsi di quella fatta finora.

Mi sono permes1so di e51Primere liberamente il mio pensiero al riguardo e l'E. V. vedrà qual conto sia da tenerne: ma, ad ogni modo, per il caso che il Tamaro abbia un successore a Parigi, sarei grato all'E. V. se credesse farmi sapere quale attitudine debbo avere verso di lui e quali sono le istruzioni da lui ricevute.

(l) -Il tel., redatto il 7 aprile, fu trasmesso da Pietrogrado il 9 aprile, alle ore 12.30. (2) -Cfr. n. 637. (3) -Non si pubblica.

(l) Non pubblicato.

673

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 636/71. Atene, 7 aprile 1917.

Dacché ebbi l'onore di scrivere l'ultima volta a V. E. circa la situazione politica 'in G['ecia (mio rapporto 19 marzo n. 60) (1), quel movimento di simpatia ve~so il nostro paese che era stato prodotto dalla nostra sincera astensione da ogni favoreggiamento al movimento venizelista, si è considerabilmente modificato anzi si rpuò dire che sia tanto diminuito da non esistere quasi più affatto. I motivi di tale modificazione sono facili a trovarsi nella nostra avanzata nello Elpiro, ed, assai ,più che in quella avanzata per se stessa, nel modo con cui essa è stata rappresentata ed interpretata dalla rinata stampa franco-venizelista. Taluni sotto i loro 1PrO!Pri nomi antichi, altri sotto nuovi nomi, quasi tutti i giornali di quel ~colore sono rinati, ed hanno ripreso la loro tesi favorita che la Grecia, cioè, deve essere sempre ligia e devota alle tre potenze protettrici, ma che dell'Italia deve diffidare rpoco meno, ~se non più, che del buLgaro stesso.

Frattanto, come ho rappresentato a V. E. in numerosi miei telegrammi, l'attività di questa legazione di Francia, e soprattutto degli uffici a quella anne1ssi, si è rinnovata con maggior vigore. Oramai il generale Cauboue si occupa, di tutto, e scrive e riceve note dal 'signor Lambros nelle quali vengono toccati argomenti assolutamente estranei all'oggetto speciale della ~sua missione che è, e teoricamente deve restare, quello di controllare la posizione dell'esercito greco. Polemizza anche nella ,stampa ~col governo ellenico per mez,zo di ~comunicati, ~che portano il nome del generale Sarrail. In tal condizioni di cose avendo la Francia ormai riottenuta qui quella SU!Premazia che essa non sembra disposta ad abbandonare, e nemmeno a divrdere coi !Propri alleati, è ben naturale che essa non si afiretti, anzi resi,sta in ogni modo alla messa in esecuzione di un progetto di controlli veramente internazionale, ed i cui diversi rami siano equamente distribuiti fra le varie potenze. Sembrami non lontano, il momento in cui la p,repotenza del generale Cauboue unita a quella non minore dell'ammiraglio Gauchet, che esercita il blocco in modo fastidioso e vessatorio non soltanto per la Grecia, stancherà la lunga pazienza dell'Inghilterra, e credo che in ciò soltanto si potrà trovar il rimedio ad uno stato di cose troppo lungamente tollerato, e che i di,sastrosi risultati dei primi di dkembre non hanno val!so a fare sparire. I d1iscorsi che si odono sia dai membri della Legazione di Inghilterra che dell'ufficio comme;rciale inglese e dall'ammiraglio comandante l'unica ,nave britannica rimasta a Keratzeni sono abbastanza signi,ficativi al riguardo. La Francia tende troppo la corda e non dubito che presto, con vantaggio di tutti, essa si romperà.

Sotto l'influenza ,francese tuttora, come dkevo qui sopra, preponderante in Atene, è ~ben chiaro ~che non si può ,produrre quella pacificazione completa dei nostri rapporti colla Grecia realista, ~che mi sembra essere nel desiderio del R. Governo. I francesi per mezzo dei loro agenti segreti continuano a procurare

di creare incidenti, e colla prolungazione del blocco non hanno perduto la speranza di potere giungere a quel sollevamento del popolo ellenico contro il Re Costantino {:he sembra essere il più caldo dei loro desideri. Ma il pQPolo ellenico, con quel fine ,senso di ironia che lo distingue, sembra essersi prefisso l'intento di restare tanto più tranquillo quanto più si desidera che tSi sollevi. Accordatog;li un poco di grano di tanto in tanto, egli ha preso il partito di sopportare tranquillamente le tprivazioni che gli vengono imposte dalla mancanza di ogni commercio e di ogni lavoro, ed in questo stato di inerzia forzata trova forse l'appagamento del suo desiderio più vivo, che è quello di star tranquillo e di non avere emozioni.

Nei miei colleghi rappresentanti delle Potenze protettrici domina tuttora l'idea fì>ssa di arrivare ad un altro cambiamento di ministero; ma, pur consentendo i tre in questa linea generale, vedo esistere d~ve11genza rispetto alla persona e rispetto ai metodi. Ieri l'Esperinon Neon Asti portava un'intervista, di cui essi mi confermarono sostanzialmente l'esattezza, concessa da questi ministri di Gran Bretagna e di Russia, esprimente la speranza che, a giungere ad una ripresa di rapporti assolutamente normali fra l'Intesa e la Grecia, si addivenisse presto ad un cambiamento di Ministero. Ma né Sir F. Elliot né il principe Demidoff, da me interrogati, mi se,ppero o vollero dire quale sia p•recisamente il loro candidato. Quanto al signor Guillemin, sempre più e da ogni parte mi viene asserito che intrighi 1per fare tornare al potere il ·signor Stratos; del che ebbi già lungamente ad intrattenere V.E. nel precitato mio rapporto.

Ieri il signor Lambros mi interrogò insistentemente se sapessi qualche cosa di positivo intorno a queste mene dei miei colleghi. Io gli risposi che per principio mi tenevo assolutamente lontano da simili cose, e che non ne volevo nemmeno sentir padare. In sostanza, per conto mio, continuo a trovare che il si·gnor Lambros si barcamena abbastanza bene in una situazione assai difficile. I miei colleghi lo accusano costantemente di malafede e di germanofilia. Io mi guarderei bene dal mettere la mano sul fuoco per garantire la buona fede di qualsiasi greco, né voglio escludere che nei limiti della possibilità, ormai molto ristretta, il signor Lambros abbia indulgenze e faccia concessioni alle tendenze dei circoli della Corte che, più per ostinazione che ·per altro, pNsistono ad effettuare simpatie germankhe. Ma s·ia nel campo della formazione delle bande, sia nel nascondere armi e munizioni e nel comunicare e ricevere notizie dai nemici, i fatti che l'assidua indagine francese ed anche nostra (visto che i nostri ufficiali dovunque collocati hanno fatto prova di un'attività e di un'intelligenza da tutti riconosciuta) sono tanto scarsi ed insignificanti, che non mi pare che valga veramente la pena di intrigare nuovamente nella politica interna del paese per sostituire al Lambros qualcheduno che fonse sarebbe più debole e più menzognero di lui, senza offrire in cambio quelle doti di scaltrezza e di abilità delle quali il vecchio professore universitario ha dato indiscutibile prova.

Del movimento venizeHsta ·SO ben poco da qui, giacché da parecchio tempo·

n R. Console a Salonicco mi informa poco e scarsamente, e non ha nemmeno ot

temperato ad un richiamo che credetti dovNgli fare al riguardo. Dalle testimo

nianze però di gente che viene da Salonicco o dalle isole mi confermo sempre

più nella opinione che quel movimento è assolutamente artificiale, e soltanto

sostenuto a viva forza dai francesi e dagli inglesi cui troppo costa il confessare che si sono ingannati. I venizelisti di qui sono scarsi, timidi ed incerti, ed altro non sanno fare che piagnucolare presso i ministri di Francia ed Inghilterra, e approfittare della loro soverchia bontà e credulità per vender loro a caro prezzo documenti ed informazioni allarmiste di nessun valore pratico. Quanto all'efficenza militare del venizelismo, V. E. è senza dubbio informata da fonti competenti che esso si riduce a poco meno di niente. La Francia steSISa, a quanto mi si dice, si mostra ,singolarmente negligente nell'armare quelle poche forze che pur sarebbero disponibili, e ben si intende 'Che essa preferisca IPOrre le ipiToprie al'!Ili su altri dossi. Mi si assicura che Venizelos è querulo e fastidioso, e che i suoi continui reclami, soprattutto le sue continue richieste di denaro, abbiano ormai stancato i suoi mal avventurati protettori.

(l) Cfr. n. 520.

674

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 884/73. Parigi, 8 aprile 1917, ore 6 (per. ore 16,30).

Mio telegramma n. 72 (1).

Cambon in via riservata mi ha detto di aver fatto indagini e poter assicurarmi nel modo più assoluto non esservi per ora nemmeno il pri'ndpio di trattative per una •commissione militare finanzia,ria anglo-:llrancese-americana. Negli uffici francesi intes,i che Stati Uniti avrebbero intenzione di proporre la costituzione di una commissione per i rifornimenti, ma finora il Governo francese nulla sa ufficialmente. Ad ogni modo Cambon mi ha assicurato che se questo vago progetto prenderà conststenza i1 Governo francese intende che l'Italia sia ·chiamata ad intervenirvi come la Francia. Tale dichiarazione mi è stata fatta in modo così preciso che dovrei ritenerla sicura (2).

675

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 507/103. L'Aja, 8 aprile 1917.

Ho l'onore di trasmettere all'E. V. qui unito due esemplari del L~ibro Bianco (3) ~contenente i documenti presentati alla Camera da questo Ministro degli Affari Esteri circa I'ammis1sione nelle acque territoriali olandesi di navi da guerra e di navi mercantili armate 'delle Potenze belligeranti.

Tale volume contiene la corrispondenza scambiata fra questo Governo e questi Ministri d'Inghilterra e di Germania al riguardo della torpediniera tedesca V 69, al riguardo dei sottomarini tedeschi internati U. B. 30 e U. C. 8 ed al riguardo della nave mercantile inglese armata « Princess Melita •.

Come ho avuto l'onore di riferire all'E. V. con il mio telegramma odierno

n. 105 (l) vi è in questo momento una forte tensione di rapporti fra questo Governo e quello germanico in seguito al categorico rifiuto contenuto nella Nota del 2 corrente di questo Ministero degli Affari Esteri, in risposta alla domanda fatta dalla Germania per la restituzione dei due sottomarini internati. Avendo il Governo Germanico voluto stabilire un paragone fra il caso della nave mercantile inglese armata • Princess Melita • ed i suoi due rsottomarini, e ciò allo scopo di ottenere ·che questi suoi due sottomarini siano rilasciati poiché la • Princess Melita • non venne internata, questo Ministro degli Affari Esteri, nella sua risposta, ~p~rova che quei due casi non si pos'SOno paragonare, e si rifiuta di restituire i due rsottomarini tedeschi.

Mi consta che in questi circoli ,politici regna grande apprensione per questa tensione di rapporti con la Germania e per le gravi conseguenze che ne potrebbero derivare per l'Olanda, qualora il Governo Germanico insistesse nella sua domanda per la restituzione dei due sottomarini.

676.

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

L. P. Parigi, 8 aprile 1917.

Il silenzio del Min1stero su quella gita che Carcano voleva farci fare a Roma mi fa capire che Sonnino non lo desidera. Forse poteva servire a qualcosa ma, siccome b1sogna vedere il lato buono in ogni cosa, per noi è meglio così: ·Ci evita un viaggio -a Lei Slpecialmente -con questo te!llipaccio.

QueHo che avrei voluto dire è in parte accennato in un mio telegramma del... che Ella forse ha visto, col quale dico che non divido le .speranze sue per le conseguenze dell'avvento Cambon (Jules). Secondo me, dal punto di vista ristretto dell'Asia Minore, è naturale che ci dicano di no. Ormai abbiamo ~asciato (per ·Colpa nostra o no) che ;la divisione sia fatta; per·ché ·essi la rifarebbero con loro danno? Cosa diamo loro in compenso? Cosa minacciamo se rifiutano? Per niente non si dà niente.

Unico argomento nostro è l'attitudine futura dell'Italia. Ma si ·PUÒ mettere avanti tale grave aDgomento per Mersina? A me sembra un errore.

Il Ministro Sonnino ha in serbo altre domande (Africa) come conseguenza dell'accordo di Londra. Abbiamo poi una questione che non abbiamo sollevato, ma che esiste. I Comitati jugoslavi sovvenzionati dalla Serbia, ma con denari ricevuti dalla Francia, alzano la bandiera dell'irredentismo non solo sulla

Dalmazia, ma perfino :su Trieste... Capisco che sono esagerazioni di Comitati, ma è concep~bile che dopo gli accol"di di Londrà uno degli Alleati sovvenzioni un Governo che mantiene i Comitati i quali làvorano contro gli accordi di Londra?

Ora io credo ,che ~converrebbe domandarci se non sia il caso di concretare nei dettagli, sulle carte, quello che secondo noi è la pratica realizzazione degli. ac•cordi di Londra e su quello, non su Mer,sina o su Adana e nemmeno su Smirne, mettere -ma seriamente -la questione dell'attitudine dell'Italia ad operazioni militari finite.

Io non dico che si debba far così, ma mi pare che si dovrebbe vedere ,se si deve far ,così, studiare questa soluzione. Io aedo che il negoziare alla spicciolata, come mezze libbre di formaggio, le nostre pretese, le svaluti.

Una domanda globale (e definita quella, più niente questua) se ragionevole, se abbastanza giustificata e basata sul mantenimento leale delle prome•sse fatteci per farci entrare in guerra, sia più dignitosa e più efficace, meno greca e più da grande nazione.

Le sarei grato che Ella avesse la bontà di dirmi (a me esclusivamente, ed in nessun caso farei iltsuo nome al Ministero) cosa Ella penserebbe sulla opportunità di esaminare una simile linea ,di condotta.

Lei mi dirà ,che le faccio perdere H tempo colle mie domande di colliSigli e forse ha ragione, ma a me sembra che così ,come si va avanti (poco del resto) ora -si vada male.

(l) -Non pubblicato. (2) -Ritrasmesso a Londra, Pietrogrado e Washington con T. gab. 518 del 9 aprile. (3) -Non si pubblica.

(l) Non pubblicato.

677

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 516. Roma, 9 aprile 1917, ore 17.

(Per Londra) Telegramma di V. E. Gabinetto n. 140 (1).

Ho tele•grafato al R. Ambasciatore a Parigi quanto segue:

(Per Parigi) Mio telegramma Gabinetto n. 460 (2).

In data 30 marzo R. Ambasciatore a Londra telegrafava quanto segue:

• Graham mi ha detto .... (come nel telegramma Gabinetto n. 797/140) •.

(Per tutti) Questo Ambasciatore d'Inghilterra in data 3 Aprile significava quanto segue:

• Governo britannico ha inviato istruzioni al ,proprio Ambasciatore a Parigi di ~info11mare il Governo >ilrancese che in vista della imminente partenza di Idris e del fatto che in conseguenza egli non sarà per lungo tempo più in contatto coi Delegati inglesi ed italiani, questi devono cel'care di giungere senza indugio ad un accordo con l'Idris, accordo che comporterà l'apertura di Bengasi, Derna, Tobruk e Solum al commercio della popolazione senussita colle dovute

SOl

19 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VII

garanzie ed adeguate restrizioni. Ciò non toccherà in alcun modo i mercati francesi ed in vi,sta delle circostanze eccezionali del caso e del ·reciproco interesse dii assicurare un assetto pacifico, il Governo britannico nutre fiducia che il Governo francese non solleverà obiezioni alle trattative avviate p.rima che il suo attuale consenso sia ora dato. Nella comunicazione da fa11si al Governo francese nel senso di cui sopra, si aggiungerà che se le trattative condurranno ad un accordo, le clausole di questo saranno comunicate al rpiù presto al Governo francese.

Governo britannico 'spera che il Governo italiano vorrà unirsi al :pa&so di cui sopra e dare istruzioni all'Ambasciatore d'Italia a Parigi di fare una comunicazione analoga al Governo francese ».

Come l'E. V. ricorderà mentre le istruzioni al R. Ambasciatore a Londra e le intese intervenute con il Ministero delle Colonie erano di dare alla comunicazione al Governo francese il carattere di un atto fatto a titolo di semplice informazione in realtà la comunicazione del Governo inglese e del Marchese Imperiali a Cambon fu fatta in termini che sembravano subordinare l'apertura del mercato di Solum e dei mercati della Cirenaica al preventivo consenso della Francia. Dalle parole usate ora da Rodd sembra si tratti, sebbene con formula attenuata, sostanzialmente di una richiesta di consenso ex post facto giustificata dall'urgenza della cosa.

D'accordo col Ministero delle Colonie desidererei che la comunicazione al Governo francese mantene·sse il carattere di semplice informazione.

Prego pertanto V. E. di adoperarsi in tal senso presso il suo collega d'Inghilterra. Qualora ciò non fosse rposstbile, l'E. V. è autorizzata fin da ora a fare la comunicazione al Governo francese nel senso indicato da Rodd.

(l) -Cfr. n. 616. (2) -Cfr. n. 607.
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L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 894/66. Parigi, 9 aprile 1917, ore 14,45 (per. ore 17).

Rìbot, parlando dell'attitudine degli Stati Uniti mi disse che non vi era alcun accenno a ·che volessero far parte dell'alleanza nè aderire al patto di Londra che esclude pace separata.

Ribot non si nasconde l'importanza della ormai inevitabile partecipazione degli Stati Uniti alla pace, ma ciò non cambia molto alla situazione perchè essi erano già di fatto arbitri di ,pace e di guevra. Mi citò al riguardo quanto V. E. avrebbe detto a Barrère. Mi confermò che per ora nessuna intesa speciale vi è con gli Stati Uniti e nemmeno negoziati per commissioni di sorta. Nell'insieme trovava l'intervento americano provvidenziale perchè affretterà forse la fine della guerra o almeno ci solleverà un poco, il che è necessario perchè

• siamo in via di esaurirci • (1).

(l) Ritrasmesso a Londra, Pietrogrado e Washington con T. gab. 524 del 10 aprile.

679

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 897/74. Parigi, 9 aprile 1917, ore 14,45 (per. ore 17,25).

In una lunga conversazione avuta ieri con Ribot condussi il discorso sulla questione dell'Asia Minore ed egli mi ha chiesto se a Londra le trattative continuavano. Presi occasione da ciò per rifargli la storia del negoziato dal luglio scorso. Ribot restò impressionato da quanto raccontavo circa l'esclusione dell'Italia dal primo accordo fra l'Inghilterra, Russia e Francia ma giunto alle nostre domande mi disse che gli pareva fossero eccessive e, vedendomi meravigliato di questa affermazione, spiegò che volevamo avere perfino Mersina e Adana, riducendo così enormemente la zona francese. Ciò mi dimostrava che egli non conosceva, come del resto prevedevo, la questione. Cercai spiegargliela e ,finii col 1pregarlo di guardare una carta (nel rsuo studio ,pare non ne esistessero) e si persuaderebbe della minore estensione domandata da noi, gli aggiunsi che la nostra zona privata dei due rpunti, ~che chiedevamo, Smirne e Mersina sarebbe un onere per l'Italia anzichè un vantaggio mentre con quei due porti diventava un territorio che ,poteva avere un avvenire pur restando molto al disotto delle zone J!rancese ed inglese. Siccome Ribot non fece più obiezioni dovrei ritenere che fosse convinto ma credo semplicemente che non conoscendo la questione si riservava di chiederne agli uffici competenti. Volli allora fargli comprendere l'importanza che la cosa aveva per le future rela2lioni lira i due paesi giacchè il pubblico conos·cesse dettagliatamente come erasi ..... (l) verso l'Italia, le ,speranze di coloro che ritengono di uguale interesse per la Francia come ,per l'Italia il rrestare unite dopo la guerra sarebbero scoss.e gravemente. Questa considerazione sembrò impressionarlo e specialmente lo impressionò la mia affe11mazione che lo svolgimento che avrebbe la questione dell'Asia Minore ed in genere quanto concerneva la realizzazione dell'accordo di Londra potrebbe influire sulla partedpazione di V. E. al Governo. Naturalmente mi fece anche dichiarazioni di simpatia rper l'Italia.

680

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI

T. 472. Roma, 9 aprile 1917, ore 17,30.

(Per Pechino) Suo telegramma n. 11 Gabinetto (2).

(Per Pietrogrado) Suo telegramma n. 249 (3).

(Per Parigi Londra) Mio telegramma 395 (4). Ho telegrafato al R. Ministro a Pechino quanto segue:

(Per tutti) Ambaseiatore di Francia mi ha comunicato il telegramma identico di codesti Ministri alleati da lei preannunziato. R. Governo autorizza V. S. accettare punti l, 3 e 4 delle condizioni da chiedersi alla Cina. Quanto al punto 2 relativo tariffe doganali R. Governo accetta in massima suggerimento Ministri alleati a Pechino ed autorizza V. E. concordare coi suoi colleghi teiUnini precisi delle concessioni e domande da farsi aUa Cina. P·er quanto concerne le misure da adottarsi dalla Cina in conseguenza concessioni Potenze,

R. Governo stima che dichiarazione di guerra deve intervenire non solo con Germania ma anche con Austria-Ungheria: che messa sotto sequestro ditte commerciali deve ·comprendere tanto quelle germaniche che quelle austro-ungariche e che fo11mulatione punto 4 dovrebbe modifica11si come segue: • liquidazione d'accordo con alleati e tenuto conto dei loro interessi delle concessioni germaniche e austriache •.

Con queste modifiche, R. Governo accetta il testo concordato dai Ministri Alleati a Pechino.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Non rinvenuto. (3) -Non pubblicato. (4) -Cfr. n. 586.
681

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 898/75. Parigi, 9 aprile 1917, ore 14,45 (per. ore 17,40).

Ieri sera Ri:bot mi ha confermato che Generale Foch era partito subito per l'Italia e trovavasi ad Udine dove si sarebbe inteso con il Generale Cadorna poichè la Francia è dispostissima a fornire all'Italia quanto sia necessario. Aggiunse di sperare ·che il Governo italiano terrebbe conto di questa amichevole attitudine del Governo francese per dissipare le piccole divel"genze che vi sono altrove e naturalmente padò dell'attitudine nostra in Grecia e mi raccontò incidente avvenuto a Corfù dove un carabiniere italiano avrebbe schiaffeggiato un farmacista. Dall'attitudine del Generale Baumann, Governatore militare, il Generale Marro avrebbe d'ordine del Governo italiano preso occasione per sottral"si al Governatore militare francese dicendo che per l'avvenire avrebbe trattato direttamente con le autorità greche. Di ciò Rrbot ha telegrafato subito a Barrère che ne parlerà a V. E. Presi occasione da ciò per accennare a quanto

V. E. mi scr·iveva col suo diSJPaccio 3 febbraio Gabinetto n. 2 (1).

Rilbot mi ascoltò senza contraddire ma alla fine disse che tutti quei piccoli fatti si spiegano colla perrsuasione che l'attitudine nostra aveva messo nelle autorità francesi che noi voles,simo oecupare Covfù e 'concluse ·che il vero modo di rimediare a questo inconveniente sarebbe una franca dichiarazione reciproca al riguardo. Circa la Grecia si lagnò del partito preso evidentemente secondo lui, del Ministro d'Italia ·che ha piena fiducia nel Re e cerca di atteggiarsi sempre contro l'azione francese. Gli osservai che lo stesso probabilmente po

tremmo dire noi sul partito preso del rappresentante francese di veder sempre sotto l'aspetto sfavorevole quanto faceva il Governo greco per favorire il movimento venizelista con pericolo di determinare tutta la Grecia, la quale segue il Re, a mettersi contro di noi ·costringendoci a disperdere i nostri sforzi. Gli feci notare ~come le nere previ.sioni fortunatamente non realizzatesi su probabili disordini di ieri telegrafate dal Ministro di Francia dimostrerebbero che egli presta fede ad informatori probabilmente non disinteressati i quali lo ingannano e trascinano la Francia a creare incidenti che possono ,giovare solo a Venizelos non all'Intesa. R~bot a~ccennò alla proposta fatta dal Governo francese di cambiare tutti i Ministri e deplorò che non fosse •stata accettata. Osservai che, se non erravo, V. E. aveva accettato ·ma a condizione che fosse cambiato anche il Generale Sarrail il quale era, secondo noi, Ja causa di tutti i malintesi e presi occasione per ricordare l'incidente della valigia diplomatica, le difficoltà fatte ai piroscafi italiani e infine le lagnanze del Generale Petitti di cui dispacci Ministeriali Gabinetto n. 12 e 14 del 2,9 marzo e 2 aprile (1).

Ribot non sembrò sostenere Sarrail anz,i a qualche mio apprezzamento più accentuato sorrise ~provando e concluse che forse avevo ragione e alzò le bracda senza completare la frase.

Terminò pregandomi di esprimere a V. E. la sua speranza che se fosse necessaria qualche misura per tutelare la •sicurezza di Atene il Governo italiano si sarebbe unito. Promisi dii riferirne ma osservai che il Governo Italiano non si era mai .separato da.gli altri finchè la loro attitudine era stata moderata e le loro esigenze ragionevoli.

(l) Cfr. n. 218.

682

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. RR. 517. Roma, 9 aprile 1917, ore 20.

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 97 (2).

Riassumo ac•cuse contenute nel telegramma Ca·rrara:

Malgrado numerOISO personale della Missione affari ·sarebbero trattati esclu

sivamente da un unico sensale straniero tenuto nascosto per drca un anno di cui non si fa il nome ma che 'sarebbe persona SOS!IJetta e arbitra assoluta di tutte le nostre forniture. Ditte serie rifiuterebbero trattare affari con tale sensale. Materiale acquistato sarebbe di seconda mano. Situazione dichia·rata intollerabile finché Capo della missione resterà Generale invisibile a chiunque voglia trattare direttamente con esso, che è incapace comprendere inglese ed estraneo all'ambiente.

Provvederò al più presto per sostituzione Carrara.

(2} Non rinvenuto.

(l) Non pubblicati.

683

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. 521. Roma, 9 aprile 1917, ore 21.

Mio telegramma Gabinetto n. 515 (1).

Questo ambasciatore d'Inghilterra, facendo seguito alla sua lettera di ieri, mi scrive oggi di aver ricevuto formali istruzioni di annunziarmi che dieci batterie di « Howitzers » da sei pollici saranno spediti subito in Italia in ragione di due batterie al giorno a cominciare dal 12 aprile. L'ambasdatore mi conferma la notizia di ieri che in questa settimana arriverà una 'parte degli ufficiali.

684

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E AL CONSOLE GENERALE A CORFU', MILAZZO

T. GAB. 522. Roma, 9 aprile 1917. ore 2l.

(Solo Parigi) Mi riferisco al mio dispaccio n. 15 del 7 aprile (1).

(Per tutti) Barrère mi ha parlato delle relazioni tra il Generale Baumann ed il Generale Marro. Ho risposto che mi risultava esse non presentavano inconvenienti ed ho fatto intendere che non è il caso di mutare l'atteggiamento da noi preso circa nostri rapporti diretti con le autorità greche dell'isola (2).

685

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 901/163. Londra, 9 aprile 1917, ore 22,38 (per. ore 4,40 del 10).

Mio telegramma Gabinetto n. 155 (3).

Ebbi ieri un lungo colloquio con questo ottimo mio collega americano a titolo confidenziale strettamente personale. Mi disse che, richiestone dal Presi·· dente, avevagli sottoposta tutta una serie di piani relativi al concretamento di

un tangibile concorso alla causa oramai comune. Pel momento le questioni richiedenti una più urgente soluzione sono la cooperazione navale, l'aiuto finanziario e il tonnellaggio. Al resto si provvederà gradatamente. Ritiene imminente l'arrivo qui di un ammiraglio per la conclusione di una convenzione navale. Non sarebbe impossibile che l'Ammiraglio fosse accompagnato da una persona competente per discutere la questione del tonnellaggio mentre d'altro canto altre persone competenti inglesi, giusta i consigli da lui dati, dovrebbero andare subito in America. Circa il concorso finanziario il collega accennava alla possibilità di un largo prestito agli Alleati a condizioni vantaggiose per fronteggiare gli acquisti in America. Parergli pure molto raccomandabi,le pronto invio in Russia di tecnici americani per sovrintendere all'energica riorganizzazione di quel servizio ferroviario che ora praticamente non funziona.

Per la parte politic.a disse il collega che dopo va,ri colloqui privati e personali con i più eminenti tra questi governanti, ha riassunto così il suo parere al Presidente :

• Se e quando crederete, a seconda delle disposizioni dell'opinione pubblica americana, di poter aderire al patto di Londra, fatelo. L'atto sarebbe giovevole per considerazioni precipuamente morali e sentimentali. Su questo punto però qui nessuno insiste e raccomanda, desiderandosi !asciarvi piena intera libertà d'azione e di giudizio •. Aggiungeva il collega l'eventuale firma del patto di Londra sembrargli del resto atto meramente formale, chiaro essendo che l'America, entrata ormai in guerra, non potrebbe separarsi dagli altri alleati prima del trionfo della causa comune.

Circa la situazione in Russia collega esprimeva un'opinione molto riservata, pienamente convenendo meco ~he per il momento la Russia rappresenta l'incognita preoccupante. Aggiungeva che la caduta del regime autocratico russo ha potentemente contribuito a rinfocolare la simpatia della nazione americana per la ·causa degli Alleati e conseguentemente per l'intervento. Augurava quindi il consolidamento degli elementi Hberali moderati ora al Governo temendo la ripercussione sui suoi concittadini di un eventuale regime di terrore seguito forse ,poi da una guerra civile e magari dalla reazione.

A mia domanda circa la costituzione della nota Commissione militare .finanziaria, rispose nulla saperne. Tutte queste notizie parergli ,premature, dato che gli Stati Uniti sono in guerra solo da 45 ore. È verosimile che un qualche organo centrale di coordinazione abbiasi ad istituire a Washington, Londra e Parigi, ma nulla, a quanto risultavagli, era stato stabilito al riguardo. Non mancai attirare l'attenzione del collega sulla necessità che nel predetto organo vengano ugualmente rappresentati tutti gli alleati maggiori. In linea generale mi disse la cosa ·sembrargli naturale.

A mio remissi,vo parere, trattandosi in realtà di un benefico concorso americano, nostre energiche pratiche sia per la rappresentanza nella commis,sione, sia soprattutto per l'assistenza in ·condizioni di stretta ~parità con quelle degli altri alleati, andrebbero concentrate a Washington, fonte di tutti gli aiuti. Riterrei 'pure remissivamente utiHSisimo provocare la volenterosa cooperazione di codesto Amibasciatore degli Stati Uniti che mi parve, e mi dicono, animato da sentimenti sinceramente cordiali di simpatia verso nostro paese.

(l) -Non pubblicato. (2) -In SoNNINO, Diario, III, cit., p. 115 si trovano notizie più ampie del colloquio tra Barrère e il Ministro degli esteri italiano. (3) -Cfr. n. 656.
686

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 912/171. Pietrogrado, 9 aprile 1917 (per. ore 16,50 dell' 11) (1).

A quanto mi viene riferito da buona fonte srr>edizione inglese in Palestina, che mira in primo luogo a tagliare le comunicazioni ferroviarie dello Hedgiaz ed impadronirsene, non :si dirigerebbe attualmente su Gerusalemme ma bensì verso detta ferrovia pa,ssando a sud-est di Gerusalemme.

687

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1223/GAB. 99. Washington, ... aprile 1917 (per. ore 10,50 del 10).

L'Incaricato d'Affari Austro-Ungarico ha notifkato testè al Segreta,rio di Stato rottura relazioni diplomatiche fra il suo Governo e Governo degli SS.UU. a decorrere da ieri 8 aprile. Ha chiesto i rpassaporti e il salvacondotto per sè e per il personale dell'Ambasciata compresovi l'Ambasciatore designato Tarnowsky.

La Spagna assumerà probabilmente la tutela interessi americani in Austria. La Svezia assumerebbe interessi austriaci qui.

688

IL MINISTRO DEGLI ESTERI SONNINO, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 526. Roma, 10 aprile 1917, ore 21.

Telegramma di V. E. n. 127 (2).

Le nostre ultime occupazioni sino alla linea del Kalamas sono state rese necessarie da impresc,indibili ragioni d'indole militare. Per norma di V. S. La informo in via confidenziale e ,personale che >rimane esclusa, secondo ho telegrafato al Comando Supremo, qualsiasi ulteriore occupazione oltre quel fiume.

(~) T. gab. 895/127 da Atene del 9 aprile, che non si pubblica: gli italiani hanno occupato Filiates; De Bosdari si lamenta di non essere mformato dei limiti e condizioni delle nostre operazioni militari in Epiro.

(l) Il te!., re~atto il 9 aprile, fu trasmesso da Pietrogrado 1'11 aprile, alle ore 12.

689

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO AL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO

T. GAB. 530. Roma, 10 aprile 1917, ore 22.

Mio telegramma N. 375 (1).

Al momento opportuno e qualora Ella lo ritenesse necessario, potrebbe far sentire a codesto Governo che, quali (lhe siano intese fra Italia Franc•ia e Inghilterra, base di esse non può essere per noi che la conservazione integrità Etiopia alla quale integ>rità l'Italia •contigua per l'Edtrea e la Somalia alle regioni più povere Abissinia è fortemente e più d'ogni altra interessata.

Civca la richiesta di 1struzioni generali contenuta .in fine del suo telegramma 481 del 17 marzo s>corso (2), V. S. ha voluto opportune comunicazioni dal Ministero delle Colonie pel tramite del Governatore dell'Eritrea in ordine alla nostra azione politico-economica in Aibissinia. Tale azione deve avere per fondamento l'integrità dell'Etiorpia in conformità dell'accordo di Londra del 1906 vigilando senza tregua perché esso funzioni saldamente, specie nella alleanza dei tre Stati firmatari.

Per quanto .viguarda poi eventuali progetti avvenire, essi sono naturalmente suboroinati al ·corso degli avvenimenti della ·guerra europea e alla possibilità di dare opportune garanzie e ·compensi all'Inghilterra ed alla Francia, sempre sulla base del mantenimento della integrità dell'Etiopia fino a che sarà !POSsibile.

Tanto le comunico per sua notizia segreta ed esclusivamente personale.

690

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 904/164. Londra, 10 aprile 1917, ore 10,45 (per. ore 6,25 dell' 11).

Mio telegramma Gabinetto N. 161 (3).

Ieri sera ricevei la nota risposta di cui riproduco la parte essenziale. Il Governo Britannico ac•coglierà •con piacere la presenza di un .piccolo nucleo di truppe per cooiperare •con le truppe francesi ed inglesi in Palestina, nella intesa che .contingente non sarà spedito soltanto per •scopo di rappresentanza e che il numero non eccederà i 300 uomini all'inch,ca. Nell'aderire alla domanda del Governo Haliano il Governo di S. M. desidera rimanga inteso che nes1suna missione politica accompa.gnerà il contingente militare e ·che la pil'esenza di truppe italiane in Palestina non i~licherà l'esistenza di interessi italiani al di là della zona int&nazionale.

(l) -T. gab. 375 del 13 marzo, che non si pubblica: Sonnino segnala che il R. Governo italiano desidera partecipare alla spedizione in Palestina. (2) -Cfr. n. 502. (3) -Cfr. n. 670.
691

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 906/167. Londra, 10 aprile 1917, ore 10,45 (per. ore 7 dell' 11).

Ad ogni buon fine segnalo la corrispondenza da Pietrogrado dell'odierno Daily News and Leader relativa alle recenti pubbliche dichiarazioni del Ministro delle ~comunicazioni e di Kerensky i quali hanno entrambi significato che le vedute di Miliukoff drca Costantinopoli e c-irca lo scopo della guerra rappresentano il punto di vista personale del Ministro degli Affari Esteri e non quello del Governo.

692

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 923/173. Pietrogrado, 10 aprile 1917 (per. ore 8,45 del 12) (1).

Collega d'Inghilterra mi ha detto confidenzialmente che Balfour al quale egli aveva a suo tempo comunicato il punto di vista di Miliukoff circa la Bulgaria gli ha risposto che la posizione geografica conferis,ce tale importanza a quello Stato che lo spiacevole ricordo sulla sua condotta non doveva influire sulla politica dell'Intesa. Pur non facendosi illusioni sulla probabilità che la Bulgaria possa sottrarsi al controllo germanico Balfour ammette che con ogni cautela si lasci aperto il varco alle eventuali aperture degli uomini politici bulgari influenti. Miliukoff mi ha detto stamane che né Radeff né Rizoff si sono fatti più vivi.

693

IL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

N. Roma, 10 aprile 1917.

Risulterebbe da informazioni che il giorno 4 aprile avrebbe avuto luogo a Berna un colloquio tra un fiduciario austro-ungarico, il conte Mensdorff e il ministro inglese presso la Hepubblica elvetica. Si affermerebbe che a tale col~loquio avrebbero partecipato pure altri fiduciari inglesi. Il conte Mensdorff avrebbe alluso all'intenzione di fare aperture di pace non solo per conto dell'Austria, ma anche della Germania; e il ministro inglese avrebbe risposto che le sue istruzioni si limitavano ad ascoltare le sole proposte dell'Austria; non

avendo, quindi, istruzioni quanto a quelle delle Germania, egli si rifiutava di ascoltarle. Il conte Mensàorff mise in rilievo la buona situazione militare dell'Austria, pur riconoscendo le gravi difficoltà interne in cui si dibatte, ed avrebbe, quindi, ammesso di arrivare a fare delle concessioni territoriali, le quali, tuttavia, non dovrebbero avere il carattere di cedere ad una imposizione, ma apparire, in certo modo, spontanee. Non si dice che cosa l'Austria penserebbe per la sistemazione verso la Russia e verso i Balcani: per l'Itallia si manterrebbero le concessioni del maggio 1915, specificando con maggior cura che Trieste sarebbe riconosciuta come indipendente.

Si afferma finalmente che il colloquio sarà ripreso prossimamente: in tale occasione il ministro inglese dichiarerebbe se possono essere ascoltate le proposte da parte della Germania.

Come mia impressione, dirò che l'attendibilità delle suddette informazioni mi sembra assai grande per ciò che riguarda il fatto materiale dell'incontro fra quei personaggi, così come risulta pienamente giustificata l'induzione che tale incontro si sia riferito ad aperture di pace. Di maggiori riserve credo che debbano circondarsi le informazio~i stesse per ciò che concerne il contenuto del colloquio, il quale ebbe luogo (1).

(l) Il tel., l'edatto il 10 aprile, fu trasmesso da Pietrogrado il 12 aprile, alle ore 12.05.

694

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1670/405. Londra, 10 aprile 1917.

Con riferimento al mio telegramma odie:rlno, Gabinetto N. 164 (2) mi onoro di qui unito trasmettere a V. E. copia della ·comunkazione indirizzatami il 9 corrente dal Foreign Office, relativa alla nostra partec·ipazione nelle operazioni militari miranti all'occupazione della Palestina (3).

.ALLEGATO

GRAHAM A IMPERIALI

Londra, 9 aprile 1917.

\Vith reference to Your Excellency memorandum N°. 1253, of the 14th ultimo, relative to the de•sire of the ltalian Government to send a smalll detachment to co-operate with the French and British troops in Palestine and to show the Italian :fìlag in the International zone, I have the honour to state that His Majesty''s Government will welcome the presence of such a detachment on the understanding that the ItaUan contingent wi11 be sent for representative purposes only and that its numbers wHl not exceed some three hundred men.

In acceding to the request of Your Excellency's Government His Majesty's Government destre that it should be understood that no political mission wilil be attached. to the ltaUan detachment, and that the presence of Italian troops in Palestine will not imply that ltalian interests are concerned beyond the International Zone itself.

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, Il, cit., pp. 192-193.

(2) -Cfr. n. 690. (3) -Questo documento, con l'allegato, fu comunicato a Cadorna il 15 aprile.
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L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 378/96. Madrid, 10 aprile 1917.

La dichiarazione di guerra degli Stati Uniti alla Ger:mania era qui in generale attesa e come suol dirsi scontata sin dal momento in cui il Governo federale ruppe le relazioni diplomatiche col Governo di Berlino. p,er'Ciò non produsse impressione di sorpresa benché da tutti sia riconosciuta l'importanza dell'avvenimento. La stampa liberale fa grandi elogi del messaggio del presidente Wilson che, ripudiando ogni tendenza imperialista, dichiara di :prendere le armi pe'r quei principi di civiltà e di umanità cari ai Governi democratici e che vengono conculcati dal militarismo prussiano. I giornali germanofili tengono in generale un linguaggio abbasrtanza discreto che riv,ela un certo scoramento; la parola d'ord!ne che hanno ricevuta è queLla di mettere in r1lievo che nessun aiuto militare diretto l'Intesa potrà attendere per molto tempo dal nuovo alleato, l'aiuto industriale e finanziario non sarà maggiore di quello ,che è sempre stato, e nulla sarà mutato nel rapporto delle forze sui vari teatri d'operazioni nei quali si risolverà la grande contesa.

Nella grande massa poco ragionante nella quale si recluta ,principalmente la germanofilia spagnola l'intervento degli Stati Uniti accrescerà fonse anzi che attenuare le simtPatie per la Germania. Già molti Spagnoli si dicono ge:rmanofili semplicemente per anUpatia alla Francia o all'Inghilterra; molti rpiù si dichiareranno tali ora dando rper motivo il rancore sempre vivo contro gli Americani rapitori di Cuba. Non ho potuto, dopo che la dichia,razione di guerra americana è un fatto compiuto, vedere ancora né il Ministro di Stato né il presidente del Consiglio, ciò in causa delle feste e anche delle occupazioni derivanti loro dalla minacdata crisi ministeriale; non ho potuto quindi fino ad oggi scambiare con loro impressioni né rendermi conto del modo onde ~considerano questo nuorvo estendersi della guerra. Ma ho ,già sufficienti indizi che la dichiarazione di guerra americana giunse tutt'altro che gradita al Governo ,spagnolo il quale costretto, soprattutto dalle ,condizioni interne del paese, a rimanere ad ogni costo

neutrale, non può dissimularsi come la difficoltà della ,situazione degli stati neutrali aumenti a misura ,che scema il loro numero. Certamente l'entrata in ,guerra degli Stati Uniti reca se non altro un grave coLpo alle srperanze che nutriva questo governo di farsi a tempo opportuno H mediatore della !Pace, 'compito che esso sperava di assumere insieme con gli Stati Uniti ma che assai più difficilmente potrà intraprendere da solo.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 531. Roma, 11 aprile 1917, ore 18.

(Per Londra): Rapporto di V. E. N. 2254 del 19 novembre 1916.

(Per Parigi): Rapporto di V. E. N. 16,54 del 28 novembre 1916.

(Per tutti): Il R. Ministro in Addis Aibeba, in data del 17 marzo u.s. ha telegrafato quanto segue (l):

Ho risposto al Conte Colli:

• Nello scorso 'settembre in vista minacciosa situazione Abissinia furono inviate su desiderio Ministero Colonie istruzioni RR. Ambasciatori Parigi Londra proporre a quei Governi che fossero inviate comuni direttive ai tre rappresentanti in Addis Aibeba per una G>iù :stretta collaborazione in conformità accordo 1906. Tali direttirve, cui in seguito ,sopravvenuto coLpo di stato non fu dato più corso, contemplavano reciproche informazioni, cooperazione interess~ comuni, garanzie per tutela diritti riconosciuti dal Governo locale divieto introduzione armi, astensione intervento affari interni ecc., e si inspiravano tutte molto nettamente al desiderio mantenere statu quo Etiopia. iln un inciso diS!PaCdo ~con cui tali comunicazioni venivano fatte Parigi Londra si rilevava come fosse nostro interesse ritardare soluzione problema etiop~co facendolo ptl'ecedere speciali accordi fra Italia, Inghilterra e Francia per tntegrare ed eseguire convenzione 1906 e ottenere ripristino puro e seffi!Plice protocolli 1891 e 1894. Erronea interpretaz,ione data a questo inciso ha ,prodotto evidentemente confusione di cui suo ~collega di Francia è stato infovmato •.

Di più, ho inviato ora al Ministro in Addis Abeba le seguenti ulteriori istruzioni: (2)

Poiché il citato telegramma del Conte Colli accenna espressamente a diffidenze 'che sarebbero sorte presso i Governi di Francia e Inghilterra nei rigual"di della politica italiana dii fronte all'Etiopia, ~sarebbe OPIPOrtuno procurare di dissiparle. Lasdo a V. E. di cogHere a tale scopo una opportuna occasione per chiarire le cose verlbalmente. Il MiniJStro delle Colonie ha suggerito che si ,potrebbe per esempio far notare a ~codesto Governo, nella forma e nel teffiiPO IPÌÙ propizi, che l'accenno da noi fatto ad accordi speciali ~con Frrancia e Inghilterra in relazione alla Convenzione di Londra e ai :protocolli del 1891 e 1894, in quell'accordo indicati come base della tutela dei nostri diritti e interessi in Etiopia, si riferiva alla eventualità di negoz,iati tra Italia, Francia e Inghilterra, pel caso ~che tra le tre Potenze alleate si dovesse prendere in esame la questione etiopica o pel caso di disgregamento dell'Etiopia ~che era però 'comune interesse degli Alleati di ritardare quanto possibile, come abbiamo già più volte affermato.

Naturalmente la predetta comunicazione al Conte Colli circa eventuali progetti avvenire deve anche dall'E. V. essere considerata come segreta e riservata esclusivamente alla persona.

Ho diretto analogo telegramma a Londra e Parigi.

(l) -Cfr. n. 502. (2) -Cfr. n. 689.
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L'AMBASCIATORE A PARIGI. SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 915/80. Parigi, 11 aprile 1917, ore 21,40 (per. ore 2 del12).

Telegramma di V. E. N. 516 (1).

Quest'Ambasciata britannica ricevette istruzioni di cui al telegramma del Ma11chese Imperiali in data 30 marzo riprodotto nel telegramma di V. E. del 10 aprile (2).

Il mio collega d'Inghilterra avendo già fatta la sua comunica~ione in data 3 corrente non ho potuto adoperarmi nel senso desiderato da V. E. Invio per [)osta copia della nota inglese.

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IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 916/130. Atene, 11 aprile 1917, ore 14,40 (per. ore 4,40 del12).

Telegramma di V. E. Gabinetto N. 520 (3).

Convengo !Pienamente nelle deduzioni tratte dal R. Ambasciatore a Londra.

Non vi ha dubbio che ,scopo attuale dell'azione francese qui sia di giungere a detronizzare Re Costantino. Se e con quale mezzo vi giungeranno non saprei dire con sicurezza. Finora i loro sforzi, compreso il prolungamento indefinito del bloc,co, non hanno ottenuto altro risultato che di far crescere smisuratamente la popolarità del Re. Se però i Francesi riuscissero, l'opposizione inglese (a quanto posso giudicare di qua) sarà effettivamente scar:sa e ciò appunto per i motivi esposti chiaramente dal R. Ambasciatore a Londra.

(l) -Cfr. n. 677. (2) -Cfr. nn. 677 e 616. (3) -Ritrasmissione del n. 669.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE DI FRANCIA A ROMA, BARRÈRE

NOTA VERBALE. Roma, 11 aprile 1917.

Il R. Ministero degli Affari Esteri dopo avere esaminati i suggerimenti contenuti nel telegramma dei Rappresentanti in Pechino dei sette Governi Alleati cir·ca le misure da adottarsi verso il Governo Cinese come redprocità per l'effettiva e ·comp•leta rottura cogli Imperi Centrali ha l'onore di !l'ingraziare l'Ambasciatore della Republica Francese della comunicazione. Esaminati i suggerimenti contenuti in detto telegramma il R. Ministero degli Affari Esteri si pregia di far conoscere quanto segue.

n R. Governo è disposto ad accettare i suggerimenti di detti rappresentanti che si riferiscono alla sospensione del pagamento dell'indennità del 1901, ai buoni uffici da prestarsi presso gli Stati Membri perché accordino alla Cina quelle agevolazioni che le saran consentite dagli Alleati, ed all'autorizzazione ai Oinesi di .esercitare, con l'assenso di ciascun comandante delle truppe alleate, la sorveglianza ·sui sudditi nemi·ci nella zona dei quartieri predetti intorno a Tientsin. Il R. Governo consente pure in massima a1le •concessioni su~gerite in materia di diritti doganali e lascia al R. ministro in Pechino facoltà di concretare d'accordo coi suoi Colleghi Alleati i precisi termini delle concessioni e delle domande da farsi al Governo Cinese.

Per quanto ·concerne l'azione del Governo Cinese verso gli Imperi Centrali e verso i loro intere•ss·i in Cina, il Governo del Re stima che la dichiarazione di guerra debba dalla Cina esser fatta verso entrambi gli Iffi!peri Centrali; -che non solo le aziende tedesche ma anche quelle austro-ungariche devono essere poste sotto •seque•stro e ·che la liquidazione delle concessioni germaniche ed austro-ungariche in fine debba avvenire non solo d'accordo con gli Alleati ma tenuto •conto dei loro interessi. E•sso accetta, dopo ciò, integralmente gli altri suggerimenti contenuti nel telegramma collettivo dei Rappresentanti Alleati.

Il R. Ministero degli Affari Esteri ha l'onore di informare l'Amlbasciata di Francia di aver dato al suo Rappresentante in Pechino istruzioni telegrafiche nel senso qui sopra indicato.

700

IL MINISTRO PRESSO IL RE DEL MONTENEGRO A PARIGI, ROMANO AVEZZANA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 30/15. Parigi, 11 aprile 191 7.

La situazione del Montenegro, per quanto apparisce di qua non è migliorata dopo •che ne ho :riferito l'ultima volta a V. E.

Se gli effetti della rivoluzione russa non possono ancora •calcolaiflsi riguardo alle modificazioni che quel rivolgimento può portare nella situazione interna-.

zionale generale ed in quella del Montenegro in parUcolare, esso ha dato pre

testo ad un rincrudimento d'ella ·campagna serba contro il Re Nicola.

Sotto la presidenza del Signor Andrea Badovitoh, è formato un comitato per la propaganda se:rlba fra i montenegrini che, mi si assicura, di,spone di un fondo di tre milioni di franchi. Ne fanno parte Pero Vuchkovicht e Janko SjpaSISoievich, l'uno Ministro dell'istruzione e l'altro Ministro della giustizia nel gabinetto RadovHch, nonché Danilo Gattaia e M. Radonitch, i quali già, come agenti del Radovitch, andarono due volte a Corfù rper abboc•carsi con Pacitch passando per l'Italia e soffermandosi a Roma. Costoro, per cominciare, prepararono una pubblicazione diretta contro la Dinastia Petrovitch, alla quale la stampa ,svizzera ,sovvenzionata dalla Sel'bia e dalla Francia ha già prerr>arato l'opinione rpublbHca con articoli contro il Re Nicola ed il Montenegro che sono già stati segnalati a V. E., poichè ·codesto Ministero me ne ha inviato alcuni.

Fra gli studenti serbi del quartiere latino si sono formati due comitati segreti ai quali hanno aderito alcuni montenegrini, chiamati l'uno Comitato Centrale e l'altro Comitato d'azione che hanno per programma di additare la Dinastia Petrovitch come traditrice del serbismo e di eliminarla, oc·correndo, anche con la violenza. Essi attingono i fondi alla Legazione di Serbia. Rigual'do all'attitudine mina.cciosa di akuni di tali .gruppi, il Signor Baldacd mi ha riferito che certo Gravinovitch gli ha detto che suo fratello D. Gravinovitch, abitualmente residente a Losanna, era partito per l'America con un mandato serbo per organizzare cogli elementi più esaltati del partito ·che sono negli Stati Uniti un attentato terroristico. Baldacci presume possa trattarsi anche del Re Nicola. Il D. Gravinovitch fu implicato nel regicidio di Serajevo ed avrebbe dovuto uccidere l'Arciduca 1se gli altri non vi fossero riesciti.

Per ogni buon fine ne ho fatto ,preavvisare il Re.

Cil'ca i ra;pporti col nuovo gabinetto francese, il Signor Ribot non ha finora dato alcun segno riguardo le sue intenzioni verso il Montenegro. Ma data la sua ·poca ·Competenza ,sulle questioni estere e balcaniche, è probabile

che prevarranno, sotto il suo Ministero, sempre più le correnti predominanti al Quai d'Orsay che sono francamente serbofìle e nettamente antimontenegrine. La politica francese, •come persegue in Grecia il suo fine di costituirvi sotto Venizelos uno Stato tanto più a noi ostile in quanto noi ,siamo soli ormai ad ostacolarlo, così, lasciando libera azione al Signor Vesnitch, so·vvenzionand'o largamente i serbi per la loro propaganda jugoslava e panserba, cerca di rendere iffi/Possibile la restaurazione montenegrina e l'aippHcazione degiJ.i ~tessi accordi adriatici. E poichè l'idea del regime democratico greco è de!Stinata a rafforzarsi e prevalere, mentre quella della giustizia delle pretenzioni serbe è già gigante e quasi impossibile a combattersi, noi abbiamo tutte le ;pil"obabiHtà di vedere coronato da successo l'abile lavoro della diplomazia e del denaro francese.

Ricercando le ragioni che :possono determinare la condotta della Francia anche 'neHe questioni dove parrebbe fatto o facile l'accordo, due, credo, siano le ,considerazioni che la muovono; e doè: la tradizione di egemonia per cui essa ritiene di dover predominare in ogni luogo, ma più ancora una assoluta Slfi.ducia nell'atteggiamento che noi saremo portati a prendere dopo guerrra per il conflitto dei nostri inte·ressi mediterranei.

È una :supposizione purtrqppo ·confemnata da un insieme di manifestaz,ioni allarmanti ·che essa, per toglierei ogni velleità di una politica indipendente, conti bensì sul rafforzamento delle correnti democratiche italiane simpatizzanti a qualunque costo ·con la democrazia francese, ma sopratutto in una ricostituzione della carta d'Europa ·che ci lasci ingranditi di territorio in quella parte che ci mette in definitivo contrasto ·con l'Europa •centrale, ma in compenso e frenati dalla vicinanza di una forte Serbia e di una forte Grecia nemiche ed obbedienti alle ispirazioni del blocco franco-inglese; mentre per la stessa ragione cer·cherà d'i limitare definitivamente ogni nostra espansione in Asia ed in Africa.

Tutto questo verrebbe consolidato dalla dipendenza finanziaria ed e•conomica in cui verremo a tro~arci a 1.)ace fatta.

Forse io esorbito dalla mia limitata •competenza di Mintstro al Montenegro esaminando la situazione politica generale; ma non posso esimermene poichè i due problemi sono connessi e che la questione montenegrina subisce come tutte le altre questioni gli effetti dell'impostazione di tutti i nostri rapporti cogli alleati e con la Francia in particolare.

Le questioni adriatiche, montenegrine, serbe o greche che siano, come le questioni mediterranee seguiranno l'attuale corso ·che le allontana sempre più dal nostro ·controllo, se non sopravviene un qualche fatto nuovo, una netta spiegazione, un il'iesame della situazione che faeda rinascere fra noi e gli alleati quella fiducia che è essenziale così per la cooperazione nella guerra che per un'azione concorde dopo di essa.

Questa spiegazione è tanto più indispensabile dopo che ·con la trasformazione del regime russo e l'ingresso degli Stati Uniti sono entrate a partecipare in questo conflitto, che dovrebbe mutare le sorti d'Europa, due possenti democrazie ignare dei nostri vitali interessi e che hanno così sulle questioni mediterranee che su quelle jugoslave e greche idee confuse e facilmente sfruttabili a nostro danno.

Se non riusciamo ora a stabilire nettam.ente quale 1sarà la nostra situazione nel futuro assetto europeo, noi ci troveremo sempre più isolati e sempre più a disagio; non •saremo in grado di sostenere efficacemente i nostri punti di vista e non potendovi rinunziare arriveremo alla fine della guerra in istato di latente rivolta contro gli alleati.

701

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 92·2/8. Madrid, 12 aprile 1917, ore 1,05 (per. ore 8,25).

Ministro di Stato mi si è mostrato nel suo ricevimento ebdomadario d'oggi molto preoccupato della situazione creata alla Spagna dalla dichiarazione di

guerra degli Stati Uniti, situazione che si farà anche più grave se altre repubbliche americane seguiranno l'esempio. Il blocco della Spagna diverrebbe allora assoluto; :parlò in modo assai risentito dell'affondamento senza avviso del piroscafo • San Fulgenzio • che tornava dall'Inghilterra dove era andato con salvacondotto germanico; accennò alla necessità per la Spagna di assumere una ferma linea di condotta. Da questo e da altri indizi credo di poter argomentare che il Romanones, preoccupato dell'isolamento sempre maggiore cui va incontro la Spagna, contemplerebbe l'opportunità di una rottura di relazioni con la Germania; si è detto però tuttora assai esitante temendo la germanofilia dei circoli di Corte, del clero e di parte dell'esercito. Suoi timori si collegano colla probabilità di una crisi ministeriale che oggi però sembra :per lo meno aggiornata. È certo che la politica spagnuola entra in questi giorni in una fase che merita di essere seguita dagli Alleati con parUcolare attenzione.

702

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 931/169. Londra, 12 aprile 1917, ore 22,16 (per. ore 12 del 13).

Per dare carattere ufficiale alla riserva di cui al dispaccio di V. E. n. 11 (l) e !asciarne traccia occorrerebbe fol'mularla in un memorandum da consegnarsi al Segretario di Stato. Una semplice comunicazione verbale a Balfour non mi parrebbe consigliabile essendo più che probabile che egli ignora la questione. In qualunque modo però è da prevedersi che l'espressa riserva da me formulata drca la questione di Tsana, sia a Balfour sia coi miei 'colleghi, Langley specialmente, se iPer iscritto potrebbe facilmente provocare quaLche replica tale da condul're ad una discussione che V. E. ha ragione ora di evitare. Dopo matnra riflessione mi permetto di sottoporre a V. E. se il dqppio scopo indicato nel precitato dispaccio non potrebbe .conseguirsi. con un amichevole avvertimento verbale di V. E. a Rodd. Tale avvertimento apparirebbe tanto più naturale ed a proposito ·in quanto per ora almeno fu già in passato trattato a Roma ed anche in connes,sione con le recenti proposte pel tramite di codesta Ambasciata comunicato a V. E. d11ca riforme in Abissinia.

È questo del resto il sistema seguito da Grey e da Nicolson e da Hardinge in varie occasioni in cui mentre si è voluto far chiaramente intendere il ,pensiero del Governo britannico su certe determinate questioni, si è parlato a me anzichè a Roma per conservare a tali comunkazioni il ·carattere di uffi.cioso ed amichevole ad evitare 1premature discussioni.

Sospendo per tali motivi ogni pratica in attesa di ordini di V. E.

(l) Non pubblicato.

703

L'AMBASCIATORE A PIE"l'ROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1289/176. Pietrogrado, 12 aprile 1917 (per. ore 18 del 13) (1).

È partito giorni sono alla volta di Londra e Parigi il Maggiore Stefanich uno dei rappresentanti più attivi e intelligenti del Comitato Nazionale cecoslovacco che fa capo a Mazarik. Egli era ben noto qui nei circoli governativi, politici e diplomatici e aveva soggiornato lungo tempo ai Quartieri generali, ovunque favorevolmente apprezzato. Conoscendo simpatie che causa ,ceco-slovacca riscuote in Italia, egli mi ha manifestato il desiderio d'i rpoter esporre di persona possibilmente a V. E. il progetto del suo Comitato per l'avvenire della Boemia. Creazione di uno Stato boemo è problema arduo anche a cagione posizione geografica di quella Nazione ma meritevole del nostro più benevolo interessamento. Uno Stato ,ceco-slovacco 1sarebbe infatti un elemento di equilibrio sia di fronte germanismo da un lato, 'che ad altri eventuali aggruppamenti slavi dall'altro. Anche dal punto di vista economico non mancherebbero vantaggi ove potessimo assicurarci condizioni favorevoli e magari privilegiate per la fornitura del carbone. Ad ogni modo non sarebbe inopportuno che R. Governo avesse ulteriore conoscenza delle vedute dei ceco-'Slovacchi e delle loro simpatie a nostro riguardo per mezzo di uno dei loro autorizzati rappresentanti. Qualora

V. E. acconsentisse a ricevere Stefanich ed a porlo altrimenti in comunicazione col R. Governo, la pregherei di voler avvertirmene con le indicazioni del caso (2).

704

IL MINISTRO A JASSY, FASCWTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 956/110. Jassy, 12 aprile 1917, ore 21,20 (per. ore 11,35 del 15).

Mi risulta in via confidenziale che Bratiano è preoccUiJlato della dichiarazione di Kerensky il quale avrebbe detto che Miliukoff neH'affermare che il Governo provvisorio as:sume tutti impegni internazionali contratti dall'Impero in occasione della guerra sarebbe andato troppo oltre.

Bratiano teme che il nuovo regime russo pur accettando di condurre innanzi la guerra fino alla vittoria non renda antLpopolare la politica delle annessioni che per la Romania come per l'Italia costituisce la sola ragione della guerra.

(l) -Il tel., redatto il 12 aprile, fu trasmesso da Pietrogrado il 13 aprile, alle ore 14.30. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con T. 509 del 16 aprile, con l'aggiunta per tutti: • Prego V. E. seguire azione che svolgerà costà lo Stefanich •.
705

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 959/111. Jassy, 12 aprile 1917, ore 21,20 (per. ore 13,10 del 15).

Barrère ha telegrafato al Quai d'Orsay che i giornali italiani pubblicano avere Generale Iliesco fatto una dichiarazione per gettare .sull'antico regime russo e specialmente sull'ex Presidente del Consiglio Sttirmer la responsabilità dei disastri subiti dalla Romania. Iliesco avrebbe detto che la Russia avrebbe forzato la Romania 'con minacde ad entrare in azione quando ancora non era preparata. Barrère aggiungeva che le dichiarazioni d'Iliesco avevano fatto negli ambienti politici romeni e nel mondo diplomatico pessima impress,ione ed esprimeva l'avviso che ne venisse interessato il Governo romeno affinchè fossero impartite istruzioni al Generale Iliesco di ritrattare pubblicamente dichiarazioni di cui sopra onde non sollevare malcontento e malintesi tra gli Alleati. Questo Ministro di Francia ha esposto quanto precede a Bratiano il quale ha risposto che non ne sapeva nulla, che avrebbe telegrafato ad Iliesco per chiederg1iene spiegazione dandogli fin da ora istruzioni di fare nessuna dichiarazione pubblica senza rprevio accordo coll'Alto Comando francese.

A me Bratiano ha detto presso a poco la stessa cosa aggiungendo però che a parte la questione d'opportunità le dichiarazioni d'Iliesco erano giustificate dal fatto che lo ·stesso Miliukoff aveva detto ignorare che alla Romania era stata fatta la mina,ccia di annullare tutti i p·recedenti accovdi se non avesse accettato di entrare in azione all'epoca in cui fortunatamente l'ha poi effettivamente fatto e che Generale Rusky in una intervista apparsa sui giornali russi aveva attribuito alla Romania l'intera responsabilità della scelta del momento.

706

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. RR. 1718/419. Londra, 12 aprile 1917.

Facendo ·seguito al mio telegramma odierno, Gabinetto n. 170 (1), ho l'onore di trasmettere, qui unito, a V. E., copia della lettera pervenutami da questo

Segretario di Stato degli Affari Esteri in ri~osta al mio memorandum circa l'Asia Minore.

V. E. troverà del pari qui accluso CQpia delle note e.spUcative, fornite dal·· l'Uffido idrografico dell'Ammiragliato, alle quali si riferisce il Signor Balfour nella suddetta sua lettera.

ALLEGATO.

BALFOUR A IMPERIALI

Londra, 12 aprite 1917.

You expressed an earnest desire, when we Jast met, that the negotiations with

regavd to the proposed Italian Sphere of Inf•luence in .A!Sia Minor should be

expedited. I entirely share your wishes upon this point; but I cannot think that

the negotiators in London have been wholly to blame for any delays that may

have occurred. These are due partly to the inherent difficulty of the subject,

and perhaps in an even greater degree to its history.

W;tth the earHer chapters of ·that history, I am not immed~ately conoerned. If there were episodes in them which gave umbrage to the Italian Government, I very greatly regret it; but I do not propose to deal with them now. In any case, they are past and over, ·and the only problem before us is how to meet with a full measure of justice the Italian claims based upon the ninth artic•le of the London Treaty o:f Arpril 1915.

As the Ita>lian Government point out, the ninth article aimed a t three objects: the maintenance of the principle of equilibrium in the Eastern Mediterranean; the concession to ltaly of an • equitable • or • propoctional • Zone of Influence; and the aHocation of this Zone to regions adjacent to Adalia, where Italy aJready possesses important rights.

It cannot be said that the Treaty is so harpptly worded as to make disputes as to its meaning impossible. • Equilibrium in the Mediterranean • is a phrase which might easi·ly lend itself to controversy; and the words • équitable •, • equitable •, and • congrua •, which respectively in French, English and Italian are used to describe the relation which the Italian Zone ought to bear to the Zones of the othe·r Treaty Powers, may obviously be made the subject-matter of endless disputations.

For my own part, however, I find it difftcult to doubt that what was aimed at by the Contra.cting Powel1S was 'ihat, between the Sphe!"es of Inf,1uence assigned to Italy and France in the Eastern Mediterranean, 'ihere should be a rough equality: and it is this object that I have anxiously sought to further.

I claim no authority for this inte.IlPretation, whkh is a purely personal one. But I believe it to be in ,generai harmony with the view entertained by Baron Sonnino; and it was in that belief that a'i the first Ambassadorial Meeting I proposed to have traced out a Zone of Influence for Ltaly which, while equal to that assigned to France, shouLd not interfere with it. I was distressed to find that a suggestion, which I had supposed wou1d be agreable to all Parties, was not one which you thought your:seJf at ~iberty ·even to disouss. Your objeotion, or the ob3ection of your Government, was not founded, as I undel1Stood it, upon the view that the proposed Sphere was not large enough to be • equitable •; for this olearly would have been a matter for friendly debate not for blank negation. It was founded rather upon the idea that, since the ltalian note laid claim to certatn specified regions (already in rpart assigned to the French), this proposal and no other shou1d have been chosen as the starting .point of the Ambassadorial negotiations. But am I unreasonable in thinking that, since we met together for the express purpose of ·carrying out the Treaty of London, no scheme which endeavoured to conform to that Treaty shomd have be.en 1'U1ed out of court?

Believe me, I am not saying this by way of complaint. It is rather to explain the slow development of the negotiations, which have thus been hampered from the very beginning. I gladJy recognise that by sending in, with the consent of Baron Sonnino, your private memorandum dealing with the proposed Italian Sphere, you have materiaJly contributed to the further progress of our work.

In accordance with my proon1se to you, I now venture to make·a few comments upon your paper, which may serve at least to show that in submitting my proposal to the Conference no injustke was intended to Ita-ly.

In attempting to estimate the comparative va-lue of different Zones, it may' perhaps be that the British and the Italian politicians start f,rom principles which are not in perfeot agreement. Were we in the position of your countrymen I have little doubt that we should prefer the proposed Italian Sphere to that which on historicwl grounds has been assigned to the French. Italy has a large surplus population, well skilled in the p.ractice of Mediterranean agriculture. In the south-west of Anatolia, this population will find a soH and a climate admirably suited to its needs, and its habits, with a better climate than the regions to the eastward, and mu:ch nearer both to the Mother Country from whioch they come and the markets for which they •cater. If colonisation be one of the ends which Italian statesmen have in view, there is no part of the wor1d where (as it seems to me) it cou1d be more successfully secured than in the proposed Italian Sphere.

You hold, however, a.s I understand it, that, in comparing the value of two areas, you should consider not so much what .can be made of them in the future as what has already been made of them in the past. You dwe11, for example, upon the fact that, in the French Sphere, there is the welJ.-equipped port of Beyrout and a rairlway system in working order; and you seem to think that, in the matter of ports and railways, ali the advantages whether present or future, are with the French, ·and al!l the disadvanrtages with the J.talians. But is this reaUy so?

Let me observe, in the fi'l"st piace, that Beyrout has been made what it is entirely by French entevprise, and that both port and railway are due to the investment of French capitai. I do not think that this consideration can properly be ignored, nor do I think that, on reflection, you wou:ld desire to ig;nore it. But it is not the most important point that has to be kept in view. Beyrout, the only well-equipped port in the French Sphere, is smalol and cannot be enlarged. Alexandretta has great potentialities, but is a t presen t not a port a t an: i t lies in a very bad climate; much time and money will be required for its development; and even when it is deveJoped it will by treaty be a free port, open on equa! terms to the commerce of ali nations, Mersina is a roadstead, sheltered indeed from many winds but exposed to the South-West and to East-South-East; and though it may be fairly adequate to its present trade, is scarcely capable of important development.

These are aH the harbouvs worth mentioning (except Agen bay) which exist, or whkh can be made, in the French Sphere. In the proposed Italian Sphere the case is very different. The coast is reach in natura! havens, I should think one of the richest in the world. I asked the Hydrographer of the Navy to send me a Ust of them without explaining the use to which I intended to put it. I enclose it for Your Excellency's information.

It is linstructive to observe that after describing nine natura! harbours al'l of which Jie within the ItaUan Sphe•re, he incidentally observes of Adalia and Mersina (the ports on this coast of whkh we have heard the most) that • they are open Roadsteads with considerable trade, but in no sense harbours •! If Italy is to restore to South Eastern Anatolia its former prosperity, it is not through imperfect channels like these that its seaborn trade must flow.

If I turn from Your Excellency's comments on the harbours of the proposed Italian Zone to its railways, there are some furthetT observations to be made. Your ExceHency complains that the solitary railway actually working in the Italian Zone represents for the moment at alJ. events a sort of fetter (servitù}

belonging as it does to a foreign company, and you compare the situation thus

oreated with the happier conditions which prevail in the Zone assigned to the

French.

But if the absenre of 'rai,lways be an evil, and thek presence (if foreign owned)

be a • servitude • the position is without remedy; for Italian railways do not as

yet exist.

Surely however, matters are not so bad as this line of thought would seem

to indicate.

In the first place the Bagdad railway runs through the Italian Sphere, the

Aidin railway is almost wholly within it, and the latter, paying a substantial

~vidend which it earns from its own traffic and does not extract from the Turkish

taxpayer through the machinery of a kilometric guarantee, shews what can be

done by energy and enterprise in South West A:natolia even under Turkish rule.

Under ItaHan Admini'stvation, a:nd with the he1p of Lta1ia:n industry the railway

system wou1d be linked up with the ports and carrying ItaHan goods to Italian

ships, would depend not on through traffic from foreign regions but on the produ

ctive energies of ltalian industry exercised in lands under Italian control.

Of the mines I have little to say. Your Excellency think the Argana Mine

in the French Zone is worth all the mines to be found in the ltalian Zone. You

may be ~right, though this is not the opinion of the experts whom I have had an

opportunity of consulting. There must always be a doubt about the value of

imperfectly explored mineral resources which does not attac to the fertility of the

soil or the .security of harbours. By a11 means ~let us make further investigations

and try and arrive at a trustworthy conclusion. I ask for no more.

So much I have been obliged to say in defence of a suggestion which seemed

and stili seems to me not unworthy of consideration, however much discussion

may shew that it requires amendment. May I add one word before concluding

this long letter.

The first principle which the Italian Government find in the Ninth Article of the Treaty of London is the • Maintenance of Equilibrium in the Eastern Mediterranean •. Can it be suggested that under this head the Italians are not likely to gain in the end much more than the equitable or • congrua • share to which they are entitled?

What are the elements which, in the hands of a Maritime people confer inf,luence in any particular region? Surely the possession of convenient harbours, supplied and supported by an hinterland which is friendly and prosperous. If in addition, these harbours and this hinterland are close to the parent country with no great Power lying between, so much the greater will be the influence which they wiill naturally be able to secure.

Estimate on these principles the relative positions that, as time goes on, will be occupied under the proposed arrangement by England, France, and Italy, in the Eastern Medi,terr-rane<an. Eng;l<and wiH possess E~gy,pt w,i<th one port, and Cyprus with no port at all. France will possess Beyrout, the free port of Alexandretta, and the roadstead of Mersina. The territories served by these ports is without doubt valuable; but the population by which they are occupied, however loyal, contented and prosperous, can never be British or French by religion and race; nor can the bonds uniting them to the Protecting Powers be as olose and intimate as those connecting Italy with the men of ItaUan birth who willl make their homes in Southern Anatolia.

That in such ciroumstances Italy will possess a superiority in the local conditions which make for influence in the Eastern Mediterranean seems to me certain. And assuredly this is no matter for regret. Before the Byzantine Empire was overwhelmed by the Ottoman invader Italian Cities led Western civHization in Eastern Waters. If this war 1should bl'eak the poweT of the Turk, I shou1d rejoice that a United Italy shou1d bear a great share in restoring to civilization the neighbouring lands which the Turks has so :long laid waste. I find it hard to believe that an ampie opportunity for fulfilling this high destiny woUlld not be given by the Zone of influence which has been tentatively proposed; I find it hard to believe that in itseH it i,s not equa!, and that from an Italian point of view it is not far superior, to Zone which, on historical ,grounds, has been assigned to the French. I may be wrong, but at Ieast let us bave an opportunity of discussing the question. I bave no right to speak for our Allies. But speaking for His Majesty's Government I can most truly assure Your Ex,ceHency that we shou1d view the growth of ItaUan infuenoe in the Eastern Mediterranean not olllly without jea1Iousy but with sympathy and satisfaction, We greatly hope that the war, and the peace which folilows the war, will enable these aspirations to be soon fulfilled.

ALLEGATO II.

PORTS BETWEEN SKALA NUOVA AND ALEXANDRETTA WHICH COULD BE OF COMMERCIAL USE FROM THE POINT OF VIEW OF SHELTER, DEPTHS AND POSSIBLE HARBOUR WORKS GULF OF MANDELYAH

WEATHER. Presumably we11 sheltered from S.E. and N'ly., winds which are the strongest but open to S.W. although partiaHy protected in this direction by Panagia Island.

NAVIGATION. Quite easy. HARBOUR WORKS. None in existence, but natural formation favours them: it is considered this would make a very good port for large vessels.

a breadth of about 2% miles.

ANCHORAGE. Ctlean shores and suitable depths any where.

WEATHER. Wea shel,tered ex,cept with winds :f)rom S.W., but there would be no Sea from thi,s direction; probably squalls would be violent from every direction. NAVIGATION. Quite easy. HARBOUR WORKS. None, shores are genera:Hy steep-to; Isene Bay and

KasaJkioi afford good boat harbours for unloading & c. Considered a very good port for ~Iarge vessels.

ANCHORAGE. Excellent.

WEATHER. Well Sheltered, smooth water always.

NAVIGATION. Quite easy but space restricted.

HARBOUR WORKS. Small 'pier at Kiuvergini which is an excellent little

boat harbour & c. Considered a most exceHent port in every way though smalL

GULF OF KOS

ANCHORAGE. Excellent any where, holding ground being most tenacious. WEATHER. Winds ~said to be irregular, but water should be generally smooth. NAVIGATION. Quite easy, w.ithout any dangers. HARBOUR WORKS. None; owing, to the unhealthy district due to miasma

from the 1swamps the country !l'Ound is uninhabited during portions of the summer but undoubtedly, but for this, it would come a good port as the anchorage is exceilJLent.

ANCHORAGE. Good. WEATHER. Well sheltered. NAVIGATION. Easy but space restricted. HARBOUR WORKS. None. Here again the lamd i•s most unhealthy i:n summer and autumn and there a~re

very few inhabitants.

NOTE. There are severa! small excellent anchorages on the S.E. side of the Gulf of Kos which might be available, but from June to October and in some years at other times the sho·res are abandoned by the inhabitants • In order to esca.pe sickness which combined with the absence of fresh water may account for the scanHness of the rpopul•ation •. • In all the •smawl ports or Jsle,ts of the S.E. side of ·the Gulf where alluvi·al deposits have extended the mounths of the smaU stream which run into the sea... they have become in most instances a pestiferous swamp... most prejudicia·l to human life and perhaps from an additional reason why the secure and beautiful harbours in the pa.rt of the Gulf ari' untenanted •.

GULF OF DORIS

wide, the latter 2% miles deep. ANCHORAGE. Good, but water deerp especially in Port Losta. WEATHER. Apparently well sheltered, and in certain rparts landlocked. NAVIGATION. Easy. HARBOUR WORKS. None. These two bays with their numerous smaUer indentations appears to possess

great facilities for the making of a .commerciai rport from a seaman's of view. This J?Ort is also very close to Marmarice Havbour by road. although over fifty mHes by sea.

COAST OF KARAMANIA FROM GULF OF DORIS TO ALEXANDRETTA

7 fathoms.

NAVIGATION. Easy.

WEATHER -This harbour is perfectly landlocked, and work would not be impeded by wind or sea.

HARBOUR WORKS. Small mole and pier at the village at head of the harbour.

REMARKS. This district is thinly populated, but the country is fertitle, plenty

of water and supplies are obt·ainable. Marmarice is undoubtedly one of the two best harbours on this Coast, Karagatch being the other.

ANCHORAGE. Secure with good holding ground, depths being from 10 to 25 fathoms.

NAVIGATION. Easy.

WEATHER. Good shelter but possibly a swell with S'ly winds.

HARBOUR WORKS. None.

REMARKS. Plenty of water, few inhabitants, supplies difficult to obtain. An

excellent ha•rbour for use as a mercantHe port.

ANCHORAGE. Good but confined. Depth 7-9 fathoms. WEATHER. Always suitable, harbour perfectly landlocked. NAVIGATION. Easy but rather restricted. HARBOUR WORKS. None except for a 'landing place in front of the town. REMARKS. Very unhealthy, owing to Marshes from May to October, when

town is practicalily deserted, but during autumn and winter supplies are plentiful and water is obtainable, the trade during these seasons being considerable. Appears to be an ex,cel-lent but small harbour, there is an outer anchorage outside in Makr Gulf N.E. of Kazil lsland.

6 fathoms increasing outside the anchorage. NAVIGATION. No difficulties. WEATHER. Anchorage is exposed, but winds not generally inconvenient. HARBOUR WORKS. None. REMARKS. At present entirely dependent on Aiexandretta for supplies.

ANCHORAGE. Good. WEATHER. Suitable, but anchorage exposed to N'ly. winds although not ge

nerally inconvenient.

NAVIGATION. Easy.

HARBOUR WORKS. Severa! small piers exist and important works are

proposed. REMARKS. Considerable trade already, and railway to Toprakalik (32) was opened in 1913. Although not a protected havbour, this piace has at present greater facilities than any other more sheltered places.

NOTE. There are open Roadsteads with considerable trade and large towns at Adalia and Mersina, but they are in no sense harbours. Mersina has the advantage of a railway, but Adalia is the largest town in the Gulf.

(1) Cfr. n. 715.

(l) BASILICUS BAY -About 2 mi1les in width at entrance and 5 miles deep. ANCHORAGE. Good in upper pa<Tt and presumably in Bay or Kruvraike but anchorage could de obtained any where.

(2) IASSUS BAY -(Gulf of Mandelyah) Extends 5 miles North Eastward with

(3) GUVERGENIK BAY. l 2/3 miles deep, average breadth 1/2 mile, absolutely clean.

(4) PORT GIOVA & BAY. -5 mHes deep and 2% miles in width, quite clean.

(5) PORT GALLIPOLI. One mile or more dee.p and half mile wide at entrance.

(6) ARINEH & LOSTA BAYS. The former 33,4 miles deep and Il/2 to l mile

(7) MARMARICE HARBOUR. 2% mi1es in depth and 3% miles wide. ANCHORAGE. Secure with good holding ground, depths being from 20 to

(8) KARAGATCH HARBOUR. About 4 miles by land from Marmarice is about 2% mi,Les wide and one deep, being approached by a channel ll/2 mi1es long and one mUe broad.

(9) MAKRI HARBOUR -About two mHes in depth and half mile wide.

(10) AYAS BAY. Situated on the apposite side of the Gulf of Iskanderum to Alexandretta, about eme mHe wide with a depth of about 11/z miles. ANCHORAGE. Very good with exceHent holding ground, with depths of 4 to

(11) ALEXANDRETTA BAY. About two miles deep.

707

L'AMBASOIATORE DEL BRASILE A ROMA, DE TOLEDO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

MEMORANDUM Roma, 12 aprile 1917.

O Govierno dos Estados Unidos do Brasil em Nota de 9 de Fevereiro ultimo dirigida ao Governo Imperia! de Allemanha protestou contra o bloqueio establecido pelos submarinos declarando nessa occasiao c~ue o Govierno Imperia! fiçava responsavel por todos os actos attinentes aos cidadaos, mercadorias e navios brasileiros e que :representassem urna violaçao dos principios do Direito International ou dos Convenios em vigor entre os dois paizes. Alfim de evitar equivocos sobre a interpretaçao do sentido dessa declaraçao a Legaçao

dos Estados Unidos do Brasi! em Berlim seguindo instroçoes telegraphicas recebidas a 13 de Fevereiro ultimo fez saber lealmente ao Govierno alemao que

• consideramos essencial para a manutençao das relaçoes politicas e comerdales com a Allemanha que nenhum navio brasileiro seja attacado em qualquer mar e sob .pretexto algum, inclusive o de conduzir contrabando de gue:rra tendo

o.s belligerante,s incluido tudo nessa categoria •.

O Govierno Imperia! conhecia portanto as disposiçoes do Brasil em caso de attentado contra os seu:s vapores sendo este obrigado a cumprir o dever de defender os direitos da liberdade de navegaçao e os interesse~ vitale:s dos seus nacionaes. Foi, pois, com dolorosa sorpresa que o Govierno brasileiro teve ·conhecimento do afundamento do vapor nacional • Paranà » occorido as 23 horas na noite de 3 para 4 do corrente. Esse faeto teve lugar nas seguites condiçoes:

l -O navio navegava com mavcha reduzida e com as luzes regulamentares, inclusive ·com un distico luminoso onde se lia a palavra • Brasi! , . 2 -Nao recebu intimaçao de especie alguma para parar e serem examinados os1 papeis de carga que transportava.

3 -Fois tovpedeado sem aviso prévio, nao appondo pois o • Paranà • nehuma resistencia, tendo ainda recebido apos o to!1pedeamento cinco tiros de canhao.

4 -O submarino atacante, apezar de :se a·char proximo ao • Paranà • e em posiçao bem visivel, nao prestou nenhuma assistencia humanitaria aos naufragos.

Alem desse acto hostil à amizade brasileira-alema deve ser considerada a destruiçao do navio que representa interesses materiales de alta monta e prin<:ipalemente a perda de vida de marinheiros brasileiros, al em dos feridos sacrificados sem forma de proces.so, contra regras ex.pressas no Direito das Gentes e postergaçao dos principios estabelecidos em Convençoes adoptadas pel a propria Allemanha.

Verificadas, pois, as, infraçoes das condiçoes da Nota de 9 de Fevereiro estabelencedo a attitude do Brasil, confirmada e esclarecida pelas instruçoes enviadas à Legaçao brasileira em Berlim a 14 de Fevereiro S. Ex o Sr. Presidente da Republica dos Estado Unidos do Brasil julga que o incidente m:io comporta nenhuma possibilidade de esplicaçao ou negociaçao.

Sua Ex·cellencia, certo de que sempre deu cabal comprimento aos compromissos liv;remente assumidos pel o Brasi! e aos seus deveres para com o Govierno da Allemanha, tem grande pezar em reconhecer que à forçado a romper as relaçaos diplomaticas e comerciales do Brasil com o Impero Allemao.

En cumprimento a essa resoluçao, o Senhor Presidente da Republica fez çntrega.r os pa·ssaportes ao Enviado Extraordinario e Ministro rplenipotenciario de Sua Majestade o Imperador da Allemanha e Rei da Prussia, aocredidato nunto ao Govierlno Brasileiro, e telegraphou ao Inviado Extraordinario e Ministro Plenipotenciario dos Estados Unidos do Brasi! em Berlim ordenandolhe pedir egualmente os sois passaportes e se retirar da Allemanha, com o pessoal de sua Legaçao e os Consules brasileiros.

708

IL SEGRETARIO PERMANENTE DELL'AMMIRAGLIATO BRITANNICO, GRAHAM GREENE, ALL'ADDETTO NAVALE A LONDRA, REY DI VILLAREY

M. 04262/17. Londra, 12 aprile 1917.

In reply to your letter of the 6th instant, I write to inform you that the Memorandum from the Ministry of Marine respecting the Naval situation in the Adriatic has been most carefully colllSidered by the Board.

The increasing number of German Light Cruisel's attached to the Hig Sea Fleet, and the fact that the Germans also possess a large Fleet of Zeppelins in adclition for observation work in the North Sea, is causing serious anxiety to the British Admiralty and it is greatly regretted that it will not be possible to ~are any Light Cruisers of the Calliope or later Classes for service in the Adriatic. As soon, however, as the Raider in the Indian Ocean has been destroyed it is antidpated that a total of 5 British Light Cruisers will again be in the Adriatic.

As regards destroyers, orders had actually been sent that the 4 H Class destroyers were to proceed to the Adriatic at the ·conclusion of their present escorting trip; but Germany has announced her intention to attack our H~ital Ships in the Mediterranean, and with the greatest reluctance we have been compelled to canee! the order, so that these destroyers may be available as escort for the Hospital Ships, there being no other destroyers that can be utilised.

The Board very much regret that in view of the extremely urgent requirements that have thus ar·1sen, they are unable ·to assist the Italian Forces in the Adiriatic to the extend which had been hoped (1).

709

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 929/104. Washington, ... aprile 1917 (per. ore 5,40 del 13).

Mi consta che l'Inghilter.ra chiede con insistenza il ·consenso di questo Governo al reclutamento dei sudditi britannici negli Stati Uniti d'America, ma che si imbatte finora in un rifiuto motivato dalla necessità di un'apposita legge del Congresso ·che non vi si mostrerebbe favorevole.

(l) II contenuto di questo documento fu comunicato telegraficamente da Villarey il 13 aprile al Ministero della Marina.

710

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1271/97. Madrid, 13 aprile 1917, ore l (per. ore 11,15).

Governo spagnolo ha riconosciuto nuovo Governo russo e dato gradimento nuovo Ambasciatore.

711

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 933/102. New York, 13 aprile 1917, ore 3,10 (per. ore 12,30).

Telegrammi di V. E. Gabinetto n. 18 e 19 (l) e miei telegrammi n. 93 (2) e 98 (3).

Ho avuto un nuovo colloquio ·col Segretario del Tesoro subito dopo la sua conferenza col Comitato parlamentare incaricato di definire e presentare alla Camera il disegno di legge pel prestito di cinque milia·rdi che verranno p·robabilmente portati a netto. Cbnfermandomi e specificandomi le sue anteriori dichiarazioni, egli mi ha detto che il disegno di leg·ge di~one che tre d'i questi miliardi vengano impiegati dal Governo degli Stati Uniti in apertura di credito ai singoli Governi alleati e ·che, ci11coscritto tassativamente lo SCOIJlO di questo credito ai fini della guerra, la loro concessione sarà connessa al riconoscimento delle necessità essenziali di cias·cuno degli alleati. Converrà quindi che ogni Stato specificando le proprie richieste le illustri nel modo migliore coll'indicazione dei bisogni da soddisfare in relazione alla guerra che esso conduce. Rispondendo poi ad alcune mie domande, il Segretario del Tesoro mi ha detto che nessuna garanzia sarà chiesta ai Governi mutuatari, ma una semplice obbligazione ·che potrebbe essere rilasciata anche dagli Ambasciatori debitamente autorizzati e dietro produzione della facoltà dei rispettivi Governi di contrarre il prestito; che il Tesoro americano, non avendo naturalmente nelle proprie casse le somme da anticipare ai vari Governi, le metterà a loro disposizione man mano che il prestito verrà sottoscritto, salvo ad anticiQ)are subito quanto occorre ad essi per fronteggiare le eventuali esigenze immediate; che l'interesse, uguale a quello dei titoli ·che emetterà il Governo degli Stati Uniti, sarà versato dai Governi mutuatari alle stesse scadenze dei cuponi dei titoli; che per l'estinzione di questo prestito il Governo degli Stati Uniti lascia ai singoli Governi di fare le relative proposte.

I prestiti verranno fatti a ciascuno Stato direttamente dal Tesoro americano. I dettagli di ciascuna oPerazione saranno fissati su questi capisaldi. Se

U.S.A. chiederà al Congresso !"autorizzazione di emettere 5 milioni di buoni al 3,5 o/o.

gretario del Tesoro mi aggiungeva che, dQpo approvata la legge proba!bilmente fra una settimana, avrebbe conferito cogli Ambasciatori interessati per raccoglierne le domande dei rispettivi Governi corredate dagli elementi su menzionati. Prego V. E. di volermi impartire istruzioni definitive del R. Governo accompagnate dagli argomenti che V. E. stimerà specialmente utili a corroborare la nostra domanda.

(l) -Numerazione dell"Ambasciata. (2) -Cfr. n. 663. (3) -T. gab. 892/98 pervenuto 1"8 aprile, che non si pubblica, conferma il 93: Governo
712

APPUNTO DI SONNINO

Roma, 13 aprile 1917, ore 11.

Barrère mi comunica un telegramma di Ribot. Egli e Lloyd George vorrebbero incontrarsi presto con me. Propongono un ,incontro in una stazione intermedia, per meno scomodo reciproco; per esempio: Saint Jean de Maurienne. Dovrebbe mantenersi segretissimo, e possibilmente avvenire al più presto. Ribot dice a Barrère di assistere anche lui al ritrovo.

Ho risposto che ne avrei riferito subito al presidente del Consiglio. Facevo osservare che senza il presidente anche nella riunione a St. Jean io non avrei potuto, ·come semplice ministro degli Esteri, prendere decisioni. Gli avrei,· a ogni modo, fatto avere una risposta in giornata. Quanto al segreto si poteva mantenerlo fin lì; e po,i far agire la censura per la stampa; ma che sarebbe illusorio sperare che dopo non si venisse a sapere, e non si propalasse. Avendo io chiesto quale fosse l'argomento da trattarsi nella conferenza Barrère mi rispose di ignorarlo completamente.

Ore 17. Riferisco a Barrère di aver riferito quanto sopra a Boselli. Proporrei che il presidente del ConsigUo andasse egli pure a Saint Jean de Maurienne, ed io l'accompagnerei. Quanto alla data non dovrebbe essere prima di quattro o cinque giorni. Sarebbe anche utile avere qualche cenno sulla materia della discussione che avrebbe luogo a Saint Jean de Maurienne.

713

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 541. Roma, 13 aprile 1917, ore 13.

Col suo raWlorto n. 434 del 4 corrente (l) V. E. esprime il desiderio di conoscere se il R. Governo considera come definitive le sue irichieste .circa la questione dell'Asia Minore o se intende eventualmente fare qualche concessione e quali.

In tesi generale manteniamo il punto di vista già manifestatole col dispaccio n. 5 del l • marzo scorso (2), vale a dire che non ci rifiutiamo di discutere

le obiezioni che gli alleati muovono alle nostre proposte, ma che le basi naturali e proprie delle discussioni della Conferenza di Londra non sono i controprogetti dell'uno o dell'aUro, ma le nostre proposte quali furono esposte nei memoriali che motivarono la riunione della Conferenza stessa.

Tuttavia di fronte alla ingiustificata intransigenza dell'accoglienza fatta ai nostri postulati, possiamo prendere in esame la necessità di consentire ad una limitazione del nostro programma per quanto grave ne sia il danno ed il sacrificio. E ciò faremmo apiPunto nello scopo di facilitare la posizione del Governo francese il quale deve superare l'ostacolo di fatto della rinunzia a parte dei vantaggi che gli furono assicurati dai noti accordi anglo-francesi-russi, che noi non riconosciamo per,chè furono ·conclusi a nostra insaputa in violazione al patto di alleanza.

Coi noti memorandum dell'ottobre 1916 abbiamo domandato la totalità del Vilayet di Adana; potremmo ora limitare le nostre aspirazioni al fiume Seihun, lasciando alla Francia parte della città di Adana, la fertile pianura ad oriente del fiume stesso, la piccola Armenia propriamente detta, e, ciò che più conta, la baia di Yumurtalik, la quale, com'è noto, è facilmente suscettibile di trasformal1si in un porto di prim'ordine, mentre Mersina non costituisce altro che una rada aperta. Anzi, nei nostri calcoli, attribuivamo a Yumurtalik, facilmente raccor.dabile con ferrovia alla linea di Bagdad, un valore lben superiore a quello di Mersina.

Tuttavia saremmo dis[Josti a ·considerare la convenzione di questo notevole sacrificio solamente qualora avessimo il sicuro affidamento che la Francia appoggerà sinceramente le nostre domande dalla parte di Smirne. Per tale motivo mi astengo per ora dal comunicare al R. Ambasciatore a Londra l'eventuale temperamento sopra accennato, lasciando all'E. V. di tastare il terreno costà per accertare se da parte francese potremmo fare assegnamento sopra un concor:so volonteroso per la questione di Smirne. Qualora il Governo della Repubblica non volesse ac,cogliere la nostra offerta, sarebbe segno che è nelle sue vedute, più che di tutelare le sue ragioni coloniali, il deliberato proposito di privare assolutamente di ogni naturale sbocco verso il mare la regione spettante aU'Italia vel'so Konia.

Nel citato suo rap[Jorto l'E. V. mi domanda fornirle alcuni dati sul valore

e statistici ecc. sui vari distretti che possono venire in discussione, ed anche

sui territori assegnati alle altre Potenze onde avere qualche argomento pratico

per avvalorare l'affermazione che quanto chiediamo non è più di quanto spet

terebbe agli altri. A tal rigual'do mi pregio attirare la sua attenzione sulla

memoria in data l o marzo spedita al R. Ambasciatore a Londra, copia della

quale è annessa al mio dis,paccio di pari data diretto a codesta Ambasciata col

n. 5. Quel lavoro era appunto inteso a ribattere, colla scorta di dati di fatto, la tesi sostenuta nel memorandum inglese del 16 febbraio scorso che la zona proposta all'Italia era equivalente come valore a quella attribuita alla Francia. Qualora V. E. desideri avere altri elementi oltre quelli contenuti nella detta memoria, sarà mia cura farli raccogliere.

(l) -Cfr. n. 646. (2) -Non pubblicato.
714

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1309/287. Pietrogrado, 13 aprile 1917, ore 13 (per. ore 19,45).

Mio telegramma 284 (1).

Alla assemblea Consiglio delegati e soldati erano presenti delegazioni di 82 città, di tutte J.e armate e delle 11 tribù cosacche. Presidente Tcheize disse giunto momento in cui popoli debbono esigere dai Governi della borghesia e dai Capitalisti rinunzia immediata ogni scopo conquista. Quindi Governi debbono procedere immediata revisione loro trattati. Delegato Zeretelli disse che occorre finchè principio rinunzia ,conquiste e violenze non sia riconosciuto da tutti i belligeranti che democrazia russa si difenda contro nemico esterno. Governo provvisorio pressurato dal Consiglio nel dare proclama del 10 corrente ha dichiarato rinunziare egli pure politica annessioni. Tale proclama costituisce grande vittoria democrazia russa per quanto non accolga tutti i postulati nostri poichè insistevamo affinchè Governo ottenesse anche da Alleati rinunzia concessioni e contribuzioni guerra. Però se non abbiamo potuto conseguire ciò abbiamo gettato seme che presto in Europa sarà fecondato. Ma finchè ciò non avvenga e democrazia nemica non sia con noi, noi dobbiamo dJfendere conquistata libertà contro pericolo esterno. Quindi assemblea deve fare appello democrazia interno paese per mobilitazione forze paese per rafforzamento fronte e retrovia.

Parlò quindi Ministro Kerensky che in succinta dichiarazione disse comparsa democrazia 'russa ha cambiato scopi guerra. Democrazia significa collaborazione popoli in nome fratellanza libertà. Democrazia russa ha scartato !Perciò ogni .proposito conquista e questa rinunzia è fattore di cui paesi nemici ed alleati dovranno tener conto. Ma finché eguale rinunzia non venga da nemici democrazia russa deve restare al suo posto e difendere libertà Patria.

715

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 940/170. Londra, 13 aprile 1917, ore 17 (per. ore 21,25).

Affido al Generale Marafini, 1partente oggi ,per Roma, copia della lettera

particolare ricevuta ieri sera da Balfour, circa l'Asia Minore (1). La lettera è lunga ed in tono molto cordiale. Per formarsi un criterio esatto delle intenzioni e delle tendenze in essa

manifestate occorre averla sotto gli occhi. Un riassunto telegrafico sarebbe inadeguato. Come prima impressione, sarei indotto a ravvisare nella lettera:

l) un cortese ed amichevole sfogo per il rifiuto da parte nostra di discutere la zona • tentatively • offertaci; 2) un tentativo di dimostrare l'obiettività e l'equità della proposta e le intenzioni amichevoli che l'hanno inspirata; 3) il desiderio di lasciare la (POrta aperta per ulteriori discussioni provvisorie.

Quest'ultimo ,punto parmi risultare chiaro dal seguente passaggio : • tanto mi sono creduto obbligato di dire a difesa di un suggerimento che mi parve, e tuttora mi pare, non indegno di considerazione per quanto ulteriori discussioni possano dimostrare che esso richieda emendamenti •.

Degno di nota in tale ordine di idee parmi pure il fatto che Balfour, mentre ·si appUca a ribattere esclusivamente i 1punti del mio memorandum in contrasto coll'attribuzione della CiHcia alla Francia, omette invece qualsiasi refuta agli altri punti importanti, sviluppati anche verbalmente, circa la necessità di attribuzione all'Italia di Smirne e regione adiacente ancora disponibili.

Balfour non fa poi alcun cenno all'altro punto del mio memorandum circa la zona A.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 706.
716

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 937/132. Atene, 13 aprile 1917, ore 14,20 (per. ore 1,45 del 14).

Articolo del Temps del 30 marzo intitolato • Il paradosso greco • dovuto al Tardieu e pubblicato giorni or sono nel giornale Il Progresso assoldato da questo Ministro di Francia, ha prodotto grande impressione.

Non ho bisogno di rilevare le affermazioni esagerate ed anche del tutto false che si contengono in tale articolo. Rispetto a quanto è d'etto sulle garanzie che la Grecia, qualunque sia per essere al momento della 1pace il Governo di questa, dovrà all'Italia, rilevo il commento dell'Imirizia Nea il quale dice che oramai si è ottenuto il consenso dell'Italia alla politica di oppressione contro la Grecia coll'accettazione da parte degli Alleati dell'Italia delle esigenz·e di questa sull'Epiro.

Pubblicazione del Temps coincidente coi fatti di Zante e l'occupazione Cefalonia da pa·rte dei Francesi con l'espulsione dell'autorità reale annunziata stamane nonché ,coll'espulsione dei theotokysti da Corfù dà l'impressione a tutti che si inizi da parte della Francia un periodo di nuove e più violente azioni contro la Grecia non tenendo conto delle soddisfazioni avute nè delle garanzie promesse nella conferenza di Roma.

20 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VII

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. P. 01449/188. Parigi, 13 aprile 1917.

Solo da poco tempo mi trovo a Parigi e V. E. spero non si maraviglierà se ho atteso fino ad oggi per esprimere una opinione sulle domande da noi avanzate e su quelle che, secondo Ella mi accennava, dovremo avanzare ,come logica conseguenza dell'accordo stipulato a Londra, la cui applicazione giustamente l'E. V. vorrebbe veder precisata.

Forse non mi sarei ancora deciso a farlo se la chiusa del telegramma diretto all'E. V. dal R. Ambasciatore a Pietrogrado il 10 corrente, n. 170 (1), non fosse tanto all'unisono di quanto io mi proponevo sottoporLe da far sì che le mie idee mi apparissero una logica conseguenza dii ciò che telegrafava due giorni or sono il Mar,chese Carlotti.

Malgrado quanto in quell'accordo venne stabilito riguardo alla partecipazione nostra all'assegnazione di territori in Asia Minore e malgrado il riconoscimento del nostro diritto ad assicurard praticamente un posto tale che ci garantisca l'equilibrio del Mediterraneo Orientale, altprincipio dello s~orso anno Inghilterra, Francia e Russia ,si dividevano a nostra insaputa l'Asia Minore lasciando a noi ,più o meno quella sola regione attorno ad Adalia sulla quale gjà la Turchia d aveva riconosciuto un qualche diritto.

Informatone a caso ai primi di luglio, il Governo Italiano chiedeva a Pa

rigi e a Londra ,cosa vi fosse di vero in tale notizia e di qui gli veniva rispo

sto, reiteratamente, negando ogni trattativa al riguardo. A Londra si finiva col

rispondere che non potevamo partecipare a quei negoziati giacché non avevamo

dichiarato la guerra alla Germania.

La dichiarammo nell'agosto e solo nell'ottobre abbiamo avuto comunicazio

ne degli accordi intervenuti poco prima dell'epoca in cui l'esistenza di quei

negoziati era recisamente negata.

Nell'informare il mio ,predecessore di quanto era stato concluso, il Direttore

generale degli affari politici al Ministero francese degli affari esteri aggiun

geva che tale comunicazione era fatta soltanto per informazione del Governo

Italiano e non ,perché questi potesse chiedere di modificare gli accordi già

intervenuti.

Alle lagnanze mosse dal R. Governo si rispose che il R. Ambasciatore do

veva aver capito male e che l'Italia poteva perfettamente discutere l'assegna

zione fatta a sua insaputa dei territori dell'Asia Minore, nella distribuzione dei

quali l'accordo di Londra le garantiva un'equa partecipazione (2).

I RR. Ambasciatori a Londra, Parigi e Pietrogrado presentavano il 4 novem

bre 1916 le domande dell'Italia e dopo le innumerevoli tergiversazioni che co

nosciamo, solo nel febbraio potevansi riunire a Londra gli Ambasciatori di

Francia, Russia e Italia con Balfour (3). L'Ambasciatore d'Italia apprese allora

(,3) Cfr. nn. 179 e 290.

che quanto gli alleati consentivano all'Italia era precismente quanto era stato lasciato fuori della spartizione fatta nel .maggio all'insaputa dell'Italia e ciò malgrado le domande italiane del1le quali non era :stato tenuto alcun conto. Questo modo di procedere giustifkava S. E. l'onorevole Tittoni del dubbio che avesse mal compreso quanto gli aveva detto il Signor de Margerie nel :settembre scorso.

Da ~quel giorno si può affermare .che nessun passo venne fatto dalle trattative e mentre il Signor Briand mi diceva in modo molto chiaro che ci lasciava generosamente Smi:rne, ma dovevamo rinunciare a Adalia e Mersina, gli inglesi dal canto loro lasciano comprendere che Adalia e Mersina dovrebbero diventare nostre, ma che ben altra cosa deve dirsi per Smirne.

Il negoziato minacda di trascinarsi for~se anche più della guerra e non è improbabile ci troveremo an'cora aspettando una risposta da Londra o da Parigi quando si dovrà trattare della pace. Tutti avranno allora premura di concludere e saremo sacrificati.

Quanto alle domande che l'E. V. intendeva avanzare dopo regolata la questione dell'Asia Minore, circa le colonie d'Africa, non avremo fol"se nemmeno il tempo di a(lcennarne.

Queste previsioni possono apparire pessimistiche e nessuno sarebbe lpiù lieto di me se risultassero tali, ma, tengo a dirlo ben ·chiaramente, mi sembrano molto probabili. Le tergiversazioni degli Alleati non sono solo la manifestazione della poca loro cordialità ma sono -io temo -la conseguenza di un piano prestabilito, quello di tirare in lungo per non ultimare mai questo negoziato, che è oggi praticamente al punto in cui era il 3 luglio 1916, e per lo meno impedirci di formulare le altre domande che l'accordo di Londra ci dà ragione di fare.

Se noi continueremo a discutere, o meglio ad attendere le risposte degli alleati, faremo :il giuoco :loro, ed il Paese nostro resterà deluso nelle aspirazioni sue più legittime.

Tale mio timore mi avrebbe indotto già prima d'ora a sottomettere all'E. V. queste considerazioni e ad esprimere un avviso sul modo 1più opportuno per vedere se si può evitare la fine che gli alleati vogliono far fare alle nostre richieste, ma, poco pratico di questo ambiente, appena ritornato alla trattazione di questioni internazionali dopo molti anni che ne ero rimasto lontano, non osavo emettere un giudizio prima di essermi messo un poco al corrente.

Mi induco ora a scriverne perché temo possa poi essere troppo tardi.

Dovendo cercare di venire ad una risoluzione e dato l'evidente malvolere

degli alleati nostri, io mi domando se non converrebbe smettere di sollecitare

risposte parziali e se non ·converrebbe concretare in sola domanda tutto quanto

noi crediamo debba spettarci come conseguenza della promessa fattaci quando

entrammo nell'alleanza, come equo corrispettivo degli enormi sacrifizi fatti dal

nostro paese che, se per ragioni morali e per il suo avvenire nazionale doveva

partedpare al conflitto, non vi era 1però costretto, come lo furono per ovvie

ragioni gli altri belligeranti, ed infine come garanzia per la :posizione che dovrà

rimanere assicurata all'Italia nel nuovo ass·etto mondiale.

Concretate le nostre esigenze, si dovrebbero esporre agli alleati come con

dizione irrevocabile, non dico alla nostra partecipazione alla guerra, ma alla nostra collaborazione sincera alle conclusioni della pace e all'attitudine che dopo la pace le nazioni ora coalizzate dovranno serbare verso i nemici di oggi se non vogliamo vederli sorgere più pericolosi ancora più tardi quando le popolazioni nostre tutto preferiranno a vedere rinovare gli orrori della guerra.

La nostra domanda di tutto quanto crediamo ci spetti fatta in blocco, e con la formale dichiarazione che ;poi null'altro vogliamo, avrà da superare difficoltà, ma non superiori a quelle contro le quali lottiamo ora.

Adesso gli Alleati pensano che alle richieste sull'Asia Minore, altre faranno seguito e -ignorando quali -ci attribuiscono appetiti che temono aguzzare dimostrandosi facili a cedere. Essi pensano che la nostra ingordigia non avrà più limite, ne sono spaventati e sono convinti che disputandoci il terreno centimetro a centimetro risparmiano altre concessioni che teniamo in serbo. Quando sapranno tutto quello che chiediamo avranno una almeno certa tranquillità che potrebbe indurii ad essere più arrendevoli.

Mi ;pare poi che sopra un programma complessivo di ogni nostra pretesa possiamo insistere recisamente e farne dipendere l'attitudine futura dell'Italia, il che non ·credo si possa dignitosamente fare per la negata concessione di un porto o di qualche chilometro più o meno di territorio in Asia in Africa ed anche sulle sponde orientali dell'Adriatico.

L'E. V. giudicherà del valore che possa avere un suggerimento che io mi faccio lecito darLe perché credo che l'impressione che avrebbe il paese -qualora si verifi·cassero le previsioni che mi sembrano di probabile realizzazione ed il conseguente nostro danno sarebbero tali da avere gravi conseguenze.

Non intendo naturalmente affermare che adottando la linea d'i condotta da me sottoposta all'E. V. si ottenga tutto quanto si spera, ma indubbiamente più di quello che :potremo avere aspettando nelle dis,cussioni parziali il beneplacito dei vari Governi, i quali -se stentano molto a mettersi d'accordo quando lo desiderano -riescono perfettamente a non intendersi quando trovano il loro interesse a non andare d'accordo.

Ad ogni modo poi avremmo una posizione netta chiara e, se non m'inganno, anche più conforme alla nostra dignità (1).

(l) -T. gab. 907 jl70 da Pietrogrado del lO aprile, che non si pubblica: Carlotti esc1ude la prospettiva di un'offensiva russa nei prossimi mesi. (2) -Cfr. SONNINO, Diario, III, cit., 23 settembre 1916.
718

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 198/36. Corfù, 13 aprile 1917.

Come è stato rilevato anche nel Riassunto della Stampa di cotesto Ministero, il Ministro di Bulgaria a Berna, Radeff, è colà sostituito dal Passaroff, già rappresentante bulgaro ad Atene.

A quanto ho udito in questi circoli serbi, il Radeff avrebbe dovuto andarsene perchè appartenente al Gruppo Ghenadieff, sarebbe con costui nuovamente compromesso per accuse di corruzione finanziaria.

Il Passaroff avrebbe fama di uno dei più abili agenti bulgari, e cioè anche sprovvisto di qualsiasi scrupolo: diplomatico e comitagì insieme. Son questi debbo ripetere, giudizi serbi.

(l) Ed in Sol'iNINo, Carteggio, II, cit., pp. 194-198.

719

IL PRIMO LORD DELL'AMMIRAGLIATO, CARSON, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

L. P. Londra, 13 aprile 1917.

Please forgive me for not having replied before now to your letter of the 7th of Aprii in which you brought to my personal notice a copy of a memorandum which Count di Villarey has submitted to the Board of Admiralty.

The Board have given the most ,careful and earnest consideration to the questions 'raised in the memorandum, but I regret to say that we are at present faced with a most diffkult situation which renders it im;possible for us to allocate any light cruiser,s of the • Calliope • or later classes for service in the Ad!riatic.

The official reply of the Admiralty (l) to Count di VUlarey expilains in detail the precise nature of the diffièulties which I fear will not be alleviated unti! we have disposed of the enemy raider in the Indian Ocean, when we hope to be able to have five British light cruise11s cooperating again with you in the Adriatic.

The claims made upon our destroyers for ali kind of services, including now the escort of hospital shi!ps, are heavier than they have ever been before or could have been antidpated, and we are consequently compelled with the greatest regret to intimate to the Ministry of Marine that we are unable to assist you in the Adriatic to the extend which, up till quite the last few days, we had hoped.

720

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO DELLA GUERRA, MORRONE

T. 4444. Roma, 14 aprile 1917, ore 15.

Le informazioni che si hanno sul • Consiglio Nazionale Czeco-Slovacco • con sede a Parigi e rappresentato in Roma dall'ing,egnere Carlo Vesely, sono favorevoli.

Tuttavia non riterrei opportuno consentire in via di massima a singoli prigionieri di nazionalità czeca di corrispondere con questa Associazione, poichè se si fa una eccezione in questo caso bisogne<rà farla -o quanto meno ci si troverebbe a disagio per negarla -anche per altre associazioni antiaustriache di carattere politico.

(l) Cfr. n. 708.

721

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, A SONNINO

T. GAB. 941/85. Parigi, 14 aprile 1917, ore 14 (per. ore 17,20).

Ministro Thomas parte per la Russia. Scopo del suo viaggio è di agire presso i socialisti russi il cui atteggiamento circa la guerra dà luogo qui a serie preoccupazioni.

A questo prQposito credo dover segnalare impressione abbastanza notevole fatta qui da notizia viaggio Morgari in Russia attraversando Germania.

722

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. S. 943/172. Londra, 14 aprile 1917, ore 16,37 (per. ore 21,30).

Lloyd George mi diceva ieri di essere stata già regolata la questione dell'invio di batterie inglesi al nostro fronte e concretate pure, nel senso desiderato dal Generale Cadorna, le decisioni dei Governi per .}e misure da prendere in determinate contingenze dalle autorità militari. Aggiungeva però aver saputo che il Generale Cadorna ·considerava pel momento almeno dubbia la grandiosa offensiva nemica contro di noi. Informazioni simili erano giunte pure al generale Foch ed a questo Stato Maggiore. A proposito dell'eventuale invio di rinforzi alleati il Primo Ministro aggiunse averlo 'colpito l'insistenza francese a voler per forza .che il contingente francese sia in numero perfettamente uguale a quello britannico. Lloyd George trovava curiosa questa manìa francese di volersi ficcare dovunque.

723

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 551. Roma, 14 aprile 1917.

Governo inglese mi ha comunicato scambio note avvenuto .con l'Incaricato d'Affari di Russia a Londra a proposito della assicurazione del Governo provvisorio di voler mantenere tutti gli impegni assunti dal precedente Governo.

Prego domandare a codesto Governo se ha ricevuto dall'Ambasciata di Russia una uguale notificazione formale e quale seguito vi abbia dato.

724

L'AMBASOIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 965/175. Londra, 14 aprile 1917, ore 10,09 (per. ore 13,01 del15).

Il vago accenno fattomi avantieri da Lloyd George alle sempre crescenti difficoltà incontrate dal Gabinetto francese di :f!ronte al Parlamento, con agitazioni sempre più intense reclamanti una azione vigorosa contro Re Costantino, mi ha lasciato la duplice impressione che a Parigi stiano escogitando e magari preparando qualche nuova macchinazione e che Lloyd George presentito (probabilmente da Painlevé che fu qui la settimana scorsa) sia (?) imbarazzato e ondeggiante sul ·contegno da assumere in previsione soprattutto della !Prevedibile recisa opposizione da parte di V. E. Nel colloquio di ieri pertanto gli ho detto, beninteso a titolo meramente privato e personale, che pur prescindendo da qualsiasi 'considerazione estranea a cominciare da quella a mio avviso molto grave della deplorevoHssima tendenza per alcuni a trasformare in violazione dei più sacri canoni del vero liberalismo, l'Intesa in una specie di Santa Alleanza a rovescio, con l'intervento cioè negli affari interni delle nazioni in senso più o meno anti-monarchico, a prescindere pur dal passato scorretto contegno di Re Costantino, il problema greco potevasi impostare così: Se re Costantino e il suo Governo hanno, e pare lo stiano fedelmente facendo, mantenuto l'impegno pos,sono Potenze i.J.npunemente violare la solenne parola data in base a futili e artificiosi pretesti sollevati da Sarrail e dai suoi sostenitori insigni in Francia per s·copi non chiari?

Parevami che pur allargando la questione da esaminare la convenienza per noi di contribuire stabilmente e consolidare •sotto una forma o l'altra una egemonia francese in Grecia. Dubitavo ciò convenisse al Governo britannico, parevami comunque personalmente non convenisse certamente a noi. Replicò Lloyd George che il Gabinetto d'i guerra discusse nella mattinata la questione e propenderebbe in massima per le vedute analoghe a quelle da me manifestate nel senso dell'oSiservanza cioè del·le decisioni di Roma col non interv.ento negli affari interni della Grecia. Aggiunse però essere necessario calmare l'irrequietezza francese. Premevagli molto quindi, qualora la riunione di Parigi avesse luogo, non trovarsi da solo alle prese con Ribot ciò che lo porrebbe in una situazione molto sgradita. Da ciò trova motivo per rinnovare insistenti premure per caldeggiare l'intervento di V. E.

725

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI. SONNINO

T. 1317171. Stoccolma, 14 aprile 191 7, ore 17,15 (per. ore 14 del 15).

Sebbene fino dal primo giorno della rivoluzione russa ogni genere di emissari tedeschi abbia cercato di stabilire qua contatto coi socialisti russi più ac

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centuati, non mi risulta finora essi siano arrivati a nulla di serio con 1 russi già dimoranti in Scandinavia o provenienti dal loro paese. Al principio è venuto qua qualche rivoluzionario russo con passaporto rilasciato dal comitato degli operai e dei soldati ma in seguito non se ne sarebbero .più visti, ieri però sono stati qua di passaggio 30 rivoluzionari russi (tra cui gli ultra pacifisti Lenin e Zinoviev del gruppo di Zimmerwald) i quali provenivano dalla Svizzera ed hanno ottenuto dal Governo tedesco non solo libero passaggio attraverso la Germania ma anche un trattamento • extra territoriale • cioè completa esenzione da ogni visita e da ogni controllo. A Stoccolma essi hanno avuto rapporti soltanto colla frazione socialista intransigente che si è recentemente separata dalla maggioranza moderata del .partito. Lenin si è mostrato ostile all'Inghilterra ed ha detto di recarsi a Pietrogrado nella certezza di convertire Tcheize alla pace separata. Ha annunziato contare di essere qua di ritorno fra 15 giorni per intavolare le pratiche ed ha intanto lasciato un suo rappresentante. I rivoluzionari russi sono ac,compagnati dal socialista svizzero Federico Platten che ha servito d'intermediario col Governo tedesco e che appartiene anche al gruppo di Zimmerwald.

726

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1322/291. Pietrogrado. 14 aprile 1917, ore 21,30 (per. ore 17,30 del 15).

Mio telegramma n. 287 (1).

Consiglio dei Delegati ha ieri approvato con 320 voti favorevoli, terzo contrari e 20 astenuti risoluzione proposta da Zeretelli sulla questione della guerra. Con essa si invitano tutti i popoli esplicitamente a far pressione sui proprì Governi e questi sui Governi alleati perchè rinunzino ad ogni idea di conquista e >contribuzione guerra. Si riconosce però che fino a quando queste rinunzie da parte di tutti i Governi non avranno avuto luogo, la democrazia russa deve adoperarsi ·con la maggior efficacia per rafforzare così il fronte come le spalle per porre al riparo di ogni 1pericolo la libertà conquistata. La risoluzione promette appoggio del Consiglio dei deputati operai e soldati all'azione del Governo diretto in tal senso. Conferma necessità che Governo tratti cogli alleati per elaborare in comune un accordo nel senso summenzionato.

Trasmetto per posta testo.

727

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL DIRETTORE GENERALE DEL FONDO PER IL CULTO, MONTI

N. CONFIDENZIALE 15023/464. Roma, 14 aprile 1917.

Sin dallo scorso anno la Missione francescana dell'Alto Egitto e le Missioni Africane di Verona invocarono, pei loro stabilimenti in Egitto, nel Sudan e

nell'Uganda, la protezione del R. Governo, in sostituzione di quella del Governo austro-ungarico.

I'l R. Governo ha accolto favorevolmente la domanda e si è adoperato perchè la protezione italiana accordata a quegli istituti fosse riconosciuta dalle Autorità egiziane. Infatti con recente nota il Governo Britannico ha informato il R. Ambasciatore a Londra di tale riconoscimento, che contempla naturalmente le comunità come enti e non i singoli componenti di esse: gli Istituti della Mi,ssione inalberano già, in Egitto, Sudan e Uganda Ia bandiera Italiana invece di quella austro-ungarica.

Le Missioni Africane di Verona contano però tra i loro membri, come è noto alla S. V. Ill.ma, non pochi elementi stranieri, ed il Vescovado di Kartum è <lppunto ora tenuto da uno di. essi, di nazionalità germanica: Monsignor Geyer.

Questo Ministero non ha mancato di preoccuparsi della cosa, cer~cando di rtpararvi nel miglior modo possibile ed ha interessato all'uopo, riservatamente, il Superiore Generale Padre Vianello. Il quale tratta ora attivamente la delicata questione con Propaganda Fide, ed ha ora, buona speranza di potere ottenere che la Prefettura di Bahr el Gazal sia elevata a Vicariato apostolico, ed affidata a un Missionario Veronese di nazionalità italiana.

Ho ritenuto opportuno informare in via confidenziale la S. V. Ill.ma, di

quanto precede, affinché Ella ne sia al corrente qualora ne venisse fatta parola.

(l) Cfr. n. 714.

728

L'AMBASCLATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. P. Parigi, 14 aprile 191 7.

Ieri l'altro sono giunti qui gli onorevoli Theodoli e Gallenga delegati a rap

presentare il • parlamentino • italiano ~presso i loro Colleghi francesi. Anche i

delegati inglesi sono giunti a Parigi.

Ieri sera ho sa~puto da essi ,che aveva avuto luogo nel mattino una riunione

e che i delegati italiani, prendendo le mosse da un ordine del giorno fatto ap

provare a Roma da S. E. l'on. Tittoni, hanno accennato al desiderio dei Parla

mentari italiani che i Colleghi inglesi e francesi ~influissero sui loro Governi

perchè questi :prendano una attitudine più benevola dinanzi ai desiderata ita

liani per l'Asia Minore.

Io ignoravo ed ignoro da chi essi abbiano avuto tale incarico e cosa sapes

sero su quelle trattative.

Su domanda dei parlamentari inglesi il signor Pichon che presiedeva, avreb

be raccontato dettagliatamente tutto lo svolgimento di quel negoziato.

Io -non desiderando nè confermare, nè smentire -ho cercato di interrompere Slpesso il Theodoli (che mi informava confidenzialmente di quanto precede) onde non so con precisione ciò che sarebbe stato loro raccontato, ma credo che ormai essi conoscano :perfettamente tutto ciò che è avvenuto. Lo deduco dai brani di frasi sentite e dal fatto che mi consta come il Pichon conosca in tutti i suoi dettagli lo svolgimento del negoziato.

Sempre per non entrare nel merito della questione e per ritardare per lo meno le prevedibili indiscrezioni, ho detto al Theodoli che da quanto mi aveva riferito non mi ·pareva che l'esposto del Pichon fosse esatto e completo, perciò lo consigliavo a venire da V. E. per cer·care di conoscere la verità, prima di comunicare a chicchessia quanto aveva appreso.

Ma ormai si deve ritenere che tutto quanto concerne la questione dell'Asia Minore sia noto al pubblico e perciò io mi permetto di attirare l'attenzione dell'E. V. su quanto ho scritto nel mio rapporto Personale Riservato del 12 corr. (1).

.Nella mia ultima conversazione col signor Ribot -della quale ho riferito col mio telegramma del 9 aprile n. 74 (2) -gli ho parlato a lungo e più chiaramente, più insistentemente che ho saputo. Gli ho detto come fosse doloroso, per coloro che avevano sperato sinceramente che Francia ed Italia procedessero concordi ed unite dopo la guerra, veder svanire le loro speranze. Gli ho r~petuto che, con i sistemi che purtroppo vedevo ancora seguiti, la Francia pareva voler convincere gli italiani essere essa sempre la stessa nazione da noi incontrata costantemente pronta a sbarrarci la via ogni qualvolta avevamo voluto mettere il naso fuori di casa. Gli assicurai che in tal modo, alienandosi l'animo degli Italiani, la Francia preparava la sua rovina, perchè se l'amicizia della Francia sarebbe stata preziosa, utilissima all'Italia, quella dell'Italia era indispensabile alla Francia.

Confesso che il signor Ribot mi ,parve impressionato, mi assicurò che nelle mie parole -forse eccessivamente pessimiste -scorgeva un sincero desiderio di vedere il mio paese cordialmente legato da amicizia alla Francia -sperava i miei timori esagerati, .che stessi sicuro egli avrebbe riflettuto a quanto gli avevo detto e che mi riconosceva la gravità etc. etc.

Mi parve sincero, al punto ch'io mi trattenni dall'inviare all'E. V. il rapporto ,che poi ho spedito il ,giorno 12. Ma due, tre giorni dopo la mia conversazione col signor Ribot, Cambon ricominciò a dirmi che eravamo troppo avidi, che non vi era .modo di contentarci etc.

È perciò che mi permetto di ripetere a V. E. ·che con l'attuale negoziato non concluderemo nulla. Ora, :probabilmente, i Francesi riprenderanno la campagna contro Re Costantino (devono averne parlato recentemente Ribot e Lloyd George).

Noi faremo un poco dii resistenza passiva, ma poi finiremo a cedere. Anche in Grecia trionferà il giacobinismo francese, gli alleati dovranno mandarvi 100 mila uomini per 'conqu~starla a Venizelos e la Grecia sarà una nostra acerrima nemica la quale, a pace fatta, sarà largamente compensata a spese delle nostre aspirazioni.

Dell'Africa, non avremo forse nemmeno avuto il tempo di parlare ...

Io sarò pessimista -e lo desidero ardentemente -ma siccome tutto quanto precede credo sia più che probabile mi è sembrato doveroso comunicarlo all'E. V. perché parmi vi potrebbe ancora essere tempi per rimediarvi.

V. E . .giudicherà se vi sia qualcosa di giusto in quanto mi sono permesso comunicarle.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 679.
729

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

T. GAB. 962/11. Madrid, 15 aprile 1917, ore 11,40 (per. ore 17,40).

Il Presidente del Consiglio che ho visto testé mi ha confermato che la nota inviata oggi a Berlino è molto viva,ce e che egli è risoluto a difendere con ogni energia gli interessi e la dignità della Spagna. Egli vede chiaramente in quali tristi condizioni morali e materiali si troverà presto la Spagna se si ostina in un atteggiamento passivo di fronte ad attentati contro cui 1protesta il mondo intero, ma 1'01pinione pubblica è lungi dal secondario; anche nel suo stesso partito soprattutto i circoli di Corte gli sono ostili. Egli difenderà risolutamente le sue idee ma prevede che se la situazione con la Germania divenisse assai tesa si troverà qui modo di farlo cadere. Benché sia naturale in Romanones il desiderio di farsi merito dell'opera ~sua cogli alleati, pure ritengo in .gran rparte esatto il giudizio sopra esposto. Oggi un giornale pUbbHca la dichiarazione del Presidente della Camera colla quale egli si afferma partigiano della neutralità ad ogni costo e in qualunque caso.

730

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

T. GAB. RR. 957/174. Londra, 15 aprile 1917, ore 13,30 (per. ore 18,15).

Lloyd George, al quale sedevo accanto avantieri al banchetto americano, mi espresse il desiderio di avere meco un colloquio privatissimo.

Recatomi ieri da lui mi disse, insistendo di nuovo sul carattere seg:reto e personale delle sue confidenze di aver motivo di ritenere che Ribot si proponga di invitare V. E. e lui stesso ad una conferenza a tre allo s,copo d~ discutere direttamente la questione dell'Asia Minore e della Grecia. A tale conferenza il Primo Ministro annette importanza • vitale » che V. E., se invitato, non rifiuti di intervenire. Egli considera essenziale che vengasi al più 1presto ad una soluzione definitiva della questione dell'Asia Minore. • Le cose • disse • accennano a precipitare in Oriente in senso favorevole. Il Generale Maude ha impegnato in Mesorpotamia una grossa battaglia iniziatasi con favorevoli auspici per le nostre truppe. Le conseguenze di una sperata vittoria potrebbero essere grosse. Già. ci risulta da ottima fonte che Turchia stanca, disillusa comincia a contemplare sul serio la pace separata la quale potrebbe oggi essere facilitata se, come pare oramai probabile, la Russia veramente rinunzi al possesso di Costantinopoli. Contro la pace turca principale reciso oppositore rimasto è Enver Pascia, spalleggiato finora dal solo Talaat bey, che però già accenna a vacillare. Ho da insistere sui vantaggi incalcolabili per gli alleati di una sottrazione della Turchia al giogo degli Imperi centrali in vista pure della ripercussione del fatto sulla Bulgaria. Occorre quindi in modo assoluto che un eventuale inizio di conversazioni •Con la Turchia abbia a trovare già definitivamente conclusa l'intesa con l'Italia per l'Asia Minore. Ritengo che con Ribot si possa discutere assai meglio che con Briand. Quando egli fu qui parlò a lungo insistendo sulla necessità di affrettare il predetto accordo. La gita del Barone Sonnino a Parigi mi permetterebbe inoltre di avere con lui quel colloquio che non potè effettuarsi a Roma, colloquio cui annetto singolare importanza essendo mio vivo desiderio, come vi dissi in gennaio, di esaminare con lui tutto l'insieme della situazione attuale in ·connessione con i rapporti fra i nostri due paesi, circa i quali conoscete le mie intenzioni. Può da11si pure che in seguito alla decisione presa stamane dal Gabinetto al riguardo della diminuzione del tonnellaggio britannico finora assegnato alla Francia quella questione abbia a venire sul tappeto ed anche per la presenza del vostro Ministro che sareibbe indispensabile. In conclusione non so ancora precisamente se Ribot invierà o no l'invito ma se lo invierà confido ·caldamente che Sonnino accetterà. Tutto quanto precede rimane beninteso tra Sonnino voi e me •.

Circa la Grecia riferisco con altro telegramma.

Non mi permetto di dare a V. E. :suggerimenti. Ritengo solo per obbligo patriottico doveroso sottoporLe la mia più che mai radicata convinzione sulla necessità sempre più .impellente di una conferenza tra V. E. e Lloyd George. A prescindere dalla già importantissima questione dell'Asia Minore la soluzione della quale allo stato attuale delle cose può esseTe precipuamente facilitata da chiare e dirette spiegazioni, non da lungaggini e sottigliezze diplomatiche fra

i Ministri responsabili, la conferenza, che parmi s'imponga, è indispensabile in vista delle • nuove tendenze • che si vanno indubbiamente delineando nell'alleanza in seguito alla rivoluzione russa ed all'intervento americano, tendenze al momento della pace destinate ad esercitare una non trascurabile influenza sull'atteggiamento non solo dei Governi ma soprattutto delle opinioni pubbliche dei :paesi alleati, tendenze quindi a premunire contro ogni possibilità di mosse dell'uno o dell'altro miranti a paralizzare anche parzialmente i risultati dei nostri saorifizi. Queste •considerazioni rendono a mio avviso anche più imperative la salda intimità delle relazioni e la perfetta identità di vedute e di propositi itala-inglesi in vista ·pure della identità di regime interno dei due paesi. Data la notoTia impulsività di Lloyd George e la facilità con la quale egli a volte prende subitanee decisioni riterrei sommo nostro interesse regolarci verso di lui in modo da evitare che i Ministri francesi, e sono già sovente rius'Citi, acquistino su di lui ascendente a loro tornaconto ed a scapito nostro. Per tutti questi motivi e sapendo, come so bene quanto profonda sia la considerazione, quanto intensa l'autorità, quanto completa la fiducia di Lloyd George e suoi colleghi verso la rpersona di V. E., sarei persino a chiedermi, in caso di abortito progetto conferenza di Parigi, se non sarebbe consigliabile di affrettare una gradita, apprezzata e da tanto tempo desiderata Sua visita a Londra.

731

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 961/138. Atene, 15 aprile 1917, ore 13,30 (per. ore 18,15).

Nel suo 'Colloquio di ieri Lambros mi ha domandato se fosse vero che Ministri Intesa volevano assolutamente il di lui allontanamento dal potere. Ho risposto evasivamente facendogli di nuovo comprendere che io di questioni min1steriali non me ne occupo. Mi risulta però che sforzi dei miei colleghi sono continui in questo ,senso. Sembra che il loro candidato sia ora Dimitracopulos. Che cosa quel personaggio insignificante possa rappresentare per loro non riesco a comprendere (1).

732

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. s. 557. Roma, 15 aprile 1917, ore 21,30.

(Meno Londra) R. Ambasciatore a Londra telegrafa quanto segue in data 14 corrente:

• Gabinetto n. 174 -Riservatissimo -Lloyd George al quale ..... (come

nel telegramma Gabinetto n. 957/174) • {2).

Ho risposto ad J,ffiperiali quanto segue:

(Per Londra) Telegramma di V. E. n. 174.

(Per tutti) Barl'ère mi ha comunicato venerdì invito da parte di Ribot e

Lloyd George, suggerendo come località intermedia S. Jean de Maurienne. Risposi che Ribot e Lloyd George essendo Presidenti del Consiglio invito sarebbe stato ,più appropriatamente rivolto Boselli che io av:rei accompagnato. Andando solo infatti io non potevo prendere decisioni di pertinenza del Presidente del Consiglio. Barrère mi disse ignorare completamente argomento da esaminarsi nel convegno. Sabato Barrère mi comunicò invito per Boselli suggerendo giovedì ,come data convegno. Proposi sabato chiedendo essere possibilmente avvertito circa presumibile durata nostra dimora S. Jean de Maurienne. Barrère mi promise una sollecita risposta. Avverto che Ribot ha invitato Barrère ad assistere al convegno, mentre da Rodd nulla ho saputo (3).

(l) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con T. gab. n. 560 del 16 aprile 1917. (2) -Cfr. n. 730. (3) -Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., pp. 115-116. L'appunto reca la data del 13 aprile con alcune variazioni nel testo.
733

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1316/74. Stoccolma, 15 aprile 1917, ore 20,45 (per. ore 7,35 del 16).

Le voci che circolano qua sul socialista rivoluzionario russo Lenin sono contraddittorie. Mentre da una parte lo si rappresenta come un agente tedes,co (specialmente animato da avversione contro l'Inghilterra ispiratagli da rivoluzionari indiani con cui avrebbe avuto rapporti in Svizzera) dall'altro lo si ll."affigura come un sovversivo fanatico il 'cui programma sarebbe: • Niente guerra accanto alle oligarchie finanziarie della Francia e dell'Inghilterra, ma nemmeno nessuna pace separata coll'Hohenzollern; invece rivoluzione in tutta l'Europa, che rovesci tutti i troni, strappi il potere dalle mani del capitale e faccia i popoli padroni della loro storia •.

La frazione intransigente del partito socialista svedese si sforza di togliere importanza ai contatti ,che essa ha con lui al suo ,pas,saggio per Stoccolma. I colleghi di Francia, Inghilterra ed io siamo d'avviso ,che se Svezia diviene ritrovo dei socialisti dei vari paesi converrebbe che noi organizzassimo d'accordo un servizio d'informazioni.

Prego telegrafarmi se V. E. lo approva e se è disposta in massima ad accor

darmi i fondi necessad. Mi sarebbe utile conoscere anche dove si trovi attual

mente deputato Morgari.

734

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, RENNELL RODD, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. P. [Roma] 15 aprile 1917.

La E. V. mi chiedeva stamane che cosa io pensassi intorno alla qualità di truppe da mandare in Siria quale contingente italiano ed io convenivo che esse dovessero essere tutte truppe bianche. Pensando nuovamente intorno a ciò io mi confermo in quella opinione e vorrei suggerire che se sono solamente in numero ristretto esse dovrebbero preferibilmente es,sere composte di uomini scelti. Parmi che specialmente utile, ,ge è possibile, sarebbe un certo numero di carabinieri. Può essere necessario di stabilire una guardia internazionale in certe località e forse di affidare specialmente al contingente italiano la protezione in certi luoghi ed a questo s,copo gli uomini di quel co11po ammirabile sarebbero i più adatti. Sono queste delle idee mie 'personali che mi sono venute alla mente dopo che avevo lasciato V. E.

735

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 966/110. Washington, ... aprile 1917 (per. ore 0 del 16).

Ho raccolto oggi confidenzialmente dal mio collega d'Inghilterra le seguenti informazioni:

La mis1sione di Balfour, oltre ad una manifestazione di .cortesia politica, mirerebbe a indurre questo Governo ad addossarsi il compito finora sostenuto dagli inglesi di p1rovvedere negli Stati Uniti alla sorveglianza e alle misure necessarie a prevenire il commerdo col nemico. Siffatta organizzazione è stata qui effettuata con larghezza dii mezzi e di persone dall'Inghilterra che si è trovata spesso in •contrasto con gl'interessi industriali americani e colla neutralità degli Stati Uniti. Oggi che l'interesse è comune, l'Inghilterra !presterebbe tutto il suo materiale a questo Governo che dovrebbe agire apertamente ed efficacemente per conto proprio. Balfour viene perciò accompagnato da specialisti in materia del Fnreign Office. Gli altri ufficiali militari e navali che egli conduce offrirebbero, se richiestine, a questo Governo in base all'esperienza acquisita dall'In-. ghilterra consigli intesi ad evitare gli errori iniziali nella preparazione militare.

Baltfour, atteso in breve, sbarcherà al Canadà e proseguirà in treno speciale messo a sua disposizione da questo Governo. Egli ,precederà la missione francese che è indipendente e nella quale la persona di Joffre sembra scelta per agevolare manifestazioni calorose.

736

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 564. Roma, 16 aprile 1917, ore 21.

Pur arpp.rezzando le considerazioni svolte da V. E. nel suo telegramma Gabinetto 169 (1), riterrei opportuno che Ella formulasse verbalmente la riserva suggerita dal Ministro delle Colonie drca il Lago Tsana, discorrendone con Hardinge e con chi ella creda più conveniente, e ,procurando di ottenere che, qualunque risposta le venga data verbalmente, il Foreign Office dia istruzioni a Rodld di trattare qui l'eventuale seguito che si desiderasse dare alla nostra riserva.

(l) Cfr. n. 702.

737

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, S.ALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 561. Roma, 16 aprile 1917, ore 21,03.

Una personalità eminente ha fatto pervenire voci di preoccupazione per la vita e la salute del già Imperatore Nicola di Rus1s,ia e della sua famiglia, eS!ponendo il desiderio che gli alleati facciano quanto sta in loro potere per evitare loro ogni male.

Temo che un intervento diretto o manifesto potrebbe far peggio. Il perìcolo maggiore sta nella poca potenza e stabilità del Governo provvisorio, per se stesso ben disposto riguardo alla sicurezza ed alla incolumità della famiglia Imperiale. Una palese intromissione ,potrebbe indebolire anzichè rafforzare la posizione di un Governo.

Prego V. E. telegrafarmi quanto a suo avviso si potrebbe fare in proposito. (Solo Parigi e Londra): presentendone, se ne vede l'opportunità, codesto Governo.

738

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. S. 565. Roma, 16 aprile 1917, ore 21,30.

Prego V. E. prendere accordi con codesto Governo per trovarsi giovedì mattina a Saint Jean de Maurienne, dove giungerò alle ore nove con Presidente del Consiglio, per incentrarmi con Signori Ribot e Lloyd George. Barrère che interverrà a Saint Jean de Maurienne parte questa sera per Parigi ove giungerà mercoledì mattina.

739

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE,

T. GAB. S. 562. Roma, 16 aprile 1917, ore 22.

Coi telegrammi nn. 16 (1), 59 (2), 65 (3), 78 ( 4) e 88 (5) di gennaio marzo u ..s. e aprile corrente V. E. mi ha comunicato alcune sue osservazioni

circa la tendenza notata ln codeste sfere governative nel senso di stabilire una differenziazione fra Germania e Austria-Ungheria. È ovvio che tale tendenza potrebbe, a un d'ato momento, costituire una difficoltà pel compimento delle no· stre aspkazioni adriatiche, le quali sono scopo principale della nostra guerra. I Governi Britannico e Francese inviano ora a Washington importanti mi,ssioni politico-militari. Circa l'kdriatico l'Italia ha concluso patti precisi cogli alleati, e pertanto tale questione, nei riguardi fra noi e gli alleati, è fuori discussione. Tuttavia, data la suddetta tendenza costà determinatasi, sarebbe necessario che

V. E. vigili ad essere informato qualora la questione adriatica accennasse a formare argomento di esame fra codesto Governo e le missioni francese ed inglese. Qualora Ella faces,se qualche constatazione in questo senso, V. E. potrebbe, nei modi opportuni, far presente ai suoi ~colleghi di F1rancia e d'Inghilterra l'opportunità che gli eventuali scambi d'idee ,col Governo Americano non oltrepassino certi limiti oltre i quali potrebbe ingenerarsi in codesto Governo l'erroneo dubbio, gravido di conseguenze, che i nostri Alleati possano essere indotti a menomare la portata e la efficienza degli impegni assunti.

Ed anche nei colloqui ~con codesti uomini di Governo, qualora se ne presentas,se l'opportunità, sarebbe utile ~che V. E. facesse valere tutti gli argomenti che certo Le sono noti a sostegno della legittimità delle nostre aspirazioni adriatiche. Rispetto agli Stati Uniti è soprattutto da ribattere l'affermazione della assoluta intransigenza del R. Governo per quanto concerne gli sbocchi economici da ri,servare a vantaggio delle popolazioni retrostanti alla costa adriatica.

Al contrario abbiamo ammesso, e fu sta'bilito, che alla Serbia ed alle altre popolazioni del retroterra s'iano assicurati 'convenienti sbocchi marittimi.

Il R. Governo sostiene anche la restaurazione del Montenegro e l'esistenza di un'Albania. All'Italia è indispensabile il dominio strategico dell'Adriatico, per ragione di difesa legittima e necessaria, in conseguenza della nota diversità topografica delle due sponde: questa guerra ha dimostrato quale minaccia costituisca la Dalmazia contro la costa italiana, non difendibile.

I diritti della nostra nazionalità sull'oP!posta sponda sono noti.

Le statistkhe austriache sono frutto di un perseverante lavoro di denazionalizzazione proseguito per vari decenni. Del resto, coll'attribuzione degli sbocchi marittimi agli slavi ~consentiamo a certi 1sacrifid di 'carattere etnico: analogo sacrificio dovranno sopportare gli slavi in alcuna parte ove la popolazione slava può essere preponderante. Per l'Italia il dominio dell'Adriatico è questione di vita o di morte (1).

(l) -Cfr. n. 117. (2) -Cfr. n. 404. (3) -T. gab. 576/65 pervenuto il 9 marzo, che non si pubblica: Lansing è riluttante a pronunziarsi circa nota austriaca relativa guerra sottomarina. (4) -Cfr. n. 562. (5) -T. gab. 839/88 pervenuto il 4 aprile, che non si pubblica: Lansing non vede possibilità di evitare la rottura con l'Austria.
740

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. 508. Roma, 16 aprile 1917, ore 22.

Congresso Socialisti riformisti radunatosi in Roma ha approvato seguente ordine del giorno:

Il Congresso dei socialisti riformisti italiani iniziando i suoi lavori saluta la nuova Russia democratica e socialista.

Confida che con la conquista della sua libertà il grande paese slavo a cui l'Italia è legata da antichi vincoli di profonde simpatie, si stringa più intimamente alle democrazie occidentali per proseguire a fondo la lotta contro l'aggressivo e rapace militarismo germanico la cui disfatta è condizione necessaria allo stabilirsi di un diritto internazionale che garanttsca il libero sviluppo di tutti i popoli e assicuri quella pace senza la quale sarebbero vani tutti gli sforzi per la realizzazione delle giustizie sociali:

e si compiace che i socialisti e proletari della Russia mostrino di sapere respingere i tentativi insidiosi con cui il socialismo tedesco in accordo co' ~aiserismo mira a staccare la Russia dai suoi alleati: tentativi insidiosi che :pur sotto la protesta di simpatia per il popolo russo ·celano il tradimento allo spirito e all'onore della Russia rivoluzionaria che, annunciata,si gloriosamente campione e tutrice della libertà di tutti i popoli, diventerebbe invece, se i tentativi tedeschi avessero fortuna, la complice della .prepotenza tedesca;

il Convegno esprime piena fiducia che la rivoluzione russa per assicurare il proprio libero e completo svolgimento, per rispondere ai suoi doveri verso gli ideali nel cui nome trionfò, per essere pari al grande compito che le spetta in questo decisivo momento della vita mondiale, condurrà risolutamente la guerra a fianco delle democrazie occidentali sino alla vittoria.

(l) Ed. in SoNNINO, Carteggio, II, cit., pp. 198-200.

741

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 972/87. Parigi, 16 aprile 1917, ore 21,45 (per. ore 1,40 del 17).

Questo Ministro della difesa nazionale in una conversazione avuta stamane mi ha detto ·che le trattative :per il prestito con gli Stati Uniti sono attivamente in corso, che venne indicata la 'cifra, ma finora non definitiva, che la più gran parte dei tre miliardi verrà alla Francia, ma che Ribot vuole che anche le altre Nazioni abbiano la loro parte. Disse finalmente che partirà ,presto una missione per gli Stati Uniti, della quale fa parte un delegato finanziario per concrete trattative. Siccome ancora ieri Cambon mi ripetè ·che il R. Governo sarà tenuto al cor·rente di quanto farà la Francia onde l'Italia partecipi equamente, debbo ritenere che codesta Ambasciata di Francia abbia fatto la ~comunicazione.

Ad ogni modo vedrò domani Cambon e ne chiederò.

Ho creduto dovere però riferire subito le notizie avute.

742

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. P. 970/88. Parigi, 16 aprile 1917, ore 21,45 (per. ore 2,40 del17).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 557 (1).

Concordo pienamente nelle considerazioni di Imperiali e mi permetto ricordare quanto scrivevo nel mio rapporto n. 488 in data 12 corrente (2). Per il caso V. E. credesse op'}Jortuno tener conto di .... (3) suggerimenti ricordo le trattative da iniziare per le colonie africane e sono convinto che se non si farà ora almeno un accenno all'equa ripartizione preveduta se ben ricordo dallo accordo di Londra, non vi sarà modo d'i trattare in seguito. Cambon, dopo che Barrère già ne aveva parlato con V. E., m'informò con grande segretezza dell'invito ma mi pregò di non farne ·cenno vedendo Ribot, come se questi dovesse ignorare la confidenza fatta. Cambon non mi disse dettagliatamente soggetti da trattarsi ma soltanto accennò all'Asia Minore e alla Grecia. Rkordo a ogni buon fine 'che per la questione del tonnellaggio, il Governo francese non dimostra alcuna intenzione di accogliere le nostre domande, e l'odierno mio telegramma

n. 208 (4) dimostra che le trattative per i divieti d'importazione non si presentano sotto un aspetto che permetta molte speranze sull'esito favorevole. Con mio telegramma odierno riferisco quanto ho occasionalmente saputo circa i negoziati finanziari e l'invio della missione agli Stati Uniti d'America. In seguito a comunicazione che fosse fatta da codesta Ambasciata di Francia V. E. giudicherà se sia il caso di trattare.

743

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. Il. 973/179. Londra, 16 aprile 1917, ore 21,59 (per. ore 2,40 del17).

Lloyd George che ho veduto testè e che era già stato informato da Parigi del .fissato convegno per sabato prossimo mi ha manifestato suo vivo compiacimento per accettazione Presidente del Consiglio e di V. E. che sarà ben lieto di rivedere. Il Primo Ministro ha nuovamente insistito suo vivo desiderio circa intimo e privato colloquio italo-inglese ed ha aggiunto che mi avrebbe forse pregato di andarlo a vedere prima di giovedì, giorno fissato per sua partenza. Mia impressione è ,che conferenza sia dovuta ad iniziativa personale di Lloyd George presso Ribot. Superfluo aggiungere che io sono agli ordini di V. E. qualora Ella desiderasse vedermi a S. Giovanni di Moriana. Per conto mio dopo

un intero anno trascorso, provo VlVIssimo desiderio di ossequiare Presidente del Consiglio, conferire con V. E. circa molteplici importantissime questioni del momento. I•n caso affermativo sarei grato a V. E. significarmelo d'urgenza per necessari preparativi.

(l) -Cfr. n. 732. (2) -Non pubblicato. (3) -Gruppo indecifrato. (4) -Non si pubblica.
744

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 993/180. Pietrogrado, 16 aprile 1917 (per. ore 18,35 del 18) (1).

Questione ,partenza ex Imperatore per l'Inghilterra è sempre in sospeso e Miliukoff mi ha detto che non potrà essere risolta prima che sia chiusa l'inchiesta voluta dal Consiglio di Deputati degli operai e soldati sulla politica estera ed interna di Nkola :n. Attualmente si ~sta discutendo. Si afferma da persone generalmente bene informate che finora nessun indizio sia risultato di tentativi da :parte di quell'uomo •politico per una separata pace con la Germania. Si è invece trovato ~conferma che Sturmer e Protopopoff guidavano la politica interna ai cenni dell'ex Imperatore.

745

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 747/196. Berna, 16 aprile 1917.

Ho l'onore di trasmettere, qui unita, a V. E. una breve ed intere~ssante relazione presentatami dal Cavalier Attilio Bolza, vice console di 2• categoria, addetto a questa R. Legazione, e che prestò servizio, sino al maggio 1915, presso il R. Consolato in Innsbruck.

Sia per la sua esperienza precedente che rper la cura con cui il Cavalier Bolza non ha cessato di seguire la questione che forma oggetto della sua relazione, le notizie da lui raccolte acquistano uno speciale valore.

ALLEGATO.

RELAZIONE SUL TRENTINO

Berna, 15 aprile 1917.

Durante la mia 'lunga residenza ad Innsbruck, quel R. Consolato ebbe più volte occasione d'inviare al R. Ministero informazioni e dati statistici ~concernenti la propaganda pangect'manista nel Trentino e gli sforzi continui deH.e varie associazioni nazionali di queHa regione per opporsi alla propaganda stessa o per renderla meno produttiva.

L'ultimo l'apporto sull'al'gomento ~inviato al R. Mini,stero dal Consoiato d'Italia in Innsbruck fu trasmesso, se ben ricordo, due o tre mesi prima della

nostra dichiarazione di guerra all'Austria-Ungheria. Ritengo che, da allora, ben poco o nulla si sia potuto sapere in Italia intorno all'azione spiegata dai pangermanisti nel Trentino, il quale, in seguito alla violenta soppressione della • Lega Nazionale •, del • Club Alpinisti Tridentini • e di tutti quegH altri soda'lizi italiani minori, è divenuto, purtroppo, la Hbera palestra dei Mayer, dei Rhomeder e compagni.

Da alcuni si volile ritenere che le gravi preoc,cupazioni della guerra avrebbero sopito l'azione pangermanica nel Trentino: tutti costoro si ingannarono.

Da dati ricavati, durante questi ventitre mesi di guerra, dai giornali austrotedeschi e da informazioni avute da persone giunte in !svizzera provenienti dal Tirolo, dalla Baviera e dal Salisburghese, ho potuto stabilire, sia pure incompletamente, l'entità e la portata degli sforzi che i sodalizii .pangermanisti, appoggiati ora apertamente dal Governo, hanno fatto e stanno facendo per la diffusione del verbo germanico fra le popolazioni rurali e meno colte del Trentino.

Dico popolazioni • rurali e meno colte • perchè gli abitanti deHe città, che, fatte rare eccezioni, sentono italianamente, furono insieme alle persone colte della campagna internati nei vari campi dell'Austria Inferiore, dell'Ungheria e della Boemia. .A!ltre persone, pure di sentimenti nazionaili, che, per varie ragioni politiche

o per secondi fini, non si voUero internare furono • cortesemente • invitate dalle autorità militari a scegliersi una residenza verso nord.

Come dissi 1più sopra, il Governo austria,co sopprimeva dopo la nostra entrata in guerra la • Lega Nazionale • ed il • Club degli Alpinisti Tridentini • e, in seguito alle pressioni dei sodalizii pangermanici, si fece seguire lo scioglimento dei vari sodalizii minori del Trentino, come: ~la • Federazione Ciclistica • l'• Associazione degli studenti liberali •, ecc. ecc.

Da pe11sone bene informate ed a contatto con alcuni capi del partito pangermanista, mi si assicurò che il Governo di Vienna, contrariamente alle richieste delle autorità militari, era deciso, al principio della guerra italo-austriaca, a lasciar vivere, se non le più importanti, almeno le minori associazioni nazionali del Trentino, e della Venezia Giulia onde provare al popolo che anche i sudditi austriaci di nazionalità italiana potevano godere in Austria di tutti i diritti al pari degli altri cittadini. Questa effimera imparzialità, voluta ad arte dal Governo, non piacque affatto ai capi dei partiti pangermanici, e in una riunione tenuta, quasi segretamente, a Salisburgo verso la fine di luglio 1915, aJila quale parteciparono i presidenti del • Volksbund •, del • Verein fiir das Deutschtum im Auslande •, della

• Sudmark •, e di altri sodalizii minori, venne deciso di esercitare pressioni sul Governo per ottenere la soppressione totale dei sodalizii nazionali italiani. All'autorità ,militare non parve vero di aver trovato un aUeato così potente per far cambiare idea al Governo di Vienna. E fu così che in seguito all'intervento dei più influenti membri dei partiti pangermanisti, appoggiati daH'Arciduca Eugenio e dai generali Conrad e Dankl, si riuscì ad ottenere anche la soppressione di tutte le associazioni nazionali nel Trentino e nella Venezia Giulia. Raggiunto il primo obiettivo, i sodalizii tedeschi, ovmai ,padroni del campo, chiesero pdma di tutto la chiusura di molte scuole comunali e private italiane e fecero rivivere le varie scuoie tedesche che erano state chiuse in seguito agili avvenimenti guerreschi. Così le scuole tedesche dell'altipiano di Lavarone, quelle della Valle del Fersina, delle Valli di Sole e di Non, deHa Vaile di Gardena e, infine, le due uniche scuole della Valle di Rendena furono riaperte e riorganizzate. Furono create nuove scuole tedesche a Trento (3), a Rovereto (2), a Riva (2), ad Arco (2), a Mezolombardo (1), a Lavis (l) ed in altri capi luogo di distretto (Tione, Cavalese, Cles, ecc.).

Si ottenne anche che tutti i figli degli internati, dei confinati e dei profughi trentini neU'interno della Monarchia fossero obbligati a frequentare scuole tedesche. Solo nel grande ,campo di Katzenau funzionano scuole con Ungua di insegnamento italiana, l'apertura delle quali venne accordata in seguito alle insistenze del noto deputato Trentino e ex Vice Presidente del Parlamento austriaco, On. Enrico Conci, pure internato a Katzenau. Fra gli insegnanti, tutti trentini e triestini, vi è anche un professore italiano, il Prof. Alfredo Trombi, di Moncalieri, già insegnante alla Accademia Superiore di Commercio in Trento.

Oltre a tutto que.Jilo che si fece nel campo scolastico, i sodalizii tedeschi contribuirono moltissimo ad inscenare i noti indirizzi di fedeltà all'imperatore. Anche il cambiamento di molti nomi storici italiani di vie e piazze dei principali centri del Trentina è dovuto in buona parte all'intervento dei pangermanisti.

Da una relazione pubblicata recentemente dalla Presidenza del • Verein fiir das Deutschtum im Auslande • risulta che nel 1916 furono spesi da queUa sola associazione nel Trentina, marchi 36,050, alla qual somma si devono aggiungere marchi 232,250 erogati dagli altri sodalizii.

Il solo • Verein fiir das Deutschtum im Auslande • possiede un edificio scolastico (con quattro aule) a Luserna, uno con due aule a Palù, uno in Putz ed uno a Lavarone. Durante il 1916 il Verein medesimo fondò sei nuove scuole: a Luserna, a Lavarone, a Laghi, a Roverè delila Luna, a Branzollo ed a San Michele all'Adige, e contribuì, con erogazioni varianti dal 26 al 100% della spesa totale, alla fondazione di scuole ed asili in vari altri centri del Trentina. Mantiene nel Trentina 25 maestri e maestre e sussidia altri sette insegnanti. Inaugurò corsi serali liberi di lingua tedesca per adulti e contribuì alil'ampliamento delle scuole industriali che il • Volksbund • fondò nella Valle di Fiemme.

Gli altri sodalizii pangermanici fecero i massimi sforzi per gareggiare col

• Verein fiir das Deutschtum im Auslande • e, in buona parte, vi riuscirono. Nel Trentina esistono ora circa 60 scuole tedesche e circa 25 giardini d'infanzia.

La pubblicazione sopra citata si chiude testualmente così: • Con colpi ferrei le truppe alleate forgiano la catena che legherà per sempre il Tirolo intiero alla Monarchia degli Asburgo. Tutto il Tirolo e un nuovo Tirolo! Un Tirolo, nel quale la poUtica de>lla debolezza e dell'accondiscendenza, che ha portato frutti sì amari, non tornerà più. Un nuovo Tirolo in cui per l'Italia irredenta non vi sarà più posto •.

(l) Il tel., redatto il 16 aprile, fu trasmesso da Pietrogrado il 18 aprile, alle ore 12.30.

746

IL MINISTRO A LIMA, AGNOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 417/6. Lima, 16 aprite 1917.

Confermo il mio odierno telegramma cifrato col quale ho avuto l'onore di partecipare a V. E. che il Governo Boliviano ha interrotto le relazioni diplo.. matiche colla Germania, ed ha consegnato i passaporti al Ministro tedesco accreditato a La Paz, Signor Von Sanden.

Collo stesso messaggio comunicavo a V. E. (ciò che era già stato oggetto dei miei rapporti n. 60 e 62 in data 11 e 13 corrente) (l) che il Governo Peruviano si mantiene neutrale, ma che dò non pertanto, riscontrando la notificazione fattagli da questa Legazione Americana della esistenza dello stato di guerra colla Germania, aveva riconosciuta giusta la ragione del conflitto.

Il Signor Mac Millin, Ministro Americano qui accreditato, mi aveva già detto che l'attitudine di Bolivia era di fu-anca e spontanea adesione alla politica degli Stati Uniti; ora codeste simpatie hanno preso forma pratica e precisa.

Non pare vi sia stata pressione da parte del Governo di Washington, come 11 Governo stesso non ne ha finora esercitato colla Cancelleria Peruviana.

Le ragioni a cui si sarebbe ispirato il Governo Boliviano sono esposte nel telegramma che compiego e che è stato qui pubblicato stamane; forse ve n'è un'altra, ,che in questo momento non conveniva palesare, consistente nell'aspirazione dei boliviani e del Presidente Montes a riavere un porto sul Pacifico.

Codesto ideale patriottico non potrebbe essere raggiunto se non col concorso e coll'aiuto degli Stati Uniti ed a scapito del Perù o,, del Chile; ed a La Paz ,si deve aver considerato che questa era l'occasione, piuttosto unica che rara, per acquistare un titolo a future rivendicazioni; e forse il calcolo non è sbagliato e dovrebbe preoccupare il Governo locale e deciderlo a controbilanciare la mossa abile e rapida della Nazione limitrofa.

È fuor di dubbio che l'attitudine boliviana awà qui una sensibile ripercussione e potrebbe influire nel senso di un più stretto legame· alla politica americana a favore del quale si va iniziando una propaganda nell'elemento giovane.

(l) Non pubblicati.

747

IL MINISTRO A LISBONA, SERRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 218/66. Lisbona, 16 aprile 1917.

Facendo seguito al mio rapporto n 62 (l) del 6 corrente, ho l'onore di rimettere qui unito a V. E. un estratto (2) del giornale Imparcial di Madrid, contenente il testo di una lettera pubblicata dal mio egregio collega di Spagna a proposito di possibili accordi di natura economica e politica fra le due Nazioni Iberiche.

Questa lettera che è stata co!'tesemente ·commentata e riprodotta dai giornali di L1sbona, è rimarchevole per la elevatezza del tono e l'eleganza della forma, come era da attendersi nelle disquisiZJioni di un parlamentare emerito e di un uomo colto come il signor Lopez Mufioz.

Come tentativo però di mettere su basi solide una intesa tra i due pae.si, non vi è dubbio che il documento in questione lascia H tempo 'che trova. H Signor Lopez Mufioz si è valso dell'occasione per professare la sua venerazione alla Augusta peDsona di Sua Maestà Cattolica, per rendere omaggio aLla figura del Presidente della Repubblica, per dichiarare la sua deferenza verso S.E. il Conte di Romanones, e fa di 'Più, vestito di modeste ,spoglie, e dipingendo a tetri colori l'esilio forzato dalla lontana Spagna e daLla sua famiglia, ci fa conoscere che fu due volte Ministro; ma salvo un fuggevole accenno nel • post-scriptum • ad una possibilità di trattative per un accordo commerciale dopo la guerra, la via, i mezzi, il • quantum • della intesa politica non indica, perché né lui né altri saranno mai in grado di poter seriamente indicare.

(l) -Non pubblicato. (2) -Annotazione marginale sul documento: c Pervenuto senza annesso •·
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IL MINISTRO AL MESSICO, CAMBIAGIO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 318/43. Messico, 16 aprile 1917.

Subito dopo avuta la notizia ufficiale dell'esistenza dello stato di guerra fra gli Stati Uniti e la Germania, il nuovo Ambasciatore nord-americano, signor Fletcher, notificò tale stato di guerra al Governo messicano colla nota qui unita in copia (1). Il Governo messicano rispose colla nota qui pure unita in 'c01pia (1), per condotto del signor Garza Perez, Sotto Segretario attualmente reggente il Ministero delle Relazioni Estere, che il signor Carranza lamenta che non sia stato possibile al Governo degli Stati Uniti di definire pacificamente le sue difficoltà colla Germania, e che il Governo messicano, sempre ispirato dai desideri espressi nella sua nota ai neutrali in data 11 febbraio scovso, (vedi mio rapporto n. 35 del 18 marzo) (2), non ometterà mezzo, né sforzo alcuno che possa contribuire in alcun modo all'avvenimento della pace.

Tale risposta, ,sì contraria agli usi diplomatici, lasdò l'impressione che il Governo del signor Cavranza, notoriamente germanofilo, continuasse nell'idea già accennata nella sua nota ai Governi neutrali, d'impedire l'invio di ogni aiuto od elemento di guerra ai paesi belligeranti, ciò che il Governo messicano potrebbe fare, proibendo l'esportazione del petrolio dal paese, esportazione che ha una grande importanza poiché durante l'anno 1916 raggiunse più di 40 milioni di barili (6.447.524 metri cubi di petrolio crudo). Ha fatto anche una certa i!IIipressione nei circoli diplomatici che il Governo messicano, oramai vicino a paesi che sono entrati nella guerra delle nazioni, non abbia proclamata la sua neutralità. Fu perdò lben consigliato il signor Carranza, quando nel suo messaggio letto ieri sera al Congresso, dichiarò solennemente, come ho avuto l'onore di telegrafare all'E. V. col mio telegramma odierno n. 11 (2) che il Gov,erno messicano procurerà di seguire una linea di condotta della più rigorosa e stretta neutralità nel conflitto europeo.

Le voci più contradditorie corsero nella capitale, quando si seppe la notizia della entrata in guerra degli Stati Uniti. I germanofili, che ancora costituiscono qui la grande maggioranza, prevedevano un aiuto ancor più diretto del Governo messicano ai tedeschi contro l'odiata Repubblica degli Stati Uniti, con la proibizione dell'esportazione di i)etrolio, col permesso di stabilire basi navali nel Golfo del Messico, ~colla ~cessione alla Gevmania delle stazioni inalambriche, ecc. La ~corrente favorevole agli Alleati sperava invece che gli Stati Uniti esercitassero una pressione sempre più forte sul Governo messicano finché questo si schierasse al loro lato contro la Germania.

Invece il Governo messicano ha il maggiore interesse di conservare la più stretta neutralità nel ~conflitto; poiché se egli accennasse veramente a dare un aiuto serio alla Germania, gli Stati Uniti non lo potrebbero permettere, e quando

avranno fra qualche tempo a loro disposizione forti nerbi di truppe, potrebbero piombare su questo ,paese :procedendo a quell'intervento ,che tante volte è stato predetto e che molti credono sarebbe l'unica salvezza del :paese, dal momento che dopo sette anni di rivoluzione e guerra civile, il regno della libertà e della giustizia non ac,cenna ancora a ristabilirsi. Né il Governo messicano, sempre a causa del germanofilismo e della antipatia per i • gringos • (come qui chiamano i nord-americani), che ne è forse il principale motivo, potrebbe essere disposto ad entrare nella guerra dalla parte degli Stati Uniti, a meno di forti pressioni da parte di questi ultimi.

Solo una lenta, abile e continua azione da parte del Governo nord-americano, accompagnata da qualche soddisfazione all'amor proprio dell'attuale Governo messicano e sopra tutto da qualche concessione specialmente di carattere economico e finanziario, potrebbe condurre un giorno il Messico a schierarsi apertamente, nonostante la sua naturale ripulsione, dalla ,parte degli Stati Uniti.

Trasmetto a titolo di curiosità una intervista del giornale Excelsior di qui col Ministro di Germania signor von Eckardt, nella quale questi dichiarò che alla fine della guerra non vi saranno nazioni completamente sconfitte, e che la Germania continuerà ad ispirare queHo stesso rispetto che merita oggi da parte di nazionali e di stranieri.

(l) -Non si pubblica (2) -Non pubblicato.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. PRECEDENZA ASSOLUTA 566. Roma, 17 aprile 1917, ore 10.

Telegramma di V. E. n. 179 (1).

Ieri Barrère insistette perchè convegno Saint Jean de Maurienne avesse luogo giovedì. Presidente ed io accettammo. Prego accertare data convegno e telegrafarmi d'urgenza.

750

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. PRECEDENZA ASSOLUTA 567. Roma, 17 aprile 1917, ore 10.

Mio telegramma n. 565 (2).

Imperiali telegrafa in data di ieri che Lloyd Geo11ge partirà giovedì da

Londra per arrivare Saint Jean de Maurienne sabato. Prego accertare subito

data convegno e telegrafarmi d'urgenza, avendomi Barrère ieri indicato giovedì

come giorno convegno St. Jean.

(l) -Cfr. n. 743. (2) -Cfr. n. 738.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. uu. 569. Roma, 17 aprile 1917, ore 13,35.

Telegramma di V. E. n. 179 (1). Prego informarmi se Rodd è stato chiamato a partecipare al convegno. In caso affermativo sarò lieto di vedere V. E. a S. Giovanni di Moriana.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, ~ALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTEHI, SONNINO

T. GAB. 979/91. Parigi, 17 aprile 1917, ore 13,40 (per. ore 16,40).

Telegramma di V. E. Gabinetto n 567 (2).

Confermo mia risposta telefonica. Convegno è fissato per giovedì mattina. Risposta Lloyd George accettando convegno per sabato era conseguenza malinteso.

753

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. U. 981/180. Londra, 17 aprile 1917, ore 16 (per. ore 18,40).

Telegramma di V. E. n. 566 (3). Lloyd George mi ha fatto telefonicamente confermare convegno fissato giovedì.

(l) -Cfr. n. 743. (2) -Cfr. n. 750. (3) -Cfr. n. 749.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 575. Roma, 17 aprile 1917, ore 19.

(Meno Pietrogrado): Ho telegrafato al R. Ambasciatore a Pietrogrado quanto segue:

(Per tutti): Questa Ambasciata di Francia mi ha info•rmato che in vista delle preoccUJpanti notizie della Russia e dell'attività spiegata dagli austro-tedeschi per una pace separata, sembrerebbe opportuno concordare un'azione perchè codesto Governo tagliasse corto con qualche sua manifestazione esplicita a questi maneggi.

Ho risposto che non mi sembrava facile ottenere un risultato soddisfacente data la debolezza di codesto Governo, ma che avrei inviato istruzioni a V. E. di avvisare al meglio con il suo collega di Francia e d'Inghilterra. Prego V. E. agire in conformità di quanto precede e telegrafarmi.

755

IL MINISTRO DEGLI E·STERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN

T. GAB. u. 572. Roma, 17 aprile 1917, ore 21.

Telegramma di V. E. n. 13 (1).

V. E. rpuò smentire notizie insussistenti. Prego indirizzare telegrammi riservatissimi di gabinetto Ministro Sonnino invece che Esteri.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI

T. GAB. 573. Roma, 17 aprile 1917, ore 21.

Telegramma V. S. Gabinetto n. 111 (2).

Dichiarazioni di Iliesco comparvero per la prima volta nei giornali francesi. Giornali italiani si limitarono a riprodurle o ·sommariamente o testualmente come Corriere della Sera del 4 che pubblicò testualmente articolo del Matin dello stesso giorno.

(l) -T. Gab. 977/13 del 16 aprile da Madrid, che non si pubblica: il Presidente del Consiglio spagnolo dice di avere notizie non buone dello spirito pubblico in Italia (disordini e stato d'assedio a Bologna), e che nel Gabinetto italiano vi sarebbero ministri favorevoli a una pace con l'Austria. (2) -Cfr. n. 705.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 985/181. Londra, 17 aprile 1917, ore 22,16 (per. ore 2,35 del 18).

Sabato scorso nel corso di una privata peripatetica conversazione Hardinge accennando alle voci di pace separata bulgara alle quali prestavo fede molto relativa mi confidava aver detto a questo Incaricato d'Affari di Francia che qualora la cosa prendesse consistenza occorrerà che le Potenze mettano da banda i pregiudizi aprioristici ed i rancori passati e facciano alla Bulgaria condizioni da essa accettabili ·consentendo ad una equa e giusta realizzazione delle sue aspirazioni nazionali. In caso contrario la tanto agognata pace balcanica non sarebbe duratura. Hardinge mi diceva non vedere fondati motivi delle minacciate recriminazioni della Serbia la quale al postutto uscirà da una guerra vittoriosa, ingrandita e consolidata con l'annessione della Bosnia-Erzegovina nonchè con un possibile assorbimento del Montenegro. Ad una vibrata interruzione su questo punto Hardinge eccepì i noti argomenti già addotti in passato (mio telegramma del 7 settembre 1916 Gabinetto n. 315). Io gli replicai in termini conformi a quelli adoperati allora ricordando ad ogni buon fine il • caveat • dato susseguentemente a Grey (mio telegramma Gabinetto n. 316). Hardinge replicò che mi parlava solo accademicamente che non dovevano essere considerate come esprimenti in alcun modo il pensiero del Governo. Hardinge proseguendo manifestò le vedute recisamente contrarie a qualsiasi unione d'ella Jugoslavia alla Serbia. Jugoslavia secondo lui dovrebbe formare uno Stato separato completamente autonomo legato alla Monarchia Austro-Ungarica da una semplice unione personale. Per quanto che confidenze personali ed amichevoli fatte in via privata e fuori del Foreign Office e del resto da me ribattute non possano naturalmente dare appiglio a ·conversazioni ufficiali mi è parso doveroso segnalarle perchè V. E. le abbia presenti qualora nel prossimo convegno ritenesse oppo:rtuno bene precisare in connessione con trattato di Londra nost:ro pensiero circa avvenire Montenegro.

758

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1345/118. L'Aja, 17 aprile 1917, ore 10,20 (per. ore 3,50 del 18).

Comitato esecutivo • Bureau International • riunitosi per decidere atteggiamento da prendere di 1ironte alla situazione internazionale, ha deciso di recarsi a Stoccolma per convocare riunione plenaria cui saranno invitate partecipare anche minoranze partito socialista paesi belligeranti. Venne accettato punto di vista Ministro russo Kerensky e programma di pace generale di Wilson al Senato americano. Comitato esecutivo saluta sforzi partiti belligeranti tendenti

unirsi ai lavoratori e trovare in tal fatto un incoraggiamento a proseguire p["opri

sforzi per ottenere azione comune di tutti i socialisti e operai in favore pace

durevole.

Giornali annunziano infatti :prossima partenza per Stocco1ma deputati socialisti Troelstra, Albarda, Huysmans, Wibaut, Vankol. Due ultimi rappresentano nel • Bureau International • tendenza francamente favorevole Intesa. Primi due sono apertamente germanofili. Deputato belga Huysmans, Segretario del Bureau, ,si è compromesso qui per rapporti avuti con socialisti tedeschi, malgrado proteste sentimenti patriottici fatte ieri a questo Ministro del Belgio, egli non dà alcun affidamento possa avere Stoccolma influenza favorevole Intesa, talmente che questo Ministro di Francia telegrafò suo Governo perché Huysmans venga possibilmente impedito partire.

759

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1004/122. Jassy, 17 aprile 1917, ore 21 (per. ore 14,10 del 19).

Colonnello Rudeanu telegrafa essergli stato comunicato che la Romania dovrà intendersi a Pietrogrado per ottenere armi e munizioni di cui abbisogna e ciò proporzionalmente alle quantità che la Francia e l'Inghilterra fornis·cono alla Russia. Bratiano dice che ciò è contrario agli affidamenti datigli in occasione della ·conferenza di Pietrogrado quando gli venne promesso che la Francia avrebbe fornito tutto il matedale di guerra occorrente alla Romania all'infuori dell'artiglieria pesante la quale verrebbe data dall'Inghilterra. Fu appunto con questo argomento che lo si escluse dalla conferenza facendogli osservare che egli aveva ogni interesse ad essere provveduto di materiale di guerra dalla Francia e dall'Inghilterra indipendentemente da quanto si faceva per la Russia.

Bratiano ha telegrafato a Parigi per protestare contro questo cambiamento.

760

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1797l 435. Londra, 17 aprile 1917.

La notizia recata dai giornali di ieri sera, che l'Austria si dkhiara pronta ad entrare in negoziati di pace con la Russia, sempre che questa voglia ispirarsi al programma esposto nel manifesto del Governo provvisorio, ha :subito trovato un lungo commento in un articolo editoriale dell'odierno Manchester Guardian.

Trascrivo qui appresso a V. E. il seguente passo, che parmi riassuma esattamente tutt'il concetto svolto nell'articolo:

• L'Austria sa quali sono le nostre ,proposte. Queste non contengono il suo smembramento, qualora una vera autonomia possa venire assicurata alle sue diverse parti. Però, indubbiamente, alcune terre di confine dovranno ottenere la facoltà, se lo desiderano, di unirsi agli stati vicini indipendenti ai quali esse appartengono per natura ed affinità; e ciò è vero anche nei riguardi dell'Unghe~ ria. L'Austria conosce inoltre quali sono le vedute della Russia circa la Polonia. Le a~ccetta? O pos,siede dei piani per modificarle nella forma, conservandone la sostanza? Se ~così fosse, che essa li faccia noti apertamente, o se essa non desidera che sieno pubblicati, che li faccia conoscere privatamente alla Russia, la quale li traSillletterà ai suoi alleati per esaminare se forniscono una base di discussione. Senonché bisognerà soddisfare a due condizioni: l'una, che si mettano da banda le proposte generiche e si proceda a rproposte concrete; l'altra, che l'Austria non deve tentare separare l'un alleato dall'altro, perché in tal caso le sue aperture sarebbero a priori destinate all'insuccesso, non potendo esser mai considerate nel merito •.

Il concetto del Mancheste1· Gtwrdian è quello stesso di tutti gli organi del partito ultraradkale inglese. Tale concetto è stato da me esposto a V. E. in svariati rapporti, e specialmente in quello del 24 gennaio scorso, n. 105 (1), nel quale attiravo la Sua attenzione suUa preferenza di questo partito per regolare la questione dell'Austria piuttosto sulla base di tante autonomie politiche nazionali, che di un vero e proprio smembramento della duplice Monarchia. E,guali concetti erano infine espressi a V. E. col mio recente rapporto dal n. 392 (2).

Anche il Daily TeZegraph reca un articolo sullo stesso tono; e cioè che l'Austria non fa che il giuoco nascosto della Germania, non essendosi ancora determinata a sciogliersi dai legami di quest'ultima, condizione questa indispensabile per poter prendere in considerazione le sue aperture.

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L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 984/92. Parigi, 18 aprile 1917, ore 0,20 (per. ore 4,25).

Mio telegramma Gabinetto n. 83 {3).

Cambon, cui ho chiesto di informarmi una buona volta chiaramente sulla missione mandata a Washington e sulle trattative finanziarie, mi ha risposto che la missione Viviani-Joffre è di pura lega politica per portare i saluti del Governo francese al Governo degli Stati Uniti. Partirà contemporaneamente Simon al!o funzionario al Ministero delle Finanze per trattare questione del prestito. Per ora avrebbero solo parlato in linea generale della cosa senza nulla precisare

e solo potrà combinarsi quando Simon arriverà a Washington ove resterà come addetto funzionario all'Ambasciata. Credo però che le cose siano rpiù avanzate di quanto ha detto Cambon. Mi ha aggiunto che la nomina di Tardieu ha lo scopo di dare l'unità d'azione alle varie commissioni che già si trovano negli Stati Uniti: le Commissioni di acquisto dei cavalli, la commissione del grano, dell'aviazione, l'acquisto di munizioni ecc.

Tardieu mi ha parlato nello stesso senso e mi ha detto ·che non potrà partire subito. I giornali dicono che Tardieu dovrà servire a mantenere il collegamento colla mis,sione Alleati agli Stati Uniti d'America.

(l) -Non pubblicato. (2) -Non rinvenuto. (3) -T. Gab. 938/83 del 13 aprile, che non si pubblica: Salvago viene a sapere da Cambon che Viviani e Joffre vanno a Washington senza incarico preciso .
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L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 982/93. Parigi, 18 aprile 1917, ore 0,20 (per. ore 4,25).

Cambon dal quale ho cercato di sapere di cosa si intende parlare nel prossimo convegno, mi ha detto che l'oggetto prindpale sarà l'atteggiamento della Russia davanti alle offerte austriache, poi la questione della Grecia sulla quale non ha voluto dilungarsi, ma che ha detto essere molto sgradevole, e finalmente ha concluso • forse accenneranno anche all'Asia Minore •. L'ho pregato di mettere sulla nota di ciò che Ribot comunicherà a V. E. anche i negoziati fra la Francia e gli Stati Uniti per la questione finanziaria ed il tonnellaggio. Ho dubitato ·che la poca importanza data da Cambon alla conversazione sull'Asia Minore fosse affettata ciò che mi venne confermato da Painlevé il quale ha insistentemente ·cercato di vedermi e mi ha parlato a lungo delle :relazioni tra Francia e Italia. Mi ha detto che Ribot ha dichiarato aver portata la questione dell'Arsia Minore in Consiglio dei Ministri dopo la conversazione con me dell'8 corrente. Painlevé dice che sono convinti che :per le future relazioni fra i due paesi è necessario... (l) di parlarci chiaramente di quanto può dar luogo a malintesi. • Italia dica le sue aspirazioni, Francia d1mostrerà infondato il sospetto al quale voi accennavate che essa non voglia che l'Italia abbia il posto conveniente nel mondo. Precisate le vostre aspirazioni, Francia sarà la prima a desiderare che abbiate la parte che equamente vi spetta. Francia dimostrerà che non dimentica come voi temevate che l'Italia è venuta spontaneamente, senza esservi ·costretta, a gettarsi nella fornace per aiutare nazione sorella •. Mi disse che avevo fatto bene a parlare francamente forse duramente ma con una durezza che Ribot capì essere inspirata da sincera amicizia. • Dobbiamo dimostrare che non siamo alleati per metà •. Cito le sue parole perché danno forse una idea dei sentimenti con ·cui vengono al convegno, ·ma non mi nascondo che Painlevé, per smentire il ricordo del famoso discorso che egli negava pronunziato, si sforza da tempo di dimostrare la sua profonda amicizia per l'Italia.

Mi chiese se tutte le questioni circa le aspirazioni italiane si limitassero all'Asia Minore. Risposi che ora si t.rattava solo dell'Asia Minore ma volendo trattare di tutto, bisognava vedere quali altre questioni derivassero dall'Accordo di Londra. Non volli accennare all'Africa ignorando se V. E. desideri farne oggetto di conversazioni. Painlevé terminò dicendo che il Governo francese sa;~era che tolta di mezzo la questione dell'Asia Minore cesserà la divergenza di vedute circa la Grecia. Questo discorso mi fa credere ·che la nostra arrendevolezza in Grecia potrebbe essere il compenso che ci verrà chiesto a concessioni in Asia Minore e forse altrove. Mi limitai a rispondere che i sentimenti da lui eSipressi erano una garanzia che ci si intenderebbe facilmente (1).

(l) Gruppo indecifrato.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. u. 576. Ro1na, 18 aprile 1917, ore 10.

Pur non avendo ricevuto riscontro da V. E. al mio telegramma 565 (2) resta inteso che anche V. E. si troverà al convegno di domani.

764

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 996/184. Londra, 18 aprile 1917, ore 22 (per ore 3,50 del 19).

Telegramma di V. E. n. 561 (3).

Come prima impresrsione aveva pensato a qualche raccomandazione rivolta in via privata e con debite pérecauzioni a Kerensky che sembrerebbe anello !(ii congiunzione fra i due partiti opposti. Prima di riferirne a V. E. ho voluto tuttavia :presentire Hardinge di cui conosco i sentimenti di per,sonale devozione per l'Imperatore e di vivissimo interessamento alla sorte disgraziata della famiglia imperiale. Egli mi dis:se ieri che condivideva pienamente le vedute di V. E. Unica garanzia di incolumista nel consolidamento del Governo provvisorio la quale potrebbe essere seriamente scossa da un intervento degli Alleati in questione d'i massima delicatezza. A lui pare quindi preferibile nell'interesse stesso della causa di astenersi, per il momento almeno, da :passi che potrebbero fare più male che bene. Del resto, soggiunse Hardinge, tutte le notizie qui giunte finora .concordano nella conclusione che nessun pericolo minaccia Imperatore e la famiglia Imperiale. • Buchanan ha gli occhi ben aperti giacché egli non ignolfa che l'incolumità dell'Imperatore è per lui ".personalmente" d'importanza vitale •.

(l) -Ritrasmesso a Londra e Pietrogrado con T. Gab. 578 del 18 aprile. (2) -Cfr. n. 738. (3) -Cfr. n. 737.
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L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 997/185. Londra, 18 aprile 1917, ore 22,07 (per. ore 5,05 del 19).

In via confidenzialissima ho saputo che in un recentissimo colloquio privato con Buchanan, Principe Lvof lasciò abbastanza chiaramente intendere che il noto ultimo proclama con relativa rinunzia a CostantinQpoli ecc., dettato da impellenti esigenze d[ politica interna, non va preso rigorosamente alla lettera. Decisioni in esso contenute potrebbero essere in seguito suscettibili di modificazioni non essendo al postutto difficile conciliare propositi anti-annessionisti coll'obbligo imposto ad un Governo liberale democratico di porre termine all'intollerabile tirannico giogo turco-tedesco.

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IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1364/GAB. 77. Stoccolma, 18 aprile 1917, ore 12 (per. ore 20,28 del 19).

Telegramma di V. E. n. 621 mi fa temere che non Le siano pervenuti miei telegrammi Gabinetto n. 71 (1), 73 (2), 74(3) e 76 (4), con cui La ho esattamente informata di tutto quello che ,si sapeva qua circa l'azione dei socialisti dei vari ·paesi e delle diverse tendenze a favore della pa·ce. Soltanto ieri sera si è saputo (dapprima per mezzo di notizie dalla Germania e poi da un telegramma di Huysmans a Branting) che la delegazione olandese del comitato esecutivo dell'Ufficio internazionale socialista ha deciso di venir qua per organizzare una conferenza internazionale sulle basi delle dichiarazioni di Kerensky e di Wilson. Questa notizia è giunta qua completamente inattesa e non mi pare evidente che debba essere una conferma di quella segnalatami da V. E. nel suo telegramma 444 secondo cui avrebbero dovuto riunirsi in congresso a Stoccolma i socialisti aderenti al .patto di Zimmerwald. Nel partito socialista svedese (e credo, più o meno, in quelli di tutti i paesi) ci sono due tendenze non solo difformi ma, nella pratica, vivamente contra,rie. Quella più avanzata, la quale dà al movimento pacifista un carattere sovversivo all'interno, si riconnette al patto di Zimmerwald ed al gruppo russo di Lenin e fa il giuoco degli Imperi Cent,rali. Qua in Svezia essa è ora appoggiata dai conservatori germanofili furibondi contro Branting. L'altra tendenza che all'interno ha carattere riformista, pur essendo pronta lavorare per la pace comprende che questa non è possibile

21 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VII

né desiderabile se anche Imperi Centrali, che sono oramai cittadella della reazione, non sono battuti. Essa è seguita dalla maggioranza moderata del partito socialista svedese capitanato da Branting il quale ha sempre avversato il movimento di Zimmeil'Wald. Secondo telegramma di Huysmans a Branting, alla prossima conferenza dovrebbero essere rappresentate • tanto le maggioranze quanto le minoranze • ossia le due opposte tendenze, ciò che fa prevedere contrasti vivacissimi.

A me sembra che ci convenga naturalmente appoggiare la tendenza moderata, ma prego V. E. di impartirmi le istruzioni il più possibile dettagliate sulla condotta che devo seguire, .specialmente di fronte deputato Morgari o ad altri socialisti italiani. Dai miei precedenti mpporti col deputato Morgari (su cui ho riferito ampiamente-a V. E.) ho riportato impressione che egli sia in fondo in buona fede, o non mi parrebbe impossibile esercitare una certa influenza sopra di lui ma tali réllpporti furono tmppo superficiali perché io possa fare affidamento sul mio giudizio personale.

Branting è tornato ieri da Cristiania. Ho convegno con lui per domattina, non potendo vederlo prima.

(l) -Cfr. n. 725. (2) -Non pubblicato. (3) -Cfr. n. 733. (4) -Non pubblicato.
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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1400/297. Pietrogrado, 18 aprile 1917 (per. ore 15 del 22) (1).

Telegrammi di V. E. 502 (2) e 508 (3).

Nella lotta che qui si conduce contro i massimalisti, che illusi o traviati servono il giuoco del germanismo e nel momento in cui le missioni socialiste· francesi e inglesi spiegano a Pietrogrado loro benefica azione, non poteva giungere più Q!Pportuno il messaggio del Congresso dei socialisti italiani il cui intervento mi ero già permesso sollecitare. Siccome ho fatto rilevare a Kerensky, non è piccolo servizio che le democrazie di Occidente ·prestano alla causa della libertà russa recando qui affermazione della loro solidarietà nel senso profondo e chiaro che essi hanno della realtà e della necessità imprescindibile di non dar tregua al milita1rismo agg•ressivo e rapace sotto qualunque forma, sia pure socialista, si annidi. Il Ministro, sebbene obbligato, nella sua qualità di intermediario fra Governo e Consiglio operaio, a -cauto linguag,gio, si è vivamente compiaciuto dell'intervento del nostro socialismo che al pari dell'inglese e del francese si affretta fraternamente a porre in guardia il proletariato russo contro i pericoli allargamento che incombono sulla libertà .conqui.statrice e sui propri destini. Il Governo provvisorio, egli disse, non può che essere indi~pendente (sic) e riconos-cente del valido ·concorso che l'Italia gli presta nella sua opera di persuasione e ricomposizione delle forze del Paese. Ho poi lasciato al Ministro

copia dell'ordine del giorno ·con un commento a firma del Comitato italiano di informazioni (sic) nel quale è spiegata l'opera di Bissolati ispirata costantemente da alta coscienza degli interessi proletari e da fede nel trionfo della giustizia sociale; opera che è garanzia dei sentimenti da amico verace ·che l'animano nel far sentire voce d'allavme e consigli al socialismo russo. Il commento rende conto della .posizione e dell'importanza partito socialista riformista italiano del suo Congresso e cosi conclude: • Le message que les socialistes italiens envoyent à leurs frères russes est une nouvelle rpreuve de la solidarité intime qui unit les démocraties de l'Occident en présence des dangers graves et agressions dont elles se sentent menacées et dont elles voient menacée la démocratie russe. Le bloc indissoluble démocratie occidentale considère comme un devoir fraterne! de signaler ces dangers à la démocratie russe et de l'engager, !POUr se sauvegarder et pour la sauvegarde de la cause commune, à lutter jusqu'à victoire avec un effort simultané contre les derniers remparts de l'ancienne barba,rie et pour que le drapeau de la liberté et de la fratérnité indissolu(ble

des peuples flotte glorieusement et définitivement sur la terre rédimée •.

Avendo espresso intenzione di rimettere eguale copia di questo ·scritto ai sei socialisti francesi e inglesi ,per·ché vi scorgano nostra ,solida·rietà e se ne valgano nei loro colloqui col Consi,glio operaio, Kerensky si offre cortesemente di farlo e mandare tosto alla Duma ove quei Deputati si trovano già a convegno col Consiglio. Anche Miliukoff, al quale ho dato conoscenza di quanto precede in presenza dei miei colleghi di Inghiltel'ra e Francia, si è ugualmente felicitato dell'intervento nostro socialismo e ha espresso riconoscenza per il nostro appoggio al Governo provvisorio. E.gli ha 'POi mandato all'Agenzia telegrafica ordine del giorno che fu tosto pubblicato e che comparirà quindi in tutta la stamp·a russa. Egli solleciterà inoltre permesso affissione e distribuzione fogli volanti che richiede speciali formalità. Quanto a Consiglio operaio non mi è sembrato del caso che Ambasciata intervenisse direttamente, sia perché ogni programma nazionale ufficiale riesca meno efficace 'presso esso, sia per ·conformarmi alla condotta dei miei colleghi d'Inghilterra e Francia in analoghi casi. Mi varrò del • Comitato italiano di informazioni • per far conoscere a Toheidze e ad altri principali membri del comitato l'ordine del giorno coi miei surriferiti commenti e con quanto altro opportunamente possa dire per spiegare significato e portata del messaggio. Di dò sono incaricati Gayda e Borghese.

Sarei grato a V. E. se volesse comunicare quanto precede a S. E. Scialoja.

(l) -Il tel., redatto il 18 aprile, fu trasmes.so da Pietrogrado il 20 aprile, alle ore 12. (2) -Non pubblicato. (3) -Cfr. n. 740.
768

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. POSTA 1045/183. Londra, 18 aprile 1917 (per. il 23).

Hardinge mi diceva ieri non annettere importanza alla recente proposta di :pace lanciata dall'Austria ad istigazione evidente della Germania, che vuole ora mettere avanti la nazione alleata, che è meno impopolare. Trasmetto per corriere commenti Manchester Guardian e Daily Telegmph. Daily News ha stamane corrispondenza da Berna riferente le dichiarazioni fatte da Czernin ad un americano reduce da Vienna. Ministro austriaco insisté su vivissimo desiderio Imperatore e suo di pronta pace, che potrebbe essere firmata domani alle condizioni seguenti: l") Integrità assoluta duale monarchia; 2") Nessuna indennità; 3") Ricostituzione regno di Serbia sotto altra dinastia. Czernin avrebbe inoltre enfaticamente dichiarato che la guerra contro l'Italia è la sola veramente popolare, e che mai Austria cederà Trento e Trieste.

769

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

D. R. 12. Roma, 18 aprile 1917.

Ad opportuna ,sua conoscenza, mi pregio trasmetterLe l'unita copia di un rapporto, n. 280/79, in data 16 marzo u.s., del Cavaliere Bernabei, in missione del R. Governo a Gedda, concernente i preparativi francesi per l'occupazione della Siria.

.ALLEGATO.

BERNABEI A SONNINO

R. RR. 280/79. Gedda, 16 marzo 1917.

Il Tenente Millet in questa Missione mi:litare francese mi ha chiesto ultimamente alcuni schiarimenti, che mi sono affrettato a dargli, circa l'organizzazione dei ViJ.ai.et in Asia Minore, dicendo che ne aveva bi•sogno per un lavoro urgente che interessava personalmente il Colonnello Bremond.

Dalla conversazione avuta cOil. Tenente Millet mi è parso di comprendere che la Francia, d'accordo coll'Inghillterra, si preparasse ad effettuare, non appena giunto il momento propizio, uno •Sbarco di truppe fra Gazza e Giaffa in vista dell'occupazione della Siria.

A tal uopo sarebbe già pronto nell'Isola di Cipro un corpo di spedizione di circa 10 mila uomini appartenente alla Legione Orientale formata, per la maggior parte, da volontari armeni e ,siriani, fuggiti a bordo de,Jile navi da guerra francesi in crociera dinanzi la costa di Siria e d'Anatolia e rifugiatisi in Egitto, ove furono arruolati, istruiti ed armati nel Campo di concentrazione di Ismailia a cura di quella Missione Militare francese comandata dal Colonnello Romieux.

A quanto pare, è aperto tuttora in Egitto l'arruolamento volontario alla suddetta Legione mediante domande da presentarsi all'Agenzia Diplomatica di Francia al Cairo.

Ho creduto mio dovere di portare quanto precede a conoscenza deLl'E.V. per

sua opportuna norma e notizia.

Uguale comunicazione trasmetto al Ministero delle Colonie ed al Governo

dell'Eritrea.

770

IL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AL DIRETTORE GENERALE DEL FONDO PER IL CULTO, MONTI

(edito in MARGIOTTA-BROGLIO, Italia e S. Sede, pag. 351)

L. P. R. Roma, 18 aprile 1917.

In questi ultimi giorni è stata largamente diffusa in Spagna la voce di gravi disordini e, addirittura, di insurrezioni che sarebbero avvenute in Italia. Il nostro Governo si è, quindi, dovuto occUJpare della fonte di una simile falsa ed evidentemente tendenziosa voce; ed ha appreso ·con rincrescimento, da fonti assolutamente attendibili della ,stessa Madrid, che l'origine di tali voci si deve proprio a comunicazioni fatte dall'Ambasciatore spagnuolo presso la Santa Sede.

Ella può comprendere quale penosa impressione ciò abbia prodotto nei nostri ambienti, e Le sarei, quindi, assai grato se volesse far pervenire alle alte raprp!l'esentanze della Santa Sede, la espressione di questa nostra giustificata sorpresa e del nostro rammarico.

771

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1008/142 Atene, 19 aprile 1917, ore 14,45 (per. ore 0,15 del 20).

Ieri Re Costantino ha fatto chiamare il Ministro d'Inghilterra. Gli ha detto essere disposto a cambiare Ministero a condizione che ciò potesse recare a lui la garanzia di non es,sere detronizzato e che Grecia non sarà invasa dai Francesi contro la quale invasione avrebbe resistito con la forza. Aveva tre possibili candidati ,per la Presidenza del Consi,glio, Dimitracopulos, Calogeropulos e Zaimis. Quest'ultimo sa1rebbe stato il migliore.

Elliot gli ha detto a titolo pe11sonale che crede che un Ministero dive11so dall'attuale sarebbe stato accettato a Londra purché offrisse le garanzie volute contro l'ingerenza degli elementi ostili all'Intesa, soprattutto di Dusmani.

772

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1368/GAB. 15. Madrid, 19 aprile 1917, ore 23,45 (per. ore 6,30 del 20).

Ministero dimissionario già sostituito da altro Gabinetto ìiberale presieduto Garcia Prieto fino ad ora President'e de'l Senato. Questo ha fama di essere poco favorevole agli Alleati; avrebbe .fatto ,però dichiarazione neutralità benevola agli stessi. Ma Ministro dell'Interno e in grado minore Ministro degli Affari Esteri hanno rirputazione di germanofilia e non molta garanzia offrono Ministro

delle Finanze e Ministro della Marina che soli fra gli antichi Ministri conservano loro portafoglio. Converrà attendere nuovo Ministero alla prova, ma è indiscuUbile che caduta Romanone.s costituisce avvenimento favorevole Imperi Centrali.

Romanones pubblica motivazione crisi da lui esposta al Re nella quale dichiara crede dovere abbandonare potere non trovando nell'opinione pubblica consenso necesrsario per seguire quella politica internazionale che egli crede richiesta dagli interessi Spagna.

773

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1369/GAB. 81. Stoccolma, 19 aprile 1917, ore 17,25 (per. ore 7,15 del 20).

Branting mi ha detto che prima della sua partenza per la Russia aveva avuto un vago sentore dell'idea di riunire a Stoccolma una conferenza dei socialisti di Zimmerwald ma che tale idea aveva preso una certa consistenza solo all'arrivo di Lenin dalla Svizzera. Lenin gli è noto per le sue tendenze intransigenti che lo fecero rimanere quasi isolato anche ad un Congresso di socialisti russi tenuto a Stoccolma nel 1906. Branting nel suo viaggio di ritorno da Pietrogrado si è incontrato alla frontiera svedese con, Plechanow il quale gli ha detto ·che si proponeva di combattere le pericolose intemperanze di Lenin il quale però (a suo avviso) arriva fortunatamente tardi in Russia. Conferenza, di cui ora ha preso iniziativa delegazione olandese, non si ricollegherebbe al tentativo dei socialisti di Zimmerwald. Branting ha dsposto ieri a Huysmans che è pronto a<ppoggiarlo a condizione che vi intervengano tutti i gruppi di tutti i paesi. Gli ho osservato che pur apprezzando i motivi umanitari di tale iniziativa, non potevo dissimularmi che l'intervento dei socialisti a favore della pace è invocato ora come arma suprema dalla Germania, per sottrarsi alla catastrofe che la minaccia e che non vi è· nessuna ragione di ·credere alla sincerità della Germania in generale e dei suoi socialisti in particolare. Non c'è che da ricordarci della condotta del Governo imperiale e dei socialisti tedeschi durante primo periodo della guerra, quando le velleità di conquista non erano state ancora annientate dai fatti. Branting mi ha detto di essere .perfettamente d'accordo in ciò e di sapere che anche Huy.smans è nello stesso ordine d'idee. A suo avviso una conferenza di socialisti internazionali doV'rebbe appunto cominciare col ·contestare ai tedeschi la loro condotta passata perciò egli si augura che tutti i wruppi dei socialisti dei paesi dell'Intesa (e specialmente quelli che hanno appoggiato la politica dei rispettivi Governi) vi siano rappresentati dai loro uomini migliori. La mia impressione è che Branting sia pronto a combattere con energia ogni armeggio per una pace la quale faccia il giuoco della Germania, ma che per ragioni di'ordine generale tenga a mostrare che il partito socialista internazionale si adopererà a favore della pace. Tuttavia se socialisti francesi. inglesi ed italiani dei partiti riformisti rifiutassero concordi di inter

venire alla Conferenza progettata, credo che egli farebbe il rposstbile per tenersi lontano. Non so però sino a che punto questo sarebbe un vantaggio, perché egli è un autorevole elemento moderato. A proposito del suo recente viaggio a Cristiania egli ha detto confidenzialmente che nel partito 'socialista norvegese gli elementi estremi prevalgono e che i capi sono deboli. Allo stesso tempo mi ha ·confidato di aver constatato da un colloquio avuto ieri col Ministro sociaUsta danese Stauning (venuto appunto qua 1per intendersi con lui circa la progettata conferenza) che purtroppo i socialisti danesi inclinano alla germanofilia per reazione contro le tendenze contrarie alla Germania dei partiti borghesi. Branting prevede che i socialisti tedeschi faranno pressioni perché la conferenza si riunisca al più presto. Egli è invece di avviso di non affrettare per dar tempo alla situazione milita.re di prendere una piega nettamente favorevole a noi.

774

IL MINIS'J 'RO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1013/144. Atene, 19 aprile 1917, ore 20,30 (per. ore 11,30 del 20).

Zaimis ha dichiarato al Re che egli non potrebbe assumere il potere altro che a condizione che il blocco sia levato. Tale risposta di Zaimis fu da Sua Maestà comunicata ieri sera a questo Ministro d'Inghilterra.

775

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1024/113. Washington, [19] aprile 1917 (per. ore 6,40 del 21).

Ringrazio V. E. del telegramma n. 562 (1). Le osservazioni da me comunicate in precedenza riflettevano la mia preoccupazione costante, intensificatasi fin da quando vidi inevitabile la partecipazione degli Stati Uniti alla guerra e il loro conseguente intervento nella pace. Il contributo dell'America, fatalmente utile alla causa degli alleati, è un'ipoteca usuraria sulle condizioni della pace; un'usura che il proclamato ma non vero disinteresse giova soltanto a dissimulare.

L'ambizione di Wilson di dettare la pace non è di oggi. Durante due anni egli ha subordinato la sua politica e gli interessi del paese alla speranza di mediare o di arbitrare da neutro. Fallitogli il giuoco, e nella chiara visione democratica di future inevitabili conseguenze di un perdurante isolamento, egli è entrato in guerra in nome di principii elevati e con un'apparenza di nobile disinteresse ma in sostanza per garantire, per quanto è possibile, la futura sicurezza del paese ed esercitare la voluta influenza nel convegno della

pace. La Germania vinta e il Giappone vincolato immunizzavano gli Stati Uniti per una serie di anni. L'aiuto generoso agli alleati e le mani nette alla conferenza finale sono l'ipoteca sulle deliberazioni altrui.

Alla pace Wilson porterà con sé il bagaglio delle sue teorie e delle sue prevenzioni. Fra le prime, la distruzione dell'autocrazia e del potere militare, il sostegno del principio di nazionalità, la rivendicazione del diritto all'esistenza dei piccoli Stati; fra le seconde, l'avversione agli ingrandimenti territoriali e il principio della libertà dei mari, principio mai ben determinato, al quale per altro si connette il diritto degli Stati di non aver precluso lo sbocco al mare.

D'altra parte, per far ingoiare al paese la guerra, Wilson ne ha concentrato l'obbiettivo sulla Germania provocatrice e temuta. Contro l'Austria questo paese non ha mai avuto dissapori né mai risentimenti e contro di essa soprattutto il pubblico considera diretta la guerra nostra. Il fatto che a combattere direttamente i tedeschi sono stati gl'inglesi ed i francesi ha creato in questo paese alla nostra guerra una fisonomia speciale. Né a emendare questo concetto sono concorsi da parte nostra i necessari mezzi di diffusione. Se l'opinione pubblica americana avesse potuto sentire la nostra guerra come la sentiamo noi, e devono sentirla i nostri alleati, la mentalità, mai apertamente manifestata ma sufficientemente intravveduta di Wilson, ne sarebbe rimasta certamente modificata e assoggettata.

Allo stato delle cose il rimedio e la precauzione più efficaci consistono nel produrci in ogni manifestazione a fianco degli alleati per imprimere la nostra piena solidarietà, epperò la nostra indispensabile cooperazione e la nostra assoluta parità di condizioni. A questo riguardo è certamente spiacevole che alle odierne missioni francese e .inglese non abbia potuto accompagnarsi una missione italiana (1), ne sarebbe stato lusingato l'amor proprio americano e paralizzato il presumibile intendimento dei nostri alleati di continuare ad affermare qui il monopolio del loro binomio. Che le missioni inglese francese siano fra loro indipendenti non toglie che il pubblico le accomuni e che (esclusa oggi per ovvie ragioni Russia) esso si domandi perché manchi Italia.

La mia impressione è che né Balfour né Viviani abbiano ancora intendimenti ben determinati. Oltre a compiere manifestazioni di solidarietà anglofrancese e americana e a prendere posizione in America del Nord, essi mirano verosimilmente a definire le esigenze commerciali, militari, finanziarie dei rispettivi paesi e a fiutare il terreno politico. Fino a dove si spingeranno fiutando è difficile a dirsi. Se fino a dove li precederà o li seguirà Wilson è un enigma. Un elemento di correttezza dovrebbe trattenerlo dall'avventurarsi in discussioni nocive a terzi e conseguentemer..O:e alla coesione morale degli alleati.

Prometto a V. E. la mia più diligente vigilanza, ma domando a V. E. di convenire nella difficoltà della mia odierna delicata situazione. Gli elementi che V. E. mi ha fornito mi sono preziosi e spero sapermene giovare se circostanze lo renderanno consigliabile (2).

(l) Cfr. n. 739.

(l) La mtsswne, guidata dal principe di Udine, Ferdinando di Savoia-Genova, giunse negli Stati Uniti il 22 maggio.

(2) Ed. in SONNINO, Carteggio, Il, cit. pp. 200-202.

776

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1048/182. Pietrogrado, 19 aprile 1917 (per. ore 9,30 del 23) (1).

Telegramma di V. E. n. 575 (2).

Sino dall'inizio i miei colleghi di Francia, Inghilterra ed io abbiamo unanimemente riconosciuto nessun'altra condotta poter essere da noi seguita se non quella di aiutare in quanto ci è possibile l'opera del Governo provvisorio ed eventualmente incoraggiarlo ed esortarlo alla fermezza qualora in questioni essenziali desse segni di soverchia arrendevolezza alle esigenze del Consiglio àegli operai. La tattica del Governo come già ne informai V. E. è di temporeggiare e guadagnar terreno colle proprie aderenze in attesa di prendere il sorpravvento. Ma il Consiglio non è dal canto suo inoperoso e ormai mi sembra scopra la ,sua intenzione di fare qui affluire i socialisti partigiani della pace ad ogni costo e forse di creare in Russia le assise del pacifismo ,internazionale; il beneficio del tempo minaccia quindi di tornare più a profitto del Consiglio che del Governo. Oltre a ciò il temporeggiare che potrebbe forse adattarsi a tempi ordinari ha un effetto deleterio per la guerra che richiede decisioni e azioni più sollecite ed energiche non già dei compromessi e che è urgente interesse àei Governi di condurre a termine al più 'presto. Tutto ciò considerando mi sembra:

l") che si debba contrappor,re alla propaganda del Consiglio per l'internazionalizzazione del socialismo pacifista una più stretta unione internazionale dei sociaHsti e della democrazia in generale che riconoscono la salvezza della libertà simbolo della guerra vittoriosa;

2o) che i partigiani di questa giustissima causa dovrebbero essi pure affluire in Russia per sostenervene l'affermazione;

3°) che il momento si avvicina in cui converrà porre il Governo provvisorio alle strette perché proceda energicamente alla esecuzione dei patti convenuti per la guerra e perché il peso intenso della lotta per la <libertà non ricada sui soli alleati mentre a quella impresa la neonata democrazia rus:sa è la prima interessata.

Il Governo non dovrebbe esitare a rappresentare al Consiglio la protpria difficile .posizione di fronte agli Alleati ed il Consiglio che pur deve sentire la propria responsabilità di fronte al paese e che, salvo a mettersi completamente nelle mani della Germania, non può voler abbattere per sempre le democrazie occidentali, non potrebbe a mio avviso rimanere sordo ad un nostro vivace appello. Su questo terzo punto Buchanan, Paléologue ed io stiamo scambiandoci le idee. Anche i miei due colleghi concordano che si debba uscire al più presto dall'incerta situazione attuale rispetto alla guerra e frattanto al pari di me insistono :presso il Governo provvisorio per attiva propaganda all'interno e preparazione sul fronte. In tutto procediamo di pieno accordo.

(l) -n tel., redatto il 19 aprile, fu trasmesso da Pietrogrado il 22 aprile, alle ore 12. (2) -Cfr. n. 754.
777

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. POSTA 1046/26. Berna, 19 aprile 1917 (per. il 23).

Ho avuto comunicazione confidenziale dell'ultimo rapporto inviato a questo Dtpartimento Politico dal Ministro Elvetico a Berlino.

Il Dott. Haas riferisce varii colloqui da lui avuti collo Zimmermann e con altri • gros bonnets • civili e militari civca l'attuale situazione politica degli Im;peri Centrali.

Ciò che vi ha di più interessante nel rapporto è ciò che egli seppe dal Ministro degli Esteri circa all'ultimo viaggio dell'Imperatore Carlo in Germania. Il monarca austro-ungarico, giunse pieno del più nero pessimismo, convinto della necessità di far la pace. Fu affidato al maresciallo Hindenburg il delicato incarico di convincere l'lmperatore che • tout était pour le mieux dans le meilleur des mondes ·possibles • e che la vittoria germanica, grazie sopratutto alla guerra sottomarina, era questione di mesi. Sembra che l'Lmperatore uscisse dal lungo colloquio, se non interamente, certo abbastanza convinto, da decidersi pure a rompere i rapporti cogli Stati Uniti, atto questo dal quale sino allora riipugnava.

Il Ministro della Confederazione, accennando alle voci che cor>rono a Berlino ·Circa la probabile grande offensiva contro di noi, dice non essergli riuscito di saper nulla di positivo, perchè da qualche mese, ossia da quando l'Hindenburg è alla testa delle cose militari, ::i mantiene assai più gelosamente di prima il segreto sulle operazioni.

Dei cosidetti disordini di Berlino l'Haas fa appena parola nel suo rapporto, non attribuendovi importanza. L'agenzia W olff ne avrebbe parlato per far vedere ai neutrali quale libertà godano in Germania, anche in questo critico momento, i partiti estremi.

778

APPUNTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI SONNINO, SULLA CONFERENZA DI SAN GIOVANNI DI MORIANA

(Ed. in ALDROVANDI MARESCOTTI, Nuovi ricordi, cit., Tav. XX) (l)

Saint Jean de Maurienne, 19 aprile 1917.

Monsieur Ribot expose la nécessité d'un plein accord sur la question de l'Asie Mineure et, en vue de la situation actuelle, sur la question de la Grèce.

Monsieur Sonnino insiste sur la nécessité de s'expliquer avec une entière franchise, afin qu'on puisse traiter utilement d'une façon amicale toutes les questions qui intéressent les Alliés en vue d'une complète harmonie entre eux pendant et après la guerre.

Asie Mineure.

Monsieur Ribot fait des objections à l'attribution de Mersin et Adana à l'Italie. Monsieur Lloyd George présente une carte dans laquelle sont indiquées:

l. -Une zone d'occupation comprenant la ville de Smyrne mais ne comprenant pas, contrairement au projet présenté par M. Balfour à la conférence des ambassadeurs à Londres, la ville de Konya et le chemin de fer de Bagdad.

2. -Une zone de protectorat comprenant: a) le reste de la partie septentrionale du vilayet de Smyrne, au nord de la ville de Smyrne; b) une portion de territoire plus au nord, et c) une autre portion de territoire aboutissant à l'ouest immédiat de Mersin dans la zone d'occupation actuellement attribuée à la France d'après la convention anglo-française de 1916.

Monsieur Sonnino déclare qu'il pourrait recommander au Gouvernement italien l'acceptation du projet envisagé dans la carte présentée aujourd'hui par

M. Lloyd George pourvu que :

l. --tous les territoires envisagés dans la proposition susmentionnée de M. -Balfour soient sans exception compris dans la zone d'occupation italienne;

2. -toute la partie septentrionale du vilayet de Smirne, qui dans la carte Lloyd George figure dans la zone du protectorat, passe à la zone d'occupation italienne.

Après ampie discussion M. Ribot accepte les propositions de M. Sonnino et n'a pas d'objection à la carte Lloyd George sous réserve de mieux déterminer la frontière entre la zone française et la zone italienne; à ce sujet il propose d'insérer au verbal les mots: • La zone italienne commencera à un point à l'ouest de Mersin •. M. Ribot admet en outre que des facilités doivent etre accordées au commerce de l'intérieur dans la direction de Mersin à l'instar de ce qui a été établi pour Alexandrette vis-à-vis des Anglais.

M. Lloyd George et M. Ribot s'engagent d'appuyer auprès de leurs Gouvernements les deux proposition susmentionnées de M. Sonnino.

Il a été entendu que les intérets des autres Puissances déjà établis dans les différentes zones seront scrupuleusement respectés, mais que les Puissances que ces intéréts concernent ne s'en serviront pas comme moyen d'action politique.

Un échange de vues s'engage sur la situation qui pourrait résulter pour les Puissances alliées au moment de la paix par rapport à l'Empire Ottoman. A la suite de cette discussion M. Lloyd Ge01·ge présente la proposition suivante qui est acceptée:

• -Il est entendu que si à l'époque où la paix sera faite, la possession totale ou partielle des territoires envisagés dans les accords conclus entre la France, la Grande Bretagne, l'Italie et la Russie quant à l'attribution d'une partie de l'Empire Ottoman, ne pouvait pas etre accordée entièrement à une ou à plusieurs des dites Puissances alors les intérets des Puissances en question seraient de nouveau pris équitablement en considération •. M. -Sonnino remarque que la situation de l'Italie dans les Lieux Saints et dans la zone internationale y relative devra etre absolument identique de

droit et de fait à celle de la France et de l'Angleterre et d'autres Alliés s'il en sera le cas.

M. Ribot et lVI. Lloyd GeoTge consentent.

GTèce.

M. Ribot fait observer que les décisions de la Conférence de Rome n'ont pas été exécutées par le Gouvernement grec qui continue à les violer en tolérant l'organisation des bandes. Il se dérobe à toutes les obligations militaires que les Alliés lui avaient imposées pour la sécurité de l'armée d'Orient et la protection de leurs sujets. Il estime qu'une pareille attitude ne peut plus etre tolérée.

Le commandant de l'armée d'Orient estime qu'il est indispensable d'occuper Larissa après l'offensive imminente.

On tombe d'accord que M. Ribot et M. Lloyd GeoTge prendront une décision demain au sujet de Larissa après avoir consulté leurs Etats Majors. Le baron Sonnino déclare qu'il s'en remet à ce sujet à la déclsion que les Alliés prendront d'un commun accord.

M. Ribot déclare que, si les Etats Majors ne se mettent pas d'accord, H réserve toute liberté pour l'action du Gouvernement français sur les mesures à prendre. M. Lloyd Geo1·ge et M. Sonnino font des déclarations analogues.

M. Ribot fait observer qu'en présence de la mauvaise foi avérée du roi Constantin et de son Gouvernement il est nécessaire de prendre des sanctions à Athènes.

M. le baron Sonnino admet qu'on prenne des mesures pour empecher le passage des militaires du Péloponnèse à travers le canal de Corinthe, et si

M. Lambros se montre incapable on pourrait indiquer au Roi M. ZaYmis en avertissant qu'en cas de violation continuée les conséquences pourraient etre plus graves.

M. Ribot ne croit pas devoir s'associer au projet de faire de nouvelles indications au Roi.

M. Ribot expose les dangers de la situation actuelle à Athènes, la nécessité de résolutions énergiques et la possibilité de nouveaux meurtres, déclarant que dans ce cas la seule sanction serait d'obliger le roi Constantin à abdiquer.

lVI. Lloyd GeoTge est d'accord.

M. Sonnino ne s'oppose pas; à condition qu'il n'y ait pas de provocation de la part des Alliés et qu'on respecte la constitutlon, c'est à dire que la succession soit dévolue au fils du roi Constantin, sans convoquer une constituante.

On ne devra pas faire de propagande républicaine en Grèce.

M. Ribot et M. Lloyd George consentent.

M. Sonnino insiste de la façon la plus vive afin qu'en cas d'action militaire on évite absolument de bombarder Athènes, car un bombardement de cette ville serait une grave erreur politique.

M. Ribot et Lloyd George sont d'accord.

En ce qui concerne l'ìle de Corfou M. Sonnino déclare que l'Italie n'a aucun dessin d'établissement. M. Ribot et M. Lloyd George font pareille déclaration. M. Ribot a suggéré que l'armée anglaise soit représentée dans l'ile et M. Sonnino adhère à cette proposition. Sur la demande de M. Sonnino on est tombé d'accord que les autorités grecques royales de l'ile ne seront pas remplacées par des vénizéllstes.

D'une façon générale les ministres s'engagent à recommander les décisions ci-dessus à l'acceptation de leurs Gouvernements.

On tombe d'accord que toutes les décisions qui précèdent concernant l'Asie Mineure et la Grèce auront de valeur seulement comme ensemble; c'est à dire que chacune d'elles tiendra seulement si toutes auront été approuvées par les Gouvernements respectifs (1).

Secret.

M. Lloyd George, lVI. Ribot, et le baron Sonnino se sont entretenus des tentatives oue l'Autriche serait disposée à faire auprès d'une ou plusieurs des Puissances alliées pour obtenir une paix séparée.

Ils sont tombés d'accord qu'il ne serait pas opportun d'engager une conversation qui dans les circonstances présentes serait particulièrement dangereuse et risquerait d'affaiblir l'étroite union qui existe entre les Alliés et qui est plus nécessaire que jamais.

(l) Anche in SoNNINO, Diario, III, cit., pp. 116-121.

779

IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 490/132. Cristiania, 19 aprile 1917.

Il 16 corr. il Ministro francese per le munizioni, signor Albert Thomas, accompagnato da un gruppo di ufficiali superiori deH'esercito repubblicano, ed avendo compiuto la traversata a bordo di un rapidissimo incrociatore britannico, giungeva a Stavanger. Da quel porto, a mezzo della Hnea regolare norvegese di

actuelle, Grecia, situazione generale Sonnino: come in resoconto ufficiale.

Asia Minore.

Ribot fa obiezioni per cessione all'Italia Mersina, Adana.

Lloyd George presenta carta: due zone:

1. --di occu!)azione, comprende città Smirne, lascia fuori Konia e ferroria Bagdad di fronte a progetto Balfour; 2. --di protettorato, comprende, oltre restante settentrione vilayet Smirne sopra città Smirne, una striscia più a nord, più tratto territorio tolto a zona occupazione francese fino immediato ovest Mersina.

Sonnino potrebbe raccomandare carta Lloyd George, se due modificazioni:

1. --tutto progetto Balfour, più 2. --vilayet intero Smirne passi in piena occupazione.

Dopo ampia discussione, Ribot accetta salvo riserve su frontiera tra due zone francese e italiana. Propone formula.

Lloyd George accetta raccomandare a suo governo due proposte Sonnino.

Grecia.

Ribot espone pericoli situazione attuale, possibilità massacri e necessità risoluzioni energiche.

Sonnino non si oppone.

Si conviene che tutti accordi attuali reggono o nessuno •.

navigazione, la comitiva si recò a Bergen. 1·1 Ministro ed H suo seguito sono arrivati a Cristiania l'altra sera. Nella stampa locale, ai cui rappresentanti il signor Thomas ha accordato varie interviste, sono appa11si molti articoli riassumenti quanto egli ha detto circa la situazione attuale deHa guerra, le previsioni della sua fine, lo scopo del suo viaggio in Russia. Naturalmente il Ministro, pur addimostrandosi comunicativo, ha in .sostanza fatto uso di molta riserva. Il punto più interes.sante delle 1sue manifestazioni è forse quello riflettente .}a ferma decisione di •tutto il .popolo francese, ora più forte e più agguerrito che mai, di combattere sino alla vittoria finale, di ottenere l'Alsazia-Lorena, di volere la restaurazione del diritto e della giustizia. Queste dichiarazioni, udite direttamente dal noto socialista democratico francese, hanno fatto qui buon effetto anche sui norvegesi del<lo stesso colore politico del signor Thomas.

Il Ministro francese non si è trattenuto a Cristiania che un giorno, invero attivissimo, essendo nel pomeriggio di ieri partito con tutta la numerosa missione per Stoccolma.

Dopo aver assistito ad un • déjeuner • alla Legazione di Francia, al quale abbiamo partecipato gli altri colleghi della Intesa ed io, H signor Thomas ha pure avuto modo di .parlare innanzi ad una ·scelta schiera di persone del mondo •locale politico, economico e giornalistico, riscuotendo un vero •successo dovuto ad un tempo al tema del suo dire -i legami di simpatia ed amicizia fra i due Paesi ed alle ottime disposizioni dello spirito pubblico norvegese a riguardo della Francia, che, come dissi altre volte, è di tutte le nazioni quella che qui più si ama e si apprezza, oggimai anche più che la Grande Bretawna.

Ho avuto occasione di intrattenermi qualche istante col signor Thomas. Sapendo ·che egli si reca a Pietrogrado ·con lo scopo precipuo di prendere contatto con i suoi compagni russi, e di influire su di essi nell'interesse della causa comune degU Alleati, che quelli sembrano perdere di vista neao smarrimento di utopie egoistiche ed i•nsensate, ho chiesto al Ministro che cosa egli pensasse della situazione in Russia, e se avesse delle speranze di miglioramento. Il mio interlocutore mi ha risposto, senza ·esitazione, ritenere ·che lo stato di cose è colà meno ,grave di quanto .si descrive. Il senno non tarderà a .trionfare, la Russia democratica non verrà meno a·l suo compito nella guerra. Ed a dare maggior colorito alle sue affermazioni terminò dicendomi testualmente: • Durante l'imperversare della Rivoluzione francese, il Club dei Giacobini si agitava e prendeva delle risoluzioni in senso anti-bellico; il che non impediva che il Comitato di Salute Pubblica conducesse la guerra vittoriosa nel Belgio •.

(l) Appunto redatto da Sonnino per preparare una nuova versione del verbale al fine di integrare le parti relative alla discussione sull'Asia Minore. « Ribot esoone necessità ')ie'lo accordo su questioni: Asia Minore, et vue la situation

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IL DIRETTORE GENERALE DEL FONDO PER IL CULTO, MONTI, AL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO

L. P. [Roma] 19 aprile 1917.

L'E. V. ricorda quanto Le dissi circa il protettorato dell'Inghilterra in Mesopotamia, ed in Palestina con Gerusalemme, dove l'esercito inglese conta di entrare in Giugno.

L'Inghilterra ha ora inviato presso la sua armata in Oriente una missione aUo scopo, come è da ritenere, di preparare fin da ora quanto sarà necessario per stabilire il protettorato anzidetto.

La Francia sebbene non abbia esercito in Oriente ha fatto, d'accordo con il Gove:mo inglese, altrettanto, in vista del convenuto passag~gio della Siria ,sotto la sua protezione.

Due membri delle accennate missioni si trovavano poche sere fa a pranzo da S. E. il Cardinale Gasquet, insieme al Conte de Salis ministro d'Inghilterra presso la Santa Sede, e a Monsignor Pacelli Segretario della S. Congregazione degli Affari Ecclesiastici straordinari.

Ha formato argomento di conversazione la situazione della Russia e la ces,sione ad essa di Costantinopoli.

Tutti sono stati concordi nel riconoscere che il consenso a tale cessione è stato un vero errore, imposto forse dalle necessità del momento; e tutti hanno ritenuto che, profittando del contrasto delle due opposte co!"lrenti determinate.si nel governo e nel paese, una favorevole l'altra contraria alle annessioni, si dovrebbe chiedere e cercare di ottenere dalla Russia di ritornare sull'accordo concluso.

I delegati .presenti al pranzo erano Sir Sykes e il Signor Picot.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. s. 595. Roma, 20 aprile 1917, ore 19.

Nella riunione di ieri a San Giovanni di Moriana a proposito dei tentativi che l'Austria si mostrasse disposta a fare presso una o più potenze alleate per ottenere una pace ~separata siamo rimasti d'accordo che non sarebbe opportuno aprire una conversazione che nelle circostanze presenti sarebbe particolarmente pericolosa e rischierebbe d'indebolire la stretta unione che esiste fra gli Alleati e che è più che mai necessaria.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 598. Roma, 20 aprile 1917, ore 21.

Ecco il verbale di quanto fu stabilito ieri circa la Grecia nella riunione di

S. Giovanni di Moriana: • Ribot fait observer que les décisions de la conférence de Rome n'ont pas été exécutées par le Gouvernement Hellénique qui con

tinue à les violer en tolérant l'organisation des bandes. Il se dérobe à toutes les obligations militaires que les alliés lui avaient imposées pour la sécurité de l'armée d'Orient et la protection de leurs sujets. Il estime une pareille attitude ne peut plus etre tolerée. Le Commandant de l'armée d'Orient estime qu'il est indispensable d'occuper Larissa ap.rès l'offensive imminente. On tombe d'accord que Ribot et Lloyd George prendront une décision demain à ce sujet, après avoir consulté ,leurs Etats-Majo11s. Le baron Sonnino déclare qu'il s'en vemet à la décision que lés alliés p.rendront d'accord. Ribot déclare que si les EtatsMajors ne se mettent pas d'ac,cord il réserve toute liberté pour l'action du Gouvernement françats sur les mesures à prendre. Lloyd George et Sonnino font des déclarations analogues. Ribot fait observer qu'en présence de la mauvaise foi avérée du Roi Constantin et de son Gouvernement il est nécE.ssaire de prendre des sanctions à Athènes. M. le baron Sonnino admet qu'on doit tprendre des mesures pour empècher le passage des militaires du Péloponnèse et si

M. Lambros se montre incapable on pourrait ·indiquer au Roi M. Zaimis en avertissant qu'en cas de violation continuée les conséquences. pourraient ètre plus graves. Ribot ne croit pas pouvoir s'associer au projet de faire de nouvelles indications au Roi. M. Ribot et Lloyd George envisagent la possibilité de nouveaux meurtres à Athènes et en ce cas disent que la seule sanction serait d'obliger le Roi Constantin à abdiquer. M. le baron Sonnino accepte à conditio!l qu'on respecte la constitution, c'est à dire par la succession de son fils et sans convoquer une constituante. On ne devra pas faire propagande républicaine en Grèce. M. Ribot et Lloyd George sont cl'accord •.

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IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1021/27. Berna, 20 aprile 1917, ore 19,20 (per. ore 22,45).

Seguito mio tel. Gab. n. 24 {1).

Scambio idee tra questo Ministro d'Inghilterra e Mensdorff non ha avuto seguito. Foreign Office pur ammettendo utilità ed opportunità eli non tralasciare occasione per conoscere intenzioni degli Imperi Centrali, fece conoscere parergli ,superfluo e forse anche pericoloso continuare i pourparler visto che la démarche di Mensdorff era certamente concordata colla Germania. Mensdorff avrebbe espresso in te11mini amari la sua disillusione nel constatare stato di spirito Governo Inglese contrario a qualsiasi approccio anche indiretto con Germania (2).

(l) -Cfr. n. 664. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado, con T. Gab. 603 del 21 aprile.
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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 600. Roma, 20 aprile 1917, ore 23;20.

(Meno Londra) Ho telegrafato al R. Ambasciatore a Londra quanto segue:

(Per tutti) Appena ci trovammo riuniti a Saint Jean de Maurienne insistei sulla ne,cessità di spiegarci con intera franchezza sulle questioni e gli accordi che interessano gli Alleati per poterli trattare amichevolmente in vista di una completa armonia tra alleati prima e dopo la guerra. Ribot fece delle obiezioni circa la attribuzione di Mersina ed Adana all'Italia, ammettendo però che debbonsi accordare facilitazioni al commercio dell'interno nella direzione di Mersina ammettendo su mia domanda che fossero analoghe a quelle stabilite per Alessandretta di fronte agli Inglesi e per Caiffa di :lironte ai francesi.

Lloyd George presentò una carta tracciata dallo Stato Maggiore britannico nella quale si attribuivano all'Italia talune zone in occupazione ed altre in protettorato. Le zone di occupazione comprendevano la città di Smirne lasciando nella zona di ,protettorato la parte settentrionale del vilayet da Smirne in su; le zone di protettorato comprendevano oltre la detta parte settentrionale del vilayet di Smirne anche un tratto di territorio più al nord. Toglieva, inoltre, alla zona di occupazione francese un pezzo di territorio all'ovest di Mersina attribuendolo alla zona di protettorato italiano ,che avrebbe là confinato con la zona francese immediatamente sotto Mersina. La carta di Lloyd George però escludeva dall'assegnazione aH'Italia una gran parte del vilayet di Konia, compresa Konia, lasciando fuod dalla nostra zona la ferrovia di Bagdad. Osservai che non era ammissibile ci si togliesse ora qualsiasi parte di quanto ci era già stato assegnato dal progetto Balfour, che non potevamo in alcuna guisa rinunziare a Konia ed al congiungimento con la ferrovia di Bagdad. Il Generale Mac Donald ed il Colonnello Hankey che accompagnavano Lloyd George ed erano presenti alla conferenza, gli osservarono che la carta di Balfour era una carta con una semplice linea geometrica che non teneva conto di circostanze etniche mentre la carta redatta dallo Stato Maggiore britannico aveva tenuto conto di queste necessità. Lloyd George cercò dapprima di sostenere la sua carta come un progetto autonomo, a sostituzione migliorata di quello di Balfour, ma alla mia osservazione che in tal 'caso saremmo restati al rpunto di prima cioè ad un punto intorno al quale non era possibile alcuna discussione, finì col riconoscere sebbene a mezza voce, ,che non era possibile il Governo inglese ritirasse una parte di quanto già ci era stato offerto con il progetto Balfour. E promise di fare una raccomandazione in tal senso al suo Governo. Io proposi formalmente Io -che tutto quanto ci era assegnato nella carta Balfour dovesse rimanere compreso nella nostra zona di occupazione, e 2<> -che dalla zona di protettorato proposta da Lloyd George la parte settentrionale del vilayet di Smirne passasse alla zona di occupazione. Ammessi questi due punti avrei appoggiato presso i colleghi l'adozione della rprorposta di Lloyd George. Lloyd George dichiarò che

avrebbe raccomandata l'aocettazione di questi due punti al suo Governo • sebbene •, egli disse • io dovrò per ciò ingaggiare una fiera lotta col Foreign Office •.

Ribot dichiarò che per parte sua non aveva obiezioni da fare all'accoglimento di queste mie proposte, ma che per quel tratto di territorio di cui la carta di Lloyd George passava l'assegnazione sotto Mersina dalla zona di occupazione francese alla zona di protettorato italiana, egli doveva fare ogni riserva, pur ammettendo di esaminare di nuovo quale potesse essere la linea di confine tra la zona francese e quella italiana; proponeva si restasse intesi per ora che

• la zona italiana comincerà ad un ·punto dete,rminato all'ovest di Mersina •.

L'accenno a zone d'influenza condusse a considerare la situazione che potrebbe risultare per le potenze alleate al momento della pace riguardo all'Impero ottomano. E cioè in quale situazione ~si troverebbero, ri~petto alle altre, quelle potenze che non avessero effettivo ,possesso territoriale delle zone loro assegnate. Russia e Gran Brettagna possiedono già infatti Armenia e Mesopotamia, Francia ed Italia non hanno ancor posto piede nei territorii loro attribuiti. La d~scussione a questo proposito fu lunga e non piana; poichè Lloyd George persisteva nel suo concetto che noi dovessimo dare un contributo ulteriore di uomini in Oriente. lo gli dissi ~che noi non potevamo assolutamente dar nulla di più; ma che il nostro contributo alla guerra, che è importante e che è il massimo ,sforzo che noi possiamo fare, è un contr~buto che servendo alla causa comune ci dà titolo a non e,ssere frustrati nelle nostre aspirazioni, determinate

o indeterminate, quali ci sono garantite dall'accordo di Londra. Che se con l'attuale intesa drca l'Asia Minore ci si voleva mettere fin da ora in una condizione d'inferiorità ri~petto agli altri, perchè al momento della pace ci trovassimo eventualmente illusi, ~con un diritto ipotetico ma non realizzato, preferivo non venire ora ad alcun accordo preciso, ma restare a quanto ci garantiva nella lettera e nello spirito l'articolo IX del patto di Londra. In altre parole se al momento della pace vi fosse stata disparità tra la nostra situazione e quella dei nostri alleati cil'ca l'effettivo ·conseguimento di compensi si sarebbe dovuto equamente riconsiderare la nostra situazione. La discussione si chiuse ~con la seguente proposizione presentata da Lloyd George che fu accettata. • Il est entendu que si à l'époque où la :paix sera faite, la possession totale ou partielle des territoires envi,sagés dans les accords conclus entre la France la Grande Bretagne l'Italie et la Russie, quant à l'attri:bution d'une partie de l'Empire ottoman ne pouvait pas etre accordée entièrement à une ou à plusieurs des dites Puissances, alors les intérets des Puissances en question seraient de nouveau pris équitablement en ~considération •.

Ribot dapprima si mostrò molto largo a consentire alle mie ,richieste specie su tutta la questione di Smirne; quando si trattò, di redigere il verbale della conferenza fece qualche riserva ma in definitiva accettò di presentare e ra~ccomanda,re al suo Governo tutto quanto 'precede, secondo ha promesso di fare Llyod George. Come contro parte è rimasto inteso che • gli interessi delle altre Potenze già stabiliti nelle differenti zone saranno scrupolosamente rispettati dall'Italia, mentre le Potenze che hanno tali interessi non se ne serviranno come mezzo d'azione politica •.

Mi rise,rvo di mandarLe con il primo corriere il testo del verbale della

conferenza {1), che è molto schematico, per la gran fretta .in cui fu redatto, e di

cui questo telegramma è una delucidazione. Intanto ;prego V. E. di svolgere la

sua azione perché Lloyd George eseguisca più presto e con successo la sua

promessa di ottenere dal suo Gove11no il consenso al,le proposizioni summenzio

nate e mi rimetta la carta con le definitive assegnazioni territoriali all'Italia (2).

(Solo Parigi) Prego V. E. svolgere analoga azione presso Ribot.

785

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1022/16. Madrid, 20 aprile 1917, ore 19,40 (per. ore 3 del 21).

Conte Romanones mi ha detto stamane confidenzialmente che crisi ministeriale è stata preparata dal Re in seguito ad una udienza di due ore accordata da S. M. a questo addetto militare tedesco. Successore naturale del conte Romanones avrebbe dovuto essere stato il capo dei conservatori liberali che avrebbe assunto di fronte alla Germania Io ·stesso atteggiamento di Romanones. Evidentemente si è fatto sperare a S. M. il Re che, sostituito Romanones con Garda Prieto, probabilmente ~spagnuoli sarebbero trattati con maggiori riguardi e la risposta di Berlino aLla nota per il • San Fulgenzio • sarebbe più soddisfacente.

Non essendo dubbia l'ingerenza dell'Ambasciata germanica nella crisi ministeriale e nella ~soluzione della stessa, sarebbe op,portuno forse che i governi alleati facessero capire ai rispettivi Ambasciatori di Spagna che essi diffidano alquanto d'elle tendenze del nuovo Gabinetto.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1410/302. Pietrogrado, 20 aprile 1917 (per. ore 10,13 del 23) (3).

Deputati socialisti inglesi e francesi (di cui mio telegramma 227 (4) essendo venuti a trovarmi, mi hanno espresso loro viva soddisfazione per ordine del

giorno del congresso socialisti riformisti e relativi commenti da me fatti loro pervenire per mezzo di Kerensky. Essi si vananno, come dissero, di questa nuova manifestazione della solidarietà completa delle democrazie occidentali per dare maggiore efficacia all'opera da essi intrapresa di illuminare socialismo russo. Intervento :socialismo italiano ha grandissima importanza e sarebbe desi

derabile, essi soggiunsero, che socialisti italiani venissero in Russia con mandato analogo a quello stato loro conferito. A questo :proposito segnalarono i nomi di De Ambris, Labriola, Cabrini, Arcà, ecc. Vedendo in moto verso la Russia socialisti di Zimmerwald, essi credono il miglior antidoto sia di farvi giungere socialisti che sappiano smascherare ipocrisia del socialismo germanko, penetrato, come ogni tedesco, della propria superiorità e necessaria cointeressenza all'egemonia del germanismo. Accoglienze trovate dai socialisti fTancesi e inglesi presso Consiglio operai di Pietrogrado non sono state espansive dominando in es,si una certa diffidenza circa loro ra:pporti coi Governi ed essendo qui di difficile comprensione il concetto che i nostri Governi sono es,pressione genuina della opinione e della volontà popolo. I rapporti sono però divenuti più cordiali e fiduciosi. Quanto risultati della propaganda accentrata non si possono non apprezzare e vi è ragione di credere aumenteranno considerevolmente in provincia ove i socialisti francesi e inglesi stanno per recarsi.

(l) -Cfr. SoNNINO, Diario, III, cit., 19 aprile. (2) -Fin ui il documento edito in SoNNINO, Carteggio. II, cit., pp. 203-206. (3) -n tel., redatto il 20 aprile, fu trasmesso da Pietrogrado il 22 aprile, alle ore 12. (4) -Non pubblicato.
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IL MINISTRO A COPENHAGEN, SACERDOTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 650/357 Copenhagen, 20 aprile 1917.

Come certamente già è noto all'E. V. si sta ora organizzando a Stoccolma una conferenza inte,rnazionale socialista allo scopo di studiare delle eventuali basi di pace. S.i spera dai promotori che a tale riunione interverranno socialisti di tutti i paesi anche di quelli belligeranti, ciò che si ,pensa faciliterebbe il successo.

Alle discussioni preparatorie avrebbero preso parte oltre al socialista svedese Branting ed al socialista russo Dottor Aalberg, anche il ministro danese Stauning, og.getto di miei precedenti rapporti e telegrammi all'E. V. ed il cui intervento nello scambio di indtrizzi fra socialisti tedeschi e russi ha dato luogo a tante critiche ed attacchi da .parte di giornali segnatamente russi e francesi.

Lo Stauning, profittando del fatto che il ministro francese Thomas era di passaggio a Stoccolma per recarsi in Russia, avrebbe anche avuto con lui in quella città un lungo colloquio.

Dicesi pure che sia atteso a Stoccolma l'a.rrivo del .socialista olandese Troelstra.

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IL MINISTRO A LIMA, AGNOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 446/8. Lima, 20 aprile 1917.

Facendo seguito ai rapporti n. 417/6 (l) e 427/7 (2) -Bolivia -rispettivamente in data 16 e 17 corrente, ho l'onore di trasmettere qui unito il testo della nota (3) che il Ministro Americano a La Paz dirigeva il giorno 7 di questo mese al Governo Boliviano per notificargli l'esistenza dello stato di guerra fra gli Stati Uniti e la Germania, quello (3) della risposta della Cancelleria di Bolivia alla suddetta comunicazione, ed infine il testo della nota (3) con cui la Cancelleria medesima informò il Ministro tedesco, inviandogli i ,passapoirti, che le relazioni diplomatiche fra i due Stati rimanevano interrotte.

Coll'ultima di queste note è dato affidamento che i .cittadini tedeschi residenti in Bolivia ed i loro beni continueranno a godere delle libertà e garanzie che le leggi accordano agli stranieri, sempreché i primi non ,si rendano responsabili collettivamente od individualmente di atti delittuosi.

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L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1018/115. Washington, ... aprile 1917 (per. ore 0,40 del 21).

Sebbene tuttora privo delle maggiori istruzioni chieste col mio telegramma

n. 102 Gabinetto (4), essendo stato invitato ·con cordiale premura dal Segretario del Tesoro a precisare le nostre richieste per prendere posizione definita nella ripartizione del prestito americano, ho stabilito oggi in una comunicazione scritta al Segretario di Stato il fabbisogno urgente dell'Italia in 300 milioni dollari.... (5) all'autunno. In un'altra mia comunicazione di ieri relativa alle nostre domande di tonnellaggio avevo già [)redetto con dati e cifire l'ammontare approssimativo dei nostri acquisti su questo mercato sino al giugno 1918 per dimostrare il quantitativo del tonnellaggio che ci occorre. A questi dati ho fatto riferimento nella nota odierna per assodare fin da ora ·che i nostri bisogni finanziari raggiungeranno nel complesso una somma assai maggiore.

(l) -Cfr. n. 746. (2) -Non pubblicato. (3) -Non si pubblica. (4) -Cfr. n. 711. (5) -Gruppo indecifrato.
790

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1023/114. Washington, ... aprile 1917 (per. ore 1,50 del 21).

Mio tele,gtt"amma n. 107, Gabinetto (1). Segretario d'i Stato ha risposto all'Ambasciatore del Chile che questo Governo degli Stati Uniti mirava sfavorevolmente la proposta argentina.

791

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1025/146. Atene, 20 aprile 1917, ore 16,50 (per. ore 3 del 21).

Telegramma di V. E. n. 295.

Questi Ministri di Francia e d'InghilteHa si sono intesi per didgere una nota al Governo ellenico in cui viene dichiarato che il Governo provvisorio di Salonicco esige per la Uberazione dell.e persone ,colà detenute che S'ia concessa piena ed intera amnistia ai Venizelisti che nella vecchia Grecia si trovano sotto procedimento penale quantunque materiaLmente liberati dalla prigione a seconda ultimatum delle Potenze garanti (nota 31 dicembre, paragrafo 4"). Nella nota è detto che i Governi francesi ed ,inglese aderiscono a questo modo di vedNe.

Come V. E. vede si tratta di una esigenza assolutamente nuova. Ho motivo però di credere che il Governo ellenico l'accetterà.

792

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. U. 1027/95. Parigi, 21 aprile 1917, ore 13,55 (per. ore 16,55).

Ad ogni buon fine info,rmo ,che un comunicato di ieri sera ai giornali annunziava che un colloquio aveva avuto luogo la vigilia fra Ribot, Lloyd George, Presidente del Consiglio e V. E.

Stamane i giornali pubbHcano rilevando il completo accordo che si è mqnifestato nello scambio di vedute fra i Ministri Alleati su tutte le questioni militari e diplomatiche presenti, che i Ministri s•i sono trovati d'accordo... (l) al suo giusto valore la campagna per la pace condotta dagli Imperi Centrali e sui sacrifi·ci che la guerra impone a ciascun alleato come pure sui compensi di natura a giustificarli agli occhi dei popoli combattenti. Aggiungono che non vi è regione in Europa dove divergenze di opinioni possano sorgere circa il metodo di azione militare e diplomatica da seguirsi e che ne,ssuno scopo legittimo della guerra è suscettibile di creare in avvenire alcun conflitto di interessi fra gli Alleati.

(l) T. Gab. 942/107 pervenuto il 15 aprile, che non si pubblica: proposta argentina per la convocazione di una conferenza di neutri.

793

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 604. Roma, 21 aprile 1917, ore 18,30.

Telegramma di V. S. n. 147 (2). Dato nostro atteggiamento ed eventualità prospettate alla conferenza di

S. Giovanni di Moriana mi parrebbe più opportuno non ,prendere iniziativa di chiedere di partedpare ai posti di osservazione ove possono prodursi conflitti armati.

794

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI

T. 540. Roma, 21 aprile 1917, ore 22.

Telegramma di V. S. n. 77, Gabinetto (3). Deputato Morgari trova,si all'Aja e sembra abbia intenzione di ritornare in Italia. Ad ogni modo con lui e con altri socialisti italiani pacifisti raccomando massimo riserbo.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -T. Gab. 1020/147 da Atene, del lO aprile, che non si pubblica: occorrono quattroposti di controllo su Corinto e sul canale. Potremmo parteciparvi con truppe tratte dalla Libia? · (3) -Cfr. n. 766.
795

IL MINISTRO DEI LAVORI PUBBLICI, ARLOTTA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1029. Parigi, 21 aprile 1917, ore 20,15 (per. ore 23,30).

Sono giunto stamane all'albergo Maurice ed ho conferito con Salvago Raggi e Mayor. Attendo questa sera Attolico proveniente da Londra. I giornali annunziano l'arrivo agli Stati Uniti della missione straordinaria inglese capitanata da Balfour, che sarà ricevuta mercoledì dal Presidente Wilson. Di tale missione fa parte il Governatore del Canadà. Ritengo indispensabile telegrafare al nostro Ambasciatore a Washington ·che faccia presente che i nostri bisogni finanziari per il coflrente anno dovrebbero salire a settecento milioni di dollari, come ho concordato con Carcano. Anche i nostri rappresentanti a Parigi e Londra ritengono preferibile chiedere in una volta sola nostro massimo fabbisogno anziché ripetere poi ulteriori domande, tanto più che la cifra di trecento milioni, che fu indicata per quattro mesi, potrebbe indurre in errore. Attendo sentire la partenza per Parigi del Comandante Vannutelli e del Guglie1motti (1).

796

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1385/107. Madrid, 21 aprile 1917, ore 13,40 (per. ore 0,30 del 22).

Nuovo Ministero pubblica Nota ufficiosa con la quale dichiara che seguirà stessa politica di .stretta neutralità tracciata dai Ministeri Dato e Romanones e consulterà Parlamento se circostanze esigessero modificazioni tale atteggiamento. Venne tolta sospensione guarentigie costituzionali.

797

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1028/148. Atene, 21 aprile 1917, ore 18,45 (per. ore 7 del 22).

Telegramma di V. E. n. 548 (2).

Non reputo :possibile eseguire il .programma francese cui V. E. ha aderito senza incontrare la resistenza armata da ,parte della Grecia e la probabile solle

vazione del popolo che non vuole l'abdicazione del Re Costantino. Prego V. E. quindi inviarmi istruzioni d'urgenza per 1provvedere alla sicurezza del personale della Legazione, del Consolato, della colonia italiana e dei nostri ufficiali controllori sparsi in tutta la Grecia. Azione divisata porterà uno stato di gue,rra vero e proprio in cui non mi sembra possibile entrare senza una regolare rottura delle relazioni diplomatiche.

(l) -Il telegramma fu spedito tramite l'ambasciata di Parigi. (2) -Ritrasmissione del 694 a Londra, Parigi e Pietrogrado. Non risulta inviato ad Atene e non contiene istruzioni o osservazioni di Sonnino.
798

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 731/87. Atene, 21 aprile 1917.

Il linguaggio estremamente violento della stampa francese ed in modo speciale di due articoli del Temps dei quali V. E. avrà avuto senza dubbio conoscenza, la presa subitanea della più parte delle isole ionie da parte di truppe senegalesi con accompagnamento di ribelli venizelisti, l'apparizione nella rada di Keratzini della nave • Esperia , a bordo di ·cui si trovavano persone eminenti del partito ribelle, e sopratutto il vento rivoluzionario che spira dopo gli avvenimenti russi, hanno posto questi circoli di corte e lo stesso re Costantino in nuovo stato di agitazione. Sinceramente desiderosi, come sono sempre stati (a malgrado delle affermazioni in contrario) di evitare la tante volte minacciata rottura con l'Intesa, sembra che vogliano fare un supremo tentativo di salvataggio col sostituire all'oramai usato ministero Lambros un altro ministero che possa mitigare l'aSiprezza dell'attitudine dell'Intesa verso la Grecia realista, e sopratutto fermare la Francia dal prendere quelle misure estreme che ogni indizio prova dovere essere imminenti. Il signor Streit, certo per ordine del re Costantino, venne pochi giorni or sono da me a chiedermi il mio parere sulla formazione di un gabinetto Zaimis, e se questo avrebbe potuto raggiungere .gli intenti qui sopra indicati. Gli risposi con tutta franchezza che temevo assai che la prova sarebbe riuscita inefficace. Lo Zaimis è uomo generalmente stimato ed apprezzato in Europa; ma nel suo gabinetto formato il giugno ,scorso egli non seppe dar prova della pazienza e resistenza che la complicata situazione in cui la Grecia è stata messa da una equivoca neutralità, rendevano necessarie. In presenza delle richieste dell'Intesa e sopratutto delle pressioni del Ministro di Francia, lo Zaimis si era presto snervato e. pretestando che non poteva più né mangiare né dormire, aveva presto fatto ritorno ai beati ozi dell'isola di Egina. Se le cose si fossero passate ora nello stesso modo temevo che il chiamare al potere lo Zaimis una seconda volta sarebbe stato un inutilizzare per sempre uno dei migliori uomini, se non il migliore, che possegga la Grecia. L'unica

soluzione radicale e l'unica che a parer mio poteva rimediare le cose per semp~e si era una riconciliazione del re Costantino ,con Venizelos. Il partito realista non doveva scordare che nelle due ,cittadelle le più importanti per la Grecia, ossia Londra e Parigi, esso era un vinto, e che quindi se non voleva arrivare alla rovina estrema conveniva che capitolasse e venisse a patti col nemico.

Lo Streit mi ascoltò attentamente e mi disse che avrebbe parlato al Re in questo senso, ma mi fece comprendere che allo stato delle cose la soluzione radicale che io gli indicavo, gli sembrava impossibile.

Pressoché simili discorsi, naturalmente nelle dovute forme, feci il giorno dopo con Zaimis stesso che mi avvenne di incontrare per caso. Egli mi di,sse che non vedeva nes,suna utilità di un suo ritorno al potere senza un radicale mutamento di attitudine delle Potenze dell'Intesa verso la Grecia realista. Sopratutto mi fece intendere ,che la levata immediata del blocco era una condizione sine qua non per la di lui accettazione. Quanto alla conciliazione con Venizelos egli convenne con me essere essa la sola vera via di uscita, ma mi disse che vedeva un ostacolo insormontabile nell'attitudine e nei sentimenti dell'esercito, il quale del • gran traditore • non voleva più sentire parlare.

In tali condizioni di cose poco oredo, al momento attuale, alla possilbilità ed ancora meno alla utilità di un ministero Zaimis. So che questo Ministro d'Inghilterra, amante degli espedienti, lo desidera. Se malgrado tutto si riuscirà a costituirlo esso servirà forse a trascinare le cose per le lunghe, ma non certo a cambiare la testa ai francesi sempre più determinati ad affogare gli errori passati in un mare di errori nuovi.

Quanto alle ,soluzioni Dimitracopoulo e Kalogeropoulo le credo ancor meno probabili, e ,certo ancor meno utili, che quella Zaimis.

799

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1032/116. Washington, ... aprile 1917 (per. ore 5,15 del 22).

Mi è stato confidato autorevolmente che questo comitato di difesa nazionale adottò ieri di fondare tutte le sue deliberazioni sul supposto che la guerra possa durare ancora due anni e scontando anche la possibilità dell'abbandono da parte della Russia. La preparazione bellicosa alla quale si accinge Wilson sarà dunque imponente. Se guerra durerà tanto da dare tempo a questa preparazione, gli Stati Uniti rappresenteranno all'ultimo il fattore più forte; se guerra cesserà prima ,sarà ugualmente raggiunto lo scopo di trasformare questo paese in nazione armata. Quanto a coscrizione obbligatoria, Wilson ,conta superare

l'opposizione del congresso in modo instaurarla tra tre mesi procedendo intanto all'arruolamento volontario. È stato conJtemplato ieri anche di dovere inviare più innanzi un esercito di cinquecento mila uomini al Brasile e nell'incertezza del futuro atteggiamento del Cile si è disposti di accaparrarsi fin d'ora colà salnitro diSJponibile facendo partire subito all'uopo le navi necessarie al trasporto (1).

800

L'AGENTE DIPLOMATICO E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1037/108. · Cairo, 22 aprile 1917, ore 13,20 (per. ore 16,20).

Mio telegramma n. 95 (2).

Mi risulta in modo sicuro che tre battaglioni francesi attualmente concentrati a Porto Said si recheranno fra breve al fronte in Palestina per cooperare con le truppe inglesi impegnate presso Gaza (3).

801

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1043/17. Madrid, 22 aprile 1917, ore 18,40 (per. ore 24).

Ebbi ieri sera un colloquio col nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri Garcia Prieto il quale mi disse con molto calore desiderava vivamente eliminare equivoco sorto intorno suo avvento al potere. Nulla muterà alla politica estera di Romanones. Ricordò che nella nota uffi.ciosa ieri pubblicata si accenna alla difesa dei diritti e della dignità del Paese, il che significa che il nuovo Governo praticherà la neutralità, ma non la neutralità ad ogni costo. Risposi che noi non domandavamo alla Spagna di uscire dalla sua neutralità bensì di farla energi

(Per Londra): onde trarne norma nella costituzione del contingente italiano che, in caso affermativo non avrebbe ragione di essere limitato a soli trecento uomini.

camente rispettare dai nostri nemici non tollerando soprattutto che sul suolo e nelle acque spagnuole si ordiscano insidie a nostro danno. Presidente del Con·· siglio dei Ministri mi promise stretta vigilanza e aggiunse che gli Alleati potevano contare sopra una neutralità amichevole da parte del nuovo Governo. Analoga dichiarazione fece all'Ambasciatore di Francia. Conferii con nuovo Ministro degli Affari Esteri affatto nuovo al suo... {l) e che non mi pare eserciterà molta influenza sulla politica del Ministero. Credo alle buone diSJposizioni del Signor Garda, ma vi è da diffidare di alcuni suoi colleghi principali e converrà quindi attendere il nuovo Ministero alla prova.

(l) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado, con T. Gab. s. 665, del 22 aprile. (2) -Non pubblicato. (3) -Ritrasmesso a Parigi e Londra con T, Gab. 608 (ore 21) del 23 aprile con la seguenteistruzione: Prego accertare presso codesto Governo se notizia è esatta.
802

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1042/25. Le Hàvre, 22 aprile 1917, ore 13,28 (per. ore 17,15 del 23).

Secondo informazioni riservate' ·pervenute al Governo Belga, Austria Ungheria avrebbe fatto giungere al Governo britannico proposte di pace.

Alla mia osservazione che tali proposte rimontano probabilmente a più di un mese fa, come già ebbi sentore per altra via, Barone Beyens ha risposto che esse sono state fatte in questi ultimi giorni e che Austria-Ungheria più della Germania sente il bisogno urgente di pace.

Barone Beyens crede che nell'incontro di V. E. del 19 corrente coi Presidenti del Consiglio francese e inglese siasi parlato anche di ciò. Quello che sembra dominare ognora il pensiero del Governo Belga è il timore che si venga a trattative di pace con reciproche transazioni e ·coll'abbandono di parte degli interessi belgi.

803

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1080/186. Pietrogrado, 22 aprile 1917 (per. ore 12,10 del 26) (2).

Parlando meco del·la ·eventuale rinunzia da parte della Russia all'acquisto di Costantinopoli, Buchanan ha detto che effettivamente Kerensky vi è contrario

e che qualora la sua opinione venisse a prevalere (ciò che io non credQ) si dovrebbe certamente precedere ad una revisione degli accordi. • L'argomento •, soggiunse Buchanan, • è delicato per noi che fummo sospettati di non simpatizzare con le aspirazioni russe e per ciò lo tocco H meno possibile e con cautela •.

Miliukoff come ho potuto rilevare personalmente, crede che il programma relativo a Costantinopoli ed agli Stretti non subirà variazioni e che ... (l) per ora ... (l) di parlarne. Come è noto è questo uno dei gravami di imperialismo che gli vengono mossi da una parte del Consiglio degli operai.

Constami d'altro ·canto che comitato di musulmani russi del quale fanno parte tre degli undici deputati musulmani della Duma sta elaborando un manifesto per sostenere che il principio antiannessionista deve essere applicato non alla sola Europa ma anche all'Asia e per protestare contro piani di conquiste a danno della Turchia.

Movimento in tal senso è però circoscritto e non ha finora molta importanza.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Il tel., redatto il 22 aprile, fu trasmesso da Pietrogrado il 25 aprile, alle ore 13.50.
804

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. P. 1058/150. Atene, 23 aprile 1917, ore 14 (per. ore 18,40).

Portata delle risoluzioni prese a San Giovanni, a quanto posso giudicare dal vel'lbale ·Che V. E. ha voluto comunicarmi, è di annullare quella saggia politica di equilibrio nella questione greca che fu lo splendido risultato della conferenza di Roma e che attribuita in modo particolare all'Italia ci dette per breve tempo qui un grande prestigio.

Risultati della ·Conferenza di Roma ostici ai francesi che tosto si posero

all'opera per distruggerli. Modo escogitato delle Autorità locali per questo in

tento fu assai abile: quello cioè di asserire che la Grecia non ha adempiuto

patti imposti dalla nostra nota 8 gennaio. Le affermazioni di Ribot sono quasi

totalmente fal•se sull'argomento. Delle bande non fu fatta menzione nel nostro

ultimatum. Ad ogni modo esse si riducono a poche centinaia di uomini ed il loro

unico fatto di qualche importanza fu il meritatissimo eccidio di 12 senegalesi

che si erano abbandonati ad eccessi sulle donne greche. Del resto capo banda

che commise quell'eccidio fu a nostra richiesta arrestato e sottoposto a pro

cesso (mio rapporto n. 75) (2). Ritorno truppe greche dal Peloponneso nella

Grecia continentale si riduce a circa duemila uomini andati abusivamente, se

si vuole, in licenza. Loro soggiorno nel nord del canale fu tosto legalizzato avendo Grecia a richiesta di Cauboue licenziate tutte le classi cui quei militari appartengono (mio telegramma 139 Gabinetto) (1).

Malafede del Re Costantino sempre asserita ed a mia ·conoscenza mai provata non va certo fino all'attacco contro Sa11rail visto che non Io fece nemmeno quando aveva sotto le armi quasi trecentomila uomini ed i Francesi non disponevano più di trentamila baionette.

La risoluzione presa nella recente conferenza se sviluppata appieno (del che dubito ancora) avrà probabilmente come risultato uno stato di guerra fra la Grecia e l'Intesa e la guerra civile del paese.

Motivi ben gravi di politica generale debbono aver indotto V. E. ad aderire al program.ma francese. Queste sono cause intorno a cui non mi posso permettere nonchè eSJprimere nemmeno arrischiare una opinione.

Era però mio modesto compito (e spero V. E. vorrà perdonarmi averlo adempiuto) di affermare, a conferma di tutto quello ·che ho già riferito di qui, che la causa apparentemente delle risoluzioni prese dalle Loro Eccellenze posa su info·rmazioni false e tendenziose.

(l) -Gruppi indecifrati. (2) -Non pubblicato.
805

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 1056/191. Londra, 23 aprile 1917, ore 22,03.

Questo Incaricato d'affari di Russia che lasdava con compiacimento circolare la voce circa la sua destinazione definitiva a Londra, è stato invece nominato Ministro a Berna. Il suo contegno dopo lo scoppio della rivoluzione, specie per l'accanimento contro l'Imperatore e la ostentata professione antimonarchica, aveva prodotto impressione generale poco simpatica. A quanto mi si assicura la nomina di Sazonoff è ormai decisa e la sua venuta sarebbe imminente..Ammiragliato è stato incaricato di provvedere nave da guerra necessaria al viaggio.

806

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1040/190. Londra, 23 aprile 1917, ore 22,03 (per. ore 3,45 del 24).

Telegrammi di V. E. n. 564 (2) e 606 (3). Oggi parlai a Graham nel senso presorittomi dal dispaccio di V. E. Gabinetto n. 11 (3), dandogli 1per maggiore esattezza lettura del relativo passaggio.

(3 Non pubblicato.

Come io prevedevo egli si è limitato a chiedermi il solito pro-memoria. Risposi non .parermi esso necessario; non avrei avuto, dissi, per conto mio, nulla di più da aggiungere alla comunicazione fatta circa la questione della quale si è in passato discorso non qui ma a Roma. Graham non ha insistito.

A mio parere sarebbe sotto ogni aspetto consigliabile ripetere anche a Rodd la medesima ·comunicazione. Ciò ad evitare ogni possibilità di equivoco e dimenticanza.

Se poi V. E. ritenesse desiderabile anche la consegna del pro-memoria Le sarò grato volermelo significare.

(l) -T. Gab. 139 del 17 aprile, che non si pubblica: De Bosdari accenna ad una lettera del generale Caubone al Presidente del Consiglio, Lambros, richiedente disposizioni di carattere militare. (2) -Cfr. n. 736.
807

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1066/133. Jassy, 23 aprile 1917, ore 14 (per. ore 0,40 del 25).

Mio telegramma Gabinetto n. 132 (1).

Gutchkoff incidentalmente per quanto riguarda la Bulgaria ha manifestato l'idea che si debba fare una distinzione tra la dinastia dei Coburgo ed il popolo bulgaro. In complesso egli ha cercato scagionare que,st'ulUmo verso il quale ha manifestato viva simpatia. Egli ha rkordato di aver combattuto a Ciatalgia coi bulgari.

808

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 01601/545. Parigi, 23 aprile 1917.

L'artkolo del Secolo col quale si cercava di dimostrare la opportunità di una sollecita offensiva italiana ha avuto largo eco nella stampa francese.

Il corriSipondente del Secolo ha poco opportunamente scritto nel Petit Padsien che è oramai tempo per l'Italia di smettere con la • mentalità difensiva •. Naturalmente i giornali francesi non hanno mancato di rincarare la dose, ed è raro di mettere gli occhi su di un periodico francese senza trovare frasi che alludano al desiderio di vedere maggiore attività da parte delle truppe italiane.

Le manifestazioni palesi della stampa rispecchiano il sentimento molto vivo di malcontento che si nota ora nel pubblico francese contro di noi per la • inattività • militare italiana.

Questo sentimento è tanto generalizzato che succede frequentemente di sentire nel pubblico frasi poco cordiali al nostro indirizzo e da qualche tempo anche dalle persone appartenenti a classi più elevate, al mondo parlamentare, etc., e non si sente più uno di quegli apprezzamenti lusinghieri dei quali la abituale cortesia francese era prodiga fino a poche settimane or sono.

Ho creduto dovere segnalare alla E. V. questo avviamento della opinione pubblica verso un'attitudine poco amichevole per noi giacchè temo possa accentuare e ad ogni modo non mi sembra privo di importanza.

Qui accluso ho l'onore di inviare l'articolo (l) del cori'1spondente del Secolo che certamente non ha creato questo malcontento, ma ha dato l'esempio di manifestarlo o per lo meno ha incoraggiato i giornali a parlarne.

(l) T. Gab. 1067/132 del 22 aprile, non pubblicato.

809

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 01605/547. Parigi, 23 aprile 1917.

Mi sono recato ieri dal Signor Ribot per accompagnare S. E. l'Onorevole Arlotta, ed avendo il p,residente del Consiglio accennato assai diffusamente alle conversazioni ,che ebbero luogo a St. .Jean de Maurienne, l'ho pregato d'informarmi appena lo potrà dell'approvazione data dal Governo Francese alle conclusioni di quel convegno.

Il Signor Ribot mi ha risposto che ne ha già parlato in Consiglio dei Ministri al mattino stesso del suo arrivo, ed ha avuto l'aria di voler dire che non vi è akuna opposizione ma non lo disse fovmalmente ed aggiunse invece che non potrà darmi una risposta definitiva prima di sapere dall'Ambasciatore di Francia a Pietrogrado cosa pensi il Governo russo di quanto sarebbe stato concluso il 19 corrente.

Accennai pure che sarebbe desiderabile conoscere appena possibile la località esatta ove egli desidererebbe fosse stabilita la frontiera a ovest di Mersina. Il signor Ribot mi rispose che ha già chiesto al signor Lloyd George una copia della carta annessa al progetto Balfour e una copia dell'altra carta ove il Lloyd Geoi'ge aveva precisamente indicato quel punto ed appena le avrà ricevute, esaminerà la questione.

Non mancherò di ricordare fra qualche tempo una risposta.

Il Signor Ribot volle infine avvertirmi che i risultati del Convegno non debbono essere comunicati al Parlamento nè pubblicati per ora: a ciò risposi che ignoravo l'E. V. potesse avere desiderio di fare tale comunicazione, ma che -in ogni caso -avrebbe certamente preso previ accordi con gli alleati.

(l) Non si pubblica.

810

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 611 (1). Roma, 24 aprile 1917, ore 17,15.

Mio telegramma Gabinetto 608 (2).

R. Addetto militare in Egitto telegrafa quanto segue:

• Mi risulta che Governo inglese è venuto ad un accordo con Governo francese per azione comune .su quella fronte; frattanto tre battaglioni truppe francesi che da vari mesi erano a Porto Said hanno raggiunto le truppe Qritanniche. È imminente arrivo altre truppe francesi.

811

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 613. Roma, 24 aprile 1917, ore 20,30.

Questo Ambasciatore d'Inghilterra, nell'informarmi che il Governo francese ha chiesto di sapere se il Governo inglese intendeva di pubblicare l'ac,cordo italo-inglese pel Senussi al quale la Francia ha aderito, aggiungeva che il Governo bdtannico non Titeneva necessario e neprpur desiderabile la pubblicazione dell'accordo ma ,che prima di rispondere alla Francia si gradiva di conoscere il nostro avviso. Ho risposto a Rodd che concordavo nel punto di vista del Governo inglese.

22 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VII

(l) -All'Ambasciatore a Londra il tel. recava il numero di protocollo particolare 344 e a Parigi il n. 393. (2) -Ritrasmissione del n. 800.
812

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AGENTE DIPLOMATICO E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO

T. 548. Roma, 24 aprile 1917, ore 23.

Suo teleg,ramma n. 101 (1).

R. Ambasciatore a Londra telegrafa essergli stato assicurato che istruzioni per riconoscimento missioni sono già state inviate ma per dispaccio donde posiibile ritardo loro arrivo Cairo.

Ci~ca missione Uganda Foreign Office aveva chiesto assicurazioni che essa non fosse sotto influenza autorità missione Khartum ·composta austro tedeschi. Imperiali ha risposto con un memorandum in base alle seguenti mie istruzioni: Missioni africane Verona 'possiedono Uganda 5 case con personale esclusivamente italiano. A Khartum risiede vicario apostolico tedesco ora confinato e non avente di fatto alcuna direzione. Delle 19 case che missioni posseggono in Egitto Sudan ed Uganda una sola a Khartum è composta di personale non italiano.

R. Governo con l'autorità che può esercitare sulla direzione generale delle missioni e le assicurazioni che già da esse si è procurato non dubita che riconoscimento protezione italiana escluderà ogni abuso derivante presenza pochi austrotedeschi a Khartum. Prego telegrafarmi se spedire stemmi e bandiere qui pronti di cui mio telegramma n. 2098 del 21 settembre.

813

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1458/GAB. 136. Jassy, 24 aprile 1917, ore 15,50 (per. ore 15 del 26).

Mio ·telegramma Gabinetto 126 (2).

Re Ferdinando ha presieduto ieri sera un Consiglio dei Ministri dal quale ha fatto approvare seguente soluzione transazionale di cui Egli ha preso iniziativa:

l) Verranno espropriate tutte le terre arabili dello Stato, della Corona e

di manomorta per essere distribuite integralmente ai contadini;

2) Ver1rà espwpriato il 50 per cento delle terre arabili appartenenti ai

privati della superficie superiore ai cento ettari ciascuno;

• 3) Se totale così ottenuto risulterà inferiore ad un milione e 800 mila ettari proporzione verrà aumentata sino alla concorrenza di questa cifra;

4) Proporzione del 50 % si intende sull'insieme delle terre cta espropriare giacchè per ogni singola proprietà essa sarà in rela;;:ione superficie probabilmente da un minimo del 2(.\ o/c. aè un massi.-no del 75 %;

5) Se dopo distribuite terre così ottenute, accorreranno delle altre, lo Stato avrà diritto di comprarle in modo da raggiungere la cifra totale di 2 milioni di ettari pagando però questa quantità supplementare che non potrà quindi essere superiore ai 200 mila ettari in contanti od in valori di Stato

o garantiti dallo Stato al corso del giorno; 6) Se per questa quantità supplementare non si troveranno venditori supplementari lo Stato potrà espropriarla ma alle condizioni suesposte ed a prezzo a cui sono stati pagati gli altri 1.800.000 ettari;

7) La Legge fi,sserà termine entro il quale lo Stato potrà esercitare questo diritto di opzione.

Come ogni transazione, questa non ha in fondo accontentato completamente

nessuno ma sembra equa e tale da pacificare il Paese.

Bratiano, a nome dei liberali e Take Jonesco a nome dei ,conservatori, hanno

preso la parola per ac,cettare proposta del Sovrano il quale ha fatto approvare

in pari tempo principio del suffragio universale e della stabilità dei funzionari.

(l) -Non pubblicato. (2) -T. Gab. 1034/126 del 19 aprile, che non si pubblica: diversi progetti per l'espropriazione dei latifondi e la loro ripartizione fra i contadini.
814

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 801/188. Pietrogrado, 24 aprile 1917.

Com'ebbi l'onore di annunciarlo a suo tempo all'E. V. col mio telegramma

n. 277 (l) sono arrivati in questa capitale, nella notte del 13 corrente, i socialisti francesi, Cachin, Moutet e Lafont, appartenenti al gruppo che fa capo a Reynaudet, ed i socialisti inglesi O'Grady, Thorne e Sanders, membri del partito laburista. Essi erano accompagnati dal capo teorico della democrazia russa, Giorgio Plekhanof.

Ai rappresentanti della stampa recatisi a riceverli, Giorgio Plechanof subito dkhiarò che in Francia ed in Inghilterra v'è grande allarme per gli umori pacifisti che circolano in alcuni ambienti russi. • lo stesso -egli aggiunse nutro timori di tal sorta. Tuttavia, ,pur non essendo ancora in grado di conoscere lo stato d'animo che qui regna, devo dire che le dichiarazioni fatte dal Governo Provvisorio a proposito della guerra mi soddisfano completamente. In quest'ora è saNo dovere di tutti gli amici della democrazia di sostenere incondizionatamente il Governo Provvisorio. Ogni dualismo è sperpero di energie e minaccia d'anarchia. E .per salvare le conquiste della rivoluzione nell'interesse

proprio e in quello di tutte le democrazie, la Russia deve imprescindibilmente condurre la .guerra a vittoriosa fine •.

Alla sua volta Sanders dichiarò che gl'inglesi non ammettono che la guerra venga interrotta ,prima che sia debellato il militarismo prussiano. • Non è per favorire i disegni dell'imperialista borghesia britannica -disse Sanders ma .per difendere gli interessi del proletariato di tutto il mondo che gli operai d'Inghilterra vogliono combattere sino alla vittoria. Il nostro paese ha dovuto forma>re un esercito regolare, con svantaggio precipuo della classe proletaria, perchè provocato dalla Germania: ma noi non deporremo le armi se non dopo averle fatte deporre alla Germania. Noi .speriamo che l'esercito russo sia per esse,re rafforzato anzichè indebolito dalla rivoluzione, e siamo sicuri che il proletariato russo, unito a noi, condurrà la guerra a vittoriosa fine. Ma anche se la Russia dovesse abbandonare la lotta, anche se dovessimo rimaner soli, noi inglesi cesseremo di combattere soltanto dopo aver spezzato il militarismo germanico •.

Nella giornata del 19 il Governo provvisorio ricevette le deputazioni socialiste francese ed inglése al palazzo Maria, già sede dell'ex Consiglio dell'Impero. Quivi Sanders por,se il saluto della democrazia inglese e dichiarò che gli operai del,suo paese vogliono la distruzione delle forze che tengono in ischiavitù il Belgio, la Se11bia e la Romania.

Moutet pronunciò le seguenti parole: • Pur sentendo una naturale avversione per lo tzarismo che incombeva >Sul vostro paese, noi democratici francesi capivamo ·Che l'alleanza franco-russa era necessaria al mantenimento dell'equilibrio europeo. Ma anche allora, al disopra del Governo, noi cercammo di tendere la mano all'oppresso popolo russo. Per conservare la libertà che ora anche qui risplende non debbono risparmia11si sacrifici. La F1rancia e la Russia Hbere e democratiche ·combatteranno lìno alla definitiva vittoria sul militarismo, per la libertà di tutti i popoli •.

Miliukoff, a nome del Governo Provvisorio, rispose come segue:

• -Quando noi fummo ospiti vostri ben sentimmo ·che la fiducia che riponevate in noi era menomata dalla vostra sfiducia nelle forze oscure dello tzarismo. Ma ora tutto è mutato. La Russia è libera. Malgrado il mutamento sopravvenuto, anzi, grazie ad esso, noi •Conserviamo i nostri intendimenti sugli scopi della guerra che ·combattiamo. Il Governo Provvisorio cercherà con tutte le sue forze di abbattere il militarismo germanico per deprecare nuove guerre in futuro. Con raddoppiata forza noi organizzeremo le forze della difesa nazionale scosse dalla rivoluzione, sicuri che si avvicina l'ora della vittoria •. - • -Permettetemi, o compagni, di salutarvi a nome della democrazia e del socialismo russo. lo sono il solo socialista del Gabinetto e la mia opinione non concorda sempre con quella dei miei colleghi. Non fui di quelli che vennero da voi in Francia ed in Inghilterra. Allora il popolo russo doveva tacere perché le sue aspi>razioni contrastavano troppo con quelle dello tzarismo. Ma oggi la democrazia russa è padrona del suo paese e poiché non vuole la schiavitù di nessuno, ma la libertà e la fraternità dei popoli, ha deciso di scartare ogni idea imperialista. Resteremo fermi nei principii espressi nella dichiarazione del Go

verno Provvisorio sugli scopi della guerra e nell'appello del Consiglio degli

operai e dei soldati a tutti i popoli della terra. Riferite alle vostre democrazie

i sentimenti della democrazia russa e inducetele a conquistare sulle altre classi

quell'influenza che noi abbiamo conquistato sulle classi borghesi russe, le quali

hanno rinunciato ad ogni idea d'imperialismo •.

Le deputazioni rsocialiste francese ed inglese sono accompagnate dal Signor Dumas Segretario di queste. In un'intervista accordata alla • Rietch • quest'ultimo dichiarò di essere venuti qui coi suoi compagni ·per far conoscere al popolo russo il punto di vista dal quale i proletariati organizzati di Francia e d'Inghilterra hanno considerato la guerra sin dal suo inizio. Dopo aver brevemente passato in rassegna le vicende della Rivoluzione francese e della Restaurazione, Dumas esorta la Russia a trarre rprofitto dall'esperienza del passato. Egli si disse inoltre lieto della di-chiarazione fatta dagli operai e dai soldati di considerare necessaria la distruzione del militarismo germanico, e aggiunse che se l'esercito russo seppe meravigliare il mondo con le sue gesta quando nel suo seno nascondevansi dei traditori ed alla sua testa trovavansi degli inetti, ben saprà vincerre ora che lo guidano uomini integri e pieni di patriottismo. Dumas dichiarò infine che il trionfale ritorno in patria di Giorgio Plechanof rimaneva nel suo cuore di socialista come una delle più grrandi gioie della sua vita, e concluse dicendosi persuaso che anche in avvenire il nome dell'amico suo sarà circondato da quel rispetto e da quella autorità di cui i socialisti lo hanno sempre circondato in terra straniera.

(l) Non pubblicato.

815

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 621. Roma, 25 aprile 1917, ore 13.

Prego informarmi circa azione da Lei .svolta con riferimento al mio telegramma n. 600 (1).

816

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. uu. 615. Roma, 25 aprile 1917, ore 13,15.

Telegramma di V. E. n. 118 (2) e mio telegramma n. 614 (3). Lasdando a V. E. piena facoltà di regolarsi secondo le possibilità, Le indico desiderata del Governo:

0 ) Ammontare del prestito entro il 1917, 600 milioni almeno e possibilmente 700 milioni di dollari.

2") Prestito da utilizzarsi in rate da determinarsi secondo le possibilità, preferibilmente bimestrali o trimestrali, ma con condizione assoluta che per ciascuna rata la quota non consunta nel bimestre o trimestre vada ad aumento della rata successiva, e così pure alla fine del 1917 per la parte del prestito non ancora sfruttata.

3°) Frattanto .un anticipo di un centinaio di milioni.

4°) Termini di restituzione più lontani possibili.

(l) -Cfr. n. 784. (2) -T. Gab. 1002/118 da Washington, pervenuto il 18 aprile, che non si pubblica: l'ambasciatore di Russia a Washington ha rassegnato le dimissioni. (3) -T. gab. 614 del 25 aprile, che non si pubblica: autorizza a firmare la transazione finanziaria.
817

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. P. 1077/192. Londra, 25 aprile 1917, ore 14,41 (per. ore 18,55).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 600 (1).

Da confidenze segretis,sime fattemi da persona di fiducia trarrei motivo per supporre che Lloyd George abbia alquanto esagerato nelle previsioni manifestate a V. E. di fiera opposizione da parte del Foreign Office. Secondo mi viene riferito la necessità assoluta di addivenire per alte ragioni politiche ad un pronto ed equo accordo con l'Italia per l'Asia Minore sarebbe stata l'integrità dell'Impero Ottomano con particolare calore sostenuta davanti al Gabinetto di Guerra proprio da Balfour prima della sua partenza per l'America. Dalla stessa fonte ho .~aputo che il Gabinetto si mostrerebbe in massima favorevole alle conclusioni concordate da Lloyd George ma insisterebbe in modo energico sul contributo militare nostro contro la Turchia.

Di quest'ultima informazione ebbi autorevole conferma dallo stesso Lloyd George in un fugace colloquio con lui. Senza entrare in particolari il Primo Ministro, premesso che la questione d'Asia Minore aveva formato oggetto di esame e di discussione avantieri e ieri da parte del Gabinetto e che nella riunione di stamane sarebbe stata concretata probabilmente la risposta definitiva, mi lasciò chiaramente capire che i suoi colleghi e lui stesso ritengono indispensabile che anche l'Italia contribuisca direttamente a schiacciare Turchia. Rilevati con grande enfasi i gravi sacrifici sostenuti dall'InghiHerra in Mesopotamia e in Palestina il Primo Ministro accennò all'abbondanza di uomini di cui l'Italia a differenza della quasi esausta Francia 'PUÒ largamente dis.porre. Aggiunse tuttavia che si rendeva conto delle difficoltà nostre per l'equipaggiamento e le finanze. Brevità colloquio e fretta di Lloyd George, che era sul punto di uscire, non mi permisero entrare in discussione. Mi limitai quindi a dirgli in generale

che su questi argomenti nulla avevo da dire essendo essi stati già discussi personalmente da V. E. Al che replicò aver egli al riguardo esattamente ragguagliato il Gabinetto che però mantiene le sue vedute sulla necessità di un contributo militare italiano.

(l) Cfr. n. 784.

818

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, E AL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO

T. GAB. 618. Roma, 25 aprile 1917, ore 21.

(Per Londra): Fo seguito al mio telegramma Gabinetto n. 606 (l).

R. Minist~ro Addis Abeba telegrafa quanto segue in data 20 corrente:

• Mio collega inglese assistito colonnello magg)ore ha iniziato con Ras Degiac Tafari discussione questione Tzana. Egli contava essenzialmente sull'arrivo aeroplani per impressionare favorevolmente Governo etiopico e vincere antiche opposizioni a tale progetto, ma in mancanza degli aeroplani egli spera ottenere stes,so scopo con offerte denaro alle quali Ras Degiac Tafari è molto sensibile •.

(Per Ad'dis Abeba): Suo telegramma n. 1616 (2) trasmessomi dal Governatore dell'Eritrea.

(Per entrambi): In seguito a tale notizia dalla quale risulta che in Addis A~beba sono già iniziate trattative da parte inglese pel lago Tzana, il Min~stro delle Colonie mi ha telegrafato quanto a;ppresso:

• La questione del lago Tzana formò oggetto di un accordo tra Inghilterra e Etiopia del 15 maggio 1902, che è appunto tra gli atti enumerati all'articolo 1• della convenzione di Londra del 13 dicembre 1906 come base dello statu quo politico territoriale in Etiopia guarentito dalle tre Potenze.

Ora l'Inghiltel"!ra non può iniziare una discussione con l'Etiopia per mutare i termini di quell'accordo o per alterare lo stato degli affari esistenti al momento della firma della ~convenzione di Londra, senza previe intese con le due Potenze firmatarie dlella detta ~convenzione e innanzi tutto con l'Italia nella cui sfera d'azione trovasi appunto la regione del lago Tzana •.

(Per Londira): D'intesa col Ministro delle Colonie ~prego V. E. di fare intendere ciò a codesto Governo nel modo che ~crederà più rapido ed opportuno per evitare che sia compromesso quel vitale nostro interesse.

(Per Addis Abeba): Ho dato istruzioni al R. Ambasciatore a Londra di fare intendere ciò a quel Governo e prego V. S. d'accordo ~col Ministro delle Colonie di parlare con amichevole fermezza al suo collega d'Inghilter,ra pf'r prevenire fatti compiuti.

(l) -Non pubblicato. (2) -Non pubblicato.
819

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 619. Roma, 25 aprile 1917, ore 22.

(Solo Pietrogrado): Mio telegramma n. 575 (l) e telegrammi di V. E. numero 182 (2) e 185 (3).

(Per Parigi e Londra): Miei telegrammi n. 575 e 607 (4).

(Per tutti): Questo Ambasciatore d'Inghilterra mi ha comunicato che Bu

chanan ·con un lungo telegramma ha esposto al suo Governo l'opportunità di astene,rsi da passi collettivi e da un atteggiamento troppo rtsolutivo coll'attuale Governo provvisorio, ·con cui occorre invece procedere con grande cautela per non renderlo più debole mentre la sua condotta finora non dà cagione a lamenti. Governo inglese aderiva a tali concetti. Rodd chiedeva la mia opinione. Ho risposto che concordo pienamente sconsigliando in massima le comunicazioni collettive.

820

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1076/152. Atene, 25 aprile 1917, ore 14,15 (per. ore 3,45 del 26).

Attiro l'at·tenzione di V. E. sul telegramma del R. Addetto militare n. 849 (5) presidio A B Udine circa probabile movimento di Sarrail e drca sue occupazioni in Tessaglia e Epiro.

821

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. UU. 1078/194. Londra, 25 aprile 1917, ore 22,45 (per. ore 4 del 26).

Mio telegramma n. 192 (6).

Cecil mi ha prevenuto oggi di aver incaricato Rodd di comunicare a V. E. le decisioni definitive del Gabinetto di Guerra circa <l'Asia Minore (7). In sostanza il Gabinetto approva circa la zona di occupazione e di influenza da attribuirsi all'Italia, le conclusioni co:'lcordate alla Conferenza di San Giovanni di Moriana. Tale a~provazione è però subordinata: l • al consenso del Governo

Russo; 2" all'intesa che la realizzazione delle aspirazioni Italiane in Asia Mi· nore avverrà a condizione che l'Italia farà uno sforzo maggiore per cooperare con gli alleati cont,ro il nemico comune; 3" che il porto di Smirne dovrà essere libero.

Spedisco ,per corriere di gabinetto la consegnatami Carta con le assegnazioni Italiane.

(l) -Cfr. n. 754. (2) -Cfr. n. 776. (3) -Non pubblicato. (4) -T. Gab. 607 ritrasmette T. Gab. 1054/185, non pubblicato. (5) -Non pubblicato. (6) -Cfr. n. 817. (7) -Cfr. n. 851.
822

L'AGENTE DIPLOMATICO E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1442. Cairo, 25 aprile 1917, ore 20,05 (per. ore 4,30 del 26).

E' giunto qui dalla Francia insieme numerosi ufficiali Signor Picot già Console Generale rrancese a Beirut col titolo, a quanto mi si dice, di Alto Commissario per Siria.

Persona degna di fede mi informa che ricevendo deputazione Siriana Libanese egli ha dichiarato esistere perfetto accordo tra alleati cir,ca sistemazione Siria, Ltbano, A!rabia, Armenia e che alla Francia era stato riconosciuta qualità di potenza • patronale » per Siria e Libano. Aggiunse che la sua venuta significava principio esecuzione di detto accordo assicurando che verrebbero rispettati i privilegi del Libano e che a~spiraz:ioni p~polazione siriana sarebbero tenute in debito conto.

Censura non ha ,permesso pubblicazione questa dichiarazione come pure oggetto miss,ione Picot che evidentemente è relazione cooperazione militare Siria.

Inghilterra e F1rancia hanno già risposto ,protesta Libanese di cui mio rapporto n. 107 del 22 febbraio scor,so (l) dando ampie assicurazioni riguardo mantenimento privilegi Libano (2).

823

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1069/99. Parigi, 25 aprile (3) 1917.

Telegramma di V. E. 608 (4).

Questo Governo non desidera precisare troppo ma credo si debbano ritenere confermate le notizie già da me date coi telegrammi 50 (5) e 55 (6) del

10 e del 12 marzo sull'invio dei battaglioni senegalesi che erano a Gibuti già dallo scorso autunno e forse di un pic·colo nucleo supplementare. Mi si assicura che il comandante della spedizione francese sarà un Tenente Colonnello, ciò che ·Confèrma che le forze si limiterebbero a due o tre battaglioni. L'addetto militare ha ,saputo che il Generale Bailleul partirà per la Palestina, non come comandante ma con missione speciale. Cercherò ora di sapere se oltre a ciò vi è un accordo col Governo inglese per ulteriore invio come apparirebbe dal telegramma comunicatomi con telegramma di V. E. Gab. 393 (l) di questa notte.

(l) -Non pubblicato. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con T. 557 del 26 aprile. (3) -Sul registro dei telegrammi è erroneamente scritto marzo. (4) -T. Gab. 608 del 23 aprile ritrasmette a Londra e Parigi il T. Gab. 1037/108 del Cairo (cfr. n. 800). (5) -Cfr. n. 448. (6) -Cfr. n. 461.
824

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI (2)

D. S.N. Roma, 25 aprile 1917.

Come comunicai a V. E. col telegramma n. 32, del 2 gennaio pp. (3), sono ormai denunziati i trattati di commercio che vincolano l'Italia a Giappone, Romania, Russia, Serbia, Spagna e Svizzera, e si ,provvederà, nel prossimo giugno, per la denunzia di quelli con Francia, Grecia e Brasile.

Per tutti gli altri era stato deciso di !asciarli sussistere fino a nuova deliberazione. Ricevo, ora, dall'Ambasciata di F·rancia in Roma, la Nota Verbale, in data 16 corrente, di cui unisco copia.

Il Governo francese apina, in sostanza, in armonia ·coi principii adottati dalla Conferenza economica di Parigi del giugno 1916, essere conveniente che i Governi alleati denunzino simultaneamente, mediante una formala da stabilire, tutte le Convenzioni commerciali esistenti sia tra essi sia tra ciascuno di essi e i Governi neutrali, essendo soprattutto necessaria, a di lui parere, l'abolizione della clausola della Nazione più favorita perché si possa dar luogo alla organizzazione d'un nuovo regime.

Circa l'accoglienza da fa•rsi alla proposta gradirò di conoscere il parere di

V. E., non ,senza osservare che, mancando tuttora una decisione, per parte della Commissione Reale che studia i problemi attinenti alla nostra politica doganale, e mancando, perciò, ogni criterio determinante l'orientazione che meglio convenga all'Italia 'per le sue future relazioni commerciali, appare assai pericoloso che il R. Governo azzardi promesse, od accenni semplicemente a tendenze, che vincolino in qualsiasi modo la sua libertà d'azione.

.ALLEGATO.

NOTA VERBALE DELL'AMBASCIATA DI FRANCIA A ROMA

Rom,a, 16 aprile 1917.

En conformité du désir plusieurs fois exprimé à cet effet par la Commission douanière du Parlement français, le Gouvernement de la République a décidé de dénoncer les Conventions de Commerce et de Navigation que 'la France avait conclues aussi bien avee les Puissanoes alliées qu'avee illes pays neutres. Le Gouvernement français conservera ainsi toute liberté d'action dans la discussion et la conolusion des accords à venir, eu éga1'd au nouvel état de choses qui va nécessairement résulter de la guerre dans les relations économiques internationales.

Dans l'idée du Gouvernement français, cette dénonciation devra étre étendue à toute olause économique contenue ,dans d'autl'es conventions, et, en rai'son de l'obligation du préavis d'un an que comporte un grand nombre des accords commerciaux de la France, l'exécution de cette décision est urgente. Une telle considération a déjà déterminé tl'Itailie à dénoncer six de ses traités de commerce qui la liait à des pays alliés ou neutres.

Le Gouvernement français estime que le régime nouveau des relations économiques, et en particulier le système des di,spositions arrétées par la Conférence économique de Paris, ne peut étre établi que sur une table rase. L'abolition de la clause de la nation la plus favorisée serait une des conditions essentielles de l'établissement du nouveau régime.

Les considérations ci-dessus montrent que la dénonciation des Conventions de Commerce est une ,conséquence naturelle et directe des résolutions prises· par les alliés en juin 19'16 et qui ont déjà été publiées. En outre une telle mesure étant générale et s'lliPIPliquant aussi bien aux alliés qu'aux neutres, ces derniers ne peuvent la considérer comme une décision qui les visent particulièrement.

Cependant, afin de souligner davantage aux regards des puissances neutres le caractére général de la dénonciation et pour éviter tout malentendu ou difficulté, toute démar,che isolée ou toute différence d',attitude ou de méthode, le Gouverment français voit le pilus grand intérét à ce que tous les Gouvernements alliés adoptent la méme résolution et se concertent pour dénoncer simultanément, sinon par acte ,colléctif, leurs conventions.

Dans ce cas, les alliés pourraient convenir d'une formule qui indiquerait les raisons communes de !leur décision; ils pourraient aussi déclarer que les Conventions dénoncées continueraient à produire effet jusqu'à l'établissement d'un régime nouveau, ce modus vivendi pouvant d'ailleurs prendre fin à tout moment sans obligation de préavis.

L'Ambassade de F,rance à Rome a l'honneur de porter ce qui précède à la connaissance du Gouvernement Royal et lui serait reconnaissante de bien vouloir lui faire .connaHre aussitot que .possib1e l'accuei;l qu'H a cru devoir réserver à la proposition du Gouvernement de la République.

(l) -Cfr. n. 810. (2) -Questo dispaccio venne inviato anche ai ministeri interessati. (3) -Non pubblicato.
825

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERMLI

D. R. 14. Roma, 25 aprile 1917.

Come è noto a V. E. il verbale delle conversazioni di St. Jean de Maurienne fu redatto in gran fretta onde risultò poco chiaro e talora incomprensibile a chi non abbia partecipato al colloquio.

Ho creduto così utile farne compilare uno un poco ,più esteso e riproducente più chiaramente i punti su cui ci intrattenemmo. Di tale nuova redazione ho dato copia al Signor Barrère il quale mi ha promesso farla pervenire al suo Governo (1). Ne invio qui acclusa copia a V. E. pregandola di fa11mi conoscere al più presto quale accoglimento vi farà codesto Governo.

ALLEGATO.

AIDE-MEMOIRE

St. Jean de Maurienne, 19 aprile 1917.

Mons1eur Ribot exrpose la nécessité d'un plein accord sur la question de l'Asie Mineur~e ~et, en vue de Ira situation ~actueltle, sur Ja question de la Grèce.

Monsireur Sonruno insiste sur 1a nécessité de s'expliquer avec une entière franchise, afin qu'on puisse traiter utilement d'une façon amicale toutes Ies questions qui interessent les A11iés en vue d'une complète harmonie entre eux pendant et après la guerre.

ASIE MINEURE

Monsieur Ribot fait des objections à l'attribution de Mersin et Adana à l'Italie. Monsieur Lloyd George presente une carte dans Jaquelle so n t indiquées:

l) Une zone d'occupation comprenant la ville de Smyrne mais ne comprenant pas, ~contrakement au projet presenté ~par M. Balfour à la ~conference des Ambassadeurs à Londres, ~la vNle de Konia et le chemin de fer de Bagdad.

2) Une zone de protectorat comprenant a) le reste de la partie septentrionale du vilayet de S!myrne, au nord de rla ville de Smyrne, b) une portion de territoire plus au nord, et c) une autre portion de territoke abouUssant à l'ouest immédiat de Mersin dans la zone d'occupation actuellement attribuée à la France d'après la convention anglo-française de 1916.

Monsieur Sonnino déclare qu'il pourrait recommander au Gouvernement italien l'acceptJaition du projet env;isagé dans la carte presentée aujourd'hui par M. Lloyd George pourvu que l) tous 11es territoires envi,sagés dans l:a rproposirtion susmentionnée de M. Balfour soient sans exception compris dans la zone d'occupation ItaHenne; 2) toute ~1a parUe ~septentrionale du viriay,et de Smyrne, qui dans la carte Lloyd George figure dans la zone du protectorat, passe à rla zone d'occupation Italienne.

Après ampie discussion M. Ribot accepte I~es propositions de M. Sonnd.no et n'a pas d'objections à la carte Lloyd George sous réserve de mieux determiner la frontière rentre ~la zone française et 1a zone itaHenne; à ce sujet il propose d'insérer au verbal rles mots « La zone Italienne commencera à un point determiné à l'ouest de Marsin ». M. Ribot admet e n outre que des facilités doivent étre accordées au commerce de l'intérieur dans la direction de Mersin à instar de ce qui a été établi pour A1exandrette vis-à-vis des Angiais.

M. Lloyd George et M. Ribot s'engagent d'appuyer auprès de leurs Gouvernements J.es deux proposirtions susmentionnées de M. Sonnino.

J,l a été entendu que ~es inrtérets des autres Puissanoes déjà étabJis dans J.es différentes zones seront scrupuleusement respectés, mais que les Puissances que ces intérets ,concernent ne ,g',en servi:ront pas comme moyen d'action poUtique.

periodo continuava con le seguenti parole: • cui, per ragioni territoriali, spetterebbe la

redazione definitiva e la comunicazione di essa ai vari governi interessati •.

Un échange de vue s'engage sur la situation qui pourrait résulter pour les Puissances Allliées au moment de •la paix par rapport à l'Empire Ottoman. A la suite de cette discussion M. Lloyd George présente la proposition suivante qui est acceptée:

• -Il est entendu que si à l'epoque où la paix sera faite, la 1possession totale ou partieUe des terr1toires envisagés dans 1es accords conolus entre la France, ila Grande Bretagne, <l'LtaUe .et [,a Russ~e quant à r,attribution d'une partie de il'Empire Ottoman, ne pouvait pas ètre aocol'dée entièrement à une ou à plusieurs des dites Puissances a·lors 1les intérèts des Puissances en question seraient de nouveau pris équitablement en considération •. M. -Sonnino r·emacrque que 1la situation de l'ItaHe dans 1es Lieux Saints et dans la zone internationale y rellative devra ètre absolument identique de droit et de fait à celle de la France et de l'Angleterre et d'autres .Alliés s'il en sera le cas. M. -Ribot et M. Lloyd George consentent.

GRECE

M. Ribot fait observer que les décisions de ila Conférenoe de Rome n'ont pas été exécutées par ·le Gouvernement grec qui continue à les violer en tolérant l'organisation des bandes. Il se dérobe à toutes les obligations mii)jtaires que les Alliés lui aV'aient imposées pour ·la sécurHé de l'armée d'Orient et iLa protection de ileurs sujets. Il estime qu'une parei1le attitude ne peut plus ètre tolérée.

Le Commandant de l'A.rmée d'Orient estime qu'il est indispensable d'occuper Larissa après l'o·ffensive imminente.

On tombe d'ac·cord que M. Ribot et M. Lloyd George prendront une décision demain au 1sujet de Lari<ssa après avoir consulté leurs Etats Majooo. Le Baron Sonnino déc.1are qu'i•l s'en reme·t à •coe sujet à l•a déci,sion que les .AJlHés pl'endront d'accord.

M. Ribot déclare que si les Etats Majors ne se mettent pas d'accord il réserve toute liberté pour l'action du Gouvernement français sur iles mesures à prendre.

M. Lloyd George et M. Sonnino font des déclarations analogue.s.

M. Ribot fait observer qu'en présence de la mauvaise foi avérée du Roi Constantin ·et de 1son Gouvel'nement il est nécessaire de prendre des ·Sanctions à .AJthènes.

M. tre Baron Sonnino admet qu'on prenne des mesures pour empècher ile passage de•s mi•Utai!re's du Péloponnèse à tmvers le canal de Corinthe, et si MonsLeur Lambros se montre incapable on pourrait indiquer au Roi M. Zaimis en avertissant qu'en .cas de violation continuée les conséquences pourraient ètre plus graves.

M. Ribot ne croit pas devoir s'associer au projet de faire de nouvelles indications au Roi.

M. Ribot expose les danger•s de •la situation actuel1e à Athènes, ·la nécessité de résolutions énergiques et lLa possibiHté de nouv.eaux meul'tres, déclarant que dans ce cas la seule sanction serait d'obliger le Roi Constantin à abdiquer.

M. Lloyd George est d'accord.

M. Sonnino ne s'oppose pas, à condition qu'il n'y ait pas de provocation de la part des Alliés et qu'on respecte la constitutiori, c'est à dire que la succession soit dévolue au fiils du Roi Constantin, sans convoquer une constituante.

On ne devra pas fail'e de propagande républi.caine en Grèce.

M. Ribot et M. l.Jloyd George consentent.

M. Sonnino insiste de la façon la plus vive afin qu'en cas d'action militaire on évite absolument de bombarder Athènes, car un bombardement de cette ville serait une grave erreur politique.

M. Ribot et M. Lloyd Geor.ge sont d'accord.

En ce qui ·concerne l'He de Corfou M. Sonnino déclare que ·l'ltalie n'a aucun dessein d'établis,sement. M. Ribot et M. Lloyd George font pareille déolaration. M. Ribot a suggéré que l'armée anglaise soit ·représentée dans il.'ile et M. Sonnino adhère à cette proposition. Sur la demande de M. Sonnino on est tombé d'accord

que les autorités grecques royales de l'ile ne seront pas remplacées par des vénizéliste·s. D'une façon générale les Ministres s'engagent à recommander les décisions cidessus à l'acceptation de leurs Gouvernements.

On tombe d'accovd que toutes 'les dédsions qui précèdent concernant l'Asie Mineure et la Grèce auront de valeur seulement comme ensemble; c'est à dire que chacune d'eBes tiendra seulement si toutes auront été approuvées par les Gouvernements respectifs (1).

(l) Nella lettera accompagnatoria di pari data, destinata all'ambasciatore Carlotti. il

826

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

D. 16455. Roma, 25 aprile 1917.

Per sua opportuna notizia, mi pregio informare V. E., che con nota del 9 corr. il Comandante del Corpo d'Occupazione nell'Egeo mi ha comunicato quanto segue:

• -Come ebbi anche l'onore di riferire, da alcuni mesi la attività degli informatori inglesi e francesi in Anatolia era quasi completamente cessata: e ciò -se sono esatte le voci che corrono -fu dovuto all'intervento del Signoi' Venizelos, il quale avrebbe fatto presente ai Governi alleati come l'opera degli agenti informatori in Asia Minore avesse per effetto di inasprire l'animo dei Turchi e di indurii a maggiori persecuzioni ·contro i Greci che abitano quelle regioni. • -Mi risulta ora che il servizio di cui si tratta sta per essere nuovamente attivato ed intensificato. Lo avevo già saputo da una lettera dell'ammiraglio Varney comandante la Divisione Navale francese di Siria, che mi annunciava l'arlfivo a Rodi di un certo signor Gabriel, architetto, incaricato a.P'punto di organizzare un servizio di informazioni nella regione meridionale dell'Asia Minore. Ne ho avuto ora conferma da quanto mi disse il Vice Ammiraglio Thursby, comandante della Squadra Navale inglese dell'Egeo, nella vi:sita che egli mi ha fatto recentemente a Rodi. L'Ammiraglio, anzi, non solo mi informò della riattivazione del servizio, ma mi p,regò di dare il mio concorso per la sua migliore attuazione. • -Io credo che un simile servizio potrebbe dare risultati efficaci, se esso fosse fatto dagli stessi Inglesi, o da Francesi, o da Italiani: da persone insomma che lo esercitassero per amor di .patria, rper sentimento del dovere, non già da persone che lo esercitano per solo amore di guadagno.

Secret.

c M. Lloyd George, M. Ribot, et le baron Sonnino se sont entretenus des tentatives que l'Autriche serait disposée à faire auprès d'une ou plusieurs des Puissances alliées pour obtenir une paix séparée.

Ils sont tombés d'accord qu'il ne serait pas opportun d'engager une conversation qui dans les circonstances présentes serait particulièrement dangereuse et risquerait d'affaiblir l'étroite unio n qui existe e n tre les Alliés et qui est plus nécessaire que jamais •.

• -Quale fiducia possiamo noi riporre in questi indigeni, assoldati dalle autorità inglesi e francesi, i quali ci .servono solo perché sanno che ne trarranno un forte guadagno? E quali garanzie ·possiamo noi avere che questi indigeni -scelti naturalmente nei più bassi strati sociali -non esercitino lo spionaggio anche a vantaggio dei nostri nemici, non facciano il ·contrabbando di guerra anche a nostro danno? Evidentemente nessuna garanzia, nessuna fiducia possiamo noi avere in questi individui. • -Ed io penso perciò che i vantaggi, molto problematici, che dall'attuazione del servizio informazioni così fatto si potessero ottenere, sono forse controbilanciati dal danno possibile, anzi molto probabile. • -Gli informatori indigeni Bi organizzano in bande di irregolari che-giunte sulle coste dell'Anatolia -compiono saccheggi ed altri atti di vero e proprio brigantaggio, tanto che dalla gente di qui sono designate bande di " briganti al servizio degli Inglesi e dei Francesi". Ora è evidente come dò sia enormemente lesivo del prestigio dell'Intesa, cui questi abitanti rimproverano di aver adottato quegli stessi barbari sistemi di guerra che noi giustamente rinfacciamo ai Tedeschi e ai loro alleati. • -Tutto questo ho creduto utile di far presente al vice ammiraglio Thursby nel colloquio che ebbi recentemente con lui. E fui lieto non 'soltanto di constatare che egli ·riconosceva la giustezza del mio modo di vedere, ma che anzi egli divideva pienamente il mio pensiero circa la poca efficacia e i molti pericoli che presenta il servizio informazioni così come viene qui inteso ed attuato: pericoli tanto maggiori in quanto che lungo tutta la costa dell'Anatolia dimorano molti Turchi che hanno nel Dodecanneso famiglia, relazioni, interessi. • -L'Ammiraglio mi aggiunse però che -malgrado ogni contraria considerazione -la riattivazione del servizio era stata decisa, e doveva pel'ciò effettuarsi; rperché tale è il desiderio del Generale Comandante in Capo delle Forze Inglesi in Egitto, il quale la ritiene molto utile, anzi assolutamente necessaria. Al che io naturalmente ri.;:posi che le Autorità italiane del Dodecanneso -come è loro dovere -daranno tutto l'appoggio e tutte le facilitazioni necessarie agli agenti inglesi qui inviati per dirigere le azioni degli informatori. • -Ma, a proposito di tali agenti, debbo far presente come in generale essi esplichino qui la loro opera in modo non conforme alle intese che a loro riguardo erano corse in passato fra il R. Governo e il Governo Britannico •.

(l) Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., pp. 116-120. Nel Diario il verbale della conferenza di San Giovanni di Moriana continua così:

827

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

N. R. u. s. N. Roma, 25 aprile 1917.

Ricevo dal Generale Cadoma copia del telegramma n. 2350 da lui inviato al Colonnello Brigadiere Cavalier Breganze a proposito di pubblicazioni della stampa francese di critica verso di noi e dirette a sollecitare l'azione offensiva del nostro esercito.

Di tale telegramma trasmetto copia all'E. V. con preghiera di esaminare se :;ia il caso, come sembrerebbe, di fare pratiche in via diplomatka presso il Governo Francese per ottenere, in conformità del desiderio del Generale Cadorna, che l'accennata campagna di stampa abbia a cessare nell'interesse delle comuni operazioni militari.

Gradirò un cenno in proposito.

.ALLEGATO.

CADORNA A BREGANZE

T. 2350. Comando Supremo, 24 aprile 1917.

G.M. Seg. Cap. Prego V.S. di personalmente comunicare ed illustrare al Generale Nivelle e a!l Ministro Painlevé seguente telegramma stop.

Da diversi ,giorni stampa f~ancese ,conduce veTso di noi campagna di aperta critica e insiste nel soillecitare nostro intervento offensivo. Non è certo tale atteggiamento stampa francese che può influire nella mia decisione sia perchè sollecitazioni non abbreviano indispensabi1le tempo per trasporti artiglierie e forze da Trentina all'Isonzo trasporti che svoigonsi febbrilmente e con massima alacrità sia e soprattutto perché non ho bisogno come tutto il passato attesta di incitamenti per agire né tanto meno tollero pressioni di qualunque genere o provenienze stop.

Mi sento solo in obbligo di segnalare all'alto comando e al Governo francese quanto siffatti articoli della stampa francese possano riuscire dannosi ai fini deUa azione militare richiamando l'attenzione del nemico sulla nostra fronte preannunziandogli in modo palese ,la nostra offensiva inducendolo a misure difensive che altrimenti non avrebbe preso frustrando insomma l'elemento sorpresa sul quale come lo scorso anno io facevo ragionato ,assegnamento stop. Aggiungo che se nemico nella non ampia fronte di attacco quasi designata da tale dannosa ed inopportuna campagna concentrasse ingente somma di artiglieria e di truppe io sarei costretto per non logorare inutilmente le forze in una impresa quasi certamente votata all'insuccesso a differire la progettata offensiva a epoca più propizia stop.

828

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 423/109. Madrid, 25 aprile 1917.

Il cardinale Guisasola arcives,covo di Toledo e primate d'i Spagna, l'autore della focosa pastorale del novembre scorso della quale ebbi ripetutamente ad occuparmi nella mia corrispondenza con V. E. rsi reca fra pochi giorni a Roma essendo quest'anno i vescovi spagnoli chiamati • ad limina •. Sua Eminenza pregò il rettore di questa chiesa di S. Luigi, ecdesiastico francese molto intelligente che spiega qui una attiva quanto disC'reta propaganda in favore degli alleati, di chiedermi il visto al suo passaporto, visto che apposi immediatamente. Avendomi il rettore domandato in pari tempo una raccomandazione ,per la dogana italiana in favore di Sua Eminenza, gli dissi che se il cardinale mi chiedeva quella raccomandazione non l'avrei rifiutata, ma che non potevo apparrire di offrida spontaneamente ad un prelato che si era or non è molto espresso in teJ'IIIlini così aggressivi contro il mio Governo. Il rettore si riservò aUora di riparlarne con il cardinale ed avendomi poi fatto sapere che Sua Eminenza chiedeva per mezzo suo la raccomandazione, gli inviai quel documento.

Il cardinale di Toledo parte domani per Parigi dove so che si propone di visitare il cardinale Arnette. Sarebbe cosa ottima per la nostra propaganda in Spagna se anche in Italia egli avvicinasse qualche nostro prelato che potesse illuminarlo sulle cose nostre e fargli ·Ca:pire che la nostra guerra non è come si crede qui da molti del suo ;partito, frutto di una macchinazione massonJica ma di un movimento nazionale al quale hanno ;preso parte patriotticamente i cattolici italiani.

829

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 424/110. Madrid, 25 aprile 1917.

Benché con il ristabilimento delle guarentigie costituzionali sia tolta la censura p['eventiva ai giornali, la stampa madrilena, anche quella amica degli imperi ·centrali, mantiene un certo riserbo nei commenti che si fanno intorno alla crisi. Solo alcuni giornali ultra-germanofili come ad esempio la Nacion alzano inni di trionfo; gli altri più temperati pur nascondendo la loco soddisfazione per la ·caduta del conte di Romanones·, si esprimono in forma assai misurata sul ·conto dei successori. Ciò obbedisce evidentemente ad una parola di ordine; non si vuole all'ambasciata di Germania compromettere il signor Garda Prieto. Del resto l'avvento di questo non dà che mezza soddLsfazione ai miei •colleghi imperiali; il candidato del loro cuore sarebbe stato il signor Villanueva che si è reso impossibile con le sue imprudenti dichiarazioni di neutralità ad ogni costo. Contuttociò l'impressione generale è che non solo il cambiamento di governo sia favorevole agli imperi centrali ma che vi abbia anche avuto parte importante questo addetto militare tedesco che da qualche tempo vede spesso Re Alfonso. Tutto ciò viene energicamente smentito da fonti ufficiose, ma le smentite trovano poco credito di fronte al fatto noto a tutti della fiera e lunga campagna a base di accuse personali mossa dalle ambasciate imperiali al conte di Romanones, campagna che culminò nella intervista nella quale il principe di Furstenberg lo dichiarò poco meno che indegno di governare. In quell'occasione l'ex presidente del Consiglio sostenuto dal Re ebbe ammenda onorevole dallo ambasciatore, ma fu soddisfazione incompleta poiché avrebbe dovuto essere seguita dal richiamo dell'imprudente d±plomatico. E' nalurale che ora che il Romanones cade, si applichi alla situazione il • is fecit cui prodest • e se ne attribuisca secondo le opinioni il merito o la colpa agli imrperi centrali.

E' giusto riconoscere che al nuovo ministero non sembra garbare affatto di nascere sotto questi auspici, e ·Che esso fa quanto può perché quel giudizio non sia diviso dai diplomatici alleati. Il nuovo Ministro di Stato, affatto nuovo

alla politica internazionale e che sembra portare non molto lietamente il peso delle sue nuove responsabilità, non disse finora gran cosa, ma il Presidente del Consiglio e il Ministro delle Finanze che fu l'anima della crisi ed è ora il vice capo del Governo mi fecero dichiarazioni abbondant1ss1me di benevolenza agli alleati. Nulla è mutato, mi dissero entrambi con una identità di forma che è prova che parlavano dietro accordo preso, nulla è mutato se non in meglio per l'Intesa perché le disposizioni del nuovo ministero sono le stesse di quelle dell'antico con questa differenza che il conte di Rornanones troppo in fama di intesofilo non aveva a favore degli alleati tutta la libertà d'azione che ora ha il mar·chese d'Alhucernas. Al che risposi ringraziando e lasciando capire ·che attendiamo i nuovi ministri alla prova. Credo per mio conto che per forza di cose la politica spagnola non varierà gran che sotto il nuovo Ministero, ma una certa riserva è da osservarsi quando si vede chiamato al Ministero dell'Interno al quale incombe in prima linea la repressione dello spionaggio intensis

simo dei tedeschi, un germanofilo dichiarato quale il signor Burrell.

Il manifesto del Conte di Romanones che inviai all'E. V. con il mio rapporto n. 106 (1), ha fatto qui molto rumore. I germanofili, molti amici del marchese di Alhucemas e i circoli di Corte ai quali quella pubblicazione non poté riuscir gradita, .fanno campagna per provare che con quel manifesto l'ex presidente anziché chiarire cercò di velare le cause della sua caduta; secondo essi la politica e1stera non fu che un pretesto abi1mente scelto dal Romanones per spiegare il suo ritiro reso indispensabile dalla diminuzione della sua autorità sul suo pr~prio partito. La verità è che la questione internazionale non fu, se vud~i, la sola, ma certamente fu la principale causa della caduta del conte di RomanonPs.

Intanto il marchese di Alhucemas si trova già di fronte a due difficoltà che

sembrano esser.gli di non lieve imbarazzo. La prima si riferisce alla pubblica

zione della nota alla Germania per il • San Fulgencio • redatta dal ministero

Romanones e che questi aveva dichiarato di voler pubblicare appena fosse

giunta in mano del gabinetto di Berlino. Si sa ora con certezza che quella nota,

redatta dapprima in forma molto energica, fu poi all'ult1mo momento, appunto

per dare soddisfazione a quegli elementi che poi portarono al potere il pre

sente governo molto attenuata; con iuttociò il marchese d'Alhucemas ha di

chiarato che non intende pubblicarla. Perché? Vi è luogo di credere che sia

perché si prevede che la risposta germanica non sarà molto .soddisfacente, e il

nuovo gabinetto che non vuole giungere alla rottura delle relazioni preferisce

trattare tutto il difficile argomento nel segreto diplomatico.

Altra difficoltà deriva dall'accordo conchiuso a Londra dal Marchese di

Cortina per i rifornimenti di carbone. Questo accordo è stato salutato qui al

prÌim.o annunzio con grande soddisfazione; ora il Governo annuncia che avrà

bisogno di esaminarlo prima di r:atificarlo e la stampa germanofila fa campagna

per la non raticficazione. Infatti que~l'accordo assicura bensì alla Spagna 150.000

tonnellate di carbone mensili cioè tutto quanto le occorre, ma l'Inghilterra no

leggierà i vapori spagnoli che portando carbone inglese in Spagna dovranno

(ll Non pabblicato.

portare ~incr3le spagnolo in Inghilterra, ciò che certamente non piace alla Germania. Il Ministero Alhucemas vorrebbe non avere noie con la Germania e d'altra parte non può lasciare il paese senza carbone; è probabile che l'esame che es,so sta facendo dell'accordo abbia per oggetto di studiaTe la possibilità di modificarlo così che non dispiaccia a nessuno: problema in ogni caso assai difficile da risolvere.

Il nuovo Ministero il quale per di più, composto come è di figure secondarie, manca d'autorità, non si trova quindi sopra un letto di rose, dovendo egli conciliare gli interessi e la dignità della Spagna con la neutralità assoluta. Esso è la vitttma della situazione falsa nella quale, sopratutto dopo la dichiarazione di guerra degli Stati Uniti e l'atteggiamento assunto dalle repubbliche latine dell'.Mnerica del Sud, si va sempre più trovando la Spagna che ha le mani legate dal fanatismo dei germanofili mentre tutti i suoi interessi economici e politici, presenti e avvenire, consiglierebbero una politica non d'ostilità diretta ma di dignitosa fermezza agli imperi centrali.

830

IL DELEGATO ITALIANO ALLA COMMISSION INTERNATIONALE DE RAVITAILLEMENT, MAYOR, AL SOTTO SEGRETARIO AI TRASPORTI, ANCONA

L. s. N. Londra, 25 aprile 1917.

Mentre cercavamo a Roma chi potesse rappresentarci con competenza nei due Comitati della distribuzione del tonnellaggio e dei noleggi, p~raticamente i due Comitati stessi ~cessavano di funzionare, almeno per ora.

A1ppena saputo del mio ritorno a Londra, il Direttore della Commission Internationale de Ravitaillement, Sir Edmund Wildbore Smith, è venuto ad informarmi del fatto e delle cause di esso.

La sospensione del lavoro dei Comitati, ha avuto parecchie cause: le feste pasquali; la assenza del ,signor Royden per le feste .stesse; quella del Signor Guernier, Commissario francese, che, recatosi a Parigi per avere rinnovati dal signor Ribot i poteri conferitigli dal signor Briand, tardò alquanto a tornare. Ma la causa principale è il contegno dei Francesi che non hanno ancora compreso l'importanza dell'unità di azione in siffatte materie, e, più ancora che del Governo, benchè anche questo abbia la sua parte di responsabilità, delle ditte francesi, che agiscono per conto loro, ~senza disciplina, guastando il mercato.

Gli Inglesi sono irritati di cotale mancanza della Francia agli impegni presi. Il Signor Hipwood ha detto che procedendosi cosi, noi inglesi ed italiani, ci saremmo legati le mani a tutto profitto dei francesi. Il che non può tollerarsi.

I Comitati hanno, dunque, da funzionare nuovamente, ma da funziona!I'e lealmente da parte di tutti, e con inclusione degli americani. L'entrata in azione degli Stati Uniti ebbe questo non desiderato effetto che i noli salirono da 200 a 270 scellini e più ed i prezzi d'acquisto da 40 a 50 sterline e più. Bisogna rimediare e provvedere, e, 1per ciò, far entrare gli. Americani nei Comitati. Credo

61S

che a ciò si adoperano gli Inglesi. Diceva Sir Edmund: • I Francesi domandano a che tende la limitazione della loro libertà. Noi rispondiamo: Al vostro bene ed a quello di tutti gli alleati. Noi Inglesi, non vogliamo nulla e non abbiamo d'uopo di nulla. Siamo i più ricchi: potremmo vincere su ogni mercato la vostra concorrenza. Ma non cerchiamo quel sopravvento. Vogliamo il vostro bene a vostro dispetto •.

831

IL MINISTRO DEGLI ESTERI SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 622. Roma, 26 aprile 1917, ore 13.

Telegramma di V. E. n. 193 (1). Notizia non ha fondamento. Nè potrebbe averlo prima che sia stata definitivamente regolata questione Asia Minore.

832

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 623. Roma, 26 aprile 1917, ore 13.

(Meno Londra): R. Ambasciatore a Londra telegrafa quanto segue:

• Lord Ceci! ... ecc. ecc. (come nel telegramma 194) • (2). Ho risposto ad Imperiali quanto segue: (Solo Londra) Telegramma di V. E. n. 194. (Per tutti): Abbiamo fatto e faremo dovunque il maggior sforzo che ci è

consentito per cooperare con gli Alleati contro il nemico ,comune, ma non possiamo subordinare l'intesa e la realizzazione delle aspirazioni italiane consacrate dall'art. IX del trattato di Londra ad aicuna speciale condizione di ordine militare. Ciò dev'essere fermamente chiarito. Osservo che Governo inglese ha ridotto esso ,stesso ad una cifra insignificante l'offerta che facemmo dell'invio di 6000 uomini in Palestina. Tale offerta noi oggi rinnoviamo. Sta bene per adesione Russia.

(l) T. Gab. 1075/193 da Londra del 25 aprile, che non si pubblica: un teleReuter annunzia imminente venuta di Sonnino a Londra.

(2) Cfr. n. 821.

833

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1082/102. Parigi, 26 aprile 1917, ore 13,30 (per. ore 17,30).

Telegramma di V. E. n. 398 (1).

Già ieri Breganze mi ha mostrato il telegramma di Cadorna e mi ha informato 1le sue pratiche presso Nivelle Painlevé perchè censura non lasci pubblica.re apprezzamenti consigli circa operazioni militari italiane. Nello stesso senso ha parlato ieri a questo Ministero degli Affari Esteri dove mi hanno promesso dar ordini in tal senso alla censura, pure osservando che stampa francese non aveva fatto che seguire esempio stampa italiana.

Stamane apprendo che censura ha ~icevuto ordini secondo promessa.

834

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1087/183. Atene, 26 aprile 1917, ore 16,20 (per. ore 0,35 del 27).

Alle investigazioni fatte presso il Governo inglese e francese per sapere che condizioni si sarebbero .potute fare ad un Gabinetto Zaimis, viene risposto col silenzio. Ma la stampa di Parigi e Atene al soldo di questo Ministro di Francia grida che non è Zaimis che deve porre condizioni all'Intesa ma l'Intesa a Zaimis ed accenna a nuove esigenze da affacciarsi qui come il ·confinamento in un'isola di almeno una trentina di individui che secondo questi agenti frances.i continuano propaganda tedesca.

Ciò dimostra chiaro che l'Inghilterra e :soprattutto la Francia non vogliono più trattative qui per una ·conciliazione, ciò che del resto è risultato ben chiaro al convegno di San Giovanni [di Moriana] dal linguaggio di Ribot.

Si attribuisce a Re Costantino, non so con quale fondamento, l'intenzione di chiedere alle Potenze alleate il permesso di lasciare Grecia recandosi in Svizzera e lasciando la reggenza al Principe Ereditario. Ciò sarebbe l'avviamento all'abdicazione che il Re Costantino ormai pare vogliasi imporre. Al Principe Giorgio non sarebbe poi del tutto preclusa la via di una riconciliazione con Venizelos. Ma i francesi che vogliono per Sarrail la gloriosa conquista della Grecia disarmata coll'inganno, non permetteranno, credo, una soluzione relativamente pacifica.

(l) Numerazione dell'ambasciata. Probabilmente si riferisce al documento n. 827.

835

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1085/196. Londra, 26 aprile 1917, ore 22 (per. ore 2 del 27 ).

Telegramma di V. E. Gab. 623 (1).

Parlerò domani a Cecil nel senso prescrittomi. Mi importa però ad ogni buon fine chiarire per quanto ,concerne me che io non ho mai annunziato qui che il contingente nostra operazione Palestina poteva ascendere a 6000 uomini,

V. E. avendo col suo telegramma Gab. 406 (2) reso edotto • per esclusiva mia notizia • che avremmo potuto concorrere con circa 5000 uomini.

836

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1089/198. Londra, 26 aprile 1917, ore 22 (per. ore 2,40 del 27).

Telegramma di V. E. n. 618 (3).

Oggi stesso ho fatto a Hardinge comunicazione in termini prescritti a conferma quella di avantieri a Graham. Segretario di Stato come al solito mi ha pregato dar.gli !Promemoria. Non mi parve possibile rifiutarlo. Ho rilevato però che comunkazione doveva intendersi come verbale. Ho pu~e. giusta ordini di

V. E., la,sciato intendere che eventuale futura conversazione dovrebbe aver luogo al pari delle precedenti a Roma pel tramite di Rodd.

837

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1460/227. Parigi, 26 aprile 1917, ore 13,30.

Telegramma di V. E. 569 (4).

È venuto stamane da me Comandante Stefanic. Egli mi ha parlato a lungo delle condizioni della Russia e della questione Jugoslavi. A questo riguardo egli vorrebbe poter conferire con V. E. e sarebbe lieto se con il ,pretesto di vedere pdgionieri tedeschi (sic) potesse venire in Italia per qualche giorno. Mi ha pregato di telegrafare ciò a V. E. che egli dice sapere già essere stato informato da Carlotti. Maggiore Stefanic resta in Europa pochi giorni e quindi se

V. E. ·crede vederlo sarebbe necessario telegrafarmelo d'urgenza.

(l) -Cfr. n. 832. (2) -Cfr. n. 514. (3) -Cfr. n. 818. (4) -Numerazione dell'ambasciata.
838

IL MINISTRO A BANGKOK, MANACORDA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1478/5. Bangkok, 27 aprile 1917, ore 18 (per. ore 4 del 28).

Mio rapporto 15 (1). Ministro Plenipotenziario Russia prega comunicare sua proposta che riassumo. Situazione essere cambiata dopo ingre.s1so guerra America; questa essere lotta umanità intera contro nemico; umanità interessata pertanto adesione Siam comunione Nazioni. Quale firmatario convenzione Aja, dover Siam partecipare lotta, altrimenti sarebbe escluso beneficio eventuale vittoria: urge pertanto persuadere questo Governo agire. Parere Ministro Inghilterra e mio contrari qualunque pressione o persuasione, di cui risultato inevitabile, in caso riuscita, sarebbe richiesta siamese ·compensi doganali o altri, mentre vantaggi 'pratici sarebbero minimi. Preferibile lasciare questo Governo piena libertà azione. Ministro Francia, che era in Febbraio nostro parere,

t

ora si associa al russo, assecondando forse anche intrighi Corte contro Ministro Inghilterra. Prego telegrafarmi istruzioni.

839

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1103/189. Pietrogrado, 27 aprile 1917 (per. ore 0,20 del 30) (2).

Conversando con me e con Buchanan il Ministro Thomas ha detto come sua personale opinione che qualora la Russia abbandonasse l'idea o non fos1se in grado miHtarmente di dar seguito all'impresa di Costantinopoli, converrebbe esaminare l'eventualità di internazionalizzare Costantinopoli e gli Stretti. Nel se.guito della conversazione Thomas lasciò intravvedere il pensiero di un possibile compromesso ·coi Turchi e parlando dell'accessibilità del Gran Visir alle transazioni riferì la voce che questi sarebbe persino disposto a restituire Santa Sofia al culto cristiano (3).

840

IL MINISTRO PORTOGHESE A ROMA, LEAO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

NOTA VERBALE Roma, 27 aprile 1917.

J'ai l'honneur de porter à la haute connaissance de Votre Excellence qu'il vient de se constituer en Portugal un nouveau cabinet, composé de la manière suivante:

Présidence du Conseil et Ministre des F1inances -Monsieur Affonso Costa, Ministre de l'Intérieur -Monsieur Almeida Ribeiro, Ministre des Affaires Etrangères -Monsieur le Dr. Augusto Soares, Ministre de 1a Jusltice -Monsieur le Dr. Alexandre Braga, MiniJstre de il'Instruction -Monsieur le Dr. Bavbosa Magalhaes, Ministre des Travaux Publiques -Monsieur Herculano Galhardo, Ministre du Travail -Monsieur Lima Basto, Ministre de la Guerre -Monsieur Norton de Mattos, Ministre de la Marine -Monsieur Arantes Pedroso, Mi•nistre des Colonies -Monsieur Ernesto Vilhena.

(l) -Non pubblicato. (2) -11 tel., redatto il 27 aprile, fu trasmesso da Pietrogrado il 29 aprile, alle ore 12. (3) -Ritrasmesso a Parigi e Londra con T. Gab. 638 del 30 aprile.
841

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 428/112. Madrid, 27 aprile 1917.

Il partito riformista di cui è capo il deputato Melquiades Alvarez ha pubblicato ieri un manifesto in cui preconizza la necessità della rottura delle i"elazioni con la Germania.

Uno dei suoi redattori mi diceva poco fa che assai più che per la Spagna quel manifesto è stato redatto per l'estero, perchè si sappia che non tutti gli spagnuoli sono rassegnati alla neutralità ad ogni costo e disposti a tollerare tutte le violenze tedesche. Sotto questo punto di vista il manifesto va lodato e riuscirà efficace. Dal punto di vista interno invece è assai dubbio che ottenga l'effetto che si propone. In quel documento nel quale si riflette la impetuosità di sentimenti propria del capo dei riformisti, si ,commettono dal punto di vista interno alcuni erro:ri che sarebbe stato bene evitare. Anzitutto il conte di Romanones viene vivamente attaccato; atto imprudente poichè il partito .rifarmista non è che l'ala sinistra del partito liberale, nulla può senza di questo ed è cattivo consiglio palesare e approfondire il dissidio nel seno del padito. In secondo luogo si afferma con troppa precisione l'intenzione dei firmatari di rompere ·Con la Germania; dò gioverà ai germanofili i quali fanno la loro campagna presentandosi come i soli difensori della pace e accusando i loro avversari di volere scatenare sulla Spagna gli orrori della guerra. Con questo spauracchio essi ottengono che l'opinione pubblica tolleri tutti i soprusi, così micidiali agli interessi della Spagna, della guerra sottomarina. La difesa contro questa arma insidiosa consiste appunto nel provare che gli amici dell'Intesa sono !ungi dal voler trascinare la Spagna alla guerra, ma chiedono soltanto che essa faccia rispettare la sua neutralità. I riformisti chiedendo senz'altro la rottura con la Germania fanno quindi buon gioco ai gevmanofili. Infine è imprudente l'allusione assai diafana che si fa alla Corona nella chiusa del manifesto. È vero che i rlformisti sono in massima parte dei • ralliés » ma appunto perciò l'arma onde si valgono contro di loro gli elementi reazionari è di dubitare sempre della sincerità della loro conversione. E nell'ultimo periodo del manifesto essi infatti si atteggiano a monarchici con riserva. Assai più savio ed abHe è quindi il manifesto del ·Conte di Romanones, che pur parlando chiaro sulla sorte che attenderebbe la Spagna se continuerà nella sua attitudine di passività assoluta,

evita gli argomenti troppo spinosi ed invoca non già la guerra né la rottura immediata delle relazioni, ma una ne:utralità dignitosa, ferma ed energica tutrice dei diritti e degli interessi della Spagna. È chiaro che a capo di questa politica se :seriamente praticata, si troverebbe la rottura, ma questa non viene presentata come un programma di immediata esecuzione e non sgomenta cosi come non mancherà di fare il manifesto dei riformisti, tutti coloro, e sono in Spagna l'immensa maggioranza, che temono la guerra.

Più avveduti furono gli autori del manifesto nello esporre le conseguenze della neutralità ad ogni costo e l'isolamento e le mortificazioni ·che quella poliHca può preparare al paese. È questo il punto più .spinoso del ,problema ·Che sta d'innanzi alla S.pagna e l'argomento principale in favore della tesi dei riformisti. Se ne rendono conto tutti coloro che hanno una qualche .visione ohiara dell'avvenire, fra i quali non posso non comprendere quegli stessi ministri che hanno recentemente assunto il potere in nome della neutralità.

842

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI!, SONNINO

R. 01650/561. Parigi, 27 aprile 1917,

Qui accluso trasmetto copia di un articolo (l) pubblicato nell'Oeuvre di ieri propugnando una pace separata ·con l'Austria.

Se :per il giornale che ha pubblicato quest'articolo, se per il suo autore (sarebbe ·certo Flrish de Felsh già addetto onorario di Legazione) l'articolo stesso non ha una grande importanza, è però degno di nota .che la censura lasci pubblica·re simili cose.

Ho creduto non inutile di fare notave ciò al Signor Cambon, il quale riconosceva quanto fosse inopportuno quell'articolo che, egli mi affermava essere completamente contrario alle idee del Governo francese: deplorava la indulgenza della censura della quale Briand aveva forse abusato mentre ora si eccedeva in senso opposto: .concludeva promettendomi che si sarebbe provveduto per evitare il ripetersi di •simili inconvenienti.

843

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. RR. 01668/572. Parigi, 27 aprile 1917.

Il Maggiore Stefanic, del quale ho telegrafato ieri (n. 228) (2), mi ha parlato in termini che sarebbero :realmente confortanti sulle condizioni interne della Russia.

Secondo lui la fiducia degli alleati per una possibile offensiva russa non dovrebbe essere scossa in seguito ai recenti avvenimenti.

Egli ddce che la Russia ha mobilizzato dodici milioni d'uomini, ma in realtà ne ha potuto armare soltanto poco più di due milioni o due milioni e mezzo. Le diserzioni sarebbero state numerose fra. quei soldati che non avevano potuto essere utilizzati e che comprendevano di essere stati tolti dai lavori dei campi non :per esigenze militari ma semplicemente per creare disagio nel paese. Sempre secondo il Maggiore Stefanic pochi sarebbero i disertori dal fronte e quivi le ,cose potrebbero procedere meglio di prima, giacché non vi sarebbe ,più pericolo del sabotaggio al quale si devono attrtbuire gli incompleti successi e l'in&zia che è stata deplorata.

Anche per la diminuzione del lavoro nelle officine non vi è da temere; il Maggiore afferma che malgrado l'abbandono delle officine da parte di un certo numero di operai, specialmente a Pietrogrado, la produzione totale in Russia non è ora inferiore a quella che era precedentemente alla rivoluzione e ciò sempre perchè è adesso cessato il sabotaggio sistematico di prima. La ferrovia Pietrogrado-Romanow sarebbe poi un vero bluff. Il viaggio richiede ora da sette a qu~ndici giorni e siccome le rotaie furono sempli-cemente ,posate sul terreno paludoso, appena comincierà il disgelo la linea sarà a'ssolutamente impraticabile: perciò deve prevedersi che dal disgelo all'apertura del porto di Arkangel la Russria sarà isolata.

Queste informazioni sono troppo ottimistiche perchè non ispirino il timore che rispondano più ai desideri del mio interlocutore che alla realtà. Ma il fatto che il Marchese Carlotti si è es:pres,so in modo favorevole sul conto del Mag,giore Stefanic e la circostanza che egli ha percorso tutto il fronte russo e vi ha soggiornato, danno a queste notizie non poco valore e non ho perciò creduto potermd astenere dal riferirle all'E. V.

Molto interessante è quanto il Maggiore Stefanic si propone dire a V. E. a ~proposito degli jugo-slavi, se Ella vorrà riceverlo, cosa che io auguro giacchè credo -come ebbi l'onore di riferire col mio rapporto n. 458 del 7 corrente (l) occorra che il R. Governo decida cosa vuole e quale linea dd condotta gli convenga 'seguire per raggiungere lo scopo che vorrà prefiggersL

Lo Stefanic, pur professandosi un fervente patriota slavo, si dimostra molto simpatizzante per noi, giacché egli dice credere che all'avvenire degli slavi è necessario essere in buoni termini coll'Italia e perché italiani e slavi hanno interessi comuni.

Secondo lui è interesse dell'Italia e delle popolazioni slave la distruzione dell'attuale stato austriaco. Se l'Austria dovesse restare più o meno quale è, sia pur diminuita dii Trieste e del Trentino, l'Italia avrebbe mancato lo scopo della sua guerra, e glti slavi resteranno sotto il giogo austriaco.

L'Italia avrebbe mancato lo scopo della sua guerra che non deve essere soltanto quello di avere Trento e Trieste, ma anche quello di sottrarsi al ;predominio germanico. Se l'Italia si fosse unita agli Imperi Centrali la gue['ra sarebbe finita in pochi mesi e l'Italia avrebbe avuto Trento, forse Trieste e

molto di più sulle spoglie dei vinti. Ma l'Italia ha voluto non solo i territori irredenti, ma anche la sicurezza delle sue frontiere e la propria indipendenza del predominio germanico minacciante. Per raggiungere questo scopo è indispensabile l'attuale Impero austriaco sia sctsso.

Ciò è pure indispensabile, perchè abbiano vita nazionale le popolazioni slave ora suddite austriache. Ciò è utile alla F1rancia ed all'Inghilterra, giacchè l'Austria è, e non potrà a meno di essere, il più valido sostegno della Germania.

Gli slavi, convinti di ciò, devono quindi riconoscere all'Italia il diritto di as.sicurarsi sulle coste dell'Adriatico quanto è necessario perchè questo mare diventi in realtà un mare italiano, giacché ciò è indiJSpensahile all'Italia. Questa d'altra parte non ostacoli ed anzi favorisca il ~costituirsi di Stati ,slavi i quaLi faeciano argine alla Germania, alla Russia ed all'Ungheria.

L'Italia ha bisogno di earbone. Se essa non vuol dipendere dalla Germania, data la non lontana scarsità del ·carbone inglese, si intenda con la Boemia, la quale .può fornirglielo senza ·che vi sia pericolo di un'invadenza boema nelle cose italiane, mentre l'Italia può assicurare alle merci boeme buone condizioni per raggiungere il mare.

L'Italia dovrebbe favorire la indipendenza dei croati dell'Austria, ma siccome i ·croati da soli sarebbero troppo poco forti per resistere alla pressione dei ma,giari che tendono all'Adriatico, sarebbe interesse stesso dell'Italia di favorire la loro unione alla Serbia.

Questa nazione potrebbe costituire un pericolo per l'Italia data la stretta unione che -specialmente per vincoli religiosi -esiste fra Serbia e Russia. Aggiungendo alla popolaz,ione ortodossa della Serbia alcuni milioni di croati cattolici, il nuovo stato non propenderebbe verso la Russia ed il ristabilito equilibrio g,ioverebbe all'Italia.

Questo ,programma che ho qui riassunto può o no essere ammissibile, ma dovrebbe essere discusso e rientra in una delle soluzioni alle quali ho appena accennato nel mio rapporto precitato del 7 corrente.

Senza entrare nel merito di queste proposte io credo dover segnalare uno dei vantaggi che vi sarebbero qualora i nostri interessi non si opponessero a prenderle in considerazione. Questo vantaggio consisterebbe nel toglierei dalla sgradevole attitudine di avversari a qualsiasi aspirazione delle popolazioni slave. Questa parte ci fanno specialmente rappresentare i nostri avversari, sia perehè essi aspi>rino a territori ·che noi crediamo ci spettino, sia perchè essi siano segreti agenti dell'Austria. Se -come assicura Stefanic -molti jugoslavi sottoscriverebbero volentieri a simile programma e se questo fosse conciliabile coi nostri interessi, adottandolo 'risolutamente avremmo il vantaggio di far cessare la opposizione ·che contro noi si va sempre più accentuando in Francia, credo in Inghilterra, certamente in America. Il discorso tenuto da questo Ambasciatore degli Stati Uniti a una deputazione jugo-slava (a proposito del quale riferirò in questi giorni con altro mio rapporto) è una prova dei sentimenti che divengono ogni giorno più benevoli per i nostri avversari.

Il pericolo di sgradevoli conseguenze che possono derivare per noi dalle simpatie di cui godono gli jugoslavi è indubbiamente aumentato con l'intervento degli Stati Uniti nella presente guerra. Il nuovo belligerante non è legato dalaccordo di Londra e gli altri alleati saranno felici di potere, il giorno in cui si di,scutesse delle sorti della Dalmazia, avere una scusa per non mantenere un impegno che è S'gradito ad una grande maggioranza del pubblico francese e forse anche degli inglesi.

Quando Francia ed Inghilterra si obbligarono con noi ad una divisione della DaLmazia ,che rappresenta il minimo delle nostre aspirazioni, avevano bisogno del nostro intervento e badarono, meno di quanto non faranno al momento della pace, alle simpatie della pubblica opinione ,per o contro gli jugo-slavi. D'altra parte devesi riconoscere che il lavoro abilmente compiuto dagli jugoslavi e dai ser1bi ha 'portato i suoi frutti. Il discorso tenuto dal Signnr Hardinge col nostro Ambasdatore a Londra e da questi riferito col telegramma Gab.

n. 181 (1), è un indizio delle opinioni attualmente dominanti fra i nostri alleati.

Le proposte dello Stefanic potranno o no essere accolte da noi. Su ciò l'E. V. giudkherà, ma è -io credo -indispensabile stabilire ciò che si vuole e come si intende xaggiungere ciò che si vuole.

Mi sono permesso cogliere l'occasione presente per ripetere quanto già scrivevo nel mio rapporto n. 458, del 7 (2), corrente perchè credo che una decisione sia ormai urgente se non vogliamo prrepararci sgradevoli sorprese.

(l) -Non si pubblica. (2) -Non pubblicato, ma cfr. n. 837.

(l) Cfr. n. 672.

844

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 848/227. Berna, 27 aprile 1917.

Sul ,conto del Signor Pas,sarof, il quale è recentemente succeduto al Signor Radeff (mio telegramma n. 178) (3) ne1la qualità di Ministro di Bulgaria presso la Confederazione Elvetica, ricevo da autorevole fonte serba le informazioni che, qui a1ppresso, testualmente riproduco: • Passaroff a été jugé, ensuite préfet à Varna, où il a pour de J'a,rgent pris part à la ,conversion des jeunes filles du " Lycée " de cette ville au catholicisme. Il a été aussi député. Après avoir appartenu à des différents groupes parlamentaires, il s'est relié à Radoslavoff, qui l'a fait nommer secrétaire général au Ministèxe des Affaires Etrangères et ensuite Ministre à Athènes. Les bulgares memes le considèrent sans scrupules, sans culture, chauviniste à l'ex:treme •.

Circa il Passaroff ritengo del resto che il R. Ministro in Atene sarà in grado di fornire all'E. V. le più esaurienti informazioni. Sarei anzi grato a V. E. se, per mia norma, volesse compiacersi farmi ,conoscere le notizie che i1l Conte Bosdari avesse creduto di riferire in passato sulla personalità di questo nuovo Ministro di Bulgaria.

(l) -Cfr. n. 757. (2) -Cfr. n. 672. (3) -Non pubblicato.
845

IL MINISTRO A GUATEMALA, NOTARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1483. Guatemala, ... aprile 1917 (per. ore 9,50 del 28).

Og~i Guatemala ruppe relazioni con Germania.

846

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 631. Roma, 28 aprile 1917, ore 20,30.

Questo Ambasciatore di Russia mi comunicava riservamente che Miliukoff si mostrava sorpreso ·che a Folkestone e S. Giovanni di Mariana si fossero tenuti ·convegni tra i Governi alleati senza avvertirne il Governo Russo; convegni in cui si sarebbero discusse questioni di carattere generale, dandone notizia alla Russia soltanto a cose fatte; questi metodi potevano ingenerare sospetti e diffidenze, e andavano evitati per l'avvenire. Oggi .si stanno trattando dall'Inghilterra e dalla Francia con gli Stati Uniti d'America questioni che interessano tutti gli alleati. Ho risposto che dei negoziati o ac·cordi dii Folkestone non sapevo nulla; che al convegno di San Giovanni di Moriana fui invitato tre giorni prima, e senza sapere di .che cosa si dovesse trattare ·che del resto non si era discusso ·che di quelle questioni di cui era stata subito data comunicazione a Miliukoff e subordinatamente sempre al consenso del Governo Russo rper quanto potesse riguardarlo; che per le questioni ·Che ·riguardassero gli scopi generali ·e comuni dell'alleanza ero in massima dell'opinione di Miliukoff che si dovessero intavolare fin dal principio col consenso comune degli alleati pur osservando che ciò non si era fatto in 1passato al riguardo nostro pe•r quanto concerneva gli accordi sul prossimo Oriente. Quanto ad accordi di carattere generale ·con gli Stati Uniti di America non ne sapevo nulla; noi diiscutevamo per conto nost•ro a Washington soltanto di questioni di prestiti e di tonnellaggio (1).

847

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 632. Roma, 28 aprile 1917, ore 21.

Giornali ricevono seguente notizia: • Echo de Paris pubblica una nota di carattere ufficioso in cui è detto ·che tutti i governi alleati in pieno accordo fra di loro preparano imminenti sanzioni contro Re Costantino •.

(li Rnrasmesso a Parigi, Londra. Pietrogrado, Washington con T. Gab. 731 del 19 maggio.Cfr. il telegramma di Miliukoff ai rappresentanti russi presso l'Intesa in Aujtei!. der as. Tiirkei,

n. 291, del 26 aprile, riportato tradotto in ToscANO, op. cit. p. 300. Ed. in SoNNINO, Diario, III, cit., pp. 121-122.

Rammento che era stato stabilito mantenere il segreto sugli accordi di

S. Giovanni di Moriana. Prego poi V. E. far osservare a codes,to Governo che accordi di S. Giovanni di Moriana hanno valore se sono accolti in complesso, né l'uno tiene se non tenga l'altro, e :più esplicitamente noi riserbiamo nostra libertà per Grecia se non viene sanzionato quanto fu accettato dei nostri desideri per Asia Minore.

848

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CONSOLE A GEDDA, BERNABEI

T. 568. Roma, 28 aprile 1917, ore 23.

Suo telegramma n. 45 (1).

Missione musulmana delle nostre quattro colonie si riunirà prossimamente a Suez donde si recherà Gedda sulla R. Nave • Calaibria •. Arrivo avrà luogo preSUJmibi1mente entro Maggio. Invio 1per posta istruzioni che V. E. dovrà comunicare Mtssione circa questioni che ci interessa di chiarire o risolvere per protezione pellegrini colonie italiane ai luoghi santi. Tali istruzioni comprendono:

l") presentazione al Re dell'Egiaz e offerta doni che missione porterà esso;

2") visita ed accertamento sudditi italiani a Mecca;

3") protezione pellegrini;

4") ricovero pellegrini;

5") organizzazione servizi igiene e sanitari;

6") questioni commerciali;

7") acquisto libri arahi;

8") indicazioni circa confraternite che interessano nostre colonie e specialmente circa Senussi.

849

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1101/200. Londra, 28 aprile 1917, ore 21,50 (per. ore 2,45 del 29).

Nel colloquio odierno con Ceci!, col quale non potei conferire ieri, ho :parlato nel senso del telegramma di V. E. Gabinetto 623 (2), del quale gli diedi lettura insistendo sulla questione fondamentale di principio ossia l'inammissibilità di !SUbordinare a condizioni l'esecuzione delle disposizioni trattate. Gecil ha risposto ~che avrebbe riferito al Gabinetto di Guerra le obiezioni di V. E. Però orima di procedere a ulteriori discussioni ha osservato ,sembrargli opportuno

attendere che V. E. abbia preso inte~almente conoscenza della motivata comu

nicazione che Rodd ebbe istruzioni di farle sull'argomento. In tesi generale ha

poi aggiunto sembra·rgli equo che tengasi da .parte nostra debito conto del grande

valore ed estensione della zona attribuitaci, della importanza specialmente della

cessione di Smirne, delle critiche che essa può verosimilmente sollevare qui,

causa la congerie anticamente preesistente degli interessi britannici e della

conseguente necessJtà in cui trovasi il Governo per giustificare con validi argo

menti la sua decisione davanti al Parlamento.

Ho risposto che Smirne era parte indispensabile della zona spettanteci in

conformità alla lettera ed allo spirito dell'art. 9. Circa nostra offerta di 6000

uomini Palestina Cedi ha detto trattarsi di questione d'indole militare da esél. minarsi dal Generale Robertson.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 832.
850

IL MINISTRO A GUATEMALA, NOTAR!, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 454173. Guatemala, 28 aprile 1917.

Ho l'onore di riferire che ieri ricevetti da questo Ministro degli Affari Esteri la comunkazione che con Decreto P·residenziale dello stesso giorno si erano dichiarate rotte le relazioni ddplomatiche :lira la R€•pubbHca di Guatemala e l'Impero Tedesco. Trascrivo la nota rimessami:

• Cumplo con el deber de informar a Vuestra Excelencia, y por .su digno medio al ilustrado Gobierno que representa, que el Seiior Presidente de la Republica, en Consejo de Ministros, emiti6 el dia de hoy el Decreto N. 727, por el cual se cortan las relaciones diplomatkas existentes entre el Gobierno de la Republica y el Imperial Aleman, por los motivos que en el mismo documento se expresan. -Aprovecho esta oportunidad para reiterar a Vuestra Excelencia las seguridades de mi mas alta y distinguida consideraci6n •.

Immediatamente telegrafai a codesto Ministero in questi termini: • Oggi

Guaterrw.la ruprpe relazioni con Germania •.

Unisco un ritaglio del giornale El Nacional di oggi che riporta detto De

creto Presidenziale, in cui :

Considerando ·Che in data del 7 marzo del corrente anno il Governo di Gua

temala avanzò formale protesta avanti il Governo Imperiale Tedesco per la

violazione del Di•ritto delle Genti ·Colle misure adottate dall'AmmLragliato Te

desco per proseguire la ·campagna dei sottomarini nell'attuale guerTa europea;

quali mi:sure furono ufficialmente comunkate il 9 febbraio 1917;

Considerando ·che di detta ,protesta non fu fatto caso ,per la eessazione delle

menzionate misure, e né il Governo Lmperiale né il suo Rappresentante Diplo

matico in Guatemala ebbero il riguardo di darvi una visposta;

Considerando che con •simile modo di agire si disconoscono i diritti e gl'interessi dei guatemales•i, che il Governo ha il sacro obbligo di proteggere e difendere,

E ·Che per tal motivo è necessario prendere misure ·Che pongano in salvo la dignità e il decoro del paese, e prevengano ulteriori e positivi mali,

Il Consiglio dei Ministri, usando delle facoltà di ·cui è investito, decreta:

Art. l •. Da oggi rimangono rotte le relazioni diplomatiche che esistevano col Governo Imperiale Tedesco.

Art. 2". Consegnare i passaporti all'Ecc;mo Signor Dr. Curt Lehmann, Inviato Straordinartio e Ministro Plenipotenziario di Gertmania in Guatemala, e a tutte le pevsone che compongono .la sua famiglia e H suo seguito, fissando il termine di otto giomi affinché lascino il territorio nazionale. Allo stesso tempo si ordinerà al Sr. Dr. Manuel Arroyo, Rappresentante Diplomatico guatemalese in Gertmania, che chieda al Governo Lmperiale il suo passaporto e abbandoni detto paese nel più breve tempo possi'bile.

Art. 3". Annullare gli exequatur ai Consoli di Gevmania accreditati in Guatemala e ritirare le patenti ai Consoli Nazionali che esertcitano le loro funzioni in quell'Impero... Il Decreto porta la data del 27 aprile 1917 e le firme del Presidente della Repubblica e di tutti sei i Ministri.

L'Assemblea Nazionale Legislativa, approvando con decreto dello stesso giorno la misura adottata dal Potere Esecutivo, ha dichiarato che essa si riferisce al Governo limperiale Tedesco e non al popolo di questa c rispettabile Nazione, degno di ogni sorta di considerazioni e ·che, per mezzo d'una laboriosa colonia, è vincolato a Guatemala ·con stretti nodi, non solo d'interessi, ma di affetto e di famiglia •.

851

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 635. Roma, 29 aprile 1917, ore 20,30.

(Meno Londra) Ho teleg~afato al R. Ambasciatore a Londra quanto segue: (Per tutti) Rodd mi comunicava il seguente telegramma dal Foreign Office: c Il Gabinetto di guerra ha esaminato le richieste avanzate dal Governo italiano in base all'art. 9 del trattato del 26 aprile 1915 per una equa porzione di territorii nella regione del Mediterraneo contigua alla provincia di Adalia nel ·caso di completa o •parziale spartizione dei territori della Tu11chia asiatica.

Benchè la spartizione di queste regioni sia uno dei fini degli Alleati in questa guerra, ciò è ancora lungi dal realizzarsi. Tuttavia .subordinatamente al conseDISo del Governo russo il Gabinetto di guerra accetta .condi2liona1mente che vengano attribuite all'Italia le zone di occupazione e di interessi quali furono stabilite nella Conferenza tenuta il 19 aprile a S. Giovanni di Moviana e indicato nella carta geografica.

Il Gabinetto di guerra subordina anche il proprio consenso per l'eventuale cessione di SmiTne al fatto ·che il porto dovrà essere libero.

È rimasto dal Gabinetto di guerra che se, al tempo in cui sarà stipulata la pace, il possesso totale e parziale dei territori contemplati negli accordi intervenuti fra Gran Bretagna, Francia, Russia e Italia per ciò che riguarda la ripartizione di parte dell'Impero Ottomano, non potesse essere interamente accordato a una o più di queste Potenze interessate, esso 1sarà di nuovo preso in equa considerazione in relazione agli sforzi fatti da ciascuna delle Potenze. Il Gabinetto di guerra desidera tuttavia mettere in chiaro con il Governo italiano che l'attribuzione all'Italia di così vasti territori dell'Impero ottomano può difficilmente giustificars:. con gli sforzi fatti sinora dall'Italia nella guerra in paragone dei sacrifici già fatti dalla Gran Brettagna, Francia e Russia specialmente nella lotta con la Turchia in cui nessuna forza italiana fino ad ora ha preso parte.

Mentre una considerevole forza navale militare francese cooperava con la flotta e con le truppe inglesi negli attacchi ai Dardanelli, la Gran Brettagna per la durata degli ultimi due anni e mezzo mantenne una forza di più d\ tremila uomini nelle operazioni intraprese contro la Turchia ai confini dell'Egitto ed in Mesopotamia, mentre la Russia nello stesso periodo di tempo condusse una vittoriosa campagna nell'Asia Minore orientale e inflisse alla Turchia serie perdite di territori, uomini e materiali.

L'esaurimento della Turchia che 1solo può 'rendere possibile una spartizione qual'è quella contemplata ora, se potrà realizzarsi sarà principalmente dovuta agli sforzi degli Alleati ai quali l'Italia non ha preso .parte. In questa condizione di cose il Gabinetto di guerra fa vive premure al Governo italiano affinchè facda un maggiore sforzo affine di cooperare con gli Alleati contro il comune nemico ed è sicuro che esso intenderà che il realizzarsi delle aspirazioni italiane nell'Asia Minore deve essere subordinato al fatto che questo sforzo si effettui ».

Ho risposto :

l" -Che avrei esaminata la carta ora 'proposta, che Imperiali telegrafava avermi spedita. La dovevo supporre ·conforme a quella mostrataci a St. Jean da Lloyd George, con in più le due correzioni da me allora suggerite: cioè a) che tutto intero il vilayet di Smirne fosse compreso nella zona di occupazione italiana e b) che ne facesse pure parte tutto quanto era già compreso nella pi'ima proposta fatta da Balfour alla riunione degli Ambasciatori a Londra.

2" -Quanto alla domanda che Smirne restasse porto franco, l'avrei sottoposta al R. Governo, con mio parere favorevole.

3o -Che mentre ripetevo ancora una volta la pm ampia dichiarazione a nome del R. Governo di volere strenuamente proseguire la guerra fino in fondo di pieno accordo con gli Alleati, impegnandovi ogni massimo sforzo del Paese nell'interesse della causa comune e ciò sopra ogni fronte dove d fosse possibile, non potevo d'altra parte assolutamente accettare che l'assegnazione all'Italia dei territori d'occupazione o di influenza nell'Asia Minore fosse condizionata in alcun modo al preciso impiego di forze in Turchia o che nell'ipo

23 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VII

tesi che al momento della pace quakhe porzione del tel'ritorio non potesse attribuirsi all'una o all'altra potenza, il riesame equitativo della ri,sultante situazione in ~confronto col reparto ora convenuto dovesse farsi partendosi dal criterio degli sforzi fatti da ·ciascuna delle Potenze e tanto meno da quello ristrettissimo degli sfo:rzi fatti entro i confini dell'Impero ottomano. Dovevo quindi escludere nettamente la propos,izione finale del War Cabinet oggi comunicatami, cioè ·che la realizzazione delle aspirazioni italiane nell'Asia Minore dovesse essere ·comunque condizionata ad uno sforzo di nuova e maggiore cooperazione italiana contro la Turchia. Facevo rilevare a Rodd che di simili condizioni quantitative e qualitative non vi era traccia negli accordi conclusi nel 1916 tra Francia, Inghilterra e Russia e che l'Italia non intendeva subire condiz,ioni differenziali e di non perfetta parità cogli altri.

4" -La conseguenza pratica delle proposte del Gabinetto di guerra inglese, se accettate, sarebbe che l'Italia dovrebbe al più presto ritirare da Salonicco il suo attuale contingente di 40 mila uomini, non aspirando essa a nessuna parte della Bulgaria, della Macedonia e trasportarla nell'Asia Minore. Tutto ciò non corrisponde davvero alla tesi del fronte unico.

Ero (pronto a rinnovare l'offerta già fatta di un concorso italiano di 5 o 6 mila uomini all'attuale .spedizione inglese contro la Palestina, concorso che per espressa volontà del '.governo inglese era stato ridotto a poche centinaia di militi come semplice rappresentanza della bandiera. Oggi non potevo impegnarmi a di più non ritenendo possibile il comando militare .senza grave pericolo per il Paese.

Secondo il testo proposto dallo stesso LloycJI George l'accordo convenuto a St. Jean riguardo l'ipotesi in esame suonava semplicemente come segue:

" Il est entendu que si à l'époque où la paix serait faite la possession totale ou partielle des territoires envisagés dans les accords conclus entre la France, la Grande Bretagne, l'Italie et la Russie, quant à l'attribution d'une partie de l'Empire Ottoman, ne pouvait pas etre accord'ée entièrement à une ou à plusieurs des dites Puissances, alors les intérets des Puissances en question seraient de nouveau pris équitablement en consideration "·

A questo accordo dovevamo attenerci senza nuovi criteri di reparto conformandoci allo :spirito e alla lettera dell'art. 9 della Convenzione di Londra. All'infuori di questi termini e con la ~sola eccezione del'la giunta del porto franco per Smirne, della quale riconoscevo la ragionevolezza in vista dei grandi interessi della navigazione mercantile inglese, non si poteva andare senza dover ritenere come nulli e non avvenuti tutti quanti gli accordi di St. Jean de Maurfenne nessuno eccettuato.

Urgeva venire ad una conclusione prima che si riapris.se la nostra Camera, poichè la ·continuazione della situazione attuale non era tollerabile e avrebbe reso insostenibile la posizione del Ministero in generale e quella mia in is:pecie (1).

Prego V. E. conformare a quanto precede suo linguaggio con codesto

Gove~·no.

l l) Ed. in SONNINO, Diario, Ili, cit., pp. 122-125.

852

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 642. Roma, 30 aprile 1917, ore 20,30.

Prego procurarsi e spedirmi una decina di copie della carta Turchia Asiatica, allegata al rapporto di V. E. 473, disegnata da Emery Walker. Non occorre siano segnate le diverse zone d'influenza.

853

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1510/119. Madrid, 30 aprile 1917, ore 15,30 (per. ore 20,40).

Discorso Maura ha dato occasione rassegna forze germanofili. Circa ventimila persone, molte venute dalle provincie, vi assistettero. Discorso segna un notevole raffreddamento delle simpatie che nei precedenti oratori... (l) aveva sembrato dimostrare all'Intesa. Non fu apertamente però neutralista ad ogni costo, ·e in .sostanza, assai più benevolo per Germania che per potenze occidentali. Pur riconoscendo ~mpossibilità per Spagna di porsi cont.ro Francia e Inghilterra ha affermato cessione Gibilterra e Tangeri condizione p.rel.Ìirninare ad ogni avvicinamento ad esse. Chiuse con una carica a fondo contro tutti i partiti e tutti gli uomini che governarono dal suo Ministero in poi. Nell'insieme, discorso, come spesso accade al Maura, fu confuso, contraddittorio, mancante di pratiche conclusioni, non chiarisce situazione e, malgrado abituale eloquenza, non rafforza personalità oratore.

854

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. 643. Roma, 30 aprile 1917, ore 21.

V. E. può comunicare a codesto Governo ·che Missione Italiana comprende

S.A.R. il Principe di Udine, Ministro Lavori Pubblici Arlotta, ex Ministri, Deputati Ciuffelli, Nitti, Senato.re Marconi e Marchese Borsarelli Sottosegretario di S.tato di questo Ministero. Partiranno al più presto. Telegraferò nuovamente.

(1) Gruppo indecifrato.

855

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1113/104. Parigi, 30 aprile l 917, ore 20,50

(per. o1·e 0,15 del l maggio).

Telegramma di V. E. n. 632 (1).

Ieri Ribot e Cambon assenti da Parigi. Soltanto oggi ho veduto Cambon che mi asskura che il Governo francese è completamente estraneo all'attitudine dei giornali. Avendo osservato che anche in Grecia le autorità francesi sembrano credere che il Governo sia già d'accordo e perciò desideravo assicurazione che Governo Francese considera gii accordi di San Giovanni legati fra loro e formanti un tutto individuale che deve essere accettato o no complessivamente, mi rispose che sono ~completamente d'accordo e che il Governo francese aspettava la risposta rus13a per rispondere.

Per maggiore sicurezza gli ho lasciato una Nota verbale nel senso del telegramma di V. E. (2).

856

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1118/193. Pietrogrado, 30 aprile 1917, ore 21,56

(per. ore 14,25 del l maggio).

Giusta informazione di cui Miliukoff non mi disse origine, il ben noto deputato al Reichstag, conte di Richtofen, ha annunziato ad alcuni suoi colleghi che il cinque maggio l'Imperatore Guglielmo emanerà un proclama in favore pace senza annessioni e senza contribuzioni e dichiarante che la Germania è pronta a ritirare le sue forze dalla cons,iderevole parte dei territori occupati sia ad occidente che ad oriente, tosto che le Potenze abbiano aderito alla riunione della conferenza per la pace (3).

857

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 647. Roma, l maggio 1917, ore 18.

Rapporto di V. E. n. 562 (4).

Notizia circa mio viaggio Londra non ha fondamento.

12) Ritrasmesso a Londra con T. Gab. 644 del l maggio. 13) Ritrasmcsso a Parigi e a Londra con T. Gab. 645 del l maggio. 14) Non pubblicato.

(l) Cfr. n. 847.

858

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SAL,VAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1119/105. Parigi, l maggio 1917, ore 20,40 (per. ore 23,50).

Mi si è fatto sapere indirettamente e in via ufficiosa che è dispiaciuto a questo Governo pubblicazioni fatte sulle cose trattate a S. Giovanni di Moriana dalla Idea Nazionale del 25-26, dalla T1·ibuna del 26, dal Corriere della Sem del 27. Credo che ciò mi abbiano fatto dke in relazione a mie analloghe lagnanze di ieri alle quali Cambon seppe tsolo rispondere deplorando che nei Governi parlamentari il segreto era difficile a tenersi.

Mi hanno parimente segnalato come inopportuno un a1rticolo recente del Mattino circa possibile pace separata.

859

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1128/201. Londra l maggio 1917, ore 22,50 (per. ore 4,10 del 2).

Ieri stesso appena ricevuto il telegramma di V. E. n. 635 (1), volli conferire con Ceci! prima della riunione del Gabinetto di guerra. Premesso che la ris,posta di V. E. a Rodd aveva a puntino confermato le previsioni da me manifestate, egli fin da mercoledì scorso, disse che le esaurienti dichiarazioni di V. E. rendevano superfluo qualsiasi mio commento. Desideravo comunque, a titolo personale, formU'lare due osservazioni in linea di fatto, presci:ndendo beninteso dalla obiezione fondamentale sulla que~tione di princi:nio ossia inammissibilità di condizionata adesione aHe nostre legittime domande in base al trattato:

l) non ritenevo possa esistere un Governo al mondo che, alla vigilia dell'inizio di importantissime operazioni militari ed in vis·ta della incerta e preoccupante situazione dell'esercito russo (la cui efficace colllaborazione costituì una delle basi eo•senziali degli accordi del 1915) .possa impunemente commettere l'insigne follia di passar oltre alle obiezioni del Comando Supremo (tesi favorita da Lloyd George) addensandosi di fronte al paese così insopportabile respon· sabilità;

2) che quando un Ministro degli Affari Esteri fa a nome del Governo dichiarazioni così enfatiche ed esplicite come quelle di V. E., ogni ulteriore insistenza diventa a dire poco asso,lutamente inopportuna e fuori di luogo.

Ceci! statomi attentamente ad ascoltare ritornò sull'argomento già addotto, della necessità cioè in cui si trova questo Governo di giushficare dinanzi alla opinione pubblica l'ampiezza ed importanza delle concessioni a noi fatte, eccedenti, a parere del Gabinetto di guerra, i limiti stabiliti dall'art. 3 con sacrificio di interessi britannici.

RiSJposi essere questo un apprezzamento che non potevo in alcun modo condividere io, fermamente persuaso invece che l'entità compLessiva deHe domande stesse era in perfet1ta conoscenza con lo spirito e la lettera del trattato. Ma volendo pur~e ammettere un qualche sacrificio di interessi non politici inglesi mi pareva incontestabile che il subordinare tali al postutto lievi concessioni ad inaccettabili conces1sioni equivaleva a togliere alle medesime qualsiasi pregio. All'accenno da me poi fatto (telegramma di V. E. Gabinetto n. 632) (l) al valore inscindibile degli accordi di S. Giovanni, obiettò Cecil quanto segue: all'infuori dell'abdicazione del Re che potrebbe forse essere utile al Gabinetto di guerra, per quanto lo concerne non è favorevole anzi recisamente contrario alle drastiche azioni militari contro la Grecia caldeggiate dai francesti.

Se ciò stante l'Italia, per facilitare il consenso della Francia alle sue domande per l'Asia Minore ha creduto di fare qualche conces1sione nel1la procedura eventuale verso la Grecia, la questione non concerne il Governo britannico. Da tale transazione risultavano sistemati bensì gli interessi italiani in Asia e soddisfatte 'le esigenze francesi per la Grecia ma «dove entra in tutto ciò il Governo britannico, e perché trovare strano che anche esso cerchi di tutelare i propri interessi con una modesta condizione, dopo così larghe conceSisioni fatte?».

Risposi parermi anzitutto, in base al resoconto della conferenza, che sugli affari di Grecia i Ministri francese e inglese si erano trovati in pieno accordo e che 'Pertanto era stata V. E. a dar prova di grande condiscendenza nel consentire per neutrale desiderio di mantenere l'intesa :lìra gli aLleati alla modificazione delle decisioni della conferenza di Roma. Per quanto poi concerneva l'Inghitlterra mi permettevo di osservare che es1sa dopo avere egregiamente sìstemato i suoi diretti interessi :politid ed economici mediante l'attribuzione assicuratasi della Mesopotamia e dei porti di Acri ,e Caifa, ~cavava a parer mio da questo generale accordo un altro tornaconto tutt'aUro che indifferente in quanto col porre l'Italia in grado di provvedere efficacemente al mantenimento futuro dell'equilibrio del Mediterraneo essa veniva a tutelare un vita,le interesse britannico. Facilitando inoltre di buona grazia in ossequio al ,t,rattato e pertanto 'senza impossibili condizioni la realizzazione delle essenziali eque aspirazioni nost,re essa otteneva l'altro importanHssimo vantaggio di consolidare a fatti e non a parole la vera intimità e cordialità delle relazioni con la tsola Potenza colla quale secondo ho senHto a sazietà ripetermi da varì eminenti uomini di Stato dei due partiti interessi britannici sono complessivamente convergenti e non divergenti. Alla fine del lungo colloquio, Cecil .senza pronunziarsi in merito, disse che avrebbe riferito colla mas,sima accuratezza le mie osservazioni al Gabinetto di guerra. Dal canto mio ,gli dissi ~che per dovere di correttezza e deferenza per1sonaie verso la sua persona io mi ero astenuto dal conferire direttamente col Primo Mini:s,tro, ma che in vista della mas,sima importanza ed enol'me urgenza de11a questione e per l'intensità premurosa mia personale di averla regolata una buona volta e senza perniciose ulteriori dilazioni, sarei stato ben lieto se L,loyd George ritenendolo opportuno esprimesse il desiderio di vedermi. Cecil mi ringraziò molto per la cortese deferenza che disse apprezzava molto aggiungendo che avrebbe di tutto informato il Primo Ministro.

(l) Cfr. n. 851.

(l) Cfr. n. 847.

860

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1126/202. Londra, 1 maggio 1917, are 22,25 (per. ore 4,40 del 2).

Circa osservazioni mosse ieri da Cedi in merito alla seconda parte telegramma di V. E. Gabinetto n. 632 (l) riferisco ,con telegramma odierno Gabinetto 201 (2). Circa la prima parte osservò il M1nistro che alle deplorate rivelazioni deil'Echo de Paris sul convegno di S. Giovanni di Mariana facevano riscontro altre rivelazioni compal'se nel Cm·riere della Sera sulle quali Rodid era stato incaricato di attirare l'attenzione di V. E.

Risposi ignoravo pubblicazioni italiane cui egili a[ludeva, avevo invece cons,tatato nella nostra stampa un risentimento per segreto cil'ca risultati convegno mantenuto in Italia in contrasto con accenni abbastanza di:ffiusi comparsi nella stampa francese.

861

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 1124/sN. Londra, l maggio (3) 1917, ore 18,10 (per. ore 22,40 del 2).

Mio telegramma n. 201 (4).

Una interruzione di Cecil nel corso del colloquio di ieri mi rivelò lo scopo recondito, da me confes.so non sospettato, che può avere determinato ·l'adesione ... (5) Gabinetto guerra alle nostre definitive domande per l'Asia Minore. All'osservazione mia drca l'impor:tanza massima della dichiarazione di V. E. a Rodd, replicò d'un tratto il Ministro che egli riconosceva pienamente tutto il valore di queHa dichiarazione fatta da V. E. ma che l'Italia avendo al pari dell'Inghilterra e della Francia un Governo parlamentare non era impossibile, in vista pure della segnalatagU agitazione ora serpeggiante nella nostra stam[Ja, un mUltamento di Governo a s'cadenza più o meno breve. In .tale eventualità potrebbe pur darsi che il nuovo Gabinetto la pensasse diversamente circa l'entità, l'intensità dello sforzo bellico. Risposi subito che non ammettevo neanche un momento solo il benché minimo dubbio suBa valida durata di una solenne dichiarazione impegnativa fatta a nome del Governo del Re dal mio Ministro degli Affari Esteri ad un Ambasciatore estero e ripetuta e confermata dall'Ambasciatore d'Italia. Così come in tre mutamenti di Governo in Inghilterra non mi era mai

fl) Cfr. n. 847.

!3) Sul registro dei telegrammi è erroneamente scritto aprile.

passato per la mente di dubitare che gli impegni assunti da un Governo britannico non sarebbero srtati fedelmente rispettati dal suo successore. Rispose Ceci! naturalmente né egli né nessuno del Gabinetto di guerra poneva menomamente in dubbio la fedele osservanza in qualunque eventualità degli impegni presi dal Governo italiano. In fatto d'intemificazione sforzo beULco tuttavia le vedute dell'eventuale nuovo Gabinetto italiano potrebbero fovse essere alquanto diverse da quelle del presente. E se ciò avvenisse, il Gabinetto di guerra assumerebbe la responsabilità di essersi impegnato sacrificando gli interessi britannici senza corrispettivi impegni da parte nostra. Replicai ·Che l'adesione del Governo britannico alle nostre domande altro non rappresenta se non l'esecuzioni' puntuale di impegni da esso contratti nel trattato e pertanto l'assetto non può essere subordinato ad altri ulteriori •corrispettivi. Gli ho detto vigorosamente essere questo un argomento estremamente delicato nel quale egli doveva bene comprendere io non volessi e non dovessi seguirlo e mi rifiutai perfino di recarlo a notizia di V. E. Soggiunsi poi a titolo d'osservazione mia meramente pevsonale che l'agitazione da lui segnalata nella nostra stampa e della quale io da lontano non ero in grado di valutare la portata e l'entità, mi appariva :provocata appunto dal fatto che la nostra opinione pubblica sentendo (?) col suo fine intuito non ancora definitivamente avvenuta la sistemazione di precipui interessi nazionali temes1se possano non essere stati adeguatamente tutelati e per inevitabile ripercussione ne muovesse per ora sommesso addebito al Governo e segnatamente alla responsabilità del Mini5tero degli Affari Esteri. Attuale mia impressione era quindi che il tanto sospirato annunzio od accenno preciso di un definitivo soddisfacente regolamento deHa questione dell'Asia Minore avrebbe molto probabilmente t.ranquillizzato il paese e per conseguenza subito poderosamente consolidata la posizione dell'attuale Gabinetto. Replicò Lord Robert Ceci! avere quanto a questo beninteso parlato con l'usata franchezza ma che questa parte della conversazione aveva naturalmente carattere soltanto di personale confidenza. V. E. avrà rilevato che in tutta la mia cor,rispondenza io per l'immutabile regola impostami mi sono sempre astenuto di frammis1chiare le questioni di politica estera con quelle di politica interna delle quali ritengo ovvio mio dovere tenermi scrupolosamente all'infuori. A tale regola ho per la prima volta derogato unicamente perché. nell'interesse generale della patria, ho ritenuto imprescindibile obbligo mio di metterla al corrente dell'intravveduto recondito pensiero di questo Governo e dell'apprensione qui sollevata da agitazione serpeggiante, a quanto pare, in Italia. Della presente occasione profitto per comunicarLe delle informazioni pervenute tutte da ineccepibile autorevolis,sima fonte e che mi proponevo, quando possibile, darLe verbalmente. H mancato invito a noi a partecipare l'anno scorso alle discussioni fra gli Alleati per Asia Minore fu determinato in parte dalla non dichiarata guerra alla Germania ma in grado principale da preoccupazioni vivissime qui allora sorte e per scopo del,la propria causa rinfocolate e ingrandite da Parigi, da Pietrogrado circa la precaria situazione del Gabinetto Salandra, l'incerta successione, le possibili modificazioni

dell'atteggiamento dell'Italia ecc. (1).

(2) Cfr. n. 859.

(4) Cfr. n. 859.

(5) Gruppo indecifrato.

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, II, cit., pp. 206-208.

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L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARL.OTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1131/190. Pietrogrado, l maggio 1917, ore 13 (per. ore 22,40 del 2).

Ai miei coLleghi di Inghilte~ra Francia ed a me Miliukoff ha fatto parte delle pressioni esercitate sopra di lui dal Consiglio degli operai e in genere delle associazioni democratiche affinché egli provochi dagli alleati la revisione degli accordi esistenti in vista di agevO'lare e aff,rettare la pace. Egli ha soggiunto che a tale tendenza resiste e continuava a resistere, ma che doveva pure considerare l'eventualità di essere messo alle strette e di dovere ,cedere per non compromettere la posizione e l'opera del governo. A questo proposito egli ha accennato ad un apprezzamento in senso favorevole aHa revisione che il ministro Thomas avrebbe pronunziato in seno ai cir·coli del Consiglio operai, ciò che rendeva ancora più difficile a [ui, Miliukoff, il pe11si<stere nella resistenza ai suggerimenti di quell'assemblea. L'Ambasciatore di Francia svolse le ragioni per le quali è contrario alla revisione. Gli accordi ... (l) se Russia si dispone alle rinunzie, padrona, ma ciò non implica la decadenza del,la benché minima parte dei suoi impegni verso gli alleati. A parte ciò, una revisione degli accordi in questo momento incoraggerebbe la Germania nelle ·sue pretese e nel<la sua lotta, mentre nulla impedisce che, se modificazioni debbono introdursi nei patti esistenti, esse abbiano luogo quando si starà per concludere la pace.

Può darsi che prima di quel tempo si risveglino e si organizzino le forze oggi assopite degli ... (l) cons·ci della missione storica e dei destini della Russia e riescano a fare prevalere le loro rivendicazioni nazionali. Paléologue non ha però nascosto che tali sue vedute non coincidevano completamente con quelle di Thomas e che anzi i due pareri sarebbero sottoposti al giudizio del Governo della repubblica. L'Ambasciatore d'Inghilterra si è limitato a dichiarare concisamente che egli era ·contrario al progetto di coloro ·che esercitavano pressioni su M.iliukoff in vista di ottenere rinunzie da parte degli AUeati, ma ammetteva invece che le circostanze comportassero un esame delle possibili modificazioni degli accordi.

Da parte mia osservai che in una questione di tanto momento conviene conoscerne i termini precisi innanzi di esprimere apprezzamenti sul suo merito. L'appello del Governo provvisorio (mio telegramma 276 dell'll aprile e mio rapporto 178 in pari data) (2) era stato interpretato dal Consiglio degli o;Jel·ai come un atto di rinunzia alla ,politica di annessione e come tale approvato, ma dalla ,sua forma stessa risultavano le rest,rizioni mentali con 1le quali esso accoglieva il principio anti-annes1sionista. Quel documento era ben più un compromesso che un programma: es,so non può pertanto illuminarci <sufficientemente sui reali propositi del Governo provvisorio che pur dovremmo conoscere esatta:nente prima di esaminare le proposte di revisione. È mia impressione che Miliukoff consapevole delle accuse di imperialismo che gli vengono mosse da una

parte del Consiglio degli operai, desideri di accedere pro-forma ai suo1 msistenti suggerimenti nella lusinga che gli Alleati, declinando o rinviando la proposta di revisione alleggeriscano alquanto .le responsabilità che ora gli vengono personalmente attribuite. Sarei grato a V. E. se voles·se frattanto impartirmi istruzioni in proposito (1).

(l) -Gruppi indecifrati (2) -Non pubblicati.
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IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 575/154. Cristiania, l maggio 1917.

Questo mio collega di Francia, che s'interessa in modo speciale all'atteggiamento del partito socialista norvegese riguardo alla Conferenza intemazionale sociaHsta che dovrebbe aver luogo a Stoccolma il 15 corrente, mi ha detto avere egli appreso che quello non invierà i suoi rapresentanti al Congresso, se -come sembra non vi irnterverranno i delegati dei partiti socialisti francese ed inglese.

Sino ad ora gli inviti ricevuti dai .compagni olandesi e svedesi non sarebbero valsi a rimuovere i socialisti norvegesi dal loro ·contegno astensionista, ma malgrado tutto non credo possa escludersi in modo assoluto che abbia ad occorrere un mutamento. Giova rammentare che il partito socialista norvegese, si è tenuto sempre in stretto contatto con i socialisti tedeschi e che tali raprporti non hanno subito alcuna alterazione durante la ·guerra.

Ciò :premesso, nel corso di una mia lunga conversazione odiel'na •con il Ministro degli Affari Esteri norvegese, ho domandato a questi che cosa rgli :risultava circa l'atteggiamento dei sociaUsti del suo Paese riguardo alla convocazione di Stoccolma. Il signo.r Ihlen mi ha confermato quanto già sapevo in proposito, ma si è affrettato ad aggiungermi che laddove quelli fossero per mutare d'avviso, il Governo non avrebbe alcrun modo per impedire che fosrsero posU in atto i loro propositi.

Al che ho creduto opportuno di replicare, sotto la forma di personale ed amichevole avviso, che dato il buon senso e l'equilibrio addimostrati dai norvegesi di tutti i partiti durante il conflitto europeo, .J'intervento dei socialisti norvegesi alla conferenza di Stoccolma apparirebbe come una dissonanza non profittevole alla buona .postura politica internazionale della Norvegia. E di seguito, che sebbene non è possibile di fare dei passi ufficiali per trattenere i socialisti norvegesi dall'inopportuno intervento, a lui e ad altri membri del Go·verno non mancherebbe mezzo, mediante amici influenti a loro comuni, di lasciare intendere a quelli come l'interesse generale del Paese richiedesse completa astensione da un avven~mento certo non ·considerato favorevolmente da parte della opinione pubblica dei Paesi Alleati. Gli ho altresì accennato alla buona impressione che un tale modo di agire farebbe presso di questi.

n mio interlocutore è parso rendersi conto della cosa e mi ha detto che, occorrendo, si adopererebbe nel senso da me accennato.

(l) Ritrasmesso a Londra. Pari~i e ,Pietr_ogrado con ~-Gab. 659 del 3 maggio recante l'aggiunta: " Ho risposto a Carloth: ' Cons1dero non Cl . c;onvenga .accedere. a _Pt"OP?,~te eventualmente presentate da codesto Governo per la rev1s10ne degh accord1 es1stenh ».

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. GAB. S. 648. Roma, 2 maggio 1917, ore 13,25.

Riservatissimo 1per Lei ·solo, decifri Ella ste's1sa.

Pregola affrettare il più possibile conclusione accordi per nostro prestito essendo opportuno che ciò sia avvenuto prima dell'arrivo della nostra missione agli Stati Uniti. Gradirò riscontro telegrafico.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIAL,I

T. GAB. 651. Roma, 2 maggio 1917, ore 19,30.

Prego V. E. telegrafarmi colla possibile sollecitudine la data degli accordi, intervenuti fra Inghilter.ra e Rus·sia in analogia a quelli intervenuti fra Francia a Russia con scambio di note in data 26 aprile 1916 circa Asia Minore. Con telegramma 420 Gab. del 4 novembre scorso al capoverso quattro V. E. riferisce un colloquio avuto con Grey a questo proposito. Gradirei conoscere possibilmente anche il contenuto dell'accordo anglo-russo.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 652. Roma, 2 maggio 1917, ore 20,30.

V. E. riceverà col corriere che parte da Roma domani due ,comunicazioni che si riferiscono al negoziato dell'Asia Minore, con relative ·cavtine ,che riproducono quella ·consegnata dal Foreign Office ad I~eriali e, poiché questa sembra lasciare dei dubbi, un'altra cartina fatta tracciare da me e comprendente più chiaramente le zone assegnateci in possesso ed in protettorato. La informo intanto che il confine tra zona italiana e francese ad ovest di Mersina, che

rimase a determinarsi, dovrebbe secondo il nostro desiderio seguire il confine amministrativo attuale tra i due sangiaccati di Mersina e di Itchili discendente al mare a circa mezza via tra Mersina e Seleké.

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 653. Roma, 2 maggio 1917, ore 21,30.

(Meno Parigi): Ho telegrafato al R. Ambasciatore a Parigi quanto segue:

(Per tutti) : Nel pomeriggio di venerdì 4 corrente, a Parigi, Lloyd George insieme ad altri personaggi britannici discuterà ·col Governo francese talune questioni politiche e militari. Sarà esaminata la questione greca e la situazione a SaloniC'co. In mancanza di un membro del Governo italiano, autorizzo, secondo la richiesta del Governo inglese, V. E. ad intervenire alla riunione e le comunico le seguenti istruzioni per sua norma di condotta e di linguaggio.

Per quanto concerne la Grecia ammettiamo misure di vera sicurezza militare. Escludiamo propagande repubblicane, e ogni partito preso di deposizione di Re Costantino e tanto meno di cambiamento di dinastia. Il Governo Regio mostra oggi serie intenzioni di dare le maggiori garanzie di benevola neutralità. Si possono chiedere garanzie personali nei dirigenti il Governo ed escludere ohi per i suoi precedenti dia luogo a sospetti o diffidenza. Escludiamo ogni misura che sappia di provocazione a disordini e violenze e che miri indirettamente a giustifkare una ingerenza nelle cose interne greche. Riteniamo che gli alleati debbano per parte loro attenersi lealmente alle dichiarazioni fatte dopo la conferenza di Roma. Nel controllo occor•re equiparare la situazione delle potenze alleate. Le comunicazioni al Governo greco e i reclami debbono essere fatti per il tramite dei quattro rappresentanti ad Atene e col loro consenso. Escludiamo ogni importazione di autorità Venizeliste dove finora era riconosciuta l'autorità del R. Governo; manteniamo l'impegno reciprocamente preso a San Giovanni di Moriana di non introdurre autorità Venizeliste a Corfù. Insomma il nostro programma è di non violentare in alcun modo la volontà chiara della maggioranza del popolo greco di restare neutrale nella guerra, pur prendendo le necessarie precauzioni prudenziali dal punto di vista militare; e di astenersi da ogni indebita ingerenza nelle lotte interne dei partiti; programma che si può riassumere nelle due parole: " Fair play , .

Circa Salonicco se la questione viene nuovamente .posta, V. E. dovrà dichiarare che il R. Governo, sentito il Comando Supremo, non può assolutamente assumere alcun impegno per l'invio di ulteriori forze italiane su quella fronte. Ponendosi questione eventuale ritiro dell'armata di Oriente dal fronte Macedone, V. E. non esprimerà alcun parere ma dichiarerà che riferirà a Roma i punti di vista o le decisioni che credessero prendere Francia e Inghilterra più direttamente interessate.

868

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIAL.I, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 1132/206. Londra 2 maggio 1917, ore 23 (per. ore 3,50 del 3).

Mi fu ieri nar•rato che il Principe Ereditario di Grecia e tutti i membri di queHa famiglia Reale avrebbero deciso di non accettare il trono in caso di abdicazione del Re. Riferisco la notizia attinta a fonte di solito buona, per semplice dovere informativo e con ogni riserva sul suo fondamento. D'altra fonte ho poi saputo che nel Gabinetto di guerra, e specie nell'ambiente del Foreign Office, le agitazioni francesi in Grecia (indipendentemente dalla persona del Re) desterebbero éliPPrensione ed anche alquanta agitazione. Questa informazione troverebbe conferma nell'osservazione fattami avant'ieri da Ceci! (mio telegramma Gabinetto 201) (1).

869

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIAL,J, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1133/209. Londra, 2 maggio 1917, ore 23 (per. ore 5,20 del 3).

Giusta informazioni mie private Cecil ha riferito ieri circa la questione dell'Asia Minore al Gabinetto di guerra il quale non avrebbe preso ancora una decisione. Intanto pare sia stato telegrafato a Rodd di dare a V. E. qualche spiegazione sul significato della frase relativa all'u'l'teriore sforzo militare.

870

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 1137/203. Londra, 2 maggio 1917, ore 23 (per. ore 5,20 del 3 ).

Avrei motivo di credere che fra le impressioni riportate da Balfour e qui riferite dopo i suoi colloqui confidenziali col Presidente vi sia anche quello che Wilson accarezzi sempre il suo favorito progetto di una pace separata con l'Austria-Ungheria considerandola il mezzo più efficace per finida al più presto con la Germania contro la quale pare deciso a procedere a fondo.

(l) Cfr. n. 859.

871

L'AMBASCIATORE A LONDRA, I).\'IPERIALJ, AL MINISTRO DEGLI ~STERI, SONNINO

T. GAB. RR. 1136/205. Londra, 2 maggio 1917, ore 23 (per. ore 6,25 del 3).

Domenica scorsa mi trovai con il Generale Robertson a Windsor. Mi diceva che le operazioni inglesi in Francia, malgrado la seria re.sistenza nemica, procedevano benissimo ed in consonanza con i piani rprestabiliti. Ad una mia domanda sull'andamento delle operazioni francesi egli dette risposta 'laconica ed evasiva al punto che non ritenni opportuno insistere sul delicato argomento. Da altre fonti ho tuttavia saputo che qui sarebbero preoccrupati e scontenti per non felice progresso deH'azione francese, il quale con l'inceppare le operazioni esercito britannico potrebbe 'sconvolgere tutta la .combinata offensiva. Spiacciono specialmente 1le notizie giunte di rivalità e litigi sorti fra i principali generali della repubblica. La ·subitanea partenza di Lloyd George, recatosi ieri sera in Francia, darebbe credito a tali informazioni che ho raccolto per conto mio ed in modo vago e frammentario stante le estreme difficoltà che fin dal principio della gue•rra ho incontrato per ottenere precise ed esaurienti notizie di indole militare.

872

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALJ, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 1135/204. Londra, 2 maggio 1917, ore 23 (per. ore 6,50 del 3).

Ho avuto nei giorni scorsi occasione d'intrattenermi degli affari di Riussia con alti personaggi fra i quali S. M. il Re, Lord Curzon e Asquith. Da tutti ho raccolto l'impressione di dubbì e preoccupazioni per perdurante precarietà deUa situazione interna e per la funesta ripercussione sull'andamento generale della guerra. Sua Maestà nell'esprimermi il profondo dolore provato per la sorte dell'Imperatore da lui stimato ed amato « come un fratello ed un amico " disse d'aver l'assoluta convinzione che in nessun caso e 1per nessuna circostanza l'Imperatore avrebbe mai consentito a disertare l'alleanza: voleva augurarsi che i futuri eventi giustifichino uguale fiducia nel nuovo Governo. Curzon, ravvisava nella situazione... (l) il principale punto nero dell'alleanza, Asquith non ritiene la Russia capace di sopportare la repubblica con suffragio universale. Sulla disorganizzazione indisciplina dell'esercito tutti concordavano in giudizì pessimistici.

Nel massimo segreto appresi da fonte non ufficiale ma 1sicura che il primitivo ottimismo di Buchanan va di giorno in giorno attenuandosi. In modo speciale egli si lagnerebbe della leggerezza di Miliukoff e della creSicente inerzia del Governo provvisorio ·che assiste con quasi passiva acquiescenza al dilagare della intensità di propaganda svolta in tutto il paese dal ,partito sovversivo. Sembra tuttavia che Comitato soldati e operai prema sul Governo provvisorio per

obbligarlo a venire ad una chiara ... (l) con alleati all'interno di concretare gli

scopi deila guerra su base anti-annessionista indicata nel recente proclama del

Governo.

Intanto corre voce insistente che un numero rilevante di divisioni tedesche

sia stato dal fronte russo trasferito a quello occidentale.

(l) Gruppo indecifrato.

873

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

'f. GAB. 1152/194. Pietrogrado, 2 maggio 1917, ore 21,30 (per. ore 7,45 del 3).

Miliukoff mi ha rimeSiso copia della sua nota dr,colare che accompagna e interpreta il manifesto del 10 aprile. Questa è il risultato di un nuovo compromesso fra Consiglio degli operai che altrimenti non avrebbe appoggiato il prestito, e il Governo che ~in compenso ha potuto .sottolineare le ,sue direttive riguardo alla guerra. In complesso, date 1le circostanze, miei ·colleghi ed io consideriamo favorevolmente questa soluzione.

Thomas mi ha detto che a suo avviso i gorverni dovrebbero far:e buon viso alla comunicazione e rispondere in termini di simpatia ac,cennando !però a garanzie neceSisarie per la stabilità del futuro assetto d'egli ,stati. A mio remissivo parere risposta di simpatia concordata in testo identico dovrebbe essere in termini generali e non prestarsi a ... (1). Esso ~potrebbe es,sere preceduta da un atto di ricevuta che significhi il premuroso interesse col quale la nota sarà esaminata. La risposta di merito potrà ~così più facillmente venire ritardata, siccome ci conrviene, non dovendosi dimenHcare che, sebbene la nota si guardi dall'accennarvi il Consiglio degli operai mira ad ottenere precisioni sulla rinunzia degli Alleati alle annessioni e ·conseguentemente la revisione degli accordi (2).

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IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

D. RR. 6. Roma, 2 maggio 1917.

In occasione di un importante negoziato che si sta ora t~rattando relativamente a concessioni da farsi all'Italia in Asia Minore il governo bdtannico ha " desiderato mettere in chiaro che l'attribuzione dei territori da noi richiesti può

difficilmente giustificarsi con gli sforzi fatti sinora dall'Italia nella guerra in paragone dei sacrifici già fatti dalla Gran Bretagna, Francia e Russia specialmente nella lotta con la Turchia in cui nessuna forza italiana fino ad ora ha preso parte». La comunicazione del Governo britannico continua nel modo seguente. «Mentre una considerevole forza navale militare francese cooperava con la flotta e con le truppe inglesi negli attacchi ai Dardanelli, la Gran Bretagna per la durata degli ultimi due anni e mezzo mantenne una forza di più di tremila uomini neHe operazioni intraprese contro la Turchia ai confini dell'Egit.to ed in Mesopotamia, mentre la Russia nello .stesso periodo di tempo condusse una vittoriosa campagna nell'A.sia Minore orientale e inflisse alla Turchia serie perdite di territori, uomini e materiali.

L'esaurimento della Turchia che solo può rendere possibile una spartizione qual'è quella contemplata ora, se potrà il"ealizzarsi sarà rprincipalmente dovuta agli sforzi degli Alleati ai quali l'Italia non ha preso parte. In questa condizione di cose il Gabinetto di guerra fa vive premure al Governo italiano affinché faccia un maggiore sforzo affine di cooperare con gli al,leati contro il comune nemico ed è sicuro che es.so intenderà ·che il realizzarsi delle aspirazioni italiane nell'Asia Minore deve essere subordinato al fatto che questo sforzo si effettui •.

Ho resistito con ogni vigore contro le dichiarazioni del Governo britannico, basandomi sulla tesi del fronte unico e ripetendo che i·l R. Governo ha impegnato ogni massimo .sforzo del Paese nell'interesse della causa comune. Nell'eventualità però che 11 Governo britannico o gli altri alleati insistano sul loro punto di vista, e tenendo presente l'enorme interesse dell'Italia di assicurare con possessi in Asia Minore la sua posizione nel Mediterraneo, prego V. E. comunicarmi se Ella ritenga possibHe qualche nostro sforzo, oggi o in un avvenire prevedibile, su altri fronti che non quello principale.

Prego V. E. di mantenere il più assoluto segreto su quanto precede che è strettamente riservato alla Sua persona.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado, con T. Gab. 663 del 4 maggio, con l'aggiunta: «Per tutti: Concordo con proposta di Carlotti circa testo identico di risposta. Prego V.E. esprimersi in conformità di quanto precede con codesto Governo e telegrafarmi >.
875

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 1729/590. Parigi, 2 maggio 1917.

Nel mio rapporto N. 572, del 27 aprile u.s. (l) accennavo ad un dis::or::o tenuto da questo Ambasciatore degli Stati Uniti ad una commissione di jugoslGvi. Qui acclusi trasmetto alcuni brar.i di giornali (2) che riferiscono Ie parolE' che avrebbe pronunciato il Signor Sharp.

Non vi ha dubbio che i membri del Comitato jugoslavo nel riferire ai giornali la loro conversazione con l'Ambasciatore americano abbiano per lo meno sot:olineato nel senso a loro più favorevole quanto egli avrà detto.

M4

Pensavo fosse in ogni caso utile far notare al Signor Sharp l'opportunità di esser guardingo nel fare pubblici apprezzamenti su questioni le quali potevano ferire suscettibilità di altri paesi, ma 'pensavo oc·corresse farlo senza urtarlo ed evitando di dare eccessiva importanza alla cosa. Profittai perciò dell'occasione di un americano in stretta relazione personale con l'Ambasciatore e che si era offerto per parlargliene.

Al domatHna seppi indirettamente che il Signor Sharp s'era mostrato molto spiacente di aver detto, senza volerlo, cosa che potes•se spiacere agli italiani, assicurò che ignorava perfettamente si potesse vedere nelle sue parole un'aUusione a mire italiane su terre irredente ed aggiunse che sarebbe venuto da me per esprimermi il suo dispiacere per il malinteso. Senonché lo stesso giorno veniva pubblicata nell'Intransigeant una lettera del Duca di Camastra della quale accludo pure il testo (1).

Naturalmente l'Ambasciatore degli Stati Uniti ne è rimasto offeso e non è più venuto da me.

Per evitare polemiche e noiosi pettegolezzi fra le due colonie feci sapere, sempre indirettamente, che non avevo avuto alcuna ·Conoscenza della lettera di Camastra, H che era perfettamente esatto del resto.

Al domani è apparso sull'Intransigeant la nota qui annessa (l); l'incidente mi pare debba essere terminato e ne ho riferito solo per il caso un'eco giunge,s,se ai nostri .giornali.

Avendo incontrato oggi il Consigliere dell'Ambasciata americana, gli parlai di quanto è accaduto senza darvi eccessiva importanza, ma mostrandomi spiacente che il Signor Sharp abbia avuto noie per alcune parole le quaU, mal riferite, avevano urtato la suscettibilità di quaJ.che italiano, mentre io mi ero perfettamente reso conto che il mio collega americano non aveva alcuna intenzione di esserci sgradevole.

Ciò mi confermò il Signor Bliss che mi assicurò come il Signor Sharp non sapesse di avere potuto con le sue parole dare pretesto alcuno per fare credere egli avesse voluto mischiarsi di una questione che ignora.

(l) -Cfr. n. 843. (2) -Non si pubblicano.
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IL MINISTRO A COPENHAGEN, SACERDOTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

Copenhagen, 2 maggio 1917.

R. 698/387.

In occasione del primo Maggio il Ministro socialista danese Stauning -ogfetto di p::ece:Jenti mie:_ ~~apper~~; --t~3. te:cnto un discorso r~ Fa.k~A~) de] quale siimo opportuno riferire all'E. V. i punti più rimarchevoli.

Lo Stauning ha innanzi tutto ricordato l'organizzazione solida e vasta del Socialismo in Danimarca ed il lavoro costante da esso svolto negli ultimi 27 anni. sia per parteci,pare alla vita del paese, sia per la riduzione del lavoro ad 8 ore giornaliere con conseguenti vantaggi sanitari e morali. Il Socialismo è oggi il

~ 1) Non si pubbl]ca.

partito più numeroso del paese: alle ultime elezioni comunali si presentò con ben 200.000 voti, conquistò la maggioranza nel consiglio comune della Capitale (mio rappor·to in data 22 marzo scorso, n. 515/294) (1), ed è ora rappresentato in 15 consigli comunali ed in 600 consigli parrocchiali.

L'oratore ha parlato poi della guerra che sta ·per entrare nel quarto anno, delle privazioni e delle pene che essa impone a tutti, delle gravi apprensioni per l'avvenire e deplorato che vi siano ancora degli uomini di stato i quali parlino di continuare la guerra nel 1918 e 1919, questa guerra che ha già «ucciso sei milioni di uomini, il doppio della popolazione della Danimarca " e invalidato per sempre altri milioni. Egli ha usato frasi acerbe contro il militarlsmo ed il capitalismo e ricordato che le speranze di milioni c milioni di uomini sono riposte nel Socialismo, il cui grande compito deve essere quello di adoperarsi per la cessazione della guerra attuale e per rendere impossibili guerre future a mezzo di " una pace senza annessioni, col riconoscimento ai popoli del diritto di governarsi da sé, col disarmo e coll'arbitrato internazionale ".

Alla fine del discorso il Ministro Stauning ha voluto spezzare una lancia in propria difesa, smentendo energicamente tutte le notizie poste in giro « dai nemici della pace e del sociaHsmo », tendenti a rappresentarlo come antineutrale e tedescofilo. « Il socialismo danese e degli altri paesi neutri continuerà a lavorare per la ,pace 1perché es,sa è il diritto dei popoli. Noi abbiamo fatto grandi concessioni nella vita politica, al fine di ottenere nel paese la tranquiHità necessaria e di pace, ma noi non abbiamo rinnegato le nostre convinzioni né rinunziato ai nostri principi. N eppure un posto nel Ministero potrà allontanarci eia quel cammino che reputiamo il giusto».

Queste ultime frasi hanno uno speciale significato in relazione agli ultimi avvenimenti, in cui l'azione dello Stauning fu vivamente discussa: la ,trasmissione da lui fatta del telegramma dei socialisti tedeschi ai socialisti russi e la sua partecipazione alla conferenza socialista di Stoccolma. Le parole ieri pronunziate dallo Stauning, oltre ·che una semplice autodifesa o giustificazione, potrebbero essere interpretate anche come un velato am.monimento al Presidente del Consiglio Zahle, confermando così le impressioni da me avute e riferite all'E. V. col rapporto in data 25 aprile scorso n. 671/368 (1).

877

IL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

Pechino, 2 maggio 1917.

R. 195/61.

Il notevole successo ottenuto dal gabinetto Terauchi Motono alle recenti elezioni parlamentari non ha assopito le diffidenze cinesi verso la politica giapponese ma ha calmato le più gravi preoccupazioni attuali inaiSprite dalle nuove minaccie di manomissione nipponica a danno della sovranità locale.

I personaggi consolidati al potere dalla nuova maggioranza avrebbero adottati quali punti essenziali del loro programma estero la buona inteltligenza cogli allèati, una politica attiva in Cina ma non fatta di prepotenze cioè una polit!ca di penetrazione pacifica ed amichevole, ed il riavvicinamento sempre più stretto colla Russia. In altri termini la prudenza degli uomini al Governo sarebbe per ora diretta soprattutto al consolidamento delle posizioni già acquisite nella Manduria nella Mongolia centrale orientale e nello Shantung.

L'antagonismo al dguardo degl'interessi europei in Cina rimarrebbe sempre latente nella mente degli ambienti politici dirLgenti di Tokio. Rivalità al riguardo speciale degli Stati Uniti e infine una ben celata diffidenza nelle relazioni colla alleata Inghilterra. Tali i sentimenti prevaJenti •Colà, anche secondo persone testé giunte dal Giappone e bene al cor·rente degH uiJ.timi avvenimenti.

Il Governo cinese isUntivamente e manifestamente cerca di mantenersi in equilibrio e di ,salvaguardare la ~sua indipendenza giovandosi possibilmente del conflitto di interessi fra Giappone e Stati Uniti. E rperciò si ritiene inevitabile la completa rottura fra la Cina e gl'Impe,ri Cent'raH, ora che i due principali rivali si trovano nello stesso campo, difatti l'isolamento completo della Cina nella crisi mondiale comprometterebbe troppo gravemente la situazione di questa travagliata repubblica di fronte al più temibile suo vicino che, per noti motivi, affetta di voler togiliere gli ultimi ostacoli tuttora esistenti in questi ambienti per giungere alla tanto discussa dichiarazione di guerra.

(l) Non pubblicato.

878

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. PER CORRIERE 654. Roma, 3 maggio 1917, ore 16.

Mentre si proseguono a Londra i negoziati conforme J.e direttive di cui

V. E. ebbe comunicazione col mio telegramma Gabinetto 635 del 29 aprile (1). credo opportuno che Ella faccia il possibile per venire al rpiù presto col Govern~ francese ad una conclusione circa la delimitazione franco-italiana in Cilicia.

La carta comunicataci a Saint Jean da Lloyd George segna il confine immediatamente ad ovest di Mersina. Essa rammenta ·che su tale delimitazione fece una riserva Ribot, proponendo per allora la formùla che «la zone italienne commencera à un point a determiner à l'ouest de Mersin "· Con ciò si deve ritenere come acquisito che i Francesi rinunziano tuttavia a pretendere il confine al Capo Anamur. Tutto considerato, ritengo che il miglior criterio per determinare logicamente ed organicamente il nuovo confine, 1sia di :seguire senz'altro la delimitazione amministra.~iva ottomana e adottare il ·Confine attuale fra i due Sandiak di Mersina ed Itchilì confine che si trova a metà strada fra Mersina e

Selefké. Qualunque al.tra delimitazione non riSiponderebbe ad alcun pratico criterio geografico, orografico, etnografico e politico.

NesS'lln vantaggio deriverebbe alla Francia da una attribuzione di territorio più a ponente, mentre codesto Governo dovrebbe considerare, e V. E. potrà insistere su questo punto, che l'opinione pubblica italiana riporterebbe una ripercussione disastrosa quando dalle pubblicazioni di carte geografiche risultasse una tale estensione dell'attribuzione costiera alla Francia verso ponente, da costituire manifestamente una vera barriera artificiosa lungo il mare a danno della retrostante zona italiana. Mancherebbe in altri termini al Govemo itaHano ogni mezzo per rep'licare alle serie obbiezioni che verranno mosse a proposito del perduto ~sbocco delle porte di Cilicia e della ferrovia Adana-Mersina.

Per norma di V. E. e senza che Ella ne dia notizia a codesto Governo, aggiungo .che il motivo per cui è neces~sario ottenere il confine sopra indicato, in modo da conservare per noi Selefké, è il seguente. Secondo ho ap1preso in via personale da questo Ambasciatore d'Inghilterra, Sir Mark Sykes ~che personalmente esplorò la catena del Tauro, ebbe a rilevare che la valle del Geuk-Su, il quale sbocca presso Selefké, costituisce un ottimo passo attraverso la catena del Tauro, anche migliore, secondo egli afferma, delle Porte di Cilicia.

Si tratta di una regione inesplorata, per cui non è stato possibile rilevare pm particolari ragguagli sia dalle pubblicazioni esistenti presso questa biblioteca sia dai rapporti o relazioni consolari. Ma vi è, ragione di ritenere, e mi riservo accertarlo a suo tempo, che nei progetti di studio eseguiti dal Commendator Nogara per le concessioni della zona di Adalia, fosse contemplata una ferrovia appunto attraverso la valle del Geuk-Su.

Quanto precede ho voluto comunicarLe per sua notizia personale per farle rilevare tutta l'importanza di assicurarci la località di Selefké, mediante il confine sop,ra indicato corrispondente alla delimitazione amministrativa tra i due Sandjakati.

Se codesto Governo accetta co~'1e confine tra le zone italiana e francese ad ovest di Mersina la linea dei Sangiaccati, vorrei che V. E. proponesse in via subordinata e senza farne in definitiva una questione sine qua non che quel dado di territorio segnato dalla cartina da noi nresentata come C2 che, prendendo a base le proposte inglesi resterebbe ormai come nostra zona di influenza ma assolutamente isolato dall'altro territorio costituente zona d'influenza e segnato come Cl, passasse nella nostra zona tinteggiata in verde, cne rapp1 esenta il territorio di nostra occupazione diretta, facilitandone con ciò l'amministrazione e garantendo quindi meglio le relazioni di confine con la zona bleu francese.

(l) Cfr. n. 851.

879

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1154/1714/4. Asmara, 3 maggio 1917, ore 10 (per. ore 19,30).

Rispondo suo telegramma 618 (1), ricevuto ieri 30 aprile (2). Fino da principio febbraio ho informato R. Governo della venuta Addis Abeba del maggiore

Pearson quale delegato del Governo del Sudan, facendo rilevare che essa era significativa e dimostrava chiaramente l'intenzione del Governo Sudan-AngloEgiziano di riprendere le trattative del lago Tsana. Egli è poi venuto coi doni per l'Imperatrice e la decorazione per il Dejac Tafari ed io non ho mancato di far rilevare nuovamente il vero S'Copo della sua missione. Mi risulta difatti che il Pearson unitamente al Ministro d'Inghilterra si è attivamente occupato della questione del lago Tsana insistendo presso il Ras Degiac Tafari per attenerne la conclusione. ~

Per quanto il mio collega d'Inghilterra sia stato con me dservatissimo ho motivo di ~credere tuttavia che egli non è riuscito ad ottenere niente di positivo non eSisendo stata la questione del lago Tsana nè presentata nè discus~sa nel Consiglio dei M.inistri in questi ultimi tempi. Non escludo però che egH abbia avuto affidamenti da Ras Tafari d'esaminarla favorevolmente a tempo più opportuno. Circa ad una mia azione presso il mio collega d'Inghilter,ra mi permetto di fare oo,servare che egli in... (l) mi ha confidato la sua convinzione che la questione del lago Tsana non concerne che i1l Governo inglese e il Governo etiopico e d'altra parte... (l) Addis Abeba speciale delegato del Governo Sudan per trattare, appunto dimostra chiaramente che il Ministro d'InghiLterra non agisce di sua iniziativa ma in conformità alle istruzioni del suo Governo.

Mi permetto infine di far nuovamente rilevare ~che dal giorno della nomina di Wingate in Egitto tutta la politica britannica in Abissinia è stata da lui condotta personalmente con speciale attività nuHa tralasciando per dimostrare la sua fiducia nel nuovo Governo etiopico e per ottenerne favori.

Maggiore Pearson è partito per il Cairo incaricato dal Ras di portare a Wingate il Gran Cordone della Stella di Etiopia ed altri doni.

(l) -Non pubblicato. (2) -Evidentemente il telegramma fu spedito da Addis Abeba il l" maggio.
880

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 658. Roma, 3 maggio 1917, ore 21,30.

Mio telegramma n. 635 (2).

(Meno Londra) Ho telegrafato al R. Ambasciatore a Londra quanto segue:

(Per tutti): Rodd mi comunicava il seguente appunto: «Non era intenzione del gabinetto di guerra di domandare all'Italia di fare uno sforzo specialmente in Turchia ed il brano del mio telegramma aveva solamente lo scopo di ricordare i sacrifizi che avevano fatto colà la Gran Bretagna, la Ruo:sia e la Francia. Il Gabinetto di guerra tuttavia considera che per la causa degli alleati sarebbe di grandissimo valore un aiuto italiano a Salonicco, non necessariamente in questo momento, ma forse più tardi, ed eS!so sarebbe lieto di

conoscere le vedute del Ministro degli Affari Esteri sulle poSisibilità che un qualche effettivo aiuto possa eventualmente essere dato colà dall'Italia "·

Ho risposto che non potevo che confermare quanto gli avevo detto nella nostra precedente conversazione (vedi mio tel. su-menzionato), sia come propositi generali del R. Governo di proseguire la guerra con ogni maggiore impegno in qualunque luogo ciò riuscisse possibile dati i nostri mezzi e le vicende della situazione militare internazionale e date le necessità essenziali della nostra sicurezza nazionale per le particolari condizioni dei nostri confini, sia come necessaria eliminazione assoluta dal presente accordo per l'Asia minore di qualunque riserva o condizionalità per parte dei nostri Alleati, sia come accettazione per par,te nostra della proposta inglese che Smirne fosse considerata porto franco.

Rodd mi disse che gli pareva si dovesse proseguire senz'altro nel negoziato per venire presto ad una conclusione, non ritenendo che ci fosse oramai alcuna sostanziale divergenza tra le parti. Ho replicato che ero lieto di quanto mi dichiarava e che avrei inviato agli ambasciatori il testo preciso dei documenti definitivi da firmar,si, perchè li sottoponessero ai Governi Alleati. Accennai a Rodd alla determinazione del confine italo-france,se ad ovest di Mersina, che mi sembrava dovesse farsi corrispondentemente alla linea di delimitazione amministrativa attuale fra i sangiaccati di Mersina e di Itchilì, e a una piccola modificazione che avrei proposto per il trapasso, da sfera italiana di influenza a zona italiana di occupazione del piccolo dado di territorio che resterebbe a confine della zona francese ad ovest di Mersina; questioni nelle quali Gran Brettagna non era in alcuna guisa interessata direttamente (1).

(l) -Gruppi indecifrati. (2) -Cfr. n. 851.
881

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1149/210 Londra, 3 maggio 1917, ore 12,52 (per. ore 22,10).

Mio telegramma Gabinetto N. 206 (2).

Odierno Times ha un articoletto molto acido all'indirizzo di Sarrail al quale ricorda che primo dovere dell'esercito alleato a Salonicco è di battere i bulgari e non d'intrigare contro Re Costantino, alla sorte del quale è da ritenersi provvederà a suo tempo Venizelos al quale gli alleati debbono lasciare mano libera e concedere ogni possibile appoggio. Essi stessi però debbono prima e soprattutto non permettere che l'impresa militare nella Quale sono impegnati venga compromessa da considerazioni accessorie. Finalmente qui con la solita lentezza cominciano ad aprire gli occhi e a riconoscere la verità ed opportunità di

osservazioni da mesi fatte da V. E.

(l) -Ed in SoNNINO, Diario, III, cit., pp. 125-127, con il testo inglese della comunicazione di Rodd. (2) -Cfr. n. 868.
882

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1143/211. Londra, 3 maggio 1917, ore 22,48 (per. ore 5 del 4).

Tutte le notizie riferite ieri a V. E. coi miei telegrammi Gabinetto nn. 208(1) e 209 (2) circa la situazione militare in Francia mi furono oggi confermate da Hardinge. n quale in tono Slllfficientemente acidulo mi ha messo al corrente delle difficoltà certamente note a V. E. e che hanno in Hnea principale determinato la gita di Lloyd George. Gabinetto Ribot sarebbe già vacillante e Painlevé inclinerebbe a profittare delle divergenze tecnico-politiche fra Pétain e Nivelle per realizzare ,la sua aspirazione alla Presidenza del Consiglio. Dal modo col quale Hardinge mi ha parlato della esasperante inazione di Sarrail ho tratto conferma del mio sospetto circa ispirazioni dell'articolo del Times ,segnalato stamane.

883

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1145/212. Londra, 3 maggio 1917, ore 22,48 (per. ore 5,30 del 4).

Telegramma di V. E. N. 651 (3).

I soli documenti relativi alll'adesione britannica agli accordi franco-russi per l'Asia Mino,re consistono nella nota russa del 23 Maggio 1916 ed in quella responsiva britannica del l" Settembre 1916. Di entrambi questi documenti, che sono quelli menzionati nel mio telegramma Gabinetto N. 420, spedii copia a

V. E. con mio rapporto riservatissimo N. 2265 del 22 Novembre 1916 affidato al corriere che partì il 24 stesso mese.

1

L'Italie reccnnait et soutiendra un Etat arabe indépendant ou une confédération d'Etats arabes, sous 'la souveraineté d'un ,chef arabe dans l.es zones (A) et

(B) indiquées sur la carte annexée aux notes échangées entre les Gouvernements de France et d'Angleterre en date du 9/16 Mai 1916, et donne son agrément aux privilèges q_ue les dits Gouvernements se sont réservés respectivement dan.s ces mémes zones (Art. l.er des dites notes).

La France et la Grande Bretagne reconnaissent à l'Italie la zone C de la carte ciannexée comme zone d'influence, avec droit de priorité sur les entrepdses et les emprunts locaux et droit exclusif de fournir des conseillers ou des fonctionnaires étrangers.

2

L'Italie reconnait la situation que 1a France s'est réservée dans la zone bleue et 1'Ang,leterre dans la zone rouge de la méme carte, teHe qu'elle résulte de l'art. 2 des dites notes.

La France et J.'AngleteHe reconnaissent à l'ItaHe la zone verte de la car,te ci-annexée, comme zone d'occupation en toute souveraineté; il demeure dans la faculté du Gouvernement Italien d'y établir, à son choix, une administration directe ou indirecte.

3

Une administ~ration Inte,rnationale ~sera étabHe dans la zone jaune. La forme de cette administration sera décidée après consultation entre l'Angleterre, la France, l'ItaUe et la Russie, d'aecord avec les autres Alliés, en tant qu'ils sont intéressés à la question, et d'accord avec les représentants du Chérif de la Mecque (Art. 3 des dites notes).

La situation de l'Italie dans les Lieux Saints et dans la zone internationale y relative devra étre absolument identique de droit et de fait à celle de la France et de la Gr:mde Bretagne et d'autres A11iés s'H en sera le cas.

4

L'Italie donne son agrément aux dispositions contenues à l'Art. 4 des notes susdites, en tant qu'elles 'la concernent, c'est à dire pour l'attribution à l'Angleterre des ports de Caifa et d'Acre. De son c6té la Grande Bretagne prend vis-à-vis de l'Italie le méme engagement qu'elle a ~pris vis-à-vis de la France de n'entreprendre à aucun moment de négociations en vue de la cession de Chypre à une Puissance sans ~le consentement préalable du Gouvernement ltalien.

5

Mersin sera un port frane en ce qu~ concerne le commerce de l'Italie, de ses colonies et de ses protectorats, et il n'y aura ni différence de traitement ni avantage dans les droits de port qui puisse étre refusé à la marine ou aux marchandises italiennes.

Il y aura 1libre transit par Mersin et par le chemin de fer à travers le vilayet d'Adana pour les marchandises italiennes destinées à la zone italienne ou en provenant; et il n'y aura aucune différence de traitement direct ou indirect au dépens des marchandises italiennes sur quelque chemin de fer que ce soit, camme au dépens des marchandises ou des navires italiens dans quelque port que ce soit, le long de la cote de Cilicie, desservant la zone italienne. Par conséquent, si à l'avenir la France construisait sur cette cote un port qui remplacerait la rade de Mersin camme débouché commerciai des régions en question, les mémes garanties seront assurées à l'ltalie pour ce qui concerne ce nouveau port.

6

Smyrne sera un port frane en ce qui concerne le commerce de la France, de l'Empire Britannique, de leurs colonies et de leurs protectorats et il n'y aura ni différence de traitement ni avantage dans les droits de port qui puisse étre refusé à la marine ou aux marchandises Françaises et Anglaises.

La France pour ce qui concerne .AJlexandrette et la Grande Bretagne pour ce qui concerne Caifa accordera des privilèges analogues au commerce de l'Italie, de ses colo':lies et protectorats.

7

Pour une période de 20 ans les tarifs douaniers tures resteront en vigueur dans toute l'étendue des zones italiennes C et verte et dans les zones françaises A

6~4

et bleue et anglaises A et rouge et aucune augmenta:tion dans Jes taux des droits ou changement des droits ad valorem ~en droits spéciHques ne pourra étre faite si ce n'est avec le consentement des deux Puissances.

Il n'y aura pas de douanes intérieures entre aucune des zones ci-dessus mentionnées. Les droits de douane préa,lables sur les marchandises destinées à l'intérieur seront exigés aux ports d'entrée et transmi's à l'administration de la zone destinataire.

8

Il sera entendu que les Gouvernements françai,s et ang1ais n'entreprendront à aucun moment aucune négociation pour :la cession de leurs droits et ne céderont les droits qu'ils posséderont dans la zone bleue et ~rouge à aucune tièrce Puissance si ce n'est ,l'E,tat ou la confédér,ation d'Etats arabes sans l'agrément préalable du Gouvernement Royal Italien qui de son còté donnera une assurance semblable aux Gouvernements français et anglais.

9

Le Gouvernement italien admet que dans la zone italienne les concessions de chemins de fer et autres concédées à des français et anglats par \le Gouvernement Ottoman seront maintenues. Les Gouvernements f,rançais et anglais reconna:i,ssent au Gouvernement ita:lien le droit de racheter ~ees concessions sur des bases équitables.

En ce aui concerne les institutions, administrations, établissements religieux, scolaires, hospitaliers etc., ~relevant des deux nations, ils continueront à jouir des privilèges qui leur étaient aecordés jusqu'ici par les traités, aecords et contrats conclus avec le Gouvernement ottoman. Il demeure toutefois entendu qu'en stipulant une telle réserve les deux Gouvernements n'ont pas voulu exiger pour l'avenir le maintien des droits de juridiction, du protectorat religieux et des eapttuiations, dans les régions attribuées à l'Ital,ie, à la France et à l'Angleterre, mais seulement assurer la survivance des institutions et établissements actuellement existants.

En outre il est entendu que les intérets que chaque Puissance possède dans les zones revenant aux autres Puissances contractantes ne lui serviront pas comme moyen d'action politique.

10

L'Italie étant intéressée au méme titre que ses deux Alliés à l'indépendance des arabes, 1es Gouvernements ang,lais, françai's et itaHen se me:ttront d'accord pour ne pas acquérir et ne consentiront que d'autres Puissances acquièl'ent des possessions teeritoria,1es dans la péninsule a11abique ou 'construisent une base navale dans les ìl:es sur ~la còte est de la Mer Rouge.

Ceci, toutefois, n'empéchera pas telle rectification de la frontière d'Aden qui pourra étre jugée nécessaire, par suite des agressions des tures.

Il demeure entendu que la France, 'la Grande Bretagne et l'ltalie maintiendront une situation de parfaite égalité politique et économique vis-à-vis de l'Etat ou des Etats arabes qui seront constitués dans la péninsule arabique au sud de la zone anglaise B., et pour tout ce qui concerne les Lieux Saints Musulmans. exception faite pour les droits acquis de ,l'Angleterre à Aden et sur le golfe Persique.

11

Les négociations avec les Arabes pour les frontières de l'Etat ou de la confédération d'Etats Arabes seront poursuivies au nom de la France, de la Grande Bretagne et de l'Italie avec la participation de délègués des trois Puissances.

* ojo *

Il est entendu en outre que des mesures de contròle pour l'importation des armes sur le territoire arabe seront envisagées par les Gouvernements anglais, français et italien.

ALLEGATO III.

OSSERVAZIONI DA SERVIRE PER LE ISTRUZIONI AI RR. AMBASCIATORI A LONDRA E PARIGI

l) -Alla formula « est disposée à reconnaitre • si sostituisce la formula « reconnait •, come più definitiva.

L'articolo l deH'accordo anglo-francese contiene la frase « à la demande de l'Etat arabe ou de la Confédération d'Etats Arabes •. Non pare si possa accettare uguale limitazione per la zona d'influenza italiana, causa la diversità di fatto dei due casi: i francesi e gli inglesi saranno di fatto arbitri esclusivi del così detto Stato arabo CO'l quale avranno da fare, mentre non sarà così per parte nostra causa i prevedibili tentativi d'ingerenza del residuo Stato Ottomano che sarà eventualmente lasciato sussistere, il quale avrà la sua capitale ed il suo Governo fuori della nostra influenza esclusiva.

* * *

2) -La zona verde fu riconosciuta all'Italia come zona di occupazione, cwe in tutta la sovranità. Invece nell'articolo 2 dell'accordo franco-inglese è contenuta la seguente limitazione: « Après entente avec l'Etat ou la Confédération d'Etats arabes •.

Per le medesime ragioni dette a proposito del:l'art. l non possiamo accettare per conto nostro tale limitazione. D'altra parte è ragionevole che il nostro consenso a favore degli Alleati abbia la medesima estensione di quello che richiediamo a favore nostro. E pertanto, nell'intento di equiparare il valore dei reciproci consensi, si potrebbe, se necessario, aggiungere al primo capoverso dell'art. 2, la formula: « ou bien dans tout autre forme qu'elles jugeront convenable • ovvero altra formula da convenirsi.

* * *

3) -È nEcessario consacrare una nuova redazione dell'art. 3 dell'Accordo franco-inglese il quale nominando la Russia omette l'Italia, cosa contraria alla nostra dignità e non rispondente agli interessi storici ed attuali che abbiamo in Palestina. La formula che proponiamo ammette il prevedibile interessamento degli Stati Uniti. Il secondo capoverso aggiunto riproduce la formula proposta dal Barone Sonnino nel convegno di S. Jean de Maurienne, accettata dai Signori Lloyd George e Ribot.

4) -La questione idraulica del Tigri e dell'Eufrate non ci concerne. Viceversa l'Italia, potenza essenzialmente mediterranea è interessata alla situazione di Cipro, al medesimo titolo della Francia.

5) -Regime dei porti.

ln linea generale sarebbe convenuto a noi non accordare alcun privilegio nei nostri porti e fare a meno di privilegi nei porti arlleati. Ma a questo principio è giuocoforza rinunziare per due ragioni: l. perché gli Alleati ci hanno domandato che il porto di Smirne sia dichiarato libero; 2. perché l'attuale sbocco al mare della regione di Konia passa per territorio francese, e per molto tempo sarà così finché non siano costruite altre linee ferroviarie di allacciamento o dirette verso il mare attraverso il nostro territorio.

Questo n. 5 riguarda appunto lo sbocco al mare della regione di Konia. Abbiamo adottato la formula usata nell'accordo franco-inglese per i porti di Alessandretta e Caifa i quali si trovano nello stessa condizione di Mersina come sbocchi di regioni retrostanti appartenenti ad altro contraente.

In proposito è da tener conto della possibilità che la Francia costruisca un porto a Yumurtalik dove si concentrerebbe tutto H traffico a scapito di Mersina, che è una rada aperta. Abbiamo il diritto di chiedere l'estensione a Yumurtalik dei privilegi a favore del nostro commercio di transito per due motivi: l. perché lo articolo 5 dell'accordo franco-inglese relativo a Alessandretta e Caifa contiene la locuzione: • dans quelque port que ce soi t desservant les zones mentionnées • ;

2. perché a St. Jean de Maurienne fu convenuto che • des facilités doivent étre accordées au commerce de l'intérieur dans la direction de Mersin à l'instar de ce qui a été établi pour Alexandrette vis-à-vis des Anglais •. Le parole • dans la direction • e • à l'instar • costituiscono argomenti inoppugnabili per la nostra tesi.

* * *

6) -Regime dei porti.

Smirne, Alessandretta e Caifa si trovano nella medesima condizione per quanto concerne il commercio di transito nei riguardi dell'Italia e dei suoi Alleati, vale a dire: Smirne italiana non costituisce uno sbocco di regioni retrostanti francesi e inglesi, Alessandretta francese e Caifa inglese non costituiscono uno sbocco di regioni retrostanti italiane.

È vero che gli interessi francesi e inglesi a Smirne sono maggiori di quelli italiani negli altri due .9orti, ma sarebbe contrario al principio della parità tra Alleati se consentissimo una differenza di trattamento. Proponiano quindi una formula generica cumulativa, sempre disposti a discuterne i particolari.

* * *

7) -Riproduco l'art. 8 dell'accordo franco-inglese.

L'ultimo alinea: « seront transmis à l'administration de la zone destinataire • dovrà naturalmente applicarsi al commercio italiano di transito per la regione di Konia a traverso la zona francese e quindi i diritti doganali esatti nei porti di Cilicia su merci destinate alla zona italiana dovranno essere versati all'amministrazione italiana. Ciò beninteso quando Francia e Inghilterra mantengano nei riguardi rispettivi tale procedura amministrativa.

8) -Riproduce l'art. 9 dell'Accordo franco-inglese.

9) -Le disposizioni contenute in questo articolo costituiscono la naturale conseguenza del principio ammesso a St. J e an de Maurienne, vale a dire: « Les intéréts des autres Puissances déjà établis dans !es différentes zones seront scrupuleusement reEpectés, mais !es Puissances que ces intéréts concernent ne s'en serviront pas comme moyen d'action politique •.

La clausola del diritto al riscatto delle ferrovie deriva naturalmente dal riconoscimento della sovranità italiana. Qualora in proposito fossero mosse obiezioni, si potrebbe aggiungere l'impegno di sottomettere ad arbitrato le eventuali controversie.

Questo articolo 9 è per il resto formulato suNa scorta delle stipulazioni anglofrancese del 15 maggio 1916 e russo-francese del 26 aprile 1916. Quest'ultima è più ampia della prima, specie in quanto menziona espressamente il • protettorato religioso •, ma non sembra ammissibile che gli Alleati vogliano rifiutare a noi ciò che accordano alla Russia. E quanto alle pretese francesi al protettorato religioso. che l'Italia non ha mai riconosciuto, è chiaro che si tratta di un mezzo appunto di • azione politica • il quale è possibile presso uno Stato Orientale, non mai in w1a colonia o zona d'influenza di uno Stato Occidentale, alleato per giunta.

* * *

10) -Riproduce l'art. 10 deH'accordo franco-inglese.

È necessario di stipulare chiaramente (ad evitare futuri dannosi contrasti) la perfetta parità di condizione dell'Italia riguardo la penisola arabica. I nostri a,1leati debbano ammettere gli interessi dell'Italia come Potenza musulmana (Libia, Benadir) e come Potenza rivierasca del Mar Rosso direttamente interessata alle cose dell'Arabia e dei Luoghi Santi Musulmani.

* * *

11 e 12) -Riproducono gli articoli 11 e 12 dell'accordo franco-inglese.

Per le ragioni esposte al N. 9 è necessario ·che l'Italia sia compresa nei negoziati per le frontiere dello Stato o degli Stati che saranno creati a sud della zona inglese. Non abbiamo viceversa da ingerirei nelle delimitazioni interne della Siria. Il nostro concorso circa il divieto dell'importazione di armi in Arabia, oltre che legittimo, è anche indispensabile.

ALLEGATO IV.

NOTA DEL R. AMBASCIATORE A PIETROGRADO AL GOVERNO RUSSO

En me référant aux aide-mémoire échangés entre les Gouvernements de Russie et d'Italie le 19 novembre-12 décembre 1916 N. 114 et 2 décembre 1916

N. 56165/230, et à la Note du Gouvemement Royal en date du 2 décembre 1916

n. 56166/231 concernant Constantinople et les Détroits, fai 'l'honneur de communiquer ci-joint à Votre ExceUence copie des notes èchangées entre le Gouvernement Royal et les Gouvernements de France et de Grande Bretagne concernant l'attribution respective des territoires de l'Anatolie, de la Syrie et de la Mésopotamie, ainsi que ll'établissement d'une administration internationale en Palestine. Une carte annexée contient les délimitations géogra.phiques.

Conformément aux instructions reçues de mon Gouvernement, j'ai l'honneur de demander au Gouvernement russe son agrément aux accords anglo-franco-italiens dont il est question.

De son còté le Gouvernement Royal est prét à reconnaitre les accords intervenus entre les Gouvernements de France et de Russie par notes échangées à Pétrograde ·en date du 26 avril 1916, et les Gouvernements de Gr,ande Bretagne et Russie 'Par notes échangées ........... ~.

En 'ce qui concerne les institutions, administrations, établissements religieux, scolaires, hospitaliers etc. relevant des deux nations, ils continueront à jouir des privilèges qui leur étaient accordés jusqu'ici par 1les Traités, accords et contrats conclus avec le Gouvernement Ottoman. Il demeure toutefois entendu qu'en stipulant une tene réserve, ,Jes deux Gouvernements n'ont 1ms voulu exiger pour l'avenir le maintien des droits de juridiction, du protectorat religieux et des capitulations dans les régions qui seront attribuées à la Russie et à l'Italie, mais seulement assurer la survivance des institutions et établissements actueUement existants.

En outre il est entendu que les intérets que chaque Puissance possède dans la zone revenant à l'autre Puissance contractante ne lui serviront pas comme moyen d'action politique.

Il demeure également entendu, pour ce qui concerne Constantinople et les Détroits, que l'Italie participera à titre de parfaite égalité, à tout arrangement qui serait conclu par la Russie avec la France, la Grande Bretagne ou d'autres Puissances, par rapport à la liberté de passage par 1les Détroits, l'institution d'un port-franc à Constantinople, ainsi qu'aux privilèges ou avantages de toute sorte qui leur seraient accordés au point de vue commerciai, ou bien en faveur des institutions, administrations, établissements religieux, scolaires, sanitaires, etc.

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L'AMBASCIATORE DI RUSSIA A ROMA, GIERS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

N. 766. Roma, 3 maggio 1917 (1).

Le Gouvernement Provisoire Russe a promulgué le 27 mars année courante un manifeste aux citoyens dans lequel il a exposé les vues du Gouvernement de la Russie libre sur les buts de la guerre actuelle. Le Ministre des Affaires Etrangères me charge de Vous ,communiquer le dit document et de l'accompagner des considérations cì-dessous. N os ennemis se sont efforcés dernièrernent à semer la discorde entre les Alliés en propageant des nouvelles insensées sur la prétendue intention de la Russie de conclure une paix séparée avec les Monarchies du centre. Le texte du document .ioint ci-après refutera au mieux de pareilles inventions. Les principes généraux qui y sont énoncés par le Gouvernement Provisoire concordent entièrement avec les idées élevées qui ont été constamment proclamées jusqu'en tout dernier lieu par des hommes d'état éminents dans les Pays Alliés. Ces 'principes ont aussi trouvé une expres,sion lumineuse dans les paroles du Président de notre Nouvelle Alliée, 1a Grande République d'outre mer. Le Gouvernement de l'ancien régime en Russie certes ne ,se trouvait pas en mesure de se pénétrer et de partager ces idées sur le caractère libérateur de la guerre, sur la création d'une base stable pour la coo,pération pacifique des peuples, sur les libertés des nations opprimées, etc. La Russie affranchie peut actuellement tenir un langage qui sera compris par les démocraties modernes et Elle s'empresse de joindre ,ga voix à celles de ses Alliés. Pénétrées de ce souffie nouveau d'une déinocratie liberée, les déclarations du Gouvernement Provisoire ne ipeuvent naturellement donner le moindre prétexte pour en déduire que l'écroulement de l'ancien édifice ait entrainé un amoindrissement de la part de la Russie dans la lutte commune de tous les Alliés. Bien au contraire la volonté nationale de mener la guerre mondiale jusqu'à la vktoire décisive s'est encore accentuée gràce à ce ,sentiment de responsabilité qui incombe aujourd'hui à tous ensemble et à chacun en particulier. Cette tendance est devenue encore plus active par le fait meme qu'elle se trouve concentrée sur la tache immédiate et qui tient de si près à tout le monde, de refouler l'ennemi qui a envahi le territoire de notre patrie. Il reste entendu et le document ci joint le dit expressement que le Gouvernement Provisoire en sauvegardant les droits acquis de sa patrie restera strictement respectueux des engagements assumés vis à vis des Alliés de la Russie. Fermement convaincu de l'issue victorieuse de la guerre actuelle en parfait accord avec ses Alliés le Gouvernement Provisoire est tout aussi assuré que les problèmes qui furent

6':9

soulevés par cette guerre seront résolus dans le sens de la création d'une base stable pour une paix durable et que pénétrées de tendances identiques les démocraties alliées trouveront le moyen d'obtenir les garanties et les sanctions nécessaires pour prévenir dans l'avenir le retour de conflits sanglants.

ALLEGATO I.

PROCLAMATION DU GOUVERNEMENT PROVISOIRE

Mosca, 27 marzo 1917.

Le Gouvernement Provisoire ayant examiné la situation militaire en Russie au nom du devoir devant le pays, décLda de dire direetement et ouvertement au peuple toute la vérité. Le pouvoir, actuellement renversé, laissa la défense du pays dans une situation ·lour·de, désor,ganisée. Par son coupab~e inadion et ses mesures inabiles il introduisit une désorganisation dans nos finances, ravitaillement, transport, fourniture des munitions à l'armée. Il ébranla toute notre organisation économique. Le Gouvernement Provisoire avec le concours vivant et actif de tout le peuple consacrera toutes ses forces pour réparer ces louvdes conséquences de l'ancien régime. Toutefois le temps presse. Le sang de nombreux fils de la patrie c'Oula abondamment au cours de ces deux et demie longues années de guerre et cependant le pays reste encore toujours sous le coup du puissant adversaire qui occupe des territoires entiers de notre état et actuellement, aux jours de la naissance de la liberté russe, nous menace d'une nouvelle et décisive poussée. La défense coute que coute de notre patrimoine national et la délivrance du pays de l'ennemi qui envahit nos confins constitue un problème capitai et vita'l de nos guerriers, défendant la liberté du peuple. Laissant à la volonté du peuple dans une étroite union avec nos alliés de décider définitivement toutes les questions ayant trait à la guerre mondiale et à son achèvement, le Gouvernement Provisoire croit de son droit et de son devoir de déclarer dès à présent que la Russie libre n'a pas pour but de dominer d'autres peuples et leur enlever leur patrimoine national et occuper de force des territoires étrangers, mais d'établir une paix solide sur la base du droit des peuples de disposer de Ieur sort. Le peuple Russe ne convoite pas le renforcement de sa puissance extérieure pour compte d'autres peuples et n'a pas pour but de subjuguer ou rabaisser quiconque. Au nom des principes supérieurs d'équité il enleva les chaines qui pesaient sur le peuple polonais. Mais le peuple russe n'admettera pas que sa patrie sorte de 'la grande lutte rabaissée et ébranlée dans ses for,ces vitales. Ces principes ·constitueront une base politique extérieure du Gouvernement Provisoire qui exécute infailliblement la volonté populaire et sauvegarde les droits de notre patrie, tout en observant les engagements pris envers nos Alliés. Le Gouvernement Provisoire de la Russie libre n'a pas le droit de cacher à son peuple la vérité. L'Etat est en danger. Il faut employer toutes ses forces pour 1le sauver. Que le Pays réponde à Ia vérité dite non par un stérile abattement, non par découragement, mais par un unanime élan en vue d'une création unique de la volonté nationale. Elle nous donnera des forces nouvelles pour la lutte et nous procurera le salut. Qu'à l'heure rude de l'épreuve tout le pays trouve

en soi ·le·s forces pour consolider la Hberté conquise, s'adonner à un travai'l inlassable pour le bien-étre de la Russie libre. Le Gouvernement Provisoire qui donna le serment solenne! de servir le peuple a la ferme conscience qu'avec l'appui général et unanime de tous et de chacun il sera lui mème en état d'accomplir son devoir envers le Pays jusqu'à la fin.

(l) Questa nota verbale era stata telegraficamente trasmessa il l maggio dal ministro degli esteri russo Miliukov, a Giers e a tutti gli ambasciatori russi presso le potenze alleate.

886

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1156/106. Parigi, 4 maggio 1917, ore 19,10 (per. ore 0,25 del 5).

In conforlffiità al telegramma di V. E. Gabinetto n. 653 {1), ho fatto sapere ieri a Ribot, che non ho potuto vedere personalmente, ·come V. E., in ·conformità alla richiesta del Governo inglese, mi aveSJSe autorizzato ad intervenire alla conferenza fra l.Jui e Lloyd Geoz,ge.

Ribot mi fa telefonare ora ·Che oggi ha parlato di cose militari di qui, che non concernevano noi, ma che appena le loro conversazioni si aggirassero su questioni che ci interessassero, mi avrebbe prevenuto.

887

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 461/121. Madrid, 4 maggio 1917.

Con meraviglia di tutti il nuovo Gabinetto deliberò nell'ultimo •Consiglio di ministri di riconvocare ·ent!l'o il mese entrante le Cortes che il Conte di Romanones aveva da poche ·settimane aggiornate • sine die •. In generale i gabinetti rspagnuoli non si mos•trano troppo desiderosi di prolungati contatti con H parlamento e sogliono governare per quanto possono a came•re chiuse. L'opinione pubblica non richiedeva quindi affatto dal Marchese d'Alhucemas, ohe si riaprissero le camere e tanto meno che il nuovo Gabinetto reclutato in una sola frazione del partito liberale può considera11si un gabinetto di minoranza. Per di più tutti i Ministeri che hanno governato dall'inizio della guerra in poi si sono studiati in ogni modo di evitare in parlamento discussioni sull'atteggiamento della Spagna nel ·conflitto europeo. E poca rsperanza vi può essere che si possa evitare quella discusrsione pericolosa riunendo le Cortes in questo momento.

Mal·grado tutte queste considerazioni ·che ne lo sconsigliavano, il nuovo Ministero ha deciso di riaprire 'le camere ispkandosi ad un semplice motivo di ,politica parlamentare. L'ultima crisi ha determinato una lotta non palese ma perciò non meno accanita tra il Conte di Romanones e il Signor Alba già uomo di fiducia e luogotenente del primo e che ora ha abbandonato il suo capo !Per volare con ali proprie. Il Signor Alba è uomo di molto ingegno e di grande ambizione e aspira al primo posto nel partito liberale. E' poi la mente direttiva anzi il vero capo del nuovo Governo. Essendo stato Ministro dell'Interno quando si fecero le ultime elezioni, egli ha in mano molti deputati e desidera ora provare che ~a maggioranza dei liberali segue lui e non il Conte

Z4 --Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VII

di Romanones capo ufficiale del partito. Ed egli spera che, portando dinanzi al parlamento il conflitto tra lui e il conte di Romanones in questo momento in cui questo ultimo è segno di tutte le invettive dei neutralisti ad ogni costo, il conflitto si risolva a suo favore, e rimanga così ·Consolidato il nuovo Ministero e aperta a lui stesso in un avvenire non lontano la via alla presidenza del Consiglio.

Ma è probabile d'altronde che il conte di Romanones vecchio ed esperto pilota parlamentare ·sventerà il gioco del .suo nuovo rivale non accettando la battaglia ed invitando tutti i suoi amici a votare •per il Governo. ln ta.l caso il Ministero Alhucemas avrà bensì la maggioranza, ma si troverà nella disagiata condizione d'aver riunito le •Camere senza avere 1lavoro proficuo da sottoporre alle medesime e per di più non potrà celare nelle discussioni ·tecniche che si presenteranno la notoria insufficienza di non pochi dei suoi componenti.

Non conviene però dimenticare che il manifesto del conte di Romanones il discorso Maura, l'atteggiamento preso dal gruppo parlamentare riformista hanno in questi ultimi giorni talmente appassiona•to gli animi sulla questione della neutralità che, mentre non sarebbe possibi'le sottrarla alle discussioni parlamentari, un dibattito sulla ste.ssa sarebbe per forza di cose assai tempestoso, e pertanto non può essere seriamente voluto da nessun ministero. Per questo motivo malgrado la deliberazione del consiglio dei ministri la quale del ll"esto non ha stabflita la data precisa deHa fi.convocazione, vi è chi conserva ancora molti dubbi circa la annunziata riunione del parlamento e prevede che forse all'ultima ora quel proposito verrà abbandonato.

(l) Cfr. n. 867.

888

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 667. Roma, 5 maggio 1917, ore 19,30.

(Per Londra e Parigi). Ho telegrafato quanto segue al R. Ambasciatore a

Pietrogrado:

(Per tutti). Mio dispaccio N. 9 del 3 corrente (1). In fine all'alinea 3 del

testo di nota che, dietro mio avviso telegrafico, V. E. rivoLgerà al Governo russo,

dopo che sarà raggiunto l'accordo definitivo col Governo medesimo, di seguito

alle parole • notes échangées • debbonsi aggiungere 1le parole • à Lond'res le 28

mai-1er septembre 1916 ».

(Per Londra). Prego V. E. fare analoga aggiunta al relativo documento che

le trasmisi per sua conoscenza personale coi mio dispaccio del 3 corrente

N. 18 (2).

(Per Parigi). Prego V. E. fare analoga aggiunta al relativo documento che le trasmisi per sua conoscenza personale col mio dispaccio del 3 corrente n. 24.

(l) -Non rinvenuto. (2) -Cfr. n. 884.
889

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 666. Roma, 5 maggio 1917, ore 20.

Ministro Orlando giungerà Parigi mercoledì mattina ore 8,15 insieme ad un segretario ed al signor Cape! Cure Addetto com111erciale a questa Ambasciata britannica.

Egli si tratterrà qualche giorno a Parigi per poi ~recarsi a Londra.

Prego V. E. facilitargli dimora in Parigi e viaggio a Londra.

Egli intende occupansi in primo luogo della gravissima questione del

carbone.

890

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 665. Roma, 5 maggio 1917, ore 20,30.

Mio telegramma n. 663 (1).

Parlando con Barrère dell'ultima circolare Miliukoff agli Alleati e della opportunità di accordansi tra Francia, Inghilterra e Italia, per fare risposte eguali, esprimevo la mia opinione che convenisse da un lato esprimere senza troppo ritardo ~la comune soddisfazione nel prendere atto ,che restano fermi tutti i reciproci impegni già presi tra Russia e Alleati, e dall'altro evitare ogni espressione che avesse a rendere più difficile :la posizione :personale di Miliukoff. Conveniva insomma far mostra di credere alla perfetta omogeneità delle due successiye circolari di Miliukoff, ed evitare l'impressione ~che vedessimo nella seconda un indebolimento delle esplicite affermazioni contenute nella J>rima.

Proponevo pure che per parte degli Alleati non si desse alcuna pubblicità

alla loro risposta, lasciando a Miliukoff di propagarla o no secondo le sue

convenienze (2).

891

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1161/167. Atene, 5 maggio 1917, ore 13 (per. ore 22,40).

Ho avuto un colloquio l'ungo e cordiale con Zaimis. Mi ha detto che egli è indotto a venire al potere per cercare di salvare il paese dalla guerra civile che lo minaccia. Se Sarrail scende al sud è inevitabile. Egli supplica Italia ed

Il) Ritrasmissione a Londra, Pietrogrado e Parigi del n. 873.

Inghilterra di frenare la Francia sulla via disas.trosa per cui si è messa. Conciliazione coi VenezeHsti è nello mato attuale delle cose impossibile perchè Sarrail tiene in mano il partito e non gli permetterà di conci'lial\si ·col Re. Questi non abdicherà e se lo volesse l'esercito non glielo lascerebbe fare. Quindi conciliazione e allontanamento del pericolo della guerra civile non può ottenersi che con cambiamento di rotta da par.te della Francia. Zaimis 1per conto suo porterà nei suoi rapporti ·coll'Intesa tutta lealtà possibile. Ma se non è efficacemente appoggiato dall'Italia e dall'Inghilterra contro le mene francesi non potrà nulla. Non mi ha nascosto ·Cihe un attacco da parte franco-venezelista per oc•cupare la Tessaglia ed esigere l'abdicazione del Re Costantino condlurrebbe fatalmente la Grecia Realista ad intende11si colla Germania. Non risultando in questi ultimi tempi del tutto chiare le intenzioni del R. Governo mi sono tenuto con Zaimis in una •certa riserva !imitandomi a generali assicurazioni di buon volere e di desiderio di pace e conciliazione (1).

(2) Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., p. 127.

892

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1162/49. Corfù, 5 maggio 1917, ore 18,30 (per ore 23,20).

Avendo Neue Zilrcher Zeitung annunziato che ex M~nistro Protic era arrivato a Ginevra per preparare avvicinamento austro-serbo nel caso di peggioramento della situazione in Russia, questo Ufficio stampa serbo pubblica a proposito tale notizia:

«In ogni ·caso noi rimaniamo fedeli alleati della Francia Inghilterra Italia e America nè crediamo possibile in Russia si faciliti idea germanica circa la pace. Ex Ministro Protic non ha nessuna missione».

Ignoro se Protic che era Ministro allo ·scoppio della guerra, che è dello stesso partito di Pachitch e tuttora uno dei più autorevoli Deputati siasi espresso in modo da dare un fondamento anche lontano all'informazione svizzera: i suoi amici qui lo escludono.

Che la situazione ispiri a dei serbi espressioni di peSisimismo e di malcontento di cui sia facile aggravare significato, non può stupire.

La sola constatazione che qui potrei formulare circa gli effetti della rivoluzione russa è che essa ha s-cosso l'autorità morale di Pachitch il quale nei serbi era .specialmente l'uomo della Russia e deHo Czar. Poichè il suo viaggio per un consiglio dei Ministri presso il Principe reggente era stato rimandato perchè la via verso Koritza era divenuta malsicura ed egli era di poi caduto malato i Ministri che si trovavano a Salonicco sono giunti a Corfù ieri. Il Consiglio dei Ministri ha quindi luogo qui. Pachitch che ho visto benchè tuttora a letto ed altri suoi col'leghi mi hanno assicurato ·che il Consiglio dei Ministri era urgente non per ragioni ·politiche sopraggiunte ma IPer necessità di ammi

nistrazione e di contatti. Constami per altro che si esaminerà di nuovo la questione del trasloco in Grecia del Governo Serbo.

Nel ritorno sul tappeto di tale questione si può trovare nuovo segno della diminuita autorità di Pachitch e del desiderio degli altri Ministri di non lasdargli, come ora, 'la direzione esclusiva del Governo.

(l) Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con T. Gab. 671 del 6 maggio.

893

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1163/107. Parigi, 5 maggio 1917, ore 22 (per. ore 3,50 del 6).

Mio telegramma N. 106 (1).

Oggi riunione presso il Ministro degii Affari Esteri con Lloyd George. Erano presenti Lord Ceci!, i Ministri francesi della Guerra, della Marina, Bourgeois, Cambon Giulio. Ribot mi ha spiegato come la precedente ·conversazione ·con Lloyd George concerneva operazioni militari sul fronte francese e come sia stato deciso di proseguirle energicamente ma con obiettivi più prossimi. Ricordò poi che a S. Giovanni V. E. aveva lasciato a Lloyd George facoUà di consentire anche a nome del Governo itaUano l'occupazione di Larissa. Conversazione fra Ribot e Lloyd George che doveva avere luogo subito venne <rimandata e ora Lloyd George consentiva per cui Ribot mi informava, <:erto che nulla vi era di mutato nelle intenzioni di V. E. RiS!posi ricordavo ~che V. E. 'se ne era r~messo a Lloyd George a questo riguardo e ero pevciò sicuro che nulla era mutato nelle sue intenzioni, ma che credevo che le conclusioni delle convNsazioni di S. Giovanni costituissero un complesso ed ero ~perciò convinto che Lloyd George non avrebbe dato il consenso a nome suo e a nome del Govevno itailiano se non vi era la risposta del Governo francese e del Governo inglese sul rimanente.

Ceci! disse ·che vi era la risposta del Governo inglese. Ribot finì per assicurarmi avrei la risposta Gov·erno francese ma che ·credeva risposta inglese fosse sottoposta a ·condizione Smirne porto libero e aiuto a truppe inglesi contro la Turchia. Risposi non credere dò esatto; avevo capito da telegramma comunicatomi che Inghilterra metteva ·come condizione Smirne porto libero, es1primeva la speranza del1l'aiuto italiano su altre fronti. Credevo V. E. avesse risposto consentendo Smirne por·to Hbero, confermando Italia voler ·combatter,e il nemico comune con tutte le sue forze ma non poter assumere alcun speciale impegno d'inviare nuove forze su alcun fronte. Ceci! ·Confermò aggiungendo aver riservato consenso Governo russo.

Ribot confermò riceversi in non (?) più di 48 ore adesione francese e su domanda mia ,precisò che si estenderà su tutto quanto venne concordato a S. Giovanni. Intesi allora che parlando con Lloyd George accennò all'occu<pazione di Larissa e di Volo. Osservai parevami V. E. averne trattato solo dell'occupa

zione di L,arìssa e non di Volo. Lloyd George assicurò che Ella gli aveva dato facoltà di consentire l'occupazione della Tessaglia ed io non ho msistito.

Su domanda mia Ribot dichiarò che confo=emente alla conferenza di Roma l'occupazione avverrebbe con forze alleate non venizeliste. Giunse poi l'Ambasciatore di Russia che venne informato di quanto precede. Egli volle comunicare l'opinione di Miliukoff nell'attitudine del-l'Intesa verso H Re di Grecia e cioè non violentare l'opinione pubblica greca sulla forma di Govevno nel caso di detronizzazione del Re. La frase sembrandomi ambigua chiesi se restava inteso quanto si disse a S. Giovanni di Moriana che anche in quel caso la costituzione non sarebbe violata e non 1si parlerebbe di Costituente. Dopo discussione ciò fu precisato. D'altro non si parlò, eccetto che avendo io accennato a difficoltà che potevano sorgere dal ripetersi del fatto verificatosi che oltre i rappresentanti diplomatici anche il generale trattava direttamente ~con Governo ellenico mentre credevo sarebbe opportuno rimanere bene intesi che solo i Ministri esteri potevano trattare con Governo ellenico, sorse animata discussione nella quale il Ministro inglese e i Ministri della Guerra e della Marina francesi convennero meco che le autorità militari debbono comunicare con il Governo ellenico solo pel tramite dei Ministri esteri. Ribot consentì, ma, mi pare, in modo non reciso (1).

(l) Cfr. n. 886.

894

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1596/GAB. 89. Stoccolma, 5 maggio 1917, ore 16,35 (per. ore 17.35 del 6).

Accordo preliminare anglo-svedese è stato concluso su queste basi:

l) Governo britannico rilascerà subito 11 bastimenti svedesi (di cui 3 con circa 10.000 tonnellate di cereali) che ,si trovano nei suoi porti e prenderà in esame possibilità di rilasciarne altri 7 (di cui 5 con carico di zolfo americano).

2) Governo britannico lascerà passare gradualmente altri 18 piroscafi svedesi (con carico di 80.000 tonneLlate di cereali) i quali sono già in viaggio.

3) Governo svedese farà uscire dal Baltico per il passaggio di Kogrund

piroscafi alleati (fino alla concovrenza di 90.000 tonnellate di registro) e li pro

teggerà fino al limite delle acque territoriali norvegesi.

4) Gli armatori dei piroscafi svedesi da rilasciare (meno 10) s'impegne

ranno a trasportare metà del carico con destinazione per la Russia nel loro

prossimo viaggio dall'America in Europa.

(l) Ritrasmesso a Londra. Parigi e Pietrogrado con T. Gab. 673 del 6 maggio.

895

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1200/16 [sic]. Jassy, 5 maggio 1917, ore 23 (per. ore 10,20 del 10).

Polizia romena ha avvertito Governo che i Russi progettano di venire in città domani domenica per impadronirsi del Re Ferdinando e della famiglia Reale e mandarli in Russia proclamando la repubblica. Ministro degli Affari Esteri mi ha convocato per stamane alle 11 insieme coi Minis1Jri d'Inghilterra e di Francia per intrattenerci di dò.

In questo momento è venuto da me Tul... (l) Jorg e mi ha dato ile ,stesse notizie che gli sono state... (l) da ufficiali russi deHa Bessarabia con cui egli è in relazione.

Egli mi ha chiesto che i Ministri dell"lntesa si riuniscano intorno a•l Re di Romania per difenderlo. Ho risposto trattansi di argomento da discute•rsi e decidersi da tutti i Ministri dell'Intesa riuniti.

Secondo informazioni di altra fonte i Russi che si trovano qui sono per la maggior parte meccanici conduttori di automobili e operai e cioè gli elementi più avanzati e più indisciplinati.

Essi avrebbero nascosto in un locale della Bels, ove ne è stata constatata presenza da agenti di polizia romeni, anche dei cannoni. Racoski si troverebbe ad Ungheni russa donde attenderebbe venir qui per a·ssumere direzione dell'istituendo Governo rivoluzionario.

896

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1638/351. Pietrogrado, 5 maggio 1917 (per. ore 12,40 del 10) (2).

Con riferimento mio telegramma n. 346 (3) trascrivo qui appresso a V. E. comunicazione esplicativa Governo Provvisorio:

En raison des doutes qu'a provoqué l'interprétation de la Note du Ministre des Atraires Etrangères par laquelle avait été transmis aux Gouvernements alliés la déclaration du Gouvernement Provisoire relative aux buts de la .guel're (en date du 27 mars dernier) le Gouvernement Provisoire croit utile prédser:

l) que la note du Ministre des Affaires Etrangères a fait l'objet d'un examen approfondi et prolongé de la part du Gouvernement Provisoire et que son texte a été adopté à l'unanimité;

12) II te!., redatto il 5 maggio, fu trasmesso da Pietrogrado 1'8 maggio, alle ore 12. 13) Non pubblicato.

2) qu'il est bien entendu Que cette Note en faisant mention d'une victoire decisive sur l'ennemi envisage la réalisation des problèmes qui furent énoncés par la déclaration du 27 mar,s et e~primés dans !es termes suivants: «Le Gouvernement Provisoire c·roit de son droit et de son devoir de déclarer dès à présent que la Russie libre n'a pas pour but de dominer les autres peuples, leur enlever leur patrimoine nationa·l, d'occuper de fovce des territoires étrangers, mais d'établir une paix solide sur la base du droit des peuples de disposer de leur sort. Le peuple russe ne convoite pas le renforcement de •sa puissance extérieure pour le compte des autres peuples et n'a pas pour but de subjuguer ou de rabaisser quiconque. En nom des principes ,supérieurs de l'équité il enleva les chaines qui pesaient sur le peuple polonais. Mais le peuple russe n'admettra pas que sa patrie sort de la gronde lutte rabaissée et ébranlée dans ces forces vitales;

3) que sous les termes: «sanctions et garanties » d'une paix durable dont fait mention la Note, le Gouvernement Provisoire entend la Hmitation des armements, l'institution de tribunaux internationaux etc. Le Ministre des Affaires Etrangères se chargera de communiquer à Messieurs les Agents diplomatiques des Puissances alliées les précisions ci-dessus exposées •.

(l) Gruppi indecifrati.

897

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1202/164. Jassy, 5 maggio 1917 ore 22,30 (per. ore 13.35 del 10).

Mio telegramma GabineMo n. 162 (1).

Generale Tscherbatcheff ha dichiarato al Governo romeno ed ai rappresentanti dell'Intesa che domani non avrà luogo nessuna manifestazione dei soldati russi. Egli ha aggiunto parland'o col Ministro degli Affari Esteri che se tuttavia, per un impos•sibile, dei soLdati russi si recassero al palazzo Reale egli vi invierebbe degli ufficiali russi perché si riunissero ai soldati ed ai loro... (2) di guardia per respingerli.

In seguito a passi del Governo romeno comunità israelitica ha pubblicato un appello ai • fratelli romeni • con cui afferma sentimenti patriottici degli israeliti indigeni, dichiara che dagli inizi della guema essi hanno rinunziato a far valere qualsiasi pretesa e conclude dicendo menzognere e calunniose le voci messe in circolazione che essi chiedono agli stranieri quella uguaglianza di diritti che attendono invece unicamente dai loro fratelli romeni.

(l) -T. Gab. 1194/162 del 5 maggio. che non si pubblica: a Pietrogrado tentativi di soldati russi per sobillare i soldati romeni. (2) -Gruppo indecifrato.
898

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGU ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1207/161. Jassy, 5 maggio 1917, ore 18 (per. ore 12 dell' 11).

Mio telegramma n. 160 (1).

Alla riunione dei tre Ministri d'Italia, Inghilterra e Francia è intervenuto stamane il Ministro degli Affari Esteri i:l quale ha esposto la situazione creata dai propositi rivo1uzionarì attribuiti ai soldati rus,si. Governo romeno di1s:pone qui di sei battaglioni di fanteria e di qualche squadrone di cavalleria ma l'impiego della forza per resistere ai tentativi dei russi presenterebbe non minori inconvenienti della tolleranza. Mentre infatti questo pelìmetterebbe ai russi di porre le mani su1l Re Ferdinando e sulla famiglia Reale oltre ·che sui memlbri del Governo mutando violentemente la costituzione del paese, la resistenza da parte delle trUippe romene condurrebbe fatalmente ad uno sparg~mento di sangue e probabilmente al ripiegamento su Jassy, per dare man forte ai soldati russi che sono qui, del1le truppe russe che sono alla fronte. Ministro degli Affari Esteri ha detto poi che il Governo romeno informava di tale stato di cose i rappresentanti dei paesi alleati per chiederne il concorso. Ha aggiunto confidenzialmente di aver consiglia:to al Re Ferdinando ed alla famiglia Reale di allontanarsi dalla capitale. Infatti il Re Ferdinando ·col Principe ereditario ed il Principe Nicola si recherà stasera stessa in automobile tra le truppe romene che ,sono alla fronte mentre la Regina Maria e la Principessa passeranno la giornata di domani in campagna in una località ove il Ministro degli Affari Esteri afferma che saranno al sicuro. Ministro degli Affari Esteri ha concluso che per evitare un conflitto armato domani non verranno rinforzate le guardie delle residenze reali. A nome anche dei miei due colleghi di cui sono decano ho risposto ·che non 'potevano pronunciarsi su questo ultimo provvedimento il quale è di esclusiva competenza del Governo locale che solo ha le informazioni e i dati necessari per valutarne l'opportunità e che ci ,sa·remmo recati dal Generale Tscherbat,cheff per far

gli ·presente la necessità di provvedere. Ritiratosi il M1nistro degli Affari Esteri abbiamo fatto chiamare .J'incaricato d'affari degli Stati Uniti affinché tutti i rappresentanti delle Grandi Potenze e soprattutto di ambedue le grandi Repubbliche alleate, ora partecipassero all'azione che ci proponevamo. Insieme all'incaricato d'affari degli Stati Uniti ci siamo recati dal Generale Tscherbatcheff a cui a nome dei miei colleghi, quale 'loro decano, e mio ho esposto la necessità di evitare con ogni mezzo che le truppe russe si ingerissero negli affari interni della Romania e commettessero un attentato contro un Sovrano che è nostro comune aUeato. Ho aggiunto pericolo che quest'ultimo di fronte ad una sopraffazione possa passare al nemico. Ho concluso, pur con ogni riguardo di forma, ·che sul Generale incombe la responsabilità di quanto sarebbe per avvenire. Beninteso tutto quanto precede è stato da me detto in pieno accordo coi miei colleghi e •colla loro •completa approvazione. Generale Tscherbatcheff ci ha risposto non constargli che si voglia

fare domani una manifestazione ma ad ogni modo aver fatto chiamare tutti coloro che ritiene abbiano influenza sulle truppe russe per attenerne il concorso allo scopo di evitare che si verifichi qualsiasi inconveniente. Ha aggiunto che se si fosse trattato della settima armata, che egli comandava finora, sarebbe stato assolutamente sicuro del fatto suo ma che anche con queste truppe ne è quasi sicuro. Tuttavia egli non ha ancora potuto prendere contatto con tutte le truppe non avendo potuto visitare che alcuni punti della fronte. Domani avrebbe dovuto ripartire per continuare le sue visite ma rimarrà in viBta degli annunziati disordini. Insomma dal<l'insieme del discorso del Comandante I"Usso è risultato che egli è animato dalle migliori intenzioni ma non è punto sicuro del fatto suo. Egli ha chiesto il concorso dei militari alleati e .specialmente francesi ed americani qui presenti per indurre i soldati russi alla calma. I miei tre colleghi ed io... (l) Addetti militari a porsi in relazione col Generale ed a presta·rgli il loro volenteroso concorso in questo compito di pianificazione. Beninteso le modaHtà di questo concorso sono lasciate alla decisione degli Addetti militari. In pratica i soli che potranno fare qualche cosa sono i Francesi i quali hanno qui numerosi ufficiali ·e sottufficiali ed anche semplici soldati. Generale Tscherbatcheff ci ha dato lettura di due proclami che egli dirigerà ai due eserciti russo e romeno per deplorare gli avvenimenti del primo Maggio ed incitarli alla calma ed alla reciproca fiducia.

Re Ferdinando dal suo lato dirigerà anche egli domani, in occasione della festa militare di S. Giorgio, un ordine del giorno al suo esercito confermando il suffragio universale e promessa ripartizione deHe terre tra i contadini.

Ad aggravare la situazione è giunto stasera un telegramma da Pietrogrado a questo Mintstro degli Affari Esteri annunziante gravi dissensi tra il Governo provvisorio ed il Comitato circa la nota di Miliukoff relativa alla continuazione ed ai fini deUa guerra.

Stasera alle 17 i quattro rappresentanti dell'Intesa suindicati si riuniranno nuovamente col Minis.tro degli Affari Esteri per esaminare la situazione.

(l) Cfr. n. 895.

899

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L.P. RR. 2444 G.M. Comando Supremo], 5 maggio 1917.

Rispondo alla nota di V.E. n. 6 in data 1° corrente (2). Non mi indugio a dimostrare l'infondatezza della tesi sostenuta dal governo britannico, sapendo il mio apprezzamento al riguardo in tutto con

(21 Con essa Sonnino aveva trasr:'esso a C'tdorna 11 documento riportato nel pta_rw: UI, 29 aprile, informandolo anche delle risposte date a Rodd. Cfr. n. 851 col testo m 1tallano.

forme a quello della E. V. che, opportunamente, nei recenti negoziati ha opposto a quella tesi il principio del fronte unico ed ha affermato che l'Italia compie il massimo sforzo a vantaggio della causa comune.

Ricordo solo che governi e capi militari dell'Inghilterra e della Francia hanno ormai riconosciuto la necessità del soccorso diretto nell'ipotesi di una grande offensiva delle potenze centrali contro l'Italia; neèessità giustificata dallo squilibrio che può determinarsi fra la capacità di resistenza del nostro apparecchio militare e l'entità dello sforzo nemico; e dalle gravi ripercussioni che avrebbe per la causa dell'Intesa un insuccesso militare in cui malauguratamente fosse travolta l'Italia.

Epperò qualunque sottrazione di forze al nostro teatro principale per scopi secondari, in quanto maggiormente accentua tale possibile squilibrio, non farebbe che imporre agli eserciti dell'Inghilterra e della Francia un più forte tributo al fine di fronteggiare con successo, come è nell'interesse comune, lo sforzo delle potenze centrali contro l'Italia. Né occorre soggiungere che tutti questi elementi acquistano maggior valore oggi, di fronte alla grave ed incerta situazione russa.

Ricordo ancora come l'esame del nostro teatro d'operazione, e degli obiettivi importanti e sicuramente risolutivi che in esso si offrono ad un'azione offensiva, porti a concludere che la nostra efficienza bellica, specie a causa delle modeste risorse di artiglieria, risulta impari alle possibilità operative che il nostro scacchiere consente e suggerisce. Mi riferisco insomma alla tesi di Lloyd George ben nota all'E.V.; tesi che dovrebbe consigliare ai nostri alleati, e soprattutto al governo britannico, non di menomare con nuove sottrazioni di forze la nostra capacità offensiva, ma di moltiplicarla, rinvigorendo ed alimentando, con provvida e diretta cooperazione di armi, il nostro sforzo verso Oriente.

E poiché queste circostanze di fatto e le considerazioni che ne scaturiscono sono perfettamente note e in gran parte condivise dagli uomini di governo dell'Intesa, io devo concludere che il punto di vista inglese, oltre ad essere privo di qualsiasi fondamento, sia indice di una sfavorevole prevenzione che ha condotto all'attuale atteggiamento evidentemente ingiusto e deliberatamente malevolo verso l'Italia.

Mi conferma in questo giudizio la stessa formula a cui il gabinetto di guerra ricorre quando sollecita da parte nostra • un maggior sforzo a fine di cooperare con gli alleati contro il nemico comune •; formula che implica una richiesta intenzionalmente generica, ma non definisce, come sarebbe stato doveroso in sede di leale contrattazione, il modo e la misura della desiderata cooperazione.

V. E. conosce tutto il mio pensiero circa le operazioni nelle fronti secondarie e la funzione del tutto negativa che, nell'economia generale della guerra, esse hanno. Il criterio militare e tutta l'esperienza dell'attuale campagna non fanno che confermare tale mio convincimento.

Peraltro conscio come sono dei supremi interessi attinenti al problema in discussione, io non posso a priori categoricamente negare la possibilità a cui V. E. accenna di un nostro concorso su altre fronti diverse dalla principale.

Escludo però, com'è ovvio, che l'Italia possa intraprendere ed alimentare

da sola una nuova impresa d'oltre mare (a parte il gravissimo errore mili

tare, rimarrebbero insormontabili le difficoltà del tonnellaggio); e chiedo,

nell'intento di esaminare con la necessaria concretezza la questione che V. E.

mi propone, in quale degli scacchieri di guerra e con quale misura dovrebbe

esercitarsi il maggior sforzo che il governo britannico sollecita dall'Italia (1).

Assicuro V. E. del più assoluto riserbo su tutto quanto precede (2).

(l) Gruppo indecifrato. . . . .

900

IL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AL SENATORE SILJ

(Ed. in MARGIOTTA-BROGLIO, Italia e Santa Sede, pp. 332-333)

L. R. Roma, 5 maggio 1917.

Rispondo immediatamente alla tua di ieri, ora ricevuta. Quanto tu mi scrivi, mi riesce a~ssai :So~rendlente; e, malgrado tutta l'inteHigenza che io possa mettermi, non arrivo a 1spiegarmelo. Non credo di aver bisogno di dirH che io non c'entro per nulla. Io non vedo il Monti da parecchio tempo, ~certamente da prima assai che tu mi avessi fatto quella ~comunicazione. Questa mia assicurazione certamente ti basta: ma, ad ogni modo, non per te, ma per un possibile scettico, basterebbe considerare che colui il quale avesse creduto di ~cerca,re un controllo a quella notizia, non si 'sarebbe certamente rivolto all'Eminentissimo Cardinale Gasparri!

Quest'ultima considerazione ha un'importanza decisiva anche per qualsivoglia altra lPersona che avesse avuto quella medesima intenzione. Io, quindi, credo ~che debba escludersi l'ipotesi che quella richiesta sia stata fatta a scopo di controllo. Dall'aLtro 'lato, è pure difficile ammettere che la ~cosa sia 'Ca,suale. La ricostruzione di un'ipotesi più probabile è questa: ~a notizia era stata da me comunicata al solo Sonnino, il quaLe ~certamente non è uomo 'che va a !Parlare a Monti di questi argomenti, visto che non .parla con nessuno. Buò darsi, invece, che e~i abbia ~comunicato la notizia a qualcuno del suo entourage (per esempio, al De Martino), senza tuttavia dire da quale fonte gli fosse provenuta, e ·Che il di :lui interlocutore (insisto nel ,supporre che sia il De Mactino, pel'ché molto amico del Monti) avesse poi .pen:Sato per conto suo a cercare 'la conferma di quella voce per mezzo del Monti. Per tal mod'o si finì col ritornare alla stessa fonte originaria: ma appunto questo, come dissi, rappresenta la migliore dimostrazione ~che colui il quale parlò al Monti della ~cosa, ignorasse la fonte da cui

la notizia proveniva.

Ripeto, che questa è la ricostruzione più probabile che io possa fare. Ad

ogni modo, 1sia questa o sia altra la verità, tu puoi essere assolutamente certo

che in nessun 'caso io ti avrei scoperto né ti scoprirei. Le uniche per,sone con le

quali io comunico in materia sono i:l Presidente del Consiglio e il Ministro degli

Esteri: il che rientra certamente nell'ordine delle tue idee. Nel ,caso, io non

ho parlato ,che col solo Sonnino, uomo che tutti sanno quanto sia eminentemente

chiuso.

Io sono certo ·che queste mie spiegazioni avranno rimosso dal tuo animo

ogni dubbio, e mentre ti ringrazio dell'altra lettera che mi hai scrUto, ti prego

di non fal'mela mancare, nell'interesse del Paese.

(l) -A fianco di questo capoverso Sonnino ha annotato: • Non chiedono esplicitamente.Accennano: ·-l. -Salonicco, per sostituire inglesi; 2. -genericamente operare e cooperare contro Turchia. Però a mia offerta piccolo contingente Palestina risposero che fosse ridotto a soli trecento circa, come bandiera •· (2) -Ed. in SONNINO, Carteggio, Il, cit., pp. 209-211.
901

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 1169/132. Washington, ... maggio 1917 (per. ore 11,45 del 6).

Telegramma di Gabinetto n. 655 {1).

« Balfour che ieri mi fece visita mi ·confermò a mia domanda che Wi1son non av;eva toccato ,con lui nessun a11gomento di politica internazionale eccetto quella della Russia (mio telegr. Gab. 121) (2). Ciò non toglie che Balfour discorrendo con uomini politici o con intimi di Wilson abbia potuto riportare im,rpressione da me già segnalata in antecedenza, che quest'ultimo fra i mezzi di combattere Germania continui accarezzare anche quello di isolarla possibilmente dai suoi Alleati soprattutto dall'Austria» (3).

902

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1597 GAB. 130 (4). Washington, .... maggio 1917 (per. ore 12,30 del 6).

Questo delegato finanziario ing1lese ha dichiarato in nome de'l suo Governo al Segretario del Tesoro che l'Inghilterra in vista dei prestiti degli Stati Uniti d'America all'Italia e verosimilmente alla Russia ceSisa dal fornire questi due

.673

Paesi di crediti su pagamenti di forniture acquistate direttamente o indiretta. mente agli Stati Uniti e nel Canadà. Questa insinuazione concerne tanto i pagamenti futuri quanto quelli ora in corso. R. Ministero del Tesoro riterrà perciò urgente provedere direttamente ad ogni pagamento su questo mercato col danaro prestatoci dal Governo degli Stati Uniti, ciò che coincide d'altronde sotto ogni aspetto col nostro interesse essenziale. Al quale riguardo informo V. E. che nell'intendimento di questo Governo ,l'assistenza che esso si dispone a prestare agli Alleati non contempla soltanto la prestazione di danaro !bensì pure la protezione contro altrui esorbitanti profitti e la garanzia delle pronte consegne del materiale acquistato. A tal fine Governo degli Stati Uniti invita gli Alleati a valersi nelle loro transazioni del consiglio e dell'appoggio dell'Ufficio governativo di compera per l'esercito e per ~la marina e provvederà a che i Governi esteri che esso sovviene di danaro ottengano per le 'rispettive fmmiture gli stes1si prezzi e le stesse condizioni fatte al Governo Federale. Esso si propone parimenti di fornire agli Alleati il tonneHaggio occorrente al primo trasporto del rispettivo materiale, di facilitare loro eventualmente 1a vendita dell'eccesso di materiale acquistato in confronto ai propri bisogni e, se richiestone, di agevolare la stessa stipulazione dei contratti fornendo i dati necessari circa i prezzi ~correnti del giorno. Con questo programma Governo degli Stati Uniti intende non soltanto di rendere quanto più efficiente la sua prestazione di danaro ma anche di poter acquisire detta prestazione il consenso e lo stimolo tanto delle sfere parlamentari quanto del pubblico, necessario il ~primo per eventuali maggiori future concessioni di credito ed il ,secondo per coprire la sottoscrizione dei buoni relativi. Governo deg<li Stati Uniti ha appreso infatti recentemente ~con vivo sdegno di quali eccessive, assurde ed esorbitanti commi,ssioni profittassero a danno degH Alleati le grandi Industrie locali ~e i ~loro rappresentanti; e mentre intende prevenire rigorosamente ~che ciò si rinnovi evita la critica che il danaro ,prestato agli Alleati sia male speso.

Per realizzare siffatto programma Governo degli Stati Uniti desidera intanto liquidare situazione esistente e chiede perciò d'i conoscere ammontare degli impegni già contratti onde provvedere i singoli Alleati del danaro occorrente alla loro estinzione. Questa cifra accompagnata da dati relativi invocati urgentemente dal Minis~tero del Tesoro non potendo ~conseguirla dalle nostre Commissioni di acquisti, ~che mi dichiarano di essere già provviste di credito sufficiente su queste Banche ma che ignorano con quale mezzo R. Governo vi abbia provveduto e ignorano soprattutto H nuovo dichiarato proposito del Governo inglese di sospendere al Governo italiano il ~credito in ~corso ed ogni ulteriore credito.

Inoltre questo Governo nell'intento di ~svol'gere la propria azione senza ritardo e con vantaggio reciproco reputa necessario che i Governi coi quali contrae prestiti centralizzino le varie Commissioni d'acquisti sotto un'unica direzione 'che dovrebbe far capo alla rispettiva rapprresentanza diplomatica con la qua1e soltanto Governo Federale desidera mantenere ~contatto diretto mentre pel tramite rappresentanza medesima 'le varie Banche del1a Commissione unifi~cata verrebbero poste in contatto colle Autorità competenti americane. DaHa prronta attuazione di questi suggerimenti avremo indubbiamente tutto da guada,gnare: miglior prezzo, migliore quaUtà, maggiore quantità, consegna pronta e sicura e adeguati mezzi trasporto. Così come oggi funzionano ,le nost,re Commissioni verrebbe a perpetuarsi quel grave danno che impostoci finora da forza maggiore non troverebbe più scusa in presenza agevolazioni disinteressate offerteci da questo Governo. Ci riuscirebbe d'aUra parte diffi.ci'le concilia,re agli oc,chi del Governo degli Stati Uniti produzione nostri molteplici bi:sogni con una non concepibile dispersione di forze e con un non ammissibile s·ciupio di danaro. Converrebbe perciò ·che la persona designata dal R. Governo ad unificare direzione varie Commissioni (e che tutto indicherebbe oggi fosse il Generale Tozzi) riceva istruzioni affiatarsi con me per provvedere qui nel modo più pratico alla nuova organizzazione.

Mi permetto segnalare aUa E. V. urgenza decisioni in proposito essendo vari problemi ·che oggi ci interessano 'strettamente connessi fra loro e invoco intanto telegraficamente dal Ministero del Tesoro i dati del nostro attuale fabbisogno per pagamenti (1).

(l) -Ritrasmissione a Parigi, Pietrogrado e Washington del n. 870. (2) -Non pubblicato. (3) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado, con T. Gab. 674 del 7 maggio, che richiama T. 203 da Londra, cfr. n. 870. (4) -Il tel. da Washington è Gabinetto 130 ma non è stato trascritto nel registro Gabinetto. Risulta nel Reg. 450.
903

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1167/108. Parigi, 6 maggio 1917, ore 13,25 (per. ore 16,35).

Stamane i giornali pubblicano un comunicato circa intervista Ribot e Comitato ,guerra con Lloyd George, Lord Cecil, Capo di Stato Maggiore e Ammiraglio Inglese circa operazioni militari in Francia e Oriente.

• Accordo completo si è fatto fra i due Governi. Presidente del Consiglio e i Ministri francesi erano assistiti da Generali Nivelle e Pétain. I Governi italiano e russo rappresentati dai loro Ambasciatori a Parigi».

Al comunica,to 'segue diMuso ,commento che ,concerne specialmente la questione militare anglo-francese e non aocenna nè a Grecia nè ad Asia Minore.

904

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1168/109. Parigi, 6 maggio 1917, ore 15,13 (per. ore 17,50).

Telegramma di V. E. n. 667 (2). Ieri ,si pa~lò con Ribot, Lloyd George e Cecil della risposta da dare alla circolare di Miliukoff. Accennai all'idea espressa da Carlotti dopo la conver

sazione con Thomas. Tutti convenivano di dare subito risposta benevola vaga riservando un'ulteriore risposta sul merito. Ceci! insisteva che la risposta fosse concorde ma non identica. Siccome Ribot non pareva essere al corrente non venne presa decisione.

(l) -Questo telegramma fu comunicato il ? maggio da Sonnino, al fresidente del Consigli?• Boselli, e ai Colleghi della Guerra, della Manna, del Tesoro, dell Agricoltura, del ComlJ!.~reto e dei Trasvorti. pregandoli di volere intendersi tra loro per prendere una ·comune deciSione intesa ad organizzare nel modo migliore i nostri acquisti in America. (2) -Cfr. n. 888.
905

L'AGENTE DIPLOMATICO E CONSOLE GENERAL,E AL CAIRO, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1598/118. Cairo, 6 maggio 1917, ore 15,20 (per. ore 19).

Mio telegramma 116 (1).

«Signor Picot prima di partire per il fronte Palestina ha tenuto ai Siriai1i di Alessandria d'Egitto linguaggio analogo a quello ·riferito nel telegramma suddetto. Non semb~a però che impressione sia :stata favorevole perchè Siriani temono per la loro autonomia tanto più che su questo punto Picot mon volle pronunziar,si benché espressamente inte!1Pellato. Questo Delegato Governo Hedjaz è pure preoccupato sembrandogli ·che Inghilterra, contrariamente alle continue assicurazioni ed a intese passate collo Scerlffo della Mecca, lasci mano libera alla Framcia in Siria. Alto Commissario mi ha detto aver incaricato Sir Mark Sykes di recarsi a Gedda per calmare apprensioni governo Hedjaz e che nutriva fiducia nella conciHazione eventuali contrasti. Si è mostrato lieto per invio nostro contingente Palestina. P~ mia norma linguaggio mi occorrerebbe sapere se esiste veramente accordo fra alleati nella questione Arabia e Siria (2).

906

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SAL.VAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 673. Roma, 6 maggio 1917, ore 22.

(Solo Parigi) Nel comunicare al R. Ambasciatore a Londra il telegramma di V. E. N. 106 (3) ho aggiunto quanto segue: (Meno Parigi): R. Ambasciatore a Parigi telegrafa quanto segue in data 5 maggio:

• Oggi... (come nel telegramma Gab. 1153/107) » (4).

(Solo Pietrogrado): Ho telegrafato ai RR. Ambasciatori a Parigi e Londra

quanto segue:

(Per tutti): Mi preme osservare subito quanto segue circa riserva consenso

Governo russo accennato da Ceci!.

Se pur ritirandosi la Russia dagli accordi del 1915 e 1916 sull'Asia Minore per quanto riguarda Costantinopoli e il riconoscimento degli eventuali acquisti Francesi e Inglesi, ,ciononostante Francia ed Inghi'lterra 'considererebbero validi per quanto le riguarda reciprocamente i loro accordi del 1916, non è ~sostenibile ,che gli accordi tra Italia e Anglo-Francesi (St. Jean de Maurienne e seguito) restino, nei rapporti reciproci, subord1nati alla loro approvazione per parte della Russia.

Il Governo russo può infatti mantenersi nell'equivoco di fronte alle obbligazioni prese in passato con gli Alleati, ma è da ritenersi ,che ciò non può accadere di fronte aUa domanda dell'Italia di approvare e controfirmare quanto essa ha 'convenuto con gli Alleati a St. Jean per la partecipazione equitativa italiana nell'Asia Minore in esecuzione dell'Art. 9 della convenzione di Londra. Qui il Governo russo è nell'impos1si'bilità di rifugiarsi in frasi equivoche ,come nelle ultime note Lvoff e Miliukoff.

In questa situazione e quando la Russia ,perststa in Uin contegno che le renda da ora in poi assolutamente impossibile ogni e qualunque riconoscimento di una eventuale occupazione territo~riale italiana nell'Asia Minore, non sarebbe più nè logico .nè equo subordinare gli impegni e gli accordi intervenuti tra Italia e i due Alleati occidentali alla condizione dell'Approvazione russa.

In questo senso mi 'sono ~già espresso oggi 'Con Barrère. (Solo Londra) Prego V. E. esprimersi analogamente 'Con codesto Governo e telegrafarmi. (Solo Parigi) Prego V. E. adoperarsi presso codesto Governo in conformità di quanto precede e telegrafarmi. (Solo Pietrogrado) Quanto precede per norma di V. E.

(l) -Non pubblicato. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e all'agenzia diplomatica al Cairo con T. 619 del 7 maggio con la seguente aggiunta: « Ho risposto a Negrotto quanto segue: "Circa Arabia Siria e questioni affini stiamo concertandoci alleati nell'intento di giungere ad equi accordi definitivi" •. (3) -Cfr. n. 886. (4) -Non pubblicato.
907

IL CONSOLE A GEDDA, BERNABEI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1602/57. Gedda, 6 maggio 1917, ore 21,30 (per. ore 5,50 del 7).

Ieri è giunto a Gedda Sìr Mark Sykes, membro del Parlamento britannico e Delegato politico in Palestina, il quale ha avuto un lungo 'colloquio col Re dell'Hedjaz venuto appositamente dalla Mecca. Da fonte sicura ho saputo che Governo britannico aveva recentemente sospeso parte aiuti finanziari finora conces,si Governo Mecca a ·cagione insufficiente ·cooperazione araba alle operazioni militari inglesi in Palestina e per le aumentate pretese egemonia Re dell'Hedjaz sui Paesi arabi (Irak).

Dopo spiegazioni reciproche Sir Mark Sykes ha riportato impressione che movimento indipendenza araba ha realmente giovato agli Alleati coll'immobilizzare 5 divisioni turche nell'Yemen e ne1l'Hedjaz e coll'impedire comunicazioni tra Governo ottomano e Capo Senussi, agli effetti propaganda panislamica. Perciò Delegato suddetto ha confermato fiducia Governo inglese allo Sceriffo assicurando continuazione suo appoggio riconosciuto indi1spensabile per armamento e sollevazione tribù Anaze di Siria contro i Turchi. Per contro Re dell'Hedjaz ha oUenuto promessa che Inghilterra con le Potenze Alleate lo riconoscerà quale primo Princi,pe Arabia ed esaminerà benevolmente questione egemonia araba in seguito risultanze guerra. Sir Mark Sykes è partito oggi col ColonneHo Wilson Cairo. Re dell'Hedjaz rimarrà qualche giorno a Gedda.

908

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1636/353. Pietrogrado, 6 maggio 1917 (per. ore 12 del 10) (1).

Giornali riportano intervista Miliukoff al corrispondente del Manchester Guardian. Dopo aver detto che Austria non ha fatto 1proposte ufficiali di pace che possano servire da veri negoziati pace, aggiunse ·che non aveva ragioni per credere ~che negli ultimi tempi Austria avesse migliorato t'rattamento degli slavi del sud; ·che se Russia vincerà guerra accorderà loro non 'solamente l'autonomia, ma anche indipendenza. Miliukoff disse ancora che Russia accetterebbe neutrnlizzazione Dardanelli quando ciò significasse libero passaggio navi mercantili di tutte nazionalità, ma Russia deve insistere nel 'suo dkUto di chiudere gli St,retti al'le navi da guerra straniere e di ciò non ~sarebbe possibile che qualora essa dominasse gli Stretti od avesse possibilità fortificarli. Ciò non creerebbe ostacoli al traffico ferroviario Europa occidentale ·e CostanHnopoli, poichè Russia accorderebbe tutte Nazioni eguaglianza diritti sul terreno ·commerciale eccezione fatta beninteso per Imperi Centrali in conformità quanto è stato deHberato Conferenza Parigi. Miliukoff concluse che Stati Uniti non soUeyerebbero difficoltà poichè Presidente Wi1son ebbe a dichiarare che non aveva obiezioni ~contro dominio russo su Costantinopoli sulla base degli accordi pree

sistenti fra Russia e suoi alleati.

(l) Il te!., redatto il 6 maggio, fu trasmesso da Pietrogrado 1'8 maggio, alle ore 15.

909

IL DIRETTORE GENERALE DEL FONDO PER IL CULTO, MONTI, AL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO

L. Roma, 6 maggio 1917.

Secondo gli accordi che ho avuto l'onore di prendere a voce con l'E. V. ho .riferito al Cardinal Gasparri, Segretario di Stato di Sua Santità, semplicemente a titolo di cronaca, quanto V. E. mi faceva presente con la rpregiata Sua lettera del 18 aprile pp. (l) riguardante le false voci diffuse in Spagna intorno ad insurrezioni che sarebbero avvenute in Italia.

Il Cardinale predetto mi ha dichiarato di ritenere assolutamente insussistente che l'origine di tali voci sia quella indicata, e cioè l'Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede.

Quest'Ambasciata invero -come già mi permisi far rilevare a V. E. non avrebbe ragione di mandare notizie inesatte al suo governo, ben sapendo che esso ha modo di controllarle agevolmente a mezzo dell'aUra A.mibasciata presso il Quirinale, e che d'aLtronde 'l!'Ambasciatore nostro a Madrid PIUÒ sempre, per incarico del R. Governo, stabilire la verità delle cose, e smentire ogni notizia meno che esatta.

910

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 680. Roma, 7 maggio 1917, ore. 20,30.

Prego segnarmi ricevuta, appena Le pervenga, del mio dispaccio n. 18 in data 3 corrente (2) speditole ·con corriere di Gabinetto. Voglia rpoi dar ·col"so immediato alle istruzioni ivi contenute attivando i negoziati condusivi e telegrafarmi.

911

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AI MINISTRI A BERNA, PAULUCCI, E A JASSY, FASCIOTTI

T. GAB. 681. Roma, 7 maggio 1917, ore 20 ,30.

Mi viene riferito che in questi giorni deve arrivare in Svizzera Ammiraglio rumeno Ni~.l:a Racoski, ex Aiutante di Campo del defunto Re di Romania.

accompagnato dal suo .cameriere Braum Caro!. Ragione apparente del viaggio sarebbe studiare organizzazione internamento dei prigionieri di guerra e Croce Rossa svizzera. In realtà Ammiraglio ritenuto uno dei più ardenti germanofili avrebbe una missione segreta.

(Per Jassy) Prego telegrafarmi quanto Le risulti in proposito.

(Per Berna) Quanto precede per sua opportuna notizia.

(l) -Cfr. '<l. 776. (2) -Cfr. n. 884.
912

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1175/111. Parigi, 7 maggio 1917, ore 21,40 (per. ore 0,20 dell' 8).

Cambon mi dice che Ribot ha parlato a Lloyd George perchè sia aumentato all'Italia il tonnellaggio per il ca<rbone secondo le tante insistenze che si sono qui fatte.

913

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1174/110. Parigi, 7 maggio 1917, ore 21,40 (per. ore 1,05 dell' 8).

Telegramma di V. E. n. 673 (1).

Da Cambon a,ppresi ieri ·che hanno mandato a BaTrère la risposta per l'Asia Minore. Secondo egli mi dice Ja risposta .contiene 'la riserva della libertà del porto di Smime e il trattamento ai francesi uguale a quello che sarà fatto a Mersina e Alessandretta agli Haliani; più la riserva drca il .consenso russo. Non è stato precisato i'l punto ad ovest di Mersina e Cambon aggiunge che secondo R~bot questi e altri punti meno ·Chiari potranno essere definiti in una conferenza a Londra.

Dato dò non ho creduto entrare in discussione circa il punto presso Mersina perché certamente Cambon non avrebbe discusso in aHesa della risposta di V. E. sulla proposta deHa ·conferenza di Londra.

Lo stesso per la questione del ·conseillso russo. A ciò accennai come mia idea personale e Cambon ·che pareva fosse della mia opinione troncò il discorso dicendo che • se mai tale questione potrà essere discussa alla proposta conferenza di Londra • (2).

(l) -Cfr. n. 906. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con T. Gab. 686 dell'8 maggio con istruzioni per Parigi e Londra, cfr. n. 918.
914

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 1177/214. Londra, 7 maggio 1917, ore 20,40 (per. ore 3,10 dell' 8).

Durante i due giorni da me :passati a Windsor 'la settimana scorsa, S. M. il Re accennò con particolare interesse e con accentuata speranza alla imminente nostra offensiva. Del medesimo argomento mi risulta che questo Sovrano ha recentissimamente pal'lato con vari pel1sonaggi. In generale prevale al presente momento in questo pubblico un sentimento di grande aspettativa per il pronto inizio preannunziato e desiderato delle operazioni militari sulla nostra fronte. Invio per posta l'articolo odierno del Daily Chronicle con un accenno alla desiderabile simultaneità delle azioni su ·tutti i fronti degli Alleati.

915

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 1176/213. Londra, 7 maggio 1917, ore 22,40 (per. ore 3,40 dell' 8).

In conversazione familiare con mia moglie S. M. il Re a proposito delle due Granduchesse montenegrine venute a parlare del Montenegro disse ·che malgrado la simpatia pel1Sonale :sempre is1piratagli dal vecchio Re, temeva che quello Stato troppo piccolo per conservarsi e svilupparsi, 1sia fatalmente destinato a scomparire. Credo opportuno riferire ad ogni buon fine l'osservazione del Sovrano riecheggiante sostanzialmente quella due volte fattami da Hardinge.

916

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1182/90. Stoccolma, 7 maggio 1917, ore 16,50 (per. ore B,40 dell' 8).

Huysmans par·lando con persona di mia fiducia avrebbe vivacemente protestato contro accuse fattegli di germanofilia, avrebbe affermato che piuttosto che far pace •col Governo tedesco reazionario, le Potenze d~ll'Intesa dovrebbero continuare per altri due anni la guerra e, pur rilevando ·che l'Lnevttabile democratizzazione di tutti gli Stati migliorerà senz'altro dovunque le condizioni delle minoranze nazionaJli, avrebbe riconosciuto la necessità di trovare soluzione soddisfazione per questioni come quella dell'Alsazia e Lorena, della Posnania e delle rivendicazioni nazionali italiane. Mi risulta altresi che se non per una conferenza plenaria almeno per le conversazioni separate gli organizzatori della progettata conferenza sperano di poter far venire qua fra breve i rappresentanti dei sociaHsti ted'es•chi, austriaci, ungheresi, russi e francesi. Non so che fondamento abbia tale speranza, ma se H convegno socialista dovesse prendere qua una cel'ta importanza, credo che sarebbe indispensabile che anche i socialisti italiani vi fossero rappresentati dai loro uomini più eminenti e specialmente da quelli che per cultura, conoscenza di lingue straniere, esperienza di mondo sono meglio in grado di esercitare una influenza morale a sostegno delle nostre rivendicazioni nazionali.

917

IL MINISTRO SILJ, AL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO

(Ed. in MARGIOTTA-BROGLIO, Italia e Santa Sede, pag. 334)

L. R. Roma, 7 maggio 1917.

Mi acquieto alle tue assicurazioni. Del resto la coincidenza, tu stesso lo riconosci, doveva sembrare assai strana. Che delle notizie debba es·ser messo a parte l'on. Sonnino e l'on. Boselli, se tu credi ch'esse possano avere quaJJche importanza, è ben naturale.

La storia... di Russia, come tu dici, nella sostanza, se non neHa forma, può essere non una storia. Non era neppure una storia quello che vi fu riferito, circa un mese e mezzo prima che scoppias·se la rivoluzione, che la •Situazione in Russia era caotica e che là si era alla vigilia dell'ottantanove.

Si dice ·che vi sia un lavorio dip•lomatico per l'assetto politico di Te!'ra santa. Ci sarebbero t.re tendenze: l'internazionalizzazione; il protettorato inglese; il protettorato francese. La Russia, tra i due protettorati, preferirebbe quello inglese. L'importanza politica del protettorato sui Luoghi Santi è di uno straordinario interesse per il prestigio e per l'influenza morale del mondo specialmente orientale.

Il Vaticano, che tante volte ha dovuto rifondere somme rilevanti per salvare situazioni assai gravi, penso che con s1mpatia vedrebbe attuato un controllo da parte dello Stato su istituti che raccolgono ed amministrano il danaro, che ad essi viene affidato dai cittadini. Gli scandali bancari recenti e passati, offrirebbero seria giustificazione ad un provvedimento che sottoponesse le banche private alla stessa sorveglianza, o quasi, deHe Casse di risparmio. Le Oipposizioni che già si sollevarono al progetto Nitti, non è facile che risorgarno ora.

Un articolo pubblicato da un ebreo nel Journal des Débats, ed un articolo di Pieton mettono in luce la tendenza, che si manifesta in Francia, di ristabilire le relazioni con la S. Sede.

918

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 686. Roma, 8 maggio 1917, ore 13,50.

(Meno Parigi): R. Ambasciatore a Parigi telegrafa quanto segue in data 7 maggio: • Da Cambon appresi... ecc. ecc. (come telegramma 1174/110) • (l\. (Solo Parigi): Nel comunicare al R. Ambasciatore a Londra telegramma di

V. E. n. 110 ho aggiunto quanto segue: (Solo Pietrogrado): Ho telegrafato al R. Ambasciatore a Londra quanto segue:

(Per tutti): Accetto ripresa conf.erenza Londra ,per definitiva redar:ione e conclusione accordi per Asia Minore. Resta in massima concordato:

l) accettiamo Smirne come porto franco nei riguardi de~i Alleati con rec~procità di trattamento per Alessandretta e Mersina da parte Francesi e Caifa da parte Inglesi;

2) chiediamo quanto risuLta nella ca11tina al·legata al mio dispacdo del 3 corrente (2) e nei telegrammi 635 (3), 654 (4) e 658 (5) e cioè zona tinteggiata in verde in possesso, zona segnata C' in protettorato, zona segnata c• da trasformarsi da zona di protettorato in zona di possesso, confine orientale segna il confine attuale fra i sangiaccati di Mersina ed Itchili. Raccomando V. E. adoperar!Si col massimo impegno perché conferenza si aduni costà senza indugio.

919

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1184/49. Corfù, 8 maggio 1917, ore 16,25 (per. ore 19,40).

Pachitch e gli altri Ministri hanno riconosciuto necessario che il Governo d'ora innanzi rimanga unito e più vicino al Prindpe Reggente e perciò si trasferisca nella Macedonia greca. Per ragioni materiaU e morali il Governo serbo esclude Salonicco. Ministro della Guerra .ripartito stamane col Ministro dell'Interno via Santi Quaranta per Salonicco è stato inca.ricato di esaminare una località a sud di Florina e lungo la ferrovia per Salonic,co ed inviare tosto qui un rapporto. Pachitch mi ha confidenzialmente detto che se l'installazione è possibile colà egli .comunicherà ai Governi alleati l'intenzione del Governo serbo chiedendo ·che con qualche misura di ex·tra-territoriaUtà si assicuri nella piccola ci.ttà prescelta la possibilità pel Governo serbo di svolgere di là la s>Ua azione al riparo dagli ondeggiamenti delle autorità locali greche.

Pachitch chiedeva sul progettato trasferimento mio avviso personale che ho dato favorevolissimo.

(l) -Cfr. n. 913. (2) -Cfr. n. 884. (3) -Cfr. n. 851. (4) -Cfr. n. 878. (3) -Cfr. n. 880.
920

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1189/216. Londra, 8 maggio 1917, ore 3,32 (per. ore 20,40).

Ho ricevuto dispaccio di V. E. Gabinetto 18 (l) con i sei documenti allegati. Resta inteso dunque che salvo ordini contrari di V. E. io consegnerò dopo domani a Ceci! copia :

a) del testo dell'accordo; b) del progetto di Nota da scambiarsi a negoziato ultimato; c) della carta.

Per quanto concerne analoga consegna a Cambon mi parrebbe opportuno rinviarla al momento in cui sarò stato informato o da V. E. o da Salvago dell'accordo definitivo raggiunto a Parigi in base ai documenti consegnati dal mio collega e delle istruzioni inviate a Cambon di procedere allo scambio di note con me. Mi parrebbe desiderabile di evitare se possibile che il meticolosissimo Cambon abbia a sollevare di sua iniziativa obiezioni di natura a ritardare l'approvazione del suo Governo. Tale procedura non potrebbe del resto provocare alcuna me,raviglia dal momento che i documenti sono consegnati contemporaneamente qui ed a Parigi.

921

IL CONSOLE A MALTA, DE LUCCHI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1621/31. Malta, 8 maggio 1917, ore 8,50 (per. ore 22,30).

Ieri sera fu arrestato Onorevole Mizzi membro del Consiglio legislativo per alterazione minuta stenografica suo discorso nel quaile irnterpolò frasi violente contro Governo inglese ed aperte affermazioni di irredentismo italiano che effettivamente non aveva osato pronunciare in seduta pubbUca. Egli era Presidente del Comitato della Dante Alighieri a Malta ·che in seguito ad inchiesta provocata dal mio predecessore fu soppresso con deliberazione unanime consiglio centrale adunanza 30 novembre 1913, presieduta Onorevole Boselli. Malgrado ciò come risulta dal rap:por·to 5 marzo 1914 il Mizzi continuò a farsi passare in quella qualità presso alcuni giornaBsti e parlamentari del Regno. Sorprendendo la buona fede di alcuni di questi e fra i quali S. E. Boseni, egU ricevette telegrammi di ringraziamenti per altri da lui spediti in ricorrenze solenni per il nostro Paese. Sapendo il Mizzi da queste autorità sos1pettato di essere agente segreto del Goveimo Italiano per scopo di irredentiSJmo e temendo che dal rinvenimento al suo domicilio di recenti telegrammi dell'attuale Presidente del Consiglio, quel sospetto potesse in qualche maniera venire aggravato, conferii

lungamente con questo Governatore per spiegargli lo stato delle cose. Quantumque egli si fosse mostrato molto soddisfatto e grato delle mie spiegazioni, e la questione possa considerar,si come chiarita, credo ·che sia ·conveniente informare di quanto precede V. E. non .essendo improbabile che del sensazionale arresto di colui che per alcuni nostri giornali e uomini politici passa per il paladino dell'Italianità di Malta, come pure delle relazioni che egli pretende di avere colla Società Dante Alighieri, si possa avere da noi qualche eco nella stampa e in Parlamento.

(l) Cfr. n. 884.

922

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1188/220. Londra, 8 maggio 1917, ore 22,25 (per. ore 2,25 del 9).

Telegramma di V. E. Gab.... (l) Ceci! cui parlai oggi nel senso prescrittomi da V. E. ha replicato che il consenso russo ai noti accordi per l'Asia Minore appare indispensabile al Gabinetto di guerra il quale vi ravvisa un atto doveroso, naturale conseguenza delil'Alleanza. n farne a meno sarebbe illegale e sommamente pericoloso in quanto potrebbe offrire un •pretesto a concludere la pace separata. Ho replicato che l'ipotesi contemplata da V. E. era ben altra in quanto essa prevedeva o l'a<tteggiamento equivoco ovvero ·l'impossibilità di qualunque riconoscimento ad una nostra eventuaie occupazione in Asia Minore. Nel qual caso il voler subordinare ,gli accordi al beneplacito russo e lasciare così praticamente in aria il negoziato sarebbe illogico ed ingiusto. Ha risposto il Ministro sembrargli si po•ssa verosimilmente contemplare due ipotesi:

l) che il Governo vusso si dimostri contrario in tesi generale a qualsiasi annessione da parte qualsiasi Potenza e dovunque:

2) che esso sollevi speciali obiezioni determinate da motivi ed interessi suoi particolari contro gli accordi italo-franco~britannki. Nella prima ipotesi si verrebbe a sollevare una gravissima questione di principio la quale richiederebbe un serio esame da parte degrli aUeati. Nella seconda ipotesi si renderà tra noi e ·la Russia necessaria una discussione per giungere ad un'inte,sa. Nell'uno e nell'altro caso occorre di conoscere il pensiero del Governo russo prima di procedere oltre. Finora, Pietrogrado, benché messo al com·ente del tenore de'll'accordo raggiunto non si è pronunciato esplicitamente. Miliukoff ha però lasciato apparire che non lo gustava molto. Avendo io rilevata la necessità di uscire comunque da questa incertezza vista l'urgenza di venire una buona volta ad una conclusione, ha osservato Cecil necessitare in questo momento di agire

con grande prudenza e delicatezza di mano, tenendo conto della situazione estremamente difficile in cui trovansi Miliukoff ed il Governo provvisorio. Certamente se la risposta tardasse moito, converrà sollecitarla e del .resto sta a noi prindpalmente adoperarci a Pietrogrado per ottenere che la risposta venga il più presto possibile e sia quale la desideriamo. Governo britannico, come di ragione, non intende menomamente ritornare su impegni presi ma non potrebbe, senza violare i doveri dell'alleanza, dispensarsi del consenso russo. Salvo ordini contrari io mi propongo per guadagnare tempo di consegnare io a Cecil i documenti specificati nel mio telegramma odierno (1).

(l) Gruppo indecifrato

923

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1190/219. Londra, 8 maggio 1917, ore 10,25 (per. ore 2,31 del 9).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 672 (2).

Cecil mi ha d€tto che queste autorità militari stanno appunto esaminando la grave questione prosp€ttata da V. E. Egli ritiene desiderabile che ad analogo esame procedasi pure da parte nostra e francese.

924

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1187/218. Londra, 8 maggio 1917, ore 22,25 (per. ore 4,30 del 9).

Mio telegramma Gabinetto n. 198 (3).

Parlai ieri a Langley, tornato la vigilia, nel senso prescrittomi da V. E.

delle comunicazioni fatte durante ,la sua assenza circa il Lago Tsana. Langley

llli disse che aveva preso visione del mio promemoria e che preparava una.

risposta da inviare per mezzo di Rodd e del quale avrebbe dato comunicazione

pure a me. Aggiunse che i negoziati che avrebbe intavolati non avevano scopi

territoriali ma unicamente idraulici secondo ci venne detto nel 1916 (vedere rap

porto 25 maggio 1916 n. 686).

Rinnovai per conto mio insistenti premure perché eventuali conversazioni

sulla... (4) abbiano luogo a Roma.

(l) -Ritrasmesso a Parigi e Pietrogrado con T. Gab. 691 del 9 maggio. (2) -T. Gab. 672, spedito a Londra e Parigi il 6 maggio, che non si pubblica: preoccu-pazioni di Sonnino per l'aggravarsi della situazione russa. (3) -Cfr. n. 836. (4) -Gruppo indecifrato.
925

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1675/362. Pietrogrado, 8 maggio 1917 (per. ore 0,30 del 13) (1).

Congresso socialista Stoccolma che doveva riunirsi 15 corrente, è: stato rimandato a fine mese. Rinvio secondo Miliukoff sarebbe dovuto ad iniziativa del gruppo socialista francese che fa capo a Longuet il quale spererebbe modificare maggioranza rappresentanza partito (che oggi è di 13 contro 11) in modo da far ac·cettare compatibilità presenza socialisti germanici e francesi nei congressi internazionali. Miliukoff si mostrava di ciò preoccupato, ma questa Ambasciata francese esclude possibilità che maggioranza pall'tito socialista francese accetti tale condizione e intervenga al Congresso di Stoccolma se vi parteciperanno socialisti tedeschi. Quanto partecipazione di questi ultimi, secondo un telegramma dall'Aja, Bethmann Hollweg la favorirebbe per un gruppo di minoristi capitanati da Haase e che :lìu sempre fra i pochi pacifisti di partito repubblicano (?).

Socialisti russi non hanno ancora nominato rappresentanti a quel Congresso.

926

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1824/623. Parigi, 8 maggio 1917.

Col mio telegramma gabinetto n. 110 di ieri (2) ho avuto l'onore di rife

rire all'E. V. come dal Signor Cambon io abbia appreso che dei dettagli circa

la zona attribuita alll'Italia in Asia Minore il Signor Ribot desideri ,si tratti a

Londra in una conferenza.

Ho chiesto se sarà la stesiSa conferenza la quale già si occupava nello scorso

inverno di tale questione; composta cioè dal Ministro inglese e dagli Ambascia

tori di Francia, Italia e Russia, ed il Signor Cambon mi ri~spose affermativa

mente, ma si riprese subito aggiungendo: « a menoché qualcuno non preferisca

mandarvi dei Ministri specialmente delegati». Cercai sapere quali questioni si

desidera trattare, ·ma mi si rispose vagamente accennando, come ad un e:oempio,

alla precisa indicazione del punto-ad ovest di Mertsina « tanto da lasciare che

quella località non sia soffocata dalla troppo vicina frontiera». Siccome io aspet

tavo di sentirmi indicare altri punti da discutere, il Signor Cambon mi fece

notare che i punti da precisare dovevano essere molti, visto quanto quella carta

di Lloyd George fosse più che schematica.

Nel mio telegramma ho pure ag,giunto aver creduto preferibile non parlare delle varie questioni deHe quali V. E. mi aveva telegrafato giacché certamente Cambon non avrebbe discusso e si sarebbe completamente giovato di quanto gli avessi detto io. Solo gli accennai come l'aHro giorno avrei voluto osservare a Lord Cecil ·che 'subordinare il consenso inglese al consenso russo non fosse molto consigliabile con la recente attitudine russa di rinuncia ad ogni occupazione territoriale, e soggiunsi « è evidente che se i russi si dis1nteressano all'Asia Minore voi e gli inglesi non rinunzierete a'lle vostre zone, il consenso ora dato a noi resta definitivo e la riserva al ·consenso russo cade di per sé l>. A ciò il Cambon annuì ma quando gli dissi che mi faceva piacere di sentire essere quello il suo avviso perché ciò mi dimostrava che avevo fatto bene a non pavlarne l'altro giorno essendo cosa evidente, egli si riprese e mi dis!Se invece che dalla mia osservazione dovevasi parlare alla Conferenza di Londra.

L'osservazione del Cambon sulla carta di Lloyd George mi induce a sottoporre all'E. V. alcune considerazioni a proposito delle quali Le sarei grato se volesse darmi istruzioni qualora si dovesse trattare ancora di tale questione prima che a Londra si concluda.

Nella terza facdata del telegramma n. 654/417 del 3 maggio (l) corrente è detto che nel caso in cui questo Governo accettasse la linea di confine del Sangiaccato di Mersina ·come frontiera tra le due zone, dovrei « in via subordinata e senza farne questione sine qua non, proporre che quel dado di territorio segnato sulla cartina come C2 divenisse « zona di occupazione » anziché « zona d'influenza».

A questo p!!oposito io mi permetto di fare osservare come for,se non converrebbe sottoporre un dubbio ma chiedere senz'altro che « la zona d'occupazione italiana arrivi anziché al carpo Anamur, al confine attuale del Sangiaccato di Mersina ». Io credo ·Che la Francia farà os,servazioni e cercherà di respingere :il nostro confine più ad oves·t, mi pare pe,rò probabile che finirà per accettare quel limite logico ed equo ma ritengo quasi certo che non solleverà la questione della zona di occupazione o zona d'influenza. Non so concepire i.n:l'atH cosa resterebbe quel dado di territorio qualora dovesse essere riconosciuto come appartenente alla • zona d'influenza italiana ». Un territorio il quale fa parte della zona d'influenza d'una potenza è -eredo -sotto la sovranità di un'altra nazione la quale lo possiede e lo amministra, ma ha una .specie d'ipoteca politica ed economica dello Stato che vi estende la sua influenza. Ora a chi apparterrebbe quel dado? Alla Turchia? No, perché non ha modo di recarvisi senza passare attraverso i1 territorio italiano o francese. All'Italia? No, ,perché allora non si tratte!l'ebbe di sola «influenza» ma di sovranità, di occupazione. Alla Francia? No, anche perché la Francia non ammetterebbe mai di riconoscere «un'influenza straniera » su territorio suo.

Può essere che io mi inganni per non aver capito bene la carta, molto schematica o per altre cause; ma credo che si debba escludere come assurda l'ipotesi che quel tanto che avremo a Est del capo Anamur, sia soltanto zona d'1nfluenza anziché zona di occupazione.

Un'altra questione invece io credo converrebbe fos1se sollevata, for.se in via subordinata e senza farne una questione sine qua non: queHa delia linea di frontiera segnata sul'la car.ta inviata da codesto R. Ministero, e dipinta in verde, a est, a sud e a ovest di Afium Karahissar. Secondo appadsse dal limite della zona dipinta in verde, ,Ja frontiera della futura zona italiana taglierebbe la ferrovia di Kas.saba a venti o trenta ·chilometri (dalla carta così piccola è difficile dedurre dati approssimativamente esatti) a Est di un abitato che, forse a causa di troppo numerose trascrizioni ha finito per ·chiamarsi Ganaz, mentre non so se tal nome esista e non ne trovo tra·ccia nella carta francese a'l milione (forse è Usciak). Traversata la fer.rovia scenderebbe ·COn direzione sud es•t fino a passare a

pochi chilometri al nord del lago Haviron e proseguirebbe in direzione di est tagliando di nuovo la ferrovia 'Ìn un punto che credo 1possa essere di qualche chilometro al sud della punta meridionale del lago Akcheki. La ferrovia di Cassaba a Adana Mersina sembra quindi debba usdre dal futuro territorio italiano a circa 250 ~m., e usdrne a percorrerne qualcosa come 150 km. in territorio turco e rientrare in territorio italiano che pel'corre per 250 km. di'ca fino alle porte di Cilicia, dove entrerà in territorio francese che percorrerà per 70 chilometri circa prima di giungere ad Adana.

In tal modo tutta la regione di Konia attraversata da circa 350 chilometri di fe11rovia italiana e la regione di Adana con almeno 70 chilometri di ferrovia francese non potranno .comunicare con Smirne se non ·col consenso del tronco ferroviario tur·co (150 chilometri) a ovest ed a es't di Afium Karahissar.

Politicamente ciò sarà intollerabile per noi e per i francesi ed un rimaneggiamento di quella linea di frontiera, tracciata tanto bruscamente e senza incaricar·si della geografia, si impone. Dico • rimaneggiamento • perché credo ,gj potrebbe far seguire alla linea di frontiera una direzione est da Dervendkeni, raggiungere i monti Emir passando a nol'd di Afium Karahissar per •scendere poi alla linea verde della carta e, se i negoziatori stranieri fossero presi da tanta tenerezza per la Turchia da doverla compensare dei relativamente pochi chilometri pel'duti ,con questa modificazione, .sarebbe possibi,le offrir Imo in cambio dei pezzi di territorio che, secondo la linea verde, sembrano attribuiti alla zona italiana verso Kaiserch mentre se ·si adottasse il sistema di seguire per quanto è possibile gli attuali limiti dei Sangiaccati, potrebbero essere esclusi.

Giacché ho accennato a questi dubbi che mi ·si affaeciano guardando il lucido preso da quello abbozzo di carta annessa al progetto Balfour o a quello di L'loyd George e la carta francese militare, mi pevmet.ta l'E. V. ·che attiri la Sua attenzione sulla opportunità ·che forse vi sarebbe di ,consultare qualche vera car.ta di quelle regioni o meglio ancora qualcuno ·che conoscesse quei paesi. Quanto l'Ambasciatore d'Inghilterra ha riferito sulla percorribilità della valle del Guenk da una ferrovia che penetri neWintemo per congiungersi alla ferrovia Kassaza-Afium Karahìssar-Adana apparisse probabile dando un'occhiata anche alla carta francese al milione, d'ella quale ho mandato alcune copie a codesto R. Ministero ed una aUa R. Ambasciata a Londra. Ma altre indicazioni utili potrebbero suggerire una buona carta o meglio ancora una persona che conosce quelle regioni.

(l) -Il te!., redatto 1'8 maggio. fu trasmesso da P\etrogrado H 12 ma«gio, alle ore 12. (2) -Cfr. n. 913.

(l) Cfr. n. 878.

927

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 688. Roma, 9 maggio 1917, ore 13,30.

Rapporto di V. E. N. 607 in data 4 corrente (1).

Non ho difficoltà di vedere il Signor Retinger dopo che sarà stato a Londra. Conviene però non dargli l'illusione che il Governo italiano possa in questo momento prendere iniziative per la costituzione di un esercito Polacco contro gli Imperi Centrali. R. Governo potrà simpatizzare con l'idea e appoggiarla -ma non gli è possibile fare es1s0 un paese che oggi possa .scuotere di più la situazione del Governo provvisorio russo all'interno, e ·che dispiaccia 1per questa ragione agli Alileati -tanto .più che non vi ·sarebbe poi modo di creare un tale esercito e tanto meno di fornirgli alcun aiuto reale contro la vo.lontà dei Russi.

928

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. u. S.N. Roma, 9 maggio 1917, ore 14.

Telegramma di V. E. N. 216 Gab. (2J.

Ripetizione della seconda pagina dell'allegato N. IV (3) • e nell'intento equi

parare il valore dei reciproci consensi si potrebbe aggiungere al primo capo

verso dell'articolo 2 la formula: « Ou bien dans toute autre fo~me qu'elles juge

ront convenable » ovvero altra formula da convenirsi.

Numero 3. È necessario consacrare una nuova redazione dell'art. 3 dell'ac

cordo franco-inglese il quale nominando la Russia omette l'Italia, cosa contraria

alla nostra dignità e non rispondente agli interessi storici ed' at.tuali che abbiamo

in Palestina. La formula che proponiamo ammette i•l .prevedibile interessamento

degli Stati Uniti. Il secondo capoverso aggiunto riproduce la formula proposta

dal barone Sonnino nel convegno di S. Giovanni di Moriana, accettata dai signori

L.loyd George e Ribot.

Numero 4. La questione idraulica del Tigri e dell';Eufrate non ci concerne.

Viceversa essendo Italia potenza essenzialmente mediterranea, è interessata

alla situazione di Cipro, al medesimo titolo della Francia.

Numero 5. Regime dei porti. In linea generale sarebbe convenuto a noi non

accordare alcun privilegio nei nostri porti e fare a meno di privilegi nei porti

alleati. Ma a questo principio è giuocoforza a rinunziare per due ragioni: l) per

chè gli alleati ci hanno domandato che il porto di Smirne sia dichiarato libero:

2) perché l'attuale sbocco al mare della regione di Konia passa per territorio

francese e per molto tempo sarà così finché non sia costruita altra linea ferro

viaria di allacciamento o diretta verso il mare attraverso nost·ri tecr-itori. Que

sto numero 5 riguarda formu'la usata nell'aecordo franco-inglese per i porti di

Alessandretta e Caifa.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 920. (3) -Cfr. n. 884, allegato III.
929

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 689. Roma, 9 maggio 1917, ore 17,20.

(Meno Londra) R. Ambasciatore a Londra telegrafa quanto segue:

«Ho ricevuto dispacdo di V. E. n. 18. Resta inteso ecc. ecc. (come nel telegramma Gabinetto n. 1189/216) » (1).

Ho telegrafato ad Imperiali quanto segue:

(Solo Londra) Telegramma di V. E. n. 216.

(Per tutti) Secondo il concetto espresso nel mio dispaccio del 3 Maggio, i· testi di note da noi proposte non dovevano es,sere consegnati al Foreign Office che «alla fine del negoziato~. Doveva doè precedere una esp!~icita inte,sa stabilente 11 benestare della cartina da noi redatta e dei punti fondamentali dell'accordo da farsi * È essenziale che V. E. s'intenda chiaramente con codesto Governo a tale proposito, esibendo la cartina ailiChe prima di consegnare i testi delle note da scambiarsi, e ciò per evitare che nella riunione a quattro si sollevino, relativamente ai testi, questioni minori e di forma che ~ritardino la netta determinazione dei punti fondamentali su ~cui deve ver:tere l'accordo. Raccomando a V. E. la maSISima urgenza, perché la rapidità del negoziato nella convocazione della riunione della conferenza costì (mio telegramma n. 386) (2) è di somma importanza per noi, data la ,situazione incerta di Miliukoff e della Russia.

Telegrafo a Salvago perché inizi senz'altro i negoziati sui 1punti riguardanti specialmente la Francia. Avverto che fino ad ora Barrère non mi ha comunicato la risposta ~che Cambon diceva gli era stata inviata fino dal 6 maggio e che Ribot dichiarò il 5 mi sarebbe stata inviata entro 48 ore. Quando a Parigi ritardassero le loro decisioni ~converrebbe comunque solledtare ,Ja ripresa delle riunioni della conferenza a quattro costà (3). *

(Solo Parigi) Prego V. E. agire in conformità di quanto precede (4).

930

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. UU. 1196/221. Londra, 9 maggio 1917, ore 13,50 (per. ore 20,10).

Telegramma di V. E. n. 686 (5). Se alla conferenza proposta dovessero partecipare solo i rappresentanti dell'Italia, Francia e Gran Bretagna non vi ravviserei inconvenienti. Senonché data l'evidente impossibilità d'escludere il rap

presentante della Russia che partecipò alle due 'prime senza ferire gravemente suscettibilità di Miliukoff, la riunione di una conferenza plenaria alrlo scopo d'intendersi sui punti accessori del negoziato italo-franco-britannico e per la definitiva redazione dell'accordo, mi apparirebbe al momento presente assai pericolosa. Accenno fatto ieri da Gecil alla scarsa simpatia manifestata da Miliukoff ai termini deH'accordo lascia ritenere possibile se non probabile che il Governo russo messo nella necessità di pronunziarsi abbia o a sollevare serie obiezioni di massima ~contro ogni specie di annessione (prima ipotesi contemplata da Cecil) ovvero in merito al nostro accordo proporre a tutela dì pretesi interessi russi o per altri motivi modificazioni da noi non aceettabili. Nella prima ipotesi come nella seconda d troveremmo per altre cause ne1la medesima intricata rsituazione che ispirò decisione di V. E. di SOEipendere la ·Conferenza. È questa un'eventualità che non mi pare prudente escludere e sulla quale comunque mi è sembrato doveroso di attirare l'attenzione di V. E. Miglior procedura sarebbe invece, a mio subordinato parere, quella di finalizzare prima l'intesa su tutti i p!Unti con Francia e con Gran Bretagna proponendo, se necessario, discussioni sulla base dei documenti inviati d'a V. E. col suo dispaccio Gab. n. 18 (1). Raggiunta tale intesa (in seguito alla quale Francia e Inghilterra resterebbero implicitamente vincolate) e quando non rimanesse che procedere allo scambio definitivo deLle note, si potrebbe bensì riunire la conferenza. La quale tuttavia ~parmi indispensabile sia preceduta da abi'le azione a Pietrogrado ~con l'efficace assistenza che abbiamo diritto d'invocare dal1a Francia e dalla Gran Bretagna allo scopo di persuadere Miliukoff a dare o almeno promettere formarle adesione russa senza la quale ritengo estremamente difficile indurre questo Governo ad addivenire ad ogni formale atto condusivo. Prima pertanto di fare a Cecil proposte per la pronta riunione della confe.renza attenderò ordini ulteriori di V. E.

(l) -Cfr. n. 920. (2) -Non pubblicato. (3) -Il brano fra asterischi è er!itn in SoNNINO, Carteggio. II, cit., pp. 211-212. (4) -Cfr. Tel. di Giers a Miliukoff in cui riferisce di un colloquio con Sonnino, il 9 maggio. Questi disse a Giers che la questione dell'Asia Minore sarebbe risolta con la partecipazione russa, ma espresse timore che la situazione interna non lasciasse al Governo Provvisorio libertà d'azione. Aujtei!. der as. Tii.rkei, n. 305, pp. 357-358. (5) -Cfr. n. 913.
931

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. (2). [Roma], 9 maggio 1917.

Il punto essenziale è che V. E. s'intenda chiaramente con codesto governo sul merito degli accordi in base alla cartina rimessale anche prima di consegnare testi precisi per evitare che poi nelle riunioni generali, col sollevare questioni minori e di forma, si ritardi la netta determinazione dei punti fondamentali da concordarsi.

Telegrafo a Parigi perché Salvago cominci negoziati sui punti riguardanti specialmente Francia, ma comunque dovrà procedersi costà con la maggiore sollecitudine, anche nel fissare conferenza dei quattro rappresentanti.

Quando a Parigi ritardassero le risposte, converrebbe comunque sollecitare la ripresa delle riunioni della conferenza a quattro costì (3).

(l) -Cfr. n. 884. (2) -Minuta autografa di risposta al T. gab. 1189/216 dell'8 maggio. Cfr. n. 920.

(3) Ed. in SONN1NO, Carteggio, II, cit., pp. 211-212.

932

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERJ:AU, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1197/222.. Londra, 9 maggio 1917, ore 22,50 (per. ore 6,50 del 10).

Telegramma di V. E. N. 659 (1).

A Cecil sembra che Miliukoff probabiLmente sotto l'influenza dell'osserva

zione di Thomas abbia parlato in modo assai vago e senza nel fondo manife

stare propositi determinati. Comunque H Ministro ritiene non convenga asso

lutamente incoraggiare Miliukoff a formulare proposte ~concrete. Quando egli

le presentasse rsarà il caso di esaminarle prima di venire ad una decisione in

un senso o nell'altro.

933

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 200 (2). Pietrogrado, 9 maggio 1917 (per. ore 10,50 del 13) (3).

Principe Borghese mi prega di far pervenire a S. E. il Presidente del Consiglio il ~teLegramma rche qui appresso riprodluco e che sarei grato a V. E. se volesse cortesemente rcomunicare:

«Causa difficoltà viaggio l'arrivo costà del mio rCI!prporto spedito a V. E. il 22 aprile subirà ritardo. Ritengo rperciò doveroso far presente avere io con esso tevminato lavoro informativo e preparatorio propostomi. Perchè mia attività d'ora in avanti fosse possibile e utile scopo 1prefisso ~sarebbe inddspensabile che essa fosse resa stabile continuativa. Dovrei quindi stabilirmi qui definitivamente rinunziando... (4) ed essendo esonerato mia situazione militare; dovrei essere investito esclusivamente direzione tutta intera opera propaganda; autorizzato impiegare personale necessario, valermi dell'opera agente consolare; essendo perciò fornito di adeguata disponibilità fLnanziaria, con larghezza di mezzi ~come ho accennato nella mia relazione. Prego ~comunicare rse in massima si intende istituire e affidarmi direzione ufficio rstabile .di propaganda in RJussia su queste basi. Caso contrario, affretterei possibilmente ril ritorno per riprendere comando alla fronte».

Ln merito a quanto precede sembra a me pure rche qualora al Principe Borghese sia affidato compito di responsabilità egli debba essere provvisto di tutti i mezzi necessari per adempierlo. Fra quelli da lui enumerati non sono pur troppo in grado di mettere a sua di01posizione ~che il concorso dei regi uffici consolari, mentre per il resto non potrei arbitrarmi di decidere.

25 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VII

(l) -T. Gab. 659 spedito a Londra, Parigi e Pietrogrado il 3 maggio, che non si pubblica: revisione accordi; non conviene accedere a proposte eventualmente presentate da Governo provvisorio. (2) -Manca il numero di protocollo generale, perché il tel. non è inserito nei registri; 200 è il numero di protocollo dell'ambasciata a Pietrogrado. (3) -Il tel., redatto il 9 maggio, fu trasmesso da Pietrogrado 1'11 maggio, alle ore 12. (4) -Gruppo indecifrato.
934

IL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. POSTA R. 2403. Roma, 9 maggio 1917.

Il Governatore della Somalia Italiana ha qui diretto il telegramma n. 2532 in data del 3 corrente, circa la spedizione 1punitiva tnglese contro gli Aulean, e civca l'eventuale richiesta, che ci venisse rivolta d'al Gove11no Britannico, di munizioni da distribuire ai Merehan.

Comunico all'E. V. il detto telegramma, associandomi alle ,considerazioni del Governo della Somalia Italiana sulla opPQrtunità di non accogliere la eventuale richiesta di dare nostre munizioni ai Merehan. Nella lettera 10 settembre 1916, n. 7691, erano mes,se in evidenza: l" ,l'a,ssoluta ~convenienza per noi di mantenerci neutrali di fronte ad un'azione punitiva contro gli Aulean da parte degH Inglesi -che ahlora ci avevano ~chiesto il passaggio di truppe nel territorio della Somalia Italiana -per evitare alla nostra Colonia qualsiasi pericolo di to11bidi in previsione di rappresaglie :che gli Ogaden awebbero 1potuto fare sulle nostre poPQlazioni per vendicarsi d'ogni nostro aiuto a,gli inglesi; 2" l'inopportunità di dare occasione, ~con operazioni lungo il Giuba, a torbidi nelle due Colonie nella delicata ed allora oscura situazione in Etiopia, onde ;sembrava ~consigliabile che gli inglesi rimandassero la ~spedizione nel Jubaland a momento più opportuno e quando avrebbero potuto fa'Tla con forze più adeguate. In dò convenne questo Ambasciatore britannico che all'uopo interessò il Governo dì Londra.

Se ora il Governo Britannico ha dedso di compiere la ,~pedizione punitiva, vuol dire che ha giudicato questo il momento opportuno, ed è ;sicuro della riuscita, sia per,ché opera ~con forze preponderanti e strategicamente meglio dirette, non marc:iando :più la :spedizione da sud verso ~nord, ciò che avrebbe potuto permettere agli Aulean, in ogni contrario caso, di diJsperde11si verso l'interno, ma marciando da nord verso sud per ~chiudere gli Aulean stessi tra il Giuba e il mare: sia perché la situazione politica in Etiopia è infatti mutata a vantaggio delle tre Potenze dell'Intesa che hanno possedimenti ~contigui all'Etiopia. Anzi non è da escludere che il Governo Etiopico sia 'stato prevenuto di tale spedizione nella recente visita ad Addis Abeba del Colonnello Pearson, e si sia dichiarato acquiescente.

Ora, 'se da parte nostra sarebbe stato desiderabile 'che neppure in questo momento si fos;se iniziata lungo il Giuba un'azione militare che non mancherebbe d'i ~turbare anche le nostre popolazioni rivieras;che, ,giacché è evidente che gli Aulean, messi alle stret,te tra il Giuba ed il mare, ~tenteranno d'i trovare uno scampo ~suLla sinL.stra del fiume; tanto più ~che è nostro inter,esse di fronte alla spedizione già iniziata di non provocare da parte degli Ogaden odi e vendette in danno delle popolazioni nostre soggette, con un aiuto in qualunque modo da noi dato agli inglesi.

A noi quindi ~conviene dimostrare alle popolazioni di riva destra del Giuba che ci manteniamo assolutamente estranei alle loro ·competizioni, e che come non interve~rremo ~contro di loro, così d'altro canto sapremo impedir,e ~con energia ogni tentativo di incursioni nel nostro territorio, dò ,che esse stesse troveranno ben giustificato.

Tutto ciò premesso, io vedo che, nel caso ci fosse rivolta dal Gov;erno Inglese, la richiesta di ,cartucrcie pei Mereha.n, convenga rispondere ·che le stesse ragioni che non d hanno ,consentito di accorda,re il passaggio di truppe britanniche in territorio Haliano nel Marzo del 1916, non ci ,consentono ora di dare il munizionamento ai Merehan, per evitare torbidi e rappvesaglie nel nostro territorio e che da questo si estenderebbe anche alla ,riva destra del Giuba.

ALLEGATO.

CERRINA A COLOSIMO

T. 217/2532. Mogadiscio, 3 maggio 1917, ore 15,30.

Dall!> censura telegrafica m.i è stato segnalato un telegramma ,spedito da Lugh dal Colonnello Barret comandante spedizione punitiva contro Ogaden Aulian e incaricato ripristinare residenza di Serenli. Teleg,ramma è diretto al Governatore Neirobi perché interessi Governo Itarliano cessioni munizioni da distribuire Merehan durante la prossima spedizione nella quale Merehan pare partecipino insieme truppe inglesi.

Evidentemente trattasi cartucce 70/87. Se tale richiesta pervenisse rappresento opportunità mantenere attuale neutrale condotta insieme a nessuna diretta ingerenza affari altra riva in ,considerazione della riper.cussione ,che negli altri rer Ogaden nostri confinanti (?) il cambiamento questo atteggiamento. La consegna del munizionamento ai Merehan non potrebbe rimanere ignorata pel'ché oggi giorno Merehan non ne hanno in sufficienza e altrove non possono provvederne in quantità .rHeV"anrte. Neli1a ,eventuaJ:i,tà non r1tengasi aderire richiesta pa=i possano trovarsi plausibiai giustificazioni nel differente calibro armi queste truppe rispetto esercito metropolitano onde è sconsigliabile cessione munizioni di un tipo del quale è cessata fabbricazione e nella difficoltà rifornimento per le attuali condizioni navigazione e attuale limitata dotazione questa Colonia.

935

IL MINISTRO DELLE COLONIE, COLOSIMO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. I!R. 2139. Roma, 9 maggio 1917.

Ricevo la lettera di cotesto Ministero, del 20 aprile scor,so n. 93 e ringrazio la E. V. di aver chiamata la mia attenzione sul rapporto del Cavalier Bernabei dell'S marzo se. n. 265 diretto all'E. V. ed a me comunicato in copia (1).

Non è certo sfuggita a questo MiJn:i,stero la impoiJtanza delle dtchiarazioni del Re dell'Hegiaz alla missione di Medina; ma mi permetto di aggiungere che non potrei ac,cogliere il suggerimento contenuto nella lettera a ,cui r1spondo, poiché vedo tutti i ,pericoli delle possibili conseguenze delle dichiarazioni del

Re dell'Hegiaz, essendo la nostra politica musulmana nelle nostre colonie e specialmente in Libia, dopo la caduta del trattato di Losanna, ormai orientata nella nostra convenienza di non riconos·cere un qualsia,si Califfo il quale nella concezione musulmana Sunnita non ha avuto e non ha poteri religiosi, ma unicamente poteri politici, ciò che ,J'Jtalia non potrebbe ammettere, senza riconoscere insieme la illegittimità deHa sua ;permanenza in Libia. Questo modo di vedere risulta .chiaramente dalle istruzioni da me proposte e da V. E. inviate al Cavalier Bernabei all'1nizio deUa sua missione a Gedda, ed è stato ampiamente svolto nella memoria sul Califfato annesso alla mia lettera del 19 febbraio

n. 989 (1).

Notizie giunte a questo Ministero recano che attualmente 1n Inghilterra si starebbe esaminando la questione del califfato. Vi avrebbe ottenuto favore l'idea di determinare il territorio del nuovo califfato ·comprendendovi tutte 1e regioni conquistate dai primi quattro Califfi, e cioè l'Arabia, la Palestina, la Si•ria, la Mesopotamia, l'Egitto, la Libia e parte della 'Dunisia. Al Governo :l)rancese sarebbe stato segnalato il problema che sarebbe ora oggetto di studio.

!Credo che sarebbe molto utile per noi assumere informazioni su quanto precede; ed io, pregando la E. V. di volerlo fare, confermo [e .conclusioni della mia lettera del 19 febbraio.

(l) Non pubblicati.

936

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 248/42. Corfù, 9 maggio 1917.

Il Giornale ufficiale serbo ha pubblicato il seguente telegramma che il

Signor Parsic ha diretto al Governo degli Stati Uniti:

« Il rpopolo serbo, il quale nella eroica difesa della propria indip.endenza e libertà ha quasi esaurito tutte le sue forze, saluta con gioia ·la dectsione del grande popolo libero di aiutare le nazioni che da due anni e mezzo lottano per il diritto, la libertà e lo sviluppo di tutti i popoli. Le saggie e .grandi parole di S. E. il Presidente Wir1son che ogni popolo deve avere la sua libertà naziomrle, hanno ai Serbi, Croati e Sloveni popoli di tre nomi ma di urna sUrpe, dato nuova speranza ,che i loro patimenti secolari cesseranno presto e che si avvicina l'ora della loro liberazione ed unione in uno stato solo».

Viene insieme pubblicato il telegramma seguente di ris1posta che l'Amba

sciata d'America a Roma ha trasmesso al Ministero serbo degli Esteri:

«Se è possibile ringraziate il Signor Pasic per il telegramma del 14 aprile

nel quale espone le speranze e i sentimenti dei Serbi Croati e Sloveni per la

condotta degli Stati Uniti contro gli atti aggressivi della Germania •.

(l) Non pubblicata.

937

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 693. Roma, 10 maggio 1917, ore 20.

Barrère mi comunica che il Governo francese ac·cetta le conclusioni degli accordi di S. Giovanni d'i Mariana, restando inteso che Smirne sia porto f1ranco e che i Francesi debbano godere degli .stessi vantaggi che sarebbero concessi al commercio italiano a Mersina. Gli ho osservato che oc,correva menzionare Alessandretta piuttosto che Mersina, poichè le conclusioni fatte a Mersina stanno in stretta dipendenza della ·situazione sua di sbocco necessario per la zona di Konia assegnata all'Italia; mentre Smirne e A:lessandretta non .sono indispensabili per accesso commerciale alle zone assegnate all'altro ·contraente. Barrère non ha fatto obiezioni; aggiunge che gli interessi reciproci già costituiti nelle due zone sarebbero egualmente rispettati e garantiti. E in terzo ·luogo resta inteso che la Russia deve prendere parte a tutti questi accordi, essendo essenziale il suo consenso perchè si abbiano a considerare come perfetti. Proponeva quindi che tutte le questioni venissero esaminate e definite in conferenze da riprendersi tra i quattro alleati a Londra. Ho r1sposto che convenivo tn tutti i punti accennati, ma tenevo a fare le seguenti osservazioni. Oltre il nomtnare Alessandretta, come da contrapporsi a Smirne, dovevo rilevare 'che se, per ipotesi, la Rus1sia si schermisse per una questione d'i massima dall'aderire ad accordi che implichino annessione o ampliamenti territoriali la situazione dell'Italia riguardo a quanto avevamo convenuto 'con Francia ed Inghilterra per l'Asia Minore, Palestina ecc. doves:se restare identka a quella che vigerebbe tra queste due Potenze per gli accordi tra loro già concordati nel 1916 sugli stessi temi generali; ossia che le obbligazioni reciproche assunte dovessero permanere. Lnoltre pur accettando la ripresa delle .riunioni p]enarie a Londra, e desiderando anzi che avesse luogo al più presto, ·parevami opportuno che le que1stioni da definirsi che più ·specialmente interessano Francia e Italia, ·come ad esempio quella del:la linea di confine ad ovest di Mel'sina, venissero preventivamente esaminate tra i due Governi e i loro rappresentanti, in modo da rendere poi :più spiccio e conclusivo il lavoro della conferenza plenaria (1).

(Solo Parigi e Londra): Prego V. E. agire in conformità di quanto precede. (Solo Pietrogrado): Quanto precede per norma di V. E.

938

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1651/144. Stoccolma, 10 maggio 1917, ore 20,15 (per. ore 8,45 dell'11).

Mio telegramma n. 131 (2). Conferenza dei socialisti di Zimmerwald è stata convocata a Stoccolma

per il 31 corrente. Fra le or.ganizzazioni invitate vi è il «Partito ,socialista itaHano ».

(l) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., pp. 127-128. (2) -Non pubblicato.
939

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1206/112. Parigi, 11 maggio 1917, ore 0,5 (per. ore 4).

Telegramma di V. E. n. 689 (1).

Cambon al quale ho detto che finora Barrère non mi ha fatto alcuna comunicazione se ne è mostrato sorpreso e mi ha confermato che la risposta circa il consenso del Governo francese agli ac,cordi di San Giovanni ,con le note riserve e la proposta della ,conferenza di Londra è stata ,spedita a Barrère il sei 'corrente. Ho cercato di ottenere che siano def1nite ,subito qui le indicazioni precise del' punto a ovest di Mersina ove dovrebbe passare la fronttera. Cambon mi rispose che Ribot desiderava rimandare ogni ulteriore ·convel1sazione circa l'Asia Minore a Londra. Ho insistito dimostrandogU come sarebbe preferibile che i delegati francesi e italiani si presentassero alla futura conferenza essendo già definita la pic,cola ed unica questione esistente fra noi e la Francia.

Cambon finì per promettermi di esprimere a Ribot ques,to desiderio che scherzando disse temere sia un desiderio mio per,sonale per avere a trattare la questione importante e toglierla a Londra.

Siccome è uno scherzo che già ha r~petuto due vo1te parmi ,che se V. E. non crede annuire al desiderio ·che sono convinto sia vivissimo in Ribot di rimandare le trattative alla riunione della ,conferenza di Londra 'sarebbe opportuno ne accennasse con Barrère oppure io non insistessi più e R. Governo si limitasse a sollecitare la riunione ·Conferenza di Londra (2).

940

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 699. Roma, 11 maggio 1917, ore 13.

De Martino mi ha detto che V. E. desidera schiarimenti ci11ca significato da noi attribuito a espressione «zona d'influenza o protettorato italiano».

Ritengo che l'Halia debba avere nella zona C la medesima situazione che Franreia e Inghilterra si sono ri,servate nella zona A e B. In altri termini come Francia e Inghilterra potranno costituire nelle zone A e B uno Stato locale indipendente, ·così l'Italia potrà ,costituirlo nella zona C. E all'Italia .spetteranno in quellla zona i medesimi privilegi ~che i due alleati si sono riservati coll'articolo lo dell'accordo del maggio 1916 nelle zone A e B. Escludo quaLsiasi influenza o ingerenza nella nostra zona C da pal1te dello Stato Ottomano ,che sarà lasciato eventuaLmente ,sussistere, come escluderei qualunque ingerenza francese nella zona c• quando questa dovesse restare tale nonostante nostra richiesta che passi a zona di nostra occupazione.

(l) -Cfr. n. 929. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con T. Gab. 698 dell'll maggio e istruzioni per tutti, cfr. n. 941.
941

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 698. Roma, 11 maggio 1917, ore 13,30.

(Meno Parigi): R. Ambasciatore a Parigi telegrafa quanto segue:

« Cambon al quale ecc. ecc.... (come .nel teleg,ramma 112) » (1).

Ho risposto a Salvago quanto segue:

(Solo Parigi): Telegramma di V. E. N. 112.

(Per tutti): V. E. può desumere dai miei telegrammi dii ieri ,che io vedo più che mai la necessità di giungere presto ad accordi ,conclusivi drca l'Asia Minore. A tale .scopo è indispensabile definire 'col Govermo francese la questione del confine e del territorio ad ovest di Mersina. La ,prego di agire con ogni urgenza ed efficacia costà a questo scopo e te1egrafarmi.

942

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 700. Roma, 11 maggio 1917, ore 13,40.

'Telegramma di V. E. 221 (2) miei telegr. nn. 689 (3), 693 (4), 698 (5).

È molto dubbio che si possa arrivare a combtnare quaLche aocordb a Parigi sul confine ad ovest di Mersina e sulla zona « C 2 » prima d!eilla ,con!Eerenza a quaHro a Londra, e non conviene quindi, pur insistendo nel tentare tale accordo preventivo, ritardare comunque la .riunione della conferenza a quattro a Londra. Data l'incertezza della situazione a Pietrogrado, a noi ·conviene ·che la .conferenza a Londra avvenga il più sollecitamente possibile, pe:whé in essa l'interesse maggiore dei Governi Francese e Inglese è 'Sempre quello di mantenere fermi i loro ac,cordi con la Russia e di spingere Miliukoff a non recedere iSU Costantinopoli. Prego V. E.: l) a dar seguito immediatamente ai negoziati con Governo Inglese per definire tutti i par,ticolari ·Che all'Italia interessano più direttamente e per ottenere suo appoggio tn quanto chiediamo dalla Francia; 2) a domandare ripresa della riunione a quattro (6).

(l) -Cfr. n. 939 (2) -Cfr. n. 930. (3) -Cfr. n. 929. (4) -Cfr. n. 937. (5) -Cfr. n. 941.

(6) Ed. in SoNNINO, Carteggio, Il, cit., pp. 212-213.

943

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, A TOKIO, FERRANTE E AL MINISTRO A BANGKOK, MANACORDA

T. GAB. 702. Roma, 11 maggio 1917, ore 19.

Bar~rère è tornato a parlarmi in modo alquanto confuso della pressione da farsi o meno SJUl Siam per ~sua rottura o guerra con la Gel'mania. Rilevava alcuni vantaggi ~che potevano derivarne per demolire interessi germanici in quei paraggi. Chiedeva si appoggiasse azione altri rappresentanti Alleati in questo ~senso.

Ho risposto ~che avrei dato istruzioni nostro M1nistro di ac,comunare sua azione a quella dei Colleghi compreso Giapponese quando questi fossero tutti d'accordo, e purché ,si tratti di .rottura 'simuLtanea con Austria quanto con Germania (1).

(Solo Siam) Prego V. S. agire in conformità di quanto precede.

944

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI

T. GAB. 703. Roma, 11 maggio 1917, ore 20.

Rapporto di V. E. n: 62,3 dell' 8 maggio (2).

:Punto essenziale è di avere una zona riconosciuta italiana che soddisfi nelle sue grandi linee; i dettagli possono venire anche do,po, se oggi non riesce fi.s:sarli con predsione. Il voler troppo definire potrebbe farci pevdere J.'oc,casione per vincolare gli A'Heati. V. E. non metta avanti la questione sulla zona c• d'a passarsi da zona di influenza a quella di oc~clljpazione, ~che quando 1sia già fissato il confine a ovest di Mersina -La metta allora avanti ,come se ne facessimo questione assoluta, e la cui sOiluzione favorevole debba essere evidente; il :mio accenno sul non farne questione assoluta era fatto soltanto in via riservata per V. E. e per Imperiali. Quanto alla natura della zona cosiddetta di influenza

o di protettorato Le ho telegrafato oggi (mio telegramma Gabinetto 699) (3).

TaLe natura non è ancora completamente determinata e resta nello stato in cui si t:rova negli accordi anglo-francesi del 1916. Tali accordi però bastano per escludere ogni sovranità di qualsiasi Potenza e implicano nella Potenza protettrice la facoltà di creare le autorità locali e indigene, ~con privilegio di nominare :fiUinzionari ecc.

Mi riservo di rispondere per dispaccio ad altra parte del Suo rapporto cui mi riferisco.

(l) -Ed. in SoNNINO, Diario, III. cit., pp. 128-129. (2) -Cfr. n. 926. (3) -Cfr. n. 940.
945

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1210/113. Parigi, 11 maggio 1917, ore 23,58 (per. ore 2,45 del 12).

Telegramma di V. E. n. 698 (1).

Non avendo potuto vedere stasera Ribot ho parlato con Cambon che mi ha detto Ribot avergli dichiarato ri,tenere preferibile ~trattare a Londra anche la questione del punto a ovest d'i Mersina.

Siccome ho vivamente inststito, Cambon ha promesso di parlare con Ribot stasera o domani mattina. Se mi sarà possibile ,comincerò a discutere e riferirò (2).

946

IL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

T. s. N. Londra, 11 maggio 1917, ore 9,45 (per. ore 4,30 del 12).

Vengo ora da conferenza con Sir Alberto Stanley, Presidente del Board of Trade, assis,tito dai suoi tecnici. Fu precisamente avve11tito che odierna conversazione dovesse ritenersi carattere preparatorio al noto scopo chiarire situazione e cause di essa, mentre mezzi soluzione saranno stabiliti ~n successive riunioni dopo che avrò visto Primo MiniJ:Mo. Esame situazione risuHò confermativo di tutti punti d'a noi asseriti. Unico punto in ,cui rappresentanti inglesi insistettero in loro riserve ,riguarda no-ta questione insufficiente uso dei nostri piroscafi che rimangono troppo tempo inoperosi per :pretese r~parazioni. Su questo iPUnto ho dichiarato con sincerità concorrere una causa dipendente dana volontà degli armatori in relazione alla deficiente copertura dell'assicurazione. P~recisai tuttavia che comportanza pratica di tale .causa deve ritenersi quasi trascurabile di fronte alla imponenza della crisi complessiva: ciò 'che fu riconosciuto. Aggiunsi che Governo italiano ,si preoccupa degli opportuni rimedi onde sia resa possibile adeguata copertura assicurazione anche ·con intervento tesoro. Poiché effettivamente tale studio era in corso troverei opportuno fosse sollecitato e che pos,sibilmente mi si comunichi urgenza un esito affermativo. Ciò gioverebbe mol.to in :presenti trattative poiché si rimoverebbe ultima nube di che velata la bontà delle nostre ragioni. Confido vedere Primo Ministro domani.

(l) -Cfr. n. 941. (2) -Ritrasmesso a Londra e Pietrogrado con T. Gab. 704 del 12 maggio.
947

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1662/145. Stoccolma, 11 maggio 1917, ore 17,20 (per. ore 5 del 12).

Comitato olandese scandinavo che deve organizzare conferenza socialista per la pace si è rirmito ieri rper la prima volta in 1Seduta plenaria sotto Presidenza di Branting ed ha deciso che le conversazioni separate coi rappresentanti della minoranza tedesca abbiano luogo dal 15 al 17 e quelle 'coi ,socialisti finlandesi 18 e 19 corrente. Per le atlrtre i giovni non sono 1srtati ancora stabiliti.

948

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 1212/202. Pietrogrado, 11 maggio 1917, ore 20 (per. ore 11,25 del12).

Bratiano mi ha detto di essere soddisfatto delle favorevoli disposizioni trovate in queste sfere politiche e militari per affrettare ,le operazioni sul fronte romeno. Quanto alle munizioni e al materiale di guer1ra la sua intesa con Thomas è quasi .completa. Egli vorrebbe che l'In.ghilterra potesse fornirgli almeno qualche batteria di artiglieria pesante ma gli è stato lasciato ,comprendere ·Che le difficoltà di trasporto stante il ridotto tonnellaggio si ,sono accresciute in questi ultimi tempi. Questione principale per la quale specialmente in,traprese il viaggio è quella del vettovagliamento delle truppe romeno-russe. Egli se ne sta attualmente occupando ~colle competenti autorità russe che dimostrano la migHore volontà. Ciò non toglie che le diffi.coltà dei trasporti ,per la MoLdavia rimangano sempre assai gravi. Fra giorni egli si recherà al Qua1:1tiere Generale 'Per accordarsi, a quanto spera, definitivamente.

949

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1217/198. Pietrogrado, 11 maggio 1917, ore 12 (per. ore 23,30 del 12).

Telegramma di V. E. n. 662 (1).

Bratiano mi ha padato della propaganda di Rakoski e del perkolo •che i militaxi ruSisi suoi seguaci i quali predicano la detronizzazione del Re e la proclamazione della repubblica vengano a conflitto ~con le truppe rumene. Ne ho intrattenuto subito MiUukoff il quale mi ha assicurato che sarebbero stati impartiti opportuni ordini al Generale Tscherbatcheff per far cessare la pericolosa agitazione. Miliukoff mi dice ora aver ricevuto risposta da Jas.sy che... (2) misure sono state :prese a tale riguardo.

(l) -T. Gab. 662 del 4 maggio, non pubblicato. (2) -Gruppo indecifrato.
950

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1221/169. Jassy, 11 maggio 1917, ore 21 (per. ore 4,20 del 14).

Stamane ha avuto luogo udienza reale dei delegati della .comunità israeUtica da me preannunziata col mio telegramma Gabinetto n. 162 (1). Delegati hanno rimesso al Re Ferdinando un esemplare del :loro proclama ai « :11rateJ!li romeni » di •Cui al mio telegramma Gabinetto n. 164 (2). Sua Maestà ha risposto in termini molto cordiali assicurando i delegati del suo vivo desiderio di vedere assicurata a tutti i romeni senza distinzione di razza e religione la piena eguaglianza di diritti nella grande Romania di domani. Testo della risposta del Re Ferdinando viene telegrafato da questo Ministero degili Affari Esteri alle Legazioni di Romania presso i Governi alleati perché gli diano :la massima pubblicità. Credo che sarebbe oltremodo gradito al Re di Romania che la stampa italiana apprezzasse al loro giusto valore le riforme agraria e religiosa di ·cui Sua Maestà ha preso •Coraggiosamente l'iniziativa e riconoscesse la :parte :che il Sovrano vi ha. Prego telegrafarmi commenti della nostra stampa.

951

L'INCARICATO D'AFFARI A BERNA, DURAZZO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. POSTA 1693/279. Berna, 11 maggio 1917 (per. il 14).

Vari giornali della Svizzera tedesca pubblicano le seguenti due notizie relative a torbidi nell'Alta Italia ed in Sicilia.

La prima notizia, tolta daJila Kotnische Zeitung afferma che circa 20.000 soldati, inviati in permesso in Sicilia, d'accordo con moLti disertori dell'1sola, si sarebbero ammutinati, rifiutandosi di ritornare alla fronte ·ed opponendo resistenza armata alla polizia ed ai .carabinieri. Gli ammutinati avrebbe•ro cos:tituito una specie di «Governo». Tali avvenimenti sarebbero alla •conoscenza di tut:ti i soldati della fronte. Lettere, provenienti dalla Sicilia, trovate addosso a prigionieri fatti dall'Austria, indterebbero i soldati della fronte all'ammuHnamento.

La seconda notizia, diramata dall'agenzia « Information », diretta dal noto Erzberger, sotto il titolo « Hungerrevolten in Italien » aceenna a sommos1se popolari che si sarebbero verificate venerdì ·s.corso a Lissone e a Med!a . .&ssembramenti di operai avrebbero :lanciato pietre contro tramvie e fabbriche al grido di « riso e .pane». La tramvia M.eda-Monza av•rebbe dovuto sospendere 'la partenza. Si temerebbero disordini anche a Milano, dove, venerdì •scorso, sarebbero stati visti in Piazza del Duomo ·contingenti di cavalleria e di fanteria. Circolerebbe la voce di uno scontro :sanguinoso nel quale un giovane sarebbe stato ucdso.

Nel portare alla conoscenza di V. E. quanto precede, Le sarei grato ,se va'lesse

mettermi in grado di smentire ufficialmente le notizie allarmistiche in questione.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 897.
952

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 12091147. Washington, ... maggio 1917 (per. ore 2,45 del 12).

Per la delicatezza delil.'argomento dirigo al Gabinetto questa mia risposta

al telegramma d'i V. E. n. 616 (l) relativa al desiderio del Ministro della Marina

di ottenere al pari dell'Inghilterra il conconso di ufficiali tecnici contro sommer

gibili nel Mediterraneo.

Cessione delle prime 36 unità aLl'Inghilterra è la risultante del convincimento penetrato nell'Ammiragliato americano ·che il più grave e imminente pericolo sovrasti all'Inghilterra alla quale pe!'ciò vanno devolute al presente tutte le risorse disponibili contro i sottomarini. Pericolo inglese è stato affermato segretamente ma positivamente da Bal:four e 'l'Ammiragliato americano ha dovuto ammetterlo dopo aver constatato oltre tutto con rammarico l'insufficienza della preparazione inglese in questa materia. Prevale d'altra parte in questo Ammiragliato concetto •Che per paralizzare l'azione dei •sottomarini convenga specialmente adoperarsi impedirne l'uscita dalle loro basi. A questo riguardo anzi mi consta si viene maturando qui proposito essere meno riguardose della neutralità delle acque territoriali s'candinave ,specialmente norvegesi procedendo anche in esse alla caccia dei sommergibili per chiudere quel corridoio attraverso il quale i sottomarini tedes.chi hanno elusa, per uscire, la •sorveglianza inglese. Tentativi di accordi ·colla Norvegia hanno dimostmto ·che le favorevoli disposizioni di quel Gov.evno rimangono neutralizzate dal terrore derla :minaccia tedesca. Si pensa perciò agire ugualmente. Quanto al Mediterraneo l'Ammiraglio Sims ha segnalato da Parigi che l'Italia e Francia... (2) in condizione provvedervi .sufficientemente e che d'altra parte concentrando i mezzi per impedire l'uscita dei sottomarini dal mare del Nord il Mediterraneo avrebbe finito ·col res,tarne immune.

Deciso di sovvenire gli Alleati in quello che esso considera i più imminenti rispettivi bisogni e le più es1senziali necessità della .guerra, questo Governo ha adottato perciò il piano di arrestare possibìlmente l'uscita dei sottomarini dalla loro base al nord mentre affronta per la Francia il problema del rifornimento di grano e per l'Italia quello del carbone e relativo tonnellaggio.

953

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 707. Roma, 12 maggio 1917, ore 20.

Ad analoga domanda di Salvago, ho ,risposto come appresso:

(Per Parigi) Facendo seguito al mio telegramma 703 dell'11 corrente ~3 l rispondo al!la :seconda parte del suo .rapporto n. 623 dell'8 ·corrente (4).

(Per tutti) Convengo che sarà oppovtuno domandare in ultimo un rimaneggiamento della frontiera in modo da avere tutta la linea ferroviaria tra Smirne e le Porte di Cilida, per lo meno entro la zona d'influenza italiana, e ,convengo che tale rettifica si ,potrà compensare con qualche cessione vevso Cesarea. Tuttavia sarebbe inopportuno sollevare ora ·tale questione che poh.1ebbe rita11dare il ~risultato che occol're urgentemente raggiungere doè il riconoscimento di una zona italiana soddisfacente nelle grandi Hnee. La questione potrà essere invece utilmente trattata nella riunione di Londra dopo ~conseguito l'accordo di massima, e magari anche più tardi.

Come V. E. rammenta il fatto della parziale esclusione dalla zona italiana della ferrovia di Anatolia fu notato a San Giovanni di M.oriana, ma non sarebbe stato conveniente di porvi r~paro nel:la redazione della •Carta annessa al mio dispaccio del 3 ~corrente. Difatti quella carta trisulta dalla fusione di due proposte inglesi, quella di Balfour e quella dello Stato Maggiore britannico. Nell'una e nell'altra, restava esclU!So un tratto ferroviario verso sud est di Afium KarahLssar. Se nella seconda ~redazione della 'carta si fosse modificata la linea di frontiera in modo da ·comprendervi quel 'tratto di ferrovia, la nostra domanda avrebbe perduto quel ,carattere di fusione delle due proposte inglesi che formò efficace argomento a nostro favore.

Le ~confermo il detto mio telegramma n. 623 (l) circa il ~confine a ovest di Mersina e insLsto tsulla urgenza della ·riunione a Londra. Vi è !Pericolo in mora anche in previsione di possibili avvenimenti dedsivi in Grecia per eff.etto dei quali tpo~rebbe restare svalutata ogni nostra ·concessione circa la questione ellenica.

(Per Londra) Vogtlia tener ·conto di quanto precede per norma di sua condotta, mentre le confermo il mio telegramma di ieri n. 700 (2).

(l) -Non pubblicato. (2) -Gruppo indecifrato. (3) -Cfr. n. 944. (4) -Cfr. n. 926.
954

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 1215/114. Parigi, 12 maggio 1917, ore 18,10 (per. ore 20,50).

Da qualche giorno ho inteso parlare di forte malcontento nel mondo parlamentare .contro il Presidente della Repubblica ma non ne ho riferito ignorando quale importanza potesse avere tale voce. Oggi da fonte autorevole mi viene confe11mato. Allontanamento del .generale Nivelle, seffiiPre 'sostenuto da PoLncaré, sarebbe un successo pei ,suoi avversari e da alcuni non :si escluderebbe la possibilità delle sue dimissioni che già avrebbe voluto presentare nella scorsa set

timana. Riferirò quanto potrò tsapere al riguardo.

(l) -Cfr. n. 832. (2) -Cfr. n. 942.
955

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI, AL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, A LONDRA

T. U.S.N. Roma, 12 maggio 1917, ore 21,30.

Seguo con assiduo pensiero la tua ardua missione per la quale è viva e

generale la fiducia. Ti ringrazio per le notizie che mi hai comunilcato e sono certo

che con J.'efficacia della ,tua parola persuaderai delle nostre necessità e otterrai

l'intento tanto desiderato ed urgente.

Consiglio Ministri per ottenere una mig'liore utilizzazione nostro naviglio

ha deliberato oggi un deereto ,che obbliga armatori denunziare riparazioni navi

ahle nostre autorità del regno e dell'estero. Il Ministro dei Tras!porti :provvederà

ad accertare indispensabilità della rtparazione e tempo necessario. Mtnistro

Trasporti ~potrà, a ,suo insindacabile giudizio, ordinare riparazione di ufficio in

danno armatore o anche 'Sequestrare la nave prendendola in diretta gestione.

In tal caso l'armatore otterrà noli e indennizzi per perdita della nave assai infe

riori ai correnti.

Oltre questa grave sanzione pecuniaria decreto affida Tribunali Marittimi militari giudizio sopra più gravi ~colpe armatori stabilendo pene severe. Inoltre, per ,raggiungere prontamente effetto utilizzare nostro naviglio rimuovendo talune cause malcontento, decreto migliora per gli armatori il regime di assicurazione della nave e accoglie talune legittime richieste degli equtpaggi. Si ha ~cosi certezza di rag,giungere subito fine propostoci.

956

IL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 162. Londra, 12 maggio 1917.

Vedrò L1loycl' George lunedì. Oggi ebbi lunga cond'erenza ~con Cecil. Confermai ~carattere politico derivante situazione carbone. Allusi poi a1l pensiero da te manifestato circa uthlità Potenze esaminino situazione militare ~che deriverebbe ove 'la Russia uscisse. Cecil dspose Governo inglese pensa precisamente a dò e organi militari inglesi esaminano tutte le tpotesi dopo che, ritiene, dovrannosi prendere accordi Francia Italia. Allusi pure diminuita opportunità sforzo macedone specie riguardo attuale, difetto tonnellate. Cecil rispose suo pensiero essere identico tuo aggiungendo però non è facile disimpegnarsi pure essendo desiderabile. Imperiali avevami 1pregato alludere opportunità rapidamente definire questione Asia Minore. Cedi dissemi confidare che ac,cordi ~concludansi rapidamente secondo desiderio Italia alludendo colloquio ~che avrebbe 'luogo lunedì con suoi colleghi. Cecil parlò entusiasticamente di te lasciando intendere Inghilterra essere disposta secondare ogni iniziativa tua per fiducia in te. Circa questione mano d'opera italiana Ceci! dissemi essere stato presentato :progetto di legge per autorizzare Governo inglese richiedere coercitivamente opera obbligatoria militari degli Stati .Mleati qui residenti puvché •Col consenso Stato interessato. Dissi ciò ,corrispondere tuo ,spontaneo pensiero. Infine parlatosi della situazione cl'eata daLla notizia arrivata oggi ,secondo .cui Comitato operai russ:i pregherebbe Governi Intesa consentire partenza per ,congresso in Stato neutrale dei socialisti di ogni tendenza. Cecil,chiesemi che ne pensassi bisognando prendere comune rtsoluzione. Risposi questione sembrarmi molto delicata e complessa manHestando tuttavia •come ,personale impressione essere forse minor male non opporsi ,pu:re scegliendo fomna ·che attenuasse evidente stranezza dlelle precedenti. Cecil rispose essere anche questa sua opinione personale. Convenimmo tuttavia questione dover essere meglio maturata.

957

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1219/223. Londra, 12 maggio 1917, ore 22,17 (per. ore 5,30 de 13).

Telegrammi di V. E. N. 689 (l) e 693 (2).

Cecil essendo anche ieri trattenuto tutto il giorno alla Camera, consegnai per non .perder rtempo a Hardinge la cartina nonchè le proposte con i punti fondamentali dell'accordo (non la minuta delle note da scambiare). Gli lessi pure il telegramma 693 facendogli :rilevare l'ul'lgenza di intendel'ci 'su questi punti ed affrettare 'cosL. (3) conclusioni definitive della 'conferenza plenaria. Sua Signoria tdisse che avrebbe fatto ·esaminare il progetto e la ca:rta dall'ufficio competente. Nel tornare a 'casa trovai il telegramma 700 (4). stamane potei parlare ·con Cedi solo per ,pochi minuti alla fine del colloquio da lui avuto con S. E. OI'Ilando. Egli mi ha pregato di andarlo a vedere lunedì non avendo il tempo di conferire oggi stesso sulla nota questione circa il •Colloquio •con Orlando. S. E. mi ha detto che avrebbe telegrafato direttamente. Cedl· ha nuovamente insistito •sul vivo piacere .che a lui ed al Governo procurerebbe una visita di V. E.

958

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1685/GAB. 91. Stoccolma, 12 maggio 1917, ore 18 (per. ore 11 del 13).

Miei ·colleghi di Francia, 1nghilterra e Stati Uniti ed io abbiamo convenuto d'inviare seguente telegramma identico ai nostri Governi:

« Crediamo savebbe ugualmente inopportuno che i socialisti dei nostri dspettivi Paesi ac.cettassero o rifiutassero invito di partecipare alla ·Conferenza orga

nizzata qua dal Comitato olandese scandinavo. Nel primo caso essi farebbero puramente e semplicemente giuoço della Germania. Nel secondo essi finirebbero di aggravare diffi.coltà della situazione interna in Russia e (senza contare impressione nei Paesi neutri pur destinati ad eserdtare una certa influenza sul movimento socialista internazionale) riavvicinerebbero ai Governi nei Paesi nemici tutti quegli elementi che si agitano già per una pace equa.

Sembrerebbe quindi più indicato che i nostri socialisti subordinassero loro adesione alla ·Conferenza di Stoccolma alle seguenti condizioni:

l) Che si elimini definitivamente la formula « nè annessioni nè indennità» con cui Imperi ,centrali tentano sottrarsi alle conseguenze della loro aggressione fallita pur conservando il frutto delle altre annessioni perpetrate in passato contro diritto e 'libertà dei popoli.

2) Che la pace a cui conferenza mira sia basata sui diritti imprescrittibili ed il libero sviluppo di tutte le nazionalità.

3) Che per conseguenza tutti coloro che devono partecipare alla conferenza dichiarino preventivamente di condannare violazione della neutralità del Belgio per parte della Germania e di considerare come prima condizione della pace futura reintegrazione completa del Belgio nello statu quo prima della guerra e pagamento indennità ad esso da parte Germania».

(l) -Cfr. n. 929. (2) -Cfr. n. 937. (3) -Gruppo indecifrato. (4) -Cfr. n. 942.
959

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1684/GAB. 92. Stoccolma, 12 maggio 1917, ore 18 (per. ore 14 del 13).

Convegno Ministri Scandinavi che ha avuto luogo a Stoccolma dal 9 all'H corrente si è svolto nella massima cordialità più di ogni altro, probabilmente per l'assenza di Hammarskjold. Esso non aveva però scopo preciso non ha dato quindi risultati pratici immediati nemmeno per le questioni economiche. Oltre a quello contenuto nel 'comunicato ufficiale di cui al mio telegramma 148 (l) sono in grado trasmettere a V. E. le seguenti notizie che ho avuto da fonte autorevole in via confidenziale :

l) Si è constatato che nessuno dei tre Stati ha intenzione di armare le sue navi mercantili. Viceversa si è stabilito tentare d'accordo di ottenere dalla Germania libero passaggio in certi giorni prefissi per le navi che ritornano in Scandinavia.

2) Si è esaminato se non convenga impedire agli Stranieri di ·trattenersi a lungo senza validi motivi in uno dei tre Stati. Si è deciso di non fare nulla, ma comunicar;si anticipatamente provvedimenti eventuali che cias,cuno dei tre Stati divisasse di prendere.

(l) Non pubblicato.

960

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1241/204. Pietrogrado, 12 maggio 1917 (per. ore 11,50 del 17) (1).

Buchanan mi ha detto aver dovuto riferire al Foreign Office incidente intervista attribuita R. Console Mosca. Stante impressione che ·caso ha qui prodotto e possibilità che venga sfruttata dai partiti avversi all'Intesa, ed in specie all'Inghilterra, egli ha consigliato al suo Governo di fare a sua volta smentita e di afferma·re l'inesistenza di accordi col Giappone perchè quello Stato eserciti pressioni 'sulla Rus,sia.

Console del Giappone a Mosca ha pubblicato nei giornali 'seguente comunicato:

• L,e notizie comunicate da Schenkoff sull'esistenza fra gli Alleati di un simile accordo non rispondono in modo akuno al vero. I febbrili preparativi militari del Giappone altro non sono che l'esecuzione da parte Giappone del suo dovere verso gli Alleati e specialmente dei rifornimenti per la Rus:sia. Non può farsi neppure parola di intenzioni di invasione da parte Giappone».

961

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1242/206. Pietrogrado, 12 maggio 1917 (per. ore 14 del 17) (2).

Telegramma di V. E. N. 702 (3).

Questo Governo ha dato istruzioni al proprio rappresentante a Bangkok di concordare la sua azione con quella dei colleghi circa rottura o guerra con Germania.

A quanto mi ha detto Neratoff si vorrebbe togliere ai tedeschi residenti al Siam la possibilità di maneggi per trattenere la Cina dalla rottura e dare a quest'ultima altri buoni esempi.

962

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1244/207. Pietrogrado, 12 maggio 1917 (per. ore 14,20 del 17) (4).

Mi riferisco mio telegramma N. 351 (5).

A proposito della risposta del Foreign Office alla Nota di Miliukoff, Buchanan ha espresso timore che essa metta a ~rumore, se pubblicata, U campo socia

lista russo. Miliukoff ha risposto che ciò probabilmente non accadrà se le risposte dell'Italia e della Francia saranno di eguale tenore dell'inglese. Egli ritiene che comunque dovrà pubblicarla insieme alle altre due tosto che queste gli siano pervenute.

(l) -n telegramma. redatto il 12 maggio, fu trasmesso da Pietrogrado il 16 maggio, alle ore 12. (2) -Il tel., redatto il 12 maggio, fu trasmesso da Pietrogrado il 16 maggio, alle ore 12. (3) -Cfr. n. 943. (4) -n tel., redatto il 12 maggio, fu trasmesso da Pietrogrado il 16 maggio, alle ore 12.05. (5) -Cfr. n. 896.
963

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 2167/515. Londra, 12 maggio 1917.

Con riferimento al dispaccio di V. E. N. 14 (Gabinetto) in data 25 aprile scorso (1), ho l'onore di informare V. E. ·che non ho mancato di consegnare, per visione, al Gabinetto di questo Ministro d~gli Affari Esteri ila nuova redazione del verbale delle conversazioni di St. Jean de Maurienne, chiedendo quale accoglimento vi farebbe questo Governo.

Il Foreign Office mi ha ora risposto in proposito •colla lettera che, ad ogni buon fine, mi onoro di qui unito trasmettere in •copia a V. E.

ALLEGATO.

OL.IPHANT A BORGHESE

Londra, 11 maggio 1917.

With reference to your oral enquiry on the 1st May whether His Majesty's Government wou1d aocept the Italian procès-verbail. of the Conference at St. Jean de Maurienne, (of which you left a copy here), as a more correct version than that communicated by the French Government, Lord Robert Ceci! understands that the text hitherto accepted was prepared in concert by the French Ambassador at Rome and by Signor di Martino of the Italian Foreign Office during an interval of the Conference.

The originai draft was discussed at great length and many modifications were introduced by the various members of the Conference, and when these had finally been agreed to, it was fair-drafted by Monsieur Ribot's Chef de Cabinet, Marquis Raggi and Sir M. Hankey and communicated to the members of the Conference.

In these circumstances Lorrd Robert thinks that after ali the time and trouble devoted by the Conference to preparing the French text, he would not be justified in rejecting it in favour of a fresh version which differs from it in various respects.

(l) Cfr. n. 825.

964

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 1886/634. Parigi, 12 maggio 1917.

Lunedl scorso ha avuto ,luogo l'ultima riunione dei :parlamentari francesi,

inglesi ed italiani che si erano dati qui convegno.

Al domani partirono quasi tutti per il fronte. Alcuni fra wli italiani si reca

rono poi a Londra, alcuni rimangono qui per sbrigare affari personali e la mag

gior parte è già rientrata in Italia.

Durante il loro soggiorno a Parigi i Parlamentari itaHani intervennero a

parecchi ,ricevimenti e si può dire senza esagerazione rettorica che furono bene

accolti.

Durante una seduta alla Sorbona l'On. Maggiorino Ferraris ha pronunc:iato un discorso che venne generalmente applaudito e che dette occasione ad una prolungata notevole ovazione a Sua Maestà il Re.

H Consiglio Municipale di Padgi ricevette i parlamentari inglesi ed! italiani dopo che essi avevano deposto una ~corona alla statua di Strasburgo. Il p,rinctpe Colonna, Sindaco di Roma, pronunciò un discorso assa'i felice e che venne ,caldamente applaudito.

H Presidente della Repubblica invitò i Par,lamentari ad un • garden party • e ricevette poi in udienza speciale il Principe Colonna, Sindaco di Roma, e l'On. Maury che gli consegnarono una riproduzione della medaglia di Germanico.

Sulle discussioni che si svolsero durante le riunioni nulla è stato pubblicato. Secondo quanto intesi da uno dei parlamentari italiani, benché fos:se all'ordine del giorno anche la politica estera, non venne trattato di tale soggetto ~con viva contrarietà di alcuni fra i parlamentari italiani, i quali avrebbero desiderato proseguire la discussione che pare abbia avuto luogo nelle riunioni di Roma. Sembra -a quanto mi si disse -che il Signor Franklin Bouillon, seguendo direttive ricevute da questo Governo, abbia evitato che si parlasse di politica estera e la discussione si ag,girò sui rifornimenti, trasporti etc.. Secondo quanto mi :si riferì, l'armonia non regnò sempre, specialmente fra parlamentari francesi ed italiani, e qualche volta vi sarebbe stato scambio di frasi assai vivaci a proposito della scar:sità del grano e del carbone, delle ,condizioni fatte all'agricoltura per la mancanza di braccia ed infine a proposito del tonnellag,gio assegnato all'Italia.

Mi venne assicurato che maggiore cordialità regnò tra gli inglesi e gli UaHani mentre le relazioni fra inglesi e francesi sarebbero state circa uguali a quelle fra i parlamentari francesi ed ital:iani.

Questi apprezzamenti debbono essere accolti con qualche riserva giacché si risentono probabilmente dei preconcetti di chi parlava meco.

965

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA, THAON DI REVEL, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L.P. RR. Roma, 12 maggio 1917.

Accludo il promemoria relativo alla infranta neutralità svizzera, e sarò grato a V. E. se, dopo averlo esaminato, vorrà farmi conoscere in via strettamente personale il Suo apprezzato parere al riguardo (1).

ALLEGATO.

THAON DI REVEL A SONNINO

[Roma, 12 maggio 1917].

Aderisco ben volentieri al desiderio espresso da V. E. con sua nota 18001 del 7 corrente (2). Ma per ovvie ragioni di opportunità, militari e politiche, riterrei necessario che le notizie che qui fornisco rimanessero, per ora, limitate alla sola conoscenza personale dell'E. V. fino a quando non sarà trovato il modo più conveniente per sfruttar1e, ,senza danneggiare altri interessi.

Il 26 febbraio avveniva il noto furto al consolato austro-ungarico di Zurigo: i documenti passarono la f,rontiera, e questo ufficio riusciva ad assicurarsene il possesso (3).

Da essi risulta :

l. -che il vice console di Zurigo, come tale accreditato tpresso le autorità elvetiche, non è ~che il ~capitano di vascello in servizio attivo della Marina da guerra austro-ungarica Rudo1ph Mayer;

2. --che sotto ,la veste di ,console, quell'uomo, protetto dall'immunità diplomatica, ha organizzato in Svizzera una temibile rete di spionaggio e di atti criminosi; 3. --che sotto il pretesto dei corrieri di consolato, veniva esercitato il contrabbando postale e di tabacchi tra la Svizzera e l'Austria; 4. --che, a prescindere dallo spionaggio, che è opera comune a tutte le nazioni in guerra, una vasta associazione a delinquere fu organizzata dal Mayer ai danni nostri. A lui sono dovuti:

a) l'affondamento della « Leonardo da Vinci», b) gli incendi del porto di Genova, c) 'l'incendio di VaHegrande presso Spezia, d) lo scoppio delle fabbriche di munizioni di Foggia.

Questi atti criminosi egli stesso ha riferito al suo governo, riscuotendone lode, promoz'ione e decorazioni; altri atti erano in via di esecuzione e potettero essere a tempo sventati:

e) attentato contro la • Giulio Cesare •, f) attentato contro J.a • Conte di Cavour •,

g) attentato contro il nuovo palazzo di Montecitorio, h) attentato contro la Fiat-San Giorgio di Spezia, i) attentati contro i 'ponti ferroviari presso Rimini.

Tra le varie forme della delinquente attività del Mayer figura ,la corruzione di impiegati delle società assicuratrici in Svizzera per conoscere in precedenza le date di partenza dei piroscafi dai porti italiani e predisporne l'affondamento.

Figurano tentativi per erigere in Vaticano una stazione radiotrasmittente clandestina, per allacciare seg,rete intese con personale del Vaticano stesso aillo scopo di avere notizie fresche dall'ItaUa.

Figura anche un documento secondo il quale ufficiali dello Stato Maggiore svizzero avrebbero offerto all'Austria fotografie e notizie circa le nostre difese ed apprestamenti militari presso il confine.

Da tutte queste prove, irrefutabili in quanto si tratta di documenti originali sottratti alla cassaforte dello stesso Mayer, risulta palese che la Svizzera dava asilo ed ospitalità a persone le quali, per •la natura stessa del ,loro operato criminoso, sono passibili di condanna col codice dvile, a prescindere dal fatto che, essendo militari, e operando direttamente contro una potenza belli'gerante sotto la tutela della immunità consolare, Qa neutralità Svizzera viene ad essere infranta.

Dopo 'la sottrazione dei documenti di Zurigo, tutti gli agenti austriaci, con a capo H Mayer, fuggirono in Austria. Ma ora il Mayer ha fatto nuovamente capolino in quella stessa Zurigo che fu già teatro delle precedenti sue gesta. n lasciare risorgere lo spionaggio austriaco, dopo essere fortunatamente riusciti a distruggerlo, sarebbe grave danno; e grave trascuranza sarebbe il non tentare ogni mezzo per impedirlo.

Ora il problema si presenta sotto due aspetti:

l. -o la Svizzera (come sembra probabile) 'sapeva della effettiva e reale attività e qualità del Mayer, e ne tollerava tacitamente la presenza e l'opera, ed allora essa era consapevolmente manchevole ai suoi doveri di neutralità;

2. -o la Svizzera (come da moltepHci altri indizi sembra doversi escludere) era in perfetta buona fede, ed allora, la sua neutrali,tà pur essendo stata ugualmente infranta, non può farsene ad essa 'colpa, ma solo oggetto di doveroso avvertimento.

Nell'un •caso e nell'altro sembra che, mediante l'autorevole :intervento di V. E., possa ,essere interessato il governo federa,le ad espel•lere dal territorio svizzero il Mayer ed i suoi numerosi accoliti, dei quali questo ufficio possiede un elenco assai vasto. Perché sembra fuori discussione che, o delle nostre rivelazioni la Svizzera ci è grata, ed espelle od arresta di buon grado il Mayer ed i suoi complici; oppure la Svizzera rifiuta di riconoscere ,l'esattezza di quanto ho affermato, ed allora i documenti originali sono a disposizione di V. E., mentre H rifiuto stesso •sarà la prova della tacita intesa della Svizzera per favorire gli Imperi centrali. E poiché, tra i molti documenti 'rinvenuti, ve ne sono anche che interessano Francia, Inghilterra e Russia, potrebbe ,convenire forse una azione comune per indurre la Svizzera ad una più chiara visione dei suoi doveri di neutralità.

Naturalmente, dopo quanto precede, il servizio informazioni di qualche nostro console che avesse eventualmente fornito notizie acqui,sta carattere di secondaria importanza. Non intendo riaprire la questione del Keller, e della opportunità o meno di espellerlo dal Regno. A me preme attira,re l'attenzione di V. E. sopra il fatto, importantissimo, che la mancata espulsione del Mayer e suoi complici dalla Svizzera significherebbe il rifiorire tra qualche mese dello spionaggio e dell'attività criminosa a nostro danno: per tal modo gran parte del frutto della operazione di Zurigo andrebbe perduta.

E pertanto 'confido nell'alto appoggio di V. E. perché l'espulsione in parola sia invocata con tutti i mezzi che la ~competenza e il senno della E. V. sapranno certamente scegliere, tra i tanti che sono a sua disposizione; mentre dal canto mio sono sempre pronto a suffragare con la documentazione più scrupolosa quanto forma oggetto di questa memoria personale.

(l) Ed. in SoNNINO, Carteggio, Il, cit., pp. 215-218.

(2) -Manca la minuta. (3) -Cfr. n. 511.
966

L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, RODD, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. P. Roma, 12 maggio 1917.

I am instructed to submit to you urgently the consideration embodied in the enclosed memorandum.

My Japanese colleague has, I understand, similar information.

The Prime Minister is, he says, very firm on the subject and could press for a dissolution if the Chinese Parliament do not accept war.

But elections are undeniable as they might lead to difficulties in certain provinces (1).

ALLEGATO.

MEMORANDUM

Roma, 12 maggio 1917.

From information in the possession of His Majesty's Government it appears that the situation in China has become acute and it is not unlikely that the present Prime Minister, unless his hands are immediately strengthened, may be .unable to carry out his intention of declaring war against Germany.

If the Powers were to make an immediate and definite offer of concessions to China the scale might be turned in his favour.

His Majesty's Government therefore suggest, if the other Aillied Powers agree, that the following concessions might be made to the Chinese Government without delay:

l. The Allied Powers agree to remit (2) the payment of the instalment of the indemnity due next June and ali subsequent payments during the war and for a period of five years after its termination. The interest falling due during this period would not be demanded on its expiration.

2. The power:; to agree to the imposition of a 40% surtax from September l next on the rpresent Customs Tariff. Pending the abolition by the Chinese Government of the Likin and other internai dues any further increase would be postponed.

His Majesty's Government would have preferred to offer a total remission of the indemnity but, in the interests of solidarity between the Powers, they refrain from doing so at present. With regard to concession No. 2 it should be observed that a 40% surtax does not really represent an effective 5% on pre-war values. For this purpose a surtax of at ileast 50% would be necessary.

His Majesty's Government are ready to send immediate instructions to their Representative at Peking to offer the two above mentioned concessions to the Chinese Government and they trust that the Royal Italian Government will be able to see their way to taking similar action.

nonciation ».

(l) -Annotazione marginale: «Il ministro di massima non è sfavorevole». (2) -A questo memorandum è allegato il seguente biglietto, senza firma, diretto a Manzoni, e datato Roma 27 maggio 1917: « With reference to our conversation the other day regarding the precise meaning of the word "remit" in connection with Chinese indemnities, the ambassador confirms our view that suspension is meant and not assolute re
967

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI

T. 634. Roma, 13 maggio 1917, ore 15.

Mio telegramma n. 472 (1).

In vista situazione attuale in Cina e convenienza Potenze alleate rafforzar€ posizione Primo Ministro Cina Governo inglese ha .suggerito Potenze alleate facciano .senza ritardo seguenti ·concessioni al Gove11no cinese:

l) Sospensione pagamento rata indennità dovruta 1prossimo giugno e susseguenti rate durante guerra e periodo cinque anni dopo la sua fine. Interessi

dovuti durante questo periodo non saranno chiesti quando periodo terminerà;

2) Imposizione dal l" settembre del 40% 'sopra tassa sull'attuate tariffa doganale. Ogni ulteriore aumento .sarà protratto 1n attesa abolizione liktn e altre tasse interne.

Rispondo a Ambasciata Inghilterra che se necessario per ragioni politiche

R. Ministro in Pechino è autorizzato fare queste concessioni.

968

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA A ROMA, RODD

L. P. Roma, l' l maggio 1917.

In risposta alla sua ·lette.ra in data di ieri (2) mi dò p11emura di facie sapere che il R. Ministro in Pechino è stato telegraficamente autorizzato ad offrire al Governo cinese, se per •convenienza politica ciò venga considerato necessario, concessioni in rapporto al pagamento de11e indennità del 1901 ed alla imposizione di una sopratas.sa suJ.l'attuale tariffa doganale nel sen~o di quelle indicate nel memorandum da Lei rimessomi colla lettera alla quale rispondo.

969

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

L. P. [Roma], 13 maggio 1917.

Io sono concorde nell'idea del Cadorna (3). Ma: l. -conviene prendere simile atteggiamento verso la Russia? 2. -se sì, ci possiamo sostituire ai contratti che la riguardano?

Sciolto il primo dubbio, circa al secoudo ne conferirò col Dallolio ( 4).

ALLEGATO.

CADORNA A BOSELLI

[Comando supremo], 11 maggio 1917 (1).

Le notizie su la situazione russa -tuttora densa di incognite, indubbiamente gravi per le .ripercussioni che ne possono derivare -mi impongono di prendere senza indugio in serio esame i provvedimenti militari con cui si possa nel miglior modo f·ronteg.giarP una eventuale situaz.ione nuova, profondamente mutata a nostro svantaggio.

Mi riservo, in quest'ordine di idee, di trattare H problema organico delle forze, e quello di una distribuzione del'le forze oltremare che meglio risponda alla situazione nuova. Per ora mi .limito ad accennare alle ar.Uglierie.

Com'è noto, importanti commesse di artiglierie erano state affidate dalla Russia alla ditta Ansaldo. Io non conosco a quale punto si trovi presentemente l'adempimento di tali commesse. Mi preme però di mettere in rilievo che -pur nella favorevole ipotesi che Ia crisi interna della Russia possa risolversi in modo favorevole rispetto alla causa dell'Intesa -riuscirà nondimeno molto aleatoria per ovvie ragioni, direi quasi impossibile, la tempestiva messa in valore, su quel lontano teatro d'operazioni, dei materiali d'artiglieria che la ditta Ansa•ldo debba tuttora consegnare.

E' ovvio poi che la spedizione di tali materiali riuscirebbe sicuramente inutile ai fini nostri, ed anzi addirittura dannosa, qualora la speranza di una favorevole risoluzione della crisi russa fosse fatalmente destinata a tramontare. Nell'una e nell'altra ipotesi dunque, è di vitale interesse poter in ogni modo accaparrare all'Italia i materiali che la ditta Ansaldo sta costruendo per l'esercito russo.

Prego vivissimamente .rE. V. di volere, con l'urgenza voluta dall'altissimo interesse che è in giuoco, adoperarsi nel senso che ho qui indicato, e darmene un cortese cenno d'informazione.

E' superfluo poi aggiungere quanto importi di riuscire a volgere a favore dell'Italia anche tutti gli altri impegni che i nostri alleati -in materia di rifornimenti di artiglierie e munizioni in favore deLla Russia -abbiano fin qui definiti o semplicemente avviati.

Pur nella presente situazione generale, o molto più naturalmente in una situazione nuova nella quale noi doveS<simo far fronte a forze nemiche di gran lunga accresciute, l'accumulare in ogni modo e con ogni sforzo dei mezzi tecnici ad oltranza, è necessità vitale ·che non può non essere dall'E. V. profondamente sentita.

(l) -Cfr. n. 680. (l) -Cfr. n. 966.

(3) Cfr. allegato. L'allegato è già stato edito in G. PF-TRACCHr, Diplomazia di guerra e rivoluzione. Italia e Russia dall'ottobre 1916 al maggio 1917, Bologna, 1974, p. 169.

(4) Ed. in SoNNINO, Carteggio, li, cit., pp. 218-219.

970

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1224/51. Corfù, 14 maggio 1917, ore 15 (per. ore 18,30).

Pachitch comuntcandomi che ha incaricato i Rappresentanti serbi presso i Gabinetti Alleati di partecipare l'intenzione del Govemo serbo di trasferirsi Niausta nel1a Macedonia greca mi ha .pregato di raccomandare a V. E. il desiderio del Governo serbo che si trova nella necessità di avvicinarsi al Principe Reggente e all'esercito.

(l) Lettera «riservatissima personale», n. 2518 G.M.

971

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1227/52. Corfù, 14 maggio 1917, ore 16 (per. ore 18,55).

In relazione ai telegrammi di ieri del Generale Marro al Comando del Corpo di Stato Maggiore Roma e del Commendator Milazzo n. 152 (l) a V. E. drca ordine del Generale Sarrail al Generale Baumann di non .più vendere o anticipare farina al'la popolazione Corfù, credo opportuno osservare :che almeno per quanto si sa qui tale ordine sembrerebbe la conseguenza della recente venuta a Corfù del rappresentante d'i Venizelos per le isole Jonie, il quale r~presentante constami avrebbe trovato ·che non vi sarebbe speranza di un ·colpo venizelista ~n Corfù finchè la ;popolazione non sia completamente affamata. Se ciò è, significherebbe o che Sarrail ignora l'ac•cordo preso cir.ca Corfù dal suo Governo a S. Giovanni di Moriana o che stima di poterlo trascurare. Generale Marro suggeriva o una pressione Parigi per moderare Sarrail o •che

da noi iSi vendesse qui subito grano e granone neces:sari.

Ignorando .se e quali altri elementi debbansi ora prendere in considerazione io mi •perunetto solo osservare ·che in qualunque ipotesi a noi non può che convenire di fortificare in Corfù uno stato di spirito non osttle a noi e che nessun atto nostro avrebbe più generale e favorevole ripercussione dell'arrivo in... (2) di nostra farina nel momento in cui l'isola ne è senza.

Invece per le p:ressioni a Parigi per moderare Sarrail e /l)er richiamare la sua attenzione agli accordi per Corfù di S. Giovanni di Moriana, occorrerebbe forse poter mostrare che i suoi recenti ordini non sono che una tattka venizelista mentre di ciò almeno qui noi abbiamo solo una presunzione morale.

972

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 712. Roma, 14 maggio 1917, ore 20.

Questo Ambasciatore britannico mi ha inforunato di una intervista accordata dal R. Console Generale a Mos:ca nella quale Gazzlll'relili si sarebbe espresso sulle conseguenze che una pace :separata potrebbe avere per la Russia nei riguardi della Siberia dove gli Alleati lascerebbero mano libera al Giappone. Intervista avrebbe prodotto sen•sazione in codesti ·circoli. Nulla avendone :saputo da V. E. pregola riferirmi in proposito.

(2} Gruppo indecifrato.

(l) T. 1692/152 da Corfù, non si pubblica.

973

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 713. Roma, 14 maggio 1917, ore 20.

(Meno Parigi) Ho telegrafato al R. Ambasciatore a Parigi quanto segue:

(Per tutti) R. Console a Corfù telegrafa quanto segue:

«In seguito a ordine... rsi.no alle parole «con autorità venizeliste » (come nel telegramma N. 1692/152) (1). Prego V. E., d1scorrendo con codesto Governo in relazione a quanto precede, rkordargli fermamente che a Saint Jean de Maurienne fu stabilito che non si debbono installare autorità venizeliste a Corfù.

974

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, E AL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO

T. 643. Roma, 14 maggio 1917, ore 22.

Rodd mi comunkava essere esatto che continuavano le tratrtative in Abissinia pel regolamento delle a~cque del Lago Tsana in rapporto al Nirlo Bianco; che esse erano state promosse nel 1914 dandone pure avviso al R. Governo, e di nuovo nel 1916. Egli di dò rsi proponeva dare comunicazione oggi stesso al

R. Ministro delle Colonie.

Ho risposto che avevo piacere che informasse di tali trattative H mio Collega delle Colonie, e ne discutesse con lui, essendo egli più al corrente della questione nei suoi vari aspetti (2).

975

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO

T. 644. Roma, 14 maggio 1917, ore 22.

Ministro Colonie cui comunicai Suo telegramma Gab. N. 4 (3) mi manifesta sua viva :preoccupazione per questione Lago Tsana. PregoLa intanto indagare e telegrafarmi che cosa precisamente il Colonnello Pearson ha chiesto a Ras Tafari a nome del Gove~no Sudan per il Lago Tsana e se si tratta della applicazione pura e semplice dell'articolo 3 dell'ac~cordo 1902 da parte Governo Etiopico, dò che non pare prevedibile, dati i termini precisi dell'articolo stesso.

(l) -Non pubblicato. (2) -Ed. in SONNINO, Diario, III, cit., p. 129. (3) -Cfr. n. 879.
976

IL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1228/s.N. Londra, 14 maggio 1917, ore 22,17 (per. ore 0,30 del15).

Avuto oggi con Lloyd George lungo ~colloquio di d'ue ore. Prima pa,rte fu da lui portata 'sulla questione della politica generale. Ne riassumo punti principali. Circa gita [in Russia di socialisti] paesi Intesa questione non ha progredito essendo sinora mancata interpellazione da parte Russia qui si penserebbe di [lanciare] idea di una riunione a Londra di tutte le frazioni socialiste di paesi Intesa anche se contrari alla guerra. Lloyd George informassi poi condizioni interne dell'Italia. Risposi che si può assolutamente contare su fermezza nostro popolo purché non vengano meno condizioni essenziali sua esistenza. Parlando della Russia gli esposi tua idea di una riunione tra rappresentanti Francia, Italia, Inghilterra per esaminare conseguenze defezione Russia. Lloyd George disse essere questa la sua idea e ritener necessaria ed urgente attuarla non nascondendo egli grande pessima... (l) circa cose russe. Disse che tale riunione dovrebbe avvenire in una capitale e pregherebbe fosse Londra incaricandomi formalmente di trasmettere tale preghiera Quanto alla data egli dice che più presto meglio è. Per aiutare una più rapida so'Luzione questione Asia Minore io osservai che sarebbe stato desiderabile semplificare materia ~conferenza per definire prima punti sospesi questione .&sia Minore. Per quanto io dessi alla osservazione una forma ,superficiale pure ebbi impressione che a Lloyd George spiacesse. Egli osservò non essere caso subordinare trattazione di un tema grave e vitale come quello situazione Russia ad una questione accessoria per quanto importante. Na,turalmente non ho insistito e siamo rimasti intesi che ti avrei trasmesso quel suo desiderio circa riunione sollecita conferenza che dovrebbe avvenire tra lui Ribot e te. Lloyd George mi ~chiese a bruci31)€lo stato attuale opinione pubblica Italia circa A~sia Minore. Risposi che mentre Italia sarebbe relìativamente indifferente circa ipotesi mantenimento statu quo del Mediter,raneo orientale riter

rebbe ·come un grave danno ed of~esa ,che fosse aLterato 1n danno Italia. Lloyd George convenne essere proprio questa ragione che aveva reso Imperiali il più pertinace di tutti gli Ambasciatori. Lloyd Geor,ge si oc,cupò con particolare insistenza dei rapporti tra italiani e slavi in !stria e Dalmazia. Risposi come dovevo avvertendo in forma generica ~che Italia ,si duole della propaganda jugoslava sopratutto perché ha coscienza di non voler <Sopraffazioni in danno altri popoli. Lloyd George mi fece questa curiosa d'omanda: • il giorno in cui uno ~stato di necessità obbligasse l'Italia a <Scegliere tra Dalmazia e Asia Minore che cosa preferirebbe? ». Risposi che una tale questione non si è mai proposta a1lo 1spirito di alcuno. Aggiunsi che secondo me tutto rupendeva dal sapere se la pace si sarebbe ~concLusa in forma di imposizione da parte dell'Intesa o in forma di compromesso. Nel primo caso il dilemma evidentemente non ,si presentava nel secondo era impossibile rispondere ignorandosi termini minimi nei quali transazione 1Sii potrebbe fare. Lloyd George trovò molto ;pratica

risposta ma aggiunse che ~conseguimento di quei fini dipendeva dalla disintegrazione dei due Stati e che ciò era assai difficile mentre era più facile che avvenisse disintegrazione di uno solo di quei due Stati. Come comprendesi questo discorso per quanto importante si svolse in forma conversazione. Vedi tu quale senso possa attribuirsi....

Seconda parte colloquio riguarda questione carbone cui intervenne commissario generale per le navi.

Per questa parte telegrafo Presidente Consiglio che ti comunicherà mio telegramma. Aggiungo solo che data urgenza telegrafo direttamente Ambasciatore d'Italia Washington ~consenso inglese spedizione carbone americano. Imperiali ti comunicherà testo di questo telegramma (l) (2).

(l) Gruppo indecifrato.

977

L'AMBASCIATORE A PARIGI, SALVAGO RAGGI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1225/115. Parigi, 14 maggio 1917, ore 23,40 (per. ore 2,15 del 15).

Mio telegramma n. 113 (3).

Finalmente Ribot si è deciso sebbene a malincuore a fissarmi per mercoledì appuntamento per discutere il punto dove stabilire la frontiera a ovest di Mersina.

978

IL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

T. RR. s. N. Londra, 14 maggio 1917, ore 10,17 (per. ore 4 del 15).

Ringraziati vivamente rapida soddisfacente soluzione data circa riparazione navi che fece qui impressione buona. Avuto oggi colloquio di ben due ore e mezzo con Lloyd George. Prima parte colloquio fu tutta as,sorbita da que,stioni generali politica estera di cui telegrafo Sonnino che naturalmente ti darà comunicazione telegramma. Aggiungo per conto mio preghiera adoperarti perchè Sonnino aderisca conferenza Londra, data decisiva gravità dell'argomento e dato che tale invito ~corrisponde al desiderio di lui è impoSisibile che egli vi si rifiuti come sarebbe dannoso che si ritardi. Invio altro telegramma essendo questo riservato esclusivamente a te.

(l) Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con T. Gab. 718 del 16 maggio.

(2) Ed. in SONNINO, Carteggio, Il, cit., pp. 221-223.

(3) Cfr. n. 945.

979

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1226/224. Londra, 14 maggio 1917, ore 11,50 (per. ore 7,15 del15).

Mio telegramma Gabinetto... (1).

Cecil cui ho parlato oggi nel senso prescrittomi dai telegrammi di V. E. nn. 693 (2) e 700 (3), mi ha detto che per quanto lo concerneva il Governo britannico non ,sollevava obiezioni aHa ripresa della conferenza. Sembravagli però più che probabi'l'e e desiderava ad ogni buon fine prevenirne V. E. che Governo russo secondo è dato prevedere in base al linguaggio non solo del Comitato ma di Lvof si sarebbe pronunziato contro ogni idea di annessione, occupazione territoriale ecc. In vista di tale eventualità ho eccepito os,servazione fatta da V.E. a Barrère (telegramma di V. E. Gabinetto N. 693) (4). Ha replicato Cecil ripetendo le osservazioni già fattemi (mio telegramma n. 220) (5) circa l'assoluta necessità del ·consenso russo cui Gabinetto di guerra ha del resto fin da principio esplidtamente subordinata la sua adesione alle concLusioni della conferenza di San Giovanni.

Su questo punto, mal.grado vivis,sime insistenze mie, è rimasto irremovibile dicendo non avrebbe potuto entrare in discussione senza prima riferirne al Gabinetto di Guerra. Ha aggiunto era ,sicuro non sarebbe ,sfuggito a V. E. l'imprescindibile necessità al momento presente di tener massimo conto dell'estrema delicatezza della situazione russa. Ha poi, a •titolo meramente ipotetico e personale, osservato che qua,lora non si modificasse presente avveDsione Governo russo contro ogni idea di annessione, era da chiedersi se non :si potrebbe girare la difficoltà ·con una formula diversa ·che pur mantenendo la delimitazione convenuta escludesse le parole annessione, occupazione ec·c.

Tale modificazione dovrebbe beninteso applicarsi non solo alle zone nos•tre ma anche a quelle francesi ed inglesi. Dell'esame di tale ,problema potrebbe magari occupar:si eventualmente la Conferenza a quattro. Avendo io oss.ervato che con ciò si veniva a riaprire .tutta la questione e ritardare ancora più la condusione che tutto invece impone di aUrettare, ha replicato ·che l'anormale e perkolosa situazione russa e le sue possibili gravi ·conseguenze costi.tuiscono oggi per tutta l'alleanza un fatto di capitale importanza dal quale è impossibile prescindere. Egli mi aveva del ~resto manifestato solo una idea sua personale di cui non aveva neppure intrattenuto il Gabinetto di Guerra e che quindi non si doveva considerare •come una proposta. Ciò tanto più in vista delle difficoltà che potrebbero .sollevare Mini:sltri India contro ogni abbandono di Bassora. Aven,do io chiesto se aveva intanto esaminato la carta e glii undici punti dell'aocordo ha risposto che l'Ufficio competente non avevagli ancora presenta·to la relazione al riguardo. Era del resto d'uopo anzitutto intendersi su questione .generale. Ho

replicato l'una cosa non escludeva l'altra e era anzi utiUssimo al più presto lo sgomberare il terreno raggiungendo intesa perfetta tra Italia, Francia e Inghilterra perché dò avrebbe sempre giovato a .significare e affrettare il risultato cond.usivo della Conferenza. Della necessità di liquidare al più presto la questione dell'Asia Minore ho parlato oggi pure a Lloyd George ma con scarso successo. Lloyd George evidentemente dominato da preoccupazioni per notizie ricevute stamane di recentissimo aggravamento della situazione russa mi ha risposto essere quella questione dominante la quale è sua intenzione farne al più .presto oggetto d'accurato esame di una ·conferenza di ministri da r1unirsi a Londra. In .tal ,senso Lloyd George si è espresso pure •COn S. E. Orlando il quale le telegrafa direttamente. Linguaggio odierno di Cecill e L.loyd George confermano impressione già da me sott01posta a V. E. nel <senso cioè che se vogliamo giungere ad una •conclusione per Asia Minore oocorre in modo assoluto ottenere da Pietrogrado se non un consenso eSjplicito che mi appare in questo momento difficile a 1st•rappare, almeno una dichiarazione ·concepita in termini tali da permettersi di procedere oltre rimuovendo ,la pregiudiziale che in caso contrario Francia e Inghilterra continuerebbero a opporci (1).

(l) -Gruppo indecifrato (2) -Cfr. n. 937. (3) -Cfr. n. 942. (4) -Cfr. n. 937. (5) -Cfr. n. 922.
980

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 1698/319. Londra, 14 maggio 1917, ore 11,50 (per. ore 8 del 15).

S. E. Orlando pregami comunicare a V. E. seguente telegramma da lui spedito oggi a Ce]lere: «Trocvandomi qui appunto per questione carbone ebbi comunicato da Ministro Sonn.ino Suo telegramma relativo opposizione Inghilterra spedizione carbone Italia dall'America. Analogo telegramma rcomunicommi qui Mayor. In lunga conferenza avuta oggi con primo Ministro inglese si concvenne inoppovtunità tale opposizione e risultami che ·codesti Rappresentanti inglesi ricevono istruzioni perché in luogo opporsi favoriscano in ogni modo ,spedizione carbone dall'America in Italia.

Siccome bisogno Italia è gravissimo ed urgentLssimo ed avendo Inghilterra evitato di prendere impegni per ulrteriori spedizioni in relazione alle quantità che rsi potranno ottenere dall'America avrei somma urgenza di sapere su quali quantità di codesto rcarbone potrebbe farsi assegnamento e dentro quanto tempo potrebbe partire. Tale risposta dovrebbe essere immediata e possibilmente pervenire entro domani dappoiché ne dipende mia ulteriore azione su Governo inglese per diretta prestazione da par-te Inghilterra. Intanto io avrei ur,genza partire e subordino mia partenza a tale risposta».

(l) Ritrasmesso a Parigi e Pietrogrado con T. Gab. 714 del 15 maggio. Vedi per risposta Sonnino suo T. 717 del 15 maggio, cfr. n. 988.

981

IL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

T. R.P. S.N. Londra, 14 maggio 1917, ore 10,17 (per. ore 8,50 del15).

Telegrafo Sonnino prima parte mio colloquio odierno con Presidente Consiglio Ministri inglese. Seconda parte riguardo questione ·carboni ·con intervento controllore navi. Presidente Con:siglio Ministri inglese vi po11tò minor interesse che pdma parte ·coltloquio, rimettendosene quasi esdusivamente dkhiarazione controllore navi. Dopo solite ·considerazioni circa adempimento promesse fatte ad Ancona, 'controllore navi affermò condizioni tonnellaggio inglese essere così difficili da aver dovuto ridurre rifornimento agli eserciti Mesopotamia. Poichè erasi fatto cenno alle opposizioni del ra•ppresentante Inghilterra a Washington circa invio carbone americano, il controllore navi dichiarò che ltnghilterra recedeva da sua opposizione per riguardo gravi condizioni Italia. Presidente Consiglio Ministri ingl>ese inviò subito telegramma a Washington per avvertire ,suo rappresentante ai:utare in ogni modo .spedizione carbone amerkano in Italia. Naturalmente risposi che utilità tale consenso restava ,subordinata alle effettive disponibilità di tonnel·laggio amerkano anche in relazione al tempo entro cui eseguire spedizione. Ignorando questi due elementi non potei dichiararmi soddisfatto. Colloquio dovrà es,sere ri,preso. Telegrafai immediatamente ad Ambasciatore Italia esponendogli nuova situazione e chiedendogli quale quantità carbone possa aversi in Italia e quando, tale risposta mi servirebbe per eliminare at,t1tudine dilatoria dell'Inghilterra fondata su speranza amerkana che secondo me è molto debole .sopratutto rispetto al tempo. Complesso situazione appare assai poco confortante tanto più in quanto difficoltà... (l) nelle cose. Desidero tua impressione

per sapere se mi .convenga attendere che trattative ·comunque definiscansi e ciò sopratutto tenuto conto condizioni interno Italia.

982

IL CONSOLE A MOSCA, GAZZURELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1234/38. Mosca, 14 maggio 1917, ore 15,25 (per. ore 12,50 del15).

Ho spedito oggi a V. E. un dettagliato rapporto 'confidenziale concernente l'incidente sorto causa la mendace pubblicazione del Signor Scenkoff circa presunta intervista avuta 'Con me relativamente ad un eventuale intervento giapponese in Rus:sia. Oramai, dopo la mia categorica smentita e la dichiarazione degli Ambasciatori a Pietrogrado, la stampa periodica di Mosca non si occupa più oltre dell'incidente che può 'Cons1deral'si favorevolmente ·chiuso. Tutti hanno vivamente ed acremente deplorato l'inconsulta avventatezza

del Signor Scenkoff ed accolto la mia 'smentita e quella degli Ambasciatori a Pietrogrado ·con la più viva ,soddisfazione.

(l) Gruppo indecifrato.

983

IL MINISTRO A JASSY, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 12,35/171. Jassy, 14 maggio 1917, ore 14,55 (per. ore 7 del 17).

Generale Berthelot è tornato dalla Russia. Egli dtce di aver ·rip011tato una pessima impressione di quello •che avviene a Pietrogrado ove anarchia dominerebbe. Ritiene •Che nella migliore e non molto probabile ipotesi l'esercito russo non sarebbe in ,grado di prender parte all'o:flfensiva generale prima d'un mese. Ciò nonostante Generale crede che russi non tarderanno fare qualche cosa sulla fronte romena.

984

IL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 210/64. Pechino, 14 maggio 1917.

Per la migliore conoscenza della situazione politica in Estremo Oriente non sarà forse superfluo il ria:s1sumere gli avvenimenti ·che hanno •ritardato l'entrata in guerra della Cina contro gl'Imperi Centrali. Siccome risulta dai miei precedenti rapporti la grande maggioranza di questi ambienti politici sia al Governo sia all'opposizione si erano resi perfettamente •conto della :neces,sità pe.r questa mal ferma Repubb[ica di unirsi agli Alleati anche senza ottener:ne immediati vantaggi ·concreti, se non fosse per altro almeno allo ·scopo di non rimanere isolati di fronte al Giappone. I generali governatori delle prov.incie convocati a Peohino si sono dichiarati già dieci giorni fa unanimi nel voler secondare la politica internazionale del Governo. Senonché •l'onore ed il prestilgìo di una tale mossa nel campo mondiale con ampie conseguenze finanziarie era ambito da tutte J.e fazioni. I:l Presidente del Consiglio Tuan si vidie perciò alle prese con gravi difficoltà per mettere in esecuzione il suo programma in armonia coi desideri degli Alleati. I :suoi avversari :reclutati in massima parte nel partito dei ~uomingtang cioè nel partito degli aderenti più focosi della neo-Repubblica, s'insorsero colla parola d'ordine: pur non sfavorevoli alla dichiarazione di guerra, non ammettere che, in un momento così portentoso della vita nazionale il potere rimanga nelle mani di un :partito diSiposto a profittare dello •stato di guerra per manomettere i privilegi e le libertà parlamentari A nulla sinora sono approdati i tentativi di ottenere un voto del parlamento sulla .grave questione.

A dire il vero il Presidente del Consiglio più d'una volta aveva palesemente manifestato il suo imprudente proposito di ricorrere anohe ai mezzi estremi per far prevalere le sue opinioni ed il mantenimento dell'ordine, secondo lui, -compromesso dagl'intrighi del pavtito cont,rario. D'accordo col partito militare ·egli trovò appoggio assai importante nel partito cosidetto del Chin-J)u-tang a cui sono iscritti i vecchi conservatori e quanto rimane del mandarinismo vecchio stile.

La contesa sorta fra queste due correnti ostili e desiderose di afferrare o mantenere il potere a scopi d'interesse puramente personale, ha spinto in tal modo lo Stato in una via per ora senza uscita. Il parlamento in maggioranza contrario al Governo evita di votare nel senso che moralmente il Governo vorrebbe imporre e chiede dei cambiamenti nel Gabinetto. La maggioranza dei Ministri dinanzi a questa complicazione ·ha presentato le proprie dimissioni ed il Primo Ministro è rimasto al potere con un solo ,collaboratore e si atteggia alternativamente a voler dare le dimissioni o ricorrere alla forza contro recalcitranti.

ALcuni ragionevoli raccomandano una misura di transazione e un ricomponimento del Ministero; ma questo non dipendendo da un voto contrario della as,semblea legislativa, non è costretto a dimettersi contro la propria volontà, mentre è discutibile se 1possa legalmente venir disciolto il parlamento ;per decreto presidenziale mancandovi una disposizione al riguardo nei patti costituzionali. Siamo, come si vede, tuttora nell'infanzia di un governo rappresentativo inceppato da un groviglio curiosissimo di cineserie.

Così si è stabilita la massima confusione e l'incertezza del domani e gli avversari continuano a scambiarsi accuse violente, accompagnate da un lato da minaccie di repressioni mediante ,l'uso dell'esercito e dall'altro da minaccie di rivoluzione delle provincie in caso di ricorsa alla mano militare.

Non è ancora imtpos:sibile una com,promissione che ristabilts,ca una certa calma e permetta di adottare una soluzione in armonia 'cogl'interessi del paese. Ma gravi disordini sono anche nel'la possibilità delle cose.

In tutto ciò si può rilevare quanto sia caduta in seconda linea l'influenza che potrebbero esercitare ·le concessioni degli A:lleati alla Cina per indurla alla tanto discussa dichiarazione di guerra. Tanto è vero ehe i due partiti poli

tici, perdendo di vista i veri e reali interessi del paese, parlano ora di voler fare il bel gestv di entrare in guerra ,senza assicurarsi nessun eorrispettivo in antecedenza. Le discordie interne, anche in questa disgraziata Repubblica, rischiano di danneggiare assai la pubblica cosa.

I recenti avvenimenti, quali cui risulterebbero da questi tratti riassuntivi,

mostrerebbero quanto sia errata l'opinione di questa Legazione d'Inghilterra or

mai secondo pare adottata anche dal Governo britannico, che convenga ri.nno

vare pressioni ed allettanti offerte di concessioni presso il Presidente del Con

siglio Tuan per accelerare la dichiarazione di guerra. A noi conveNebbe appa

rentemente il rimanere quasi estranei alle ·contese locali, sistemate le quali, l,a

:soluzione da noi desiderata verrebbe senza sforzo nè sacrifizi inutili.

In questo parere sembrano essere concordi ormai quasi tutti i miei col

l?;hi. Senonché una volta dichiarata la guerra gli Alleati non possono non

tener lealmente parola trattando con questo Governo tutte le ragionevoli con

eessioni ritenute a consolidarlo nei limiti del possibile.

26 -Documenti diplomatici -Serie V -Vol. VII

985

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

L. P. Roma, 14 maggio 1917.

Mi pare prematuro decidere riguardo al primo dubbio che esponi sulla domanda del Cadorna, cioè se convenga prendere un atteggiamento quale egli consiglia di fronte alla Russia. Il dichiararle che non intendiamo fornirle le artiglierie ordinate in Italia, serbandole per noi, senza che risulti nemmeno alcuna estrema urgenza nostra, potrebbe costituire una nuova spinta pel governo russo, già debole e traballante, a pencolare verso una pace separata. Per lo meno legittimerebbe un suo passo in quel senso. Credo che una nostra mossa simile dispiacerebbe pure agli alleati. Non mi risulta che si stia per fare immediatamente alcuna grossa spedizione di materiale già pronto dall'Ansaldo.

Saremo sempre a tempo a requisire quanto possa accorrerei quando risulti che veramente la Russia non intende lottare strenuamente e che non vi è modo di farle giungere il materiale.

Converrebbe dunque attendere a prendere una decisione, informandosi intanto se vi è molto materiale pronto presso Ansaldo, e se si parla di imminenti spedizioni del medesimo. Intanto ci si può pure rendere conto che cosa via via intendono di fare gli alleati per le loro forniture alla Russia di armi e munizioni.

P.S. Quanto alla seconda Tua interrogazione non mi pare vi sia luogo a dubbio: quando si decida di far nostri i materiali preparati da Ansaldo, se ne fa la requisizione esentandolo dalle conseguenze di fronte al governo committente. Non mi pare sia nemmeno opportuno consultare in proposito, pel momento, il Dallolio, che si distrarrebbe dal suo lavoro attuale di preparazione dandogli la speranza o la illusione di poter per una parte provvedere diversamente.

Al più occorrerebbe sapere se il ministero della Guerra ha preso qualche speciale impegno di fronte al governo russo per la non requisizione delle armi commesse in Italia (1).

937

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, E AL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO SERBO A CORFU', SFORZA

T. GAB. 716. Roma, 15 maggio 1917, ore 22.

Questo Ministro serbo mi ha comunicato il seguente telegramma ricevuto da Pachitch: «Le comunicazioni difficili ed irregolad tra il Governo Serbo ed il Comando Supremo dell'esercito serbo investito nel tempo stesso di poteri reali d hanno imposto da lungo tempo la necessità di cambiare sede Governo Serbo in vista di facilitare le comunicazioni tra il Governo ed il Prindpe Reggente. Siccome nell'autunno passato noi non avevamo la fol'tuna di poter trasferire la sede del Governo di Corfù in territorio serbo, ci troviamo forzati, per raggiungere questo scopo, di s·cegliere una località in terrHorio greco. Per questo noi preghiamo i nostri alleati di voler fare i passi necessari presso Governo greco allo scopo di ottenere da questo riconoscimento di extra-territoriaUtà de1la dttà di Niausta (Niegus) che ha tutte le qualità rispondenti al fine sovra esposto e nella quale trasferiranno loro sede il governo Serbo ed i rappresentanti delle potenze alleate presso di esso accreditate».

Ho dsposto chiedendo le ragioni per cui poichè 'si trattava di nuova residenza provvisoria non si preferiva fare trasferimento di fatto, con l'autorizzazione dell'autorità militare superiore del cor,po di spedizione di Salonieco, in base ai poteri di questa sui territori occupati per l'impresa militare e senza complicare quistione con domande da farsi dagli alleati sia al R. Governo ad Atene sia al Governo provvisorio di Venizelos. Presso questo secondo noi non potevamo agire ufficialmente non avendolo riconosciuto. Ristic di,s:se che ne avrebbe chiesto a Pachitch, e mi avrebbe fatto sapere la risposta.

(l) Ed. in SONNINO, Carteggio, li, cit., p. 223.

988

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, SALVAGO RAGGI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 717. Roma, 15 maggio 1917, ore 22.

(Per Parigi e Pietrogrado) Mio telegramma Gabinetto 714 (1).

Ho risposto ad Imperiali quanto segue:

(Per Londra) Telegramma di V. E. n. 224 (2).

(Per tutti) Occorre:

l) Prendere atto che Governo Britannico non solleva obiezioni alla ripresa della conferenza. Ma ciò non basta: occorre che la. Conferenza sia convocata subito, altrimenti l'accettazione perde valore e significato.

2) Mantenere punto del mio telegramma n. 693 (3) cioè che qualora la Russia tardasse o tergiversasse nella sua adesione, la situazione dell'Italia, riguardo gli accordi con Francia e Inghilterra, deve restare identica a quella che vigerebbe tra queste due Potenze riguardo i loro accordi del 1916; ossia le obbligazioni reciproche assunte debbono permanere.

3) Tuttavia per facilitare la soluzione nei riguardi della Russia siamo disposti, in caso di constatata necessità, ad entrare nell'ordine di idee esposte da Lord Ceci! e cercare una formula che, pur mantenendo la delimitazione convenuta, escluda le parole annessio.ne e occupazione. Occorre far rilevare che con dò faremmo una notevole concessione, poiché la zona segnata verde ci fu riconosciuta come zona di occupazione.

4) Condizione assoluta (ammessa dallo stesso Lord Cecil): che la nuova formula venga applicata identicamente ai tre Alleati.

5) La formula potrebbe anche essere quella stessa usata nell'art. 2 dell'accordo franco-inglese del Maggio 1916 cioè: ...« seront autorisés à établir telle administration directe ou indirecte ou tel contròle qu'elles désirent ou qu'elles jugeront convenable d'établir ». Domandiamo la soppressione o la modificazione, per quanto riguarda l'Italia, dell'ultima parte del detto articolo, cioè " après entente avec l'Etat ou la confédératicn d'Etats arabes " perché, nei riguardi dell'Italia, può portare equivoco rispetto lo Stato Ottomano eventualmente lasciato sussistere. Non ammettiamo ingerenza di questo né di altri Stati esteri.

6) Lord Cecil solleva la difficoltà derivante dal fatto compiuto inglese in Mesopotamia. Ma questa difficoltà si può girare nel seguente modo.

La questione dei fatti compiuti che si saranno verificati al momento della pace, e che venissero in questa riconosciuti, formò oggetto di u:-:to speciale accordo tra Francia, Inghilterra e Italia a S. Jean de Maurienne. In forza di tale accordo, i fatti compiuti formeranno oggetto di nuovo esame. in date circo·

stanze, al momento della pace. Con ciò l'interesse dell'Inghilterra, derivante dal suo fatto compiuto, è salvaguardato, del pari che gli interes:si dell'Italia e della Francia.

Attualmente, dunque, non si tratta di contemplare i fatti compiuti presenti e futuri. Si tratta di trovare una formula di prindpio che si avvicini in modo formale, il più possibile, alle teorie della nuova Russia, che mantenga la massima della perfetta parità fra le Potenze, e che lasci adito a tutte quelle affermazioni politiche, amministrative ed economiche le quali, com'è noto, si possono eseguire in Oriente sotto il manto di formule appropriate.

7) Occorre far rilevare nel modo opportuno al Governo inglese che invochiamo una ·pronta S'oluzione della questione, tanto più in seguito all'incerta situazione russa. Appoggiamo ques·ta nostra insistente richiesta ai reciproci doveri degli Alleati, nonché all'obbligo morale che incombe all'Inghilterra ed alla Francia di darci riparazione per gli accordi conclusi con nostra esdusione nel 1916, esclusione deplorata dallo stesso Governo britannico.

8) Appena d'accordo, anche in massima, circa la nuova formula, saranno date istruzioni a Carlotti richiedendo che siano inviate opportune is·truzioni agli Ambasciatori di Francia e Inghilterra a Pietrogrado per sostenere colà la nostra tesi.

Prego V. E. agire in conformità di quanto precede e telegrafarmi.

(l) -Ritrasmissione a Parigi e Pictrogredo del T. G:cb. 1226 '224 da Lonè:·2. Cfr. n. 979 (2) -Cfr. n. 979. (3) -Cfr. n. 937.
989

IL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, BOSELLI

T. S.N. Londra, 15 maggio 1917, ore 7,30 (per. ore l,30 del 16).

Credo ·sia caso di riesaminare situazione in cui si trovano nostri colleghi incaricati saputa missione Ru~sia, in questi circoli tale situazione non sembra scevra da dubbi, si prescinde dalle difficoltà materiali che non saranno poche per andata e che possono peggiorare pel ritorno. il che ha importanza per quanJo riguarda questione del tempo di cui nostri amici possono disporre, ma sopra tutto i dubbi riguardano la stessa loro mis:sione che dovrebbero compiere, il precipitare delle cose in Russia fa temere assai manchi ad essi qualsiasi ·sfera di possibile ed utile azione. Anche da colloqui che nostri amici hanno avuto con russi qui residenti che sono autorevoli rappresentanti corrente socialista predominante si ottiene la sc:1sazione non soltanto della inutilità dello sforzo ma perfino di una certa diffidenza che tale viaggio determina. Così ad esempio si domanda in maniera perentoria quale sia il programma di questa missione, quale autorità es·sa abbia, ecc. Aggiungo che allusioni fatte da suddetti rus:-:i alle condizioni di pace che essi invocano arrivano perfino a parlare di una indennità al Belgio da pagarsi anche da Francia e da Inghilterra. Non sembra che simile mentalità sia permeabile alla esortazione cd ai· consigli. D'altra parte nostri amici di fronte impegni as,sunti non recederebbero senza una precisa controindicazione del nostro Governo. Ti prego considerare tutte queste cose con Sonnino e possibilmente Bisso'lati e Comandini, avvertendo che risposta occorre arrivi entro venerdì, tale risposta dovrebbe essere diretta nostro ambasciatore ·per ·1'1potesi che io sia

partito.

990

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1230/225. Londra, 15 maggio 1917, ore 22,30 (per. ore 4 del 16).

Lloyd George era ieri manifestamente .preoccupato per le notizie giuntegli dalla Russia ed in special modo per il fatto segnalatogli che sulla fronte della Galizia non solo i soldati ma anche gli ufficiali avrebbero fraternizzato con gli Austriaci. La situazione russa di cui con linguaggio insolitamente grave non dissimulava :le possibili serie conseguenze per tutto l'andamento della guerra gli faceva ritenere prima e soprattut:to necessaria ed urgente una conferenza a Londra con V. E. e Ribot, argomento questo sul quale e con grande energia insistette a varie riprese. Attraverso varie questioni sortite durante la non breve conversazione con S. E. Orlando appariva chiaro che la situazione r:.tssa era l'idea al momento dominante nella sua mente e cattivante veramente suo interesse. All'ac·cenno con tatto perfetto fattogli da S. E. circa l'opportunità di regolare senza altro definitivamente la questione Asia Minore, rispose in tergiversazioni alquanto contrariato ·rilevando la capitale importanza di esaminare anzi tutto complessivamente la situazione derivante da una eventuale defezione russa. Tra le cause dei numerosi « blunders » commessi finora dall'Intesa precipuamente appariva a lui quello di non essersi mai voluto affrontare in tempo debito i più g1ravi problemi ma di averli invece messi da parte occupandosi di volta in volta delle questioni singole. In tale errore pas•sato occorreva non ricadere in questo momento di eecezionale gravità. Mi permisi a questo punto di inte!'loquire per conto mio osservando avrei capito benissimo l'obiezione sua un mese fa, quando per la questione dell'Asia Minore .si era ancora in alto mare, ma non me lo spiegava bene oggi che raggiuntasi l'intesa su i punti veramente controversi non rimaneva 1più che a procedere aila constatazione formale dell'accordo raggiunto. Replicò L•loyd George insistendo di nuovo e con grande calore sulle vedute generali espressamente espresse circa urgente necessità conferenza con V. E.. In ogni modo vago accennò poi a certi eventuali compensi da noi reclamati a San Giovanni in caso di non realizzazione pratica degli accordi osservando non vedeva in che essi potessero consistere, chiaro essendo che cessione di una parte dell'Armenia occupata d'ai Russi o della Mesopotamia occupata dagli Inglesi non ci sarebbe di alcuna utilità. Non sembrando il caso d'entrare in discussione al riguardo, dissi che non avendo io assistito al convegno non ero in grado di addentrarmi nell'argomento sui risultati di quel convegno unico elemento d'informazione mia era il processo verbale dal quale del resto rHevavo che intervenuta

discussione era stata ,chiusa con forma da lui stesso suggerita. A questa mia osservazione non replicò Primo Ministro che riprese a rivolgere a S. E. Orlando altre domande fra le quali quella assai curiosa di cui non riesco ancora ad afferrare portata e tendenza, circa eventuale preferenza nostra tra Dalmazia ed Asia Minore nel caso ipotetico in cui ulteriore andamento guerra ,rendesse impossibile contemporanea disintegrazione Turchia e Austria-Ungheria. È possibile che tale domanda sia stata inspirata da una delle solite idee subitaneamente ,spont::mee nel cervello di L.loyd George ma comunque sembrami essa meriti attenzione e costituisca forse un nuovo argomento da aggiungere agli altri destinati a formare oggetto di esame nella futura conversazione tra V. E. e il Primo Ministro. Su tutto l'insieme dell'interessante colloquio V. E. sarà con maggiori particolari ragguagliato verbalmente dal suo On. Collega (1).

991

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAll. RR. 1231/226. Londra, 15 maggio 1917, ore 10,30 (per. ore 7,45 del 16).

Lloyd George chiedeva ieri con grande ansietà a S. E. Orlando ed a me notizie circa le nostre operazioni militari, se cioè offensiva era cominciata ecc.. Gli rispondemmo non possedere notizie precise, apparire però dai Bollettini nostri nonché dei nemici inizio bombardamento preparatorio. Ri•spose Primo Ministro auguravasi che al medesimo partecipassero già le batterie inglesi composte dei migliori cannoni ora esistenti al mondo, i medesimi che hanno tanto contribuito alla presa di Vimy.

992

IL MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, AL PRESIDENTE DEL, CONSIGLIO, BOSELLI,

T. s. N. Londra, 15 maggio 1917, ore 2,36 (per. ore 24 del 16).

In nuova riunione terminata ora con controllore navi, confermai che speranze americane non potevano avere valore per noi vi,sto tempo occorrente ed urgenza bisogno. Alla sua volta controllore insistette riluttanza inglesi tra'Stporto carbone americano in Italia per note ragioni, pur confermando istruzioni date ambasciatore Washington non opporsi per ora. A questo proposito fece allusione rincrescimento provato Governo inglese per essere stato informato che nostro ambasciatore Washington avrebbe detto che Inghilterra rifiutassi riconoscere urgenza nostri bisogni, il che non è conforme verità. Considera tu con Sonnino quale importanza dare a tale lamento. Ad ogni modo ris't)osi che mentre Inghil

terra riconosce gravità nostra situazione occorre che provvedimenti corrispondano a tale riconoscimento. Con grandi stenti sono riuscito portare questione sull'unico campo pratico, cioè ottenere altri piroscafi. Confido essere riuscito, sebbene non si possa sperare che tale aumento corrisponda nostri bisogni. Avremo nuova riunione ore sedici e spero definire. Ad ogni modo ho stabilito di affrettare partenza anche indipendentemente dai bisogni di cotesto mio ufficio essendo persuaso che tra oggi e domani si arriverà ultimo limite discussione possibile, onde non gioverebbe prolungamento. Ti prego comunicare questa ultima parte a Corradini.

(l) Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con T. Gab. 718 del 16 maggio.

993

IL MINISTRO A PECHINO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 211/65. Pechino, 15 maggio 1917.

Ho l'onore di accusare ricevuta e ringraziare del telegramma n. 634 (l) col quale V. E. mi ha comunicato la r1sposta data a codesta Ambasdata inglese donde rilevo che questa R. Legazione viene autorizzata a fare le concessioni suggerite dal Governo britannico ed intese a rafforzare la posizione del Primo Ministro Tuan-shi-hui.

Ho preso buona nota della maggior larghezza in concessioni cui il R. Governo consentirebbe dandomi facoltà di ricorrervi se • ciò fosse necessario per ragioni politkhe ». Non mancherò all'oc•correnza di tenere in mente la restrizione cui

V. E. ha creduto di subordinare la facoltà qpportunamente data a questa R. Legazione quale norma di condotta durante le eventuali trattative col Governo cinese.

Per ora gli avvenimenti che caratterizzano la situazione politica interna non renderebbero urgenti o necessarie le concessioni sug,gerite dal Governo inglese. Per convincersene basterebbe riferirsi al mio rapporto in data di ieri n. 64 (2). Senonché ·la situazione assai cambievole in questi ambienti politiei potrebbe da un momento all'altro consigliare di offrire qualche s:pecia1le favore a questo Presidente del Consiglio a titolo di riconoscenza per il 1suo atteggiamento del tutto conciliante al riguardo degli Alleati. Questa nostra arrendevolezza verso un desiderio espres•so d'al Governo inglese sarebbe certamente apprezzato dal Governo di Londra e non mancherebbe eventualmente di es.sere ricordata in sede opportuna, giacché si tratta di un sacrifizio da noi liberamente accettato senza diretto interesse o vantaggio nella questione.

(l) -Cfr. n. 967. (2) -Cfr. n. 984.
<
APPENDICI

APPENDICE I

AMBASCIATE E LEGAZIONI DEL REGNO D'ITALIA ALL'ESTERO

(Situazione al 30 aprile 1917)

ARGENTINA

Buenos Aires -CoBIANCHI Vittore, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; CERRUTI Vittorio, primo segretario; VINCI Adolfo, addetto commerciale

BELGIO

Bruxelles -CARIGNANI, dei duchi di Novoli, Francesco, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; DE RISEIS, dei baroni di Crecchio, Mario, primo segretario (la legazione risiede temporaneamente a Le Havre).

BOLIVIA

La Paz -AGNOLI Ruffillo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Lima).

BRASILE

Rio de Janeiro -MERCATELLI Luigi, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; RoGADEO Giovanni, segretario; CHIAROMONTE Tommaso, addetto commerciale.

CILE

Santiago -Dr MoNTIGLIARI marchese Paolo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

CINA

Pechino -ALIOTTI, dei baroni, Carlo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; VARÉ Daniele, segretario; BENSA Maurizio, interprete; ALLIEVI T., tenente colonnello, addetto militare (residente a Tokio).

COLOMBIA

Bogotà -DuRAND DE LA PENNE, marchese Enrico, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

COSTARICA

S. José de Costa-Rica -NoTARI Giosuè, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Guatemala).

CUBA

Avana -CARRARA Stefano, inviato straordinario e ministro plenipotenzlario.

DANIMARCA

Copenaghen -SACERDOTI Vittorio, conte di Carrobio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; CATALANI Giuseppe, consigliere.

EGITTO

Cairo -NEGROTTO CAMBIASO, dei marchesi, Lazzaro, agente diplomatico e console generale; TosTI, dei duchi di Valminuta, conte Mauro, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; CROLLA Giuseppe, capo interprete.

ETIOPIA

Addis Abeba -CoLLI DI FELIZZANO conte Giuseppe, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; CORA Giuliano, segretario.

FRANCIA

Parigi -SALVAGO RAGGI marchese Giuseppe, ambasciatore; RusPOLI Mario, principe di Poggio Suasa, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; MEDICI, dei marchesi del Vascello, Giuseppe, consigliere; GUARIGLIA Raffaele, segretario; BoscARELLI Raffaele, segretario; DE STEFANI Pietro, segretario; ZACCONE Vittorio, tenente colonnello, addetto militare; RoTA Ettore, capitano di fregata, addetto navale; SABINI conte Candido, delegato commerciale.

GIAPPONE

Tokio -CusANI CoNFALONIERI marchese Luigi Gerolamo, ambasciatore; MARCHETTI FERRANTE Giulio, primo segretario; GAsco Alfonso, interprete; ALLIEVI T., tenente colonnello, addetto militare.

GRAN BRETAGNA

Londra -IMPERIALI DI FRANCAVILLA marchese Guglielmo, ambasciatore; BoRGHESE, dei principi, Livio, consigliere; DURINI DI MoNZA conte Ercole, primo segretario; PREZIOSI Gabriele, segretario; BALSAMO Giovanni, segretario; LANZA BRANCIFORTI Giuseppe, principe di Scordia, segretario; TROMBETTI Achille, segretario; BERTELÈ Tommaso, segretario; REY nr VrLLAREY conte Carlo, capitano di corvetta, addetto navale.

GRECIA

Atene -DE BosnARI conte Alessandro, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; MrNISCALCHI ERrzzo conte Francesco, consigliere; DIANA dei marchesi, Pasquale, segretario; DE MARTINO Giuseppe, addetto commerciale.

GUATEMALA

Guatemala -NoTAR! Giosuè, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

HAITI

Haiti -CARRARA Stefano, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente ad Avana).

HONDURAS

Tegucigalpa -NoTAR! Giosuè, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Guatemala).

MAROCCO

Tangeri -LAGO Mario, agente diplomatico e console generale.

MESSICO

Messico -MARTIN FRANKLIN Alberto, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; CANTONI MARCA Antonio, segretario.

MONTENEGRO

Cettigne -RoMANO AvEZZANA barone Camillo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente temporaneamente a Parigi).

NICARAGUA

Managua -NoTAR! Giosuè, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Guatemala).

NORVEGIA

Cristiania -MoNTAGNA Giulio Cesare, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Rosso Augusto, segretario.

PAESI BASSI

L'Aja -SALLrER DE LA TouR Giuseppe, duca di Calvello, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; GU!.RNERr Andrea, segretario; Dr GIURA Giovanni, segretario.

P ANAMA

Panama -RAGuzzr Carlo, incaricato d'affari.

PARAGUAY

Assunzione -Rossr Adolfo, ministro residente.

PERSIA

Teheran -ARRrVABENE VALENTI GoNZAGA conte Carlo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Dr MoNTEFORTE conte Giuliano, interprete.

PERU'

Lima -AGNOLr Ruffillo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

PORTOGALLO

Lisbona -SERRA Attilio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; GAZZERA Giuseppe, segretario; SANNAZZARO Giuseppe, addetto militare (residente a Madrid).

ROMANIA

Bucarest -FAscroTTI barone Carlo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; Aunrn Giacinto, segretario; CAFIERO Ugo, segretario (la legazione risiede temporaneamente a Jassy); FERrGo L., tenente colonnello, addetto militare; SrBILIA Donato, delegato commerciale.

RUSSIA

Pietrogmdo -CARLOTTI Andrea, marchese di Riparbella, ambasciatore; NANI MoCENIGO conte Giovan Battista, consigliere; TALIANI Francesco, segretario; GuAZZONE Pietro Alfredo, segretario; REPOLE E., maggiore, addetto militare.

SALVADOR

S. Salvador -NoTARI Giosuè, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Guatemala).

S. DOMINGO

S. Domingo -CARRARA Stefano, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente ad Avana).

SERBIA

Belgrado -SFORZA, dei conti, Carlo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; SERRA Michele, addetto militare; DE SARNO SAN GIORGIO Dionisio, segretario interprete (la legazione risiede temporaneamente a Corfù).

SIAM

Bangkok -MANACORDA Aroldo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario;

' -r ~;.

Bovo Goffredo, interprete.

SPAGNA

Mad1·id -BoNIN LoNGARE conte Lelio, ambasciatore; VIGANOTTI GIUSTI Gianfranco, consigliere; MACARIO Nicola, segretario; SAPUPPO Giuseppe, segretario; MoNTAGNINI, dei conti, Carlo, segretario; SANNAZZARO Giuseppe, addetto militare.

STATI UNITI D'AMERICA

Washington -MACCHI, dei conti di Cellere, Vincenzo, ambasciatore; BRAMBILLA Giuseppe, consigliere; ARONE, dei baroni di Valentino, Pietro, segretario; GEISSER CELESIA DI VEGLIASCO Andrea, segretario; CECCATO Giovan Battista, addetto commerciale.

SVEZIA

Stoccolma -ToMMASINI Francesco, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; MARIANI Alessandro, segretario.

SVIZZERA

Berna -PAULUCCI DE' CALBOLI conte Raniero, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; DuRAzzo marchese Carlo, consigliere; CoMPANS DE BRrCHANTEAu marchese Alessandro, consigliere; DE PARENTE Paolo Girolamo, segretario; BARONE Russo Giacomo, addetto; LABRIOLA Alberto, addetto commerciale; MoRIONDI, addetto commerciale; CALIMANI Felice, addetto speciale per l'emigrazione (residente a Lucerna).

URUGUAY

Montevideo -MAESTRI MoLINARI marchese Francesco, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

VENEZUELA

Caracas -ScELSI Lionello, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

APPENDICE II

UFFICI DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI

(Situazione al 30 aprile 1917)

MINISTRO

SoNNINO barone Sidney, deputato al Parlamento.

SOTTOSEGRETARIO DI STATO

BoRSARELLI DI RIFREDDO marchese Luigi, deputato al Parlamento.

GABINETTO DEL MINISTRO

Affari confidenziali -Corrispondenza riservata e particola1·e del Ministro -Ricerche e studi in relazione al lavo1'0 del Ministro -Rapporti colla stampa e le agenzie telegrafiche -Relazioni del Ministro col Parlamento e col corpo diplomatico -Udienze -Tribuna diplomatica.

Capo gabinetto: ALDROVANDI MARESCOTTI Luigi, conte di Viano, consigliere dii legazione di l a classe.

Segretari: BIANCHERI CHIAPPORI Augusto, segretario di legazione di l" classe; BARBARO conte Francesco, segretario di legazione di l" classe; DE LIETO Casimiro, segretario di legazione di 3• classe.

GABINETTO DEL SOTTOSEGRETARIO DI STATO

Affari confidenziali -Corrispondenza riservata e particolare del Sottosegretario di Stato -Ricerche e studi in 1·apporto al lavoro del Sottosegretario di Stato -Relazioni del Sottosegretario di Stato col Parlamento e col corpo diplomatico -Udienze.

Capo gabinetto: DANEO Giulio, segretario di legazione di l a classe.

Segretari: ToRNIELLI DI CRESTVOLANT, dei conti, Carlo Cesare, vice console dì l" classe; RocHIRA Ubaldo, vice console di 2• classe.

SEGRETARIO GENERALE

DE MARTINO Giacomo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario dii 2• classe.

UFFICI ALLE DIRETTE DIPENDENZE DEL SEGRETARIO GENERALE

DIVISIONE I RAGIONERIA ED ECONOMATO

Capo divisione: CALVARI Lodovico, direttore capo di ragioneria.

SEZIONE I

Bilanci e contabilità -Bilancio di previsione -Conto consuntivo -Revisione di contabilità attiva dei regi agenti all'estero -Liquidazione delle spese degli ufficii all'estero -Competenze mensili dei funzionari e del personale di servizio.

Capo sezione: BoNAMrco Cesare, ispettore di ragioneria. Primi ragionieri: CASONI Enrico; DE SANTIS Paolo. Ragionieri: Bossi Mario; CERACCHI Giuseppe; BoNTEMPS Aldo.

SEZIONE II

Sc1·ittU1·e -Conto corrente col Tesoro dello Stato -Conti correnti coi 1·egi agenti all'estero.

Capo sezione: FANO Alberto. Primi ragionieri: LrvrNALI Alessandro; CASONI Giovanni; AcosTEO Cesare. Ragionieri: NoBILI VrTELLESCHI, dei marchesi, Pietro.

SEZIONE III

Tariffe consolari -Palazzi demaniali all'estero, a1·redamenti -Inventario dei mobili. di p1·oprietà dell'erario all'estero -Proposte per l'acquisto di mobiH ad uso d'archivio degli uffici all'estero -Sussidi.

Capo sezione: D'AvANzo Carlo. Primo ragioniere: BONAVINO Arturo. Ragioniere: Bossi Carlo.

SEZIONE IV

ECONOMATO E CASSA Inventario dei mobili del ministero -Contmtti -Spese d'ufficio -Ma nutenzione dei locali -Magazzino -Pe1·sonale degli uscieri -Corredi dei regi uffici all'estero -Custodia delle successioni.

Capo sezione: VINARDI Giuseppe.

Primo ragioniere: RINVERSI Romolo.

Ragioniere: ToRRES Oreste.

CIFRA Corrispondenza telegmfica e ordinaria in cifra -Compilazione, custodia

e distribuzione dei cifrari.

Capo ufficio: GARBAsso Carlo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2" classe.

Segretari: ALLIATA DI MoNTEREALE E DI VILLAFRANCA principe Giovanni, consigliere di legazione di 3" classe; VANNUTELLI REY conte Luigi, primo segretario di legazione; NANI MocENIGO conte Ludovico, segretario di legazione di l" classe; PIACENTINI Renato, console di 3" classe.

STAMPA E TRADUZIONI Spoglio e riassunto quotidiano dei giornali e periodici este1·i e nazionali -Tmduzioni. Capo ufficio: 0RSINI BARONI Luca, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2• classe. Segretari: MAJONI Giovanni Cesare, console di l" classe.

APERTURA, DISTRIBUZIONE E REGISTRAZIONE

DELLA CORRISPONDENZA E SPEDIZIONE Registrazione e sunto della corrispondenza in arrivo e in partenza Rubriche per ragioni di luogo, di materia, di persone -Schedari

Spedizione della corrispondenza -Corrieri di gabinetto.

Capo ufficio: SERRA Carlo Filippo, console generale di l" classe.

DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI GENERALI

Direttore generale: CoNTARINI Salvatore, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2" classe.

DIVISIONE II PERSONALE E CERIMONIALE

Capo divisione: LANDI VITTORJ Vittorio, console generale di la classe.

SEZIONE I

Personale d'ogni categoria dipendente dal Ministero degli Affari Esteri (eccetto il personale delle sc·uole all'estero e quello di servizio) -Uffici diplomatici e consolari all'estero, loro istituzione e soppressione -Servizio di ispezione degli stessi uffici -Personale e uffici diplomatici e consolari esteri in Italia -Consiglio del Ministero -Concorsi -Ammissioni -Annuari del Ministero -Elenchi del personale del Ministero -Atti pubblici -Libretti e richieste ferroviarie per il personale.

Capo sezione: FoRLANI Baldo, primo segretario di legazione.

Segretari: TRITONJ Romolo, console di la classe; CAVRIANI, dei marchesi, Giuseppe, console di 2a classe.

SEZIONE II

Regole del cerimoniale -Lettere reali -C1·edenziali -Lettere di richiamo -Pieni poteri -P1·ivilegi ed immunità degli agenti diplomatici e consolari -Franchigie in materia doganale ai regi agenti all'estero e agli agenti stranie1·i in Italia -Massimario -Visite e passaggi di sovrani e p1·incipi -Decorazioni nazionali ed estere.

Capo sezione: (f. f.) GAUTTIERI Antonio, console di 311 classe.

ARCHIVIO STORICO

Conservazione ed inc1·emento delle collezioni manoscritte del ministero e dei regi uffici all'estero -Conservazione degli originali degli atti internazionali conclusi dal Regno d'Italia e dagli Stati soppressi -Conservazione delle carte del Ministero riservate dagli archivi delle divisioni Ricerche e studi preparatori pel Ministero e per gli uffici del dicastero -Memorie su materie storiche e questioni internazionali -Protocollo, inventari e schedari.

Direttore: MELI LUPI DI soRAGNA, marchese Giulio, console generale di 2" classe.

BIBLIOTECA

Proposte per acquisto di lib1·i e associazioni a giornali e Tiviste -ConseTvazione e incTemento delle pubblicazioni -Scambio di pubblicazioni con altri ministeri od istituti del Regno o di Stati Esteri -Collezioni e custodia di caTte geogmfiche per uso del ministeTO -Cataloghi, scheda1·i -Raccolta sistematica di pubblicazioni del ministero -Raccolta sistematica della legislazione stmniera peT ciò che può riguaTdare le Telazioni internazionali e l'amministmzione degli affari esteTi -FoTnituTe di pubblicazioni a corTedo dei regi uffici diplomatici e consolari.

Bibliotecario: PAsQuALuccr Loreto.

TIPOGRAFIA

Direttore: ALFERAZZI Giacomo Antonio.

DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI POLITICI

Direttore generale: MANZONI, dei conti, Gaetano, inviato straordinario e mimstro plenipotenziario di 2a classe.

DIVISIONE III

Capo divisione: N. N.

SEZIONE I

Carteggio in materia politica pe1· gli affari concernenti l'Europa -Sunto quotidiano del ca1·teggio -Stipulazione e inte1·pretazione dei trattati politici relativi alla stessa circoscrizione -Rettifiche e accertamenti di frontiera -Sconfinamenti militari -Spoglio di giornali esteri per la stessa circoscrizione.

Capo sezione: SABETTA Guido, console generale di 3a classe.

Segretari: CoLoNNA, dei principi, Ascanio, segretario di legazione di la classe; ToRTORA BRAYDA Camillo, conte di Policastro, segretario di legazione di 3" classe; MAGNANI RICOTTI Sidney, addetto.

SEZIONE II

Carteggio in materia politica per gli affari concernenti il Levante e l' Aj1·ica -Sunto quotidiano del carteggio -Stipulazione e interpretazione di tmttati politici relativi alla stessa circoscrizione -Capitolazioni -Riforme giudizim·ie in Egitto -Spoglio dei giornali esteri per la stessa circoscrizione.

Capo sezione: CHIARAMONTE BoRDONARO Antonio, consigliere di legazione di l" classe.

Segretari: PIGNATTI MoRANO, conte Bonifacio, consigliere di legazione di 3a classe; STRANIERI Augusto, console generale di 3a classe; SALERNO MELE Giovanni, console di 2" classe; GABRIELLI Luigi, vice console di la classe; RooooLo Marcello, vice console di la classe.

SEZIONE III

Carteggio in materia politica per gli affari concernenti l'Estremo Oriente e l'America -Sunto quotidiano del carteggio -Stipulazione e interpretazione dei trattati politici relativi alla stessa ci1·coscrizione Spoglio dei giornali esteri per la stessa circoscrizione.

Capo sezione: DEPRETIS Agostino, consigliere di legazione di 2a classe.

SEZIONE IV

PRATICHE RELATIVE ALLA POLITICA COLONIALE

Capo sezione: N. N.

DIVISIONE IV

Capo divisione: RINELLA Sabino, consigliere di legazione di la classe.

SEZIONE I

Reclami di sudditi italiani verso Governi esteri e di sudditi esteri verso il Governo italiano.

Capo sezione: SANDICCHr Pasquale, console di l" classe. Segretario: CrANCARELLI Bonifacio Francesco, console di 2" classe.

SEZIONE II

Reclami doganali -Sconfinamenti doganali -Congressi e conferenze commerciali.

Capo sezione: N. N. Segretario: N. N.

DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI COMMERCIALI Direttore generale: N. N. DIVISIONE V Capo divisione: PELUCCHI Carlo, console generale di l" classe.

SEZIONE I Carteggio relativo alla stipulazione e alla interpretazione dei tmttati e degli atti comme1·ciali internazionali -Studi e indagini di politica com

merciale -Pubblicazioni d'indole economica -Bollettino del ministero. Capo sezione: N. N. Segretario: N. N.

SEZIONE II Reclami doganali -Sconfinamenti doganali -Congressi e conferenze commerciali.

Capo sezione: BrANCHI Vittorio, console di 2a classe. Segretari: MARSANICH Alberto, console di 311 classe: BERNABEI Vincenzo, interprete di 2a classe. DIVISIONE VI Capo divisione: GARROU J\IIario, console generale di 3" classe.

SEZIONE I Esposizioni -Congressi internazionali di natura non politica né commerciale. Capo sezione: ALBERTAZZI Enrico, console giudice.

SEZIONE I

Questioni giuridiche di nazionalità, di estradizione, di protezione consolare, di stato civile e di ogni altro ordine non politico né commerciale.

Capo sezione: DELLA CRocE DI DoJoLA conte Galeazzo, console di 211 classe. Addetto all'ufficio: PuLLINo Umberto, console di 2a classe. Segretari: GAVOTTI, dei marchesi, Lodovico, console di 3a classe; SEGHE Guido, vice console di 2a classe; AssERETO Tommaso, vice console di 2a classe.

SEZIONE II

Stipulazione ed interpretazione di trattati relativi alle materie anzidette.

Capo sezione: SARTORI Francesco, console di l a classe.

SEZIONE II

Servizi postali e marittimi -Ferrovie di interesse inte1·nazionale -Sanità

pubblica.

Capo sezione: BERNARDI Temistocle Filippo, console di la classe.

Segretario: DE FACENDIS Domenico, console di 3" classe.

DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI PRIVATI Direttore generale: VACCAJ Giulio, console generale di l a classe.

DIVISIONE VII Capo divisione: SERRA, dei conti, Carlo, console generale di la classe.

DIVISIONE VIII Capo divisione: TESTA Luigi, console generale di la classe.

SEZIONE I

Rogatorie -Pensionati all'estero -Atti giudizim·i -Atti di stato civile

Ricerche all'estero nell'interesse dei sudditi italiani.

Capo sezione: (f. f.) BERTANZI Paolo, console di 3a classe. Segretario: GIUSTI Paolo Emilio, vice console di 2" classe.

SEZIONE II

Successione dei sudditi italiani morti alL'estero.

Capo sezione: D'ALIA Antonino, console di 2a classe.

Segretari: KELLNER Gino Lodovico, segretario di legazione di 3a classe; P ASCALE Giovanni, console di 2a classe; CHABERT Alberto, interprete di l• classe; CoHEN Mattia, interprete di 2" classe.

UFFICIO DEL CONTENZIOSO E DELLA LEGISLAZIONE

Contenzioso diplomatico -Segretariato del Consiglio e del Contenzioso diplomatico -Convocazione, verbali delle adunanze -Nomina e conferma dei membri del consiglio stesso -Archivio -Massimario del contenzioso -Studi preparatori delle conferenze di diritto internazionale privato e dei congressi internazionali di indole giuridico-amministrativa Raccolta ufficiale dei trattati -Pubblicazione degli atti relativi.

Capo ufficio: RICCI BusATTI Arturo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2a classe. Segretario: TosTI Gustavo, console generale di 3a classe.

LEGALIZZAZIONE E PASSAPORTI

Legalizzazione di atti -Corrispondenza e contabilità relativa -Passaporti

diplomatici -Passaporti distinti.

Capo ufficio: VALENTINI Claudio, console generale di la classe.

DIREZIONE GENERALE DELLE SCUOLE ITALIANE ALL'ESTERO

Direttore generale: ScALABRINI Angelo.

DIVISIONE IX

Capo divisione: BoccoNI Luigi, console generale di 2a classe.

SEZIONE I

Istituti scolastici gove1·nativi all'estero, loro ordinamento e direzione didattica e disciplinare -Istituzione e soppressione delle scuole -Locali scolastici -Materiale didattico e scientifico -Personale insegnante -Deputazioni scolastiche -Concorsi -Posti gratuiti e semi-gratuiti dall'estero per l'interno -Istituti sussidiati all'estero -Sussidi ordinari e straordinari a scuole coloniali, private, e confessionali -Tutela e sorveglianza delle medesime -Palestre ginnastiche -Educatori -Bibliotec/te -Ambulatori medico-chirurgici annessi alle scuole ed altri Istituti di assistenza scolastica -Segreteria del Consiglio centrale delle scuole all'estero e rappm·ti col Consiglio stesso -Annuario delle scuole italiane all'este1·o -Statistiche -Relazioni al Ministro e al Parlamento -Protocollo ed m·chivio della Di1·ezione generale.

Capo sezione: GATTONI Giulio, primo segretario di legazione.

SEZIONE II

Amministrazione, contabilità, bilanci delle scuole -Decreti e mandati

relativi -Inventari dei beni mobili ed immobili ad uso delle scuole.

Capo sezione di ragioneria: FIORETTI Vittorio.

Primi ragionieri: SuGLIANI Augusto; FRANZETTI Attilio. Ragioniere: LEONINI PIGNOTTI Augusto.

UFFICIO DI ISPETTORATO

Ispezioni -Vigilanza didattica sulle scuole governative e sussidiate

Affari 1·elativi.

Ispettori centrali (comandati). STOPPOLONI Aurelio, regio provveditore agli studi di la classe; NAMIAS Americo, ispettore di 2" classe nel ministero dell'istruzione; MAserA Luigi, direttore nelle regie scuole medie all'estero.

COMMISSARIATO DELL'EMIGRAZIONE

Commissario generale: GALLINA conte Giovanni, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di l" classe.

APPENDICE III

AMBASCIATE E LEGAZIONI ESTERE IN ITALIA

(Situazione at maggio 1917)

Argentina -AYARRAGARAY Lucas, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; ZAVALIA Carlos, consigliere (assente); RoLANDONE Conrado, secondo segretario; ToRNQUIST Gustavo, capitano di cavalleria, addetto militare.

Belgio -VAN DEN STEEN DE JEHAY W., inviato straordinario e ministro plenipotenziario; DE LICHTERVELDE conte Baudoin, consigliere; PAPEIANS DE MORCHOVEN Charles, primo segretario; DE HUBSCH barone, addetto temporaneo; MOREL A. Y. M., generale, addetto militare.

Bolivia -N. N., inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

Brasile -DE ToLEDO Pedro, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; MoNIZ DE ARAGAO José Joaquin, consigliere; MoNIZ GoRDILHO Carlos Alberto, secondo segretario; GALVAO BuENO FILHO Americo, secondo segretario; ALVIN MENGE Adolpho, addetto; GuiMARAES Francisco, addetto commerciale.

Cile -VILLEGAS Enrique, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; DUBLÉ URRUTIA Diego, primo segretario; BRAVO Enrique, maggiore, addetto militare.

Cina -WANG-KouANG-Ky, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; WANG-TSENG-SZE, secondo segretario; TscHENG Yi Fu, addetto; T. TcHENG, addetto.

Colombia -HURTADO José Marcellino, inviato straordinario e ministro plenipotenzlario; ARANGO Carlos, segretario.

Cuba -MARTIN RxVERO Antonio, inviato straordinario e ministro plenipotenziarlo; IZQUIERDO José Alberto, primo segretario.

Danimm·ca -N. N., inviato straordinario e ministro plenipotenziario; DE OLDENBURG M. A., incaricato d'affari.

Francia -BARRÈRE Camille, ambasciatore; CHARLEs-Roux François, secondo segretario, incaricato delle funzioni di consigliere; RoGER Jean, terzo segretario; LABOURET Jacques, terzo segretario; BAROIS Armand, terzo segretario; DE GoNDRECOURT, generale di brigata, a titolo temporaneo, addetto militare; OLIVARI, tenente colonnello d'artiglieria, addetto militare aggiunto; NoBLEMAIRE, capo di squadroni d'artiglieria, aggiunto all'addetto militare aggiunto; PrGEON DE SAINT PAIR, contrammiraglio, addetto navale; DE LA CHAPELLE, tenente di vascello, addetto navale aggiunto; ToNDEURScHEFFLER, console distaccato all'ambasciata.

Giappone -lJUIN Hidokichi, ambasciatore; lMAI Shinooh, primo segretario; ROTTA Masaaki, terzo segretario; KATÒ Sotomatsu, addetto; KosHIDA Saichiro, addetto; OrNOUMA Shozi, tenente colonnello di fanteria, addetto militare; YAMAMOTO Shinjiro, capitano di fregata, addetto navale; SHrMADA Shigetaro, capitano di fregata, aggiunto all'addetto navale.

Gmn BTetagna -RENNEL Ronn sir James, ambasciatore; ERSKINE William, consigliere; MouNSEY George A., primo segretario; WELLESLEY lord Gerald, terzo segretario; KEELING Edward, terzo segretario; TYRWHrTT Gerald Hugh, addetto onorario; ScoTT Geoffrey, addetto onorario; LAMB Charles, colonnello, addetto militare; LARKING Dennis, capitano, addetto navale; CAPEL CuRE Edward, addetto per gli affari commerciali.

G1·ecia -CoROMILAS Lambros, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; NouLrs Pericles, primo segretario; BrKELAS Demetrios, addetto; SKousEs Georgios A., addetto.

Guatemala -LARDIZABAL José Maria, incaricato d'affari; MATos Guillermo, addetto.

Haiti -DuvAL Amilcar, incaricato d'affari.

Messico -N. N., inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

Monaco -DE MALEVILLE conte Henri, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; SAUVAGE Raoul, cancelliere, incaricato d'affari ad inteTim.

NoTvegia -N N., inviato straordinario e ministro plenipotenziario; N. N., consigliere; N. N., segretario.

Paesi Bassi -DE WELDEREN RENGERS barone Willem, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; VAN AscH VAN VYCH H., addetto.

PeTsia -MoGHTADER-AL-MoLK Mirza Shaffi Khan, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; ENTEZAM-ES-SALTANEH B., consigliere (assente).

P oTto gallo -LEAO Eusebio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario: DE BREDERODE, consigliere; PEDRoso Joaquim, secondo segretario; DE MANTERO BELARD VELARDE Antonio, addetto.

Romania -GHIKA principe Demetriu J., inviato straordinario e ministro plenipotenziario; PENNESCO Demetriu C., consigliere; SToicEsco Georgiu, primo segretario; LAHOVARY Nicolas, terzo segretario; GRAMATICEsco Alexandru, addetto (assente); TRAILEsco Joan, tenente colonnello di stato maggiore, addetto militare (assente).

Russia -DE GIERs Mikail, ambasciatore; PERSIANY Ivan, consigliere; DE STRANDTMAN Basile, primo segretario; NEKLUDOW Pijotr, secondo segretario; KHVOSTCHINSKY Basile, addetto; BISTRAM Theodor, addetto; lORDANOW Aleksandr, addetto; DouBIAGSKY Nikolae, addetto; JANISZOVSKI Bronislaw, addetto; RAFALSKY Wladimir, addetto; KRATIROW Aleksej, addetto; ENCKELL Oscar, colonnello di stato maggiore, addetto militare; WoLKONSKY principe Aleksandr, colonnello di stato maggiore, secondo addetto militare; RHEINGARD Marian, colonnello di artiglieria, aggiunto all'addetto militare; RoDZIANKo Pavel, colonnello di cavalleria, aggiunto all'addetto militare; DE WRANGEL barone Pijotr, capitano di fregata, addetto navale; SouBOTKINE Mikail, addetto commerciale; MARGARITOFF Ivan, addetto commerciale aggiunto.

Salvador -GuERRERO J. Gustavo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

San Domingo -N. N., inviato straordinario e ministro plenipotenziario; RuBIROSA Pedro Maria, incaricato d'affari ad interim; PoNcE I>E LEON Armando, segretario.

Serbia -RisTié Michail G., inviato straordinario e ministro plenipotenziarlo; SIMié Yevrème, primo segretario; MIHAILovré Stanoje, segretario; MARKOVIé Branislaw, segretario; Nmcré Vellsar, segretario; JovANOVIé Milan, addetto; PEcié Douchan, colonnello, addetto militare.

Siam -PHYA BIBADH KosHA, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; LUANG BAVARA -VADI, secondo segretario, LUANG VISUTH SUNDARA, terzo segretario; AMORADHAT, principe, addetto militare (residente a Parigi).

Spagna -RAMIREZ DE VILLA URRUTIA marchese Wenceslao, ambasciatore; ALMEinA Y HERREROS Bernardo, consigliere; DE YNCLÀN Y DE LA RASILLA Manuel, segretario; AMODEDOY GALARMENDI Mariano, addetto; DE MALDONADO Y LINAN Alvaro, addetto; RoJAS Y MoRENO Carlos, marchese di Beniel, conte di Torellano, addetto; CANO Y TRUEBA Juan Manuel, addetto onorario; DE LA GÀNDARA Y PLAZAOLA José, marchese de la Gàndara, addetto; RAMIREZ DE VILLA URRUTIA Y CAMACHO Fernando, addetto onorario; SAGARRA y CENDRA Ram6n, comandante di stato maggiore, addetto onorario.

Stati Uniti -PAGE Thomas Nelson, ambasciatore; JAY Peter Augustus, consigliere; RICHARDSON Norval, segretario; VAN RENSSELAER William Stephen, terzo segretario; LANE Arthur Bliss, addetto; RIGGS Benjamin, addetto; TRAIN Charles Russell, comandante, addetto navale.

Svezia -DE BILDT barone Karel Nils Daniel, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; DE BILDT Harold, consigliere; DE REUTERSKIOLD G., addetto.

Svizzera -DE PLANTA Alfredo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; DE LARDY Charles L. E., consigliere; DE SoNNENBERG Theoring, addetto; BARTHOLMESS William, addetto.

Uruguay -CuESTAS Juan, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; DE CASTRO Alfredo, primo segretario; PoDESTÀ Andrés, addetto onorario.

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